Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: _Lillian_    01/02/2015    7 recensioni
"Sarà come se non fossi mai esistito".
Aveva detto così prima di scomparire e così sarebbe stato se dentro me non stesse crescendo qualcosa che mi lega ancora più inesorabilmente a lui.
"Quando non si ha più nulla a cui potersi aggrappare anche il pericolo diventa un'ancora di salvezza, e i Volturi per me, per loro... lo sono stati"
Mi chiamo Isabella Marie Swan e sono un'immortale.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Volturi | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Chapter 8
 
 
POV DANIEL
 
Camminando per i corridoi della Forks High School non potei fare a meno di notare quanti occhi sognanti erano puntati sulla mia figura e su quella del ragazzo che mi stava di fianco. Era scontato che come nuovi acquisti dell’istituto quella mattina saremmo stati sotto gli occhi di tutti ma per me questo non presentava assolutamente un problema. Amavo essere al centro dell’attenzione , soprattutto se quest’ultima era femminile s’intende. Potevo definirmi nettamente diverso da Kein, mio fratello gemello, lui era più riservato di me e al contempo promotore di grande sarcasmo, una forza della natura rinchiusa in un corpo favoloso, favoloso perché uguale al mio ovviamente.
“Non per essere guastafeste e toglierti quel sorriso vittorioso dal bel faccino, ma se in questo momento Aria ti vedesse ammiccare verso tutto il popolo studentesco femminile, ti rifarebbe i connotati solo con lo sguardo Daniel” disse Anthony camminando e ignorando contemporaneamente tutte le occhiatine maliziose a lui rivolte. Mi ero sempre chiesto se fosse dell’altra sponda, insomma, Anthony non degnava mai di alcuna attenzione particolare le donne che a lui si interessavano, e tra umane e vampire erano davvero ma davvero tante. “Aria?” chiesi cadendo dalle nuvole una volta ricordatomi cosa il mio amico avesse detto. “Si. Aria, ricordi? La ragazza bionda nostra amica da secoli e tuo amore segreto?”  disse aggiustandosi meglio lo zaino sulla spalla destra. 
“Cosa c’entra Aria ora? Aspetta che!? Amore segreto? Ma cosa vai blaterando!” risposi sconcertato e al contempo agitato. Agitato per che cosa poi!?
“Non fare il finto tonto Daniel, sappiamo tutti che sotto questa scorza platinata da latin lover si nasconde l’affetto, quello vero, verso Aria. L’unica ragazza sulla faccia della terra ad aver risposto al tuo primo sguardo languido con un ‘Ehi se cerchi una via d’uscita da questa situazione io sono nella merda come e quanto te!’”  mi rispose Anthony mostrando, con la risata, la perfetta arcata di denti bianchi che fece esalare estasiati sospiri.
“Non dire scemenze! Aria non è il mio amore segreto. Lei è…lei è come una sorella!”.
“Chi è come una sorella?” chiese Clara sbucando improvvisamente alle mie spalle.
“Aria per Daniel” le rispose il mio tra poco morto amico facendo spallucce. Di tutta risposta Clara scoppiò in una risata cristallina per poi darmi una leggera pacca sulla spalla.
“Daniel nessuno ci crede più a questa solfatara”.
“Ehi nanerottola ma sei venuta qui per allearti con Mr sorriso letale o cosa?” chiesi indispettito. Uno che diceva baggianate potevo tenerlo a bada ma due era un’altra questione. “Sono qui perché ho Inglese con voi e lo ammetto anche per allearmi contro di te” rise Clara aggiustandosi meglio intorno collo la leggera sciarpa rosa.
“Tzè”. Entrai sdegnato nell’aula d’inglese precedendo le due iene ancora intente a sghignazzare alle mie spalle e decisi di freddarli con la santa indifferenza stravaccandomi sulla sedia appartenente all’ultimo banco accanto alla finestra.
“Sc…scu…scusami è libero questo pos…posto?” mi voltai verso la balbettante voce  che scoprii appartenere ad una piccola ragazzina imbarazzata, ma nello stesso momento in cui lo feci vidi con la coda dell’occhio Anthony ridere di gusto ad una battuta di Clara per poi irrigidirsi di colpo.
“Certo che è libero bella signorina, mi scusi per la mia immensa maleducazione ma non potrò tenerle compagnia quest’oggi, devo proprio scappare” le dissi facendole un perfetto baciamano e dirigendomi verso i due cacciatori senza lasciarle il tempo di rispondere.
“Che succede Anthony?” chiese Clara preoccupata. Mi sporsi in avanti per poter capire qualcosa ma non ne ebbi più bisogno appena una forte fitta alla testa mi colpì. Dannazione ma non si poteva star tranquilli per più di due giorni!
“Dobbiamo raggiungere immediatamente Grace prima che qualcuno se ne accorga!” sentenziò Anthony portandosi entrambe le mani alla testa. Sotto lo sguardo stranito degli altri studenti ci fiondammo letteralmente fuori dall’aula. E menomale che il professore non era ancora arrivato! Alla faccia del dover essere ragazzi normali oggi!
“Qualcuno sa che lezione aveva ora Grace?” chiese Anthony allarmato correndo per i corridoi e gettando occhiate in ogni aula alla ricerca della rossa.
“No accidenti è il primo giorno e non potevamo imparare dodici orari diversi! Ora che facciamo? Ci scopriranno!” rispose Clara agitandosi ancor di più tenendosi la testa con una mano. Ora si che eravamo nella merda.
“Invece Daisy ora dov’è!?” chiesi preoccupato.
 “Accidenti all’occorrenza non c’è mai nessuno!” rispose Anthony guardando ovunque.
Due teste castano-ramate sbucarono dall’aula di Matematica mostrando due ragazze trafelate e preoccupate.
“Deliah! Lilian! Dov’è Grace!?” chiesi correndo.
“Nell’aula di Arte con Nicholas, dobbiamo sbrigarci le fitte sono sempre più ravvicinate e le persone ci guardano in modo strano” sibilò istericamente Lilian lanciando un occhiata all’interno della classe verso un ragazzo che la fissava di rimando in modo molto intenso. Ebbi poco tempo per squadrarlo ma subito mi saltò all’occhio la sua carnagione esageratamente pallida e il suo sguardo tormentato color oro simile se non del tutto identico a quello di Isabella. Ah se lo avesse scoperto Nick!
“Chi è quel ragazzo Lily?” chiesi affiancandola ma camminando comunque a passo spedito. “Credo si chiami Edward e credo che sia anche ‘particolarmente strano’. Sicuramente dovremmo parlarne quando questa faccenda sarà sistemata” disse risoluta calcando molto le parole particolarmente e strano. Rettifico non potevamo star tranquilli per più di cinque minuti!?
Nel momento in cui una piccola testa rossa sbucò dal corridoio adiacente al nostro capì che qualche Santo lassù doveva volerci davvero bene nonostante tutto.
“GRACE!” urlammo quasi in coro. La giovane ragazza seguita da Nicholas nonostante il dolore che sicuramente stava provando alla testa come ognuno di noi, stese le labbra in un sorriso mentre Nick scattò verso Lilian appurando con non poco sollievo che la ragazza per la quale stravedeva stesse bene.
“Ehi ho capito che mi volete bene ma non vi agitate tutti insieme!” scherzò bloccandosi sul posto. Era proprio da lei scherzare in un momento come questo.
“Bloccalo piccoletta!” ordinai senza mezzi termini e al diavolo il bon ton! Grace mi lanciò un occhiataccia per poi con una mano toccare l’orologio da polso di Renesmee appena comparsa alle sue spalle, seguita da Aria. Come per magia tutto intorno a noi, persone, cose, elementi si arrestarono nello stesso momento in cui lo fecero anche le lancette dell’orologio. Grace aveva un dono meravigliosamente utile. Era in grado di bloccare il tempo e gli esseri viventi a sua scelta con esso fin quando non avesse deciso lei di sbloccarlo nuovamente. Ovviamente come tutto ciò che è esistente, anche il suo dono aveva dei limiti. Secondo Nassiri non poteva farlo per più di cinque ore anche non consecutive al giorno o il suo corpo ne avrebbe risentito. Non si era mai spinta a  provare cosa le potesse accadere in effetti, ma a mio modesto parere era meglio rimanere nell’ignoranza.  
“Ma è mai possibile che non si riesca ad avere una giornata normale e libera!? Era il nostro primo giorno di scuola e che cavolo! Se trovo quei budini di melma andata a male giuro che li sbudello con la mia nuova manicure e appendo i loro occhi come souvenir nell’aula di Biologia!” sbattè il piede in terra una Lilian alquanto indispettita.
“Se usi questa foga contro quei cosi che tra poco ci troveremo dinanzi potrai tornare presto al tuo beneamato primo giorno Lily” disse Aria alzando gli occhi al cielo. Era adorabile quando lo faceva e lo era ancora di più quando passava una mano in quei lunghissimi capelli biondi che per quanto potessero essere scombinati, erano sempre perfetti.
Ma che cavolo andavo a pensare anche io in un momento simile. Contegno Daniel!
“Potremmo concentrarci ora? Devo andare anche in bagno, per non vivisezionare una rana ho finto una disidratazione con i fiocchi e mi hanno dato sei bottiglie d’acqua da bere!” borbottò Cameron comparso alle spalle di Deliah insieme a Daisy.
“Cameron è ovvio che te le abbiamo date per bere di certo non per ficcartele in c...” disse quest’ultima venendo proprio sul vivo della battuta bloccata dall’amica.
“Scusate ma dov’è Kein?” chiese infatti Dely preoccupata per mio fratello e iniziando a far impensierire anche me. Mio fratello mancava all’appello cazzo!
“RAGAZZI PORCA MISERIA MUOVETE QUEI CULI E VENITE AD AIUTARMI INVECE DI FARE LA CONTA!?” Urlò la voce del diretto interessato in un luogo abbastanza lontano dal nostro. Tombola! Certo che doveva essersi spolmonato per farsi sentire povero ragazzo.
“La voce viene da Est!” disse Daisy localizzando Kein grazie al suo dono. Anche Daisy era una cacciatrice molto particolare, poteva grazie alla sua capacità extra, localizzare chiunque avesse mai avuto un contatto con lei o chiunque lei avesse mai visto in volto in modo dettagliato. Iniziò a correre e noi fiduciosi la seguimmo senza fiatare trovandoci poco dopo un Kein tenuto a testa in giù da uno di quei succhia vita. Era accerchiato e in tutto se ne contavano quattro ma per nostra fortuna erano abbastanza piccoli e non avevano ancora iniziato la loro opera, gli occhi di Kein seppur vitrei non erano del tutto spiritati.
“Ah ma alla buon ora! Sapete sono un tantino a testa in giù per potermi difendere”. Beh se aveva anche voglia di fare acido sarcasmo allora stava benone ancora.  
“Sembri un salame Kein” disse Daisy ridendo per nulla preoccupata dalla situazione. E come darle torto, ormai erano all’ordine del giorno. Tuttavia parlandosi di un salame con il mio stesso sangue in pericolo, decisi di concentrarmi per salvarlo. Presi istintivamente il pugnale rosso che avevo attaccato alla cinta ma prima ancora di poter anche solo pensare di far qualcosa, Deliah me lo strappò di mano e senza muoversi dal posto, con un colpò secco del braccio e del polso, lo lanciò tranciando di netto la mano dello spettro che teneva mio fratello in ostaggio. La reazione fu istantanea, il succhia anima con un lamento aberrante lasciò la caviglia di Kein facendolo cadere rovinosamente con la testa a terra mentre tutte le nostre scattarono dal ‘coso’ a Deliah e da Deliah alla mano ancora attaccata alla caviglia del mio gemello che la tolse via schifato mentre i suoi occhi tornavano normali.
“Wow ragazza” disse Nicholas fischiando e non potei che trovarmi d’accordo con lui. Deliah tra tutti poteva essere considerata la più mansueta all’apparenza e ci tengo a sottolineare SOLO all’apparenza. Quando si arrabbiava era una furia letale a doppio taglio. Con la tipica maestria con la quale Robert tante e tante volte ci aveva fatto il culo, Kein si rimise in piedi bloccando con il braccio destro gli artigli del suo carceriere che per poco non lo affettarono e con la mano sinistra estrasse il pugnale dall’armadietto nella quale si era conficcato per poi infilzarglielo dritto all’altezza del cuore, beh se un cuore ci fosse stato. Vidi la lama conficcarsi con difficoltà e senza pensarci due volte lo raggiunsi velocemente alle spalle prima di spingerlo con un calcio verso mio fratello. Fu allora che la lama lo trafisse completamente uscendo dall’altra parte. In poco tempo lo spettro si ridusse in poltiglia grigia e cinque anime fuoriuscirono da esso.
“Merda per rafforzarsi ha ucciso cinque innocenti. Grazie comunque fratello” disse Kein pulendosi la maglia e massaggiandosi il collo dove un grande livido faceva bella mostra di se. Piano si avvicinò a Deliah sorridendole.
“E grazie soprattutto a te, Deliah” disse facendo arrossire completamente la ragazza che sorrise timidamente. Ah l’amour!
“E che cavolo ma non potete avvisare? O per lo meno dare un orario di attacco!? Sono stufa di voi branco di spettri spiritati e bastardi!” urlò Lilian prendendo il pugnale con il quale ne avevamo appena ucciso uno per conficcarlo nella testa di uno spettro intento a soffocare Clara. Se non fossimo stati nel bel mezzo di uno scontro questa scenetta sarebbe stata anche esilarante. In ogni caso fuori due. Improvvisamente un nome si materializzò con prepotenza nella mia mente: Aria! Spostai immediatamente lo sguardo sulla ragazza oggetto dei miei pensieri preoccupato e la vidi staccare a mani nude l’anta di uno degli armadietti circostanti per poi conficcarla nello stomaco di uno dei due spettri ancora rimasti. Si guardò in giro in cerca di qualcosa e io capii al volo ciò che lei volesse. “Lilian il pugnale!” ordinai alla gemella senza troppi giri di parole venendo presto accontentato dopo un sonoro sbuffo. Il pugnale mi venne lanciato tra le mani e dopo aver scambiato uno sguardo d’intesa con Aria mi preparai. “Al mio tre! Uno, due… Tre!”. Lanciai l’arma rosso sangue nel esatto momento in cui Aria con un innata eleganza capovolse le posizioni con lo spettro spingendo la parte esterna dell’armadietto verso destra e lasciandomi la grigia e melmosa schiena in bella mostra. Il pugnale lo colpì poco sotto la scapola e Nessie lì vicino, impugnando il manico dell’arma, con un affondo deciso lo condusse alla morte. “Muori viscido verme!” disse la gemella ghignando. Quella ragazza sapeva essere davvero sadica quando voleva. Mi avvicinai ad Aria contento che nessuno avesse riportato danni, tutti a parte i nostri vestiti ovviamente.
“Stai bene?” le chiesi dolcemente sorprendendo me stesso. Che Anthony e Clara avessero ragione?
“Mai stata meglio Daniel” mi rispose con quei suoi languidi occhioni chiari. Dio quanto era sexy… Daniel ancora questi pensieri!?
“Oh Daniel tranquillo sto bene anche io” disse Nessie alzando gli occhi al cielo. Le scombinai i capelli sotto il suo sguardo omicida.
“Sono contento che tu stia bene gemella numero uno”.
“Chi te lo dice che io sia la prima?” rispose indispettita scrollandosi di dosso la mia mano.
“Beh ma davvero ha importanza saperlo? Tra poco potresti essere chiamata gemella numero due o tre o magari Anthony” dissi prendendo in giro la bella Ness, perché dovevo riconoscerlo era bellissima, che di tutta risposta raccolse il pugnale dalla poltiglia sul pavimento ignorandomi bellamente.
“ATTENZIONE!” urlò Anthony guardando nella nostra direzione. Con uno scatto degno di un felino presi Aria e Nessie per un braccio e con un balzo ci tirai fuori dalla traiettoria dello spettro che Anthony aveva scagliato per sbaglio verso di noi. Il succhia vita si schiantò violentemente contro il muro divenendo solo un orribile macchia grigia e nera su di esso e l’ultima cosa che si udì fu il rumore della lama del secondo pugnale che si scontrava con il linoleum.
“Ma che schifo Anthony!” sbuffò disgustata Daisy girandosi dall’altro lato mentre tutte le anime celesti volavano in cielo.
“Scusa! Non potevo di certo invitarlo a prendere un the pregando che affogasse con i biscotti!” rispose il ragazzo indispettito pulendosi le mani e poi la camicia celeste.
“OK BASTA! Il primo giorno di scuola è andato male, una decina di persone sono state uccise da questa poltiglia grigiastra, i miei vestiti sono rovinati così come lo è il mio umore quindi o torniamo alle nostre lezioni in silenzio o  qualcuno oggi ci rimette un arto! Magari la testa!” sbottò Lilian nevrotica.
“Ma la testa non è un arto Lilian” azzardò Cameron venendo subito incenerito dallo sguardo assassino di quest’ultima.
“Ok… ehm scusa Lily, non volevo proprio contraddirti”.
“Grace sblocca il tempo” sentenziò la ragazza sbrigativa guardando le lancette di un orologio ormai fermo. Su per giù doveva essere passata mezz’ora dall’attacco e sicuramente appena tornati a casa Robert ci avrebbe fatto una sonora strigliata per il troppo tempo impiegato. Sbuffai stiracchiandomi per bene e sbattendo le mani sulla camicia tentai di eliminare il più possibile i residui di polvere e melma.
“Coraggio liceali, andiamo a studiare!”.
 
POV EDWARD
 
Per la prima volta nella mia esistenza vampira mi sentii fisicamente e mentalmente spaesato. Provai una strana sensazione di smarrimento nel momento il cui mi accorsi che le due nuove  ragazze erano sedute comodamente al loro posto ad aspettare il suono della campanella. Eppure ero più che sicuro di averle viste fuggire fuori dall’aula poco prima…
Che stessi impazzendo? Bella amore mio la tua morte mi sta davvero portando in uno stato di annebbiamento e perdizione?
Avevo giurato a te e a me stesso, dopo la tua perdita, che non avrei provato più interesse per niente e per nessuno. E allora perché queste due ragazzine suscitavano una tale inquietudine e voglia di sapere? E perché avevano caratteri così simili ai tuoi?
Era inaudito che potessi trovare interessanti due umane praticamente sconosciute, loro non erano te… per quanto gli occhi di una fossero del tuo stesso colore e lineamenti dell’altra molto simili ai tuoi.
Mi manchi forse così tanto da vedere te, i tuoi occhi, i tuoi colori, il tuo profumo in ogni donna su questo dannato e falso mondo mia amata?
Eppure c’era davvero qualcosa di strano, un presentimento potente… quasi viscerale che mi spingeva a scoprire di più sul loro conto. E decisi di provare a farlo, ma la cosa mi sconvolse.
Le loro menti erano mute… mute come solo una lo era stata finora.
 
“Non riesco a leggere la tua mente, è come se io ricevessi frequenze in AM e tu trasmettessi solo in FM” dissi frustrato e spaventato dalla reazione che avresti potuto avere. Paura, sgomento, rabbia… mi aspettavo solo questo. Saresti  scappata da me a gambe levate e io avrei dovuto fare violenza su me stesso per permetterti di farlo.
“Ho qualcosa che non va?” chiedesti pensierosa. E mi spiazzasti.
“Io ti dico che so leggere nella mente e tu credi che ci sia qualcosa che non vada in te!?” chiesi sbigottito e…sollevato.
 
Come poteva essere? Com’era possibile! Forse ero io che avevo perso la capacità di usare il mio dono. Si doveva essere così! Eppure quella mattina con tutti gli altri studenti non mi era costato alcuno sforzo, anzi leggere le loro menti era stato un gesto slegato alla mia volontà come sempre. Che quelle ragazze fossero davvero uno scherzo dei Volturi? Delle loro emissarie?
Troppe domande vorticavano nella mia testa e nessuna di queste aveva una risposta. Frustrante, tutto ciò era nettamente e straziantemente frustrante. Dio ti prego no! So che sono un abominio, uno scherzo della natura perfetta che tu hai creato, ma non far ripetere la storia, non tormentarmi più, dammi solo la morte… ricongiungimi alla mia Isabella!
Troppo preso dalle mie elucubrazioni mentali non mi resi neanche conto dell’assordante tintinnio della campanella e di tutti gli studenti che rumorosamente si apprestavano ad uscire dall’edificio. Il primo giorno di scuola era sempre stato un giorno particolare in cui le lezioni duravano si e no tre ore, giusto per dare agli umani il tempo di riprendere il ritmo.
“Edward, hai scoperto qualcosa?” chiese Alice mesta affiancandomi. Negai con il capo senza riuscire ad emettere alcun suono. Fuori l’aula Rosalie, Emmett e Jasper ci aspettavano e il loro unico pensiero fu: ‘dobbiamo parlare’.
Nel tragitto per arrivare al fuoristrada di Rosalie la nostra attenzione fu catturata dal gruppo dei nuovi ragazzi, la mia mente riuscii a calcolare la presenza di ben dodici persone. Se fossero stati realmente emissari dei Volturi ci avevano davvero accerchiati… che la famiglia reale dei vampiri fosse venuta a conoscenza del segreto che legava me all’umana dai meravigliosi occhi nocciola? Ma perché mai mandare una quantità spropositata di vampiri?
“Ma i loro cuori battono!” sussurrò Jasper sgomento.
“Battono molto più veloce del normale, ma nella loro gabbia toracica il rimbombo di quell’organo si sente forte e chiaro!” rispose Emmett meravigliato. Rimasi di sasso.
Mi concentrai sui loro cuori che battevano alla stessa velocità con la quale un uccellino batteva le proprie ali, era impressionante. Setaccia i loro discorsi cercando di captare qualcosa e vidi i miei fratelli fare lo stesso ma sembravano essere tipiche chiacchiere adolescenziali.
 
“Sorellina hai visto quella ragazza come guardava Anthony?” chiese Lilian  Black smuovendo i boccoli d’ebano e avvicinandosi a sua sorella, Deliah Black.
Quest’ultima sorrise dolcemente mettendo in evidenza due graziose fossette e diede un piccolo colpetto sulla guancia della sorella.
“Lily non dovresti intrometterti sempre nella vita di Anthony” la riprese bonaria portandosi una ciocca dietro l’orecchio nello stesso modo in cui faceva la mia Bella quando era in imbarazzo. Quel gesto ebbe la forza di trascinarmi indietro nel tempo e questo fece più che male al mio cuore morto.
“Tzè, se non ci ficco il naso io chi lo protegge dalle arpie? Il mondo è cattivo Dely” rispose Lilian formando col le dita un cerchio gigante.
“Saprò anche cavarmela da solo Lily e comunque se non la pianti te ne combino una prima o poi che non dimenticherai per il resto della tua eternità!” rispose impettito un ragazzo… del tutto simile a me da umano! Ma chi diamine erano quei ragazzi dei cloni infernali?! Pensai seriamente che Satana mi stesse facendo vittima di qualche bruttissimo tiro mancino. Ragazze simili a Bella, un ragazzo simile a me… la mia sofferenza avrebbe mai avuto fine?
Invece di litigare perché non ci muoviamo? Ho una fame che mangerei anche le pietre” sbottò una rossa dal nasino all’insù.
“Perché questa cosa non mi sorprende?” chiese una biondina alzando gli occhi al cielo voltandosi verso la rossa e continuando a camminare all’indietro.
“A me non sorprenderebbe nemmeno se a momenti una pietra la mangiasse davvero” rise una piccola ragazza dai capelli castani dando il cinque a quella di prima.
Il mio clone, Anthony, sorrise per poi abbracciare affettuosamente quelle che dovevano essere sue amiche procedendo spedito verso una Aston Martin.
“Oggi a che ora abbiamo gli allenamenti?” chiese un ragazzo riccio dai profondi occhi blu cobalto.
“Oh no perché ci sono!? Accidenti a Robert!” si lagnò al suo fianco una piccola ragazzina più simile ad una bambola di porcellana che ad una persona. Mi dava le spalle e l’unica cosa che potei vedere fu una figura minuta ma al contempo slanciata e un folta chioma di boccoli bronzei. Lo stesso colore dei miei capelli…
“Non solo ci sono Nessie, se ci azzardiamo a fare anche un solo secondo di ritardo Robert ci fa fuori lentamente uno alla volta” le rispose un ragazzo biondiccio poco più avanti del tutto uguale ad un altro ragazzo che gli camminava di fianco e che non staccava mai gli occhi da Deliah Black. Non so perché ma tutto ciò mi diede altamente fastidio.
E poi chi era Robert? Che allenamenti sostenevano? E perché mai non riuscivo a rovistare in nessuna delle loro menti!?
Troppo presto per la mia sete di sapere arrivarono alle auto e sfrecciarono via dal parcheggio.
Se mai ci fosse stata una via di salvezza per la mia anima evidentemente essa era destinata a non arrivare mai. Questo era l’inferno al centro esatto di Forks, di nuovo.
 
POV ALICE
 
Il viaggio verso casa fu silenzioso e nonostante non avessi a mia disposizione il dono di Edward non ci volle un genio per capire che tutti i nostri pensieri convergevano in un unico punto. Tenevo sotto controllo il nostro futuro da quando avevo avuto quella strana visione sui ‘Volturi’ e grazie a questa iniziativa capii che in un modo o nell’altro oggi ognuno di noi avrebbe avuto a che fare con uno di loro, uno dei dodici nuovi ragazzi misteriosi arrivati a Forks. Tanti buchi neri avevano costellato le mie visioni e il fatto di essere cieca mi faceva impazzire. Non lo sopportavo e non avrei mai potuto, ormai questo dono per quanto molesto spesso e volentieri, era parte indissolubile di me. Pensavo che dopo la tragica notizia della morte di Bella, il dolore di mio fratello e il nostro suo eco, potesse essere già una grandissima punizione, seppur meritata, inflittaci. Ma mi sbagliavo di grosso. Vedevo nello sguardo di Jasper sgomento, in quello di Rosalie preoccupazione, in quello di Emmett stranezza e in quello di Edward disperazione. Chi mai potevano essere?
A nessuno di noi erano sfuggite le somiglianze allarmanti che alcuni di loro avevano con Edward e Bella, ma perché mai?
E i loro cuori? Battevano, e questo stava a significare che non fossero vampiri, ma neanche umani. Ma allora cos’erano?
“È quello che dobbiamo scoprire Alice!” disse Edward quasi ringhiando captando i miei pensieri. Proprio come un automa non mi ero nemmeno resa conto si essere arrivata nel grande salone di casa Cullen dove un’amareggiata Esme e un triste Carlisle ci guardavano straniti.
“Ma andiamo gente! Perché stiamo permettendo a dodici ragazzini sconosciuti di piegarci alla paura!? Siamo dei vampiri centenari diamine!” disse Emmett mantenendo sempre la sua innocenza da bambino, nonostante di anni ne avesse e pure parecchi.
“Ragazzi che cosa sta succedendo?” chiese Esme ora preoccupata più che mai. Da quando tutto era successo era diventata estremamente suscettibile ai nostri cambiamenti d’umore e Carlisle ai suoi. Credeva di non essere stata una buona madre e questo l’aveva scaraventata nello sconforto più totale. Bella per lei era la figlia di cui avrebbe potuto occuparsi seriamente perché a nostra differenza, lei aveva davvero bisogno di cure, di mangiare, di dormire, poteva ammalarsi, poteva cadere e farsi male. E Esme ci sarebbe stata. A pensarci bene da quanto tempo non aleggiava più un atmosfera o dei sentimenti sereni in questa casa?
“Carlisle c’è qualcosa che non va. Oggi a scuola sono arrivati dodici nuovi studenti oltre a noi” disse Rosalie sedendosi elegantemente sul divano di pelle.
“Dodici? Un numero mai visto a Forks” constatò nostro padre avvicinandosi a noi.
“Io non riesco a vedere nulla nel futuro di ognuno di loro, solo buchi neri e immagini sfocate dove non distinguo nessun contorno. Ma so che ognuno di noi oggi ne ha incontrato uno o più di uno perché anche i nostri di futuri sono temporaneamente scomparsi durante le lezioni per poi magicamente riapparire” dissi mantenendo lo sguardo sul pavimento poi continuai alzandolo.
“Io ed Edward ad esempio ne abbiamo incontrate due, Lilian e Deliah Black”.
“Black?” chiese Esme a metà tra il curioso e lo stranito.
“Si anche io ho pensato la tua stessa cosa Esme… lo stesso cognome del Quileutes. Di  Ephraim Black. E anche lo stesso nome di un suo discendente diretto migliore amico di… di Bella” disse Edward a fatica volgendo lo sguardo sofferente fuori dalla finestra dove la pioggia aveva iniziato a battere.
“Al contrario degli uomini della riserva però la pelle delle due ragazze non era scura e i loro tratti non erano mediterranei quindi discendenti non possono essere” dissi sedendomi sulle scale.
“Ma la cosa più sconvolgente era la somiglianza che queste presentavano con Bella… Carlisle una aveva i suoi stessi occhi e l’altra il suo stesso colore di capelli, inoltre c’era qualcosa nei loro lineamenti che molto più che vagamente la ricordano e non solo lei, un ragazzo è uguale al nostro Edward e i capelli e due delle ragazze hanno lo stesso colore bronzeo” sbottai senza mai fermare le parole che fuoriuscirono dalle mie labbra come un fiume in piena.
“Quello che dici Alice è interessante e parecchio strano, ma sappiamo tutti ormai che Isabella è morta con l’unico suo erede e discendente e che io sappia era anche figlia unica. Inoltre il cognome Black non fa parte del suo albero genealogico”.
“Carlisle i loro cuori, battono ad una velocità impressionante! E questo esclude una natura vampira ma al contempo esclude anche qualsiasi natura umana. Un ragazzo normale sarebbe morto d’infarto con un tale ritmo” disse Jasper pragmatico. Non stava cercando di calmare i nostri umori, evidentemente perché anche il suo non gli permetteva di farlo. Volteggiai accanto a lui posandogli una mano sulla spalla che lui prese e portò alle labbra baciandola dolcemente.
“Io ho avuto modo durante l’ora di Arte di incontrare la ragazza dai capelli rossi e il ragazzo riccio dagli occhi blu. Si chiamano Grace e Nicholas Gordon, sono fratelli ma non si assomigliano neanche un po’” ci mise al corrente Rosalie passandosi una mano nei voluminosi e bellissimi capelli biondi.
“Io invece sono stato durante l’ora di Spagnolo con Daisy Steele e Cameron Gordon” disse Jasper continuando a tenere stretta la mia mano.
Un altro Gordon? Ma erano tutti fratelli e sorelle? Possibile fossero solo coincidenze?
“È impossibile che lo siano Alice, sono troppe, troppe!” rispose Edward.
“C’è stato un momento in cui mi sono sentito totalmente rincoglionito” disse Emmett beccandosi un occhiataccia da parte di Esme per l’uso improprio del linguaggio.
“Scusa mamma, dicevo c’è stato un momento in cui mi sono sentito perso,come se tutto intorno a me e io stesso fossimo stati bloccati in uno stato di torpore assoluto, un momento prima ho visto Anthony Black, Clara Steele e Daniel Gordon fiondarsi fuori dalla porta e il momento dopo erano comodamente seduti ai loro banchi come se non si fossero per niente mossi. Loro non si sono accorti della mia presenza ma io si, e sono convinto di aver visto ciò che vi ho detto” disse Emmett spiegando ciò che era accaduto anche a me ed Edward con le sorelle Black.
“Quindi per ora ci sono: tre Black, due Steele e quattro Gordon” tirò le somme Esme.
“Chi sono quelli che assomigliano a Bella e Edward?” chiese Carlisle sedendosi sul bracciolo del divano di pelle.
“I Black. Il ragazzo, Anthony, assomiglia in un modo spaventoso ad Edward. Deliah Black ha il suo stesso colore di capelli e Lilian è simile a Bella sia per la forma del viso che per il colore degli occhi e dei capelli” dissi cercando di fornire un quadro chiaro della situazione.
“In più c’è un’altra ragazza, una certa Ness, che ha anch’essa il mio stesso colore di capelli per qualche ciocca mischiato a quello di Bella… e gli occhi di Anthony e Deliah sono i miei stessi occhi da umano”. L’espressione di Edward diveniva sempre più sofferente e quella di Esme sempre più triste.
Sorellina mia, tu da lassù, ti prego aiutaci. Cosa sta succedendo Bella? Mi manchi così tanto amica mia…
Edward sentì i miei pensieri e mi fissò amareggiato. Sapevo quanta colpa si addossasse per tutta questa triste storia.
“Se non fosse una cosa letteralmente impossibile direi quasi che sono loro figli” disse Emmett cercando di alleggerire la situazione.
Figli… già, come se avessi mai potuto darle dei bambini. Un abominio non crea, un abominio distrugge.
 
Angolo Autrice :)
 
Mi dispiace per il ritardo lettori e lettrici, mi dispiace davvero tanto ma è un periodo un po’ difficile dove oltre alla sessione invernale d’esame all’università ci si mette anche un operazione che mia madre la settimana prossima dovrà subire. Un’operazione delicata che fa stare tutti molto tesi e anche la scrittura ne risente. Quindi piuttosto che battere al pc un capitolo orrido preferisco aspettare che il cielo nella mia famiglia si rischiari.
Detto questo spero che il capitolo vi sia piaciuto e attendo con ansia vostri pareri pro o contro. Io accetto tutto. Buona domenica e buona giornata a tutti vostra _Lillian_  <3
 
  
 
       
   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: _Lillian_