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Autore: StefiArtic    01/02/2015    2 recensioni
Finalmente arriva il giorno che Stefany ha sempre atteso: quello in cui avrebbe iniziato a frequentare la "Pokémon's World Academy", una prestigiosa scuola in cui viene trasmessa e affinata l'arte di allevare, far combattere e addestrare quelle creature affascinanti quali sono i Pokémon.
É l'inizio di una grande avventura per la giovane Stefany. Nuovi incontri e amicizie la attendono e antiche leggende aspettano solo di essere svelate. Stefany si ritroverà coinvolta nelle più svariate situazioni, assieme ad un inquietante mistero.
Dal capitolo 1
"Notò una serie di sacchi dell'immondizia neri immersi in una pozza d'acqua, il lamento sembrava provenire tra quel pattume. Guardò meglio, [...] fino a quando non vide uno di quei sacchi neri vibrare vistosamente."
Dal capitolo 3
Stefany era emozionantissima, quasi paralizzata.
[...]
Uscì nel cortile con passo lento, come se quell'istante fosse irreale. Perché adesso aveva un Pokemon, e non poteva ancora crederci. Si sentiva come se avesse ricevuto il regalo più bello del mondo.
Genere: Avventura, Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Videogioco
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L'ampio ingresso era deserto fino all'entrata dell'aula magna della scuola, dove stava svolgendo la presentazione alle nuove classi, alla quale Stefany stava già mancando. Stefany si guardò attorno spaesata, cercando di capire dove fosse la segreteria o, meglio ancora, l'infermeria. Il ragazzo spuntato dal nulla, durante la disperata corsa verso la salvezza, aveva la stessa espressione confusa e angosciata.
Improvvisamente, spuntò da una stanza in disparte, probabilmente la segreteria, una signora robusta, sulla cinquantina, che portava un taglio di capelli corto e a caschetto, ma molto curato e di un colore biondo spento. Era una donna abbastanza in carne, dal viso paffuto e, a giudicare dall'innaturale colorito delle sue guance, amante del trucco pesante. Si avvicinò con passo deciso e minaccioso, il rumore dei suoi tacchi a spillo echeggiava per tutto l'ingresso, e il suo viso era corrucciato in un'espressione che avrebbe messo paura a chiunque. I due ragazzi stettero a guardarla avvicinarsi senza trovare il coraggio di proferir parola.
Il donnone rimproverò subito i due ragazzi: -Bene, in ritardo il primo giorno... Bel modo di presentarsi...-  sbottò inarcando le sopracciglia, sembrava sul punto di esplodere. I ragazzi che non erano del primo anno sarebbero entrati alle nove quel giorno, per questo la segretaria poté essere così sicura della sua affermazione. Ella, però, non appena vide il povero Pokèmon inerme, trasalì sbigottita e cambiò atteggiamento: -Oh mio dio, venite con me!- disse partendo spedita per un ampio corridoio, dando per scontato di essere seguita. Stefany si sentì sollevata.
La donna li condusse per un ampio e lunghissimo corridoio. Se non si fosse trovata in una situazione tanto tragica, Stefany sarebbe rimasta meravigliata dalla cura e la bellezza riservata ai corridoi, i quali erano decorati con dipinti, quadri e cartelloni vari. 
-Comunque, io sono Dafne, la segretaria della scuola.- si presentò frettolosamente la donna, prima di svoltare nell'infermeria. 
Stefany si sentiva già meglio, ora quel Pokemon abbandonato a sé stesso avrebbe avuto una speranza. L'infermeria era una stanza quadrata di medie dimensioni, colma di lettini di varia grandezza, pensati per Pokémon di ogni stazza. 
Una giovane ragazza dai capelli rosa e la divisa da infermiera accorse a prendere il Pokémon, adagiandolo su un lettino e collegandolo a una macchina, dichiarò subito che le sue condizioni erano gravi. 
-Voi che ci fate ancora qui?!- sbottò improvvisamente Dafne, facendo sussultare Stefany: -Voi siete nuovi, no? Forza, andate in aula magna, o vi perderete tutta la presentazione! Sciò!- Stefany provò a dire qualcosa, ma venne cacciata in malomodo, assieme al ragazzo.
Sarebbero tornati più tardi.

∾∾∾

-Come ti chiami?- Chiese il ragazzo, mentre i due ripercorrevano il corridoio cercando di non perdersi. 
-Stefany, tu?- Rispose timidamente, e allora lo osservò meglio, sotto le luci decisamente più potenti dell'edificio. Aveva dei grandi occhi di un azzurro cristallino, i suoi capelli biondi erano pettinati in un ciuffo laterale all'insù e aveva delle labbra colorite e carnose. Indossava un cappotto beige lungo fino alle ginocchia e una sciarpa a tema scozzese.
-Io mi chiamo Orlando- disse con un sorriso. 
Dopo quel breve dialogo, i due ritrovarono l'atrio e l'aula magna, dove cercarono di intrufolarsi senza farsi notare troppo, ma nonostante ciò molte persone si girarono e lanciarono delle occhiate. 
La stanza semicircolare, strutturata come un anfiteatro, era piena gente: studenti nuovi, diversi genitori e tutto il corpo docenti, mentre al centro dell'aula vi era un uomo di mezza età davanti ad una gigantesca vasca in legno, piena di Pokèball. Stefany dedusse che quello fosse il preside, mentre occupava una sedia libera e Orlando trovava posto sugli scalini affianco. 
-E non dovete dimenticare che al termine di questi cinque anni di studio, allenamento ed esperienze, sarete allenatori veri e propri, ma soprattutto, ne uscirete da uomini o donne adulti e maturi.
Le classi del primo anno, stavolta, saranno quattro, e fra pochi minuti verrete assegnati a una di esse, ma non prima che vi venga consegnato il vostro primo Pokemon starter- Il preside si scostò lievemente per permettere a tutti di vedere quel numero impressionante di Pokèball: -essi sono estremamente diversi da loro, appunto per favorire la diversità e maggiori esperienze per ogni studente e per i Pokémon stessi. Saranno tutti al loro primo stadio evolutivo, non sono particolarmente rari e, soprattutto, non sono pericolosi o aggressivi per nessuno, né ora, né tantomeno nelle loro evoluzioni, dal momento che vogliamo che il clima a scuola rimanga sereno, di pace e collaborazione. A tale scopo, ogni Pokémon è stato educato nel corso di quest'estate, e sono tutti entusiasti di conoscervi.-
A queste ultime parole, esplose un coro di gioia e un applauso energico. 
-Ora, a turno, chiamerò ognuno di voi. Quando sarete qui, pescate una Pokèball a caso e andate in cortile a scoprire il vostro nuovo compagno di vita.- Le grida di gioia di fecero ancora più sonore. 
L'eccitazione che aveva temporaneamente abbandonato Stefany quella mattina, tornò all'improvviso e le fece mettere momentaneamente da parte il pensiero del povero Pokémon abbandonato, tanto ormai avrebbe dovuto trovarsi al sicuro, nelle mani di esperti.
Quello era il momento che Stefany attendeva da mesi, quello che aveva immaginato migliaia di volte e che nulla al mondo avrebbe rovinato. 
Il preside iniziò a chiamare i nuovi studenti e Stefany guardava quella successione di ragazzi che, a turno, pescavano la loro pokeball, scoprivano in che classe erano capitati e correvano fuori  in cortile, e lei era sempre più impaziente. Anche Orlando si stava agitando, seduto sugli scalini accanto a lei. 
-Orlando Orwell- Chiamò il preside. Il ragazzo si alzò e si diresse verso il centro dell'aula per pescare il suo Pokémon. Stefany lo osservò scendere gli scalini con quel suo strano passo, rapido e sicuro, ma che dava la sensazione che, da un momento all'altro, sarebbe irrimediabilmente inciampato. La sua classe era la 1B, e in quel momento Stefany si rese conto di desiderare di essere in classe assieme a lui, le dava sicurezza conoscere già qualcuno, vista la sua tremenda timidezza iniziale. Orlando lanciò un occhiata a Stefany mentre si dirigeva verso l'uscita. 
Finalmente, dopo qualche minuto, Stefany sentì il suo nome. Si alzò tremante, col cuore traboccante di emozione e si incamminò verso il preside, stando attenta a non fare una brutta figura. Quando fu dinnanzi a lui, l'uomo le strinse la mano e comunicandole che occupava l'ultimo posto della 1B. Stefany si sentì stranamente felice, soprattuto quando prese, anche lei, una Pokéball.

∾∾∾

Stefany era emozionantissima, quasi paralizzata. 
Finalmente quel giorno, quel momento tanto atteso, era giunto.
Ciò che stava provando era indescrivibile, era il sogno di quasi tutta la sua vita, il passo decisivo verso il futuro che desiderava: quello di vivere assieme ai Pokémon, allevandoli ed allenandoli, per poi, in un futuro più lontano, fare la ricercatrice, ovvero andare in giro per il mondo a studiare i Pokémon in nome della scienza e della ricerca. 
La curiosità era immensa, chissà che Pokémon celava quella misteriosa sfera rossa e bianca.
Uscì nel cortile con passo lento, senza distogliere lo sguardo dall'oggetto che teneva in mano, come se quell'istante fosse irreale. Perché adesso aveva un Pokémon, e non poteva ancora crederci. Si sentiva come se avesse ricevuto il regalo più bello del mondo.
Aveva smesso di piovere, per fortuna, e nell'immenso giardino che circondava la scuola e le sue strutture, c'erano già diversi ragazzi che stavano già facendo amicizia con i loro nuovi amici, mancava solo Stefany.
Con la mano tremante, buttò la Pokéball per terra, come le venne istintivo fare, e una luce rossa la investì, facendole chiudere gli occhi per un momento, ma quando li riaprì, ai suoi piedi c'era un Pokémon verde, dal corpo sinuoso e serpentino che terminava con una grande foglia posta in cima alla coda. Aveva il ventre chiaro, una striscia gialla che percorreva la schiena e due enormi occhi marroni che stavano guardano Stefany con non poca curiosità. 
La ragazza si chinò, con il cuore colmo di felicità e meraviglia, all'altezza del Pokémon, il quale la stava scrutando con insistenza, per poi tendere una mano sulla sua testolina. Il Pokémon sembrò apprezzare la carezza ed emise un verso soddisfatto e portò le zampine in alto, cercando ti toccare la mano della ragazza. Stefany sapeva che Pokémon era. L'aveva visto in alcuni suoi libri, e l'aveva colpita, anche se non ricordava molto sul suo conto. Era uno Snivy. 
Ormai il cortile si era riempito di persone e Pokémon, c'era molta confusione e baccano. Stefany prese Snivy in braccio, ma in quell'istante avvertì una strana sensazione. Era difficile da descrivere, ma era tutto fuorché piacevole. Come una specie di mancamento. Vide Snivy guardarla con un'espressione cupa e interrogativa, che esprimeva preoccupazione, ma le passò subito e ipotizzò che fosse colpa delle poche ore di sonno. Non ci pensò più e continuò a socializzare con Snivy, il quale si dimostrò essere un Pokémon calmo, pacato, ma molto espressivo.
Improvvisamente qualcuno le toccò la spalla, ovviamente era Orlando, ma la sua espressione era poco rassicurante. 
-Il Pokémon... Il Pokémon che hai trovato stamattina... Sta morendo.- 


∾∾∾ SPAZIO AUTRICE ∾∾∾

Buonsalve, spero che il primo capitolo della mia fanfiction vi sia piaciuto ^^ Scusatemi, forse sono stata un po' tragica per il mondo Pokémon, però no ho messo il rating giallo a random. 
Baci ^^ 
StefiArtic.
 
  
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