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Autore: Seleyne    05/02/2015    2 recensioni
Come molti ragazzi che vivono nel mondo di Ao no exorcist il rischio di essere feriti e, se sfortuna vuole, uccisi a causa di un demone non è mai troppo basso e la famiglia di Shina Kogarashi non fa eccezione: non solo perché è morta principalmente a causa di un demone ma ha una parentela di sangue con uno di questi.
Come Rin e Yukio sanno bene, essere figlio di un demone è una vera sfortuna per chi vive in un mondo in cui queste creature vengono cacciate ed uccise tutti i giorni.
Assiah è quindi un posto difficile per gli abitanti di Gehenna, compresa Shina.
Allevata da uno dei migliori paladini e cresciuta per essere un esorcista ai massimi livelli, scoprire di essere in realtà uno di quei mostri a cui ha dedicato la vita e la lama della sua spada è uno vero schock per la ragazza.
La vita dell'orfana viene riempita con duri allenamenti, crescendo fredda, astiosa e poco incline a socializzare. Grazie però a persone speciali Shina avrà qualcuno per cui vale la pena lottare, questo vale finchè la natura demoniaca non decide di prendere il sopravvento.
Questo è la breve introduzione di The Wintry Wind, un'altra storia pubblicata. ^^
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arthur Auguste Angel, Mephisto Pheles, Rin Okumura, Un po' tutti, Yukio Okumura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Come l’erba nel prato cresce,
così come i giorni dell’uomo passano,
così come i fiori, anche l’uomo fiorisce,
finché il vento non distrugge ogni cosa.

 



Shina quella mattina preparò decisamente controvoglia la sua valigia: aveva sempre avuto gran voglia di partecipare alle missioni ma questa era decisamente l’eccezione.
Lavorare a contatto con Shura era estenuante, tuttavia il Vaticano in particolare Arthur, divenuto recentemente un paladino e quindi colui che partecipava all’organizzazione principale delle missioni, stava indagando sulle attività del preside della True Cross: Mephisto Pheles.
Nonostante fosse una ragazza bizzarra e capricciosa, Shura sapeva fare il suo lavoro ma, con il nuovo incarico affidatole dal suddetto preside, non riusciva a svolgere le sue indagini a dovere: quest’ultimo, infatti, l’aveva messa a capo di una classe di giovani matricole.

Shina, con un lieve sbuffo, infilò il suo passe-partout nuovo di zecca in una qualsiasi porta e in un lampo si ritrovò all’accademia di esorcismo.
Si diresse pazientemente verso la classe di Shura, seguendo il ricordo della mappa che le aveva mostrato il suo caro tutore. Peccato però che la ragazza dai capelli corvini ci aveva dato a malapena un’occhiata e, spinta dall’orgoglio e dalla voglia di dimostrare di essere la migliore in ogni campo, non aveva accettato di portarsene dietro una copia.
Questo era il motivo principale per cui Shina si era letteralmente persa in quella sfilza di corridoi tutti identici.
“Ma un cartello potrebbe anche mettercelo quel dannato preside!”
La giovane superò l’ennesimo angolo e camminò per vari corridoi quando fu costretta ad evitare un flash luminoso che per poco non le staccava un orecchio.

Shina rotolò di lato e grazie ai numerosi anni di insegnamento che l’avevano plasmata fin da piccola estrasse la spada e si girò pronta ad affrontare qualunque minaccia le si parò davanti.
Le sue iridi divenute di un argento chiaro incontrarono un paio di occhi dorati.
«Stai bene?! Dio, mi dispiace tanto, non credevo ci fosse qualcuno in giro ora...»

Una giovane ragazza di circa la sua età la fissava con dispiacere in cima ad un demone a forma di lupo.

“Tamer… i soliti idioti! Calma… Shina… resta… calma!”
Quello non era il Vaticano e quella di fronte a lei non era decisamente una professionista, quindi Shina doveva darsi una calmata.

«Tranquilla… Ma si può sapere che diamine stai facendo?!» sbottò l'esorcista, facendole abbassare il capo. I suoi esercizi per rilassarsi non erano decisamente molto efficaci.
«Sei fortunata che l’abbia schivato! Se fosse stato uno stupido alunno inesperto sicuramente non l’avrebbe evitato.»
Shina osservò la ragazza di fronte a lei e si perse nei suoi pensieri per qualche minuto: le ricordava qualcuno e il suo volto le era familiare ma non riusciva a fare i giusti collegamenti.

«E’ solo che sono un po’ in ritardo e dato che di solito non c’è nessuno per questi corridoi...»

«Ah, sei una di quei bambocci incapaci del primo anno?» domandò allora Shina, con un tono severo ma allo stesso tempo speranzoso: odiava girovagare a vuoto senza sapere dove andare. Alla risposta affermativa della mora, Shina con un sorrisetto da furba decise di ottenere ciò di cui al momento aveva bisogno
«Dimenticherò questo incidente se mi dai un passaggio fino all’aula, dato che non ho più voglia di camminare.»

«O-okay... Posso capirti, sai. Questi corridoi sono infiniti!» La moretta rispose allegra, facendole posto sul suo famiglio.
La ragazza discusse brevemente con quest'ultimo e Shina, come il suo padre adottivo, disapprovava questo comportamento: i famigli erano demoni utilizzati come arma, nient’altro.
Famigliarizzare con loro era, dunque, sbagliato agli occhi degli esorcisti professionisti e dell’ordine ma, nonostante ciò, Shina si era sempre sentita a proprio agio in presenza dei demoni. Per questo motivo combatteva senza paura o timore, ma lottava anzi con grinta e ardore nonostante affrontasse nemici con doti e capacità non umane.
«Qual è il tuo nome?»

«Ah, giusto. Io sono Nagi e lui è Narukami – o Naru.»

«Kogarashi Shina, dalla sede centrale del Vaticano. Ehi, a che velocità può andare il tuo demone?» Shina apprezzava le abilità e le doti dei demoni, in particolare la loro velocità. In fondo stava partecipando ad una delle missioni più sgradite fra quelle affidatole in tutti quegli anni, perciò perchè non cercare di divertirsi un po'?
Il lupo della ragazza sogghignò, al contrario dello sguardo preoccupato di quest’ultima.
«Naru, non ti azzardare a-»

«Vi consiglio di reggervi forte


Dopo qualche minuto, il demone si fermò di fronte ad un’enorme porta, segno che purtroppo erano arrivate a destinazione. Shina scese con un balzo dalla schiena del ‘lupo’ dedicando a quest’ultimo un occhiolino di ringraziamento. La ragazza sistemò i suoi capelli ridotti ad un ammasso nero simile alla paglia e si rivolse a Nagi con un sorriso compiaciuto.
«Hah, il tuo famiglio se la cava bene!»
«Il mio famiglio dovrebbe smettere di correre in quel modo solo per una provocazione!»

«Ooh, vedo che andate già d’accordo voi due, ma se dovete parlare fatelo dopo le lezioni!» Una voce irritante interruppe il loro discorso: Shura.
La donna prese le ragazze per la guancia e Shina rispose con un sonoro schiaffo sulla sua mano.

«Vengo a salvarti il fondoschiena e questo è il ringraziamento? Sappi che Arthur non è contento del tuo comportamento e sappi, inoltre, che ti aiuterò con i tuoi compiti ma non voglio assolutamente avere a che fare con questa classe di rammolliti!»
Dopo qualche battibecco Shura presentò Shina alla classe mentre quest’ultima se ne stava seduta guardando fuori dalla finestra, indifferente ai saluti degli alunni, e incominciò la sua lezione.

 


Il mattino seguente Shina si alzò come al solito poco prima dell’alba, si vestì e prese le sue spade.
L’appartamento che le avevano affidato era isolato dal resto delle palazzine: nel suo edificio abitava fortunatamente solo lei. Esplorò il bosco a cui affacciava la sua nuova stanza e dopo qualche minuto trovò una radura che fece al caso suo.
Un leggero venticello le fece compagnia mentre scaricava tutta la tensione attraverso il sudore e il dolore ai muscoli.
Dopo circa un’ora i polmoni bruciavano furiosi e le gambe tremavano leggermente a causa di tutti i salti e le arrampicate sugli alberi ma, nonostante ciò, il nervosismo accumulato non era sbiadito granché. Non solo doveva svolgere parte degli incarichi di Shura, la quale non aveva materialmente il tempo di compiere a causa della classe di idioti che le era stata affidata, ma quest’ultima voleva che insegnasse a maneggiare la spada ai presunti idioti.
“Non esiste e non lo farò! Non importa quello che potrebbe dire mio padre!”
Era più giovane di quegli alunni, lei aveva appena compiuto quattordici anni mentre loro avevano almeno un anno in più, eppure nessuno di loro aveva avuto un quarto dell’addestramento che lei aveva ricevuto da quando aveva a malapena cinque anni.
Shura le aveva dato inoltre l’incarico di tenere d’occhio la ragazzetta mora.
“Come si chiamava? Ah sì, Naki o Nagi… una cosa simile”
Shina decise di tornare in camera per potersi cambiare dopo una rilassante doccia quando, all’ingresso, trovò un uomo. Shina lo aveva incontrato quando era piccola peccato però che non se ne ricordasse, senza contare che, a sua insaputa, quell’uomo aveva indagato su di lei in quegli anni.
«Aah, Shina-chan, vero? Sono anni che non ci si vede, come vanno le cose al Vaticano?»
«Preside Pheles, cosa ci fa qui? Non dovrebbe essere ancora a letto?» Shina si sforzò di essere cortese, sforzo che però fece ridacchiare il presunto padrone di tutta la baracca.
«Oh, non temere, mia cara. Il sottoscritto ha già riposato a dovere! E per rispondere alla tua prima domanda, ti stavo cercando. L’estate si sta avvicinando e con essa i festival tradizionali, in particolare...»  Dal nulla apparve un manifesto arrotolato nelle mani del demone, che presto si premurò di mostrarlo alla ragazza prima di continuare la sua spiegazione. «Il Sanja Matsuri è uno degli eventi più attesi! Ci saranno tre interi giorni di festa, come da tradizione, ed una parata in onore delle divinità della buona sorte.»

«In sostanza vorrebbe che controllassi che i pensieri e le preghiere delle persone in quei giorni non attirino qualche demone infame?» Shina ridacchiò, rispondendo con tono di sfida.
«Le sue barriere non servono proprio a niente allora.»

«La prudenza non è mai troppa. Meglio impiegare qualche persona in più invece che in meno, non vogliamo che qualche innocente si faccia male, no?»
Una forte folata di vento fece volar via il capello dell’uomo il quale rise compiaciuto.
“Perché diamine sta ridendo?”
Shina prese una semplice decisione: avrebbe fatto una doccia più corta del previsto ma sarebbe andata a parlare con Yukio per chiedere qualche informazione su quello strano preside.
Si mosse rapida, spinta dalla curiosità di capire cosa non andasse nel cervello dell’uomo appena incontrato.
Si ritrovò sotto il palazzo di Yukio e, arrampicandosi sui cornicioni e varie sporgenze, si ritrovò sotto la finestra del vecchio amico.
Era certa che non avrebbe fatto storie ritrovandosela lì di punto in bianco, in fondo si può dire che erano cresciuti insieme, avevano anche dormito insieme svariate volte, dunque era tranquilla sul fatto che Yukio non si sarebbe fatto molti problemi ad accoglierla nonostante lui fosse ancora in pigiama e lei in una tuta sporca e sudata.
I piani della ragazza si volatilizzarono quando si accorse che Yukio era sveglio e in compagnia: stava parlando col fratello Rin.
Shina ascoltò in silenzio la conversazione prima distrattamente, sentendo quanto bastava per capire quando fosse il momento giusto per entrare, poi sempre più attentamente quando il discorso prese una piega un po' insolita.
Quando finalmente Rin uscì dalla camera di Yukio, Shina scese silenziosamente dal balcone tornando coi piedi sul prato soffice.
Camminò lenta e distratta fino alla sua palazzina e, quando finalmente fu sotto il getto della doccia, rilasciò le lacrime trattenute.
Fino a quel momento aveva considerato Yukio un caro amico ma, dopo aver sentito la discussione dei due fratelli Okumura, si rese conto che sperava in qualcosa di più. Una cosa che ormai non sarebbe più successa.
Secondo quanto sentito poco prima, una certa Shiemi prova della simpatia per Yukio sentimento che a quanto pare, secondo Rin, è ricambiato dal vecchio amico di Shina.
La ragazza si rese conto che non poteva più essere amica di Yukio: l’amicizia non era quello che voleva da lui.
Sotto l’acqua scrosciante Shina arrivò ad una conclusione che si fissò indelebilmente nel suo cervello e nel suo cuore: a prescindere se quello che aveva sentito fosse vero o meno, per il momento non poteva avere sentimenti di quel tipo. Shina fissò per bene le sue priorità e uccidere i demoni per vendicare la morte della sua famiglia era quella più importante.
Peccato che la ragazza non sapeva che un membro della sua famiglia era vivo e vegeto.

   
 
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