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Autore: Zomi    04/02/2015    4 recensioni
Tre piccoli momenti.
Tre piccole notti con altrettante piccole sorprese.
Tre piccoli passi nella vita di coppia.
Tre capitoli, nati per caso, grazie a tre meravigliose persone...
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2: Suonano le tre, e io penso a te….

 
a Momo

 
-Nami svegliati-
La scosse per una spalla, agitandola con forza per svegliarla, incurante dell’ora e delle reazioni violente della rossa.
Ma la sua compagna, beatamente addormentata su un fianco, i ricci rossi sparsi sulle lenzuola e le mani strette a stringere una mano di Zoro, come ancora ai suoi sogni, non si mosse nemmeno al richiamo,continuando a dormire.
Il verde sbuffò dal naso, tentennante sul lasciarla dormire o il svegliarla, ma, preso coraggio, sfilò la mano dalla presa della rossa, agitandone il corpo con entrambe le mani.
-Mocciosa svegliati!!!- ordinò, serio e impassibile, puntando lo sguardo al muro dinanzi al letto.
Nami sobbalzò, presa alla sprovvista dal richiamo del compagno e dalla mancanza della sua mano nella sua presa, agitandosi e guardansi intorno presa dal panico.
-I ladri!!!- strillò, stritolando il cuscino e puntando la porta socchiusa della camera –Buzzurro: prendi il salvadanaio e nascondilo!!!- si apprestò a scendere dal letto, preparandosi a prendere la mazza da base ball, regalatale dal padre.
-Nami…- sospirò Zoro -… non c’è nessuno ladro…- la trattenne sul letto, afferrandole un polso.
La rossa lo fissò in viso, sbiancando improvvisamente.
-Oddio!!!- si portò le mani al viso –Un incendio!!! La nostra casa va a fuoco!!!-
Saltò giù dal materasso, aprendo l’armadio e rovistandovi all’interno.
-Getta il materasso giù dalla finestra e gettati col salvadanaio: io salvo le scarpe e…-
-Nami non c’è alcun incendio!!!- sbottò seccato, ruotando finalmente gli occhi a fulminarla.
Nami lo guardò perplessa, tornando a sedersi sul materasso, incapace di capire.
L’aveva svegliata in piena notte, chiamandola insistentemente e con urgenza, senza un perché?
Non c’erano ladri o incendi, nessun pericolo a minacciarli, ma lui l’aveva svegliata comunque. Non riusciva a capire.
-Buzzurro!!!- gonfiò le guance, imporporate di rabbia –Perché diamine mi hai svegliato allora, se la casa non va a fuoco e non ci sono ladri o pericoli?!?- lo colpì con uno scappellotto, tornando sotto le coperte.
-Sono le tre di notte, e io vorrei dormire se non ti dispiace!!!- sbuffò, coprendosi con le lenzuola fin sopra il capo.
Lanciò un’ultima occhiataccia a Zoro, i cui occhi erano tornati a fissare la parete davanti il letto, maledicendolo in un mugugno sommesso.
-A volte non capisco che ti passa per la testa…- sbuffò, raggomitolandosi e voltandosi a fissare il verde ancora seduto sul materasso -… si può sapere che hai?-
Zoro non piegò lo sguardo su di lei, né le diede risposta.
Prese un respiro profondo e, schioccate le labbra, chiuse gli occhi respirando piano.
-Non possiamo andare avanti così…- parlò flebile.
Nami tremò sotto le coperte, sgranando gli occhi puntati sulla schiena del ragazzo.
-Come?- sussurrò.
-Non possiamo andare avanti in questo modo Nami…- si ripeté, gravando la voce.
Il cuore della rosa le sprofondò nel petto, cadendo a peso morto nel fondo del suo stomaco, come un macigno spezzato in due.
Sentiva, sentiva che qualcosa tra loro due non andava più come prima, ma non pensava fosse così grave.
Convivevano da appena tre mesi, e tra intoppi e discussioni per lo spazio nell’armadio, la vita insieme non era sempre stata rosa e fiori, ma era una cosa normale.
Entrambi sapevano che non sarebbe stata una passeggiata, e che le litigate, seppur schiocche, ce ne sarebbero state, ma ci sarebbero stati anche i momenti felici, dolci, le mattine in cui si sarebbero svegliati insieme, le colazioni consumate nella piccola cucina, le serate di film passate sul divano, l’uno stretto all’altra, le cene con zuffa per il telecomando.
Lo sapevano entrambi, e Nami apprezzava anche quei piccoli momenti di lite e rabbia reciproca, perché sapeva che si sarebbero tutte concluse con un bel bacio e un “Ti amo lo stesso, buzzurro”.
Ma nonostante quella consapevolezza, sentiva che in Zoro c’era un qualche tormento, un qualcosa che lo rendeva insofferente, irritabile e scontroso il verde, che spesso si rinchiudeva in un muto malessere.
Non voleva impicciarsi troppo Nami, sapeva che il suo buzzurro era un orso e che quei momenti di letargo emotivo prima o poi sarebbero finti, riportando a galla il ghignate e strafottente ragazzo che amava.
Credeva davvero che fosse solo un momento passeggero, ma le parole appena pronunciate dal suo compagno, ora la spaventavano.
-Che… che vuoi dire?- sussurrò piano, sollevandosi col busto e mantenendo fissi gli occhi su Zoro.
Il verde sospirò nuovamente, passandosi una mano sul viso.
-Voglio dire che non possiamo andare avanti così…- ruotò il capo, incrociando lo sguardo con quello della rossa -… non possiamo Nami…-
Un singhiozzo riecheggiò nel petto della ragazza, che si morse un labbro, nel vano tentativo di trattenere le lacrime.
-Tu… tu…-
Si passò le mani sugli occhi, umidi di strane lacrime pesanti e dolorose, cercando di parlare tra i singhiozzi.
Maledetto, maledetto bastardo: la stava lasciando.
La lasciava nel cuore della notte, insensibile e crudele, dopo appena tre mesi di convivenza.
Non stava bene con lei, non riusciva ad andare avanti, e voleva lasciarla, liberandosi del peso che era divenuto per lui.
Ma come poteva?
-Tu… tu…-
Come poteva farle questo?
Sapeva che era una ragazza difficile, con un caratterino tutto pepe, autoritario e dispotico, ma non l’amava anche per quello?
Erano bastati tre mesi di convivenza, per stancarlo di lei e dei suoi sbalzi d’umore?
-Tu... tu… ahhh, maledetto!!!-
Afferrò con entrambe le mani il suo cuscino, sbattendolo con forza sul viso di Zoro, picchiandolo e singhiozzando simultaneamente.
-Ahia, Nami!!!- ringhiò, alzando le mani a proteggersi –Che cavolo fai?!? Nami!!!-
-Maledetto, maledetto!!!- continuava a singhiozzare, piangendo a occhi chiusi –Come puoi lasciarmi così? Come?!?-
Alzava e abbassava il cuscino contro Zoro, picchiandolo sul capo e sulle spalle, facendo imprecare il ragazzo a denti stretti per i colpi, soffici e violenti, che lo percuotevano senza pietà.
-Io che ti ho sempre amato, e tu… sigh… tu m-mii lasci così?!?- sollevò nuovamente il cuscino sopra il capo, pronta a scaraventarlo con rabbia sul verde –S-sei cru-cruuudele!!!-
Abbassò con rapidità il cuscino su Zoro, le cui mani si mossero agili e leste, intercettando il colpo e, afferrato per due lembi, sottrasse l’arma improvvisata dalle candide mani della sua mocciosa.
-Ma che ti prende?!?- sbottò, fissando in cagnesco la rossa.
Nami sostenne il suo sguardo con rabbi e furia, prima di scoppiare in un acuto ululato di pianto, abbracciando per la vita Zoro, piangendogli sul petto.
-N-non m-mii lasc-aaaare!!!- si stringeva a lui, bagnandogli il torace nudo con innumerevoli lacrime, schioccando il ragazzo, che fissava confuso la rossa.
-Lasciarti?- aggrottò la fronte –Perché mai dovrei lasciarti? Ehi, mocciosa…-
La sollevò dal suo petto posandole le mani sulle spalle, circondandole poi il viso, asciugandoglielo dalle lacrime con i pollici.
-Nami…- scosse il capo, posando la fronte su quella della rossa -… non voglio lasciarti, mocciosa- le baciò le guance, rigate di lacrime.
-Ma… ma… hai detto che così n-non possiamo andare avanti…- tirò su con il naso, aggrappandosi alle sue spalle -… che non possiamo andare avanti insieme così, noi due…-
-Certo che l’ho detto, perché è vero- ghignò, passandole un braccio intorno alla vita, stringendosela al petto, e allungando l’altro al comodino, dove prese un piccolo cofanetto di velluto blu, portandoglielo vicino agli occhi.
-Non possiamo continuare a vivere insieme così…- le baciò la fronte, aprendo con uno schiocco il cofanetto, rivelando il piccolo anello che conteneva -… voglio che ci sposiamo-
Nami sbattè le lunghe ciglia, fissando l’anellino brillare nel cofanetto, scintillando nonostante il buio della stanza, lasciandosi guidare dalla calda e ferma mano di Zoro nel sollevare il braccio sinistro, il cui anulare si vestì di quel delizioso e importante gioiello.
La rossa abbassò il capo a fissarsi la mano, incapace di parlare.
-Mocciosa…- la richiamò con una carezza il verde -… mi vuoi sposare?-
La scrutò in viso, sghignazzante per i suoi occhi nocciola dilatati all’inverosimile per la sua proposta, e i ricci selvaggi e disordinati, serpeggianti sul suo capo, sottolineavano lo stupore che la ammutoliva.
Lasciò la presa sulla sua candida mano, abbandonandola sospesa sotto lo sguardo inebetito di Nami, abbassandosi con le labbra al suo orecchio, sfiorandolo con la lingua prima di soffiarci dentro.
-A questo punto, dovresti saltarmi al collo, baciarmi, e dirmi che, si, mi vuoi sposare…- ghignò, accarezzandole un fianco.
Di scatto, gli occhi di Nami si sollevarono dall’anello di fidanzamento, portandosi sul viso di Zoro, che ghignò vittorioso, certo che ben presto le labbra della sua mocciosa si sarebbero premute sulle sue, baciandolo con la travolgente passione che lo caratterizzava.
In effetti, qualcosa si premette su Zoro, ma non furono le labbra di Nami sulla sua bocca, bensì le mani della rossa, sulla sua gola.
-E non potevi aspettare domani mattina per chiedermelo?!?- strillò, affondando con le dita nella carotide del verde.
-Le tre di notte…- ringhiò -… sono le tre di notte, mi svegli con fare agitato, mi metti addosso una paura tremenda… E VUOI SOLO CHIDERMI DI SPOSARTI?!?!?!? RORONOA, TI SPOSO SI, E SAPPI CHE SARA’ UN INCUBO PER TE!!!-
Lasciò la presa, spostando rapida le mani dalla gola di Zoro, il cui viso ormai sfiorava un tono bluastro e cianotico, all’orlo della canotta che usava come pigiama, sfilandosela dal capo e scuotendo i ricci ramati.
-E ora spogliati!!!- ordinò, sfilandosi l’intimo.
-Cosa?!?- si massaggiò rauco la gola Zoro.
-Spogliati!!!- sbuffò, saltandogli a cavallo delle gambe, circondandogli il viso con le mani e iniziando a baciarlo su ogni lembo di pelle che riusciva a sfiorare.
-Ma… ma non eri arrabbiata?!?- aggrottò la fronte.
-Si, ma posso anche perdonarti…- socchiuse gli occhi, sorridendo maliziosa, premendo il seno nudo sui pettorali caldi del verde -… se riesci a convincermi…-
Zoro ghignò, circondandole i fianchi scoscesi e morbidi, stringendosela al petto.
-Non dovrei convincerti a sposarmi, piuttosto?- prese in bocca il suo labbro inferiore.
Nami sorrise, piegando il capo e posando la fronte su quella del ragazzo, stringendosi a lui e accarezzandogli la nuca.
-Quello lo hai già fatto un sacco di tempo fa…- lo baciò, spingendolo sul materasso.
 
 
   
 
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