Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Diomache    06/02/2015    1 recensioni
"Ti amo non per chi sei ma per chi sono io quando sono con te." Gabriel García Márquez
---------------------------------------------------------------------------------------
Astoria Greengrass e Draco Malfoy sono promessi.
Ma non si vogliono.
Si detestano e la loro convivenza a Malfoy Manor è difficile e spigolosa, emergono gelosie, rancori e più il matrimonio si avvicina, più loro sono distanti.
Sullo sfondo, tutta la loro reciproca rabbia, la sofferenza mentre cercano di... redimersi o di trovare un nuovo posto nel Mondo Magico, di riadattarsi ad una società che li disprezza.
E non più perchè malvagi.
Perchè deboli.
Perchè è questo che accade a chi perde la guerra.
------------------------------------------------------------------------------------
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Draco/Astoria
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nda: ciao a tutti! Eccomi tornata! Approfitto come sempre per ringraziare di cuore chi mi segue e coloro che hanno scelto la mia storia come preferita, raivo per la sua recensione ( <3) e anche tutti quelli che l’hanno solo letta! È un nodo importante della narrazione, questo capitolo, spero che mi facciate sapere che ve n’è parso ;)

Un abbraccio, Diomache.

 

 

ACQUAMARINA

 

7.A day in a life.

 

 

Astoria’s POV

 

Sapete riconoscere il momento più importante di tutti? Quello che cambia l’espressione sul viso, l’ora di seguito, l’intera giornata e quando ti guardi indietro ti accorgi che ha cambiato tutto quanto. L’avete riconosciuto al momento giusto?

Io non lo so se questo cambierà tutto. So solo che questo ha cambiato l’espressione sul mio viso e che adesso monopolizza i mie pensieri. Adesso che sto seduta qui assieme ad altre trenta ragazze che ripassano forsennatamente grossi libri di Creature Magiche, io sono lontana. Quant’è vero che questa dovrebbe essere la mia occasione, io non sono qui.

“Ehi.”

Una nuova ragazza si è seduta al mio fianco. Siamo in un corridoio stretto di un palazzo antico e rimaneggiato di moderno, niente di più osceno. Lei ha un’aria familiare, capelli molto lunghi e di un biondo sbiadito, gli occhi che sembrano perennemente interrogarsi su qualcosa che non si aspettava. Ah già. Loony-Faccia-di-pesce.

Mi ha appena salutato e mi chiedo il perché. Forse ho dipinto in faccia un’espressione rassicurante, forse è rimasto il sorrisetto ebete di questa mattina e il mondo pensa di approfittarsene. “Ehi” rispondo cercando di mimare un’aria infastidita, giusto per compensare.

Ovviamente nulla può fermare Lovegood-occhi-di-fuori quando decide che ti vuole parlare. “Ti piacciono le Creature Magiche… chi l’avrebbe detto?- non trovo nulla da rispondere.- sei l’unica persona che conosco qui.”

Non lo dubitavo. “Anche io non conosco nessuno. Ti chiami Luna, se non sbaglio.”

“Buffo, no? Io Luna, tu Astoria. I nostri genitori dovevano amare il cielo.”

“O la notte.”

A guardarla non sembra nemmeno che siano passati cinque anni. Penso che a momenti potrebbe dondolare le gambe o fare qualcosa tipo parlare dei Nargilli… tutto sembra molto Hogwarts qui. Vorrei farlo notare anche a Draco, condividere con lui questi attimi vuoti ma non posso. Non è venuto. Ha detto che doveva passare assolutamente in laboratorio a controllare che le sue pozioni facessero plin plin in modo corretto per non lasciare niente in sospeso prima del matrimonio.  Mi ha salutato presto con una carezza imbarazzata e nemmeno mezza parola.

Certo, la sua motivazione è plausibile. Ma non posso fare a meno di pensare che questa per lui doveva essere una piccola resa e che la sua assenza voglia proprio comunicarmi questo. Okay ma sbrigatela da sola.

“Ripassiamo qualcosa?” la Lovegood ha tirato fuori un libro dalla sua pittoresca borsa di pelle lilla. “ Ti va?”

“Beh, sì.- rispondo accennando, mio malgrado, un piccolo sorriso.- non ho studiato molto.”

“Non serve, sai. È tutto intuito e testa- dice indicandosi la tempia- noi pensiamo di imparare ma è così maledettamente tutto intuitivo, ad un passo da noi.” Stranamente non mi pare un discorso privo di senso. “Cerchiamo solo di riguardare qualche nome. Poi se ti va posso farti vedere quelli che io e mio padre abbiamo scoperto negli ultimi anni… pensa siamo andati anche in Andalusia!”

“Beh, limitiamoci ai principali, per il momento” ci vado piano, mi accorgo che non voglio farla dispiacere.

“Sai che stai proprio bene? Hai una faccia diversa”

 

“Draco…”

“Signorina, il Signor Malfoy è uscito. È andato in laboratorio! Ma lei si prepari, o farà tardi!”

“Olga mi sento male… credo di dover vomitare.”

La corsa in bagno, il contenuto acido dei miei succhi gastrici che centra per un pelo il water, la testa che gira, un dubbio che si insinua, quando ho avuto l’ultimo ciclo? Tre settimane fa o quattro? O cinque?

“14-21-28…” conto mentre faccio pipì sulla pozione magica che mi ha dato Olga. Basta fare pipì ed aspettare qualche secondo eppure l’eternità non è mai stata così lunga. Prima che Olga rimanga abbastanza in bagno con me, la spingo dolcemente fuori, prendo la pozione chiusa in una piccola anfora, senza sapere nemmeno io cosa augurarmi e cosa no, la serro nel palmo della mano appoggiando la schiena alla porta e scivolando piano verso il pavimento. “ 7.. 14…21…28”

Apro gli occhi. Ha cambiato colore.

“Olgaaa!” chiamo spalancando la porta come se dovessi farla venire dalla fine del mondo, ma lei era già lì per me. “Olga guarda, cosa vuol dire?”

Le urla della donna sono la risposta.

Vengo travolta da quattro abbracci, stretta nelle loro congratulazioni, nell’affetto di chi siamo abituati a considerare niente e senza nemmeno uno sguardo di  coloro che pensiamo siano tutto.

 

“Grazie.” Rispondo, ai suoi grandi occhi vitrei.

 

 

Draco’s POV.

 

In queste tre settimane ho imparato che non c’è niente di più rilassante del lab’s vuoto e silenzioso, completamente plasmabile sotto le mie mani.

La polvere magica ti teletrasporta in una piccola baita in mezzo al niente, esci e c’è solo un piccolo bosco, siamo fuori Londra, a circa due ore di volo di scopa da casa mia. Con la polvere magica nemmeno cinque secondi. La baita è un luogo estremamente frugale, sembra un vecchio e abbandonato rifugio di pastori e credo sia fatto apposta affinché chi piombi qui per caso non abbia voglia di stare troppo a curiosare.

Uscendo dalla porta principale bisogna imboccare la strada verso il bosco ma senza arrivarci; poco prima, vicino ad un grosso Salice Contento ( specie rara), c’è a terra una piccola botola.

Basta salircisi sopra, accertarsi di non essere visti e con la formula giusta la botola si trasforma in un piccolo ascensore che ti trascina sotto terra in una grande caverna di pietra: il cuore del labs’.

Il contenuto di pozioni ed ingredienti presenti qui non è immaginabile. Molto spesso sono talmente entusiasta di quello che trovo o che scopro che se non avessi ( come ho) un buon autocontrollo rischierei di farlo trapelare agli altri e di passare da completo imbecille. Ad ogni modo è palese che lavorare qui è la cosa migliore che potesse capitarmi: non di rado devono ricordarmi di staccare e mangiare un boccone e anche oggi è una sorpresa per me notare che l’Orologio magico è diventato blu scuro ( cambia colore a seconda delle ore del giorno e prima che qualcuno lo schiantasse, anche a seconda del meteo…. Ma era diventato ingestibile il suo metallico tic tic tic tic che riproduceva la pioggia)… non era giallo due secondi fa?

Amo stare qui da solo, è l’ideale soprattutto se sei un po’ agitato e devi concludere procedimenti difficili. E sì, anche per staccare un po’ dal matrimonio. Cerco di non pensarci troppo ma la data si avvicina pericolosamente rendendomi nervoso ed insicuro.

È proprio perché sono sicuro di essere solo che quando sento il rumore della botola che si aziona, sobbalzo, e mi aggrappo istintivamente alla bacchetta nascosta nelle pieghe dei miei abiti neri e la punto sulla faccia contrita della Granger, appena apparsa. “Nervoso, Malfoy?”

La mia espressione è un ghigno e mi sento improvvisamente scemo, davanti alle mie venti boccette e caldoroncini fumanti.

“Non ti aspettavo, Granger. Abbiamo già avuto il piacere di averti qui due giorni fa, o sbaglio? Sarà mica già passata una settimana?!”

Il viso rimane di un’espressione grave, mentre avanza. “Non è il momento di scherzare, Malfoy. Smetti quello che stai facendo, dobbiamo parlare.”

Dannazione. “Temo che dovrai attendere il tuo turno, Granger. I pungiglioni di vespa vanno monitorati mentre bollono, se passano di un secondo sono inutilizzabili. Non vorrai mica farmi sprecare i vostri preziosi soldi? Che cos’è tutta quest’urgenza?”

Lei tace mentre fruga nella borsa. Io ne approfitto per fare qualche aggiustatina di polvere di Ibris, agitando appena la bacchetta perché cada a pioggia e non tutta d’un colpo. Torno a guardarla.

Ha un aspetto diverso dai tempi di Hogwarts. È cresciuta ed ha visto la guerra, la morte, la paura, come tutti, e s’è tolta dalla faccia quell’espressione irritante da stupida so-tutto-io. A vederla adesso si direbbe perfino che fosse una persona diversa, quella che alzava saccentemente la mano a lezione ogni volta che il professore di turno sillabava “C’è qualcuno per caso che sa…”

Quando ritengo che le lingue di drago possano aspettare “Agua” – pronuncio, e dalla mia bacchetta escono gocce d’acqua che le avvolgono completamente.-  “Allora?”

Mi porge una busta nera, grande come quelle che normalmente contengono le lettere. È stata aperta ma la ceralacca che la chiudeva è verde ed è stata plasmata con lo stemma della casa Serpeverde. “Che roba è?”

“Speravo che fossi tu a dirlo a me.”

“Non sono mai stato un tipo da letterine d’amore, Granger.”

“Conosci l’Idra di Lerna? È un mito greco.”

“L’unica cosa che so è che mi stai veramente facendo innervosire. E s’è fatta anche una certa ora.”

“Malfoy è una cosa seria.”

“E allora dimmi le-cazzo-di-cose-serie.” Ho battuto lievemente il palmo della mano, per condire l’affermazione. Lei ha sobbalzato leggermente. Stare con lei in questo piccolo buco di pietra così, con la notte fuori e dentro, è surreale. Fa quasi dimenticare chi siamo realmente.

“Appartiene ad un gruppo di studenti Serpeverde. È stata ritrovata tre anni fa ristrutturando Hogwarts ma solo recentemente siamo riusciti ad aprirla.- inarco un sopracciglio—beh non penserai che fosse della comune ceralacca! Era stregata. Pesantemente, stregata.”

La cosa inizia ad avere un interesse maggiore dei pungiglioni di vespa. “Continua…”

“Questa è una copia. L’originale è custodita nel Ministero della Magia … quindi aprila, guarda tu stesso.”

Dentro c’è un foglio di pergamena su cui è inciso un bizzarro disegno. È un mostro con un unico corpo a più teste, ognuna con le fauci spalancate. “è l’idra.- spiega lei.- un mostro mitologico. Leggi sotto.”

Obbedisco. “Il corpo non rinneghi mai l’anima che lo possiede. Il corpo è unico ma ha delle membra, più membra libere e pensanti. Esse fanno parte del corpo ma non sono assoggettate ad esso. Esse sono il corpo.” Lo scritto delirante è finito. “poi sotto ci sono solo parole senza senso.”

“Pensiamo che siano anagrammi. Anagrammi di nomi.”

“Senti Granger, sto seriamente perdendo la pazienza.” Uno dei piccoli calderoni smette in quell’istante di bollire ed io sono costretto ad interrompere l’arringa per controllarlo.

“Malfoy, abbiamo ragione di pensare che si tratti di una ...associazione. Ma, credimi, non è questo il momento di addentrarsi in discorsi lunghi.”

“Associazione, che genere di associazione?”

Lei alza le spalle, scuotendo appena la sciarpa di seta rosa che indossa. “Studenti Serpeverde che durante l’ultimo anno hanno… dato una mano a Neville e gli altri.” Non è facile parlarne. L’aria diventa satura del nostro imbarazzo. “Ribelli…. Credo.”

“E?” è l’unica cosa che ho trovare da dire nella nebbia della mia testa, per cercare di farla andare avanti, al punto della questione.

“è stata una cosa segreta per tutti. Non sono mai arrivati direttamente né a Neville né a Ginny o Luna, collaboravano con Anthony Goldstein che è morto a Hogwarts quindi non può dirci nulla. Sua madre però c’ha dato le sue cose e i suoi appunti contenevano annotazioni di … aiuti, dritte che gli forniva l’Idra e che lui riportava agli altri. Ma non siamo stati i soli ad andare dalla Signora Goldestein a chiedere di Anthony.” mi fissa intensamente negli occhi adesso, come a volerci leggere dentro a tutti i costi. “Alcuni....”

“Sì, ho sentito.” Dico distrattamente. Me ne aveva parlato Lucius con un certo ardore: c’era ancora qualcuno e si stavano organizzando. Senza il signore oscuro, è chiaro, non sarebbero mai stati più che un branchetto di delinquenti ma avevano intenzione di farsi sentire, aveva detto.

Io sono vecchio ormai ma tu che sei giovane dovresti metterti in contatto con loro e capire se possono esserti utili o no.

“Cosa sai?”

“Quello che uno dei vostri Auror ha detto a mio padre, durante un interrogatorio. Quali sono le loro intenzioni?”

“Non lo sanno nemmeno loro. Sono confusi, pochi, arrabbiati e senza una guida. Vogliono fare qualcosa e partiranno da loro. Dall’Idra. Hanno scoperto di aver avuto una serpe in seno e vogliono vendicarsi. Non mi dire che non hai sentito dell’incidente Miles Bletchley?”

“Vuoi che dire Miles…”

“Guarda qua”. Sotto quello strano scritto delirante su membra e teste c’è una piccola lista di lettere senza senso. Anagrammi, li aveva chiamati lei. “Revelo!” Le lettere iniziano a muoversi e sotto i nostri occhi si compongono sette nomi. Uno strano Otaria’s si muove fino a comporre Astoria. “Non sarei venuta qui se non fosse per… questo”

Pansy occupa la mia mente. Lei lo sapeva. Lei l’ha chiamata traditrice.

“Io… non lo sapevo.” Do una smanata a quella stupida pergamena e appronto le mie cose per andarmene. “Non capisco comunque perché sei venuta da me. Io e lei non siamo ancora sposati quindi non avrei il diritto di sapere queste cose. E visto che non siamo amici tu non dovresti avere nemmeno il dovere di dirmele, no?”

“è scomparsa.”

Esce dalla sua bocca come l’ultimo fiato dei morti. Mi volto. “Che cosa?”

“Harry e gli altri la stanno cercando ovunque, bisogna metterla in un programma di protezione. Ma non sanno dove trovarla e al Manor è da questa mattina che non torna. Sappiamo che non ha buoni rapporti con la famiglia e infatti non è da loro, ma per il resto non sappiamo come muoverci. Devi aiutarci! Dove può essere? Ha un’amica…. Aveva impegni particolari per oggi?- io la fisso senza parlare.- Non possiamo aspettare che torni a casa, Malfoy, potrebbe essere troppo tardi!”

“Aveva … un incontro di lavoro. Un colloquio, voglio dire”

“Bene, bene…” sono comparse nelle sue mani penna d’oca e carta e lei lo sta furiosamente appuntando. “E dove?”

“Creature Magiche … o qualcosa del genere.”

“Ah, c’è anche Luna! Ma devono aver finito da un pezzo!- mi rendo conto che dovrei interloquire di più ma sono congelato, come se fossi sepolto in mezzo alla neve. Tutti i miei muscoli sono contratti per tenermi in vita e salvarmi dall’assideramento. – Non importa, inizieremo da lì. Malfoy tu…”

“Vengo con voi.”

Nega con il capo facendo svolazzare i capelli. “ Non puoi! Vai al Manor e contattaci se torna!”

“Non ci siamo capiti, Mezzosangue. Ho detto vengo con voi.”

La vedo contrarre i muscoli del viso. Un’espressione aspra accompagna il suo “Va bene”

 

 

Astoria’s POV.

“Sono proprio contenta che tu mi abbia portato qui” dice Loony sognante mentre osserva, dispersa, uno degli scaffali pieni di libri. “Come sapevi che c’era una biblioteca così grande?”

“L’ho scoperta l’altro giorno quando sono venuta qui a prendere istruzioni per il colloquio.- rispondo riponendo uno dei volumi che stavo guardando io.- è molto antica e potrà tornarci utile.”

“Ora che abbiamo il lavoro, sì.” Conclude Lovegood facendo un saltino per prendere un libro troppo in alto. Con un mezzo sorriso “accio libro” l’aiuto.

“Oh, grazie. A volte cerco di non usare la magia… è un esercizio che fa spesso anche mio padre, dice che ci rende meno arroganti e ci avvicina di più al mondo semplice dei Babbani.”

“Mi sembra che renda solo le cose complicate.” Commento, annoiata. Ma che cavolate tocca sentire? “Ma se vuoi posso spostarlo in cima a tutti gli altri per farti esercitare meglio nell’arrampicata.”

Mi rendo conto di essere stata troppo dura dai suoi occhi sporgenti, che si velano di delusione. “No, per favore.” Dice, aprendo il libro e fingendo di concentrarsi su quello.

Anche io fingo di fare dell’altro. Sebbene la giornata sia stata lunga e odi profondamente le mie scarpe alte o la gonna a tubino che mi sono infilata stamattina cercando perdutamente di apparire più professionale (Loony, invece, più furba, sapendo che ci aspettavano diverse prove e che non saremmo tornate prima di sera, veste con un morbido abito verde chiaro e delle ballerine marrone sporco.) non ho comunque tanta voglia di tornare a casa. Slyter si chiederà dove sono, ma solo lui, temo.

Faccio un altro giro per gli scaffali della gigantesca libreria cercando qualcosa che mi interessi anche se, onestamente, col mal di testa che ho non mi interesserebbe niente se non un incantesimo di relax.

Improvvisamente la Lovegood mi si fa vicina. Ha un’espressione strana in viso. “Astoria, c’è qualcuno che ci sta seguendo.”

“Come?”

“Sì. È da qualche minuto che guarda quello che facciamo. Non ti ho detto nulla perché prima volevo essere sicura che non fosse un Lumacuccino. Sai, possono comportarsi così.”

Sorvolo alla grande sul Lumacosa mentre un piccolo rumore alla nostre destra conferma le parole di Loony. È proprio sveglia, altro che Loony. “Che cosa facciamo?”

“Hai dei soldi con te? Forse sono ladri.” Nel frattempo noto che la biblioteca è completamente vuota. C’erano almeno altre dieci persone fino a poco tempo fa “No.” Rispondo.

“Sai combattere?” a questa domanda non faccio a tempo a rispondere perché un uomo alto e vestito di nero compare alle spalle di Luna, con in faccia una specie di maschera a gas. “Stupeficium!”  urlo e l’uomo vola in fondo al corridoio.

È l’inizio. (o la fine?)  Io e Luna scappiamo attraverso gli scaffali, prima di farlo, mi tolgo con uno scatto i miei tacchi e la seguo a ruota. Ci copriamo le spalle vicendevolmente mentre le maledizioni ci piombano addosso come pioggia. “Per di là!” la conduco attraverso un altro piccolo corridoio e prima che uno di loro possa raggiungerci ho schiantato anche lui. Luna è brava a combattere, è veloce e precisa e non so se la sua sia realmente una bravura fuori dal comune o l’impressione così positiva derivi dal fatto che mai te la saresti aspettata, guardandola. Il rifugio ci dura ben poco e siamo costrette a scappare altrove, con loro alle calcagna, facendoci scudo, scaffali e  libri che volano sotto gli incantesimi.

“Ma chi sono?” ne schianto uno proteggendomi per un soffio da una maledizione, ma non faccio in tempo a schivarne un’altra che mi prende in pieno petto. “Crucio” esce dalla sua bocca e la ritrovo nelle mie vene, le mie membra si sgranocchiano come carta appallottolata, come cubetti di neve ghiacciata sotto le scarpe. Mi accascio a terra, la testa tra le mani, in un fascio di tremiti.  Poi finisce. Quando torno ad aprire gli occhi vedo l’uomo volare lontano. “Grazie.” Luna mi aiuta ad alzarmi.

“Presto, andiamo!” scappiamo, lei guida la fila io le copro le spalle, sentiamo un’esplosione provenire dall’ingresso della biblioteca. “Lunaa!” sembra… sembra…

“Harry!” risponde lei. “Harry siamo qui!”

Fantastico.

“Chi l’ha chiamato?” grido io duellando contro l’ultimo ma prima che possiamo finire questi se ne va, assieme agli altri, smaterializzandosi lontano. È finita.

“Oh lui sa sempre chi è in pericolo.”

Posso vomitare?

Sentiamo dei passi venirci incontro e poco dopo eccoli, i due Auror senza macchia e senza paura, Sfregiato Potter e il donnolo Weasley. Non sembrano sorpresi di vedermi. “State bene?” chiede; lui e Luna iniziano a parlare, io mi limito ad annuire.

I miei vestiti sono ridotti ad un colabrodo e non so se troverò più le mie scarpe.

La biblioteca è conciata peggio. Molti scaffali hanno buchi grossi come tane di volpi, altri sono carbonizzati e con delle piccole fiamme vive che scoppiettano innocue.

“… hai l’aria pallida.” Commenta Weasley rifilandomi uno dei suoi sguardi confusi. “Beh non che tu non lo sia sempre, comunque.”

Ma che cazzo dice?

“Andiamo – ci incita lo Sfregiato, tenendo in mano una bacchetta che non gli è servita.- prima che piombi qui la stampa. Hermione sta arrivando, ci raggiunge al Ministero”

“Io vado a casa” Mi guardano tutti con aria interrogativa, come se non immaginassero che potessi esprimere anche io la mia.

“Astoria, se te la senti, dobbiamo parlare. Questa notte.” Potter ha un’aria grave e rassicurante insieme. Capisco perché è un leader. Ci sa fare con le persone ma senza dare loro l’impressione che volga comandarle; ha sempre sulla faccia dipinto quello sguardo da come stai-stai bene-tutto ok e non so se sia onesto nei suoi sentimenti, sincero nella sua preoccupazione infinita per gli altri. Ad ogni modo in sua compagnia è facile sentirsi importante, perché è lui che ti fa sentire tale.

“Okay, vengo con voi.”

Ci incamminiamo verso l’uscita della biblioteca ma io non riesco a varcarne la soglia. Una potentissima sensazione di caldo e freddo mi pervade la schiena seguita di nuovo da quella sensazione fortissima di contrattura, la testa si riempie di fischi, le gambe sono instabili sotto al mio peso, una morsa invisibile, un gigantesco cappotto fatto di spilli mi sta avvolgendo stretta, stretta, stretta…

“Astoria! Che c’è?” urla Luna tenendomi un braccio. “Ti senti male?”

“Fatelo smettere!” è l’unica cosa che riesco a dire. “ce n’è un altro, ce n’è un altro….!”

“Non c’è nessuno, Astoria! – vedo Potter scambiarsi uno sguardo con Weasley il quale torna nella biblioteca a grandi passi- Ron sta andando a vedere…”

Il dolore corre forte come se dovesse raggiungere il traguardo di una maratona io lo seguo perché non posso farne a meno e sento che diventa sempre più forte più forte… finchè si spegne. Come un maratoneta che ha tracciato il traguardo e rallenta, si ferma, così, mi lascia, piano piano, scivola dalle mie membra dilaniate. Sento lontana la voce dello Sfregiato confabulare con Luna. “Dobbiamo portarla in ospedale.”

“Nella biblioteca non c’è nessuno.” Weasley è appena tornato. “Miseriaccia, sei ferita, Greengrass!”

Puntellandomi con la mano di Loony riesco a raggiungere la pozione eretta e mi rendo conto di avere le gambe rigate di sangue.

“Accidenti! Luna spogliala dobbiamo vedere dov’è l’emorragia e fermarla, intanto chiamate il SanMungo!”

“No” faccio qualche, incerto, passo indietro. “State indietro… io…”

“è per il tuo bene!” Luna insiste ma io la scaccio.

“Non sono ferita…” Il sangue che è scivolato dalle mie cosce ha rigato le gambe ma non è arrivato ai piedi. È stata una cosa breve, tutto sommato. “Io credo di aver avuto un aborto.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Diomache