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Autore: EggWoman    04/02/2015    2 recensioni
Molti si aspetteranno da questa storia una ragazza di Liverpool che si innamora di uno dei componenti dei Beatles. Invece questa cosa accadrà in seguito, molto in seguito. C'è da ricordare che nei Beatles all'inizio non facevano parte solo George, John, Paul e Ringo, ma che c'erano molti altri che fecero parte di questo gruppo evolvendosi (Pete Shotton, Pete Best, Stuart Sutcliffe e molti altri). Questa storia parlerà in particolare del celebre artista, amico di John, Stuart Sutcliffe e, dopo la sua morte, di John. Molte persone hanno sottovalutato la presenza di "Stu'" nel gruppo, ma io, con questo racconto, cercherò di rivalutarlo, in modo, a mio parere, carino.
Il personaggio principale, Carolina, ragazza appena diciottenne italiana si è trasferita a Liverpool con la sua famiglia (la madre, Ida, il padre, Giuseppe, la sorellina, Catia, e il fratello, Francesco) a causa delle troppe perdite finanziarie di questa a Torino quando aveva più o meno tre anni...
Storia scritta da Penelope.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Lennon , Nuovo personaggio, Quasi tutti, Ringo Starr , Stuart Sutcliffe
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo 18

L'avevo baciato davvero. Forse perché non ce la facevo più di quella situazione. Forse perché volevo provare come sarebbe stato sentire il calore delle sue labbra sulle mie. Forse perché ero solo stupida. Ci potevo inserire tutte le scuse di questo mondo e di quell'altro. Ma non ne trovavo una che davvero potesse essere quella per me. Lo feci e basta, fu un gesto d'impulso, senza ragionarci neanche un momento. Per una volta nella mia vita feci una cosa senza pensarci almeno due o tre volte prima. Questo mi stupì, ma non volevo lasciare quelle labbra. Le nostre bocche si aprirono e le nostre lingue cominciarono una danza, senza nessun tempo o regole da seguire. Erano semplicemente libere. Libere di muoversi e di fare quello che volevano. Purtroppo questo non poteva durare per sempre, anche se avrei voluto. Stuart si staccò da me, mi voleva guardare bene negli occhi.
"Tu non vuoi questo" disse, tenendo le mani sui mie fianchi e le mie erano attorno al suo collo.
"Io voglio questo, Stuart".
"No, tu non lo vuoi. Credimi, Carolina". Lo ribaciai per fargli capire che io volevo lui. Non mi importava di nient'altro. Volevo solo essere felice. Lui indietreggiò.
"Carolina, no... credimi, no". Arrabbiata, lo lasciai da solo in camera mia e me ne andai in bagno sbattendo la porta. Aprii l'acqua nel lavandino e 'puf!', mi resi conto di ciò che era successo. L'adrenalina in circolo, arrivata da non so dove, era terminata. Forse fu lo stesso Cupido a farmi un'iniezione. Oppure un esserino dentro di me agì d'impulso, mettendomi di mezzo. Fatto sta che mi misi le mani fra i capelli, mi accovacciai accanto al vater e cominciai a dondolare dicendo ad un intervallo di dieci secondi "Oh mio Dio". Come avevo potuto farlo? La nostra amicizia era per sempre rovinata, per sempre rotta... il nostro gruppo per sempre andato. Ovviamente ero io a dovermene andare. John e Stuart erano inseparabili, ecco perché non c'era posto per me. Oh, Cristo, John! Chissà cosa avrebbe fatto o detto! Chissà se Stuart gli avrebbe detto qualcosa! Chissà se sarebbe stato zitto e si sarebbe tenuto tutto dentro di sé.
'Toc-toc' bussarono. La mia testa era sconnessa. Non mi interessava chi fosse. Senza risposta, entrò Stuart, bello come sempre con gli occhiali sulla testa, sopra il suo ciuffo. Si accovacciò accanto a me e mi tenne stretta. Riabbassai lo sguardo e mi misi a piangere. Lui mi strinse ancora di più. Poi mi baciò la testa.
"Perché stai facendo questo?" chiesi, guardandolo dritto negli occhi. "Perché non te ne vai e mi lasci col mio cuore spezzato, invece di rigirare il dito nella piaga?".
"Perché..." disse con quella sua voce soave "... io non me ne voglio andare". Lo guardai meglio, chiedendogli spiegazioni solo con lo sguardo. Lui disse, semplicemente:"Perché... io ti amo. Me ne sono accorto due settimane fa. Sai, quando mi hai baciato da ubriaca... Scommetto che non te lo ricordi...". Infatti era vero, non mi ricordavo nulla dopo quella sbornia in particolare. Forse perché John mi mise qualcosa nel bicchiere. Ecco quello che mi disse l'altro giorno. Mi drogò, per sbaglio. Quel bicchiere era per Stuart. Mi confessò che avevano delle pasticche che avevano preso dal manager di un locale. Morivano dalla voglia di provarla e per sbaglio l'hanno fatta provare a me. Non me la sono presa tanto perché non mi ricordavo niente. Certo, dopo un'enorme litigata, è finita lì con una battuta. John, però, non mi disse che avevo baciato Stuart. Così, stupita, rimasi a bocca aperta.
"... Me lo immaginavo. Eri drogata... John ha sbagliato... Ma non è questo il punto... Ecco, non volevo che il nostro primo vero bacio... Avvenisse così... Il rifiuto di prima era legato a questo". Sentivo il mio cuore ricucirsi. Pezzo dopo pezzo si rimetteva insieme e si aggiustava. Dal primo all'ultimo. Stuart mi asciugò le lacrime dalla faccia e mi baciò il naso. Mi aiutò ad alzarmi.
"Ma quindi... che significa?" chiesi, spaesata.
"Che sei mia, spero. Lo vuoi?". Si mise in ginocchio, come se fosse una proposta di matrimonio. Io con lui sarei andata in capo al mondo. Ci avrei fatto diciotto figli e l'avrei amato fino all'ultimo giorno.
"Cazzo, se lo voglio" conclusi io. Ero felice e sollevata. Chissà come sarebbe continuata la mia vita da quel momento in poi.

SPAZIO AUTRICE: Come sempre, perdonatemi alcuni errori! Buona lettura e un abbraccio forte forte da Penny.
  
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