Quando
Sana si svegliò non trovò nessuno al suo fianco.
Pensò subito che Hayama per evitare di svegliarla aveva
preferito andarsene
prima di insospettire ulteriormente la sua ragazza. Si morse
indispettita il
labbro inferiore, ma poi pensò che in fondo era meglio
così. Una volta in piedi
si rivestì ed andò in cucina per prepararsi la
colazione. Notò alcuni
soprammobili per terra e ricordò in una frazione di seconda
quegli attimi
splendidi passati insieme ad Akito. Proprio quando aprì il
frigorifero sentì
girare la chiave nella toppa e vide entrare Hayama con un sacchetto
bianco in
mano.
<< Scusa, non volevo disturbarti e mi sono permesso di
usare le tue
chiavi >>
<< Mi hai un po’ preso alla sprovvista, in
verità alle chiavi non avevo
neanche pensato, pensavo fossi tornato a casa >>
<< A fare cosa? Ti va di fare colazione insieme? Ho preso
dei croissant,
dei muffin >>
<< Colazione atipica per un giapponese no?
>>
<< Mi piace cambiare, e sinceramente adoro la cucina
occidentale >>
<< Ah, non vuoi assaggiare niente preparato da me?
Scherzo, le brioche e
i muffin andranno benissimo, anche perché li adoro
>>.
Si diedero un bacio sulle labbra. Per un attimo ad Akito parve di
essere stato
sempre fidanzato con lei e non con Nami, che ora sembrava lontana,
troppo
distante.
<< Purtroppo dopo la colazione devo lasciarti, la
profumeria è aperta
anche oggi >> disse Sana addentando un croissant con fare
scocciato.
<< Non ti preoccupare, credo mi vedrò con un
amico >>
<< Mi rimpiazzi facilmente vedo >> gli
rispose sarcastica.
<< Farò finta di non aver sentito
>> disse lui sorridendo.
<< Quando sorridi… >>
<< Cosa? >>
<< Sei bello, quando sorridi >>.
Akito arrossì, lei prese una goccia di cioccolato da un
muffin e si avvicinò a
dove era seduto. Gli si sedette sulle gambe, poi lasciò che
Hayama mangiasse la
goccia posata sul suo dito e lo baciò con trasporto.
Provava per lui ciò che non aveva provato mai, quelle
sensazioni uniche che con
Nori si era solo sognata.
§
<<
Sono andato troppo veloce? >>
<< No, ma va figurati… Solo, non è
che mi potresti aiutare a togliere il
casco? >>
<< Certo >>.
Una volta tolto Nami si sistemò velocemente i capelli e
aspettò che Charlie
mettesse la catena alla moto.
<< Bene io dopo la colazione avrei intenzione di
portarti… >>
<< Nami >>
<< Sì? >>
<< Ti devo confessare una cosa. Vedi, non è la
prima volta che mi trovo
qui a Tokyo. Il tuo capo non mi ha fatto nemmeno finire di parlare
durante il
colloquio e non sono riuscito a dirgli che è almeno la terza
volta che vengo
qui e che ci sono stato anche per periodi di un mese o due, quindi bene
o male
la conosco abbastanza >>
<< E allora che cosa ci faccio qui? >>
<< Scusami non volevo mettere di mezzo anche te, solo che
ho pensato che
in fondo passeggiare per Tokyo con una bella ragazza non sarebbe stata
poi così
una brutta idea >>.
<< Voi americani e le vostre manie di grandezza
>> disse Nami ormai
rossa in viso per l’imbarazzo al complimento appena ricevuto.
<< Io ho perso un pomeriggio con una persona importante
sai? >>
<< Sei fidanzata? Beh certo, perché non
dovresti esserlo. Scusami, allora
facciamo che tu torni pure a casa ed io anche e domani mattina ci
inventiamo
una bella storiella ok? Sorry >>.
Aveva già fatto qualche passo verso la moto, ma Nami era
rimasta così colpita
dalle sue parole, espresse con così tanto dispiacere, che lo
chiamò per nome
almeno tre volte prima che potesse anche toccare la catena che legava
il mezzo.
<< Aspetta, ti va di mangiare qualcosa insieme?
>>
<< Non avevi detto che avevi degli impegni?
>>
<< No, ho la giornata libera apposta, allora ti va?
>>
<< Ok, ok, ma a questo punto il posto lo decido io
>>.
§
<<
Prego entra >>.
La casa di Hitoshi era rimasta la stessa di un anno prima,
cioè da quando lui e
la sua ragazza avevano deciso di convivere. Lo stesso profumo di
vaniglia, le
solite pareti color pesca che lo avevano ispirato a tal punto da
dipingere così
le mura di casa sua, in fondo anche Nami era stata d’accordo.
<< Satzuki è uscita con una sua amica, quindi
puoi raccontarmi proprio
tutto con calma. Siediti e spiegami che diavolo sta succedendo
>>
<< Prima volevo chiederti scusa per ieri, lo so
è stato imbarazzante…
Sapevo che tu e la tua ragazza stavate ancora insieme, ma avevo bisogno
di una
scusa >>
<< Hai l’amante? >>.
Akito arrossì e si sedette sul divano nero. Davanti a lui,
sul tavolino di
cristallo vi era un vassoio con delle caramelle e due bicchieri con
dell’acqua.
<< Hitoshi non è così
semplice… No, non ho l’amante, forse è
peggio, sto
per esplodere >>
<< Va bene ho capito, parla solo tu e dimmi tutto
dall’inizio >>
<< Circa un mese fa ho conosciuto una ragazza in un bar,
ero da solo
perché per l’ennesima volta Nami si era
dimenticata di un nostro appuntamento
ed era uscita per conto suo, così per non starmene piazzato
davanti alla tv ho
preferito farmi un giro. Appunto in questo bar c’era questa
ragazza stupenda
accompagnata da un povero idiota che ora non vede più. Sta
di fatto che abbiamo
iniziato a parlare… >> Akito si interruppe.
<< Come si chiama? >>
<< Sana >>
<< Ti piace? >>
<< Che domanda idiota >>
<< Certo, altrimenti non ti saresti inventato una scusa
con Nami usando
me per poter uscire con lei >>
<< Il punto è che inizialmente oltre che per
la bellezza, perché
indubbiamente è una bella ragazza, mi piacevano i suoi
ragionamenti, il suo
modo di pensare >>
<< Poi la situazione è precipitata…
Ho capito tutto, ma ho una domanda
cruciale da farti. Ci sei andato a letto? >>.
Akito arrossì ulteriormente e evitò per qualche
secondo di guardarlo in faccia.
<< Ok >> rispose Hitoshi aumentando
decisamente la pronuncia della
vocale << Domanda ancora più importante. Sei
innamorato? >>.
Dell’altro silenzio.
<< Cazzo Akito sei proprio nei casini >>
<< Come se non lo sapessi, ho la testa così
tanto martellata dai pensieri
che penso un giorno di questi esploderà >>
<< Mi sembra una cosa decisamente seria…
Hayama, potrai rimandare quanto
vuoi, ma un giorno o l’altro dovrai scegliere. Prima o poi
abbandonerai una
delle due >>
<< Odio questa parte >>.
§
<<
Parli talmente bene il giapponese che se non fosse
per il fisico penserei che fossi di qui >>
<< Beh dai un po’ di accento si sente no?
>>
<< Sì, ma veramente poco >>.
Nami addentò la sua brioche abbassando e alzando lo sguardo
verso lui che
faceva esattamente la stessa cosa, ma ad intervalli diversi.
<< Alla fine sei riuscito a trascinarmi in una
caffetteria stile
americano >>
<< Anche se adoro la cucina giapponese, la colazione
americana non la
cambierei con nessun altra al mondo >>
<< Ti capisco, anche io sono una molto tradizionalista
>>
<< Quindi fra circa due mesi potrei anche vederti
indossare uno Yukata ?
>>
<< Beh, sì, può darsi
>>
<< Mi sembri una bella persona Nami, solo un
po’ timida >>
<< Timida? >> ripeté lei
arrossendo.
Charlie fece sì con la testa.
<< Comunque è comprensibile, non ti
preoccupare >>
<< Nessuno mi ha mai detto che sono una persona timida
>>
<< Ed è strano questo? >>
<< Probabilmente sei la prima persona con cui mi sento
così >>.
Nami fissò la sua tazza di caffè ormai vuota ed
evitò in qualsiasi modo di
guardarlo di nuovo negli occhi.
Quella banalissima frase poteva anche voler dire molto. In fondo era
chiaro che
Charlie le faceva uno strano effetto, un effetto piacevole. Ed era
strano che
lui invitasse una persona qualunque a trascorrere mezza giornata con
lui.
Quindi c’era la benché minima
possibilità che entrambi potessero prov…
“Impossibile,
cavolo non lo conosco nemmeno da un giorno” si disse
più volte Nami.
<< Cos’hai? >> la
destò il ragazzo.
<< Cosa?! Niente, niente… pensavo
>>
<< Piuttosto, cosa vorresti fare dopo? >>
<< Non saprei, decidi tu >>
<< Se proprio insisti. Se ti va c’è
una “fiera del manga” se non sbaglio,
qui vicino >>
<< Sì, l’hanno aperta proprio oggi
>>
<< Non ci crederai, ma ho talmente tante collezioni a
casa che faresti
fatica a contarle. Se ti va possiamo andare a dare
un’occhiata >>.
Più passavano i minuti e più Nami credeva si
sarebbe sentita a disagio, invece
provava sensazioni totalmente opposte. Era vero che si sentiva un
po’
intimidita dalla sua presenza, ma mai le sarebbe venuto in mente di
tornarsene
a casa. La fiera che aveva proposto Charlie sarebbe stata perfetta.
§
<<
Pronto? >>
<< Sana, Sana sono io Nori… No aspetta non
attaccare, aspetta >>
<< Cosa vuoi ancora? >> gli rispose lei
più distaccata possibile.
<< Tra poco avrò le prove >>
<< Le prove? >>
<< Sì, che non sono io il padre. Quella
stronza voleva solo incastrarmi
>>
<< Senti, devo andare al lavoro, sinceramente non mi
interessa più dei
tuoi problemi >>
<< Ma ti giuro che non c’entro nulla
>>
<< Nori il punto non è essere il padre o meno,
ci sei comunque stato a
letto, mi hai tradita, e chissà con quante altre persone
>>
<< Ma, ascolta… >>
<< Devo andare >>.
Mise giù la cornetta con le lacrime pronte a scenderle sul
viso. Non poteva
certo dimenticare in due giorni quegli anni passati insieme a lui,
tuttavia con
una mano si asciugò velocemente gli occhi e si disse con
decisione che non gli
avrebbe mai più dato un’altra
possibilità.
Finalmente pronta per uscire aprì la porta, quando
suonò di nuovo il telefono.
Avrebbe voluto lasciarlo suonare, ma preferì rientrare e
rispondere.
<< Nori, piantala di chiamare >>
<< Sana? >> era una voce di donna.
<< Zia Misato?
>>
<< Sana, devi tornare a casa appena puoi >>
<< C-cosa? >>
<< Tuo padre… >> la voce era
coperta dai singhiozzi e anche le
lacrime di Sana tornarono a far capolino sui suoi occhi.
<< Mio padre cosa?! Zia, cos’è
successo? >>
<< Devi venire qui, ha avuto un incidente sul lavoro
>>
<< Come?! Ma com’è successo?!
>>
<< Tesoro torna a casa, è molto grave, ti
prego torna qui >>.
Misato continuava a piangere senza tregua, Sana con mani tremanti
poggiò la
cornetta al suo posto e si accasciò per terra.
La Vale non si è persa ^^...Ha solo cambiato Nick e si è presa un po' di tempo...Non abbandonerei mai le mie storie, ci sn troppo attaccata e amo scrivere, non è un semplice hobby. Questo nuovo capitolo si potrebbe dire che è strutturato in maniera diversa dagli altri e l'effetto è stato creato così apposta, piccole "scenette" per ogni situazione cercando di richiamare le cose più importanti senza dimenticarsi dei dettagli. Come al solito spero vi sia piaciuto e mi scuso per gli enormi ritardi. Purtroppo non posso davvero fare prima, ma mi impegnerò per non deludervi, perchè capisco che l'attesa poi porta al dimenticarsi di alcune storie. Ringrazio ovviamente chi ha recensito lo scorso capitolo.A presto!