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Autore: Alia Corrino    29/11/2008    22 recensioni
La famiglia Malfoy per riscattarsi almeno nelle apparenze del suo passato di seguace/sostenitrice di Tu-Sai-Chi deve compiere un gesto che sia davvero eclatante. Cosa può essere meglio del fidanzamento tra l'erede di Lucius, nonché il mago più fascinoso di tutti i tempi, Draco Malfoy e l'intraprendente e testardissima componente femminile del Trio dei Miracoli, Hermione Granger? Ma i due ragazzi rispettivamente accasati con Carlino e Lenticchia come reagiranno? E i loro amici? Leggete leggete... ^^
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nessun contesto
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2. Matrimonio Combinato
 
 
Erano giunti infine davanti ad una porta che, a differenza delle altre, aspettava di essere varcata. Draco aveva rovistato vicino alla serratura dandole le spalle. Il pesante serramento in legno aveva ceduto e si era spalancato con uno scatto. Nel tempo che avevano impiegato per giungere a destinazione (pochi minuti che le erano sembrate ore) aveva potuto osservare un arredamento elegantemente vetusto, il tipo di mobilio che trasmetteva il chiaro messaggio “siamo i padroni indiscussi di tutto questo da secoli e tu sei nessuno, sentiti piccolo e non fare rumore”. Il maniero era enorme, i suoi genitori abitavano in una villetta negli anni in cui lei era ancora molto piccola ed era ovviamente stata più e più volte alla Tana, ma nulla sembrava reggere il confronto con tutta quella magnificenza. Aveva ammirato silenziosamente i mobili lavorati e i dipinti di illustri sconosciuti appesi alle pareti. Neanche a dirlo, Malfoy era passato oltre senza degnare d’una sola occhiata niente di tutto quel che lo circondava. Ora, prima che lei o la Serpe avessero il tempo di fare il loro ingresso nella stanza, un rumore catturò la loro attenzione, un elfo domestico a capo chino comunicò, con aria mesta -Il padrone vi attende-
 
-Prima andiamo, prima finiamo- decretò il biondo -Vieni Mezzosangue, attenta a dove metti i piedi! - non mancò di raccomandarle. Entrarono in uno studio tetro ed Hermione capì che cosa aveva fatto la differenza, fino a quel momento. I fiori. Ovunque fossero passati, appoggiati su tavolini bassi e altre superfici se ne stavano numerosi vasi di fiori. Nonostante quella profusione di petali e corolle, non si era percepito alcun odore gradevole, né l’abitazione riusciva a trasmettere un po’ di joie de vivre ai suoi ospiti ed abitanti, ma l’aspetto d’insieme ne ricavava, perlomeno, una vaga, quasi dimenticata, gentilezza, di cui era totalmente priva questa grigia stanza che era la sua destinazione finale. Al maniero era tutto troppo massiccio per pensare di essere alleggerito da poche, fragili rose, la stanza in cui Malfoy si occupava dei suoi “affari” era più austera di tutte le altre. L’elfo si stava torcendo le mani sbirciando la porta lasciata aperta, era ormai chiaro chi mancasse all’appello. Hermione cercò di concentrarsi sulla presenza del piccolo esserino, per non perdere dell’inutile tempo a interrogarsi su quale tipo di conversazione l’attendeva. Di lì a poco, in ogni caso, l’avrebbe scoperto, così si rivolse al ragazzo, che aveva dipinta in volto un’aria annoiata, e gli disse -Lo sai che sono per il C.R.E.P.A, io! -
-Io invece sono per l’Avada Kevadra!- rispose lui con un quarto di ghigno e l’evidente intento di sfotterla,
-Ah ah ah! Molto spiritoso, Malfoy! – si concentrò nuovamente sulla pesante scrivania di mogano che stava di fronte a lei, a malapena occupata da un calamaio e un paio di libri. Ordine e rigore a casa Malfoy, esattamente come essere alla Tana, la stessa identica sensazione, ironizzò tra sé e sé.
 
D’un tratto sentì la piccola creatura ai loro piedi trasalire e uno spostamento d’aria provenire dalla porta, su cui si era affacciato un uomo dai capelli color platino, lisciati fino alle spalle. Vestiva di nero, aveva un bastone da passeggio per le mani (inconsueto, visto che presumibilmente proveniva da qualche altra stanza dell’edificio) e aveva un sorriso che non trasmetteva nessuna gioia. Gli occhi gelidi, quasi immobili, circondati da una ragnatela di piccole rughe, si presero il tempo di soppesare entrambi. Con un gesto annoiato della mano, sul cui mignolo se ne stava un anello con un serpente in rilievo, accomiatò l’elfo domestico, che uscì rispettosamente, chiudendosi la porta alle spalle. Lucius Malfoy si avvicinò alla scrivania, ne fece il giro e si accomodò sull’accogliente poltrona che lo attendeva, prese un paio di carteggi e li studiò in silenzio. Non portava occhiali, leggeva agevolmente senza bisogno di alcuna lente. Quando ebbe finito, ripose i fogli in un cassetto e si accomodò meglio, la mano sinistra, il cui gomito era appoggiato al bracciolo, che sorreggeva con delicatezza la tempia.
 
-Sembrate abbastanza a vostro agio – proferì – Ne sono felice, c’è bisogno di collaborazione per quello che ci apprestiamo a fare-
-E cosa ci stiamo apprestando a fare? - domandò Hermione, allarmata.
Draco, che, quasi volesse tenere d’occhio da lì tutta la situazione, era arretrato e ora poggiava le spalle, il posteriore e uno dei due piedi alla parete di fondo, con la gamba rimasta libera sorreggeva il proprio discreto peso, le mani in tasca facevano in modo che i gomiti ai lati del busto gli conferissero maggior stabilità, aprì bocca come per dir qualcosa, con l’aria fortemente corrucciata di chi ha sorpreso qualcuno nel fare ciò che non dovrebbe, ma il padre lo precedette. -Lascia, lascia che m’interrompa. Lascia che chieda! - disse rivolto al figlio con un lampo di sadico divertimento negli occhi, che a Hermione proprio non piacque. Dopodiché, come accortosene solo in quel momento, cambiò espressione e indugiò un ulteriore momento sulla figura del figlio -Draco, per l’amor di Salazar, non ti appoggiare con quelle tue luride suole alla mia parete. Non siamo in uno degli squallidi corridoi di Hogwarts, non voglio pedate sulla mia tappezzeria- lo redarguì, con un timbro di voce che sembrava non ammettere repliche. Draco parve, agli occhi di Hermione, che si era istintivamente girata ad osservarlo, sfidare il padre col proprio sguardo per una manciata di secondi, prima di far scivolare a terra l’arto incriminato, sfilando le mani dalle tasche e incrociando le braccia al petto, nell’universale atteggiamento fisico di difesa.
 
La riccia cercò i suoi occhi, istintivamente, in cerca di supporto e offrendo la propria muta comprensione. Strano a dirsi ma, tutto d’un colpo, percepiva Malfoy Senior come una minaccia comune, qualcuno contro cui allearsi perfino con la persona che, per anni, a scuola, l’aveva tormentata coi peggiori insulti. Strano anche che, proprio lei, avvertisse, come mai prima d’allora, l’impellente bisogno di un aiuto o un suggerimento per cavarsela, d’altronde non si studiava sui manuali come trattare con Lucius Malfoy. Quell’uomo le piaceva sempre meno ad ogni minuto che passava. Comunque il ragazzo non le prestò attenzione, chiuso nel proprio ostinato silenzio, la fulminò con lo sguardo, quando si accorse che lei era voltata dalla parte sbagliata.
Era diventato apatico tutto d’un colpo, alla presenza del padre viveva quasi per inerzia. I suoi occhi erano più duri e più vuoti di quanto non fossero mai stati, mentre fissava il vuoto davanti a sé, in silenzio, senza neanche sforzarsi di mostrare l’ombra d’un qualunque sentimento. Hermione sentì il risentimento dipingerlesi in faccia e si voltò per ascoltare quella che aveva tutta l’aria di essere una proposta che Lucius voleva farle, in cambio di qualcosa che, con tutta evidenza, poteva ottenere solamente da lei.
 
-Il punto è, mia cara- proferì Lucius, e lei avrebbe tanto voluto dirgli di non osare assolutamente chiamarla “mia cara” -che noi siamo ex Mangiamorte- stava proseguendo il capofamiglia, ma qui fece una pausa, come se si aspettasse qualche commento, anche se dalla sua espressione sembrava più che altro che stesse per ricevere una congratulazione. Hermione decise di rimanere in silenzio.
-Dato che non lo siamo più da tempo e abbiamo inoltre collaborato con gli Auror più illustri per riscattarci, trovo ingiusta questa forma di razzismo che sembra esistere ancora nei confronti della mia famiglia- Hermione alzò brevemente un sopracciglio.
Lui trovava ingiusto che la gente lo additasse, che lo disprezzasse? Lo chiamava razzismo? Stava per vomitargli addosso tutto il suo disprezzo, ma si trattenne solo perché la incuriosiva ciò che voleva proporle. -Lei ora capisce che io non posso sopportare di vedere la mia vita privata sotto i riflettori, spiattellata su un qualsiasi quotidiano. Rischio davvero che tutti i miei affari, per non parlare dei commerci futuri, vadano a rotoli. E per cosa? Per delle voci. Noi ci siamo riscattati a dovere, e ora voglio che tutti i maghi e le streghe del mondo sappiano che i Malfoy hanno commesso uno sbaglio e ne hanno pagato le conseguenze! – concluse.
-In poche parole mi sta dicendo che vuole una mia dichiarazione scritta, un articolo da pubblicare in tiratura mondiale nel quale dichiaro quanto sia stato prezioso il vostro aiuto per noi Auror? – domandò la riccia. Quella spocchia, quelle bugie, la irritavano, ma ammise, tra sé e sé, che sembrava ancora uno sforzo fattibile.
 
-Oh, nono, mia cara! Non mi interessa un appoggio così esplicito. La gente penserebbe che io abbia pagato per questo, sono così crudeli nel giudicare un pover uomo che ha sbagliato! Non voglio implorare il perdono di nessuno, non ce n’è bisogno! Voglio solo che il messaggio che la famiglia Malfoy è quella rispettabile di sempre si faccia largo, bello chiaro, nelle convinzioni della gente- la riccia, che seguiva il discorso pensando solamente a quanta fame di potere avesse quell’uomo e a quanto fosse leccapiedi, annuì distrattamente -Ed è per questo che, lei, mia cara signorina Granger-  Hermione pensò che avevano ri-iniziato con la farsa del “mia cara” e per un attimo non recepì le parole che seguirono.
-  …e il mio amato figlio, Draco, vi sposerete! - Lucius le sorrideva soddisfatto.
 
-COSA?!?!- urlarono i presenti, tanto da far accorrere una decina di elfi domestici, o poco meno.
Draco era passato dalla sua aria, svogliata e annoiata, ad una esterrefatta e schifata.
Si era allontanato del muro, portandosi al fianco della mezzosangue, fronteggiava il padre, guardandolo come se fosse impazzito tutto d’un colpo. Hermione si accorse di star boccheggiando per lo schiaffo che quella dichiarazione le aveva assestato.
-Vedete? La vostra coordinazione è splendida! – sogghignò quel Diavolo incarnato.
-Padre, non dire sciocchezze! - urlò, ancora scosso, Draco -Io non posso stare con una mezzosangue, scordatelo, il nostro sangue…  - e si era avvicinato tanto alla scrivania, da poggiare le palme delle mani sulla sua superficie, chinandosi a fronteggiare Lucius faccia a faccia.
-Il nostro sangue è puro ma i nostri affari sono in crisi- rispose quest’ultimo, senza scomporsi -E tu, Draco, farai esattamente quello che io ti dico, se vuoi ereditare. E posso assicurarti che, se non intraprendiamo questa via, non ci sarà proprio niente da ereditare! – lo redarguì sbrigativamente.
 
Poi si aprì in un sorriso e proruppe, rivolto ad entrambi -Suvvia, calmatevi, il matrimonio non si dovrà celebrare per forza oggi! Avrete tempo per assimilare le novità! E comunque, pensateci bene, e scoprirete che è la decisione migliore per tutti! -
-Draco- aggiunse poi rivolgendosi unicamente al figlio che lo fissava, ancora incredulo -Tu avrai il futuro assicurato, potrai cimentarti in qualsiasi ramo d’affari t’interessi. Potresti perfino insegnare, o anche vivere di rendita. Fare ciò che vuoi. Pensaci. Partecipare alle cene di gala… Tutti si fideranno di te, proprio perché ti avrà sposato la castissima, educata, matura signorina Hermione Granger, l’amica di- fece una smorfia -Potter. Anche la tua fama di rubacuori ne risentirà positivamente: sarai riuscito a farla cadere ai tuoi piedi! E tutto ciò che dovrai fare sarà solo farti vedere con lei nelle cene ufficiali, abitarci insieme in un maniero così grande da non riuscirvi ad incrociare nemmeno per caso, a meno che non lo vogliate, e fare un paio di foto con il salvatore del mondo nostro signore salvatore Potter- ovviamente pronunciò queste ultime parole marcando con disprezzo sull’appellativo riservato ad Harry. Fece poi il giro della scrivania, lasciando il figlio a meditare su una proposta che, messa giù così, non sembrava nemmeno troppo maligna, e prese, tra le sue, la mano sinistra di Hermione, quella dove la ragazza portava l’anello che simboleggiava il fidanzamento con Ron.
-E lei, Miss Granger, potrà sposarsi con un bel giovanotto. Potrà mantenere i rapporti con i suoi amici di sempre, anzi, più si farà vedere in giro con loro, più sembrerà che la famiglia Malfoy si sia definitivamente riabilitata da quel brutto periodo in cui il Signore Oscuro ha dominato le loro menti e le loro volontà! - la sua voce stava assumendo toni esaltati -Sarà ben sistemata, non dovrà avere nessuna preoccupazione economica. Se lo vorrà, lavorerà, ma solo per sport. Avrà una parte delle ricchezze di famiglia, dei guadagni, da investire come meglio crede, magari nel volontariato. Coltiverà i suoi hobby, otterrà senza nessuno sforzo tutto ciò di cui avrà bisogno o che desidera. Giocherà a fare la signora, la mogliettina perfetta, nelle cene di gala e poi potrà tornare nei suoi appartamenti a ricamare, dipingere o a studiare. Qualunque cosa- nei suoi occhi c’era uno sfavillio preoccupante -Certamente si adopererà per renderai la libertà a una cospicua percentuale di elfi domestici, immagino che possieda abbastanza indumenti a questo scopo-
Fu forse quest’ultima parte a impedire a Hermione di far internare il padrone di casa nella sezione malattie psichiatriche del San Mungo.
-Io… Io ho solo diciott’anni! - la voce le venne fuori più tremula di quanto non avesse voluto.
-E io sono fidanzato con Pansy! - intervenne con rinnovato vigore Malfoy Jr, che in tutto quel tempo doveva essere riuscito a formulare quell’unico pensiero coerente.
-E poi… Perché dovrei aiutarvi? – rincarò la Grifona, con maggior vigore.
-E la mezzosangue sta con Lenticchia! - aggiunse Draco, come se questo potesse importare al padre o potesse impedirgli di attuare i suoi febbrili piani, per uno scrupolo d’onore.
 
Già, Ron. Hermione non ci aveva minimamente pensato.
C’erano mille cose che la spaventavano di più dell’astinenza forzata ai baci di Ron.
Lucius sopirò, massaggiandosi la fronte con due dita, come se faticasse a preservare la propria pazienza.
-Per rispondere alla signorina Granger, il motivo per cui ci è quasi indispensabile il suo aiuto lo sa già. Esistono milioni di streghe più ricche, avvenenti o in carriera di lei. Ma lei è l’amica di Potter ed è incredibilmente… ponderata nelle sue scelte- lo disse quasi come un insulto, arricciando il naso -Tutta la sua vita lo è. E tutti prenderanno come una garanzia il fatto che una ragazza equilibrata come lei, una persona che non cede alle passioni di un momento, abbia scelto proprio mio figlio come marito. Rinnoveranno la loro fiducia nelle capacità della nostra famiglia. Gli svantaggi di per sé saranno pochi per entrambi. Si dovrà limitare, come già detto, a vivere qui. Io e mia moglie ci trasferiremo, stia pure tranquilla. Dovrà forse frequentare qualcuno degli amici di mio figlio e portare rispetto per ciò che significa essere un Serpeverde ed un Malfoy, ma il motivo principale per cui sono sicuro che ci darà una mano è questo... - detto ciò schioccò le dita e un pezzo di parete, alle sue spalle, si aprì letteralmente, rivelando essere una cassaforte a muro. -Lì dentro c’è la documentazione su certi Mangiamorte, saranno una decina, della cui esistenza voi non siete nemmeno a conoscenza. Pezzi grossi ai tempi dell’Oscuro, i più fidati e i più segreti. Gente come me era la copertura per esseri come loro. Era tutta un’apparenza, e anche voi giocherete sull’apparenza. Dovrete sembrare felici e innamorati e, se mi darà una mano, signorina Granger, quelle carte saranno vostre e dell’Ordine della Fenice. Pensate che ulteriore svolta di carriera sarebbe, per Harry Potter, prenderli di sorpresa e sbatterli in una cella in attesa del Bacio di un Dissennatore. Cosa ne dice? -  Prese in mano i documenti e li mostrò a Hermione, poi con voce suadente aggiunse –Mettere al sicuro l’umanità… Non è il vostro compito? – vedendola incerta, aggiunse -Suvvia, signorina, non pensi sempre male! Lo riconosco quello sguardo: lei ha paura di un imbroglio. Ma non pensa che la posta in gioco sia troppo alta persino per me? L’onore della mia famiglia. Le do la mia parola, ora si concentri solo nel prendere la decisione giusta per tutti noi-
 
La Grifona si era accomodata su una piccola poltroncina e con aria leggermente più sciolta (dopo essersi scolata un paio di Whisky Incendiari), guardò negli occhi l’uomo che le stava nuovamente seduto di fronte e chiese forse un po’ troppo sfacciatamente -Com’è che non lo fa sposare con la Parkinson? - rivolgendosi a un Draco che era presente nella stanza con loro e che da molto tempo, ormai, non dava più segno di vita.
Quest'ultimo si era limitato a scolarsi una buona porzione di rhum per digerire i nuovi progetti che il padre gli aveva tenuto nascosti, a quelle parole fece appena lo sforzo di alzare la testa, aspettando la risposta.
-La facevo più intelligente- Lucius la soppesò con una leggera punta di disprezzo -Come faccio a riscattare il nome di un’intera famiglia senza un gesto eclatante, rimanendo nel mio brodino di matrimoni combinati fra famiglie di purosangue benestanti? Si immagini i titoli dei giornali: “Purosangue con Mezzosangue; Serpeverde con Grifondoro; Malfoy con la Granger”. La gente impazzisce per notizie come questa! –
Hermione si limitò a fare un breve cenno d’assenso con la testa.
-In ogni caso voglio esser buono, seppur non creda a queste sciocchezze come l’amore e i sentimenti, è quasi scontato che, anche una volta sposato, un Malfoy faccia quello che vuole nella propria camera da letto. E intendo con le donne. Ma non è un’ovvietà che sua moglie faccia altrettanto. Ebbene lei avrà questa libertà, potrà frequentare il suo Weasley anche per tutto il resto della sua vita, l’importante è che nessuno lo venga a sapere. Ricordi che un Malfoy non può accettare d’esser tradito, e men che meno può accettare di non vendicarsi se scopre un tradimento. Se la notizia si sapesse in giro sarebbero guai seri per lei e per il suo ragazzo, dovremmo agire come ci si aspetta da quelli come noi! -
 
-Non penso di poter tradire nessuno- decretò Hermione -Quando prenderò una decisione non tornerò indietro. Non ci saranno ripensamenti e non ci saranno sotterfugi-
Lucius alzò le spalle per dimostrare quanto poco fosse interessato alla vita sentimentale della giovane.
-Ma- aggiunse quella -Non posso nemmeno sopportare di essere tradita, non voglio che mio marito mi faccia le corna. È degradante! - disse, cercando di trovare le parole giuste e facendosi seria in volto.
Il volto dell’uomo si illuminò -Vuol dire che accetta? -
-Vuol dire semplicemente ciò che ho detto- ribadì seccatamente la Grifona.
-Beh, tanto cosa le importa di un uomo che non ama?! Metta da parte l'orgoglio e le questioni di principio, Miss Granger, si tratta di apparenza, gliel'ho già detto! Deve sempre tenere presente che quella che si impegnerà a vivere sarà una commedia. La facciata che tutti vedranno. Ai suoi amici potrà raccontare ciò che vuole, anche la verità. A patto che sappiano mantenere un segreto- l’uomo sembrava entusiasta, nel tentativo di convincere definitivamente la riccia ad accettare. -E a me nessuno chiede cosa ne penso? - la voce strascicata di Draco giunse alle loro orecchie come un lamento. -No- il padre gli prestò tanta attenzione quanta gliene bastò per dargli quella risposta seccata, pronunciata in un sibilo, poi tornò a scartabellare fogli dove erano state buttate giù bozze di accordi prematrimoniali.
 
Tempo una mezz’ora dopo e Lucius si stava congedando dai due ragazzi, stringendo la mano a Hermione, con la promessa che la ragazza si sarebbe fatta viva presto con una decisione, cercando di irretirla con un “Non se ne pentirà. Vivrà una favola. Avrà i soldi, avrà le copertine dei giornali. Vivrà una vita da principessa!”. Hermione pensò con tristezza che non gliene importava nulla, lei voleva solamente quiete e amore, ma per Harry sarebbe stato importante poter mettere le mani su quei Mangiamorte. La cosa che la inquietava di più era l’aver notato che il pensiero di dover rinunciare a Ronald non le pesava tanto quanto si sarebbe aspettata accadesse, mentre lui, quella stessa mattina, a colazione, stava parlando di costruire una casetta, per loro due soltanto, a poca distanza dalla Tana. Ciò che la preoccupava era altro, la falsità a cui andava incontro se avesse accettato, la disapprovazione dei suoi amici, Ron compreso, la mancanza di affetto e la freddezza di quella casa in cui avrebbe teoricamente abitato. Si sarebbe sentita terribilmente sola. Ma l’accordo era ragionevole: non poteva non accettarlo! Ancora una volta avrebbe fatto la scelta giusta. Era nata per quello.
 
Ormai era sulla porta quando un -Ah! Ancora una cosa…! - di Lucius, li fece voltare entrambi.
-Ovviamente dovrete sfornarmi un bell’erede! Commuoverebbe tanto un bambino tutto vostro… - disse, come se parlasse di una piccola nota a margine del suo bel programma, qualcosa che si era dimenticato di dire, un particolare talmente ovvio nella pianificazione da passar inosservato.
Alla parola “erede” Hermione non aveva avuto nessuna reazione apparente.
Poi aveva connesso e, se non fosse stato per Draco, che, nonostante tutto l’alcool ingerito, aveva avuto la prontezza di afferrarla da sotto le braccia, sarebbe andata bell’e lunga per terra.
 
* * *
 
Data di pubblicazione: 29/11/2008
Edit: 20/06/2015
  
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