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Autore: Lau_Micia    03/02/2015    0 recensioni
Questa è la prima storia che scrivo... Spero vi piaccia! I protagonisti sono dei ragazzi che potremmo incontrare ogni giorno, ma che attraverseranno mille vicende intriganti... La storia è basata al 10% su avvenimenti reali vissuti in prima persona o raccontati da alttri, il 90% sono miei film mentali (mi sa che penso un po' troppo). Un grazie a Qwerty96 e AliBart_ , senza di voi sarebbe stata diversa (probabilmente, anzi sicuramente, peggiore)
Genere: Erotico, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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La musica rimbombava nella stanza, i bassi che battevano nel petto come tamburi andando a rimpiazzare il battito cardiaco. Quei momenti la facevano impazzire, poteva finalmente lasciarsi andare, ballare e saltare ad occhi chiusi fregandosene degli esami ormai prossimi, di come andava la scuola, di quello che pretendevano i suoi insegnanti e soprattutto i suoi genitori. La festa era solo agli inizi e Annika non aveva intenzione di andarsene prima che fosse finita.

Si accorse di aver urtato qualcuno, e quando aprì gli occhi per vedere chi fosse lo notò per la prima volta dall'inizio della serata. Non aveva bevuto abbastanza da non rendersi conto che il ragazzo che si era trovata di fronte aveva degli occhi stupendi... e dei pettorali da urlo che la camicia semi sbottonata metteva solo in evidenza. Rimase ipnotizzata da quei bottoni che scomponevano le luci della stanza in mille arcobaleni sulla sua camicia bianca, ma si rese conto che dopo averla macchiata con il gin lemon che ancora teneva in mano avrebbe forse dovuto dire qualcosa a chi la indossava.

“Scusa!” cercò di dire, ma in mezzo a quell'alienante baccano tutto ciò che il ragazzo riuscì a distinguere fu il movimento di quelle labbra rosse. Alzò le spalle e le sorrise per farle capire che non aveva importanza, certe cose capitano, e come nulla fosse si sfilò la camicia e la lanciò con nonchalance sulla panca a ridosso del muro. Annika buttò giù l'ultimo sorso rimasto nel bicchiere e lo gettò in uno dei sacchi neri disseminati agli angoli della stanza, per poi tornare a rivolgersi al malcapitato, ora a torso nudo. Lui nel frattempo aveva ricominciato a ballare come se non fosse successo niente, ma le stava sempre più vicino: ora ballava con lei.

Annika si accorgeva sempre più di quanto quel ragazzo la attirasse; si stupì anzi di avere la sensazione di averlo già visto: uno così non passa inosservato ad un occhio attento come il suo. Ma era anche possibile che le farfalle che in quel momento svolazzavano nel suo stomaco fossero in parte dovute alla musica pressante, al calore asfissiante e alla luce che gli illuminava il volto, a tratti sfocato dalla vista appannata.

Quegli occhi scuri la guardavano dritto nei suoi mentre il ragazzo si mordeva il labbro. “Oh no, questo è troppo...” pensò lei sentendo una scossa attraversarle lo stomaco. La tensione fra i due era palpabile, e quando lui alzò una mano puntando il soffitto la ragazza capì che era una questione di attimi, poi uno fra loro avrebbe ceduto per primo.

“Who's gonna save the world tonight?”

Il ragazzo tornò a guardarla mentre lei alzava le braccia al cielo per muoverle al ritmo di una delle sue canzoni preferite

“Who's gonna bring it back to life?”

Le poggiò una mano sul fianco avvicinandola a sé, lei ricambiò lo sguardo abbassando le braccia per intrecciare le mani dietro al suo collo

“We're gonna make it, you and I”

Ad occhi finalmente chiusi, la baciò voracemente e la strinse ancor di più a sé. Non esisteva più nessuno in quella stanza, per pochi attimi potevano essere solo loro due, in mezzo ad una folla di gente persa e distante anni luce. La sollevò per le cosce, lei intrecciò le caviglie dietro alla sua schiena e si fece portare fino alla panca in legno, dove lui si sedette con la ragazza sulle ginocchia. Riuscì appena a sorridergli per un istante prima di ricominciare a baciarlo, con più foga di prima. Mentre si muovevano all'unisono, il ragazzo le accarezzò la schiena arrivando a stringerla ancora a sé. Una nuova scossa le fece mancare il fiato, da dove era sbucato quel gigolò che le stava facendo vedere le stelle? Si allontanò impercettibilmente da lui per vederlo in faccia e imprimersi quel volto nella mente, ripromettendosi di non dimenticarlo più.

Fu in quel momento che una mano le strattonò il braccio e la fece scendere dalle ginocchia del ragazzo davanti al suo sguardo esterrefatto.



Eccoci di nuovo! Spero che questo terzo capitolo vi sia piaciuto, alcuni passaggi mi fanno sentire le farfalle nello stomaco! Il nome Annika non è definitivo, potrebbe cambiare nei prossimi aggiornamenti. Continuate a seguire la storia (si sta facendo interessante, no?) e mi raccomando recensite, il vostro parere sarà fondamentale per la continuazione! Detto ciò, alla prossima!

  
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