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Autore: ladyflowers    29/11/2008    5 recensioni
< < Ma ogni suo pensiero venne cancellato (non che ne avesse molti...) quando scorse sopraggiungere una creatura elfica presso il ponte. Che visione sublime! Era bella come la luna nel cielo, gli occhi azzurri luminosi come stelle i capelli lunghi e setosi. La riconobbe subito, l'avrebbe fatto anche tra mille elfe, era lei... era la sua speranza di vita, il suo amore proibito che rendeva ogni fatica un peso leggero al pensiero di tornare a vederla: "Hinata! - esclamò Sasuke facendo un passo avanti - Sei sempre bella e radiosa come ti ricordavo, delicata come un fiore e... un po' più altina... ma pur sempre affascinante e femminile!" Ci fu qualche istante di silenzio finché l'elfa non disse: "Sono Neji, idiota!">> Questo e altro in una delle parodie più assurde nelle quali i nostri ninja potessero venire coinvolti! Leggete per scoprire quali altre perfide idee l'autrice ha architettato... le avventure nella Serra di Mezzo continuano!!
Genere: Parodia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Incubo

IL RITORNO DI SAS'KE
E dell'Autrice, data per dispersa...



CAPITOLO IXX: Sogni inquietanti a Mordor



Flashback... molto flashback... che più flashback non si può

Tanto tempo fa in un fiumiciattolo sfigato della Serra di Mezzo due Mobbit pacifici erano intenti a pescare dei pesci (tzé, illusi...) con un misero bastoncino che, teoricamente, dovrebbe rappresentare una canna da pesca.
Uno di codesti esseri sarebbe oggi irriconoscibile ma, grazie alla mia onniscenza di narratore indiscreto, riesco a capire di chi si tratti in realtà.
Non ha ancora la pancia scoperta e gli occhi sono più vitali rispetto a quelli opachi quanto un vetro alitato che ha attualmente.
Eh si, è proprio lui. Stiamo parlando di Sai, lo stesso Sai dal volto imperscrutabile e spento... lo so che è assurdo ma anche lui, tempo fa, era una persona e pensate, nemmeno se lo ricorda!
Dicevamo, il nostro Sai era intento a pescare tranquillamente con il suo amico Mobbit.

Finché questi non esclamò meravigliato: “Saila tirano la canna! E' un pesce (ma dai?!)”

“Magnifico Sampei! Ti aiuto!”

Saila (ricordate, attenti lettori, che questo era il suo nome prima di essere posseduto dall'anello. Forse il cambiamento di nome è stata l'unica cosa positiva che ha avuto...) e Sampei insieme tirarono sudando come culturisti in palestra.
Tirarono e tirarono ma a nulla valsero i loro immani sforzi. Il pesce non voleva farsi uccidere così ignobilmente, almeno finché non sentirono un qualcosa di gutturale provenire dalle amene acque del torrente, una voce talmente grave da ricordare un nonnetto con la broncopolmonite e il catarro collante (perdonate l'immagine ma questo è il prezzo dell'onesta imparzialità).

Ecco le parole pronunciate da tale abominevole essere:
“Piantatela di tirare o vi trito come carne da macellare!”

Sampei, il meno coraggioso e il più cacasotto dei due, mollò immediatamente la presa lanciando un urlo degno di Candy Candy così che il povero Saila venne travolto dalla forza immane di quel pesce forzuto come una balenottera.
Solo che una balenottera non può alloggiare in un fiume ed è un mammifero. Lasciando da parte questa sindrome da Alberto Angela cerchiamo di spostare la nostra attenzione su Saila che è cascato in acqua e annaspa come un pesce rosso saltato fuori dalla sua boccia sicura.
Finché dalle acque non si alzò in tutta la sua possanza una strana creatura dalla pelle color puffo, gli occhi a bottone e le branchie che tremolavano come una foglia col morbo di parkinson.

“Oh perdincibacco! - esclamò Saila inghiottendo almeno due litri d'acqua che gli avrebbero fatto venire la dissenteria per anni – Un mutante! Un X-man!”

L'X-man in questione si estrasse, con una precisione chirurgica degna di E.R. - Pesci in prima linea - l'amo dalla bocca che mostrava una sfilza di denti che un dentista non si immaginerebbe nemmeno nei suoi sogni più proibiti e grugnì imbufalito come toro alla corrida:
“No! Uno non può farsi un bagno che qualche mongoloide viene qui con la sua barchetta e mi lancia sti schifi addosso! Ma come vi permettete eh?!”

Sampei, in un tonfo simile al rimbombo di una grancassa, era crollato svenuto sul suo nobile mezzo fluviale mentre Saila boccheggiava annaspando tra le acque.

Finché non disse, con una furbizia degna di un genio incompreso (incompreso perché é scemo, badate): “Ma tu allora chi sei? Io chi sono? Lui chi é? Lei...”

“Basta! Ho studiato il verbo essere quand'ero piccolo, assieme alle tabelline e a come fabbricare una bomba fatta in casa (Pubblicità sponsorizzata da: Deidara, l'amico dell'esplosione. Da oggi anche a casa tua!).
Mi chiamo Kisame, caccoletta, e faresti bene a ricordartelo, inoltre non sono un pesce: un uomo, capito? U_O_M_O!”

Saila era incredulo... da quando in qua gli uomini erano azzurri e ricordavano Flipper versione più incazzata e dentata? Doveva essersi perso qualcosa, magari una o due puntate della Vita in Diretta, lui che era sempre in stand-by o in play-back, a seconda dei giorni.
Finché un semplice, innocente, inconveniente non gli diede la spiegazione ovvia a quelle domande così fondamentali senza le quali la notte non avrebbe dormito, oltre perché aveva le luci della discoteca di fianco a tenerlo sveglio.

Kisame ad un certo punto infatti si portò la mano al petto biascicando:
“Porcaccia! Ho questo coso ficcato in gola... dannato giorno in cui l'ho inghiottito per sbaglio assieme al plancton...”
Saila puntò un dito contro, accusatore, dimenticando di stare per annegare:
“Ah-ah! Allora sei veramente un pesce!”
Kisame sentì gli occhietti acquosi schizzargli fuori dalle orbite, non solo perché stava soffocando, ma anche per la funesta rabbia ed esclamò tra un colpo di tosse e l'altro:
“Idiota! Ti sembra questa la cosa importante?!”

E poi un ultimo colpo di tosse, decisivo e sparato fuori con la stessa forza del proiettile che causò l'assassinio di Kennedy... insomma, davvero mortale.
E in effetti, con lo stupore massimo di Saila, l'inquietante mostro degli oceani aveva scaraventato fuori dall'orrida bocca da pescecane un oggetto luccicante che andò ad inabissarsi nel fiumiciattolo.
Kisame sorrise (insomma, digrignò i denti, ma siate clementi con questo poveraccio e fate finta che stia sorridendo quanto Jim Carrey) ed esclamò felice come chi non è stato bocciato a scuola nonostante le ripetute minacce da parte di amichevoli professori:
“Incredibile! Sono riuscito a tirarlo fuori! Ora potrò tornare ad essere uomo! Fottiti Kishimoto!”

Dicendo queste mirabili parole, piene di amore nei confronti del suo creatore, una luce brillante quanto Zac Effron con il gel o Piton con l'olio nei capelli, scegliete voi l'immagine meno raccapricciante, lo avvolse trasformandolo.
Ma quando Kisame aprì gli occhi scoprì cos'era diventato.

“Un pesce! - esclamò Saila entusiasta di questa trasformazione degna del Dr.Frankenstein – Sei tornato ad essere un pesce – lo prese tra le mani, nonostante si dibattesse con una furia da ciclope ubriaco – Era questo il tuo desiderio vero? Ora va, nuota verso la libertà, per oggi non ti cucinerò ma domani... scusa, la fame è brutta.”

Dicendo questo lo lanciò lontano lontano, sicuro che Kisame, il pesce divenuto quasi uomo inghiottendo una Roba Metallica Non Definita sarebbe stato più felice.
In quel preciso momento venne travolto da un'ondata (E mo basta, è ora che questo pezzente finalmente muoia! Nd Fiume Stufo di Lasciarlo in Vita) che lo sommerse completamente.
In quell'istante Saila scorse il luccichio della ruggine e attratto come una cornacchia che ha subito le crisi dei mutui e delle banche lo afferrò stringendolo tra le ditine.
Finché non venne afferrato da una mano lesta come un pistolero del west che lo scaraventò sulla barca facendola pericolosamente ondeggiare.

“Che hai trovato Saila?”
Bava alla bocca, occhi languidi, vena da schizzato che pulsava. Insomma un esserino pacifico al quale affidereste perfino in vostri figli con tanto di coltello in mano.

“Questo!”
Disse l'ingenuo Mobbit mostrando il chiavistello in tutto il suo luccicante pericolo.

Sampei sgranò gli occhi e sentì il bisbiglio seducente dell'oggetto richiamarlo... peccato che lo avvertisse anche Saila. Interferenze radio, possono capitare.
Per questa sfortunata coincidenza tutti e due si trovarono a bramare quel pezzo di ruggine ancor più di quanto bramavano il pesce, per la gioia di Kisame, e quando Sampei fece per allungare una mano così da afferrarlo, Saila indietreggiò esclamando inviperito:
“Eh no bello! Chi si è fatto il mazzo annegando nel fiume?!”

Il pescatore portò minaccioso un indice in avanti ribattendo furibondo quanto Era dopo aver scoperto i numerosi tradimenti di Zeus: “Ué ciccio mica sei morto – in effetti... – e poi chi è che ti ha salvato?! Io, quindi l'anello è mio!”

Saila, la povera mentina della Serra di Mezzo, spalancò la bocca incredulo... quel tipino aveva ragione. E poteva anche dire addio al chiavistello arrugginito.
Invece no, altrimenti il perfido mostro che scassa le balle a tutta la Compagnia del Chiavistello sarebbe stato Sampei.
Quindi in un modo o nell'altro l'inquietante essere impone la propria forza di volontà, un po' come quel mirabile dottore che vi ha ipnotizzato costringendovi a ballare nudi in mezzo alla mensa scolastica.

Infatti prontamente ribatté:
“Affrontiamoci da mezz'uomo a mezz'uomo! Ti propongo uno scontro bordo fiume, vista foresta e con un ampio box auto ad un prezzo praticamente regalato.”

“Ci sto – disse l'incauto pescatore – c'é anche l'offerta chiavistello in mano.”

Ora voi tutti vi chiederete: perché sfidarsi fino alla morte per un pezzetto di metallo arrugginito? Ebbene, come ormai saprete, il potere ammaliante del pericoloso oggetto era tale da rendere chiunque ne fosse vittima completamente dipendente da esso, un po' come i fumatori con la sigaretta o gli zero per chi odia matematica. Non te ne liberi davvero più.

I due allora si posizionarono per lo scontro ma, quando Sampei era in procinto di colpire, Saila lo arrestò, dopo aver posato il chiavistello, dicendo:
“Un momento! Dobbiamo prima recitare la preghiera del Buon Lottatore,  avanti decanta con me:

Bruce Lee nostro che sei in palestra,
sia premiato il tuo calcio,
venga il tuo pugno,
sia fatto il tuo katà, come in strada così in sfida.
Dacci oggi la nostra mossa quotidiana,
e rimetti a noi i nostri lividi come noi li restituiamo ai nostri picchiatori,
e non c'indurre in stanchezza, ma liberaci dalla sconfitta.
Punch

“Punch.” ripeté solennemente Sampei.
“Bene che lo scontro abbia inizio.”

* colonna sonora ufficiale *
Rocky con un pizzico di Fight Club e la canzone portante di “Pollon Combinaguai” disponibile nei migliori Negozi della Serra di Mezzo.
 
Ci furono un paio di botte da orbi, qualche parola che ferisce più della spada, con conseguenti zoppi  coi quali si impara a zoppicare ma senza perdere la testa o, nei peggiori casi, fasciarsela prima di essersela rotta.
Si, insomma si menarono, con la viulensa di armadilli in calore e i morsi letali di uno scoiattolo che ha appena fatto la limatura dei denti dall'arrotino.
Ma, purtroppo, erano ancora tutti e due vivi, almeno finché Saila non giocò la sua carta vincente: la demenza.

Afferrò rapido la canna (da pesca, le altre le aveva già fumate mentre pescava...) e, dopo aver guardato il suo rivale con odio, così come voi guardereste con odio chi vi impone di pulire la casa da cima a fondo con la scopetta per raccogliere le briciole, spezzò il prezioso oggetto di Sampei.

Questi abbandonò la lotta per scoppiare in un pianto disperato:
“NUOOOO! Cannuccia! Che fine ti ha fatto fare?! Oh morte crudele che prendi così il sopravvento su questa povera creatura innocente, la tua vita è stata spezzata proprio mentre stavi per mettere i primi germogli di bambù”

Ma, mentre era completamente distratto e con la vista offuscata dai lacrimoni, Saila gli si avventò contro afferrandolo per il collo e spremendolo come un tubetto di maionese.
Il Mobbit divenne tutto rosso e gesticolò come i mirabili esperti di linguaggio per sordomuti, peccato che, a parte qualche parola su cui è meglio sorvolare, rimase comunque incomprensibile.

“Ti strozzo!”
“Grndinsutiuf...”
“Che hai detto?” chiese incuriosito Saila.
“ghsl ... sofl....”
“Parla più forte non ti sento! - di fronte al mutismo e al dimenarsi delle mani Saila esclamò – Ma che maleducato! Io parlo e lui non risponde... e non gesticolare, chi te l'ha insegnato il galateo, il coniglietto Tippy? Basta, vorrà dire che ti strozzerò ancora di più!”

E così fece lasciando che Sampei si afflosciasse come un sufflé.
Lo guardò un istante, accorgendosi che era più morto di un morto e mormorò:
“Niente da fare, tu il solletichino proprio non lo sopporti... ti fa morire dal ridere. Ma, mi spiace, il chiavistello me lo prendo io.”

Dicendo queste parole piene di amore e amicizia, afferrò l'oggetto malefico e si allontanò con esso preparandosi a diventare un Trasformer di potenza micidiale.
Solo che, anziché diventare più forte e temibile, si abbruttì... insomma, possedere un chiavistello non ha nessun vantaggio, l'unico a non averlo ancora capito era lui.
E così all'anagrafe si fece cambiare il nome da Saila in Sai, iniziò a girare con la pancia scoperta e a lasciarsi crescere un'orrenda frangetta sulla fronte.
Insomma, sembra il percorso iniziatico di un transessuale, ma la situazione è ben più tragica.

Quando nelle caverne iniziò a preparare il sushi e a chiamare come tessssssoro quell'ammasso di ferraglia arrugginita la sua decadenza mentale, che comportava un progressivo abbandono dei neuroni con conseguente calo demografico e demenza, era ormai ad uno stadio terminale ed irreversibile.
Questa è la sua storia e questa è la vostra sfiga dell'esservela sorbita tuuutta tutta.

Fine flashback... molto flashback... che più flashback non si può


Naruto si svegliò all'improvviso imbevuto di sudore come potrebbe esserlo una carta assorbente e coi capelli incollati alla fronti per l'incubo terribile che aveva avuto.
“Bleah che schifo!”

Esclamò paonazzo. Gaara fece finta di svegliarsi di soprassalto e chiese preoccupato:
“Naruto cos'è successo? Hai sognato che facevano i filler dei filler nei cartoni animati? O magari che Sasuke si sposi con Sakurentola?”

Naruto storse la bocca in una smorfia inorridita: “Cielo! Che pensieri indicibili! Eppure il mio incubo è stato ben peggiore...”
Gaara sgranò millimetricamente gli occhi: “Peggiore di una storia tra Sakurentola e Sasuke? Accidenti, non mi viene in mente nulla...”

Naruto deglutì terrorizzato come una ecologista davanti ad una pelliccia:
“Ho sognato Sai che... si trasformava!”
“Argh!” esclamò Gaara per la prima volta seriamente preoccupato che qualcuno potesse minare la propria incolumità. Eppure Sai gli sembrava così puccio...

In quello stesso momento saltò giù dalla fenditura in cui erano nascosti, più precisamente nel condotto di scarico di Mordor, proprio Sai, terrore della Serra di Mezzo, che esclamò contento:
“Allora! Alziamo il culo e pronti a scattare! Dieci flessioni se non vi muovete, pancia in dentro, petto in fuori e siate uomini!”
Naruto scattò: “Sissignore!”

E, soddisfatto di aver dato prova di poter essere degno protagonista di Platoon o di Fullmetal Jacket, da noi italianizzati in Platone e Fullmetal Alchemist (Panic è la versione alternativa con inserti speciali), si allontanò saltellando a quattro mani, come farebbe una qualsiasi persona normale.

Ma, quando Gaara stava per muoversi, il savio giardiniere disse con gentilezza:
“No, prima mangia qualcosa padron Gaara.”
“Mmm va bene, se facciamo in tempo. Ma qualcosa di leggero, sai, il viaggio... vediamo, caviale, lasagne, costata ai ferri con contorno di patate e... ma si, facciamo un dessert, magari un tiramisù.”

Naruto spalancò gli occhi... e lui che credeva  di avere passato i limiti
col ramen. Poi Gaara che aveva tutta quella fame, manco fosse in cinta... perché... non era in cinta, vero?!
Lo guardò un po' stranito chiedendo ironico: “Qualcos'altro no, eh? Che appetito!”

Il Portatore abbassò lo sguardo, imbarazzato, per poi giustificarsi dando un'occhiata al prezioso monile che aveva al collo: “Ehm... il chiavistello. Pensa, stanotte l'ho sentito tirare il suo primo calcio... sapessi come si agitava...”

Preoccupato per la sanità mentale dell'amico il giardiniere gli diede qualche affettuosa pacca sulla testa per poi dirgli:
“Mi spiace ma ho solo hamburger: il Pan di Via elfico o anche conosciuto come il Take Away Mentre Sei Per Strada. Cosa vuoi, macChicken, macDonald, macChé, un Mac oppure un Windows? A te la scelta.”

In forte difficoltà Gaara rispose incerto: “Ehm... un Happy Meal?”
“Mah, come sei difficile.”

Dicendo questo tirò fuori un sacchetto con il pranzo completo che Gaara iniziò a mangiare fino a che, addentato il primo morso, non chiese sentendosi un po' colpevole:
“Ma tu non hai fame?”
Naruto scosse la testa dicendo con un sorriso tranquillizzante:
“No, ho mangiato prima!”

In quel preciso istante si produsse dal suo stomaco un lamento simile a quello di un gatto che stava per essere scuoiato vivo. Naruto arrossì affrettandosi a dire, di fronte allo sguardo perplesso di Gaara:
“Ormai il mio corpo mangia solo ramen, se osassi addentare quel panino succulento ed invitante come una porchetta rosolata avrei una crisi di rigetto e morirei.”

“Ah... ok...”

Così, rinvigoriti nelle forze, dopo che Naruto aveva assicurato che tanto aveva le scorte complete per il ritorno e i buoni mensa per mangiare quanti hamburger volevano, seguirono Sai che si agitava ogni volta che sentiva il Monte Vacuo borbottare... perché era da un po' che Orochimauron, troppo impegnato col giardinaggio e a tenere d'occhio nemici che si facevano allegramente in cavoli loro a Mordor senza che si prendessero provvedimenti, non gli offriva sacrifici umani.
Andiamo, inghiottire orchetti era come mangiare la pasta alla carbonara con la Nutella... no, non voglio sentire storie, so che lo avete fatto almeno una volta nella vita.

Ma chissà dove i nostri impavidi eroi andranno realmente? Strano, non lo sapevano neppure loro.



Siiiii! Ho finalmente aggiornato! Mi sono spremuta le meningi notte e dì per trovare la giusta ispirazione e portare avanti quesa mirabile parodia, oltre che per trovare la voglia e il tempo.
Così abbiamo iniziato anche il terzo e ultimo libro, il Ritorno di Sas'Ke.
Non so se sia già stato usato, sinceramente non mi sono documentata, ma ho pensato che era l'idea migliore per mantenere lo stesso suono dell'originale e per rispondere ai gravi problemi di orientamento di cui il nostro Sasuke soffre... il fatto che riesca a ritornare è una gran cosa!
Inoltre, applausi e lanci di rose, ora che ho il computer nuovo, anziché quello portatile della preistoria, posso usare l'html senza rallentamenti e, con la linea veloce, va che è un fulmine.
Quindi ecco a voi il restyling completo di quest'Opera Letteraria degna... di nulla... in ogni caso speriamo che vi piaccia questo piccolo lifting facciale.

E ora, con i lacrimoni come Sampei prima di essere ucciso da Saila, rispondiamo a voi, o impavidi recensori, che non mi avete abbandonato.
Anzi, inspiegabilmente, l'ultimo capitolo è stato quello ad aver avuto più recensioni... ah, che belli, i fenomeni paranormali!

haily: Ma grazie! Cari, vecchi Fizkiagull... li rivedremo ancora da queste parti, purtroppo per Gaara & Friends. Speriamo che questo capitolo faccia ridere, nonostante la vita e mezza che ci ho messo prima di aggiornare la storia. Incrocio le dita! XD

saku89: Sono davvero contenta che tutti i capitoli ti abbiano fatto ridere così tanto!! E non ti preoccupare, capisco bene cosa voglia dire non avere internet... Perdonami ancora per l'attesa! ^_^''

Sabaku no Akari: Sei troppo gentile!!! ^///^ Mi sento davvero carica di responsabilità... Comunque figurati, le spiegazioni su Kimimaro erano il minimo, anzi, mi ha fatto prendere più coscienza delle pazzie che stavo compiendo! Anche tu a Vattelapesca senza internet... niente da fare non puoi che avere tutto il mio appoggio, ci sono passata pure io, sob T_T... Grazie anche per il dialogo, spero che Tolkien non possa leggere o sarebbe in grado di resuscitare e uccidermi! Un grande bacio!

Prof: Ciao Prof! Fantastico, ti incontro anche qui nel Signore degli Ostelli! Me felice! Che dire se non ringraziarti per i complimenti e il commento. Per quanto riguarda la storia in sé diciamo che seguo il film, se non l'hai visto ti consiglio di guardarli tutti e tre, anche se io ho puntualmente rovinato ogni momento ricco di pathos. Il libro, beh, è davvero unico, inimitabile, a dire il vero è dalla terza media che non lo leggo, dovrei rileggerlo perché la mia mente comincia a vacillare (ehm... per la cronaca, ho 21 anni - wow età svelata - non 80 ma in questi casi la mia età celebrale non è recuperabile nemmeno con Brain Training...). Bacione e alla prossima! XD

Valery_Ivanov: Tesoro, non preoccuparti! Io ho fatto di peggio, non aggiornando da mesi, ma a me basta anche solo che tu legga i capitoli ^_^!! Sono contenta che ti siano piaciute così tanto quelle parti, anch'io le ho adorate! Per quanto riguarda il film, si vale anche per me, il terzo è il mio preferito! Un baciotto, spero che questo chappy faccia cominciare bene Il Ritorno di Sas'ke! XD

nenenene: Già, Edward ci stava a pennello... doveva restare, così magari insieme a lui quella banda di casi disperati della Compagnia riesce a combinare qualcosa di nuovo (Ma non ci penso nemmeno!! Nd Edward Che Fugge). Mi fa effetto risponderti alle recensioni anche qui, che bello! XD Bacio e al prossimo capitolo!! ^_^



 




  
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