2. Du lebst in mir
Ero
chiusa in camera, non
volevo vedere nessuno, non volevo uscire, non volevo mangiare,
semplicemente
non volevo vivere…
Avevo sempre quella scena
davanti agl’occhi…Mark steso a terra in un lago di
sangue,
sentivo ancora i medici del 118
ripetere “non c’è niente da fare
purtroppo…”
il mio cuore s’era fermato in
quell’istante…non potevo crederci…lui
non c’era più, non avrei più visto il
suo
sorriso, i suoi occhi…non avrei più sentito il
calore del suo corpo…era
morto…morto senza una vera ragione, per colpa di un uomo
troppo fatto per
accorgersi di lui.
Era morto per colpa di un
errore altrui.
Non potevo accettarlo.
La mia vita era diventata solo
casa e scuola…avrei voluto evitare anche quella per non
incrociare tutti gli
sguardi di compassione dei miei compagni…
Quel giorno però mi venne a
trovare la mia amica Luisa…
<< Eri basta, sono due
mesi che non fai altro che deprimerti…non capisci che non
serve a niente??
Piangi, urla, sfogati! Non puoi continuare così!
>>
<< Lù non ce la faccio
più…mi manca
tantissimo…>>
<< Tesoro, lo so, ma non
è colpa tua…>>
<< …credo di essere
incinta…>>
<< Oddio, ma sei sicura?
Hai fatto il test? >>
<< No, ho una paura
tremenda…e se sono incinta? >>
<< Aspettami qui…vado a
comprare il test così lo fai…>>
<< ok >>
Non mi diede il tempo di
rispondere che s’era già catapultata fuori dalla
stanza…deve aver corso perché
dopo nemmeno dieci minuti era già qui.
Mi chiusi in bagno e
nell’attesa che il test avesse dato il suo esito ci mettemmo
a leggere il
foglietto illustrativo…era semplicissimo…Blu
incinta, Rosso non
incinta…aspettammo i tre minuti interminabili…e
poi suonò la piccola sveglia che
avevo puntato.
Mi precipitai in bagno, lo
presi in mano ma lo lasciai girato, Lù capendomi me lo
prese di mano e lo
rigirò mostrandolo…era blu…ero incita,
incinta di Mark…
Calde lacrime cominciarono a
rigarmi le gote, non sapevo se erano per la felicità che una
piccola parte
dell’uomo che amavo cresceva in me, ma d’altra
parte ero preoccupata per il
bambino…ero giovane e poi non avrebbe mai conosciuto il suo
papà.
<< Lù non voglio
abortire…>>
<< non preoccuparti, sarò
sempre dalla tua parte, sempre…e poi mica male diventare
zia…>>
<< Grazie >>
<< e di che? >>
<< di tutto…>>
M’abbraccio, facendomi capire
che per me ci sarebbe stata in qualsiasi momento, per qualsiasi motivo.
Ora il problema più grande era
dirlo ai miei…
Volevo cominciare a dirlo alla
mamma…lei è sempre stata molto comprensiva con
me, speravo capisse anche questa
volta.
Una volta congedatami da Luisa
mi diressi verso la cucina dove trovai mamma intenta a cucinare.
La chiamai piano e ma si voltò
molto velocemente venendomi in contro:
<< Erika, sei
pallidissima, mangi troppo poco…su forza mangia
qualcosa…>>
<< Non ora mamma, devo
parlarti…>>
<< Di cosa si
tratta?>>
<< Di me e anche di
Mark>>
<< Amore, te l’ho già
detto non devi sentirti in colpa, non è stata colpa
tua>>
<< No mamma non è quello…sono
incinta, di Mark >>
<< Che hai intenzione di
fare? >>
<< Mamma voglio
tenerlo…>>
<< Tesoro, sai tutto
quello che ti comporterà diventare mamma?>>
<< Si mamma, ma è tutto
quello che mi rimane di lui…amo già tantissimo
questo bambino>>
<< Non voglio costringerti
ad abortire, se tu lo vuoi sono contenta per te, ora bisogna dirlo a
tuo
padre…>>
<< ecco è questo il
problema…>>
Mamma mi prense la mano e mi
portò in soggiorno dove c’era papà
seduto in poltrona a leggere un quotidiano.
<< Ciao
papà…>>
<< Ciao Erika! Che hai?
Sei strana…>>
<< in effetti,caro,
dobbiamo parlare un po’ tutti e tre
insieme…>>
<<
papà…sono…incinta…>>
Chiusi gli occhi aspettando una
ramanzina o uno schiaffo ma niente, alzai lo sguardo e vidi il suo
perso nel
vuoto poi disse…
<< bèh non credevo di
diventare nonno così giovane ma non vedo l’ora che
il mio nipotino
nasca…>>
Non trattenni le lacrime per
la
felicità e saltai al collo di mio padre sussurrando un
flebile “grazie”
Due
anni dopo
Amore
mio,
so che non puoi sentirmi ma
voglio illudermi per una volta che tu possa…
Vorrei tanto che tu fossi
qui…
Sono già passati due anni,
non sai quanto mi manchi…
Ora abito con Luisa, lo
decisi con i miei genitori quando scoprii d’essere incinta.
Volevo essere indipendente
ma per tutta la durata della gravidanza rimasi a casa con loro, sai
com’è
premurosa la mamma, non m’avrebbe mai permesso di vivere da
sola aspettando un
bambino,una bambina precisamente.
Avevo un pancione enorme,
non faceva altro che scalciare e muoversi per tutta la giornata.
È una peste tutt’ora che ha
solo un anno e mezzo!!
È nata proprio il giorno del
tuo compleanno, l’ho chiamata Andrea.
Quando vedo lei mi sembra di
rivedere te, i suoi occhietti vispi, la sua vivacità,la sua
allegria,tutto mi
ricorda te.
Passa quasi tutta la
mattinata a casa dei miei o dei tuoi genitori, mentre io vado
all’università.
Voglio farcela!
Voglio farcela per me, per
la piccola e per te.
Sentirsi chiamare “mamma”
dalla tua creatura è stupendo ma quando penso che non
conoscerà mai il suo papà
mi viene un groppo alla gola. Luisa mi ripete spesso che devo
riaprirmi
all’amore per me e per Andrea ma so che nessuno
sarà mai come te.Mai nessuno
prenderà il tuo posto, crescerò nostra figlia
anche per te, la proteggerò da
tutto e da tutti se sarà necessario.
È una promessa!
Per sempre tua, Erika
Ecco a voi la seconda ed ultima parte della FF
grazie a chi a letto e grazie a shari92 per averla commentata
Spero in altri commenti....
Alla prossima (forse)
Mustardgirl94