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Autore: Ace of Spades    02/02/2015    7 recensioni
Raccolta di one-shot su Crocodile, Doflamingo e Mihawk, in cui verrà approfondito il rapporto tra i tre Shichibukai, soprattutto tra il coccodrillo e il fenicottero.
"Amami o odiami, entrambi sono a mio favore. Se mi ami sarò sempre nel tuo cuore, se mi odi sarò sempre nella tua mente. Ora ti è chiaro Croco-chan? Non ti libererai mai di me, fufufu~"
Genere: Comico, Demenziale, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Crocodile, Donquijote, Doflamingo, Drakul, Mihawk | Coppie: Shichibukai/Flotta dei 7
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Strings of Fate set in Sandstone
 
 
 
 
 
 
 
○○○
Piccola nota: questa è una one-shot ambientata nel mondo di One Piece e racconta tutta la storia tra Doflamingo e Crocodile, sia i restroscena, sia le parti che tutti noi conosciamo.
Buona lettura.
○○○
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Solcando i mari si sentono racconti di ogni genere, dalle bellissime e fatali sirene allo spaventoso kraken, ma la storia che più amava e che lo aveva spinto ad intraprendere la carriera da pirata era quella del grande tesoro, lo One piece, nascosto chissà dove da colui che era stato nominato Re dei Pirati. Essere re voleva dire essere il migliore tra tutti, e lui voleva diventarlo, voleva ergersi sopra gli altri e scoprire il famoso tesoro.
 
Viaggiando aveva incontrato ogni genere di persona ed era diventato bravo a capire la vera natura di qualcuno solo guardandolo.
Un giorno lui e la ciurma di cui faceva parte decisero di fermarsi in un'isola della Grand Line, un'isola estiva e dal clima afoso; al principo sembrava come le altre, ma l'atmosfera che vi regnava era strana, inquietante, come se poco prima fosse successo qualcosa che non poteva essere dimenticato e che ancora aleggiava nell'aria.
Il resto della ciurma andò come al solito in cerca di rhum, lui invece decise di dare un'occhiata in giro.
C'era polvere ovunque, ma ciò che più gli dava fastidio e lo teneva con i sensi in allerta era la mancanza di qualcosa che avrebbe dovuto esserci: i rumori.
C'era troppo silenzio.

 
"Sei un pirata?"

 
Una voce allegra lo fece fermare. Girandosi si trovò davanti un ragazzino di qualche anno più piccolo di lui. Capelli biondi spettinati, strani occhiali da sole e vestiti stracciati. Dopo avergli riservato un'occhiata curiosa si girò e continuò a camminare.
 
"Ehi, fermati!"
 
Il ragazzino si mise davanti a lui.
 
"Ti ho fatto una domanda"
 
"E io ti ho ignorato" gli rispose.
 
"È molto scortese da parte tua, signor...?"
 
"Non sono affari tuoi"
 
Cercò di aggirare l'ostacolo biondo ma quello non demorse e si riposizionò davanti a lui bloccandogli la strada.
 
"Io mi chiamo Doflamingo" disse sorridendogli per poi inclinare la testa, aspettando.
Dopo qualche secondo perse la pazienza.
 
"Oh andiamo! Io ti ho detto il mio nome, qual è il tuo?"
 
"Io non te l'ho chiesto" rispose ghignando in risposta al broncio che aveva assunto l'altro.
"Ora togliti dai piedi moccioso"
 
"Sarai anche più grande di me ma non ti conviene darmi ordini"
 
Davvero divertente. Un bambino con un complesso da Dio.
 
"Per me sei insignificante, non vali nemmeno il fiato che sprecherei per darti ordini"
 
"Tsk, che figlio di puttana"
 
Sollevò un sopracciglio.
"I tuoi genitori non ti hanno insegnato le buone maniere a quanto vedo."
 
"Me le hanno insegnate, ma tu rimani un figlio di puttana"
 
A quel punto non riuscì a trattenere un ghigno; quel ragazzino non aveva certo peli sulla lingua.
 
"Se vai in giro a dare del 'figlio di puttana' al primo che incontri non farai una bella fine. E ora tornatene dalla mamma, moccioso" concluse cominciando a camminare.
 
"Vorrei, ma è morta"
 
 
A quelle parole si fermò e si voltò leggermente vedendo che il biondino si era seduto su un pezzo di legno rotto.
 
 
"Capisco. Bhe buona fortuna"
 
 
Di sicuro era uno di quei bambini lasciati a loro stessi, senza famiglia o abbandonati dal padre. Probabilmente non sarebbe sopravvissuto.
 
 
"Sei un pirata?"
 
 
Doveva ricredersi. Se aveva per la vita un attaccamento pari alla sua testardaggine forse sarebbe vissuto fino ai cent' anni.
 
 
"Sparisci e non darmi noie."
 
"L'ultima persona che mi ha parlato così è andata a far compagnia ai pesci"
 
"Di sicuro il tuo orsacchiotto sta benissimo tra i pesciolini"
 
Il biondo rise. "No, era mio padre"
 
 
Non vide alcun mutamento di espressione in quel bambino mentre pronunciava quella frase, come se uccidere il proprio genitore fosse una cosa normalissima, anzi gli parve di scorgere un leggero ghigno.
 
 
"Non mi interessa"
 
"Pensavi fossi debole non è vero?"
 
"Non lo penso, lo sei"
 
"Sai" continuò Doflamingo facendo finta di non averlo sentito "lui era molto stupido. Ha rinunciato al suo titolo facendoci sprofondare nella disgrazia. In parte è colpa sua se mia madre è morta"
 
 
Rimase in silenzio ad ascoltare quel ragazzino.
 
 
"Non voglio rimanere qui a sprecare la mia vita. Voglio diventare forte, una persona importante, d'altra parte non sono le persone al potere a decidere qual è la giustizia? Non sarebbe male diventare qualcuno, quindi portami con te"
 
 
A quel punto non riuscì a trattenersi e rise.
 
 
"Cosa c'è di così divertente?"
 
"Sei ancora un moccioso, ne devi fare di strada prima di poterti imbarcare su una nave pirata, e se stai pensando di rimetterti in mezzo sappi che non mi faccio alcun problema a sgozzare un bambino" concluse riservandogli uno sguardo glaciale, poi si girò e si allontanò dirigendosi verso il porto.
 
 
Il biondo rimase incantato dalla figura del moro; aveva qualche anno più di lui e non lo conosceva, ma una cosa poteva dirla: non stava affatto scherzando.
In quel momento sperò di rincontrarlo.
 
 
 
 
 
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Era passato del tempo, ormai aveva più di vent'anni e si era guadagnato una posizione di rilievo sulla nave su cui aveva deciso di salire da giovane.
Gli piaceva stare sul ponte a guardare l'oceano, ma gli piaceva anche scendere a terra e camminare per ore, senza nessuna persona intorno.
Anche quella volta si aggirò per l'isola su cui avevano deciso di fermarsi percorrendo le strade meno trafficate, quando qualcuno cercò di colpirlo con un bastone.
Non evitò il colpo, ma il suo corpo si trasformò in sabbia facendo arretrare l'assalitore che, dopo aver espresso la sua sorpresa con un fischio di apprezzamento, gli rivolse la parola.
 
 
"Bel trucco signor pirata"
 
 
Si girò trovandosi davanti una faccia a lui nota: capelli biondi, occhiali da sole e sorriso gigante.
 
 
"Speravo fossi morto" disse con noncuranza dedicandogli poi un'occhiataccia. "La minaccia dell'ultima volta è ancora valida"
 
"Oh non ti sarai arrabbiato per questo" commentò l'altro buttando il bastone per terra. "Volevo solo testare le tue capacità"
 
 
Aveva voglia di stare da solo e si ritrovava una palla al piede loquace e fastidiosa.
Lo fissò nuovamente e vide che questa volta aveva dei vestiti non bucati, anche se il suo gusto lasciava a desiderare data la camicia con strane stampe a forma di fenicottero e i pantaloni gialli e blu. Ma la cosa che lo indispettì fu un'altra; il moccioso, benchè fosse più piccolo di lui, si era permesso di crescere e di superarlo in altezza.
 
 
"Ora che lo hai fatto levati dai piedi"
 
"Non mi hai ancora detto come ti chiami"
 
"E non ho intenzione di farlo"
 
Il biondo assunse un'aria pensierosa, poi tornò a sorridere. "Forse perchè hai un nome buffo"
 
"Io non ho un nome buffo" ringhiò.
 
"Magari è anche da donna, tipo Marie. Dato che non mi dici come ti chiami dovrò usare un nome inventato. Come va Marie? In questi anni cos'hai fatto Marie? Sei ancora un pirata Marie?"
 
Prese un respiro profondo cercando di controllarsi.
"Crocodile"
 
"Come?"
 
"Il mio nome"
 
"Crocodile... come l'animale! Allora vedi che qualcosa in comune l'abbiamo? In effetti mi ricordi un po' un rettile, con quegli occhi neri dai riflessi giallognoli, i capelli corvini e la pelle chiara. Magari hai anche il sangue freddo-"
 
"Ce la fai a stare zitto per due minuti?" sbottò irritato dalla costante parlantina dell'altro.
 
"Fufufu~ scusa Croco-chan, ma mi piace parlare con te"
 
"Come hai detto"
 
"Mi piace parlare con te"
 
"No, come mi hai chiamato"
 
"Croco-chan"
 
"Non ti azzardare a farlo un'altra volta"
 
"Quanto sei scontroso. Comunque hai mangiato un Frutto del Diavolo, rogia se non sbaglio"
 
Il moro non rispose e si limitò a fissarlo sperando che chiudesse la bocca.
 
"Interessante, anche io ne ho mangiato uno"
 
"La cosa è del tutto irrilevante" commentò girandosi e cominciando a camminare ma improvvisamente si fermò.
Non di sua volontà, in un qualche modo non riusciva più a controllare il suo corpo.
 
"Figo eh? Ho mangiato lo Ito Ito no Mi e posso controllare le persone tramite dei fili. Potresti prendere in considerazione la proposta di allearti con me"
 
"Non credo proprio"
 
"Allora dovrò costringerti"
 
"Non sei tu che decidi cosa devo o non devo fare, e prima che una persona come me decida di allearsi con una come te deve finire il mondo" ringhiò Crocodile trasformando il suo corpo in sabbia e sparendo dalla vista e dal controllo del biondo.
 
"Ehi! Così non vale!" sbottò Doflamingo incrociando le braccia al petto.
 
Sopra un tetto, il moro lo guardò allontanarsi.
"Sarai anche cresciuto in altezza, ma rimani un moccioso"
 
 
 
 
 
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Entrare a far parte della Flotta dei Sette non era decisamente nei suoi programmi, ma dati i vantaggi che ne derivavano non aveva rifiutato.
Il governo si era reso conto che era meglio averlo come alleato che come nemico, anche se a prima vista le persone lo scambiavano per un fenomeno da baraccone.
E dire che il suo cappotto di piume rosa era davvero irresistibile, la gente proprio non aveva gusto.
 
In quegli anni si era guadagnato una certa fama ed era riuscito a costruire ciò che desiderava di più fin da quando era un bambino: una famiglia.
I suoi componenti erano tutte persone particolari, come Baby-5, una ragazza che si trasformava in ogni arma esistente grazie al potere del suo frutto e che cercava sempre di aiutare gli altri nonostante non ne avessero bisogno. Più di una volta si era trovato costretto ad eliminare fisicamente i suoi spasimanti che vedevano in lei sono uno strumento per guadagnare soldi.
Il piccolo Dellinger, un ragazzino decisamente promettente, mezzo uomo e mezzo pesce-combattente, non si risparmiava mai se c'era da combattere; la piccola Sugar, Trebol, Diamante, il suo braccio destro Vergo, Senor Pink...
Questi erano alcuni dei nomi appartenenti alle persone della sua famiglia, di cui lui era il capo e per cui avrebbe fatto qualsiasi cosa.
Ognuno di loro aveva un passato da dimenticare, che li tormentava ma che li aveva resi quelli che erano, per questo erano tanto uniti.
Ci sono alcune solitudini che si assomigliano e si completano.
 
 
Si appoggiò allo schienale della sedia gigante. Da poco tempo si era unito alla loro allegra combriccola di cani del Governo un ultimo membro che lui conosceva e che ora si trovava di fronte a lui.
 
Come sempre non prestò la minima attenzione al marine che parlava, ma diversamente dalle altre volte aveva un motivo valido: Crocodile.
Erano cambiati entrambi dal loro ultimo incontro ma il moro in una maniera inaspettata.
 
Sotto gli occhi si estendeva una cicatrice che andava da orecchio a orecchio e al posto della mano sinistra c'era ora un uncino dorato; il suo sguardo si era fatto più duro e glaciale e la sua voce più profonda. L'attrazione che provava verso quell'uomo era cresciuta durante gli anni, ed ora non poteva più ignorarla. Fin da quando lo aveva incontrato aveva desiderato che le loro strade si rincontrassero.
 
Chissà chi era la persona che era riuscita a ferirlo in quel modo, di sicuro doveva essere molto forte.
Sentì la rabbia montare fin dentro le viscere; in quegli anni aveva immaginato molte volte il momento in cui lo avrebbe rivisto e lo avrebbe battuto sul suo stesso terreno, cioè grazie ai poteri del suo frutto, aveva anche pensato di umiliarlo costringendolo a piegarsi alla sua volontà, ed ora, dopo anni di allenamenti, scopriva che qualcuno lo aveva preceduto, che qualcuno era riuscito dove lui aveva fallito, che qualcuno aveva preso il posto che gli spettava.
 
In quel momento avrebbe volentieri tirato un pugno contro un muro.
 
Riportò il suo sguardo sulla figura davanti a sè e si trovò immerso nelle iridi nere che tanto bramava.
Perchè era quella la realtà, era diventato un pirata, il governo lo teneva d'occhio, aveva una famiglia di cui era a capo e aveva guadagnato il rispetto di molte persone, ma non dell'unica che voleva.
 
 
 
 
 
 
 
 
Crocodile si posizionò meglio sulla sedia accavallando le gambe; anni prima aveva perso la mano sinistra e con lei anche il suo sogno. Nonostante avesse subito una grave mutilazione decise di non abbandonare la pirateria come un comune codardo, ma la rimpiazzò con un uncino dorato che, all'occorrenza, poteva tramutarsi in una lama avvelenata.
Probabilmente era diventato anche più forte di prima e la cosa lo inorgogliva.
 
Quel duro colpo lo aveva fatto riflettere; il sogno di una vita era diventato polvere ed era stato rimpiazzato dalla sete di potere, era per questo che si era infiltrato nel regno di Alabasta e si era costruito un personaggio.
Ora, per la gente di quell'oasi immersa nel deserto, lui era un eroe che difendeva i più deboli, ma la realtà era un'altra: lui mirava alla corona appartenente a Re Cobra, e per ribaltare il regno aveva già pensato di usare l'attrito presente tra l'esercito dei rivoltosi e quello reale.
 
Non aveva scelto quel paese a caso; aveva fatto delle ricerche e aveva scoperto che probabilmente lì si trovavano dei Poigne Griff, cubi di un metallo non identificato che narravano la storia del mondo, e in quelli nascosti ad Alabasta veniva indicata la strada per trovare Pluton, una delle Armi Ancestrali.
Era quello il suo obiettivo.
 
Per raggiungere ciò a cui mirava aveva anche costruito un'organizzazione segreta, la Baroque Works, formata da diversi uomini, alcuni di loro molto potenti, e tutti al suo servizio. Nessuno conosceva la sua vera identità, sapevano solo il suo nome in codice, Mister Zero, e tanto bastava.
 
Di certo entrare a far parte della Flotta dei Sette era un'unteriore prova che il governo non sapesse cosa stava facendo ad Alabasta e questo era un bene.
Certo non si immaginava di trovarsi tra i piedi di nuovo quel moccioso biondo dal ghigno perverso; in quegli anni era cresciuto ancora continuando a superarlo.
Il suo gusto estetico era addirittura peggiorato dato il cappotto di piume rosa che portava sulle spalle.
 
Che seccatura.
 
 
 
 
 
 
 
 
Passarono il meeting a fissarsi, senza dire niente, uno nascosto dalle lenti colorate e l'altro cercando di provocargli un ictus istantaneo.
 
Una volta finito l'incontro Crocodile uscì e scomparve dalla sua vista trasformandosi in sabbia. Ridendo lo seguì attraversando i corridoi della nave passando davanti a molte cabine, finchè la sabbia non tornò solida formando un corpo.
 
"Bel trucco signor pirata~" iniziò con il suo solito tono derisorio. "È da molto che non ci vediamo, noto con dispiacere che in questi anni hai trovato qualcuno con cui divertirti"
 
 
Il moro non rispose ma si girò a fissarlo e in quel momento Doflamingo si ritenne fortunato che un'occhiata non potesse uccidere.
 
 
"E io noto con dispiacere che sei ancora in circolazione. Speravo fossi affogato da qualche parte"
 
"Mi fa piacere che tu non ti sia dimenticato di me"
 
"Vuoi qualcosa Doflamingo?"
 
 
Quella era la prima volta che lo chiamava per nome. Crocodile capì quasi subito il perchè del suo sorriso.
 
 
"Non gongolare. Mi sembrava strano chiamare un essere alto 3 metri 'moccioso' "
 
Il biondo sbuffò.
 
"Cosa devo fare per guadagnarmi il tuo rispetto?"
 
 
Appena vide la bocca dell'altro aprirsi si premurò di chiarire.
 
 
"Che non sia sparire dalla tua vista o morire"
 
 
L'altro allora richiuse la bocca ghignando.
 
 
"Rimani troppo impulsivo e imprevedibile, ti arrabbi molto facilmente, ai più di un punto debole e non perdi occasione per uccidere. Perchè mai dovrei provare rispetto per una persona senza controllo come te?"
 
"Vedo che hai fatto delle ricerche su di me" commentò Doflamingo avvicinandosi all'altro sapendo che quello non avrebbe indietreggiato dato l'enorme orgoglio che si ritrovava.
 
 
"Ho sentito delle voci"
 
"Certo"
Un altro passo.
 
"Non potrei mai interessarmi a te"
 
"Sicuro"
Un altro passo.
 
"Continui a rimanere un moccioso"
 
"Su questo posso farti cambiare idea"
Un altro passo.
Erano così vicini che poteva sentire il respiro caldo dell'altro.
 
"Farmi cambiare idea è molto difficile"
 
"Non sarebbe divertente altrimenti, sai che le persone noiose non le sopporto"
 
 
 
Quel giorno non seppe cosa gli era preso; parlare in quel modo fino ad arrivare a provocare quello che considerava uno degli esseri umani più fastidiosi mai incontrati e permettergli addirittura di baciarlo. Decisamente aveva bevuto troppo prima di andare a quella riunione.
Sperava solo di avergli fatto male dopo che lo aveva scagliato fuori dalla nave con un tornado di sabbia.
 
Allearsi con lui...
Prima il mondo doveva finire.
 
 
 
 
 
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Guardò le pagine senza più alcun interesse.
 
Alabasta salva.
Scoperta organizzazione segreta.
Eroe del paese si rivela un traditore.
Titolo della Flotta dei Sette ritirato.
Rinchiuso nella prigione più sicura al mondo, Impel Down.
 
Crocodile.
Il suo rettile.
 
Doflamingo lanciò il giornale per terra passandosi una mano tra i capelli biondi.
"Te l'avevo detto di allearti con me, perchè non mi hai ascoltato stupido idiota?"
 
 
 
 
 
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La battaglia di Marineford, una guerra che sarebbe rimasta per sempre incisa tra le pagine della storia.
 
La Marina al completo e la Flotta dei Sette contro Barbabianca, la sua ciurma e tutti i suoi alleati.
 
Di certo sarebbe stato un folle a rimanere nella sua cella, soprattutto ora che aveva uno scopo per uscire.
E l'occasione per scappare gliela fornì proprio la persona che lo aveva mandato lì dentro, quel ragazzino con il cappello di paglia che condivideva con lui il sogno di una vita.
Ciò che lo aveva spinto a scendere fino all'inferno era l'amore, l'amore che provava per un fratello maggiore e per cui avrebbe volentieri sacrificato la sua stessa vita.
A lui non interessavano i suoi motivi, aveva accettato di aiutarlo solo per poter avere la possibilità di uccidere Barbabianca, la guerra era solo un ostacolo in più.
 
Arrivati sul campo di battaglia cercò subito di portare a termine il suo piano ma venne fermato per la seconda volta da Mugiwara.
 
"Ace tiene molto a quest'uomo, non lo devi toccare!"
 
Con un pugno ricoperto d'acqua lo aveva sbalzato lontano, e così si era ritrovato a combattere contro Jozu, uno dei comandanti alleati di colui che chiamavano 'Padre'.
Stava per eliminarlo definitivamente quando l'altro si bloccò a poca distanza da lui.
 
 
"Fufufu~ E' bello vedere che sei uscito di prigione, coccodrillo! Com'erano i bagni di sangue bollente?"
 
 
Crocodile sollevò lo sguardo fino ad incontrare quelle lenti fastidiose.
"Doflamingo, vedi di farti gli affari tuoi.
Potrei sempre ucciderti"
 
 
Doflamingo, appollaiato sopra la schiena di Jozu, lo guardò ridendo.
"Sei sempre stato bravo a parole. Che ne dici di unire le forze?"
 
"Unire le forze?" chiese scocciato.
 
"Esatto. Il regno di pirati vecchio stampo come quello di Barbabianca finirà presto, e la nuova era sarà quella in cui chi ha la forza avrà ogni bene immaginabile e conquisterà ogni cosa. Non vorresti forse anche tu un pezzo di questa gloria? Non sarebbe male, no? Sebbene il tuo titolo ti sia stato tolto, alla fine, in termini di potere e portamento, siamo entrambi membri della Flotta dei Sette, giusto?"
 
Crocodile cominciò ad irritarsi.
"Sarà meglio che un rifiuto come te la smetta di considerarsi al mio livello. Allearmi con te, prima che succeda una cosa del genere il mondo deve finire. Quindi volevi forse dire "permettimi di servirti"?"
 
Il biondo scoppiò a ridere e scosse la testa.
"E io che pensavo fossi diventato una persona più ragionevole..."
 
L'uomo dall'uncino dorato ghignò in risposta.
"Sarei qui se fosse così?" domandò per poi creare un tornado di sabbia con la mano destra. "Sables!"
La tempesta colpì Jozu e Doflamingo, il primo volò lontano, il secondo riuscì a non essere scaraventato contro una parete di ghiaccio creata precedentemente dall'ammiraglio Aokiji.
 
Cominciava ad averne abbastanza delle proposte del fenicottero gigante.
 
 
 
 
 
 
 
 
Era venuto lì per uccidere Barbabianca ma quando vide che l'esecuzione di Portuguese D. Ace stava per essere portata a termine decise si intromettersi mettendo fuori gioco i due boia.
 
"Crocodile?" urlò sorpreso il Grand'Ammiraglio; decisamente non si aspettava un'intromissione da parte sua.
 
"Eliminerò il vecchio più tardi, ma ora, piuttosto che vedere il vostro sorriso soddisfatto sono disposto anche a fermare l'esecuzione"
 
 
Non appena pronunciate quelle parole, la sua testa venne staccata di netto da un filo invisibile.
 
 
"Ohi, ohi, Crocodile. Prima ti chiedo di allearti con me e tu in risposta ti allei con Barbabianca? Non è affatto carino da parte tua. Sappi che questo è abbastanza per rendere un uomo geloso"
 
La testa del moro si ricreò come se nulla fosse.
"Io non mi alleo con nessuno"
 
"Questo vuol dire che stai cercando di liquidarmi"
 
"Più o meno"
 
 
I due uomini si guardarono mentre i marines attorno a loro non si muovevano a causa della paura. L'unica persona che li fissava con interesse era un altro membro della Flotta dei Sette, Drakul Mihawk.
Quando i due ripresero a combattere distolse il suo sguardo.
 
 
 
 
 
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Dopo la battaglia di Marineford, in cui avevano perso la vita il fratello di Mugiwara e Barbabianca, era tornato nel Nuovo Mondo accompagnato da Mister One.
Nonostante la Marina avesse vinto, in molti sapevano che non era stata una vittoria schiacciante, e tutto perchè si era lasciata sfuggire Mugiwara da sotto il naso. Ogni pirata presente, lui compreso, lo aveva aiutato a scappare nonostante il ragazzino avesse perso i sensi alla vista del corpo senza vita del fratello.
Alla fine era riuscito ad allontanarsi a bordo di un sottomarino e la guerra era stata fermata dal provvidenziale arrivo di uno dei 4 Imperatori, Shanks il Rosso.
 
Vedere la Marina vittoriosa proprio non gli andava, ma sapeva anche che quel ragazzino, se si fosse mai svegliato, avrebbe dovuto fare i conti con una realtà in cui il fratello non era più presente.
 
Probabilmente ora avrebbe capito le parole che gli aveva detto ad Alabasta quando l'altro gli aveva urlato che sarebbe diventato il nuovo Re dei Pirati.
 
 
" Brutto marmocchio impudente! Questa frase è così irriverente che nemmeno la gente di mare più esperta si sogna di pronunciarla! Te l'ho già detto... il mare pullula di fenomeni come te! Ne ho conosciuti a bizzeffe di piratucoli che si credono padreterni! Prima ti renderai conto di cos'è veramente il mare e prima abbandonerai questo tuo sogno impossibile! "
 
 
Per realizzare i proprio sogni bisogna essere pronti a tutto, anche al sacrificio. La sua mentalità infantile gli aveva fatto saltare i nervi e per quello si era sentito obbligato a fargli capire che quello a cui mirava era solo un miraggio.
 
Per molte migliaia di anni, la stella Polare è stata usata come guida e punto di riferimento per i navigatori in quanto essa illumina la strada verso nord, evidenziandolo come punto di riferimento terrestre e marittimo in modo inequivocabile.
Per quel ragazzo la Stella Polare non era un punto luminoso nel cielo notturno, ma una persona, e ora che l'aveva persa per sempre si trovava ad un punto di rottura.
 
Lo sapeva, ci era passato, quelle ferite non guariscono facilmente, ci vuole tempo e pazienza, e, forse, non guariscono mai.
 
 
Sfogliò il giornale del giorno mentre alcuni dei suoi uomini stavano effettuando i rifornimenti.
Quello che lesse gli fece sgranare gli occhi.
"Che diavolo stai combinando moccioso?"
 
 
 
 
 
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Dannazione.
Non poteva credere di aver perso contro un ragazzino.
Guardò il cielo mentre la gabbia per uccelli si stava lentamente dissolvendo; rimpiangeva i suoi occhiali che, chissà perchè, era stata la prima cosa che Mugiwara si era premurato di distruggere.
 
Tossì sputando sangue e tornando a sorridere sentendo dolore ogni volta che respirava, segno che oltre al braccio destro e alla gamba sinistra aveva anche due costole rotte.
 
La sua famiglia era stata battuta, il suo regno distrutto.
Era sdraiato con la schiena contro ciò che rimaneva del Palazzo Reale; sapeva bene che era giunta la fine per lui, sperava solo di morire prima di essere trovato da qualsiasi marine.
E dire che si trovava in quella situazione per colpa di Law... quel ragazzino impertinente ne aveva fatta di strada per poter compiere la sua vendetta.
 
"Roci..."
Quel nome gli uscì dalla bocca in un sussurro, quasi si sentisse colpevole a pronunciarlo ad alta voce.
 
 
Mentre fissava il cielo azzurro qualcosa gli finì nell'occhio ed oscurò momentaneamente il sole.
 
 
Sabbia.
Aspetta, sabbia? Aveva le allucinazioni?
 
 
Sorrise guardando la figura davanti a sè.
"Bel trucco signor pirata" sussurrò piantando i suoi occhi in quelli neri dell'altro per poi perdere i sensi, ma non prima di aver sentito le parole dell'altro.
 
"Come sei ridotto, che pena"
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Aprì gli occhi trovando davanti a sè un soffitto di legno scuro.
Abbassò lo sguardo sul proprio corpo e lo trovò ricoperto di bende; con l'unico occhio non coperto si guardò in giro e capì di essere su un letto.
 
"Ehi"
 
Crocodile chiuse il libro e si tolse gli occhiali da vista per poi appoggiarli sulla scrivania davanti a sè.
 
"Eri conciato piuttosto male" disse alzandosi e raggiungendo l'altro.
 
"Già, diciamo che ho sottovalutato un po' la situazione"
 
Crocodile lo fissò con uno sguardo che non seppe decifrare.
 
"Ehi Croco-chan, ti va di entrare a far parte della mia famiglia?"
 
"Non penso sia rimasto ancora qualcuno"
 
"Probabile. Cosa ci facevi a Dressrosa?"
 
"Ho letto il casino che hai fatto sul giornale e sono venuto a dare un'occhiata. Di certo non mi aspettavo di trovarti quasi morto"
 
Doflamingo sorrise.
Crocodile si avvicinò e gli posò la mano destra sulla fronte.
 
"Cosa fai?"
 
"Controllo se hai la febbre. Non voglio cadaveri nel mio letto" rispose l'uomo per poi rimuovere la mano.
 
"Allora, Dottore? Qual è il responso?"
 
"Direi che sei affetto dalla 'Mugiwarite', quindi non andrai in giro per alcune settimane, sempre che il tuo corpo riesca a guarire"
 
"Davvero divertente Doc-Croc. E che cosa intendi fare?"
 
"Al momento sei inutile, potrei buttarti fuori bordo e liberarmi di te che, lasciatelo dire, sei una bella seccatura. Tutta la Marina ti sta cercando e averti sulla mia nave non mi sembra una grande idea."
 
"E quindi intendi buttarmi in mare?"
 
"No"
 
"Perchè?"
 
"Perchè, come ti dissi una volta, non sei tu a decidere cosa devo o non devo fare, e quindi dico sì"
 
"Cosa?"
 
"Allearmi con te"
 
Doflamingo rimase per la prima volta in vita sua senza parole e quindi si limitò a fissare la faccia dell'uomo davanti a sè aspettandosi che l'altro gli dicesse che stava scherzando e che non avrebbe mai fatto squadra con lui, ma non avvenne nulla di tutto ciò.
La faccia di Crocodile non era mai stata così seria.
 
"Tu... tu hai detto che non ti saresti mai alleato con nessuno"
 
"È vero, ma questa volta credo farò un'eccezione"
 
 
Il silenzio del biondo durò così a lungo che il moro controllò se non fosse morto per lo shock.
Quando il fenicottero si riprese lo fissò nuovamente sorridendo per poi chiedere:
"E cosa ne è stato del 'il mondo deve finire prima che mi allei con te' ?"
 
Crocodile lo guardò dedicandogli uno di quei ghigni che tanto gli piacevano.
 
"Quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla."
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Grazie per aver letto!
Ace of Spades☆
  
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