“Abbiamo
tutto?”.
“Tutto”.
“Sei
sicuro?”.
“Direi
proprio di sì”.
“Diresti o dici,
Potter?”.
“Dico”.
“Uhm.
Qualcosa mi dice che
sarà meglio ricapitolare”.
“Uomo
di poca fede”.
“Con
voi è davvero il
minimo”.
Giornata
estiva, metà
pomeriggio. Ultimi ritocchi al piano del secolo. Due uomini stanno
studiando
concentrati liste chilometriche di appunti.
“Ah,
maledizione a queste
liste di Lupin” grugnì il Lord, stringendo gli
occhi e allontanando da sé i
fogli, le braccia tese .
“Che
c’è, Oscuro Signore?
L’età si fa sentire??” ghignò
James Potter.
“Non
so di cosa tu stia
parlando” rispose piccato, stringendo ancora di
più gli occhi “Senti, io, ehm,
non capisco la grafia di Lupin, potresti…?”.
“Va
bene, Voldemort, facciamo
finta che io ti creda, per amor del piano. Dammi sta lista”.
“Accidenti,
Potter, il
rischio di ritrovarti cornuto ti ha persino reso servizievole. Un
miracolo”
sogghignò l’Oscuro.
“Ah
- ha. Quando hai finito
con le tue spiritosaggini, io inizierei a
ricapitolare”.
“Ok,
ok. Spara”.
James
Potter stese con aria
ufficiale la lista.
“Allora.
Auricolare e
ricetrasmittente”.
“Ce
l’ho”.
“Scorte
di acqua e viveri nel
caso la cosa diventasse lunga”.
“Piton
che deve broccolare
una femmina, sarà lunga per forza… Comunque, ce
l’ho”.
“Giornali
e riviste dietro cui
nasconderci”.
“Preparate”.
Fu
il turno del padre del
Prescelto di socchiudere gli occhi.
“Frena
un momento. Non
saranno mica quelle?”.
Quelle erano
un’alta pila di riviste retrò di modellini a
maglia, con in copertina una
vecchina che sorrideva rassicurante brandendo con sicurezza i ferri da
maglia.
“Vuoi
davvero nasconderti
dietro ai vecchi numeri di…” fece piegando la
testa per leggere “… Maglia
amica??”.
Le
oscure guance dell’oscuro
Lord si tinsero di rosa.
“Senti,
non ho trovato nulla in
così poco tempo! Queste me le ha prestate in extremis
Silente… Meglio di
niente, almeno. A proposito, poi bisogna restituirgliele, ci
tiene”.
“Ti
posso assicurare che non
mi sento per nulla tentato di fregarle”.
“Meglio
così. C’è altro sulla
lista?”.
“Sì,
la prenotazione del
ristorante” fece Potter, spuntando la lista.
“Ah
già” disse Voldemort,
pensieroso “Devi chiedere a Black, era compito suo
prenotare”.
James
Potter sbarrò tanto
d’occhi per la sorpresa.
“Ho
capito bene? Hai affidato
un compito a Sirius??”.
“Senti,
lo so anch’io che di
secondo nome non fa esattamente Affidabilità”
sbuffò il Lord “ma eravamo tutti impegnati. Fa
parte del piano, anche lui dovrà
pur svolgere delle mansioni! Comunque, mi sono premunito di affidargli
la cosa
meno difficile. Insomma, prenotare un ristorante non mi sembra gravoso,
neanche
per lui”.
“Uhm,
va bene” assentì
l’altro, tuttavia non ancora convinto. “Allora vado
a farmi dare la ricevuta”.
“Sirius?”.
Tardo
pomeriggio, saletta
ricreativa.
“Che
c’è?” grugnì quello
infastidito, brandendo un oggetto di plastica su cui pigiava
insistentemente.
“Sirius,
la ricevuta del
ristorante”.
“Che?
Aspetta, finisco il
livello…”.
Si
udirono un ultimo scoppio
e le grida disperate di un uomo saltato in aria. Con un urletto di
giubilo e
l’aria soddisfatta, Sirius Black ripose il joystick della
Playstation per
prestare finalmente attenzione al suo migliore amico.
“Dicevi?”.
“La
prenotazione del
ristorante. Ci serve”.
“Che
prenotazione?” fece,
aggrottando le sopracciglia.
“Il
compito che ti ha
assegnato Voldemort. Ieri. Piton. La cena”.
Il
panico incominciò a
formicolare velocemente per le membra di James Potter, mentre fissava
l’aria
totalmente sperduta del suo amico.
“A
me Voldemort non ha mica
detto niente”.
“Sei
sicuro?” boccheggiò.
“Senti,
lo so anch’io che di
secondo nome non faccio esattamente Affidabilità”
sbuffò Black, palesemente infastidito “ma penso di
potermi ricordare uno
stupido incarico”.
“Ok,
ok” James Potter ormai a
pallore poteva fare concorrenza al suo collega Oscuro
“Andiamo a parlare a Voldemort.
Qualcosa non torna”.
“Voldemort?
Che stai
facendo??”.
Potter
e Black erano in
piedi, il capo reclinato a guardare perplessi quella faccia Oscura da
schiaffi,
impegnatissimo, seduto per terra a gambe incrociate, nella lettura del
numero
dodici di Maglia Amica.
“Ah
siete voi” fece lui,
spuntando color geranio dalla rivista “Non vi avevo sentito
arrivare”.
“Da
quando ti piacciono i
modelli a maglia?” chiese Black tra lo stupito e lo schifato.
“Non
ho mica detto che mi
piacciono…” balbettò
“E’ che… tanto per leggere… E
comunque non devo mica darvi
spiegazioni!” sbottò, chiudendo di scatto la
rivista “Piuttosto, questa
prenotazione è saltata fuori, sì o no?”.
“Ecco,
qui sta la magagna”
sospirò James Potter.
Lord
Voldemort volse lo
sguardo assassino verso Sirius Black, gli occhi grandi come piattini.
“Senti,
capisco che tu di
secondo nome non faccia Affidabilità,
ma una stupida, insignificante prenotazione non mi sembrava questa
grande
impresa, stramaledizione!”.
“L’avrei
fatto, sapientone,
se tu me l’avessi detto!!”.
“Ma
è ovvio che te l’ho
detto!” ululò il Lord “Te l’ho
detto ieri pomeriggio, stavi davanti a
quell’assurda macchina…”.
James
Potter e Sirius Black
si volsero a scambiarsi uno sguardo sbigottito.
“Idiota!
Incommensurabilmente
idiota!” sbuffò come un toro Potter.
“Fammi
capire, il tuo amico
incasina tutto e l’idiota poi sono io?!”.
“Gli
hai assegnato un compito
mentre giocava a Mortal Kombat?? Ma dai, lo sanno anche le
pietre che quando ci
gioca non sente neanche le cannonate!”.
“Che
succede?”.
La
rimanenza dell’allegra
banda si era finalmente fatta viva: fissavano straniti la neonata
discussione,
mentre Silente occhieggiava turbato la copia di Maglia
Amica che Voldemort brandiva ancora in mano concitato,
spiegazzandola tutta.
“Succede
che il furbastro
qui, ne ha fatta una delle sue” rispose Potter, furente.
I
tre si volsero severi.
“Sirius,
ancora??”.
“Non
sono io!” mugolò quello.
“L’altro furbastro”
indicò stizzito James.
“Che
hai combinato?” chiese
Remus, basito.
“Ho
assegnato un incarico a
Black, ecco cosa! La prenotazione del ristorante. Accidenti, anche
questo è
troppo difficile per lui…”.
“Già.
Peccato che tu non
abbia precisato quando glielo hai
detto” grugnì James “Gliel’ha
detto mentre giocava a Mortal
Kombat!”.
Remus
Lupin, Fred Weasley e
Albus Silente repressero all’unisono un gemito, le mani sulla
bocca.
“Ma
daaaai” fece Silente,
lamentoso “Lo sanno tutti che non sente niente e
nessuno”.
“Beh,
ormai è inutile
recriminare” constatò Lupin, sempre pratico
“Piuttosto, ormai non facciamo in
tempo ad ordinare in un altro ristorante”.
“Oh,
beh, possiamo farcela
comunque. Potremmo usare un gazebo, sistemarlo in un luogo intimo e
carino…”
propose Fred.
“Sì,
ma il cibo? E i
camerieri?”.
“Al
cibo potrei pensare io.
Nulla di elaborato, capiamoci, ma me la so cavare. Guardare per
vent’anni mia
madre spignattare qualcosa mi ha insegnato” disse soddisfatto
Fred.
“Uhm.
Ma rimane il personale”
fece pensieroso Silente.
“Ah
beh, a questo proposito, io avrei
una
soluzione” disse con aria maligna Black “Di questo
me ne occupo io. Vi posso
assicurare che di questo incarico
non
mi dimenticherò”.
Si
volse a guardare Voldemort
con aria cattiva.
“Tu! Vieni con me!”.
Spazio dell'autrice:
Ok gente, ci stiamo rapidamente avvicinando alla meta! I preparativi fervono... Occhio, che col prossimo capitolo comincia la cena!!
JDS: Visto, che sono anche riuscita a ri-aggiornare a tempo record?? Ecco, sul tema "che gli faranno dire a Sev" (ma io qua ti posso anticipare che, più che dire, gli faranno FARE) io tremerei... e tanto. Donna avvisata... XD
HOTARU_TOMOE: Oooh! Le recensioni come le tue dovrebbero essere regolamentate e prescritte in farmacia con regolare ricetta sotto la voce "Punture di autostima", e alla lunga potrebbero essere dannose, causando un eccessivo ego gongolante nella scrittrice di turno ;-) Grazie mille per i complimenti. Sono felice di averti fatto sghignazzare, e a questo punto vorrei davvero sapere la tua opinione sui due capitoli a venire (praticamente un capitolo diviso in due), perchè sono i più diabolici di tutta la storia! Ebbene, pronta per la cena del secolo??
SMEMO92: Eh, gli scherzi, purtroppo per il pipistrello più famoso della saga, non tarderanno ad arrivare!! Aspetta... ;-)
Grazie a tutti di cuore, spero di riuscire ad intrattenervi sempre piacevolmente. Alla fine non manca moltissimo, tre capitoli in tutto. Ci aggiorniamo, gente!
Erin87