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Autore: Mizuazu    02/02/2015    2 recensioni
Là,‭ ‬nelle Terre sospese nel cielo,‭ ‬vi sono loro.
Creature meravigliose,‭ ‬dal corpo umano e con splendide ali. Vivono in pace,‭ ‬senza preoccupazioni alcune.
Ed è qui che ha inizio tutto.‭
[Per la SouRin week e il compleanno di Rin!]
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Momotarou Mikoshiba, Nitori Aiichirou, Rin Matsuoka, Sosuke Yamazaki
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Là,‭ ‬nelle Terre sospese nel cielo,‭ ‬dove i campi scorrono a perdita d'occhio,‭ ‬i boschi dalle mille specie crescono rigogliose e gli animali vivono in armonia,‭ ‬vi sono loro.
Creature meravigliose,‭ ‬dal corpo umano e con splendide ali dai colori pastello.
Vivono in pace,‭ ‬senza preoccupazioni alcune.
Le creature come loro nascevano dall‭’‬Albero della Vita:‭ ‬un'imponente pianta dalle foglie sempre verdi e dai rossi frutti grandi e succosi avveniva la nascita.‭ ‬Un nuovo arrivato si presentava al mondo così,‭ ‬lacerando il frutto.
Ed è qui che ha inizio tutto.‭ 


Era un giorno speciale,‭ ‬il vento soffiava docile trasportando l'odore della vaniglia più dolce e c'era una piccola folla vicino l'Albero della Vita:‭ ‬non capitavano mai‭ ‬dei nascituri simultanei,‭ ‬ciò significava che un legame molto forte si sarebbe instaurato tra i due neonati,‭ ‬stava a loro una volta cresciuti dare un nome al loro sentimento.
Il primo ad essere estratto dal frutto fu un piccolo neonato dai radi capelli magenta e occhi rossi che si aprirono al mondo riempiendosi all'istante di grosse lacrime argentate al suo primo respiro di vita,‭ ‬le piccole ali,‭ ‬grandi poco meno di una mano‭ ‬di donna‭ ‬adulta,‭ ‬erano color panna.
Tutto sembrava andar bene fino all'uscita della seconda creatura,‭ ‬che fece levare piccoli urli terrorizzati.

Apparentemente il nascituro sembrava normale:‭ ‬molto più tranquillo rispetto al primo,‭ ‬non aveva levato nemmeno un lamento,‭ ‬un piccolo ciuffo di capelli neri a far capolino dalla sua testa e una volta aperti,‭ ‬i suoi occhi mostrarono un'incredibile sfumatura verde acqua.
Sarebbe stato un incanto per gli occhi se non fosse stato per le sue ali.
Leggermente più grandi rispetto a quelle dell'altro e ben più robuste,‭ ‬erano però nere come la pece,‭ ‬della gradazione più scura che si fosse mai vista su quelle terre.

Per quelle creature alate possedere tale colore di ali era simbolo di sventura e malvagità.
Le donne,‭ ‬incaricate di seguire i nascituri nei loro primi attimi di vita,‭ ‬non seppero che fare.‭ ‬Decisero quindi di chiamare la loro guida,‭ ‬il‭ ‬capo della loro tribù,‭ ‬ad intervenire personalmente.

L'uomo si mostrò in tutta la sua imponenza:‭ ‬la lunga chioma bionda acconciata con tante sottili trecce unite tra loro,‭ ‬gli occhi dal colore‭ ‬indefinito:‭ ‬sembrava infatti passasse dal‭ ‬rosso cupo all'azzurro pastello.‭ ‬Le grandi e robuste ali‭ ‬dorate,‭ ‬si piegarono una volta atterrato davanti all'Albero della‭ ‬Vita.

-‭ ‬Questi bambini cresceranno separati.-‭ ‬dichiarò con voce solenne.
-‭ ‬Ma,‭ ‬se il destino permetterà loro di rincontrarsi,‭ ‬niente li dovrà separare...‭ ‬perchè essi saranno allora uniti inequivocabilmente da un legame inscindibile...-‭ ‬terminò,‭ ‬prendendo in braccio il bambino moro che lo fissò per un attimo incuriosito,‭ ‬per poi rivolgergli un sorriso sdentato tentando di afferrargli una delle trecce della sua capigliatura.
L'uomo sorrise appena.
-‭ ‬Che le avversità non pieghino mai il tuo sorriso...‭ ‬Sousuke.-


Erano passati alcuni inverni da quell'evento e un bambino dai capelli magenta si aggirava‭ ‬sulle sue piccole gambe in giro per una collina,‭ ‬le sue ali sfarfallavano per quanto il loro proprietario fosse agitato.
Molti lo prendevano in giro perchè,‭ ‬nonostante le sue sette primavere,‭ ‬le sue ali non erano abbastanza grandi per sorreggere il suo peso,‭ ‬ma questo a lui non importava.
Un giorno sarebbero cresciute grandi e forti e avrebbe partecipato alle gare di volo,‭ ‬facendola in barba a tutti.
Scivolò per un attimo sull'erba fresca sbattendo le ginocchia,‭ ‬sollevò lo sguardo notando‭ ‬che‭ ‬aveva ancora un po‭' ‬di salita prima‭ ‬di‭ ‬arrivare alla sua meta.
Gli avevano vietato milioni di volte di andare per quelle colline,‭ ‬ma i suoi amici gli avevano detto che lì cresceva il più bell'albero di ciliegio mai visto nelle loro terre e lui era così curioso che non aveva potuto proprio resistere dal trasgredire alle regole.‭ 
Tra l'altro,‭ ‬si chiese un attimo il bambino,‭ ‬perchè il divieto valesse soltanto per lui dato che gli altri ci andavano spesso in quelle zone.


Perso nei suoi pensieri,‭ ‬non si rese conto di essere arrivato a destinazione:‭ ‬l'albero si stagliava alto e rigoglioso,‭ ‬la folta chioma rosa faceva una grande ombra sotto di se e tantissimi petali cadevano gentilmente sul terreno,‭ ‬creando un morbido giaciglio per chiunque volesse schiacciare un pisolino.
Il bambino sbadigliò al solo pensiero,‭ ‬avvicinandosi meravigliato.
Si stese per un attimo,‭ ‬assaporando il profumo rilassante che trasmettevano i fiori quando una voce fanciullesca lo ridestò.
-‭ ‬Quello lì è il mio posto per dormire.‭ ‬Trovati un albero tuo dove riposare.-
Il rosso voltò lo sguardo verso la voce che severa l'aveva ripreso e si ritrovò davanti‭ ‬il paio d'ali più bello che avesse mai visto:‭ ‬grandi quanto il braccio del loro proprietario e forti abbastanza non solo per‭ ‬sostenere lui ma probabilmente per portare anche grossi carichi,‭ ‬ma la cosa più stupefacente di tutte era il colore.‭ 
Nere,‭ ‬come le notti senza luna e stelle.
Il bambino moro,‭ ‬non sembrò‭ ‬troppo infastidito dal bambino davanti a lui che lo fissava,‭ ‬anzi lo provocò‭ 
-‭ ‬Che c'è,‭ ‬vuoi anche toccarle‭?‬-
Al bimbo dai capelli rossi si illuminarono gli occhi a quella frase e alzandosi di scatto,‭ ‬toccò quelle soffici piume,‭ ‬che gli portarono alle narici il profumo del legno caldo colpito dal sole.
Il bambino moro,‭ ‬che non si aspettava di essere preso sul serio,‭ ‬fece uno scatto indietro
-‭ ‬Che stai facendo‭?!‬-
-‭ ‬Hai detto tu che potevo toccarle...-‭ ‬fece l'altro mostrando un viso intristito,‭ ‬gli occhi già umidi di lacrime da versare.
-‭ ‬Ok,‭ ‬ok non fare così‭! ‬Puoi toccarle di nuovo,‭ ‬se vuoi...-‭ ‬e spiegò una sua ala in modo che la punta arrivasse a portata di mano dell'altro.
Il rosso tirò su con il naso un attimo e poi accarezzò lentamente l'ala che gli veniva offerta,‭ ‬con un sorriso tutto denti.
-‭ ‬Hai davvero dei denti strani...-‭ ‬commentò il moro alla loro vista:‭ ‬risultavano decisamente appuntiti come quella degli animali‭ ‬pericolosi che,‭ ‬aveva letto nei libri,‭ ‬popolavano i mari.
-‭ ‬Anche la mia nutrice lo dice...spera che crescendo questi spariscano per far posto a denti normali...‭ ‬ma a me piacciono‭!‬-‭ ‬rispose l'altro mormorando complice,‭ ‬allargando il suo sorriso a dismisura.
-‭ ‬Sai,‭ ‬anche a me‭ ‬piacciono.‭ ‬Sono particolari‭!‬-‭ ‬sorrise un po‭' ‬il moro,‭ ‬i suoi occhi verde acqua scintillarono di energia.‭ 
Quel bambino gli stava simpatico.
-‭ ‬Come le tue ali‭! ‬Sono bellissime‭! ‬Scommetto che quando ti alzi in volo sembri una maestosa creatura della notte‭!‬-‭ ‬esclamò il rosso avvicinandosi festante verso l'altro,‭ ‬allargando le sue braccia a dismisura,‭ ‬quasi volesse imitare l'apertura alare dell'altro che però,‭ ‬fece un passo indietro,‭ ‬un pensiero ad adombrare il suo volto.
-‭ ‬No,‭ ‬io...‭ ‬io non volo.‭ ‬Gli altri hanno paura quando lo faccio‭…‬ dicono che sembro una delle ombre oscure che le loro nutrici raccontano nei loro canti.-
-‭ ‬Ma che peccato‭! ‬Sai,‭ ‬le mie ali sono ancora poco sviluppate e perciò tutti mi prendono in giro volandomi intorno...‭ ‬ma se fossi tu a volare,‭ ‬ne sarei felicissimo‭!‬-‭ 
Gli occhi verde acqua scintillarono,‭ ‬un'idea prendeva velocemente forma nella sua mente e così,‭ ‬senza chiedere alcun permesso,‭ ‬afferrò il rosso per le ascelle issandosi in volo.
Il bimbo urlò spaventato,‭ ‬chiudendo i suoi occhi rossi per la paura e aggrappandosi al collo esile del moro.
Sentiva sui suoi piccoli piedi l'aria fresca.
-‭ ‬Non fare il fifone ed apri gli occhi‭!‬-
-‭ ‬Non sono‭ ‬un‭ ‬fifone‭!‬-‭ ‬esclamò aprendo gli occhi per fulminare il moro con lo sguardo.
Gli si mozzò il fiato in gola per lo spettacolo che gli si mostrò dinanzi.
Un piccolo boschetto di fiori di ciliegio,‭ ‬si trovava sotto di loro,‭ ‬piccoli‭ ‬uccelli‭ ‬li accerchiarono incuriositi e il sole baciava i loro visi fanciulleschi felici come non mai.‭ ‬All'orizzonte le cascate a strapiombo creavano una moltitudine di arcobaleni multicolore.

Lì,‭ ‬fra le braccia l'uno dell'altro,‭ ‬tutto sembrò perfetto.

-‭ ‬Che dici,‭ ‬ti va d'inoltrarci nel bosco‭?‬-‭ ‬chiese dopo un po‭' ‬il moro,‭ ‬vedendo lo sguardo dell'altro puntare in quella direzione.‭ ‬Il rosso parve ridestarsi a quella proposta,‭ ‬e scuotendo affermativamente la testa,‭ ‬indicò un punto imprecisato del bosco.
Il bimbo si divertì molto ad arrivare a destinazione facendo varie piroette e manovre spericolate,‭ ‬soprattutto al sentire gli urletti spaventati del suo compagno di volo,‭ ‬ma alla fine planarono lentamente fra gli alberi,‭ ‬scoprendo che un piccolo fiume l'attraversava dividendo in due parti.
Il rosso puntò i piedi verso l'acqua,‭ ‬per poterla sfiorare,‭ ‬facendo‭ ‬però‭ ‬perdere l'equilibrio all'altro e finendo inesorabilmente nell'acqua gelida.
I due uscirono‭ ‬dall'acqua tossendo leggermente e si andarono a distendere in una zolla d'erba,‭ ‬colpita un forte raggio di sole,‭ ‬per tentare di asciugarsi.‭ 
Si fissarono un attimo:‭ ‬bagnati fradici,‭ ‬le tuniche bianche aderenti alle‭ ‬loro pelli,‭ ‬i capelli scarmigliati e le facce più sconvolte mai viste.
Si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere‭ ‬fragorosamente.
-‭ ‬Grazie mille‭! ‬A parte con le nutrici non avevo mai volato‭! ‬E soprattutto con loro non avevo mai fatto tutte quelle acrobazie...-‭ ‬finì mormorando il rosso,‭ ‬giocando con alcuni fili d'erba.‭ ‬Si sentiva un po‭' ‬in imbarazzo a confessare quelle‭ ‬cose‭ ‬ad un bambino sconosciuto,‭ ‬ma sentiva nel suo cuore che di lui si poteva fidare.
-‭ ‬Nessuno mi aveva mai detto che le mie ali fossero belle.‭ ‬Direi che siamo pari‭!‬-‭ ‬confessò‭ ‬l'altro con un breve sorriso.‭ ‬Il rosso allora gli porse la mano,‭ ‬gioviale e proclamò:
-‭ ‬Io sono Rin‭!‬-
L'altro lo fissò con tanto d'occhi,‭ ‬per poi ridacchiare porgendogli il pugno.
-‭ ‬Sousuke.‭ ‬E direi che ora siamo amici,‭ ‬no‭?‬-
Rin fece il suo sorriso tutto denti,‭ ‬battendo il pugno con lui.‭ 
-‭ ‬Amici.-






*Palla di fumo*
Ehm, eccomi di nuovo qui!
Ritorno alla carica con una storia che avevo scritto da tempo(almeno il primo capitolo), quindi quale occasione migliore se non per la SouRin week? (e soprattutto per il compleanno del mio Rin-chan-san!)
Ma tornando a noi, ecco la mia prima long!(e spero sia la prima di una lunga serie) sono un po' emozionata perchè ci tengo molto a questa storia ç___ç devo ammettere che sono stata ispirata da un disegno( che magari posterò alla fine della storia perchè è veramente magnifica *^*) che mi ha lasciata senza fiato! 
Ma quanto sono patati Rin e Sousuke come angioletti? *^* io boh un giorno magari ci farò un disegno in merito.(oppure se qualcuno di voi me lo chiede, potrei essere ben disposta per farli per il prossimo capitolo u.u)
Pooooi che dire? Ah si, ringrazio sempre Mitsuki no Kaze per avermi betato la storia u.u
E ringrazio anche voi, miei lettori silenziosi (ma ringrazio ancora di più chi vorrà lasciare un segno del suo passaggio *porge biscotti a forma di cuori*).
Bene, penso di aver detto tutto(non è vero ma vabbè---) ci vediamo allora al prossimo capitolo(chissà quando, non sono molto brava, nell'essere puntuale. Quindi spronatemi su!)
-MizuAzu
   
 
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