- 2. Matrimonio Combinato
- Erano giunti infine davanti ad
una porta che, a differenza delle altre, aspettava di essere varcata.
Draco
aveva rovistato vicino alla serratura dandole le spalle. Il pesante
serramento
in legno aveva ceduto e si era spalancato con uno scatto. Nel tempo che
avevano
impiegato per giungere a destinazione (pochi minuti che le erano
sembrate ore) aveva
potuto osservare un arredamento elegantemente vetusto, il tipo di
mobilio che
trasmetteva il chiaro messaggio “siamo
i
padroni indiscussi di tutto questo da secoli e tu sei nessuno, sentiti
piccolo
e non fare rumore”. Il maniero era enorme, i suoi
genitori abitavano in una
villetta negli anni in cui lei era ancora molto piccola ed era
ovviamente stata
più e più volte alla Tana, ma nulla sembrava
reggere il confronto con tutta quella
magnificenza. Aveva ammirato silenziosamente i mobili lavorati e i
dipinti di
illustri sconosciuti appesi alle pareti. Neanche a dirlo, Malfoy era
passato oltre
senza degnare d’una sola occhiata niente di tutto quel che lo
circondava. Ora,
prima che lei o la Serpe avessero il tempo di fare il loro ingresso
nella
stanza, un rumore catturò la loro attenzione, un elfo
domestico a capo chino comunicò,
con aria mesta -Il padrone vi attende-
- -Prima andiamo, prima finiamo-
decretò il biondo -Vieni Mezzosangue, attenta a dove metti i
piedi! - non mancò
di raccomandarle. Entrarono in uno studio tetro ed Hermione
capì che cosa aveva
fatto la differenza, fino a quel momento. I fiori. Ovunque fossero
passati,
appoggiati su tavolini bassi e altre superfici se ne stavano numerosi
vasi di fiori.
Nonostante quella profusione di petali e corolle, non si era percepito
alcun
odore gradevole, né l’abitazione riusciva a
trasmettere un po’ di joie de vivre
ai suoi ospiti ed abitanti,
ma l’aspetto d’insieme ne ricavava, perlomeno, una
vaga, quasi dimenticata,
gentilezza, di cui era totalmente priva questa grigia stanza che era la
sua
destinazione finale. Al maniero era tutto troppo massiccio per pensare
di
essere alleggerito da poche, fragili rose, la stanza in cui Malfoy si
occupava
dei suoi “affari” era più austera di
tutte le altre. L’elfo si stava torcendo
le mani sbirciando la porta lasciata aperta, era ormai chiaro chi
mancasse all’appello.
Hermione cercò di concentrarsi sulla presenza del piccolo
esserino, per non
perdere dell’inutile tempo a interrogarsi su quale tipo di
conversazione l’attendeva.
Di lì a poco, in ogni caso, l’avrebbe scoperto,
così si rivolse al ragazzo, che
aveva dipinta in volto un’aria annoiata, e gli disse -Lo sai
che sono per il
C.R.E.P.A, io! -
- -Io invece sono per l’Avada
Kevadra!- rispose lui con un quarto di ghigno e l’evidente
intento di
sfotterla,
- -Ah ah ah! Molto spiritoso, Malfoy!
– si concentrò nuovamente sulla pesante scrivania
di mogano che stava di fronte
a lei, a malapena occupata da un calamaio e un paio di libri. Ordine e
rigore a
casa Malfoy, esattamente come essere alla Tana, la stessa identica
sensazione,
ironizzò tra sé e sé.
- D’un tratto sentì la piccola
creatura ai loro piedi trasalire e uno spostamento d’aria
provenire dalla
porta, su cui si era affacciato un uomo dai capelli color platino,
lisciati
fino alle spalle. Vestiva di nero, aveva un bastone da passeggio per le
mani
(inconsueto, visto che presumibilmente proveniva da qualche altra
stanza dell’edificio)
e aveva un sorriso che non trasmetteva nessuna gioia. Gli occhi gelidi,
quasi
immobili, circondati da una ragnatela di piccole rughe, si presero il
tempo di soppesare
entrambi. Con un gesto annoiato della mano, sul cui mignolo se ne stava
un
anello con un serpente in rilievo, accomiatò
l’elfo domestico, che uscì
rispettosamente, chiudendosi la porta alle spalle. Lucius Malfoy si
avvicinò
alla scrivania, ne fece il giro e si accomodò
sull’accogliente poltrona che lo
attendeva, prese un paio di carteggi e li studiò in
silenzio. Non portava
occhiali, leggeva agevolmente senza bisogno di alcuna lente. Quando
ebbe
finito, ripose i fogli in un cassetto e si accomodò meglio,
la mano sinistra,
il cui gomito era appoggiato al bracciolo, che sorreggeva con
delicatezza la
tempia.
- -Sembrate abbastanza a vostro
agio – proferì – Ne sono felice,
c’è bisogno di collaborazione per quello che
ci apprestiamo a fare-
- -E cosa ci stiamo apprestando a fare?
- domandò Hermione, allarmata.
- Draco, che, quasi volesse tenere
d’occhio da lì tutta la situazione, era arretrato
e ora poggiava le spalle, il
posteriore e uno dei due piedi alla parete di fondo, con la gamba
rimasta libera
sorreggeva il proprio discreto peso, le mani in tasca facevano in modo
che i
gomiti ai lati del busto gli conferissero maggior stabilità,
aprì bocca come
per dir qualcosa, con l’aria fortemente corrucciata di chi ha
sorpreso qualcuno
nel fare ciò che non dovrebbe, ma il padre lo precedette.
-Lascia, lascia che
m’interrompa. Lascia che chieda! - disse rivolto al figlio
con un lampo di
sadico divertimento negli occhi, che a Hermione proprio non piacque.
Dopodiché,
come accortosene solo in quel momento, cambiò espressione e
indugiò un ulteriore
momento sulla figura del figlio -Draco, per l’amor di
Salazar, non ti
appoggiare con quelle tue luride suole alla mia parete. Non siamo in
uno degli squallidi
corridoi di Hogwarts, non voglio pedate sulla mia tappezzeria- lo
redarguì, con
un timbro di voce che sembrava non ammettere repliche. Draco parve,
agli occhi
di Hermione, che si era istintivamente girata ad osservarlo, sfidare il
padre col
proprio sguardo per una manciata di secondi, prima di far scivolare a
terra l’arto
incriminato, sfilando le mani dalle tasche e incrociando le braccia al
petto,
nell’universale atteggiamento fisico di difesa.
- La riccia cercò i suoi occhi,
istintivamente, in cerca di supporto e offrendo la propria muta
comprensione.
Strano a dirsi ma, tutto d’un colpo, percepiva Malfoy Senior
come una minaccia
comune, qualcuno contro cui allearsi perfino con la persona che, per
anni, a
scuola, l’aveva tormentata coi peggiori insulti. Strano anche
che, proprio lei,
avvertisse, come mai prima d’allora, l’impellente
bisogno di un aiuto o un
suggerimento per cavarsela, d’altronde non si studiava sui
manuali come trattare
con Lucius Malfoy. Quell’uomo le piaceva sempre meno ad ogni
minuto che
passava. Comunque il ragazzo non le prestò attenzione,
chiuso nel proprio
ostinato silenzio, la fulminò con lo sguardo, quando si
accorse che lei era
voltata dalla parte sbagliata.
- Era diventato apatico tutto d’un
colpo, alla presenza del padre viveva quasi per inerzia. I suoi occhi
erano più
duri e più vuoti di quanto non fossero mai stati, mentre
fissava il vuoto
davanti a sé, in silenzio, senza neanche sforzarsi di
mostrare l’ombra d’un
qualunque sentimento. Hermione sentì il risentimento
dipingerlesi in faccia e
si voltò per ascoltare quella che aveva tutta
l’aria di essere una proposta che
Lucius voleva farle, in cambio di qualcosa che, con tutta evidenza,
poteva
ottenere solamente da lei.
- -Il punto è, mia cara- proferì
Lucius, e lei avrebbe tanto voluto dirgli di non osare assolutamente
chiamarla
“mia cara” -che noi siamo ex
Mangiamorte- stava proseguendo il capofamiglia, ma qui fece una pausa,
come se
si aspettasse qualche commento, anche se dalla sua espressione sembrava
più che
altro che stesse per ricevere una congratulazione. Hermione decise di
rimanere
in silenzio.
- -Dato che non lo siamo più da
tempo e abbiamo inoltre collaborato con gli Auror più
illustri per riscattarci,
trovo ingiusta questa forma di razzismo che sembra esistere ancora nei
confronti della mia famiglia- Hermione alzò brevemente un
sopracciglio.
- Lui trovava ingiusto che la gente
lo additasse, che lo disprezzasse? Lo chiamava razzismo? Stava per
vomitargli
addosso tutto il suo disprezzo, ma si trattenne solo perché
la incuriosiva ciò
che voleva proporle. -Lei ora capisce che io non posso sopportare di
vedere la
mia vita privata sotto i riflettori, spiattellata su un qualsiasi
quotidiano.
Rischio davvero che tutti i miei affari, per non parlare dei commerci
futuri,
vadano a rotoli. E per cosa? Per delle voci. Noi ci siamo riscattati a
dovere,
e ora voglio che tutti i maghi e le streghe del mondo sappiano che i
Malfoy
hanno commesso uno sbaglio e ne hanno pagato le conseguenze!
– concluse.
- -In poche parole mi sta dicendo
che vuole una mia dichiarazione scritta, un articolo da pubblicare in
tiratura
mondiale nel quale dichiaro quanto sia stato prezioso il vostro aiuto
per noi Auror?
– domandò la riccia. Quella spocchia, quelle
bugie, la irritavano, ma ammise,
tra sé e sé, che sembrava ancora uno sforzo
fattibile.
- -Oh, nono, mia cara! Non mi
interessa un appoggio così esplicito. La gente penserebbe
che io abbia pagato
per questo, sono così crudeli nel giudicare un pover uomo
che ha sbagliato! Non
voglio implorare il perdono di nessuno, non ce n’è
bisogno! Voglio solo che il
messaggio che la famiglia Malfoy è quella rispettabile di
sempre si faccia
largo, bello chiaro, nelle convinzioni della gente- la riccia, che
seguiva il
discorso pensando solamente a quanta fame di potere avesse
quell’uomo e a
quanto fosse leccapiedi, annuì distrattamente -Ed
è per questo che, lei, mia
cara signorina Granger- Hermione
pensò
che avevano ri-iniziato con la farsa del “mia cara”
e per un attimo non recepì
le parole che seguirono.
- - …e
il mio amato figlio, Draco, vi sposerete! -
Lucius le sorrideva soddisfatto.
-
- -COSA?!?!- urlarono i presenti,
tanto da far accorrere una decina di elfi domestici, o poco meno.
- Draco era passato dalla sua aria,
svogliata e annoiata, ad una esterrefatta e schifata.
- Si era allontanato del muro,
portandosi al fianco della mezzosangue, fronteggiava il padre,
guardandolo come
se fosse impazzito tutto d’un colpo. Hermione si accorse di
star boccheggiando
per lo schiaffo che quella dichiarazione le aveva assestato.
- -Vedete? La vostra coordinazione
è splendida! – sogghignò quel Diavolo
incarnato.
- -Padre, non dire sciocchezze! -
urlò, ancora scosso, Draco -Io non posso stare con una
mezzosangue, scordatelo,
il nostro sangue… -
e si era avvicinato
tanto alla scrivania, da poggiare le palme delle mani sulla sua
superficie, chinandosi
a fronteggiare Lucius faccia a faccia.
- -Il nostro sangue è puro ma i
nostri affari sono in crisi- rispose quest’ultimo, senza
scomporsi -E tu,
Draco, farai esattamente quello che io ti dico, se vuoi ereditare. E
posso
assicurarti che, se non intraprendiamo questa via, non ci
sarà proprio niente
da ereditare! – lo redarguì sbrigativamente.
- Poi si aprì in un sorriso e
proruppe, rivolto ad entrambi -Suvvia, calmatevi, il matrimonio non si
dovrà
celebrare per forza oggi! Avrete tempo per assimilare le
novità! E comunque,
pensateci bene, e scoprirete che è la decisione migliore per
tutti! -
- -Draco- aggiunse poi rivolgendosi
unicamente al figlio che lo fissava, ancora incredulo -Tu avrai il
futuro
assicurato, potrai cimentarti in qualsiasi ramo d’affari
t’interessi. Potresti
perfino insegnare, o anche vivere di rendita. Fare ciò che
vuoi. Pensaci.
Partecipare alle cene di gala… Tutti si fideranno di te,
proprio perché ti avrà
sposato la castissima, educata, matura signorina Hermione Granger,
l’amica di-
fece una smorfia -Potter. Anche la tua fama di rubacuori ne
risentirà
positivamente: sarai riuscito a farla cadere ai tuoi piedi! E tutto
ciò che
dovrai fare sarà solo farti vedere con lei nelle cene
ufficiali, abitarci
insieme in un maniero così grande da non riuscirvi ad
incrociare nemmeno per
caso, a meno che non lo vogliate, e fare un paio di foto con il
salvatore del
mondo nostro signore salvatore Potter- ovviamente pronunciò
queste ultime
parole marcando con disprezzo sull’appellativo riservato ad
Harry. Fece poi il
giro della scrivania, lasciando il figlio a meditare su una proposta
che, messa
giù così, non sembrava nemmeno troppo maligna, e
prese, tra le sue, la mano
sinistra di Hermione, quella dove la ragazza portava l’anello
che simboleggiava
il fidanzamento con Ron.
- -E lei, Miss Granger, potrà
sposarsi con un bel giovanotto. Potrà mantenere i rapporti
con i suoi amici di
sempre, anzi, più si farà vedere in giro con
loro, più sembrerà che la famiglia
Malfoy si sia definitivamente riabilitata da quel brutto periodo in cui
il
Signore Oscuro ha dominato le loro menti e le loro volontà!
- la sua voce stava
assumendo toni esaltati -Sarà ben sistemata, non
dovrà avere nessuna
preoccupazione economica. Se lo vorrà, lavorerà,
ma solo per sport. Avrà una
parte delle ricchezze di famiglia, dei guadagni, da investire come
meglio crede,
magari nel volontariato. Coltiverà i suoi hobby,
otterrà senza nessuno sforzo
tutto ciò di cui avrà bisogno o che desidera.
Giocherà a fare la signora, la
mogliettina perfetta, nelle cene di gala e poi potrà tornare
nei suoi appartamenti
a ricamare, dipingere o a studiare. Qualunque cosa- nei suoi occhi
c’era uno
sfavillio preoccupante -Certamente si adopererà per renderai
la libertà a una
cospicua percentuale di elfi domestici, immagino che possieda
abbastanza
indumenti a questo scopo-
- Fu forse quest’ultima parte a
impedire a Hermione di far internare il padrone di casa nella sezione
malattie
psichiatriche del San Mungo.
- -Io… Io ho solo diciott’anni! -
la voce le venne fuori più tremula di quanto non avesse
voluto.
- -E io sono fidanzato con Pansy! -
intervenne con rinnovato vigore Malfoy Jr, che in tutto quel tempo
doveva
essere riuscito a formulare quell’unico pensiero coerente.
- -E poi… Perché dovrei aiutarvi?
–
rincarò la Grifona, con maggior vigore.
- -E la mezzosangue sta con Lenticchia!
- aggiunse Draco, come se questo potesse importare al padre o potesse
impedirgli di attuare i suoi febbrili piani, per uno scrupolo
d’onore.
-
- Già, Ron. Hermione non ci aveva
minimamente pensato.
- C’erano mille cose che la
spaventavano di più dell’astinenza forzata ai baci
di Ron.
- Lucius sopirò, massaggiandosi la
fronte con due dita, come se faticasse a preservare la propria pazienza.
- -Per rispondere alla signorina
Granger, il motivo per cui ci è quasi indispensabile il suo
aiuto lo sa già.
Esistono milioni di streghe più ricche, avvenenti o in
carriera di lei. Ma lei
è l’amica di Potter ed è
incredibilmente… ponderata
nelle sue scelte- lo disse quasi come un insulto, arricciando il naso
-Tutta la
sua vita lo è. E tutti prenderanno come una garanzia il
fatto che una ragazza
equilibrata come lei, una persona che non cede alle passioni di un
momento,
abbia scelto proprio mio figlio come marito. Rinnoveranno la loro
fiducia nelle
capacità della nostra famiglia. Gli svantaggi di per
sé saranno pochi per
entrambi. Si dovrà limitare, come già detto, a
vivere qui. Io e mia moglie ci
trasferiremo, stia pure tranquilla. Dovrà forse frequentare
qualcuno degli
amici di mio figlio e portare rispetto per ciò che significa
essere un
Serpeverde ed un Malfoy, ma il motivo principale per cui sono sicuro
che ci
darà una mano è questo... - detto ciò
schioccò le dita e un pezzo di parete,
alle sue spalle, si aprì letteralmente, rivelando essere una
cassaforte a muro.
-Lì dentro c’è la documentazione su
certi Mangiamorte, saranno una decina, della
cui esistenza voi non siete nemmeno a conoscenza. Pezzi grossi ai tempi
dell’Oscuro, i più fidati e i più
segreti. Gente come me era la copertura per
esseri come loro. Era tutta un’apparenza, e anche voi
giocherete
sull’apparenza. Dovrete sembrare felici e innamorati e, se mi
darà una mano,
signorina Granger, quelle carte saranno vostre e dell’Ordine
della Fenice.
Pensate che ulteriore svolta di carriera sarebbe, per Harry Potter,
prenderli
di sorpresa e sbatterli in una cella in attesa del Bacio di un
Dissennatore.
Cosa ne dice? - Prese
in mano i
documenti e li mostrò a Hermione, poi con voce suadente
aggiunse –Mettere al
sicuro l’umanità… Non è il
vostro compito? – vedendola incerta, aggiunse -Suvvia,
signorina, non pensi sempre male! Lo riconosco quello sguardo: lei ha
paura di
un imbroglio. Ma non pensa che la posta in gioco sia troppo alta
persino per
me? L’onore della mia famiglia. Le do la mia parola, ora si
concentri solo nel
prendere la decisione giusta per tutti noi-
-
- La Grifona si era accomodata su
una piccola poltroncina e con aria leggermente più sciolta
(dopo essersi
scolata un paio di Whisky Incendiari), guardò negli occhi
l’uomo che le stava
nuovamente seduto di fronte e chiese forse un po’ troppo
sfacciatamente -Com’è
che non lo fa sposare con la Parkinson? - rivolgendosi a un Draco che
era presente
nella stanza con loro e che da molto tempo, ormai, non dava
più segno di vita.
- Quest'ultimo si era limitato a
scolarsi una buona porzione di rhum per digerire i nuovi progetti che
il padre
gli aveva tenuto nascosti, a quelle parole fece appena lo sforzo di
alzare la
testa, aspettando la risposta.
- -La facevo più intelligente-
Lucius la soppesò con una leggera punta di disprezzo -Come
faccio a riscattare
il nome di un’intera famiglia senza un gesto eclatante,
rimanendo nel mio
brodino di matrimoni combinati fra famiglie di purosangue benestanti?
Si
immagini i titoli dei giornali: “Purosangue con Mezzosangue;
Serpeverde con
Grifondoro; Malfoy con la Granger”. La gente impazzisce per
notizie come questa!
–
- Hermione si limitò a fare un
breve cenno d’assenso con la testa.
- -In ogni caso voglio esser buono,
seppur non creda a queste sciocchezze come l’amore e i
sentimenti, è quasi
scontato che, anche una volta sposato, un Malfoy faccia quello che
vuole nella
propria camera da letto. E intendo con le donne. Ma non è
un’ovvietà che sua
moglie faccia altrettanto. Ebbene lei avrà questa
libertà, potrà frequentare il
suo Weasley anche per tutto il resto della sua vita,
l’importante è che nessuno
lo venga a sapere. Ricordi che un Malfoy non può accettare
d’esser tradito, e
men che meno può accettare di non vendicarsi se scopre un
tradimento. Se la
notizia si sapesse in giro sarebbero guai seri per lei e per il suo
ragazzo,
dovremmo agire come ci si aspetta da quelli come noi! -
- -Non penso di poter tradire
nessuno- decretò Hermione -Quando prenderò una
decisione non tornerò indietro.
Non ci saranno ripensamenti e non ci saranno sotterfugi-
- Lucius alzò le spalle per dimostrare
quanto poco fosse interessato alla vita sentimentale della giovane.
- -Ma- aggiunse quella -Non posso
nemmeno sopportare di essere tradita, non voglio che mio marito mi
faccia le
corna. È degradante! - disse, cercando di trovare le parole
giuste e facendosi
seria in volto.
- Il volto dell’uomo si illuminò -Vuol
dire che accetta? -
- -Vuol dire semplicemente ciò che
ho detto- ribadì seccatamente la Grifona.
- -Beh, tanto cosa le importa di un
uomo che non ama?! Metta da parte l'orgoglio e le questioni di
principio, Miss
Granger, si tratta di apparenza, gliel'ho già detto! Deve
sempre tenere
presente che quella che si impegnerà a vivere
sarà una commedia. La facciata
che tutti vedranno. Ai suoi amici potrà raccontare
ciò che vuole, anche la
verità. A patto che sappiano mantenere un segreto-
l’uomo sembrava entusiasta,
nel tentativo di convincere definitivamente la riccia ad accettare. -E
a me
nessuno chiede cosa ne penso? - la voce strascicata di Draco giunse
alle loro
orecchie come un lamento. -No- il padre gli prestò tanta
attenzione quanta
gliene bastò per dargli quella risposta seccata, pronunciata
in un sibilo, poi
tornò a scartabellare fogli dove erano state buttate
giù bozze di accordi
prematrimoniali.
-
- Tempo una mezz’ora dopo e Lucius
si stava congedando dai due ragazzi, stringendo la mano a Hermione, con
la promessa
che la ragazza si sarebbe fatta viva presto con una decisione, cercando
di
irretirla con un “Non se ne pentirà.
Vivrà una favola. Avrà i soldi, avrà
le
copertine dei giornali. Vivrà una vita da
principessa!”. Hermione pensò con
tristezza che non gliene importava nulla, lei voleva solamente quiete e
amore,
ma per Harry sarebbe stato importante poter mettere le mani su quei
Mangiamorte. La cosa che la inquietava di più era
l’aver notato che il pensiero
di dover rinunciare a Ronald non le pesava tanto quanto si sarebbe
aspettata
accadesse, mentre lui, quella stessa mattina, a colazione, stava
parlando di
costruire una casetta, per loro due soltanto, a poca distanza dalla
Tana. Ciò
che la preoccupava era altro, la falsità a cui andava
incontro se avesse
accettato, la disapprovazione dei suoi amici, Ron compreso, la mancanza
di
affetto e la freddezza di quella casa in cui avrebbe teoricamente
abitato. Si
sarebbe sentita terribilmente sola. Ma l’accordo era
ragionevole: non poteva
non accettarlo! Ancora una volta avrebbe fatto la scelta giusta. Era
nata per
quello.
-
- Ormai era sulla porta quando un -Ah!
Ancora una cosa…! - di Lucius, li fece voltare entrambi.
- -Ovviamente dovrete sfornarmi un
bell’erede! Commuoverebbe tanto un bambino tutto
vostro… - disse, come se
parlasse di una piccola nota a margine del suo bel programma, qualcosa
che si
era dimenticato di dire, un particolare talmente ovvio nella
pianificazione da
passar inosservato.
- Alla parola “erede” Hermione non
aveva avuto nessuna reazione apparente.
- Poi aveva connesso e, se non
fosse stato per Draco, che, nonostante tutto l’alcool
ingerito, aveva avuto la
prontezza di afferrarla da sotto le braccia, sarebbe andata
bell’e lunga per
terra.
- * * *
- Data di pubblicazione: 29/11/2008
- Edit: 20/06/2015