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Autore: Mitsuki91    04/02/2015    1 recensioni
[Raccolta]
Quando gli idioti si incontrano
ovvero,
quando Risa o altra gente degenera in chat con me facendomi produrre cose.
***
Personaggi principali per ogni storia:
#1 - James e Sirius
#2 - Peter, le ragazze e Shelly
#3 - I Malandrini
Genere: Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Potter, Severus Piton, Sirius Black
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Torno ad aggiornare questa raccolta con una storia così stupida che più stupida non si può.
Si tratta di una storia prettamente dialogata, e non spaventatevi se non capite chi dice cosa: vanno bene diverse letture, ognuno si può immaginare quello che vuole e se servono specifiche ho fatto in modo di inserire i nomi in qualche modo. E’ comunque una stupidata, e tale resta.
Se volete capire cosa mi ha spinto a scrivere l’ennesima trashata ci sono ulteriori note in fondo alla storia.
Buona lettura! u.u
ATTENZIONE: alta presenza di Cioccocanna. Rivolgersi alle note in fondo per sapere come, dove, quando e perché e come sono stata autorizzata ad usarla.



L’origine dei nomi

29 settembre 1975, ore 20.42, dormitorio maschile di Grifondoro

“… Ce l’abbiamo fatta.”
“Ce l’abbiamo fatta?”
“Sul serio, ce l’abbiamo fatta.”
“Oh Santo Merlino, ce l’abbiamo fatta!

I quattro ragazzi si guardarono fra loro, eccitati ed entusiasti, e ogni mezzo secondo i loro occhi viravano verso la pergamena che Remus teneva orgogliosamente fra le mani.
Sulla pergamena, disegnata con precisione, si scorgeva una porzione di castello con diversi piccoli puntini affiancati da un cartiglio riportante il nome.

“La mappa del Malandrino!”
“Che figata!”
“Finalmente potrò sapere quando la Evans va a farsi la doccia!”
James!
“Remus, però secondo me non è ancora perfetta.”
“E che manca? I nomi ci sono tutti.”
“Manca la presentazione! Quel… Quel qualcosa che la renda diversa da una qualsiasi mappa incantata; ecco, manca la nostra firma!”
“Sirius, hai ragione.”
“C’è solo un problema, miei cari amici. Se ci mettiamo il nome e per sbaglio la mappa dovesse finire nelle mani di Silente e per sbaglio lui riuscisse a scoprire la parola d’ordine e ad accedervi…”
“Beh, basterebbe non firmarsi con i nostri veri nomi.”
“Peter, sei un genio!”
“A proposito, che stai mangiando?”
“Cioccolata! Tenete, appena ho visto che la mappa funzionava sono andata a prenderla anche per voi, per festeggiare.”
“Grande! Possiamo pensarci dopo ai soprannomi. Ora si mangia!”


29 settembre 1975, ore 21.37, dormitorio maschile di Grifondoro

“Peter, perché la stanza sta girando?”
“Ahah, Sirius, siamo in una giostra! In una giostra, non lo vedi?”
“Che cos’è una giostra?”
“Credo sia una roba babbana…”
“Sì, Peter, è una roba babbana! Papà mi ci ha portato quando ero piccolo, e girava, e girava…”

“… Ragazzi, credo che un letto stia cercando di mangiarmi.”
“Peter, sei molto tranquillo, ammiro il tuo aplomb.”
“… Mi stai insultando?”
“James dice solo che di solito se qualcosa ti mangia scappi via urlando, non ti fai mangiare.”
“Ma per ora mi guarda solo male, Remus!”

“Sentite, non è che c’è altra cioccolata? Ho una fame…”


29 settembre 1975, ore 21.44, dormitorio maschile di Grifondoro
“Peter, dimmi la verità.”
“Che c’è, Remus?”
“Sia chiaro che non ti sto facendo questa domanda perché le pantofole a Grifone di Sirius hanno preso a svolazzare per la stanza, ma comunque… Dove hai preso la cioccolata che stiamo continuando a mangiare?”
“Era sotto la scrivania, in un cassetto bloccato.”
“…”
“Perché?”
“… Oh, merda.”
“…”
“…”
“…”
“… Devo trovare un altro posto per i miei esperimenti.”


29 settembre 1975, ore 22.20, riva del Lago Nero


“Fa un freddo osceno.”
“Qualcuno mi spieghi perché abbiamo deciso di ascoltare James e ora ci troviamo in questo luogo.”
“Sei scemo, Peter? Dobbiamo festeggiare! Dobbiamo tuffarci nel lago nero per essere riusciti a completare la mappa!”
Sssssht! Cosa urli? Sarà inutile esserci stretti sotto al mantello se poi ci fai scoprire così!”
“Agli ordini, mamma. Comunque, iniziate a spogliarvi!”
“…”
“…”
“… Spogliarci?”
“Cavolo James, sapevo di essere attraente, ma almeno per la nostra prima volta potevi scegliere solo me invece di fare una roba a quattro.”
“Sirius, sei un cretino. Se ci tuffiamo nel lago vestiti, poi come facciamo a rientrare senza lasciare prove del nostro misfatto? Goccioleremmo dappertutto!”
“Questa volta, James, hai ragione.”
“Sì però alla svelta, che il salice piangente mi guarda male.”
“Oh, Peter. Ancora?”
“Non è colpa mia se le cose vogliono uccidermi!”
“Basta, zitti tutti e via i vestiti.”

“… James, perché ti stai togliendo anche le mutante?”
“Prima o dopo, non fa differenza. Non vorrete rientrare con il culo bagnato, spero!”


29 settembre 1975, ore 22.31, riva del Lago Nero

“Hihihihi…”
“Sembri… S-sembri… Un cavallo…”
“Il f-freddo mi ha ghiacciato i capelli…”
“Combatti, marrano!”
“Jaaaaaames… Non esiste nessun marraaaaano…”
“… Qualcosa non va…”
“Remus? Tutto a posto?”
“… Possibile che… Effetto collaterale a scoppio ritardato… Deficienza… Prima le allucinazioni…”
“Mi hai toccato il culo!”
“No, Peter, è stato… Pfft… Messer Salice.”
“Jaaaaames… Non esiste nessun Messer Saaaaalice…”
“E’ dietro di te, Sirius!”
“… Non ne usciremo vivi…”
“Hihihihi…”
“Ma perché congeliamo all’aria! In acqua! Il Capitan Papavero ci ha dato l’autorizzazione!”
“Jaaaaames… Non esiste nessu-UGH-SGGGGGGGGG”
“Lo affoghi!”
“… AAAAAH! SANTO MERLINO CHE FREDDO!”

“Benedette bacchette magiche.”
“… Miracolo… Sei riuscito ad asciugarci anche se… Anche se…”
“Anche se cosa?”
“Oh, lascia perdere.”
“Non dobbiamo decidere dei soprannomi, poi?”
“Sirius, non puoi aspettare che prima ci si rivesta?”
“Hihihihi…”
“… Peter… Sei inquietante…”
“…”
“PETER!”
Ops…
“Cosa… Cosa tocchi?!”
“E’ così fluente… Hihihi…”
“Peter, questo non ti autorizza a- JAMES!”
“Oh, Sirius… Perché i tuoi peli dei pube sono così morbidi?”
“Ho rubato una pozione a mia madre e non potevo permettere che scadess- MA COSA M FAI DIRE?!”
“Sirius… Sei troppo… Troppo… Remus, aiuto.”
“Aspetta.”
“Non ti azzard- REMUS!”
“Oh, sì. Capisco. Sirius, sei così felpato.”
“…”
“…”
“Hihihi…”


29 settembre 1975, ore 23.07, riva del Lago Nero

“E’ così interessante restare a guardarvi il pene.”
“JAMES!”
“PORCO!”
“Ma ma… Ad esempio… Peter, perché tu non hai peli?”
“Hihihi…”
“Mi sa che è fuso…”
“Hihihi… No… E’ che…”
“…”
“… Che?”
“… E’ bello sentire la morbidezza delle mutande sulla pelle… Hihihi…”
“… Bleah, Peter. Bleah bleah bleah.”
“Beh, dato che abbiamo appurato che Sirius è felpato, tu cosa saresti? Liscio?”
“Nah, liscio non mi pare. Dopotutto non è pelato. Direi che ha una… Protuberanza liscia.”
“Mmmh…”
“… Coda liscia?”
“… Coda?”
“Beh, è una coda che esce dal davanti e non dal dietro…”
“James, a volte mi chiedo cosa tu assumi per fare certi ragionamenti.”
Mumble…”
“No, okay, Coda Liscia mi piace.”
“Hihihi… Codaliscia…”


29 settembre 1975, ore 23.14, riva del Lago Nero

“Remus, tocca a te.”
“Cosa? A me cosa??”
“Non ingobbirti così e faccelo vedere.”
“Voi siete fuori.”
“Remus, il salice ti mangerà!”
“Cos-! PETER!”
“Oooooh… Eccolo!”
“Grande codaliscia, serviva proprio un bello spavento per farlo sobbalzare!”
“Ma…”
“Ma…?”
“Beh…”
“Uhm…”
“COSA.”
“E’… Storto.”
“… Storto.”
“E’ storto, Remus!”
“Hihihi…”
“Il pene di Remus è storto…”
“Non ho il pene storto! Mi…!”
“Ti?”
“Mi?”
“Hihi… Hi?”
“Mi si era spostata una palla.”
“…”
“…”
“… Ti si era spostata una palla…”
“… Una palla.”
“Remus tu ce l’hai con le cose tonde.”
“Già, pensa al tuo piccolo problema peloso, nasce dalla luna.”
“… In effetti è più questo un piccolo problema peloso, dato che non sembri avere le inclinazioni di Peter.”
“Hihihi… Remus c’ha la Luna Storta…”
“Peter…”
“Peter, ti strozzo.”
“Peter, è geniale!”
“Ma geniale per cosa?!”
“Qui abbiamo un felpato. Peter è una codaliscia. Tu sei una lunastorta!”
“IO NON HO IL PENE STORTO!”

29 settembre 1975, ore 23.23, riva del Lago Nero

“… Manca.”
“Eh, manca.”
“Hihihi… Manca.”
“Cosa manca?”
“Il tuo pene, James.”
“Già.”
“Mostraci il pene, James.”
“Con molto piacere, amici.”
“…”
“…”
“…”
“… Che c’è?”
“E’… Uhm…”
“… Sai che? Non…”
“Non?”
“Hihihi…”
“Credo che tu abbia in testa ciò che hai anche là sotto.”
“Mi stai dando della testa di pene, Sirius?”
“No è che…”
“Insomma…”
“Hihihi…”
“E’ sommerso.”
“Dai peli.”
“Che sparano.”
“Hihihi… Come sopra.”
“Oh.”
“Già.”
“Ehm.”
“…”
“Ehi, guardate!”
“Cosa, Sirius?”
“Alla luce delle stelle. Sparano proprio.”
“Lo sappiamo, Sirius.”
“No, dico. Sembrano alberi. Come le sagome degli alberi della foresta.”
“Hihihi…”
“P-PETER!”
“… C’è una protuberanza… Hihihi…”
“AHIA! Perché me l’hai toccato?!”
“… Perché c’è una protuberanza?”
“Ehi! E’ vero!”
“SIRIUS!”
“James…”
“…”
“…”
“… Ho un pelo incarnito, va bene?!”
“…”
“… James… Sei il solito…”
“Hihihi… E’ il nodo di un albero…”
“… Il nodo?”
“Ma sì… Quello nei tronchi.”
“Ah… Dici per le sagome ad albero…”
“… Però…”
“Cosa?”
“Guarda meglio, Sirius. Più che tanti alberi sembra un solo albero con tanti rami.”
“Ehi, se faccio così…”
“SIRIUS! NON MI TIRARE IL PENE!”
“… E lo vedo al contrario…”
“SIRIUS!”
“… Questo sembra un tronco.”
“Giusto, con i rami.”
“SIRIUS!”
“… Ramoso, allora.”
“… Ha anche il nodo…”
Ramoso…”
“SIRIUS!”
“Hihihi… Luce…”
“… Luce?”
“… Oh, merda. Il castello.”
Merdamerdamerda. James, hai urlato troppo.”
“Mi stava tirando il pene!”
“LE MUTANDE SANTO MERLINO CI SCOPRIRANNO!”


30 settembre 1975, ore 00.01, ufficio della McGranitt

“… Un tuffo nel Lago Nero. Volevate fare un tuffo nel Lago Nero. Aspettate, fatemi ripetere. Un. Tuffo. Nel. Lago. Nero.
“… Ehm…”
“Signor Lupin non ci provi neanche, non questa volta. E’ stato colto in fragrante, in mutande, insieme ai suoi amici e non ci sono scusanti per il suo comportamento, come per quello degli altri.”
“Hihihi…”
“Signor Minus, lo trova divertente?!”
“…”
“…”
“…”
“…”
“Restate qui. Vado a chiamare un Caposcuola perché vi scorti fino al vostro dormitorio. State certi che rimarrete in punizione per il resto dell’anno scolastico. Un tuffo nel Lago Nero!

“… James, che cosa stai facendo?”
 “Mi serve una… Ecco.”
“Hihihi…”
 “Cosa? Perché un Pennarello Ballerino?”
“Dobbiamo segnarceli.”
“… Eh?”
“I nomi. Sono i nomi perfetti per la mappa.”
“… Cosa?”
“Zitto, Felpato. Ho come la sensazione che domattina non ricorderò nulla di tutto questo… I mobili già stanno cominciando a svanire dalla mia vista… Non devo perderli. Non devo perderli!”
“Oh, Merlino, James è andato.”
“… Effetti collaterali… Povero me.”
“Di cosa, Remus?”
“… Lascia perdere. Tanto domani non lo ricorderò neanch’io.”
“E come faremo a ricordarci della punizione?”
“Hihihi…”
“Sirius, dammi il braccio, questo è più importante.”
“Cosa? Vuoi scrivermelo sulla pelle?”
“Così sai chi sei.”
“Ma se domattina la scritta mi compare in fronte?”
“Spera solo che non sia su una chiappa, altrimenti nessuno potrà leggerla.”
“Ma…”
“Sta tornando la McGranitt! Sbrigati, James!”


30 settembre 1975, ore 00.20, dormitorio maschile di Grifondoro

“… E la professoressa McGranitt vi invita caldamente a dormire, altrimenti la vostra espulsione non sarà negoziabile.”
“Okay, lo terremo presente.”
“…”
“… Se ne è andato?”
“Fantastico. Ho un po’ di fame.”
“NO! Sirius, dormiamo.”
“Hihihi… James… Ma hai scritto tutto?”
“Mi sono anche preso il pennarello dopo avervi marchiati.”
“… Come hai fatto a rubarlo senza che la McGranitt se ne accorgesse?”
“L’ho messo nelle mutande, semplice.”
“… Vorrei ricordarmi solo di non chiederti più cose, grazie.”
“Hihi- … Zzzzzz…”
“Peter è partito.”
“Credi che dovremmo spostarlo sul suo letto?”
“…”
“…”
“… Nah.”
“Buonanotte, gente.”
“Notte a tutti.”


30 settembre 1975, ore 19.35, dormitorio maschile di Grifondoro

Sirius si stava grattando una chiappa, mentre con la mano libera copriva la bocca, aperta in uno sbadiglio.
Quella giornata era stata infernale, fra la sveglia suonata troppo presto, lezioni pallosissime e una scenata della McGranitt per cose che non si ricordava affatto di aver commesso, che aveva avuto come conseguenza una punizione non ancora estinta (per tre mesi lui e gli altri avrebbero dovuto sgusciare lumache per il professor Lumacorno, bleah).
Ora, finalmente, poteva rilassarsi in santa pace e farsi una benedetta doccia (e aveva la sensazione che il viscido sotto le unghie non se ne sarebbe andato comunque).
Dopo aver adempiuto alle esigenze pulsanti, quindi, ovvero, quella della chiappa da grattare, Sirius si diresse verso il bagno e cominciò a spogliarsi. Rimase bloccato con la maglietta sollevata a metà, però, perché noto sulla pancia una enorme scritta che diceva “FELPATO”.
Stupito, tornò nel dormitorio per far vedere la strana cosa agli altri, e tutti iniziarono ad esaminarsi in cerca di tracce simili, dato che avevano appurato giusto quella mattina di essere vittime della stessa amnesia.

“Ehi, io ce l’ho sul braccio. La mia dice “RAMOSO”.”
“Ecco, qui trovo scritto “CODALISCIA”.”
“”LUNASTORTA” a voi.”
“…”
“Che vorranno dire?”
“Uhm…”
“Qual è l’ultima cosa che ricordate di ieri sera?”
“Il vago presentimento che qualcuno mi abbia rubato della cioccolata…”
“Sì la stavamo mangiando ma prima…”
“… Prima…”
“Ah! Cercavamo dei soprannomi per la presentazione della Mappa!”
“…”
“… Credo che queste scritte c’entrino con il Pennarello Ballerino che stamattina mi sono trovato nelle mutande.”
Ugh.
Che schifo.
Perché nelle mutande.
“… Però… Secondo me possono andare.”
“Cosa?”
“I soprannomi!”

I Malandrini di guardarono fra loro, sorpresi e, alla fine, leggermente divertiti.
Nessuno riuscì mai a risalire all’origine dei nomi, ma, alla fine, poco importava: che Sirius si chiamasse Sirius o Felpato, rimaneva comunque un fratello. Era solo una cosa divertente e senza senso fra di loro, come ce n’erano state in passato e come sicuramente ci sarebbero state in futuro.

Il giorno dopo, Remus aggiunse alla mappa l’incantesimo per dare una piccola presentazione dei Malandrini prima che si formasse il disegno vero del castello.








Note: nella storia si fa riferimento alla Cioccocanna inventata da Risa in Soldier. Specifico che prima di scrivere ho chiesto l’espressa autorizzazione all’uso, dato che Risa ha vietato in ogni modo utilizzi/ispirazioni/ecc anche se creditati alla sua opera.
Ovviamente, la Cioccocanna a cui faccio riferimento qua non è quella ‘definitiva’, ma mi sono immaginata che fosse uno dei primi esperimenti di Remus in tal senso u.u
Ah, il Pennarello Ballerino l’ho inventato sul momento e, per come me lo sono immaginato, ha la caratteristica di poter essere usato senza inchiostro e che le parole scritte su una superficie con esso si spostino a loro piacimento lungo tutta la superficie. Quindi James l’ha usato sul braccio e Sirius poi si è ritrovato la scritta sulla pancia.

Ora, nota per Risa, che si deve prendere malissimo u.u Come ha fatto a venirmi in mente una cosa simile? Pensavo al fatto che mi sono messa a chiamare ‘Sirius’ il tipo che ti piace, e pensavo al fatto che è pratico dato che lavoriamo tutti e tre nello stesso posto. E quindi… Ho pensato che, se devo parlare di sconcezze relative a Sirius, te lo devo far capire in qualche modo, ma devo trovarmi un codice cifrato anche per esso u.u E allora ho pensato che Sirius è anche Felpato, e ho pensato che avrei potuto usare Felpato per riferirmi a una certa sfera di competenza – ehm, poi il pensiero si è ristretto a una sola parte del corpo. E in quel momento ho avuto un flash con i malandrini veri, dove James toccava il pene di Sirius e gli diceva che i suoi peli erano stranamente morbidi, quasi felpati.
Da lì è stato tutto un delirio in discesa sul riuscire ad associare il soprannome malandrino a una caratteristica del pene dei Malandrini, per poi incrociare il tutto.
La Cioccocanna mi serviva perché senza essa sarebbe stato difficile giustificare il reciproco esaminarsi di peni a vicenda con conseguente nascita del soprannome :v
   
 
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