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Autore: gges_v    05/02/2015    1 recensioni
Nessuno aveva previsto un nuovo arrivo, ne tanto meno un nuovo membro.
Eppure adesso era lì, e per lui era bellissima. Per la prima volta sentì di poter capire cosa Cris fosse per Leo, e viceversa.
La nuova, la rossa, la forte per gli altri e per lui, semplicemente l'amore.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Davide, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Guarda, mi stavo già preoccupando di chi mi sarei ritrovata come compagna di stanza 'sta volta e invece mi è andata bene devo dire. - disse Cris, seduta a gambe incrociate sul letto intenta ad osservare come l'altra ragazza sistemasse le sue cose sparse qui e la, in un finto ordine. 
- Lo dici ora, aspetta di convivere con me per qualche giorno. - disse distrattamente l'altra mentre era piegata verso la propria valigia, la più piccola di quelle che si era portata, contente tutti gli oggetti di arredo che aveva deciso di portare con se. - Questa.. Qui! - aggiunse poi, cambiando del tutto discorso e parlando ovviamente a se stessa e sorridendo soddisfatta nel vedere come quella foto che si era portata con se stesse bene sul proprio comodino.
- Una cornice a forma di cuore? Cos'è la foto con il tuo ragazzo? - domandò Cris, alzandosi dal suo letto ed avvicinandosi al comodino e prendendo successivamente tra le mani la cornice stessa, e per quanto Alex avrebbe voluto fosse così perché in quella risatina divertita di Cris aveva visto una ragazza meno fragile, la foto non raffigurava nessun ragazzo. - Alex, chi è lei? - In un primo momento Alessia non rispose, prese il tempo necessario a metabolizzare quella domanda e sospirò.
- Lei è un angelo, ora.. - disse in fine, non trovando il coraggio necessario a pronunciare quella parola che non faceva parte del suo vocabolario da fin troppo tempo senza scoppiare a piangere o ricadere immediatamente in quel circolo vizioso dal quale stava cercando di uscire. - .. Il mio. - concluse, poi.
Lo sguardo di Cris, come quello di chiunque altro, in quel momento sarebbe stato insostenibile e il pavimento le parve straordinariamente interessante, scrutarlo attentamente risultò un ottimo modo per evitare alle lacrime di scendere. 
- Io.. Scusami, non.. Dio! A volte dovrei imparare a stare zitta. - 
Alex scosse il capo e dopo aver sbuffato pesantemente, alzò il capo e si accomodò sul proprio letto, puntando immediatamente dopo il proprio sguardo in quello di Cris. 
- Lei è la mia.. Mamma.. - incominciò, con un leggero tremolio nel tono, e quel discorso, alla fine durò più di quanto si sarebbe aspettata.


*qualche ora dopo*

Dopo aver ampiamente parlato del proprio passato a turno, le ragazze tornarono a parlare di cose più frivole, come ad esempio i ragazzi.
- Quindi tu e Leo..? - mormorò Alex, incaricando un sopracciglio mentre osservava Cris arrossire violentemente e scuotere il capo al solo pronunciare quel nome. - Sicura? - la incitò nuovamente la ragazza dai capelli rossi, ma Cris continuò a negare ed il discorso terminò così.
- E tu? C'è l'hai un ragazzo? - 
- Una specie.. - disse dopo qualche attimo di esitazione, perché Federico non era il suo ragazzo, era semplicemente il bello della scuola che voleva portarla a letto e che lei rifiutava continuamente limitandosi a baciarlo di tanto in tanto - Diciamo che sto frequentando qualcuno, più o meno. -
Ma il discorso fu interrotto dall'arrivo si Jonny che dopo aver bussato alla stanza delle due, che non avevano risposto a tale segnale, aveva avvisato entrambe che dei medici le stavano aspettando. 
- Tu, dalla psicologa in fondo al corridoio e.. -
- Come? -
- Sei Alessia, giusto? - la ragazza annuì. - in fondo al corridoio allora. -
- No. - rispose secca. - Voglio parlare con la Lisandri, i patti non erano questi. - 
- Cris, vai a fare il controllo del peso. Io e te andiamo dalla Lisandri, quindi? -
Alessia annuì nuovamente e dopo aver salutato Cris con un gesto della mano ed un sorriso appena accennato, seguì Jonny fino all'ufficio della Lisandri dove poi congedò il giovane infermiere ed entro.
- Alex, a cosa devo l'onore? - il fatto che un'adulta, una dottoressa per altro, la chiamasse in quel modo la fece intenerire un po' ma poi tornò a pensare al motivo per il quale era arrivata lì e quel velo di dolcezza svanì.
- Il patto era di avere qualche giorno di pace, almeno due. Il tempo di adattarmi. - disse prendendo a mordersi l'interno guancia subito dopo, mentre cercava di sostenere lo sguardo della donna seduta dall'altra parte della scrivania che incurvò le labbra in una piccola smorfia seccata, ed appoggiò i gomiti sui braccioli della sedia girevole nera sulla quale siedeva.
- Lo so, Ales.. Alex. Ma la dottoressa che ti seguirà credeva fosse meglio così, ma se non vuoi, nessuno può obbligarti. - Disse in tono pacato e lo sguardo calmo, come se di ragazzi contrariati dalle terapie prescritte ne avesse già visti fin troppo per prendersela o sbraitare. 
- Tutto qui? Posso.. Saltare la seduta? - sembrò quasi sbalordita, e contemporaneamente quel lieve stato di ansia che l'aveva presa alla sprovvista, sparì del tutto.
- Puoi, per stavolta. Vedi di gestirti al meglio le sedute, scegli le giornate e l'orario che preferisci, parla con la psicologa e segui il programma che deciderete di intraprendere. Siamo tutti con te, anche lei. -
- Lei.. Lei? -
- Si,  anche lei vorrebbe vederti star bene. Hai sofferto abbastanza. -
- Mh.. Grazie dottoressa. - sussurrò la giovane prima di voltargli le spalle e sparire, tornando ai piani superiori a passo lento. Nei momenti precedenti, probabilmente a causa dell'adrenalina che aveva preso a scorrerle nelle vene, non aveva avvertito quel bruciore fastidioso che ora ricominciava a farsi sentire. Ferite semi aperte e stoffa non erano mai state un'accoppiata geniale, ma strinse i denti e continuò il suo percorso cercando di non badare ai lievi giramenti di testa e a quel bruciore.
- Alex, Alex! - dall'accento riconobbe subito chi fu a chiamarla, il ragazzo dalla gamba ingessata e dal collare, le si presentò davanti e le sorrise ampiamente - Senti, sto andando da Rocco dove ci stanno anche gli altri. Cercavo te e Cris, che, l'hai vista per caso? - 
- È al controllo del peso, ma se posso vengo volentieri. - 
- E vieni, vieni! Ora mando un sms a Cris così poi ci raggiunge - disse estraendo un cellulare dalla tasca della giacca della divisa, o più semplicemente pigiama azzurrino, dell'ospedale e prese a digitare velocemente - Ecco fatto! Allora, andiamo? - disse poi, sistemando il cellulare dove l'aveva preso e iniziando a spingere la propria sedia rotelle verso la stanza dove erano stati anche durante la mattinata. 
- Ciao ragazzi! Ciao Rocco! - disse Toni entrando nella stanza e sistemandosi vicino al ragazzo con il quale, secondo quello che le aveva detto Cris, doveva parlare con il più piccolo dei componenti dei braccialetti rossi. 
- Toni, Alessia..- disse Vale, sorridendo ad entrambi. 
- Allora, fatto qualche visita? - domandò Leo alla ragazza e lei scosse il capo, facendo scuotere così anche la chioma scarlatta. 
- Alex.. Posso sapere perché stai qua dentro? - domandò Davide, tirandosi a sedere  sul bordo del letto e lasciando le gambe a ciondolare, avanti e indietro ad un ritmo che agli occhi di Alessia pareva davvero snervante. 
- Io non ero muta? -
- Eddai, non cambiare discorso. - l'ammonì il riccio, in tono più fermo questa volta - Scusami per questa mattina, ma ora.. Rispondi? - 
Gli altri rimasero in silenzio, e Alex li avrebbe picchiati tutti, specialmente Toni che aveva sempre qualcosa da dire e in quel momento non diceva proprio nulla. 
- Io.. Perché? -
- Mi ricordi qualcuno che conoscevo, in realtà io l'ho conosciuta poco ma ho letto i suoi diari, e me la ricordi. - 
- Chi? -
- Mia mamma. - la ragazza sentì le gambe tremare e barcollò ed indietreggiò fino ad arrivare al muro sul quale si appoggiò, prese un respiro profondo e socchiuse gli occhi, facendosi scivolare lungo la parete e finendo per sedersi sul pavimento, tirando infine le gambe contro il proprio petto ed appoggiando il mento a quest'ultime. - Alex? -
- Sono strana, tutto qui. -

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Hi! 
Un capitolo un po' più lungo, strano ma vero. Siamo già al terzo, wow.
Nel prossimo capitolo verrà svelato, per chi ancora non l'avesse capito, il motivo per cui Alex è in ospedale. Tadadan.
Quindi, a domani con il quarto capitolo.
Bye girls💕
Ps. Grazie, come sempre, per chiunque si sia soffermato a leggere la storia, a chi l'ha inserita tra le preferite o le seguite. 
  
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