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Autore: crazyfrog95    06/02/2015    10 recensioni
Naruto è partito con Jiraiya per il suo viaggio di apprendimento, e i due si dirigono alle rovine del Villaggio del Vortice, dove potranno scoprire il segreto dello sterminio del clan Uzumaki. Nel frattempo, Hinata e Sakura hanno continuato ad allenarsi per conto loro: mentre Tsunade addestra Sakura ad essere un ninja medico, Kakashi allena Hinata e la trasforma in una guerriera di prim'ordine. Cosa accadrà alle ragazze durante questo lungo addestramento? Quale straordinaria abilità svilupperà Hinata? E cosa sta succedendo, nel frattempo, a Sasuke, che ha seguito Orochimaru?
Scopritelo con me, nel sequel di "Rikudou Legacy - Fratelli Non di Sangue". Buona lettura!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Gaara/Matsuri, Hinata/Naruto, Jiraya/Tsunade, Sasuke/Sakura
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie, Naruto Shippuuden
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rikudou Legacy - Gli Eredi delle Sei Vie'
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Battaglia Del Kazekage


 

Quel tizio si avvicinava, e Gaara era pronto a fronteggiarlo. Non aveva alcuna intenzione di lasciarlo girare indisturbato, lui era il Kazekage, e aveva il dovere di difendere il suo villaggio e la sua gente.
Deidara si fermò a mezz'aria, a distanza di qualche metro dal rosso, guardandolo con aria di sfida.
«Le sentinelle di questo villaggio sono alquanto impreparate, sono entrato senza essere notato da nessuno.»
Se il suo intento era di prenderlo in giro o innervosirlo, Gaara non mostrò nessun cambio di espressione. C'era una spiegazione valida alla sua facilità nell'intrufolarsi: le sentinelle non erano distratte o impreparate, ma non si trovavano affatto sulle mura, quella sera. Aveva dato la giornata libera a tutti i ninja del villaggio, in occasione della festa, e aveva disposto una tecnica di percezione intorno alle mura, in modo che lui stesso avrebbe percepito qualsiasi tentativo di intrusione.
Era così che si era accorto di quel ninja, e ora questo lo osservava con un'espressione che faceva venire a Gaara voglia di prenderlo a schiaffi.
Aveva un'aria strafottente, come se stesse guardando un idiota. Gli avrebbe insegnato con le maniere forti ad avere rispetto per il Kazekage...

«Adesso vedi di non darmi problemi, non vorrei rovinare questa magnifica serata...»
E con una mossa repentina, Deidara lanciò una manciata di argilla bianca addosso a Gaara, che la bloccò con una manciata di sabbia appena uscita dalla sua giara.
Dopo un attimo l'argilla brillò, esplodendo.
Quel boato fu il segnale d'inizio della battaglia. Gaara allargò le braccia e iniziò ad attaccare Deidara, che restava sollevato da terra grazie al suo gufo, con grosse braccia di sabbia simili a quelle di Shukaku. Se una di quelle braccia lo avesse colpito lo avrebbe scaraventato al suolo, dove sarebbe stato molto più semplice eliminarlo senza problemi.
L'avversario però era agile, e non si lasciava colpire facilmente, schivando ogni colpo e rispondendo con delle dosi di argilla esplosiva che obbligavano Gaara a interrompere l'offensiva per schivare o parare le esplosioni.
Il terreno di scontro era decisamente a sfavore del Kazekage, perchè lui combatteva per proteggere il villaggio nel quale si trovavano, mentre l'avversario non si faceva alcuno scrupolo nel distruggere tutto ciò che lo circondava.

Dopo alcuni minuti Gaara realizzò che quella situazione lo teneva costantemente sotto scacco: l'avversario dalla sua posizione sopraelevata lo teneva sempre sotto tiro, e lui sprecava chakra per difendersi e per difendere il villaggio.
Inoltre non sapeva di quanta altra argilla l'avversario fosse dotato, quindi non poteva sperare semplicemente che finisse le munizioni.
Doveva portare la situazione a suo vantaggio, perciò creò una nuvola di sabbia e ci salì sopra, librandosi anche lui a mezz'aria e portandosi alla stessa altezza del biondo.
Un'attimo di pausa, e poi Gaara iniziò a bombardare il nemico con shuriken e proiettili di sabbia, costringendolo a indietreggiare.

"Accidenti, è più forte di quanto pensassi... Meglio ritirarsi, per ora, non abbiamo fretta..."
Deidara evitò l'ultima scarica di colpi diretti verso di lui, e si diresse a tutta velocità verso le mura del villaggio, alla ricerca dell'aiuto del compagno. Non aveva previsto che un ragazzo così giovane sarebbe stato capace di resistergli così, lo aveva sottovalutato. Con l'aiuto di Sasori invece lo avrebbero schiacciato in un baleno.
Ma mentre volava verso il deserto vide al suo fianco una nuvoletta di sabbia, e quando si voltò vide su di essa Gaara che lo inseguiva.
«Non così in fretta!»
Il Kazekage non aveva la minima intenzione di lasciar scappare quell'aggressore, voleva catturarlo e interrogarlo, o alla peggio lo avrebbe ucciso, per evitare che nuocesse ulteriormente al villaggio.


Nel frattempo il fragore della battaglia aveva svegliato gli abitanti di Suna, e i ninja che assistevano a quello spettacolo si erano affidati alla guida di Kankuro, secondo in comando dopo Gaara, per mettere al sicuro i civili.
Deidara pensò bene di sfruttare a suo favore il terreno di battaglia, e diresse il suo gufo verso il basso volando rasente al terreno, in mezzo ai vicoli, costringendo Gaara a stargli dietro per proteggere i civili.
Infatti l'Akatsuki si era messo a scagliare bombe ovunque, facendo affidamento sulla volontà dell'avversario di proteggere la sua gente, e il suo presentimento si era rivelato giusto.
Il Kazekage lo inseguiva a tutta velocità, e dirigeva la sua sabbia a proteggere tutti coloro che venivano minacciati dalle esplosioni di quel nemico.
La sua concentrazione era massima, oltre che proteggere tutti doveva volare ad altissima velocità in mezzo a dei vicoli molto stretti. Una distrazione e si sarebbe schiantato contro un muro.
Nella confusione però non potè difendere sè stesso adeguatamente, e fu colpito da diverse esplosioni che lo debilitarono parecchio.

Quando una delle bombe fu sul punto di minacciare una bambina lui usò gran parte della sua sabbia per proteggerla, e quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Era furibondo, se prima aveva intenzione di catturare quell'invasore, ora che aveva osato mettere in paricolo la sua gente voleva annientarlo, gliel'avrebbe fatta pagare molto cara...
Perciò diresse una grande quantità di sabbia contro quel ninja volante, costringendolo a riprendere quota, e continuò a bersagliarlo con tutto l'arsenale a sua disposizione.
Dopo diversi minuti di fuga e inseguimento di Deidara questo si fermò ad alta quota, esausto per la fuga e indebolito dai colpi che aveva ricevuto. Davanti a lui, a diversi metri di distanza ma alla stessa altezza, Gaara lo fissava con aria omicida, stanco ma determinato a finirlo il prima possibile.
Ma Deidara aveva un asso nella manica, e tirò fuori dal mantello una grossa bomba, pronto a mettere fine a quell'incontro...
«Sei più forte di quanto pensassi, ma è ora di mettere fine a questa lotta... Sparirai insieme a tutto il tuo villaggio! C3!»

Lanciò la bomba in aria, e con uno sbuffo questa si ingrandì di colpo, diventando delle dimensioni di un elefante, e iniziò a precipitare verso il suolo.
In quel momento il terrore più puro colse Gaara: se quella bomba fosse esplosa, l'intero villaggio sarebbe stato raso al suolo. Non poteva assolutamente permetterlo.
Il suo chakra non sarebbe mai bastato, perciò attinse direttamente a quello di Shukaku, che aveva seguito tutta la battaglia, provando una strana inquietudine. Diversamente dalle altre (rare) volte in cui aveva avuto bisogno di attingere al chakra del demone, l'Ichibi stavolta non oppose la minima resistenza, quasi fosse d'accordo nel prestargli la sua energia. Che fosse anche lui spaventato da quell'avversario, e avesse deciso che collaborare era la scelta migliore?
La sabbia nella sua giara non sarebbe stata sufficiente a sostenere un impatto del genere, perciò sollevò direttamente la sabbia del deserto che circondava il villaggio. Con il chakra di Shukaku era un'impresa titanica, ma possibile.
«Arte della Sabbia: Grande Scudo Aereo di Shukaku!»

Nel breve lasso di tempo in cui la bomba precipitò verso il suolo, Gaara fu in grado di erigere un'immensa barriera di sabbia sotto di essa, e quando l'attacco entrò in contatto con lo scudo di sabbia si scatenò una colossale esplosione.
Il calore delle fiamme sprigionate da quel concentrato d'energia distruttiva rendeva Gaara inquieto, incerto sull'essere riuscito o meno a difendere la sua gente.
Deidara invece osservava soddisfatto la sua opera, le esplosioni erano ciò che lui più amava: si considerava un'artista, capace di creare attimi di pura energia e distruzione destinati a durare un momento, prima di svanire. Per lui, l'arte era un'esplosione.
Ma la sua espressione compiaciuta si sgretolò in una di assoluta incredulità, quando il fumo dell'esplosione di diradò: la barriera aveva assorbito completamente il colpo, e il villaggio non aveva subito alcun danno.
Sollevò lo sguardo sul Kazekage, in ginocchio sulla sua nuvola, ma carico di un odio spaventoso nei suoi confronti.

Gaara era esausto, non aveva mai usato così tanto chakra tutto in una volta, ma doveva finire ciò che aveva cominciato.
Matsuri, questo fu il pensiero che gli diede la forza di rialzarsi. Doveva difendere la ragazza di cui era innamorato e tutta la sua gente, a qualsiasi costo.
Si rialzò tremante per la fatica, ma determinato a scatenare tutto il suo potere, e così iniziò ad accumulare energia per contrattaccare, concentrando le sue forze in un ultimo attacco finale.
Sollevò lo sguardo verso Deidara, pronto a finirlo, mentre questo lo osservava incredulo. Attinse nuovamente al chakra di Shukaku e manovrò la stessa sabbia che aveva usato come barriera, generando un'enorme ondata verso Deidara, che fece appena in tempo a scappare fuori dalle mura del villaggio.
Ma fece esattamente ciò che Gaara voleva.
Volando sulla sua nuvola di sabbia lo lasciò allontanarsi di qualche chilometro dal villaggio, per poi inseguirlo e prepararsi a dargli il colpo decisivo...



Kankuro vide i due contendenti allontanarsi in volo verso il deserto, e incrociò lo sguardo di sua sorella Temari.
«Raduna una squadra, io li inseguo!»
E prima che la sorella potesse ribattere si lanciò all'inseguimento dei due. Gaara li aveva protetti tutti, tante volte. Ora sarebbe toccato a lui difendere il suo fratellino, a qualsiasi costo...

Gaara aspettò che Deidara si trovasse in pieno deserto, per poi dare inizio al suo attacco finale.
«Arte della Sabbia: Artiglio di Shukaku!»
Davanti a Deidara, un'immensa colonna di sabbia spuntò bruscamente dal terreno, costringendolo a fermarsi di colpo per cercare un'altra via di fuga.
Gaara approfittò di quell'istante, ed eresse altre colonne intorno all'avversario, limitando il suo spazio aereo e impedendogli di fuggire, racchiudendolo in una grande gabbia fatta di sbarre di sabbia.
Con un ultimo sforzo, usò una tecnica che fino a quel momento aveva sempre temuto di utilizzare, perchè concedeva a Shukaku parte della sua libertà.
Era per questo che lo aveva attirato fuori dal villaggio, per evitare di mettere in pericolo gli abitanti con quell'attacco tanto pericoloso. Era la summa di tutti i suoi poteri, la sua arma segreta, e ora l'avrebbe scatenata contro quel bastardo.
E così, per la prima volta, si lanciò in quell'impresa.
«Arte Proibita della Sabbia: Fauci del Demone del Deserto!»

La sabbia al di sotto dell'uccello di Deidara, delimitata dalla colonne evocate dal Kazekage, iniziò a deformarsi, e dal sottosuolo emerse una visione terificante per il nukenin.
Dal terreno, fece capolino la grande testa di Shukaku. Gaara aveva evocato, con molta fatica, una parte del cercoterio. Quella tecnica consisteva nel lasciar emergere la testa del demone rinchiuso al suo interno, per permettergli di scatenare la sua potenza contro un avversario. Non era lui a controllarlo, era il demone stesso a dare sfogo alla sua sete di distruzione.
Il tasso di sabbia spalancò le fauci, accumulando nella bocca grosse bolle di chakra di colore rosso e blu, che si condensarono in una grande sfera nera.
Deidara aveva capito cosa stava per succedere, ma non aveva modo di evitarlo. Così, preso dal terrore, fece l'unica cosa che gli venne in mente: lanciò delle bombe addosso all'avversario, che gli si attaccarono sul corpo.
Nello stesso momento in cui le bombe d'argilla esplosero addosso a Gaara, il demone della sabbia lanciò la sua Teriosfera che prese in pieno il dinamitardo, esplodendo a mezz'aria.

Un'enorme esplosione scaraventò a terra entrambi.
Gaara perse i sensi all'impatto con il suolo, affaticato dall'enorme dispendio di chakra e indebolito dai danni subiti, e Deidara precipitò a diversi metri di distanza, gravemente ferito. Aveva perso un braccio nell'esplosione, ed era ridotto malissimo. Ma aveva compiuto la sua missione, il Kazekage giaceva a terra privo di sensi, pronto per essere portato al loro covo.
«Però... ti ha ridotto proprio male, Deidara.»
Il biondo a quella voce si voltò, trovandosi vicino il compagno di squadra, e gli rispose isterico.
«Taci, Sasori, potevi anche darmi una mano, già che c'eri! Dato che vedi da te in che condizioni mi ha ridotto, ci penserai tu a trasportarlo!»
Deidara era molto orgoglioso, ma non poteva negare di essere veramente a pezzi. Quella sconfitta lo rendeva furibondo.
Sasori rispose con aria scocciata.
«IN circostanze normali ti avrei mandato a cagare subito, dopo una frase del genere, ma dato che sei letteralmente a pezzi direi che posso fare un'eccezione...»
E si avvicinò al corpo del rosso, avvolgendolo e sollevandolo con la coda di metallo. I due si avviarono verso la loro meta con il loro prezioso carico, ma una voce alle loro spalle li costrinse a fermarsi.


«Fermi!»
Si voltarono. Davanti a loro, l'appena sopraggiunto Kankuro aveva assistito a tutta la scena, dall'eroica lotta del fratello all'ultimo scambio di battute tra i due rapitori.
Non lo avrebbe lasciato nelle loro mani, avrebbe combattuto con tutte le sue forze, in attesa dei rinforzi guidati da Temari.
«Non vi permetterò di portarlo via, giù le mani dal mio fratellino!»
E così dicendo estrasse le pergamene che teneva in tasca, ed evocò sue tre marionette.
Sasori si fece avanti.
«Oh oh, un marionettista... Tu devi essere Kankuro. Sai usare contemporaneamente tre marionette. Notevole, non c'è che dire. Ma non sei neanche lontanamente alla mia altezza...»
Alzò un braccio, e tre freccette spuntarono dalla sua manica, andando a colpire una marionetta ciascuna.
Al contatto con quei proiettili le marionette andarono in pezzi, mentre Kankuro le osservava incredulo e terrorizzato.
«Cosa... Come...?»
Ma non fece in tempo a rendersi conto di ciò che era successo che l'avversario lo colse di sorpresa. Con uno scatto fulmineo, Sasori spuntò alle sue spalle e lo colpì allo stomaco con la coda di metallo, lasciandogli un profondo squarcio su un fianco.
Mentre Kankuro stramazzava a terra, un'orrenda sensazione lo invase: si sentiva bruciare dall'interno, come se le sue ossa avessero preso fuoco, non riusciva a muoversi per il dolore.
«Credevi davvero di poter sconfiggere il maestro dell'arte delle marionette con delle creazioni di scarto, di cui conosco ogni meccanismo, dato che ne sono il creatore? Pecchi in presunzione, ragazzo.»

Solo allora Kankuro capì con chi aveva a che fare. Lo scorpione che era disegnato sulle sue marionette, o su quanto ne restava, era la sua firma.
«Tu... tu sei...»
«Si, hai capito bene, io sono Sasori della Sabbia Rossa. Il veleno che ti ho iniettato avrà effetto in tre giorni, così avrai tempo per pentirti della tua presunzione, prima di morire. Consideralo un premio per il tuo coraggio nell'avermi sfidato...»
Dette queste parole si avvicinò al compagno, che si reggeva in piedi a fatica, ed entrambi sparirono con un richiamo inverso.
Kankuro si sentiva impotente. Gaara non aveva mai avuto bisogno del suo aiuto, e per una volta che si era trovato in pericolo lui non era stato in grado di proteggerlo...
Una voce familiare lo riscosse da quei pensieri.
«Kankuro!»
Era Temari, e con lei doveva essere arrivata la squadra dei rinforzi. Con amore fraterno, la ragazza lo sollevò leggermente.
Kankuro era sul punto di cedere, ma trovò le forza per dirgli una sola parola.
«S-Sasori...»


Sasori. All'udire quel nome, Temari sbiancò.
Davvero il più grande traditore del villaggio della Sabbia era coinvolto nel rapimento di suo fratello? Se era stato lui ad avvelenare Kankuro, c'era una sola persona a cui chiedere aiuto per salvarlo e recuperare Gaara.
«Tornate a Suna il più in fretta possibile, e inviate una richiesta d'aiuto immediato al Villaggio della Foglia!»
Konoha era il loro miglior alleato, e l'Hokage era il miglior medico delle Cinque Terre. Se esisteva qualcuno in grado di trovare un antidoto per Kankuro, era lei.
Quell'ordine dato da Temari alla squadra fu l'ultima frase che Kankuro sentì, prima di perdere i sensi.
Ora, tutto era nelle mani di Konoha...




 

   
 
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