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Autore: StephEnKing1985    01/02/2015    3 recensioni
Inghilterra, primi del '900. Louis Tomlinson è un giovane professore d'inglese, che viene chiamato ad insegnare in un prestigioso college maschile poco fuori Londra. Da subito dovrà fare i conti con colleghi anziani un po' troppo altezzosi, e con ragazzi sottomessi che vivono nel terrore degli altri insegnanti. Un giorno assiste per caso a un tentativo di suicidio di un ragazzo che beve della soda caustica. Ogni indizio porta a concludere che il ragazzo soffrisse di un esaurimento nervoso, ma diversi fatti ed elementi fanno supporre a Louis che ci siano altre e più terribili spiegazioni al suo gesto. Intanto, mentre nell'istituto fa la sua comparsa Harry Styles, un ragazzo taciturno e dal passato oscuro, iniziano a verificarsi strani ed agghiaccianti fenomeni, tutti legati al filo rosso di un incendio che distrusse un'ala dell'edificio una ventina d'anni prima...
Genere: Drammatico, Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Epilogo.

The Daily Telegraph

Incendio distrugge l’Istituto maschile di avviamento universitario Jonathan Watkins

Accorsi sul posto, l’Ispettore Martin di Scotland Yard e gli abitanti di Chestnut Castle, non hanno potuto fare nulla per evitare il propagarsi delle fiamme

Non si è potuto fare nulla per fermare l’incendio che ha completamente divorato uno fra i più prestigiosi istituti di avviamento universitario del nostro Paese, il Jonathan Watkins. A vent’anni di distanza dall’ultimo incendio dove perì uno studente, la tragedia si è ripetuta, questa volta portandosi via un giovane insegnante di letteratura, tale Louis William Tomlinson. […]

 

 

The INDEPENDENT

L’istituto maschile Jonathan Watkins distrutto da un incendio di origine dolosa

Il preside dell’istituto, Ernest Umbridge, ha agito con premeditazione

 

Non sarebbe stato un guasto agli impianti di riscaldamento dell’istituto la causa dell’incendio che ha divorato il Watkins, bensì l’atto sconsiderato del suo preside Ernest Umbridge, il quale, coadiuvato da uno degli insegnanti, tale Stephen Robbins, docente di storia dell’arte, ha messo in atto il folle gesto. I due avrebbero prima ucciso nel sonno i colleghi insegnanti, Umbridge trafiggendoli con una spada, mentre Robbins sparando loro alla testa. Quindi i due avrebbero appiccato l’incendio in preda a un delirio allucinatorio. Le spiegazioni del folle gesto emergono chiaramente dal diario di Umbridge, consegnato alle autorità dall’unico insegnante sopravvissuto, Niall James Horan, docente di filosofia che alloggiava nella palazzina dei dormitori degli studenti. Dagli scritti del diario emerge una personalità disturbata e pericolosa, nonché colpevole del primo episodio che avvenne nel 1890, insieme ad altri quattro degli insegnanti da lui stesso assassinati. […]

 

Rogo all’Istituto Watkins: morto giovane insegnante di letteratura

Il corpo del docente era accasciato in biblioteca

Si tratta del professor Louis William Tomlinson, unica vittima dell’incendio. Secondo la ricostruzione fornita dal collega Niall Horan, l’insegnante avrebbe ingaggiato una lotta all’ultimo sangue con il Preside Umbridge, nella quale avrebbe avuto la peggio. Particolari in cronaca. […]

 

Londra, qualche tempo dopo.

- …e con questo, cari colleghi, ho concluso. Vi ringrazio infinitamente per essere intervenuti a questo simposio. Grazie di cuore, spero di rivedervi presto. –

Un lungo applauso salutò la fine della conferenza di George, il quale s’inchinò e scomparve dietro le quinte dell’auditorium, raggiunto immediatamente dai colleghi dell’SPR e da altri membri della comunità scientifica. Le gambe gli tremavano e sentiva gli occhi chiudersi per la stanchezza, ma cercava di non darlo troppo a vedere mentre stringeva mani e salutava persone. Tra queste, lo raggiunse un ragazzo, che George riconobbe immediatamente.

- Niall. Che piacere rivedervi! – esclamò, togliendosi il cappello e salutandolo con un lieve inchino.

- Il piacere è tutto mio – replicò Niall – Sentite, posso rubarvi un po’ di tempo? –

- Certamente, tutto il tempo che volete. –

 

*****

 

Nell’ufficio di George c’erano molti libri. Diverse fotografie e ritagli di giornale, nonché alcune fotografie particolari che mostravano fantasmi. George stava versando del tè nella tazza di Niall.

- Gradite del latte o del limone? –

- Latte, grazie. –

George versò del latte nella tazza. Niall lo prese e incominciò a girare il cucchiaino.

- Vi chiedo scusa se non mi sono fatto sentire più spesso, ma ultimamente ho avuto parecchio lavoro da fare, sapete. – si giustificò George. Niall annuì e sorseggiò un piccolo sorso del suo tè.

- Non preoccupatevi. –

- Voi come state? Avete ottenuto quel lavoro che mi dicevate? –

- Proprio così. Incomincerò la prossima settimana. –

- Me ne rallegro per voi. – rispose George, sorridendo.

- Sono contento, anche se non vi nascondo che per me, tornare in una biblioteca dopo ciò che ho passato qualche mese fa, mi fa ancora uno strano effetto. –

George annuì – So come vi sentite, purtroppo. –

- E’ proprio per questo che sono venuto qui, George. Voi siete un parapsicologo, avrete certamente una spiegazione per quello che è accaduto. –

 Niall posò la tazza e si mise a guardare George. I suoi occhi erano gonfi di lacrime, come se da un momento all’altro avesse potuto mettersi a piangere. Imbarazzato, per cercare di prendere tempo, George si mise a sistemarsi il farfallino, mentre dentro di sé pesava bene le parole da usare.

- Vedete, Niall… gli eventi negativi sono connotati da emozioni negative: paura, rabbia, dolore… e quando accadono, spesso lasciano delle tracce sottilissime nella realtà. In quell’istituto erano accadute cose molto brutte. E voi lo sapevate. A volte certe cose possono anche essere pericolose. –

- Così pericolose da portarmi via Louis… - mormorò Niall. George assunse un’espressione grave, ma non replicò.

Niall abbassò gli occhi e George vide una lacrima sgorgare dai suoi occhi. Senza scomporsi, tirò fuori un fazzoletto dal taschino della giacca e glielo porse.

- Grazie. –

- Non c’è di che. Mi dispiace per quello che state passando, ma credetemi: Sicuramente ora Louis sta bene. E’ in un posto migliore. -

Lo sguardo di Niall incontrò quello di George, che si piegò in un sorriso pieno di comprensione.

- George. –

- Sì? –

- Prima di scappare via dall’Istituto, quel giorno, ho sentito una voce nella mia testa che mi diceva che Louis è con lui. Ma chi era? E che cosa voleva dire? –

George guardò per un momento Niall, in una lunga pausa. Poi si avvicinò alla scrivania e tirò fuori una fotografia, e la porse a Niall.

Niall la prese in mano e un’espressione stupita gli si dipinse sul volto nel vedere quattro ragazzi eterei, con la divisa dell’istituto, che si stagliavano di fronte alla porta d’ingresso del Watkins. Alzò lo sguardo verso George, che annuì grave.

- Erano loro. Alcune delle vittime della follia di Elijah Pickford. –

- E… e voi come potete dire ciò? –

Sempre dalla scrivania, George tirò fuori una cartelletta rilegata, con dentro un mucchio di carta.

- Sono alcuni degli appunti di Louis. Li ho trafugati dopo che l’incendio è stato spento. Alcuni fogli erano bruciacchiati, ho dovuto ricostruire tutto quanto. –

- Che cosa avreste intenzione di farne? –

George fece spallucce e un sorrisetto triste, quindi sospirò e scosse la testa.

- Non lo so. Potrei scriverci un libro… oppure potrei fare ulteriori ricerche. Ma vi dico in tutta onestà, che ora come ora non so cosa farci. Penso che li terrò nel mio cassetto ancora per un po’, in attesa di tempi migliori. -

Niall ammezzò un sorriso. Tirò fuori un fazzoletto, e si asciugò le lacrime, alzandosi dalla poltrona per andarsene a casa.

- Ora devo andare, George. Addio. –

- Addio, Niall. È stato un piacere rivedervi. Volete che vi accompagni? –

- Non c’è bisogno, grazie. Conosco la strada. –

 

Pochi minuti dopo che Niall se ne fu andato, George guardò dalla finestra. Niall era lì, appena uscito dalla sede dell’SPR. Allora George aprì il suo fascicolo, tirando fuori una delle foto che aveva nascosto a tutti. Essa ritraeva Louis, di profilo, di fronte ad un altro ragazzo dai capelli ricci. Si tenevano la mano.

Elijah ha preso anche te, Louis. Scusami se non l’ho detto a Niall, ma quell’istituto non è un bel posto per lui. Non lo è mai stato. Spero solo tu stia bene, adesso.

 

*****

 

Louis aprì lentamente gli occhi, ritrovandosi in un posto dalle suppellettili buie, rischiarato solo qua e là da pozzi di luce diafana che gettavano macchie di luce sul pavimento. Di fronte a lui, in piedi, c’era Harry.

- H… Harry… - mormorò Louis, aprendo completamente gli occhi e tirandosi a sedere.

- Ciao – gli disse l’altro. Aveva un’espressione dolce, di comprensione. Gli porse la mano.

Louis la prese e si tirò su. Si guardò ancora intorno, e senza nemmeno una domanda, immediatamente capì che cosa gli era successo e dove si trovava.

- Benvenuto nel mio posto – disse Harry, sorridendo dolcemente.

Harry gli prese la mano, e lo condusse nel corridoio, dove c’erano gli altri ragazzi ad aspettarlo.

Thomas, Sean, Nathaniel, Jack, Gerald e Justin erano lì ad aspettarli. Ad aspettare solo lui. Louis li guardò tutti e sei, poi si avvicinò a Nathaniel.

- Nathaniel… - mormorò - …Sei… sei stato molto gentile ad aiutarmi. –

- Non volevo che Elijah commettesse una carneficina – disse, guardandolo di sbieco – Poteva andare bene finché ci ammazzava uno per uno spingendoci a suicidarci, ma non avremmo tollerato una strage da parte sua. –

A quell’appunto, Louis guardò Harry/Elijah, che fece un sorrisetto di chi la sa lunga.

- Benvenuto fra noi, professore – salutò anche Justin.

- Grazie, ragazzi. Grazie. –

- Louis, non stai dimenticando qualcosa? –

Louis si voltò verso Harry. – Che cosa? –

Dalla tasca della giacca, Harry tirò fuori un libro e glielo porse.

- Oh, Harry… - Louis si commosse – Il mio romanzo. Anna Karenina. Lo hai salvato. –

- L’ho custodito gelosamente per tutto questo tempo. Sono stato bravo? –

Louis gli sorrise, con un’espressione piena di gratitudine. A Harry bastò come risposta, quindi fece un cenno agli altri ragazzi, che Louis interpretò come un Toglietevi di torno.

I ragazzi si allontanarono fino a scomparire, lasciandoli soli.

- Non credi che meriti un premio per aver conservato il tuo libro? –

- Certo – disse Louis – Avvicinati. –

Harry gli si avvicinò, e Louis lo prese dolcemente a sé, cingendogli i fianchi con le braccia. Si guardarono negli occhi.

Louis sapeva di non appartenere più al mondo terreno, così come sapeva di esser diventato un fantasma, proprio come i ragazzi, proprio come Harry, che lo guardava con quei suoi scintillanti occhi verdi. Gli carezzò i capelli ricci, adorando la loro morbidezza, quindi chiuse gli occhi e lo baciò dolcemente sulle labbra.

Fu un bacio lungo ed intenso, a suggellare che ormai Harry era finalmente felice, nel suo mondo con il suo orologio… ed il suo Louis. E Louis era altrettanto felice.

 

 

The College

   
 
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