Desclaimer: In questa storia il linguaggio usato è volgare, senza mezzi termini. Può
essere offensivo.
Gli argomenti trattati sono indelicati,
possono essere ritenuti violenti.
I personaggi possono essere misogini, razzisti,
omofobi e possono risultare crudeli.
Questa storia è finzione. Ciò che scrivo
non è ciò che penso.
“Non è facile essere
sempre ubriachi,
lo sarebbero tutti
se fosse facile...”
UNTIL IT
KILLS
VIII – Ethan Crook
Continua
a essere uno schifo.
VIII – ETHAN CROOK
Continua
a essere uno schifo.
Dall’incidente –sempre che si possa chiamare così-
di Bennie erano passati tre mesi. Uno schifo totale, quel periodo.
C’era stato il funerale e tutte quelle cazzate che
seguono alla morte di qualcuno e, poi, c’era stato il processo a Murray senior.
Quel fottuto pezzo di stronzo è finito al gabbio in
men che non si dica. La cosa che mi fa più schifo di tutto, però, è il fatto
che prima che qualcuno facesse qualcosa Bennie ci ha lasciato le penne. Ancora
ci sto male, se ci penso. Eppure non posso farci nulla, perché è andata così e
avremmo dovuto prevederlo. Facile, no, col senno di poi?
Lo sapevamo tutti… Abbiamo chiuso gli occhi. Ci
siamo voltati dall’altra parte davanti ai suoi lividi e a quelli di sua madre.
Che cazzo puoi fare per fermare ’sta merda, quando non hai che diciassette
anni? Miseri diciassette anni, ‘catroia. Non c’è storia, oltre a dire a Bennie di
andarsene da lì non avremmo potuto fare una mazza. C’abbiamo anche provato a
invitarlo da noi, ma lui ci aveva detto che non poteva lasciare sua madre in
balia di quel depravato dimmerda. Allora che fai, eh?
Lo chiedo a tutti quei virtuosi
moralisti che hanno sempre la
risposta a tutto e che hanno sempre un consiglio pronto quando si tratta della tua
vita. Che fai, alla fine, quando non hai alcun potere e non puoi mettere il
naso nella famiglia altrui? Te ne sbatti. È questo che fai.
Fa
tutto schifo, ma la vita è così. Erano cazzi
di Bennie, alla fine.
Cioè, adesso passo per un cazzo di insensibile, ma
vi assicuro che sono stato male anche io. È dura ammetterlo per un ragazzo, ma
è così. Io e Murray ci conoscevamo da… da sempre. Avevamo fatto tante di quelle
stronzate insieme, che non riesco nemmeno a contarle. Eppure non posso più
farci nulla, adesso, e non mi posso nemmeno fermare. Alla fine ci sono tutti
gli altri con cui stare e, anche senza Murray, dobbiamo continuare a vivere.
Poi c’era Jessey con me e lei mi aiutava a stare su
di morale… Se non ci fosse stata lei, con tutta probabilità, ci avrei messo un
po’ di più a riprendermi. Ma ora era tutto finito.
Così, quella sera, come ogni sabato, mi ritrovai
con gli altri al Lighthouse, con la vodka nello zaino
e la mano stretta in quella della mia ragazza. Qualche passo dietro di noi,
c’erano anche mia sorella e Les, che parlavano fra loro e sfoggiavano entrambi
magliette dei Murderdolls, visto che erano andati al
concerto un paio di sere prima. C’era qualcosa di strano, in quel cazzone di
Shands, nell’ultimo periodo. Era come se la morte di Murray l’avesse stravolto.
Non se n’era accorto nessuno, ma io lo conoscevo bene e avevo notato che aveva
perso qualcosa per strada. Non so cosa, perché alla fine era il solito pezzo di
merda di sempre. Infatti mollò Chryst non appena entrammo dentro e occupammo il
divanetto all’angolo, per andare a fare il filo a quel gran pezzo di passera di
Linda Myers, che era single da quella mattina. Il suo ormai ex, Rob Bawler, le aveva detto che
c’aveva un’altra tipa e che lei gli aveva rotto il cazzo. Testuali parole: ho
sentito tutto, nel bagno dei maschi, mentre mi facevo una canna con Les. Lui,
furbo come pochi, mica si è lasciato scappare l’occasione e le si è attaccato
come una sanguisuga e, come sappiamo tutti, nessuna dice di no a Shands.
«…Eeth mi presti mica cinque sterline? C’ho voglia
di un Mojito, non c’ho nulla.»
Mi fece Trix, sporgendosi sul tavolo e mettendomi
davanti agli occhi le tette tenute su dal push-up.
Vista la grandezza, doveva essere in pieno ciclo oppure quel reggiseno aveva
un’imbottitura da far paura. Comunque non feci caso al suo tentativo di
attizzarmi, e le rifilai i soldi senza dire una parola. Non avevo affatto
voglia di scenate di gelosia da parte di Jessey, che
ogni volta si scazzava una cifra quando quell’oca di Moody si atteggiava in
quel modo. Avere una ragazza ha i suoi cazzi. Uno schifo…
«C’è qualcuno che ti piace qui?» Domandò poi a mia
sorella, sempre con quest’aria da la-figa-ce-l’ho-solo-io-qui.
«Potremmo provarci, no? Che sei abbastanza accettabile stasera… Ti sta bene la
tinta verde.»
«Grazie.» Nel dirlo, Chryst mi rivolse uno sguardo
che la diceva tutta su quel che ne pensava di Patricia. «Non sono interessata a
nessuno. Piuttosto Andrei a prendermi della vodka.»
Dicendolo si alzò e andò da sola al bancone e Trix
sbuffò, prima di guardarmi con ‘sti occhi ricoperti di trucco da fare invidia a
un panda. Vedendo che non gliela davo vinta, allora, andò a sedersi sulle
ginocchia di Lockie, a sfregargli il culo addosso, cercando attenzioni. Da
quando Chryst era diventata parte della compagnia e Lester la trattava come sua
pari, quella cogliona di Moody faceva di tutto per diventare la sua amichetta
del cuore. Era tutta una tattica da malati mentali per entrare nelle grazie di
Shands, ma zero. Lui se ne sbatteva come al solito… Eppure pensavo che le sarebbe
passata ‘sta stronzata della cotta. Mi aveva confidato che Bennie le si era
dichiarato e lei aveva rifiutato, la sera stessa in cui poi suo padre l’aveva
ammazzato in mezzo alla strada. Le dispiaceva un po’ per come l’aveva trattato
e al suo funerale non aveva fatto altro che piangere e dire che avrebbe potuto
amarlo davvero, un giorno, se fosse stato ancora vivo. A volte sosteneva pure
che, probabilmente, lui l’avrebbe trattata come una principessa e presto o
tardi si sarebbero innamorati e sarebbero diventati una coppia bellissima.
Tutta la messinscena era finita un paio di settimane dopo il funerale e si era
dimenticata di far finta che il dramma avesse colpito soprattutto lei. Alla
fine era tornata a sospirare per Les come suo solito e a rompere le palle a me
e Cochrane. Uno schifo.
Che Lockie se la fosse fatta veramente, poi, cazzi
loro. Non me ne frega nulla, delle scuse che pigliano per scopare. Lui m’ha
anche raccontato che lei gli è arrivata in casa a piangere e non ha potuto fare
nient’altro che consolarla ficcandoglielo dritto in gola. Almeno ha smesso di
lamentarsi, ha detto. Come dargli torto… Comunque, quella sera Cochrane
era talmente fuori che non faceva nemmeno più caso alle sue moine. A dirla
tutta era ubriaco da tempo, come se non volesse più tornare ad affrontare la
realtà da sano. Non l’ha presa mica bene, la storia di Bennie. Non l’ho più
visto sobrio dopo il funerale, credo. Beh, ma non me ne frega un cazzo.
«Ho saputo che c’è una festa al porto, stasera.» Fu
Tye a tirarmi fuori dallo scazzo causato da Moody, non appena arrivò al tavolo
con un Cosmopolitan in mano. «Mi ha mandato un sms
Curtis, poco fa. Ha detto se vogliamo andarci.»
«Perché no?» Mi voltaic
verso Jessey e le accarezzai i capelli neri che
profumavano di balsamo. «Ti va?»
«Sì… Non c’è nulla da fare, alla fine.»
«Allora avviso Curtis che arriveremo fra un’oretta.»
Dicendolo, Chambers prese il cellulare e digitò di
tutta fretta. Dopo la festa in casa Ranson, lui e
Curtis erano diventati grandi amici. Era una cosa segreta, dal momento che era
meglio che il resto della scuola non sapesse che se la facevano. Pensare che
uno come Ranson ficcasse l’uccello nel culo a un
ragazzo, avrebbe riscosso non poco scalpore. Frega davvero un cazzo, a me. Ma
la gente è ottusa… uno schifo, ‘sto
mondo.
Nel giro di un’ora, comunque, ci ritrovammo a River
Freshney, nel parcheggio. C’era tantissima gente che
non conoscevo e altri, invece, che venivano al nostro liceo. Una bolgia
infernale, quella festa. C’era un baldacchino in cui avevano improvvisato un dj
set con delle mega casse e, in mezzo ai container, si era creata una pista da
ballo. C’era ‘sto gruppo di amiche di Trix a cui lei si unì e iniziarono a
strusciarsi e limonarsi fra loro, per attirare l’attenzione di quei tizi che
stavano all’angolo con una birra in mano. In men che non si dica, questi si
avvicinarono a loro, e iniziarono a provarci. Non era difficile capire che, non
molto tardi, si sarebbero ritrovati a scopare da qualche parte.
«Ce l’ha fatta a trovare qualcuno…» Se ne uscì mia
sorella, superandomi e fermandosi a guardare la scena. «Non è stato poi così
difficile. Certo, fossi in lei starei attenta a Slate. Non è un tipo
affidabile…»
«Se l’è andata a cercare.» Le rispose Jessey, accendendosi una sigaretta e passandogliela. «Una
volta o l’altra qualcuno le farà del male, se non impara a scegliersi i
partner.»
«Vi preoccupate troppo!» Lockie scorrazzò a tutta
velocità accanto a noi, prima di bloccarsi un secondo a guardarci. «Bisogna
divertirsi intanto che siamo giovani!! Buttatevi anche voi!!!»
Poi ripartì e si lanciò nella mischia, andando a
cercarsi una passera con cui passare la serata. Io non potevo affatto
comportarmi come lui, visto che stavo con Pope, quindi rimasi dov’ero a fissare
la scena. Forse era meglio essere occupato… Non sono mai stato bravo con le
ragazze. Jessey era arrivata da me e mi andava bene
così. Era comoda, come situazione. Beh, si era messa con me solo perché glielo
aveva detto Lester… Questo lo sapevo. Me l’aveva detto, alla fine. Ma che
importa? L’unica cosa che contava era che non avevo dovuto prendermi la briga
di cercarmi qualcuna da solo.
Certo, ancora non avevo infornato la pagnotta… Ma
questo Shands non poteva saperlo. Non era colpa mia! Al momento di metterglielo
dentro, mi prendeva male ed evitavo. Insomma, sapevamo tutti dei trascorsi di Jessey. Un po’ ero spaventato! Però era proprio una brava
ragazza e non potevo lasciarla solo perché ero un coglione. Sono uno schifo
di uomo… Pessimo.
«Hey, Crook, hai qualcosa
da bere nello zaino?» Lester mi diede una pacca sulle spalle che quasi mi
uccise e mi voltai a guardare il suo muso tutto eccitato reso quasi
caricaturale dall’anfetamina. «Ho una sete, porcatroia.
Linda, qui, mi ha sfiancato!»
«Ho vodka, gin e birra.»
«Vada per il gin… Ohi, Chryst, ne vuoi un po’?»
Chiese poi a mia sorella, snobbando quella poveretta di Linda, che era stata
trascinata fin lì con chissà quale promessa. «Ce lo beviamo insieme…»
«Non credevo fossi così generoso.» Gli rispose lei,
alzando appena un sopracciglio nel modo in cui fa quando è lusingata. «Un
goccio e basta. Forse anche Linda ne vuole un po’, no?»
«Naaah. Non beve, a
quanto pare.» Si lamentò lui, prima di avvicinarsi a lei. «Per quello c’ho
messo tanto a farmela. Che cazzo… Ho dovuto smanettarmelo per un po’ per
tenerlo duro prima che si convincesse a farmelo infilare.»
«Lester!!» Linda si lamentò, indietreggiando
appena. «Che cazzo?!!»
«…è la verità.» Lui sorrise con quella sua tipica
strafottenza, allargando appena le braccia. «Poi continuavi a stringere le
gambe! C’hai paura del mio uccello e non possiamo farci nulla!»
La povera malcapitata diventò tutta rossa e se ne
andò, mentre scoppiavo a ridere divertito. Cazzo posso farci? Quando fa così
non riesco a restare serio! Non si può… è troppo coglione a dire in faccia quel
che gli passa per la testa. Per questo l’ho sempre invidiato un po’, perché se
fossi come lui, probabilmente, non starei con Jessey
solo perché mi fa comodo. Le avrei già detto che mi fa impressione vederla nuda
e che ho paura che m’attacchi qualche malattia venerea.
«Ragazzi… Ho parlato con Curtis!» Chambers spuntò
alle nostre spalle e ci voltammo tutti a guardarlo. Aveva quest’aria felice di
chi si sta per svuotarsi le palle. «Ci ha invitato sulla sua barca!»
«Ha pure una barca?» Domandò Shands, sventolando il
gin. «Quanti cazzo di soldi ha?»
«Che importa?! Andiamoci!» Gli rispose lui,
lanciandomi uno sguardo supplichevole. «Dai, ci divertiremo. Saremo solo noi e
un paio di suoi amici!»
«Che stiamo aspettando? Di sicuro ci sarà un
frigobar là sopra!»
«Il ragionamento di Shands non fa una piega.» Concluse
mia sorella, scostandosi i capelli verdi dal volto. «Jessey,
a te va? Ci beviamo qualcosa insieme mentre cavalchiamo le onde…»
La mia ragazza ridacchiò appena e s’incamminò con
lei, seguendo Tye tra la folla e i container, diretti alla barca. Les si mise
accanto a me e sospirò, storcendo appena le labbra. Non gli chiesi che cosa gli
passasse per la testa, visto che sapevo benissimo che me lo avrebbe detto lui.
Non gli sta in bocca nulla a quel fesso… Ci vollero giusto due minuti, prima
che iniziasse a lamentarsi con me, lanciando sguardi scazzati a Jessey e Chrystal. Che cazzo… Un altro schifo di sproloquio
melodrammatico di quel pezzo di merda. Ma d’altronde era il mio migliore
amico…
«…e così andiamo a fare un giro romantico in barca
proprio dopo che ho cacciato Linda? Se l’avessi saputo l’avrei trattata bene
ancora per un po’…»
«Magari a bordo ci sono ragazze libere.»
«Lo spero proprio perché non potrei sopportare di
sbrodare in mare dopo una sega, mentre gli altri trombano tra loro. Porcaputtana!»
«Non preoccuparti, non succederà.»
Eppure successe… Quando fummo sulla barca ci
accorgemmo che i presenti erano tutti accoppiati. Gli amici di Ranson erano una tipa e un tipo fidanzati tra loro e,
quindi, solo Les e Chryst erano single. L’unica consolazione è che avrebbero
potuto tenersi compagni tra loro, mentre gli altri pomiciavano. Certo, Lester
non ne sarebbe stato affatto contento, ma a chi importa?
«Crook, dovrai farmi da compagna…» Le disse lui,
prendendole il fianco e trascinandola verso prua. «Saremo come Capitan Uncino e
Spugna.»
«Io faccio Uncino!» Ridacchiò mia sorella,
seguendolo e tenendo la bottiglia di gin stretta al petto. «Che ne dici,
Shands?»
«Okay… altrimenti potremmo essere come Jack e
Rose.» Gli sentii dire, prima di lanciargli uno sguardo torvo, mentre Jessey scendeva nella cabina dove c’erano gli altri. «Senza
l’inconveniente dell’iceberg, ovviamente.»
Non sentii più nulla, dal momento che andai da Ranson e i suoi amici, abbandonando Chryst in balia di quel
coglione. Sapevo che, comunque, avrei potuto fidarmi di lui. Perlomeno non era
uno sconosciuto e, poi, le voleva bene come a una sorella minore. Andai quindi
al frigobar e prese un paio di birre, ringraziando Curtis e mettendomi poi a
sedere sulla panchina rivestita in pelle. La barca era una figata assurda e lo
diventò ancora di più quando il proprietario la portò a un paio di miglia dalla
costa. Non che la sensazione di gioia durò molto, visto ciò che stavo per
vedere.
Uno
schifo, ragazzi. Jessey può anche dirmi che non c’è nulla di male, ma era davvero uno schifo.
Hello
everybody!!
Ecco
il nuovo capitolo… Sono passati tre mesi e le cose vanno avanti dopo la morte
di Bennie. Non si è ancora capito molto, ma poi pian piano si spiegherà.
Comunque è stato suo padre a ucciderlo.
Detto
questo mi scuso se il capitolo è un po’ più corto, ma prometto che quello di
Lester sarà appena più lungo. Solo che devo incrociare gli avvenimenti!
Preparatevi
al peggio… o, chissà, a qualcosa di divertente!
Come
al solito, questa è la mia pagina facebook da
scrittrice! Lì sarete sempre aggiornati…
https://www.facebook.com/pages/Michelle-Morrison/390257021129034
Grazie
a chi segue questa storia completamente casuale e fuori dagli schemi!
Non
siate timidi e lasciate pure una recensione… anche per insultare i personaggi!
Ci sta sempre… ;)