Anime & Manga > Rossana/Kodocha
Segui la storia  |       
Autore: Vale__91    30/11/2008    2 recensioni
Tutto ciò che sappiamo di Akito Hayama e Sana Kurata non esiste. Loro non si conoscono, sono ragazzi adulti e vivono esistenze molto differenti.
Accadde però, che una sera gli occhi di lui incontrarono quelli di lei e tutto cambiò.
ULTIMO CAPITOLO
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quando Sana si svegliò non trovò nessuno al suo fianco. Pensò subito che Hayama per evitare di svegliarla aveva preferito andarsene prima di insospettire ulteriormente la sua ragazza. Si morse indispettita il labbro inferiore, ma poi pensò che in fondo era meglio così. Una volta in piedi si rivestì ed andò in cucina per prepararsi la colazione. Notò alcuni soprammobili per terra e ricordò in una frazione di seconda quegli attimi splendidi passati insieme ad Akito. Proprio quando aprì il frigorifero sentì girare la chiave nella toppa e vide entrare Hayama con un sacchetto bianco in mano.
<< Scusa, non volevo disturbarti e mi sono permesso di usare le tue chiavi >>
<< Mi hai un po’ preso alla sprovvista, in verità alle chiavi non avevo neanche pensato, pensavo fossi tornato a casa >>
<< A fare cosa? Ti va di fare colazione insieme? Ho preso dei croissant, dei muffin >>
<< Colazione atipica per un giapponese no? >>
<< Mi piace cambiare, e sinceramente adoro la cucina occidentale >>
<< Ah, non vuoi assaggiare niente preparato da me? Scherzo, le brioche e i muffin andranno benissimo, anche perché li adoro >>.
Si diedero un bacio sulle labbra. Per un attimo ad Akito parve di essere stato sempre fidanzato con lei e non con Nami, che ora sembrava lontana, troppo distante.
<< Purtroppo dopo la colazione devo lasciarti, la profumeria è aperta anche oggi >> disse Sana addentando un croissant con fare scocciato.
<< Non ti preoccupare, credo mi vedrò con un amico >>
<< Mi rimpiazzi facilmente vedo >> gli rispose sarcastica.
<< Farò finta di non aver sentito >> disse lui sorridendo.
<< Quando sorridi… >>
<< Cosa? >>
<< Sei bello, quando sorridi >>.
Akito arrossì, lei prese una goccia di cioccolato da un muffin e si avvicinò a dove era seduto. Gli si sedette sulle gambe, poi lasciò che Hayama mangiasse la goccia posata sul suo dito e lo baciò con trasporto.
Provava per lui ciò che non aveva provato mai, quelle sensazioni uniche che con Nori si era solo sognata.

§

<< Sono andato troppo veloce? >>
<< No, ma va figurati… Solo, non è che mi potresti aiutare a togliere il casco? >>
<< Certo >>.
Una volta tolto Nami si sistemò velocemente i capelli e aspettò che Charlie mettesse la catena alla moto.
<< Bene io dopo la colazione avrei intenzione di portarti… >>
<< Nami >>
<< Sì? >>
<< Ti devo confessare una cosa. Vedi, non è la prima volta che mi trovo qui a Tokyo. Il tuo capo non mi ha fatto nemmeno finire di parlare durante il colloquio e non sono riuscito a dirgli che è almeno la terza volta che vengo qui e che ci sono stato anche per periodi di un mese o due, quindi bene o male la conosco abbastanza >>
<< E allora che cosa ci faccio qui? >>
<< Scusami non volevo mettere di mezzo anche te, solo che ho pensato che in fondo passeggiare per Tokyo con una bella ragazza non sarebbe stata poi così una brutta idea >>.
<< Voi americani e le vostre manie di grandezza >> disse Nami ormai rossa in viso per l’imbarazzo al complimento appena ricevuto.
<< Io ho perso un pomeriggio con una persona importante sai? >>
<< Sei fidanzata? Beh certo, perché non dovresti esserlo. Scusami, allora facciamo che tu torni pure a casa ed io anche e domani mattina ci inventiamo una bella storiella ok? Sorry >>.
Aveva già fatto qualche passo verso la moto, ma Nami era rimasta così colpita dalle sue parole, espresse con così tanto dispiacere, che lo chiamò per nome almeno tre volte prima che potesse anche toccare la catena che legava il mezzo.
<< Aspetta, ti va di mangiare qualcosa insieme? >>
<< Non avevi detto che avevi degli impegni? >>
<< No, ho la giornata libera apposta, allora ti va? >>
<< Ok, ok, ma a questo punto il posto lo decido io >>.

§

<< Prego entra >>.
La casa di Hitoshi era rimasta la stessa di un anno prima, cioè da quando lui e la sua ragazza avevano deciso di convivere. Lo stesso profumo di vaniglia, le solite pareti color pesca che lo avevano ispirato a tal punto da dipingere così le mura di casa sua, in fondo anche Nami era stata d’accordo.
<< Satzuki è uscita con una sua amica, quindi puoi raccontarmi proprio tutto con calma. Siediti e spiegami che diavolo sta succedendo >>
<< Prima volevo chiederti scusa per ieri, lo so è stato imbarazzante… Sapevo che tu e la tua ragazza stavate ancora insieme, ma avevo bisogno di una scusa >>
<< Hai l’amante? >>.
Akito arrossì e si sedette sul divano nero. Davanti a lui, sul tavolino di cristallo vi era un vassoio con delle caramelle e due bicchieri con dell’acqua.
<< Hitoshi non è così semplice… No, non ho l’amante, forse è peggio, sto per esplodere >>
<< Va bene ho capito, parla solo tu e dimmi tutto dall’inizio >>
<< Circa un mese fa ho conosciuto una ragazza in un bar, ero da solo perché per l’ennesima volta Nami si era dimenticata di un nostro appuntamento ed era uscita per conto suo, così per non starmene piazzato davanti alla tv ho preferito farmi un giro. Appunto in questo bar c’era questa ragazza stupenda accompagnata da un povero idiota che ora non vede più. Sta di fatto che abbiamo iniziato a parlare… >> Akito si interruppe.
<< Come si chiama? >>
<< Sana >>
<< Ti piace? >>
<< Che domanda idiota >>
<< Certo, altrimenti non ti saresti inventato una scusa con Nami usando me per poter uscire con lei >>
<< Il punto è che inizialmente oltre che per la bellezza, perché indubbiamente è una bella ragazza, mi piacevano i suoi ragionamenti, il suo modo di pensare >>
<< Poi la situazione è precipitata… Ho capito tutto, ma ho una domanda cruciale da farti. Ci sei andato a letto? >>.
Akito arrossì ulteriormente e evitò per qualche secondo di guardarlo in faccia.
<< Ok >> rispose Hitoshi aumentando decisamente la pronuncia della vocale << Domanda ancora più importante. Sei innamorato? >>.
Dell’altro silenzio.
<< Cazzo Akito sei proprio nei casini >>
<< Come se non lo sapessi, ho la testa così tanto martellata dai pensieri che penso un giorno di questi esploderà >>
<< Mi sembra una cosa decisamente seria… Hayama, potrai rimandare quanto vuoi, ma un giorno o l’altro dovrai scegliere. Prima o poi abbandonerai una delle due >>
<< Odio questa parte >>.

§

<< Parli talmente bene il giapponese che se non fosse per il fisico penserei che fossi di qui >>
<< Beh dai un po’ di accento si sente no? >>
<< Sì, ma veramente poco >>.
Nami addentò la sua brioche abbassando e alzando lo sguardo verso lui che faceva esattamente la stessa cosa, ma ad intervalli diversi.
<< Alla fine sei riuscito a trascinarmi in una caffetteria stile americano >>
<< Anche se adoro la cucina giapponese, la colazione americana non la cambierei con nessun altra al mondo >>
<< Ti capisco, anche io sono una molto tradizionalista >>
<< Quindi fra circa due mesi potrei anche vederti indossare uno Yukata ? >>
<< Beh, sì, può darsi >>
<< Mi sembri una bella persona Nami, solo un po’ timida >>
<< Timida? >> ripeté lei arrossendo.
Charlie fece sì con la testa.
<< Comunque è comprensibile, non ti preoccupare >>
<< Nessuno mi ha mai detto che sono una persona timida >>
<< Ed è strano questo? >>
<< Probabilmente sei la prima persona con cui mi sento così >>.
Nami fissò la sua tazza di caffè ormai vuota ed evitò in qualsiasi modo di guardarlo di nuovo negli occhi.
Quella banalissima frase poteva anche voler dire molto. In fondo era chiaro che Charlie le faceva uno strano effetto, un effetto piacevole. Ed era strano che lui invitasse una persona qualunque a trascorrere mezza giornata con lui. Quindi c’era la benché minima possibilità che entrambi potessero prov… “Impossibile, cavolo non lo conosco nemmeno da un giorno” si disse più volte Nami.
<< Cos’hai? >> la destò il ragazzo.
<< Cosa?! Niente, niente… pensavo >>
<< Piuttosto, cosa vorresti fare dopo? >>
<< Non saprei, decidi tu >>
<< Se proprio insisti. Se ti va c’è una “fiera del manga” se non sbaglio, qui vicino >>
<< Sì, l’hanno aperta proprio oggi >>
<< Non ci crederai, ma ho talmente tante collezioni a casa che faresti fatica a contarle. Se ti va possiamo andare a dare un’occhiata >>.
Più passavano i minuti e più Nami credeva si sarebbe sentita a disagio, invece provava sensazioni totalmente opposte. Era vero che si sentiva un po’ intimidita dalla sua presenza, ma mai le sarebbe venuto in mente di tornarsene a casa. La fiera che aveva proposto Charlie sarebbe stata perfetta.

§

<< Pronto? >>
<< Sana, Sana sono io Nori… No aspetta non attaccare, aspetta >>
<< Cosa vuoi ancora? >> gli rispose lei più distaccata possibile.
<< Tra poco avrò le prove >>
<< Le prove? >>
<< Sì, che non sono io il padre. Quella stronza voleva solo incastrarmi >>
<< Senti, devo andare al lavoro, sinceramente non mi interessa più dei tuoi problemi >>
<< Ma ti giuro che non c’entro nulla >>
<< Nori il punto non è essere il padre o meno, ci sei comunque stato a letto, mi hai tradita, e chissà con quante altre persone >>
<< Ma, ascolta… >>
<< Devo andare >>.
Mise giù la cornetta con le lacrime pronte a scenderle sul viso. Non poteva certo dimenticare in due giorni quegli anni passati insieme a lui, tuttavia con una mano si asciugò velocemente gli occhi e si disse con decisione che non gli avrebbe mai più dato un’altra possibilità.
Finalmente pronta per uscire aprì la porta, quando suonò di nuovo il telefono. Avrebbe voluto lasciarlo suonare, ma preferì rientrare e rispondere.
<< Nori, piantala di chiamare >>
<< Sana? >> era una voce di donna.
<< Zia Misato? >>
<< Sana, devi tornare a casa appena puoi >>
<< C-cosa? >>
<< Tuo padre… >> la voce era coperta dai singhiozzi e anche le lacrime di Sana tornarono a far capolino sui suoi occhi.
<< Mio padre cosa?! Zia, cos’è successo? >>
<< Devi venire qui, ha avuto un incidente sul lavoro >>
<< Come?! Ma com’è successo?! >>
<< Tesoro torna a casa, è molto grave, ti prego torna qui >>.
Misato continuava a piangere senza tregua, Sana con mani tremanti poggiò la cornetta al suo posto e si accasciò per terra.

La Vale non si è persa ^^...Ha solo cambiato Nick e si è presa un po' di tempo...Non abbandonerei mai le mie storie, ci sn troppo attaccata e amo scrivere, non è un semplice hobby. Questo nuovo capitolo si potrebbe dire che è strutturato in maniera diversa dagli altri e l'effetto è stato creato così apposta, piccole "scenette" per ogni situazione cercando di richiamare le cose più importanti senza dimenticarsi dei dettagli. Come al solito spero vi sia piaciuto e mi scuso per gli enormi ritardi. Purtroppo non posso davvero fare prima, ma mi impegnerò per non deludervi, perchè capisco che l'attesa poi porta al dimenticarsi di alcune storie. Ringrazio ovviamente chi ha recensito lo scorso capitolo.A presto!

   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Rossana/Kodocha / Vai alla pagina dell'autore: Vale__91