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Autore: SusanTheGentle    03/02/2015    5 recensioni
Questa storia fa parte della serie "CHRONICLES OF QUEEN"

Il loro sogno si è avverato.
Tornati a Narnia, Caspian e Susan si apprestano ad iniziare una nuova vita insieme: una famiglia, tanti amici, e due splendidi figli da amare e proteggere da ogni cosa.
Ma quando la felicità e la pace sembrano regnare sovrane, qualcosa accade...
"E' solo un attimo, al sorgere e al tramontar del sole, attimo in cui riescono a malapena a sfiorarsi....
Sempre insieme, eternamente divisi"

SEGUITO DI "Queen of my Heart", ispirato al libro de "La sedia d'agento" e al film "Ladyhawke".
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caspian, Susan Pevensie
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Chronicles of Queen'
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IN FONDO LE MAPPE DI NARNIA E DEL MONDODISOTTO


32. Il Leone tra le fiamme
 
E anche se dovrò morire,
il mio amore non morirà.
L’amore cambierà il mondo…
 
 
 
“Quando la Signora ci ha portato via in carrozza” riprese Myra, “io sentivo quello che diceva. Vicino a me c’era una presenza, qualcuno che mi sussurrava ‘non addormentarti Myra, resta sveglia, devi ascoltare”
Rilian fu percorso da un brivido di eccitazione. “Chi era?”
“Non lo so. Comunque, è grazie a questa presenza che sono riuscita a sentire una cosa che la Signora ha detto mentre eravamo sulla carrozza. Lei credeva dormissimo, e si è messa a parlare ad alta voce”
“Con qualcuno?”
“No, credo parlasse tra sé e sé. Ma ascolta: disse che se non fosse intervenuta con la Sedia d’Argento, anche io, come te, avrei potuto ricordare, e una cosa del genere non si sarebbe mai dovuta ripetere o sarebbe stato un grosso guaio. E adesso io non riesco più a capire, Rilian: se la Sedia d’Argento serve a tenere addormentate le creature dentro di noi, cosa centra il non ricordare? Vuol forse dire che la Sedia serve per tenere a bada noi due e non i mostri? Perché io ero sveglia, Rilian, e non ho sentito niente di strano in me, niente mostri che cercano di risvegliarsi”
“Ma la voce che ti ha parlato, allora? Di chi era? Poteva essere quella del mostro?”
“Oh, no, non credo proprio. Aveva tutto fuorché il tono di un mostro sanguinario, credimi”
Il principe picchiò i pugni sul materasso. “Io non riesco a ricordarmi nulla, accidenti! Se solo potessi…”
Myra si posò una mano sul petto. “Ci penserò io, non ti preoccupare! So già come fare”
I gemelli si fissarono: lui un po’ perplesso, lei determinata.
“Mia, cos’hai in mente, di preciso?”
“Semplice: chiederò alla Signora cosa ti è successo veramente. Ovviamente non mi aspetto che mi dirà tutto, anzi, quasi sicuramente non mi dirà proprio niente”
“Forse è meglio che lasci fare a me. Tu non sei tanto brava in queste cose, ti tradisci subito: non le sai dire le bugie”
“No, Rilian, devo essere io a farlo. Se tu iniziassi a gironzolarle attorno tempestandola di domande, capirebbe subito che c’è sotto qualcosa. Se invece lo faccio io, sono sicura che sarà molto più…ehm…come si dice? Accondinden…no…accondiscendevolmente…nemmeno…”
Il principe la guardò storto. “Che diavolo blateri?!”
“Uffa, zitto! Sto cercando di ricordare una parola che ho sentito da Lora…” Myra batté il pugno sul palmo dell’altra mano. “Ecco: accondiscendente!”
“E cosa vuol dire?”
Lei fece un’espressione smarrita. “Questo non lo so”
Rilian roteò gli occhi.
Non era affatto convinto del piano della sorella. Di solito, era lui a coinvolgerla per primo in scorribande notturne, scherzi e giochi pericolosi che facevano infuriare la Signora e angosciare la povera Lady Lora. Quella volta, invece, era stata Myra a prendere in mano le redini di quello che un gioco non era affatto. Spiare la Signora, rischiando che capisse i loro sospetti su di lei…Rilian non voleva nemmeno immaginare cosa avrebbe potuto fare quella donna a sua sorella!
Ma Myra fu irremovibile: era rimasta molto scossa da quel che era accaduto al fratello nel castello di Harfang: la Signora continuava a chiamarla ‘una crisi violenta causata dall’aria del Mondodisopra’, ma la bambina non l’aveva bevuta. La preoccupazione per Rilian e la curiosità, spingevano la principessa a indagare sulla faccenda.
La Strega Bianca stava perdendo presa sui bambini e non se ne avvedeva, troppo impensierita che il potere della Sedia si fosse indebolito.
Fu proprio mentre si accertava che così non fosse che ebbe iniziò il piano di Myra.
La principessina entrò nelle stanze della madre adottiva dopo aver bussato una volta.
“Myra, tesoro, vieni” disse Jadis, allontanandosi dal magico congegno, allungando le mani verso la bambina. “Mia cara, sono contenta che tu sia venuta a trovarmi, non abbiamo ancora avuto modo di parlare del tuo fidanzamento”
“Non sono venuta per questo” disse la principessa, sedendo su una poltrona.
Jadis sedette su un’altra lì accanto. “Cosa ti preoccupa, bambina mia?”
Myra sfoderò l’arte in cui riusciva meglio (dopo l’equitazione, s’intende), e si fece venie le lacrime agli occhi. Era bravissima a indursi il pianto, trucco che usava spesso se voleva qualcosa e questa le veniva negata. Spesse volte, piangeva fino a che Lora o altri servi non si impietosivano e cedevano.
“Madre, sono tanto preoccupata per mio fratello!”
“Perché, che cosa è successo?” la Signora si agitò. “E’ forse stato male di nuovo?”
Myra notò la sua ansia. “No, no, sta bene, però ho paura che succeda ancora ciò che è successo ad Harfang! Mi sono tanto spaventata quella sera! Avevo paura che Rilian morisse!”
Jadis stirò le labbra in un sorriso di circostanza. Si inginocchiò accanto alla bambina, picchiettandole su una spalla con fare materno. In realtà, non le importava affatto dell’angoscia della principessina, le importava solo che Rilian non ricordasse.
“Tesoro, non devi pensare queste cose. Tuo fratello sta bene adesso, la Sedia d’Argento lo aiuta ogni notte”
Myra si asciugò le lacrime, voltando lo sguardo verso l’oggetto magico. “E se non funzionasse più?”
Jadis rise. “Impossibile, cara. ve l’ho spiegato molte volte: ho creato questa Sedia apposta per voi due, per aiutarvi ad annullare la maledizione giorno dopo giorno. Più diventate grandi, più la magia della Sedia si rafforza dentro di voi e, quando sarà il momento giusto, vi permetterà di a sconfiggere del tutto il sortilegio. Quello che è accaduto a Rilian è avvenuto perché siete ancora troppo piccoli. Ho sbagliato: non avrei dovuto portarvi in superficie. Non avevo calcolato che le creature oscure dentro di voi avrebbero potuto risvegliarsi a contatto con la luce del giorno”
Myra cercò di immagazzinare le parole della Signora, in modo da poterle riferire a Rilian per filo e per segno.
“E se la Sedia si fosse rotta?” tentò.
“No, l’ho appena controllata. E’ perfetta, mia cara, perfetta”
Jadis volse lo sguardo verso di essa. Myra la fissò in viso e vi scorse dipinta un’espressione più rilassata.
“Madre, mi promettete che a Rilian non succederà niente?”
“Te lo prometto”
“Grazie, madre, ora sono un po’ più tranquilla”. Myra si alzò in piedi, camminando verso la Sedia.
Jadis scattò in piedi gridando: “Ferma!”
La principessa e la Strega si fissarono, la prima senza capire il motivo di quella reazione da parte della seconda.
Jadis aveva notato qualcosa alle spalle della Sedia d'Argento e non voleva assolutamente che Myra rischiasse a sua volta di vederlo.
Un attimo dopo, si impose un nuovo sorriso e tornò a rivolgersi alla bambina. “Ti ho detto molte volte che non devi avvicinarti alla Sedia quando non è necessario, tesoro”
“S-sì. Scusatemi”
“Su, ora va, torna nella tua stanza. Parleremo ancora domani, adesso ho delle cose da fare”
La principessa corse fuori dalla camera. Fece per chiudere la porta ma, all’ultimo momento, fu spinta dal desiderio di fermarsi, di lasciare una fessura per poter sbirciare ciò che accadeva all’interno.
La Signora stava ancora in piedi al centro della stanza, fissando la Sedia d’Argento, i cui ricami brillavano al riverbero del fuoco che ardeva nel camino dietro di essa.
Ma Jadis non guardava affatto la sedia, guardava proprio il fuoco. Sorpassò il congegno magico e si avvicinò tanto al camino che Myra credette volesse entrarci dentro.
La bambina piegò la testa di lato, aprendo di più la fessura per vedere cosa ci fosse di tanto interessante tra i ceppi ardenti…quando una mano si posò sulla sua spalla.
Fortunatamente, la piccola ebbe l’accortezza di coprirsi la bocca con una mano, soffocando così il grido di spavento che le scaturì dalla gola.
“Scusa, sono io!”
“Rilian!” soffiò Myra, guardandolo con rabbia. “Mi ha quasi preso un colpo!”
“Ero preoccupato per te” disse lui, muovendo solo le labbra.
La sorella gli sorrise.
Poi, spalla a spalla, tornarono a guardare dentro la stanza.
E finalmente videro che cosa stava succedendo al suo interno: le fiamme del camino avevano preso le sembianze di un animale enorme, un felino dalla criniera ondeggiante, le zampe possenti, la coda lunghissima.
“Tu qui?!” sbraitò la Signora, brandendo la bacchetta magica.
“Sono sempre stato qui, Dama Verde” disse il Felino, la voce roca e potente.
Myra la riconobbe subito per quella che aveva sentito nella propria mente.
La Signora emise un verso sprezzante. “E così li aiuti... Avrei dovuto immaginarlo che centravi tu! Ma loro adesso sono miei! Miei, hai capito?”
“Non ti sono mai appartenuti e mai ti apparterranno. Nemmeno l’unione con Calormen ti servirà. Nessun patto terreno potrà mai cancellare un patto nato dal cuore”. Il Leone avanzò versò la donna con un passo elegante, la testa eretta, lo sguardo serio, terrificante. “Ora, io qui ti dirò qualcosa: otto anni fa, ai confini del Mondo, donai un’eredità a un Re e a una Regina: *fu la promessa di una stirpe che sarebbe durata a tempo indefinito e non si potrà enumerare. Ho benedetto quella stirpe, ed essa si moltiplicherà come le stelle del cielo e i granelli della sabbia del mare”
La Strega strinse tanto la bacchetta nel pugno che questa quasi si spezzò. “Io metterò la parola fine a tutto questo, Aslan! Una volta per tutte!”
“La tua rovina è davanti ai tuoi occhi e tu non la vedi”
“Taci!”
Jadis lanciò la bacchetta magica contro il Leone, ma Egli spalancò le fauci e la inghiottì.
Un ruggito fragoroso invase l’aria, facendo tremare le pareti. Ci fu un’esplosione di scintille di magia e fuoco. Rilian e Myra furono costretti a coprirsi gli occhi, ma lo fecero solo per un attimo, poiché erano ansiosi di scoprire cosa sarebbe successo ora.
Il Leone brillava di una luce intensa, il fuoco danzava attorno a lui.
“Vattene, Aslan!”
“Ricorda le mie parole, Signora dalla Veste Verde”
La figura del Leone scomparve, le fiamme danzarono nell’aria per un momento, poi si ritirarono di nuovo nel camino, si quietarono. Sui ceppi di legno era posata la bacchetta magica della Strega Bianca.
Jadis si chinò a raccoglierla, usando il suo potere del ghiaccio per raffreddarla. Poi attraversò la stanza, tirò un cordone e suonò il campanello per chiamare i servitori.
Rilian prese Myra per un braccio. “Via! Filiamocela prima che ci scopra”
I due bambini non fecero tempo a voltarsi che si ritrovarono davanti l’alta figura di Mullughuterum. La creatura li osservò con sguardo inespressivo, come sempre. Non lo avevano mai sentito parlare in loro presenza ma, di sicuro, con la Signora avrebbe parlato eccome! Avrebbe detto di averli trovati a spiarla e allora…
Invece, incredibilmente, Mullughuterum fece loro cenno con il capo di andarsene.
I bambini si allontanarono piano, camminando all’indietro.
Mullughuterum agitò le mani, come a dirgli di sbrigarsi.
Rilian e Myra non se lo fecero ripetere, correndo via alla svelta.
La creatura attese qualche secondo e poi bussò alla porta della stanza della sua padrona.
“Avete chiamato, mia Regina?”
“Sì” Jadis lo raggiunse, il viso contratto per la rabbia. “Dì a Lady Lora di restare con il principe Rilian, sempre, giorno e notte: non deve mai lasciare la sua stanza. Alla principessa Myra penserò io”
“Io non li perdo mai d’occhio, mia signora, come mi avete più volte ordinato”
“Sì, ma nei prossimi giorni non potrai farlo, Mullughuterum. Ho un lavoro per te che ti terrà lontano dal castello”
“Sono ai vostri ordini”
Jadis sedette sulla sua poltrona preferita. “La compagnia di Narnia deve essere penetrata nel Mondodisotto. Ho ricevuto una…visita che mi ha fatto giungere a questa conclusione. Prendi con te i tuoi migliori uomini, cercali, e quando li hai trovati, uccidili”
 
 
 
~˖~
 
 
 
“La mappa va letta come attraverso uno specchio, ma a testa in giù” rispose Lord Erton.
Caspian lo fissava con sguardo minaccioso, all’erta, aspettando un solo pretesto per puntargli di nuovo il coltello alla gola e finire il lavoro.
“Il nord è il sud, l’est è l’ovest” continuò Erton “Non mi sembra difficile da capire. Sappiate però che i due Mondi non sono equivalenti”
Ombroso si chinò all’orecchio di Caspian. “Sire, che vuol dire equivalente?”
Il Re tracciò con il dito indice una serie di linee sulla mappa. “Che la geografia dei due Mondi è pressoché la stessa, ma il Mondodisotto non è l’esatta copia di Narnia”
“Incontrerete luoghi quasi del tutti identici” proseguì Erton, “mentre altri vi saranno difficili da riconoscere”
“Come si arriva al castello della Signora dalla veste Verde?” chiese Emeth, impaziente. “E’ questo che ci interessa di più e non l’avete ancora detto”
“Mi hai tolto le parole di bocca” disse ancora Caspian.
Erton incassò la testa nelle spalle, le labbra serrate. “Ci arriveremo”
“Allora la mappa la terrete voi, milord”. Il Liberatore l’arrotolò e gliela depose sulle ginocchia.
“Non potrò leggerla se avrò le mani costantemente legate!”
“Vi aiuteranno Miriel, Lucy e Shanna a tenerla aperta davanti a voi. Vi servono soltanto gli occhi per guardare, o no?”
Lord Erton bofonchiò vari insulti in direzione del sovrano, mentre Peter e Eustace lo riportavano sul carro.
La sua sorte era ormai segnata, pensava il Duca. Aveva elargito informazioni che aveva giurato sulla propria via di non rivelare mai. Ormai, anche riuscendo a fuggire e avvertire la Strega Bianca dell’imminente arrivo della compagnia di Narnia, non avrebbe potuto impedire al suo povero collo di fare crack, non appena ella avesse saputo che era stato lui a rivelare il nascondiglio dei bambini.
In un attimo, Erton cambiò prospettiva sul suo prossimo futuro: stava seriamente pensando che avrebbe preferito avere Caspian come suo giudice al posto di Jadis. Il Liberatore lo avrebbe fatto processare e, al peggio, sbattuto in galera per il resto dei suoi giorni. Dopotutto, si sapeva che la pena di morte non rientrava tra le leggi di Narnia, poiché solo ad Aslan era concesso decidere chi dovesse vivere o morire.
 
 
Ripresero il cammino di lì a pochi minuti, guardandosi attorno con attenzione.
Lord Erton non aveva mentito: il paesaggio appariva a tratti estraneo e a tratti familiare, ma il Mondodisotto non era un altro mondo nel vero senso della parola, bensì la stessa terra nota a tutti loro e nella quale avevano vissuto, solo all’incontrario. .
“E’ un po’ come guardare il mondo a testa in giù” commentò Ombroso, facendo capriole in aria, volando per un po’ con le zampe all’aria.
“Ma voi vedete sempre il mondo a testa in giù, signor Ombroso” gli fece notare Shira, divertita dalle sue bizzarre acrobazie. “E comunque, i nostri amici umani non devono camminare sul soffitto, per grazia di Aslan!”
“Sarebbe stato divertente!” commentò Jill.
Le chiacchiere aiutavano la compagnia a mitigare l’impazienza e a far passare il tempo. Nei momenti in cui cavalcavano nel completo silenzio, reso ancor più opprimente da quelle caverne prive di qualsiasi forma di vita (o così sembrava), pensieri tristi e preoccupazioni affollavano le menti di ognuno. Era decisamente meglio distrarsi, parlando, ipotizzando su ciò che avrebbero trovato, facendo piani per quando fossero giunti dalla Dama Verde. Questi ultimi erano discorsi sussurrati, in modo da lasciare Lord Erton all’oscuro dei particolari.
Caspian ancora non sapeva cosa farne di quell’uomo. Una volta arrivati a destinazione, e una volta che il Duca avesse detto loro come entrare nel palazzo della Dama Verde, dove avrebbe potuto lasciarlo? Una parte di lui avrebbe voluto toglierlo di mezzo, un’altra era tentata di abbandonarlo laggiù; un’altra ancora gli suggeriva di continuare a portarlo con loro fino a Cair Paravel.
In ogni caso, la sorte di Erton era l’ultimo dei suoi problemi. Caspian sentiva l’ombra del tempo pesargli addosso, come una presenza reale a ricordargli che il momento della resa dei conti si avvicinava ogni ora di più. Era il quarto giorno da che avevano lasciato Harfang: ne avevano sprecati tre girovagando nel nulla per colpa del Duca.
Quanto mancava al solstizio?
Sedici giorni.
Praticamente due settimane.
Due sole settimane.
Mentre il Re di Narnia si perdeva in questi pensieri, ecco apparire davanti ai loro occhi una serie di piatte collinette, che formavano una barriera su tre lati intorno a una piccola valle e un fiume. In quel paesaggio, riconobbero quella che poteva essere la Foresta Tremante e il Fiume Telmar. A differenza di questi però, lì nel Mondodisotto, la foresta si presentava come una landa quasi totalmente spoglia, disseminata di rocce e alberi simili a quelli visti nella Radura Luminosa, con rami rinsecchiti e fronde cadenti. Nessuna presenza di animali. L’acqua del fiume era piuttosto torbida, ma era potabile; in ogni caso, se non volevano morire di sete, non avevano scelta che rifornirsi con quella.
Si fermarono per la notte quasi al confine tra la Landa Desolata e un boschetto di quelle che sembravano piante di alloro. Esattamente come nella Radura Luminosa, le piante emanavano una tenue luminescenza azzurro-verde.
“Pozzanghera?” chiamò Caspian, dopo che si furono sistemati per la notte.
Il Paludrone si avvicinò. “Ditemi, Maestà”
“Tu sei stato in tanti posti, hai visto molte cose…”
“Anche voi. Siete stato alla Fine del Mondo!”
Caspian sorrise, togliendosi il mantello: tra poco si sarebbe trasformato. “Sì, è vero, ma al di fuori di quel viaggio, le mie visite nei paesi vicini a Narnia non si possono definire imprese emozionanti. Tu invece sei stato d’dappertutto, hai fatto cose straordinarie benché tu sembri volerlo tenere nascosto”
“Non mi piace vantarmi di cose che potrebbe fare chiunque possieda un po’ di spirito d’avventura, e tanta imprudenza”
Caspian sorrise ancora. “Cosa credi che troveremo quaggiù?”
“Ah, non lo so dire. Al momento, questo Mondodisotto sembra privo di pericoli, ma non sarei così ottimista”
“Chissà perché lo immaginavo…”
“Non prendetemi in giro, mio signore. Dico solo quello che mi sento nelle ossa: è un posto strano, quasi addormentato. Però, anche un vulcano dormiente può risvegliarsi quando meno ce lo si aspetta”
“Credi che avremo guai? Signora dalla Veste Verde a parte, ovviamente”
“Ancora devo dirvi che non lo so, Sire. Ma se pensiamo a quel che disse Titania, ovvero che anche la anche la Signora dalla Veste Verde è una una regina...bè, dobbiamo dedurne che non può essere sovrana di un regno disabitato, non vi pare?”
“Giustissima osservazione, Pozzanghera” Caspian si guardò attorno. “Speriamo solo che gli abitanti di questo luogo, quando decideranno di mostrarsi, non siano troppo ostili”
 
 
 
La luce degli alberi calò piano piano e, infine, quando la notte calò, si spense quasi del tutto.
Gli si già dormivano, ma Susan restò sveglia a lungo.
La Regina teneva la mappa di Narnia sulle gambe piegate sotto il corpo, osservandola alla luce del fuoco, cercando di comprendere al meglio - così come avevano fatto gli altri - il modo di orientarsi.
Si chiedeva in quali circostanze e in quale tempo si fosse formato quel mondo sotterraneo, cosa o chi ci vivesse: forse creature credute estinte, forse le stesse di Narnia, o chissà quali altre.
Un rumore secco e improvviso, come quello di un ramo che si spezza, la fece trasalire.
In quel silenzio assoluto, il suono era sembrato cento volte più forte del normale.
Se il lupo non fosse stato lì accanto a lei, quella notte, Susan avrebbe creduto potesse essere stato lui a provocare quel rumore.
Ma Caspian, le cui costole non erano ancora guarite, se ne stava tranquillo a riposare. Al rumore secco, però, anche lui aveva alzato la testa, le orecchie dritte, lo sguardo attento fisso in un punto lontano.
Susan ripiegò in fretta la mappa e la posò sul proprio giaciglio, alzandosi in piedi, arco e frecce alla mano.
Il lupo fece per seguirla.
“No, tesoro” lo fermò lei con un gesto della mano. “Torno subito”
Il lupo, in piedi sulle quattro zampe, rimase immobile a guardarla allontanarsi.
La Regina camminò in mezzo ai sacchi a pelo dei compagni, il passo leggero per non svegliare nessuno: non li avrebbe disturbati se non ce ne fosse stato bisogno.
Arrivò al confine della Landa Desolata, cercando di scorgere un movimento o un’ombra dietro gli alberi del boschetto che sorgeva poco più in là.
Nulla.
“Mia adorabile signora?” sussurrò la voce di Ombroso. La sua ombra si staccò da uno degli alberi della landa.
Susan, senza voltarsi, si pose un dito sulle labbra. “C’è qualcuno laggiù” sussurrò più piano ancora.
Il pipistrello guardò lei e poi il bosco.
Infine, qualcosa si mosse al di là degli alberi di fronte a loro.
A Susan e Ombroso parve di scorgere strane facce – o forse erano maschere – che li fissarono per alcuni secondi, per poi scomparire tra leggeri fruscii di foglie.
“Li avete visti?” chiese Ombroso, eccitato e spaventato insieme.
Susan abbassò l’arco e annuì. “Svegliamo gli altri, dobbiamo informarli”
Appena lei si voltò, vide il lupo in mezzo alla landa.
Sorrise, inginocchiandosi quando lo raggiunse. “Ti avevo detto di non muoverti. Perché non mi ascolti mai?”
Lui le leccò il viso.
“Sue? Che succede?” fece la voce impastata di Edmund.
Il Giusto si stropicciò gli occhi, uscendo dal suo sacco a pelo. Lo stesso fecero gli altri poco dopo (tranne Lord Erton, che faceva finta di dormire ma in realtà ascoltava tutto quello che dicevano).
“C’era qualcuno nel bosco appena fuori dalla landa”
“Chi?” chiese Peter.
“Non lo so. Io e Ombroso abbiamo visto strani volti…”
“Sì, nascosti dietro il fogliame. Ci spiavano!”
“Qualcuno ci spia?” disse Shira, facendo frullare le ali.
“Li avrà mandati la Signora dalla Veste Verde?” chiese Miriel, inquieta.
“Improbabile” rispose Peter, un braccio attorno alle sue spalle per placare la sua ansia. “Non può sapere che siamo qui”
“Potrebbero averglielo detto quelle creature” disse Lucy.
“E’ vero” disse Emeth. “Forse hanno notato la nostra presenza, lo hanno riferito alla loro regina e adesso ci seguono”
Tutti quanti voltarono il capo verso gli alberi in lontananza.
“Cos’hanno fatto quanto ti hanno vista?” chiese Shanna a Susan.
“Nulla. Si sono limitati a fissarmi e poi se ne sono andati”
“Forse non ci faranno nulla” azzardò Jill. “Magari sono semplicemente curiosi”
“Troppo ottimista, cara mia” commentò Pozzanghera, accendendosi la pipa. “Ombroso, ti do il cambio. Il secondo turno di guardia tocca a me, vero? Ragazzi, gradirei un po’ di compagnia”
“Vengo io” si offrì Peter, rivolgendosi poi agli altri. “Da stasera, finché non ne sapremo di più su queste creature, i turni si fanno a coppie, è più sicuro”
Tutti furono d’accordo.
Miriel afferrò la manica della tunica del Re Supremo. “Non ti mettere in testa di andare ad esplorare tra quegli alberi”
Peter le passò una mano tra i capelli, afferrando Rhindon con l’altra. “No, te lo prometto. Tu dormi tranquilla, però, va bene?”
Lei annuì.
Il giovane le posò un bacio sulle labbra, poi un altro più intenso e lungo.
“Non vorrei che fossi qui”
Miriel si fece triste per un momento. “Non mi vuoi intorno?”
“Sciocca, non è questo. Non voglio che rischi la tua salute. Dovresti stare a riposo il più possibile invece di viaggiare su un carro in una terra di nessuno. Tu e il piccolo…”
“La piccola”
Peter sbatté le palpebre. “Cosa?”
Miriel gli accarezzò il viso. “Ce la posso fare. Non è come sulle montagne, qui fa più caldo e mi sento bene...a parte le nausee al mattino”
Lui sorrise, lei fece lo stesso.
“In quanto al bambino…è una bambina, Peter”
Lui le accarezzò il ventre. “Come lo sai?”
“Perché, da sempre, le Driadi delle Valli del Sole mettono al mondo figlie femmine come primogenite. Anche se ora sono umana, questa regola vale ancora anche per me. Avrei dovuto dirtelo prima, scusami”
Peter l’abbracciò brevemente, per poi guardare intensamente nei suoi occhi acquamarina.
“Lo senti?” le chiese. “Voglio dire…senti che è una lei?”
“Sì” . Miriel vide un sorriso di pura gioia sul suo bel viso. “Non sei deluso, vero?”
“E di cosa? Che non sia un maschio? I maschi portano solo guai, guarda mio fratello!”
Miriel liberò una risata leggera.
“Ne parliamo ancora domattina” disse lui.
“Certo. Sta attento, mi raccomando”
Peter la baciò ancora e poi raggiunse Pozzanghera.
 
 
Il mattino seguente, la notizia che Peter e Miriel avrebbero avuto una bambina, animò l’intera compagnia.
“Congratulazioni” disse Caspian al Re Supremo.
I due nemici-amici si strinsero la mano.
Adesso condividevano lo stesso destino: quello di padre. Forse, un giorno, questo li avrebbe spinti a conoscersi come non si erano mai conosciuti, a sotterrare quella vecchia ascia di guerra che, neanche loro sapevano perché, ancora brandivano.
Riprendendo il viaggio, Lord Erton li spinse ad inoltrarsi proprio nel bosco in cui Susan e Ombroso avevano avvistato le facce delle creature misteriose.
Queste non si fecero più vive, né di giorno né di notte.
Il giorno dopo ancora uscirono dal bosco e si trovarono davanti il lungo letto di quello che somigliava al Grande Fiume. Più in là, scrosciava fragorosa una cascata, la corrispondente alle Grandi Cascate di Narnia.
Shira, il falco e Ombroso volarono in avanscoperta per controllare se ci fosse un sentiero percorribile. Se così non fosse stato, sarebbe diventato un problema continuare.
A impensierirli non era tanto l’attraversare il fiume. Pozzanghera disse che poteva benissimo costruire una barca abbastanza grande e resistente per tutti, utilizzando i tronchi degli alberi; ci sarebbe voluto del tempo ma, con l’aiuto degli altri e la sua esperienza, era un’impresa fattibile. Tuttavia, la vera difficoltà stava nel trasportare sull’altra sponda carro, cavalli e provviste.
Fortunatamente, al ritorno dei tre volatili, Shira disse che c’era un sentiero che passava proprio sotto la cascata.
“Sembra piuttosto stretto, per cui dovremo percorrerlo in fila indiana. Ma c’è un altro problema” Shira li guardò uno per uno. “Chi soffre di vertigini?”
Aggirarono la cascata, passando dietro il muro d’acqua, bagnandosi un poco per via degli schizzi provocati dal tuffo della cascata dentro il fiume. Man mano che avanzavano, la strada prese a salire e si assottigliò, ma ancora per qualche miglio carro e cavalli la percorsero senza problemi.
Poi, d’un tratto, dopo aver superato una curva, la parete alla loro destra scomparve, lasciando il posto a un immenso strapiombo che si perdeva nella foschia sottostante.
Eustace e Lucy divennero pallidi al solo pensiero di dover continuare.
“Tu dovresti essere La Valorosa, cugina, non puoi aver paura delle altezze!”
“Chiamalo il mio tallone d’Achille, Eustace. E poi senti chi parla! Quello che ha ancora paura del buio a diciassette anni!”
Eustace divenne bordò e mise il broncio. Jill rise fino a farsi venire mal di pancia.
“Fermi dove siete” ordinò poi Caspian. “Ora dovremo rallentare il passo e procedere con molta cautela”. Si voltò indietro. “Edmund, Pozzanghera: ce la fate con il carro?”
“Dovrebbe passarci” rispose il Giusto.
“Molto bene. Shira: tu, Susan e Ombroso andate avanti e guidateci”
“Sì, Maestà”
I tre uccelli furono molto utili alla compagnia. La strada saliva e scendeva a intervalli, la nebbia si alzava dal burrone e impediva ai ragazzi di vedere dove mettevano i piedi. Ma grazie agli avvertimenti dei due falchi e del pipistrello, riuscirono a superare quel punto impervio con successo.
“Ancora uno sforzo, gente. Attenti al masso, lì. Tenetevi a ridosso della parete il più possibile, la strada si stringe. Siamo quasi arrivati, coraggio!”
Infine, quando finalmente trovarono uno spiazzo di terra spazioso e sicuro, tirarono un sospiro di sollievo, . 
Ma le emozioni di quel giorno non erano finite lì.
Jill fece un balzo indietro, finendo addosso a Eustace.
“Che ti prende, Pole?”
“Guarda là!”
Tutti quanti puntarono gli occhi nel punto indicato da Jill: un’enorme caverna, il cui interno appariva più nero del nero, si apriva davanti a loro.
“Mi è sembrato di vedere qualcuno laggiù” disse la Settima Amica di Narnia.
In automatico, le armi vennero sfoderate.
Caspian, Edmund, Peter e Emeth avanzarono per primi, seguiti da Eustace, Jill e Lucy. Shanna e Miriel rimasero indietro assieme a Pozzanghera e Lord Erton, lo stesso Shira e Ombroso. Susan, invece, volò sulla spalla di Caspian, emettendo un verso d’allerta. Il Liberatore le intimò il silenzio.
Sulla soglia della caverna udirono il vento ululare e una lieve raffica d’aria li colpì.
“Andiamo a dare un’occhiata?” chiese Peter.
“Non tutti insieme” disse Emeth.
Lucy sì impuntò. “Se chiedete a me di rimanere indietro, giuro che…”
“Solo i Prescelti possono entrare qui” disse una voce gutturale proveniente dall’oscurità.
Le Spade degli Amici di Narnia (eccetto quella di Susan) brillarono nel buio insieme alla scimitarra di Emeth.
Decine di punte di lancia scintillarono in risposta.
Poi, una creatura alta quasi due metri, il corpo magro, la pelle giallastra, il volto privo di espressione, avanzò all’esterno della caverna. Indossava una tunica color della terra, ricamata con strani segni; sul capo portava quella che sembrava una specie di corona fatta di penne, mentre al collo aveva un ciondolo con una grossa pietra verde. Ai Pevensie e Eustace ricordò l’abbigliamento degli indiani pellerossa.
La creatura fissò gli occhi neri privi di pupilla sulle Sette Spade. Poi alzò una mano, e gli altri esseri abbassarono le lance.
“Potete passare, ma solo voi sei e il falco. Quello con la spada ricurva deve tornare indietro”
Emeth inarcò le sopracciglia. “Chi sei?”
“Il mio nome è Mullughuterum, e sono il guardiano del Mondodisotto”

 



 
*Citazione liberamente tratta dalla Bibbia (Genesi 17:4, 22:17), quando Dio promette ad Abraamo che il suo seme si moltiplicherà su tutta la terra.
 
 
Cari lettori, sono giunta a una conclusione: altro che virus e malaware! Qui qualcuno ha buttato una macumba sul mio pc, ci scommetto quello che volete! Non è possibile che proprio quando devo postare, internet non va! E che diamnieeeee!!!!!
Va bé, non ve ne frega nulla…l’importante è che ce l’ho fatta!
Cosa ve ne pare della nuova mappa? Anche stavolta è fatta a mano dalla sottoscritta! :) Riuscite a seguire gli spostamenti dei nostri eroi, vero? Se avete domande o dubbi, mi trovate alle mie pagine facebook, di cui vi metto i link appena sotto i Ringraziamenti:
 

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Angolino delle anticipazioni:
Attenti a Mullughterum! La compagnia di Narnia ha incontrato il seguace più fedele della Dama Verde: cosa succederà?
Rilian e Myra sono sempre più vicini alla verità, merito anche del costante aiuto di Aslan. Ma scopriranno gli inganni della Signora, o quest’ultima riuscirà a soggiogarli nuovamente?
Lo scoprirete la prossima volta ;)

 
In conclusione, ecco le mie pagine facebook Susan TheGentle Clara e Chronicles of Queen, dove trovate gli aggiornamenti di “Night&Day” e dell’altra mia fic su Ben Banres: “Two Worlds Collide”. A proposito: fan di Ben&Claire, pazientate mezza giornata che arrivo anche con loro!
 
Mi scuso ancora per il ritarduccio…
Grazie a tutti voi, continuate a seguirmi fino alla fine!!!
Un bacio e un abbraccio giganteschi!
Susan♥
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