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Autore: ShanHoward    05/02/2015    2 recensioni
Seguito di My Unintended...Era trascorso poco più di un anno dagli ultimi eventi narrati. Nuove esperienze, nuove risate, nuovi colpi di scena e chi più e ha più ne metta...Cosa succederà ai nostri personaggi? Per scoprirlo vi basti cliccare e leggere!!!
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Christopher Wolstenholme, Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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New chapter for u!!! Spero vi piaccia...fatevi sentire =) 
 

Lose Control

 
Tornati a casa, percorsi lentamente gli scalini che portavano al piano superiore con in braccio un William ormai nel mondo dei sogni da molto tempo.
Dom appese i cappotti e salì anche lui dritto filato in camera da letto, mentre io terminavo di rimboccare le coperte del piccolo. Già che c’ero, diedi anche una veloce sistemata ai peluche abbandonati sul divanetto posto vicino al lettino.
Quando entrai in camera, Dom mi stava aspettando sotto le coperte con un grande sorriso anche se stanco; dopotutto la giornata era stata abbastanza lunga per tutti. Andai in bagno per cambiarmi e lavarmi i denti, spazzolai i capelli e raggiunsi Dom a letto.

 
“Che fai, stanotte indossi i pantaloni del pigiama?” chiese nel buio
“Si, fa freddissimo in casa” risposi
“Avvicinati” disse chiudendomi in un abbraccio accompagnato da un sorriso

 
Più tardi, nel cuore della notte, udii un rumore.
Aprii gli occhi di scatto incapace di comprendere se fosse accaduto realmente oppure stessi sognando, ma non avvertendo più nulla tornai a dormire.
Dieci minuti dopo, un rumore di passi seguito dal suono ovattato di una porta che si apriva.

 
“Dom…Dom!” lo scossi leggermente

 
Ricevetti un mugugno soffocato dal cuscino.

 
“Dom, ti prego svegliati!” sussurrai
“Che c’è?” bisbigliò poco dopo
“Ho sentito un rumore di là” affermai
“Dormi, non è niente” suggerì affondando nuovamente nel cuscino

 
Ma ecco che il rumore di un oggetto che cadeva a terra, fece sobbalzare anche lui.

 
“Te l’avevo detto!” mi allarmai

 
Si voltò nella mia direzione quasi a volersi scusare per avermi presa per una pazza sotto l’effetto degli acidi.
Ci guardammo negli occhi per qualche secondo, poi Dom fece il giro del letto ed entrò nella cabina armadio per uscirne con in mano una mazza da baseball.
A quel punto scesi dal letto e lo seguii, ignorando l’occhiata di rimprovero lanciatami.
Lui camminava lento cercando di essere il più silenzioso possibile, ed io ero subito dietro che gli stringevo un lembo di t-shirt. Ci avvicinammo nel silenzio alla stanza dalla quale provenivano i rumori.
Prima di spingere leggermente la porta della stanza, si voltò per sincerarsi che stessi bene, nonostante si fosse accorto che stavo respirando a fatica e che molto probabilmente avessi il battito cardiaco accelerato. Come il suo, d'altronde.
Mentre prendevo un respiro profondo e Dom afferrava più saldamente l’arma, ecco che una figura incappucciata comparve davanti i nostri occhi nel corridoio, indietreggiando.
Sentendosi circondato, allungò velocemente una mano sull’interruttore accendendo la luce, e delle sonore imprecazioni riempirono l’abitacolo.


Con una mano al petto, mi voltai verso il muro cercando di regolarizzare i battiti, e vi rimasi il tempo necessario per avvertire il braccio sinistro di Dom avvolgermi il bacino, tanto da far sì che chiudessi leggermente gli occhi e posassi la tempia sinistra sulla sua spalla.

 
“Tu che cazzo ci fai qui?” disse Dom rompendo il silenzio
“Avevo dimenticato il regalo per Will!” esclamò Matt togliendo il cappuccio
“Alle 02:30? Non potevi passare più tardi?”
“Ho le chiavi di casa e ho pensato di far velocemente e senza svegliarvi”
“Stavo  per abbatterti con una mazza da baseball, Matt! Non puoi piombare qui a notte inoltrata incappucciato e facendo rumore senza tener conto del fatto che potevi essere picchiato, oltre a far venire un infarto a lei!” urlò stringendomi

 
Nel momento esatto in cui Matt cercò di rispondere a tono, mi voltai dirigendomi verso di lui.

 
“Matt, tesoro, non ho voglia né di discutere né tantomeno urlarti contro” proferii “non mi reggo in piedi, sono stanca ed avrò dormito si e no un’ora. Perciò adesso se non ti dispiace vorrei andare a letto. Se torni a casa, ti auguro di fare buon viaggio; altrimenti, le coperte sono nell’armadio nella tua stanza”

 
Detto questo, mi congedai dando un bacio sulla guancia a Matt, lasciandoli a parlare.
Mi addormentai così velocemente che non sentii nemmeno la porta di casa chiudersi  o Dom che tornava ad immergersi sotto il caldo piumone.
Mi svegliai direttamente diverse ore più tardi, sola nel mio letto e fortunatamente molto riposata.
Dal piano inferiore provenivano voci concitate e agguerrite che andavano alternandosi da frasi rassicuratrici ad altrettante provocatorie. Mi stiracchiai nel letto prima di infilarmi sotto la doccia canticchiando una Instant Messenger praticamente nata dal nulla.
All’improvviso, colta da un fulmine a ciel sereno, ricordai di avere un miliardo e più di cose da preparare! Uscendo dalla doccia e vestendomi in fretta e furia, asciugai i capelli e tentai di somigliare ad una padrona di casa come si deve. Uscendo poi dal bagno andai a sbattere contro la figura imponente del mio biondino. Alzai lo sguardo su di lui a mani giunte.

 
“Dom perdonami è tardissimo!” esclamai “farò tutto in fretta, non ho sentito la sveglia”
“Ehy” sorrise “è tutto ok, ho disattivato io la sveglia. Ho sistemato tutto al tuo posto” rispose
“Non dovevi, lo sai!” risposi a capo chino
“Lo so, ma dormivi così beatamente” sorrise dolce

 
Prendendo la mia mano, mi condusse fuori dalla stanza per scendere di sotto.
Notai difronte la camera di Will, un borsone da viaggio molto familiare che mi fece sfuggire un sorriso. Un borsone di quel genere in casa mia poteva voler dire solo una cosa; e cioè che avrei avuto Matt in casa per qualche giorno. Quando i servigi di Spencer erano richiesti altrove, Bells iniziava a soffrire di solitudine, abituato a convivere con Dom da una vita intera, e bussava alla nostra porta professando carenza d’affetto.  
Come potevo biasimarlo? Io ero la prima che diventava nervosa in assenza di Dom; e poi perché era sempre bello convivere con Matt. 
Ricordo ancora di una mattina in cui me lo ritrovai in casa stile “casalinga disperata” armato di brodo, solo perché accusavo un leggero raffreddore e Dom non era in casa. Si faceva sempre in quattro per me, come per tutti gli altri, e lo adoravo per questo. Non chiedeva mai nulla, agiva di testa sua e lo faceva sempre e solo con il cuore.

Quando scendemmo l’ultimo scalino, trovai la cucina immacolata, la tavola perfettamente apparecchiata, il fuoco acceso, William vestito ed il mio Bells dietro i fornelli con Spencer.

 
“Buongiorno dormigliona!” mi apostrofò lei
“Giorno a te, Spence” risposi abbracciandola

 
Erano intenti a preparare il perfetto pranzo di Natale. Infatti, di lì a poco sarebbero arrivati in casa rispettivamente, la mamma di Dom ed il padre di Matt. Vi confesso che ero leggermente agitata; avevo conosciuto e scambiato precisamente due parole con George Bellamy il giorno del matrimonio di suo figlio, e non ero nemmeno sicura che si ricordasse di me.
Ovviamente era difficile separare la famiglia di Matt da quella di Dom; erano praticamente cresciuti insieme e vivevano uno in casa dell’altro da quasi una vita intera. Da Muser quale ero, mi risultava impossibile non immaginare Matt e Dom incontrare Chris nel cortile della scuola; fare tardi la sera e uscire a bere birra e fumare di nascosto. Immaginavo le figure di George e di William rimproverare i rispettivi figli per le malefatte a scuola o per eventuali voti bassi nelle materie.
Sapendo che nella maniera più certa George sarebbe passato a salutare Dom, optai per festeggiare in un unico luogo.

Così, mentre ultimavano di preparare il pranzo, io giocavo con Will per passare il tempo.
Quasi con la stessa accuratezza di un orologio svizzero, un’ora dopo il campanello richiamò tutta la nostra attenzione mettendoci quasi sull’attenti.  Con tutta la compostezza di un maggiordomo, Matt si avviò verso il portone a grandi falcate e respirando frenetico. 
Nonostante non si vedessero praticamente mai ed ognuno viveva la propria vita lontano dall’altro miliardi di km, George aveva ancora una certa influenza su Matt e forse anche su Dom.  
Esitò sulla porta quel secondo in più che suggerì a Dom di farlo al posto suo, evitandogli così il rischio di un infarto.

 
“Mamma!” esclamò Dom
“Auguri piccolo mio! Buon Natale a tutti!!!” sorrise abbracciandoci a turno

 
Porsi Will a sua nonna che desiderava quel momento da giorni; in fondo lo vedeva poco ed aveva tutto il diritto di tenerlo con sé per una giornata.
Mi lasciò un bacio su entrambe le guance, lasciando così che andassi ad accogliere l’altro ospite.

 
“Papà, lei è Cinzia, ti ricordi?” sorrise al mio indirizzo
“Salve signor Bellamy” lo apostrofai
“Mi spiace, non mi ricordo molto di te…”
“Tranquillo, le tornerà in mente” sorrisi

 
Ci sedemmo così tutti a tavola, preparandoci ad affrontare il pranzo con meno ansia e preoccupazione, o almeno così la pensai io.
Captai una raccomandazione di Matt verso suo padre sul fatto di non fargli fare brutte figure, e non potei  fare a meno di provare un leggero moto di tenerezza; anche se George gli aveva promesso che sarebbe filato tutto liscio.
Diversi bicchieri di vino dopo e l’arrivo tempestivo di Chris per il dolce…

 
“Spencer” … “come va la vita con il mio Matthew?” chiese con una mano sulla spalle di Matt
“Alla perfezione, non potrei chiedere di meglio” disse sorridendo
“E tu Dom? Dio, ricordo ancora alla perfezione il giorno in cui siamo partiti tutti insieme per andare a pescare. Io, Matt, tu e tuo padre…è stato bello, finché Matt non ha incendiato la tenda da campeggio”

 
Frecciata numero 1.
Io, che fino a quel momento stringevo la mano di Dom al ricordo di suo padre, mollai la presa. Ma Matt e Dom la buttarono sul ridere, scongiurando una discussione con il solo aiuto di uno sguardo complice.
Il pranzo si concluse alla perfezione e mentre tutti discutevano del più e del meno, io mi apprestai a togliere i piatti dal tavolo lasciando solo i bicchieri con le bevande.

 
“Tesoro, vuoi una mano?”
“No, grazie. Fa tutto la lavastoviglie” sorrisi in risposta alla madre di Dom

 
Poi, nel silenzio più naturale del mondo, mi spostai sul divano per giocare con Will ormai stufo di starsene nel seggiolone. Mi sedetti sul comodo tappeto insieme a lui, giocando con le costruzioni in gomma profumata comprategli da sua nonna, e per una buona ora non mi resi conto di ciò che mi accadeva intorno.
Tutto quello che arrivò alle mie orecchie fu la voce di Matt che diceva a suo padre di stare zitto e che stesse bevendo troppo.
Voltandosi poi di tre quarti sulla propria sedia, George Bellamy ebbe una specie di  lampo di semi lucidità.

 
“Ora mi ricordo di te!” mi apostrofò puntandomi un dito contro
“Finalmente!” sorrisi al suo indirizzo
“Tu sei una delle puttanelle di Dominic!”

 
Frecciata numero 2.

 
“Come, scusa?” risposi secca
“Ma si dai, adesso ricordo alla perfezione. Tu eri al matrimonio di Matt , no?” chiese retorico
“Si, certo. Ero lì anche io” affermai alzandomi in piedi
“E allora non mentirmi bambolina” sorrise ubriaco

 
Quel “Bambolina” fuoriuscito dalla sua bocca mi fece l’effetto più strano ed inquietante che io avessi mai provato. Venivo chiamata molto spesso con quell’appellativo sia da Chris, che lo usava praticamente sempre, che dagli altri di quando in quando. Ma lui, forse a causa dell’alcool ingerito o proprio perché lo pensava seriamente, lo disse in un modo molto sprezzante, quasi derisorio, carico di compassione nei miei confronti, quasi valessi meno di niente.

 
“Una persona che se la spassa con 2/3 degli invitati tu come la definiresti? Hai ballato praticamente con ogni essere che ti respirava  vicino, persino con quel povero bambino di tre anni! Ti sei strusciata, per non dire quasi accoppiata con Dominic per tutto il giorno in quel vestitino blu; non contenta sei rimasta avviluppata a Chris con quegli occhi dolci che farebbero tremare le gambe anche a Dio in persona. Ma ovviamente non ti rimaneva altro da fare che andare a piagnucolare dallo sposo! Matthew Bellamy che si sposa è un ottimo motivo per piangere!” mi fece il verso “le scegli tutte uguali, Dom”

 
Frecciata numero 3, 4, 5, 6…1000!
Ed io lì che tentavo di non farmi scalfire e cercando di risultare impassibile.

 
“Non so se fra tutte queste cose lei ha notato che ero palesemente incinta!” risposi
“Oh beh, quella credo sia stata l’apoteosi della tua performance. La scena di Chris che ti porge un paio di Converse è stampata nella mente di tutti, credo. Neanche la decenza di definirti donna e tenere i tacchi. Credevi di sapere tutto sui Muse,  ti sei intrufolata nelle loro vite e sei riuscita ad abbindolare mio figlio al punto tale da farti trascinare in tour con loro! Non so nemmeno come abbia fatto Spencer a non opporsi  a tutto questo squallore e degrado. In fondo, chi può dargli la certezza che durante quel tour  tu non abbia sfiorato Matt?”
“Io mi fido ciecamente di lei. Mai avuto dubbi” rispose Spencer
“A mio avviso dovresti ricrederti, Spence. Dopotutto, ha approfittato delle vite dei Muse crogiolandosi nel lusso di poter entrare gratis a tutti i concerti e godersi  il soggiorno senza spendere un centesimo. E quando tutto questo non gli è bastato, ha deciso di farsi sbattere dal primo coglione che gli è capitato a tiro. Davvero di classe, cara” concluse

 
Fu in quel momento che gli occhi di Matt, Chris, Spencer e Dom furono puntati su di me. Tutti che attendevano il momento in cui io fossi esplosa o avessi dato di matto. Ed era ovvio che a quel livello fossi già all’inizio della conversazione. Non molto tempo prima avevo dato dimostrazione che sapevo essere alquanto aggressiva quando si mancava di rispetto a coloro che amavo; pertanto Dom si diresse subito al mio fianco.

 
“Sa signor Bellamy, io non riesco a comprendere per quale motivo lei mi odi così tanto; né tantomeno perché abbia dovuto rivolgermi delle parole così colme di disprezzo, ma lasci che le dica una cosa…”

 
Di riflesso, Dom poggiò una mano sulla mia schiena.

 
“In tutta la mia vita non ho mai approfittato di niente e di nessuno. Sono una Muser, e allora? Non mi sembra ci sia mai stato nulla di male in questo, anzi. Essendo stato anche lei un artista dovrebbe saperlo, o forse no. In fondo, lei è venuto in questa casa con il preciso intento di rovinare il Natale prima di tutto a suo figlio, e poi a tutti gli altri qui presenti. Avevo creduto che  passare questo giorno tutti insieme avrebbe fatto felice Matt, ma forse mi sbagliavo. Non so se si sia mai posto la domanda sul perché loro tre sono entrati nella mia vita, perché lei è molto superficiale e non sa osservare, o per meglio dire guarda e recepisce solo ciò che gli fa comodo credere. Ed ovviamente ha ritenuto opportuno venire ad urlare ai quattro venti i risultati delle sue insulse teorie”

 
Da quel punto in poi, i miei toni salirono notevolmente. 
Non un’anima, non una voce si fece sentire. Ad eccezione dei volti sorpresi e preoccupati dei presenti che via via stavo per nominare.
La calma, prima della tempesta…

 
“Mi ha definita un’approfittatrice che sta giocando con le vite e la fama dei Muse, ma non potrebbe sbagliarsi più di così. Dipendo da loro da quando avevo solo 14 anni e non merita di sentire il resto di questa storia che amo da morire. Mi creda, non c’è giorno in cui io non ringrazi Dio per avermi fatto prendere quel volo per l’Inghilterra a causa del senso di amore e complicità che sento nei confronti di quella bellissima donna che è Spencer e che lei dice di sopravvalutare; perché nel caso il suo radar non l’abbia recepito, lei è mia sorella e non le permetto di sfiorarla nemmeno con una sillaba! Ringrazio Tom di avermi dato la possibilità di andare in tour con loro perché è stata l’esperienza più bella, eccitante ed emozionante della mia esistenza. Perché anche io ho un cuore, un corpo e un’anima. Ho avuto modo di conoscere ognuno nei loro momenti migliori e peggiori,  e non hanno affatto deluso le mie aspettative, al contrario ho avuto modo di sentirmi parte della famiglia più divertente e coinvolgente del mondo. Ho conosciuto Matt e tutte le sue folli manie, ma è quello stesso Matt che suona per me quando sono triste e mi prepara il thè; ho conosciuto Chris ed il suo auto ironizzarsi anche nelle situazioni più serie ed il rispetto verso tutti; e poi Dom, il suo cuore, i suoi tormenti e le sue manie di perfezione che condivide con i suoi migliori amici. Ho girato le città più belle d’America dalla costa est a quella ovest; ho assistito ai migliori concerti e feste del momento. Ho litigato, sono stata male e mi hanno anche picchiata, se questo può farla stare meglio. Se suo figlio ha ritenuto opportuno tenermi la mano o abbracciarmi in determinati momenti e situazioni, questi non sono affari suoi. E per quanto riguarda il fatto di essermi fatta sbattere dal primo coglione, beh…non è stato molto gentile, perché quel “coglione” che lei millanta, è il padre di mio figlio, un pezzo della mia anima, il migliore amico di Matt e Chris, ed è proprio qui dietro di me!”

 
Presero tutti un respiro profondo a quella marea di parole che avevo riversato in quella casa e verso quell’uomo.
Erano tutti nella massima allerta possibile, la tensione si tagliava con l’ausilio anche di un respiro. George Bellamy sgranò leggermente gli occhi a quell’ultima affermazione, ed un lieve sorriso increspò le sue labbra, incredibilmente simili a quelle di Matt.

 
“Oh beh, una storia ed un’interpretazione degna di un oscar, tesoro. Riassumendo: hai coronato il tuo sogno di poter conoscere i Muse. Congratulazioni!!! Hai passato del tempo con loro; la piccola Spencer è tua sorella; ed il piccolo è di Dom… Ma non preoccuparti, lui ti tradirà con qualcun’altra, magari nel vostro letto e sarà anche bionda, e lo farà ripetutamente. E tu resterai sola, e la tua bolla di sapone scoppierà. Non posso che ritenermi sorpreso e nello stesso tempo amareggiato; non credevo fosse così coglione da farsi incastrare da una come te”

 
Dall’altro lato della stanza, Spencer lanciò uno sguardo prima a Matt e poi a Chris, invitandoli a comprendere ciò a cui stava pensando. Chris si precipitò nella mia direzione più che convinto di quello che stava per accadere.
Mia sorella, così come tutti gli altri, erano ben consapevoli dell’effetto che mi si scatenava dentro quando qualcuno osava mancare di rispetto a Dom.
Potevano rivolgermi anche i peggiori insulti, ma si accantonavano tutti in un angolino quando c’era in ballo lui.  In fondo, io ero quella che scattava e dichiarava guerra alla minima avvisaglia di tizie di sesso femminile che lo nominavano; figurarsi di uno che lo definiva uno stupido coglione.
Strinsi e riaprii i pugni convulsamente almeno un paio di volte, respirando profondamente e cercando di restare tutta d’un pezzo, ma cedetti.
Scattai velocemente in direzione di George, ma fui bloccata dalle braccia di Chris a cui poi mi aggrappai furiosamente.

 
“Provi a ripetere se ne ha il coraggio! Ma guai a lei se dice di nuovo qualcosa contro Dominic, perché la avverto che la prossima volta non ci sarà Chris a trattenermi dallo spaccargli un bicchiere in faccia!” urlai “esca da questa casa!”
“Ehy, aggressiva la piccola!” esclamò felice del suo intento
“Cristo santo papà, andiamo!” urlò Matt di rimando
“Vado via, vado via. Stavo solo dicendo alla pazza qui presente che conosco bene il padre di suo figlio. E a tal proposito, la mettevo in guardia da eventuali tradimenti futuri. Dico bene?” si rivolse a Dom
“Ho detto che non voglio più vederla in questa casa!” dissi ancora trattenuta da Chris “io non mi preoccuperei dei tradimenti, perché si da il caso che se c’è qualcuno che ha tradito la moglie e abbandonato i figli, quello sei tu George…” conclusi

 
Spiazzai all’incirca tutti i presenti, chiedendo mentalmente scusa a Matt per essere dovuta ricorrere ai vecchi rancori con suo padre. Anzi, ero quasi sicura che non mi avrebbe perdonata con tanta facilità.
I secondi trascorrevano ma sembrava che il tempo si fosse fermato; che tutto fosse rimasto lì sospeso per tempo indefinito ed indefinibile. Per un attimo, credetti di sentire il cuore di Matt scalfirsi mentre indossava il cappotto ed usciva insieme a Spencer per accompagnare suo padre in aeroporto, e mi sentii una completa stronza.
Me ne restai lì ferma immobile ad osservarli andare via uno dopo l’altro.
Chris si offrì volontario per accompagnare la madre di Dom da alcune amiche a Londra con cui aveva già da tempo in programma di cenare insieme per Natale. Salutò veloce con la mano e chiuse la porta, ed io ancora inebetita lì davanti il divano.
Rimasi in quello stato per altri tre minuti fin quando, indietreggiando di un passo, andai a sbattere contro Dom.
Così mi voltai molto lentamente e a capo chino.

 
“Sono una persona orribile…” dissi in un sussurro
“Sai che non è affatto vero” rispose lui
“Non dovevo dire quelle cose brutte…” proseguii “tutti cambieranno idea su di me; Matt non mi parlerà più, tu litigherai con lui a causa mia e…”
“No, piccola. Non è così!” insisté
“Ma ho detto quella frase vergognosa!” piansi
“Ma lui ti ha provocato con affermazioni peggiori! Mi hai difeso e ti sei difesa”
“Non mi tradirai…vero?” chiesi senza più freni

 
Mi alzò il volto con una mano costringendomi a guardarlo.

 
“Non devi neanche portele certe domande. Non penso neanche lontanamente di tradirti, bimba. Sei la cosa più giusta in questo enorme casino che è la mia vita! Non avere paura, perché non accadrà mai. Non dare retta a George, abbiamo trascorso una vita intera discutendo su questo argomento. Le nostre vite sono così belle da quando ci sei tu! Sono grande, grosso e vaccinato, ma cosa farei senza di te?” mi sorrise dolce

 
Io annuii leggermente tirando su con il naso, e lui prese a lavarmi via tutte le lacrime con dei piccoli baci su tutto il viso fino a raggiungere le mie labbra e chiuderle in un dolce bacio dal retrogusto salato. Il tutto si concluse in un abbraccio di puro e semplice amore, con il mio viso contro il suo petto e le sue labbra contro i miei capelli.


Sospirò poco dopo prendendo di nuovo il mio viso fra le mani.
 

“Vedrai che tornerà, bambina” disse fermamente convinto

 
Annuii poco convinta andando a sistemare la casa, più abbattuta ed amareggiata che mai.
La cena fu la più silenziosa della mia vita.
Dom si spostò per telefonare a sua madre ed accertarsi che stesse bene, oltre che per parlare un po’ dell’accaduto; Chris era con la sua famiglia; George era già in volo verso casa sua e Matt era in aeroporto a salutare Spencer.
Io, invece, mi trascinai in direzione del camino abbandonandomi a terra difronte ad esso a gambe incrociate fissando il vuoto.
Non riuscivo a darmi pace per quello che era accaduto; anche se mi ero dovuta difendere in qualche modo e forse avevo scelto la conclusione più sbagliata di tutte. Avevo gli sguardi di tutti ancora impressi nella mente, sopra ogni cosa quello di Matt.

Terminata la telefonata, Dom torno in salotto…

 
“Mamma voleva sapere come stavi. Gli ho detto che l’avresti chiamata domani”




“Vieni a dormire?” chiese inginocchiandosi al mio fianco
“Cosa? Ah, si. Si, salgo fra cinque minuti” risposi baciandolo
“Come preferisci” disse rialzandosi

 
All’una e trenta ero ancora in salotto e stavolta con una coperta sulle spalle.
Mi alzai quasi in un gesto involontario e percorsi il breve corridoio, allungando una mano in direzione della maniglia della porta davanti a me.
La stanza era avvolta completamente dal buio, perciò accesi i piccoli faretti che troneggiavano sul soffitto.
Accarezzai lentamente la superficie del divanetto fino ad arrivare all’oggetto abbandonatovi sopra, ritrovandomi ben presto ad osservare e toccare ogni millimetro di quella dannata Manson nera.
Quanti concerti avevano riempito i cuori di milioni di persone! Quante volte le dita affusolate di Matt avevano sfiorato, urtato, distorto e violentato quelle corde regalando ai presenti delle scene idilliache traboccanti estasi! Quante volte le sue espressioni idiote mi avevano rallegrato le giornate!
Col groppo in gola, costrinsi me stessa ad uscire da quella stanza e scacciare il pensiero di tutto solo per una notte.
Tornai così in salotto a prendere il cellulare e nel medesimo istante, la serratura della porta scattò spaventandomi a morte.
Spuntò da dietro la porta in quel suo cappotto nero, meticolosamente inglese. Lo appese e restò a fissarmi per un po’ mentre io non osavo muovere un singolo muscolo.
Cercai poi di avvicinarmi lentamente fin quando non allungò le braccia, e mi ci fiondai senza ripensamenti.

 
“Matt!” scoppiai pateticamente di nuovo in lacrime
“Stellina mia” mi strinse fortissimo
“Perdonami, mi sento una completa idiota. Non dovevo reagire in quel modo”
“Non hai detto nulla che non fosse vero” rispose stringendomi più forte

 
Poi ci dirigemmo verso il divano, sedendoci.

 
“Perché sei così triste? La colpa è sua, non tua! “ mi rincuorò
“Non avevo diritto di rivangare il vostro passato, Matt. E se ritieni che io e te dobbiamo stare lontani, lo accetterò prima o poi” risposi
“Hai messo in riga mio padre perché ti ha accusata di cose orribili e mi dispiace da morire. Sappi che non credo a nulla di quello che ha detto e il pensiero di credergli non mi ha sfiorato. Non intendo in alcun modo allontanarti, anzi il contrario. Abbiamo entrambi bisogno di essere uniti, e non voglio e non posso privarmi di te.”
“Così come io ho bisogno di te, Bells. Da quando avevo 14 anni che ho bisogno di te, di Chris e di Dom” sorrisi conscia della verità

 
Sorrise di rimando per quella confidenza proveniente  dal cuore.

 
“E hai bisogno anche del mio thè” disse abbracciandomi
“Si, Bells. Il thè delle 17:00 senza di te, fa schifo” risposi con una nota di commozione

 
Poi, si allungò sul divano facendomi sdraiare contro il suo petto ed iniziò ad accarezzarmi i capelli senza malizia alcuna, così come aveva fatto tante altre volte. Soprattutto quella volta che litigai con Dom per un live degli Avenged Sevenfold, o dopo essere stata aggredita, o tutte le volte che trovava automatico farlo. 
Fin quando, io non mi addormentai.
Solo in un preciso momento Matt si sentì osservato, e alzando gli occhi in alto, scorse Dom che sorrideva nella sua direzione con il mento sulla balaustra. Matt fece per spostarsi, ma Dom scrollò il capo invitandolo a restare dov’era.

 
“Matt” lo chiamò
“Si?”

 
Gli indicò una coperta poco distante dalle sue braccia, con la quale Matt ci coprì entrambi.

 
“Non fargli prendere freddo!” sussurrò

 
Così, con un ennesimo sorriso ed un occhiolino in segno di approvazione, Dom tornò a dormire col sorriso sulle labbra per aver spedito quell’sms a Matt due ore prima, in cui lo avvisava che la sua stellina era preoccupata per lui. 
   
 
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