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Autore: Hidalgo_Aragorn    01/02/2015    1 recensioni
Gli umani sono patetici, sempre ad eccitarsi per nulla, è così assurdo.
Carlisle dice che è per questo che sono interessanti, ma sinceramente non mi fanno né caldo né freddo. Sono stolti e si compiacciono della loro stupidità. Ma chi sono io per giudicarli, sono solo un’eccezione tra tante, magari più intelligente di tanti, ma non mi proclamo messia e nemmeno presidente. Per me non voglio nulla se non che, vadano tutti a farsi benedire. Non sono un mostro. Non siamo mostri. Siamo solo … solo Cullen.
Genere: Commedia, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clan Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Alice/Edward, Bella/Edward, Bella/Jasper, Carlisle/Esme, Emmett/Rosalie
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nessun libro/film
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All yours

Prima di te, Bella la mia vita era una notte senza luna.
Molto buia, ma con qualche stella: punti di luce e razionalità …
poi hai attraversato il cielo come una meteora.
All’improvviso, tutto ha preso fuoco: c’era luce,
 c’era bellezza “Edward, New Moon”
Atterrammo all’aeroporto San Juan che erano le 9 di mattina. Il viaggio era stato lungo ma avevo passato quelle ore di volo a prepararmi psicologicamente. Insomma, una decisone l’avevo presa, ma avevo paura di quella scelta che stavo per fare. Insomma, per anni avevo rimandato in vano sperando, un po’ che si arenasse un po’ che la vedesse dal mio maledetto spirito antico, ma siccome ormai le carte erano in tavola, mi ero finalmente resa conto che lo volevo io pure … c’era solo una soluzione: cambiare idea e scopare.
«amore sei silenziosa, ma stranamente agitata, che ti prende? Il sangue umano ti da alla testa?» chiese sarcastico.
Scossi il capo. «penso di lanciarmi in una nuova avventura ma la cosa un po’ mi spaventa, chissà tu come la prenderesti questa follia momentanea … spero bene»
Rise. «avventura di che genere? Romantica, cioè con sinonimo che mi vuoi mollare o avventura nel senso cosa nuova da esplorare o da conoscere, ossia che vuoi provare una cosa nuova?»
Ci pensai. «un po’ di entrambe, ma non ti mollo e … spero che sia tu ad esplorare una terra nuova, o per così dire, vergine … è pur sempre una bella cosa, me l’hai detto tu o sbaglio?» chiesi conscia di stargli facendo capire la cosa a cui volevo arrivare.
«tesoro … le terre vergini mi sono sempre piaciute, ma credo che tu non intenda vero il mare o nuovi orizzonti se non qualcosa di più … più chimico …» poi ci pensò. «tesoro da quando sei diventata così libertina?»
Scoppiai a ridere. «non lo so, credo da ieri mattina quando, ho praticamente aperto gl’occhi dopo cinquanta anni perché sinceramente non credevo che ti saresti trattenuto come hai fatto solo per render forte anche me, insomma, sapere che eri vicino, che sapevi come mi sentivo, mi ha fatto sentire protetta e per quanto, mi vergogni a dire che ho pianificato la morte di Mason, usando te un po’ come scudo credo comunque che … che voglio provare a vedere come va, perché credo … credo di essere pronta Jazz e un po’ nemmeno ci credo ma me lo sento» dissi sincera, quasi sicura che, sentiva quanto in difficoltà fossi in quel momento, insomma, eravamo in macchina, verso l’hotel di un conoscente di lui, dove avevamo in programma di non scollarci dalla camera … non potevo dire di essere nella situazione migliore del mondo.
«beh, poi diciamocelo se aspetto che tu ti dichiari, aspetto altri cinquant’anni quindi, abbandonerò il mio spirito puritano, per concedere una chance al tuo mondo»
Rise. «beh, cinquant’anni no … ma non pensavo che aspettassi quello … insomma, io ti sposerei anche adesso Bella, giuro»
Mi sentì gonfia d’orgoglio, insomma … s’era dichiarato senza farci una piega e io, sentivo il veleno, sul palato che si faceva caldo, al posto del ex rossore che da umana mi aveva perennemente riempito le guance.
«ma tu non credi nel matrimonio!» affermai divertita.
Lui annuì. «questo è vero, ma non credevo che tu ci credessi ancora …»
Ci rimasi senza parole per quanto ne avessi almeno un milione che volevano uscirmi di bocca: «insomma, non ci credo ma è più che altro una questione di …»
«di non vivere nel peccato?» disse
Annuì. «sì di non vivere nel peccato, per quanto sia io che te andremo all’inferno in grande stile, almeno voglio finire nel cerchio dei lussuriosi con te. Insomma è più che altro una questione di educazione»
Lui sibilò. «il signor William Swan ha avuto un gran effetto su di te, vero amore?»
Sorrisi. «è pur sempre mio padre … morto, ma pur sempre mio padre … ma comunque, sei d’accordo con quel cazzo di sesso o …»
Si sbrigò ad annuire. «ce«ce««ce««certo che sì ma … ma sei sicura che vada bene anche per te … perché sì io credo che il matrimonio sia un pezzo di carta ma se per te è importante si può fare, sul serio» Scossi il capo. «nah … non ne ho bisogno, infondo sono più legata a te che a me stessa, quindi non dubito di noi. Non l’ho mai fatto, nemmeno quando credevi lo facessi … certo una trentina di anni fa sì, un po’, ma … ma dopo quella volta ho sempre creduto a tutte le volte che mi dicevi che mi amavi»
Sorrise. «giuro, che se non quest’anno in uno dei prossimi ti sposo tesoro …»
Sorrisi. Si poteva fare. Insomma … si diceva che Dio perdonava, avrebbe perdonato un anno o poco più di anticipo … sì, l’avrebbe fatto, perché tanto, non aveva nemmeno la scusa dei cambiamenti … insomma, io non cambiavo come nemmeno Jazz.
Continuai a guardare Portorico, o semplicemente, Isabela, siccome il signorino, tra tutte le città di quello stato, aveva pensato fosse più interessante tapparci lì. Le strade erano abbastanza silenziose quel venerdì e non c’era nemmeno troppo sole, Jasper infatti aveva pensato fosse carino, almeno per oggi, andare al mare. Io la trovavo un’idea spettacolare.
 
Dopo che avevamo scaricato la borsa in hotel eravamo andati alla spiaggia, come aveva previsto non c’erano molte persone e Jasper rimase con il solo costume da subito e mi affiancò sulla brandina scura.
«questo sì che è un bel posto amore» commentai. «… scommetto che Carlisle a scoprire che siamo venuti qui, sbiancherebbe ancor più di quanto è già»
Rise. «io dire che perderebbe i capelli biondi, ma comunque, anche l’idea che diventi l’imbianchino di cinque anni fa è divertente»
Risi. «ancora con questa storia amore? Non l’abbiamo fatto apposta a fargli cadere la vernice addosso, era sulla scala, ha chiesto se gliela passavamo, Alice l’ha lanciata … e non è colpa nostra se non ha una buona presa» ci pensai. «poi diciamocelo, non l’ha presa male come l’ha presa Esme vedendolo … certo sbavava per Alice ma non significa che l’abbiamo obbligato a finire il lavoro»
Scosse il capo. «no, questo è vero … ma comunque, vieni a fare un bagno?» mi chiese alzandosi. Annuì, m’andava anche se mi sentivo leggermente in soggezione, insomma, tra i portoricani, io e lui eravamo un po’ bianchi ma comunque tanto valeva fingere di essere un turista come un altro.
Tolsi la maglietta che avevo tenuto per coprire la parte sopra del costume e lo seguì sulla sabbia che doveva essere un poco calda, lo sentivo, sentivo il calore che irradiava ma quello in sé non lo sentivo propriamente. Ma sentì bene l’odore di sale che si impossessava di me, che come una roccia, avrei risentito per un bel pezzo sia del sapore che dello stesso odore.
Per le undici e passa, era ancora fredda, certo non fredda come me o Jasper, ma comunque fredda. Sin da piccola al mare andavo raramente vivendo non esattamente così vicina ad una costa ma quando c’andavo con papà, avevo imparato a distinguere bene i calori dell’acqua, ma soprattutto il caldo dell’acqua di notte.
«resterei qui per sempre» commentò Jasper prendendomi la mano e stringendomi a sé.
«anch’io Jasper, ma non possiamo non ora almeno, lo sai …» dissi sicura che capisse a cosa mi riferissi; non esattamente al dato di fatto che viveva un umano a casa dei Cullen, ma più ancora, noi credevamo, falsa, la speranza che era stata data a Rose. La cosa mi preoccupava. Rose era sempre stata tenacemente la più forte, ma se si trattava di fidarsi, lo faceva anche troppo e in quel caso ancora di più.
«hai ragione non possiamo abbandonarla … ma loro non possono pretendere che non mi rubi la mia donna, che è stata palpeggiata con gl’occhi dall’umano»
Risi. «è un coglione» commentai.
Lui annuì. «proprio da chi era più vicino ad ucciderlo doveva essere attratto … insomma, non che non sia prevedibile, insomma, in quella casa sei decisamente la più bella e contando che una è troppo malinconica, l’altra è sposata e l’ultima è sua nonna … sì lo capisco, ma è solo stupido il fatto che ti voleva seriamente, ma di quel possesso che nemmeno io ho mai imposto con nemmeno me stesso …»
Sorrisi avvinghiandogli le braccia al collo. «sei geloso?» chiesi sarcastica, conoscendo già parzialmente la risposta.
Mi baciò sul collo. «un po’, lo ammetto … non voglio che lui pretenda di averti, come nemmeno io lo pretendo, sei un’anima libera amore mio, lo sei e lo sei sempre stata e sempre lo sarai, come sei sempre bellissima, anche come assassino sei bellissima … voglio solo che tu scelga come vuoi essere … quando sei diventata un vampiro non è stata una cosa che hai scelto e … non sai quanto ancora mi dispiaccia … ma se adesso sei qui, con me non posso che pensare che quel Mason oltre ad essere un buonissimo spuntino di metà mattinata, non ti faccia né caldo né freddo»
Sorrisi. «no infatti, la mia attenzione per lui era puramente per infilargli i denti nel collo o in qualunque altro punto a disposizione»
Rise. «ti amo piccola»
Annuì. «lo so … ma tu non sai che anch’io ti amo, forse molto di più di quanto tu stesso immagini» a quel punto lo baciai.
… e con giusto il tempo di raccoglier le nostre cose da quella spiaggia, eravamo all’hotel, il cui nome significava “la gemma di Isabela”.
Jasper infatti aveva pensato, “quale posto se non questo è il migliore per Isabella?” e in effetti quando eravamo arrivati e c’eravamo registrati, l’amico di Jasper, Antoine, aveva sorriso quando lui gl’aveva detto come mi chiamavo. Ancora mentalmente ne ridevo quando saltammo sull’ascensore e lui … lui riprese a baciarmi.
Sentì che avrei potuto urlare soprattutto perché, con la maglietta sul costume, non ero mai stata così “svestita” in sua presenza. M’ero sempre tenuta la mia privacy per me.
Quando squillò il telefono, già avevo capito chi chiamava e, Jasper mettendosi dietro a me mentre che barbosamente quell’ascensore saliva al penultimo piano, risposi.
«pro … pronto» balbettai in presa di spasmi d’eccitazione.
-Bella, Alice, dove sei, anzi, dove siete?- risi, quel modo in codice di Alice mi faceva morire. – non è divertente, Emmet è leggermente occupato e siccome è l’unico che lo sa, ha lasciato noi altri a sperare in vano che arrivaste cosa che poi non sta succedendo – wow, preoccupati per noi, che cosa buffa.
«tra’ Alice … torniamo, tra … tra molto, ma torniamo …» garantì sentendo le mani di lui scendere. «Ally una domanda, come mai saresti rimasta in bianco?»
-beh, perché c’è Edward e per le prime settimane non mi piaceva scopare mentre in avrei potuto controllare che non te lo mangiassi-
Risi. «tra’, puoi controllare il tuo nipotino finché vuoi …» la stavo praticamente scaricando, ma
se sul serio perdevo la verginità, si dovevano poi azzardare a tornare a fare sesso quei due …
-Be-Bella … ti stai facendo scopare da Jasper?- mi chiese, dal tono leggermente in collera.
«se vogliamo dirla così … non ci siamo ancora ma sì, credo di sì …» ammisi. «Ally adesso metto giù … siamo a Isabela, a Portorico se ti interessa davvero … dovremmo tornare tra una settimana a questa parte, se non decidiamo di allungare la permanenza a dieci giorni» misi giù. Proprio mentre l’ascensore si apriva mi voltai e tornai a baciarlo seriamente e per poco non mi mettevo a ridere, rendendomi conto che m’aveva preso in braccio ed aveva leggermente entrambe le mani sul mio fondoschiena come nella sua ‘500 quel giorno …
Con sempre me in braccio e sempre continuando a baciarmi, ci portò alla stanza e la cosa mi fece ridere … certo “dormivamo” insieme da un tot, ma mai eravamo in stanza con l’intenzione di andarci giù di brutto. Per un vampiro era strano ma sentì che avevo bisogno di andare più piano, stava andando tutto troppo velocemente …
 
# Alice.
«ragazzi credo che resterò in bianco» dissi imbronciata, buttandomi sul divano a braccia conserte. «mi sta scopando lo scopatore» mi lamentai.
Esme e Carlisle mi guardarono come se non fosse poi un problema da tanto, insomma, lo sapevo bene che quei due stavano insieme ed era più sensato se il sesso lo facevano tra loro. Ma da 25 anni a quella parte io andavo con Jasper non lei. Lei era la verginella puritana che lo sopportava il resto del tempo … non poteva fare tutto lei, non era corretto. Poi m’aveva praticamente scaricato con una telefonata, uffa non era corretto.
Era per caso stata colpa del mese che ero stata via? Insomma sì ero andata via e sì avevo detto che lui doveva restare in bianco e sì per 25 anni avevo sperato che Bella si decidesse a soddisfarlo lei … ma non quel giorno, insomma … ero così abituata al fatto di lei che aspettava che noi tornassimo dalla stanza che essere io a dover aspettare una settimana, dieci giorni che si decidessero a tornare proprio non mi andava.
Mi alzai con un lampo di genio, per quanto bruttissimo. «non restano così lontani da quando hanno festeggiato cinquant’anni insieme … non si saranno sposati …» a quelle parole anche loro si fecero offersi. «insomma, Bella ha detto una settimana, dieci giorni e ora non sarà più vergine … o le è scoppiata la testa o Jasper ha capito che cosa lei voleva e si sono davvero, seriamente sposati … ma insomma, non è giusto, aveva promesso che io avrei organizzato il suo matrimonio quando sarebbe stato il giorno, non che pensassi che ci sarebbe stato ma … ma non è giusto!» commentai ancora buttandomi di nuovo sul divano. «adesso sono io quella sola e non è giusto» sbuffai ancora. Lei era la mia migliore amica, questo è vero ma non era corretto … beh nemmeno per me che mi facevo il suo uomo, ma comunque era stata sua l’idea e … e ne avevamo passate tante a sopportarci che mi sembrava quasi scorretto. Insomma, avevo sempre immaginato che il giorno in cui avrebbe perso la verginità, se ci fosse mai stato …
Mi guardava con occhi quasi lucidi, era agitata e si rigirava la fede tra le dita, continuava ad alzarsi e sedersi. «Bella, non è così male, ti giuro» le dissi. Si appiattì per la decima volta il vestito rosso addosso che la faceva sembrare ancora più delicata di quanto già non sembrasse ma anche più bella.
Mi alzai e le presi il viso tra due dita. «hai o non hai detto di sì?» Lei annuì. «allora non devi avere paura, ti fidi di lui, lo ami e … e non andrà male, lo sai che non andrà male» annuì ancora. «allora vai su, bacialo e vedrai che il resto andrà a sé … non ti devi preoccupare, te giuro» Sorrise e si scostò una ciocca dalla faccia, m’abbracciò. «ti voglio bene … farò la brava promesso» si tirò su e scese dalle scarpe. Non le erano mai piaciuti i tacchi, entrambi sapevamo che non sarebbe cambiata mai. Salì di sopra con calma, sentì bene quando aprì la porta … un flebile sospiro e la porta che si richiudeva …
«Alice che hai visto?» mi chiese Carlisle che era stranamente vicino a me.
Mi sorprese quella domanda … io avevo pensato fosse una fantasia. «non lo so sinceramente, non capisco questa visione, ho visto Bella, sposata, tesa e … ma non capisco, al telefono non era per nulla tesa. Ma il punto è che era qui in casa … parlava con me e si sistemava il …»
Corsi di sopra, nella stanza di Bella e Jasper e … e come avevo immaginato, il vestito rosso era lì, appeso, pulito, inutilizzato con ancora la sua targhetta attaccata. … ma che?
Scesi di sotto di fretta col vestito alla mano. «aveva questo vestito … cosa che mi porta a chiedermi cosa cazzo ho visto perché … perché non ha senso»
I due alzarono le spalle e come me si chiesero cosa significasse … e contemporaneamente sentì che non avevo poi così paura di esser sola, ma più che altro … che lei l’allontanasse da me. Jasper era nostro, non lo poteva tenere solo per sé.
 
# Bella
La stanza nemmeno la notai, notai solo, che m’aveva posata su quel che doveva essere il letto, leggermente basso, con leggermente troppi cuscini e coperte. Ebbi appena il tempo di tirarmi un po’ più verso la testata che era tornato a baciarmi. Mi tolsi la maglietta e strappai letteralmente il primo pezzo dei suoi jeans. Ansimammo l’uno sulle labbra dell’altro, sentendo la durezza e la morbidezza dei nostri corpi, erano uguali ma diversi, al tocco. Tecnicamente freddi, ma non per noi, tecnicamente forti, ma tra noi … eravamo i più delicati dell’universo. Lui continuava a baciarmi e io nella mia ignoranza momentanea, mi chiedevo cosa cavolo sarebbe dovuto succedere oltre quello. A quanto ne sapevo, si era nudi, possibilmente su un letto, ma andava bene anche solo una superficie e … e poi conoscevo solo quello che si sapeva tecnicamente nella teoria e ovviamente, nei film strappalacrime di Rosalie, dove ovviamente l’eroe dopo aver fatto del sesso, se ne andava bellamente soddisfatto lasciando la donzella, nuda nel letto, solitamente dormiente. Una parte di me sperava non funzionasse davvero così, insomma … io non dormivo e che Jazz sparisse proprio … mi dava i brividi quasi quanto le sue labbra sul collo.
«Jazz …» ansimai in preda di una strana ossessione per quei baci. Lui non tornò sulle mie labbra ma scese sia con labbra che con le mani, le quali, abbassarono lentamente la parte inferiore del mio costume da bagno, fino a toglierle proprio. M’ero sempre vergognata di quella parte del mi corpo, così … così maledettamente informe, non si capiva bene cosa fosse. Jasper a vista non trovava quella parte così segreta, così diversa dal normale e continuando a scendere fece una cosa con due dita – ero quasi sicura fossero due – che non credevo si potesse fare con due. Mi sentì mancare.
Sì alzò lentamente su me e togliendo definitivamente quei jeans ormai belli che andati per colpa mia, tornò a baciarmi mi prese su di sé, seduta, continuando a fare pressione con quelle due dita, in quel momento, maledette. Con le labbra sulle mie continuava e io per poco non sboccavo in un fiatone che non avevo mai provato in quegl’ultimi 50 anni. Si staccò leggermente e guardandomi, io stessa riflessa nei suoi occhi mi vidi stravolta; le pupille stranamente dilatate e il rosso causato dall’umano liquido, ingerito di recente, riempirmi le iridi solitamente ocra chiaro. «ti amo piccola …» disse con un mezzo sorriso. «… devi dirmelo se sei pronta perché non si torna indietro»
Ci rimasi un po’ lì … ero pronta? Forse … prima però dovevo vedere una cosa, ero troppo curiosa e maledettamente decisa a “vendicarmi” per quella strana eccitazione sessuale che aveva imposto su di me, la quale era stramaledettamente stupenda.
«posso fare una cosa due minuti?» chiesi. Lui sorrise e annuì. «girati» ordinai. Lui si mise sotto, appoggiato sui gomiti. Scesi con lo sguardo e quando arrivai a dove volevo arrivare ci baciai intorno; la mente lo catalogava come, leggermente stretto ma lungo, un’arma letale ai miei occhi, ma meglio di … di quello di Emmet. Mi uscì una mezza risata.
«cosa?» chiese divertito.
«nulla, non è brutale come l’ultimo che ho visto»
Rise. «sarebbe?»
«Emmet, una volta, per sbaglio. È entrato in bagno quella volta che stavamo finendo di piastrellare l’altro, io facevo la doccia, non me ne sono resa conto subito, ma con lo strusciare dell’asciugamano, l’ho beccato. Mi fa “non sei male … un favore per un altro” o qualcosa del genere, lui era nudo quindi l’ho visto … poi mi sono mostrata e così anche per lui, poi è uscito dal bagno è quando ho finito, sono uscita e lui “piacere di averti vista” e io “altrettanto”» tornai a quel punto che un po’ mi spaventava, ma in quel momento, era abbastanza tranquilla. Ero una vampira, la mia libertà era fondamentale ed ero libera ora.
Tornai al suo fianco. «prendimi, come con un cerotto» tornò su di me. «sono pronta» annuì e si abbassò un poco … ed entrò piano, sentivo chiaramente ogni suo spostamento e in quel momento c’era … ansimai quando arrivò fino in fondo. Poi come se lo facesse apposta, uscì … per poi rientrare quasi subito.
Insieme a lui anch’io mi muovevo ritmicamente avanti e indietro a ritmo delle sue spinte e ansimavo dall’eccitazione. Non avrei mai voluto essere così puritana in quei cinquant’anni … cosa cavolo avevo in testa? Quell’insieme di emozioni era la cosa più bella di tutta la mia vita e non volevo per nessun motivo al mondo che si fermasse mai e lui continuò fino al punto in cui mi uscii fuori un gemito più forte e venni. Cosa abbastanza buffa e quando tornò a baciarmi sorridevo, probabilmente, visibilmente divertita. Gl’andai sopra e io stessa, presi il controllo di quelle spinte, mi raggiunse e come un incantesimo che veniva lanciato sentì una strana forza pervadermi, una forza che non faceva parte dell’atto … ma credevo, fosse gioia di averlo lì, che per poco non sbavava all’idea di riprendermi su di sé, con sé … e sentì chiaramente quando gl’arrivò l’erezione che spesso, molto spesso aveva avuto solo nei pantaloni.
Rallentò le spinte concentrandosi sulle mie labbra che riprese a baciare con avidità, tra giochi di lingue e morsi, ma poi riprese bramoso come solo lui sapeva fare.
I gemiti di lui si confondevano con quelli miei e in poco tempo le spinte si fecero più forti fin quando, non urlai, un urlo di quelli brutali, mi prese e tornai seduta su di lui ed ebbi da lui il controllo della situazione …
 
«ti amo» dissi non so bene quando e nemmeno perché. Non so da quando eravamo in quella stanza a fare l’amore, ma per quanto ne sapevo non era un giorno, ma forse di più …
«anch’io piccola» mi disse con un sorriso divertito. «ora sei solo mia vero?»
Gl’andai sopra e lo baciai. «lo sono sempre stata»
Non ricordavo precisamente in che momento aveva iniziato a rigirarsi il mio seno tra le dita, ma il punto era che l’aveva fatto e non solo con le dita, ma anche con la bocca o solo la lingua. … si poteva dire che con la lingua ci sapeva fare grandemente … e quando la usava ero piena di gioia che esplodeva in ogni mio poro.

salve ragazze e ragazzi. scusate il ritardo esorbitante ma tra scuola impegni vari, tra cui anche febbre alta e tosse, causata da questo schifo di stagione di merda, perdonate la parolaccia, eccomi qui più o meno intera, che posto il mio 4' capitolo. come ho già detto e ridetto, pubblicherò il prossimo quando avrò finito il sesto e speriamo di non metterci troppo per quanto gl'impegni siano sempre oltre il tempo a disposizione.
scusate la scena Hot ma dovevo inserircela, era una cosa troppo forte e volevo dare una motivazione a quello che viene dopo. quindi ricapitolando:
Edward è il nipote di Alice, soprannominato Mason o Angelo da Distruggere, come ho indicato nel titolo del capitolo passato. questo capitolo si chiama "tutto/a tua" vedetela come volete ma a me piaceva. ho litigato con la mia migliore amica quindi se trovate da qui a qualche capitolo qualche rabbia oltre natura della nostra bella protagonista è perchè io sono incazzata come una iena. perdonate ancora la parolaccia.
un bacione, alla prossima.
Hiddy.
ps_ questo capitolo ha una dedica speciale a Rapidash la mia amica a cui voglio un mondo di bene alla quale volevo dire che finalmente ce l'ho fatta, solo di nuovo in carica e no, "l'attrezzo" di Jasper non si chiama Hale, ma quello è solo il suo cognome, come dire all'Edward Cullen originale della Meyer solo "Cullen" e non "Calla" come ha letto quell'idiota della prof di Italiano che mi ha dato 5 nel tema su Twilight, cosa che considero un'eresia vera è propria! 
  
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