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Autore: Leo Magnus Weasley    06/02/2015    1 recensioni
Nico capiva Percy Jackson. Il suo dolore lo comprendeva meglio di chiunque altro. E per questo lo poteva aiutare a risollevarsi dall'oblio.
Storia Pernico/Percico. Dopo la battaglia contro Gea.
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 13
 
Nel giro di pochi giorni entrambi i Campi erano stati mobilitati; era stato applicato un coprifuoco e le imprese erano state abolite. Si poteva viaggiare solo da Campo a Campo e solo se si era in un gruppo di non meno di tre persone.
Leo era stato convocato dal Signor D, Chirone e Frank per affidargli il compito di progettare nuovi dispositivi di sicurezza. Tutti erano in ansia.
Al Campo Mezzosangue erano dimezzati, la Cabina di Apollo contava ormai poco più che una decina di semidei.  Il Campo Giove aveva perso quasi tutti i semidei appartenenti alla Quinta Coorte più un’altra dozzina di altre Coorti.
Nico e Percy non erano ancora riusciti a parlare con i loro amici di quello che era accaduto tra di loro. Avevano deciso che non era il momento per quella notizia, avevano già abbastanza cose a cui pensare e non volevano disturbarli.  Per la verità non c’era stato proprio il tempo per parlare di cose private di nessun genere. Infatti mentre stavano “parlando” nella Cabina di Ade, i due semidei erano stati chiamati da Leo, che aveva ricevuto l’ordine da Chirone dopo aver ricevuto un messaggio Iride dal Campo Giove. Subito si erano precipitati nell’arena assieme a tutti gli altri semidei rimasti. Il Signor D non era mai stato così serio, aveva fatto chiarezza sulla convocazione improvvisa e li aveva avvertiti sulle nuove regole che da allora sarebbero state vigenti nel Campo.
Piper, Jason, Frank e Hazel li avevano raggiunti poco più tardi e insieme si erano diretti da Rachel. Nemmeno lei, però, aveva saputo dare notizie. Non riusciva a percepire profezie o alcun segnale dal futuro, era come se il suo radar “Capta Cattive Notizie” si fosse disattivato. Tutto ciò che vedeva era buio e nero. Ottaviano dal canto suo era ancora arrabbiato con tutti per il trattamento ricevuto dopo la guerra contro Gea e aveva inventato la scusa che i suoi adorati peluche erano tutti andati in letargo, quando, Jason, che lo giurava sulle Stige, lo aveva sentito mentre sventrava un povero koala di pezza chiedendo agli dei se aveva qualche minima speranza con il “bell’oracolo dai capelli di fuoco”.
Percy aveva proposto di indagare sul percorso fatto dai semidei prima che sparissero ma nessuno sapeva nulla. Sembrava che quei ragazzi si fossero mossi senza avere coscienza di ciò che stavano facendo. Tutti e sette sentivano una strana puzza di mostro.
 
 
Erano passati alcuni giorni da quando era stato dato l’allarme e da allora non era scomparso nessun altro semidio. Il morale si stava rialzando e tutti erano più ottimisti. Leo stava ancora perfezionando il nuovo sistema di sicurezza e non si faceva vedere da giorni. Era sempre rintanato nel Bunker Nove e non si faceva aiutare da nessuno. Tutto il giorno chino su svariati progetti, i logaritmi erano sempre imperfetti e lasciavano un minimo spazio di errore per cui non si era mai abbastanza sicuri. Leo voleva costruire qualche cosa di assolutamente perfetto. Per questo dedicava tutto se stesso a quel progetto. Voleva salvare i suoi amici, il Campo ma soprattutto voleva dimostrare di essere qualcuno, non l’ultima ruota del carro.
Nico si avvicinò da dietro cercando di non fare troppo rumore per non disturbare l’amico ma Leo aveva un super udito e dopo poco disse –Di Angelo non è il momento, non vedi che sono occupato?-
-Scusa ma è tutto il giorno che sei qui e non hai ancora mangiato…-
-Non ho fame.- rispose lapidario.
-Non ci credo nemmeno se lo giurassi sullo Stige. Leo tu più di chiunque altro dovresti sapere che per avere un cervello attivo bisogna assumere zuccheri e carboidrati. Quindi muoviti, alzati che andiamo a cena!-
Leo non si alzava e restava chino sui suoi disegni. Il figlio di Ade optò quindi per le maniere forti. Concentrandosi con tutto se stesso evocò un paio di spiriti facendo prendere uno spavento all’amico che si alzò di scatto.
-Non farlo mai più!- urlò infastidito.
-Se vieni con me sarà l’ultima volta, te lo giuro.- Nico sorrise e Leo ricambiò il sorriso.
S’ incamminarono verso la mensa. Tra gli alberi si era fatto tutto buio e solo grazie ad un trucchetto di Leo, che era riuscito ad accendersi un dito, riuscivano a seguire il sentiero.
Dopo pochi minuti il figlio di Efesto ruppe il silenzio –Percy?-
Nico arrossì –Che…che intendi dire con “Percy”?-
-Non era partito per cercare di ritrovare il percorso di alcuni figli di Apollo?-
-Ah, si si! Ma non è ancora tornato.- si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo. Non era ancora pronto per raccontare quello che era accaduto tra lui e il figlio di Poseidone. Si sentiva molto felice, ovviamente, ma aveva bisogno della sua presenza per riuscire a dire la verità.
-E’ da un po’ che sono chiuso in quel caspio di Bunker e mi sono perso alcune notizie, sapresti aggiornarmi?- chiese Leo curioso.
-Nulla di nuovo purtroppo. Nessuno sa niente, stiamo continuando ad indagare ma zero assoluto. Fortunatamente nessun altro è ancora sparito.- spiegò Nico.
Continuarono a discutere di questioni importanti fino a che non giunsero alla mensa. Leo si diresse verso il tavolo di Efesto e Nico verso quello di Ade. Ora era lui a non avere fame. Sentiva che gli stava sfuggendo qualche cosa ma non capiva cosa. Annabeth ci sarebbe già arrivata, pensò tristemente il principe delle ombre. Non voleva essere inferiore a lei, soprattutto agli occhi di Percy. Ce la devo fare, Nico si alzò in fretta e si incamminò verso la sua Cabina dove avrebbe avuto il silenzio necessario per pensare e riflettere.
 
Percy e Jason stavano camminando da quelle che parevano ore ormai. Avevano seguito le orme di alcuni semidei in un lato nascosto del Labirinto e avevano paura di essersi persi. Entrambi erano guardinghi e avevano le spade sguainate, controllavano ogni angolo prima di svoltare e stavano attenti ad ogni minimo rumore o scricchiolio. Non avevano ancora trovato nulla degno della loro attenzione.
-Credo che dovremmo tornare indietro.- disse ad un tratto Jason, agitato.
-Come mai?- sussurrò in fretta il figlio di Poseidone. Lo preoccupava ciò che aveva appena detto il suo amico. Jason non era il tipo da tornare sui propri passi.
-Ho sentito qualche cosa, e non mi piace per niente.- in fretta il figlio di Giove cambiò direzione, prendendo per un braccio Percy e trascinandolo con sé. Quello preso alla sprovvista tentò di divincolarsi ma Jason gli mise una mano sulla bocca e lo bloccò al muro –Jackson stai buono e zitto altrimenti giuro che se non moriremo questa volta ti uccido io con le mie mani. Non hai idea di quello che potrebbe esserci oltre quel corridoio. Da quello che ho sentito è meglio se per il momento ci teniamo alla larga. Ora seguimi in fretta senza fare un solo minimo rumore.-
Percy trattenne il fiato e decise di fidarsi. Lo seguì in fretta facendo più silenzio possibile e imprimendosi nella mente l’immagine del Campo Mezzosangue. Poco dopo uscirono all’aria aperta e si diressero nella Casa Grande.
 
 
Piper corse incontro ai due semidei con sguardo pieno di sollievo.
-Grazie agli dei! Stavamo per mandare qualcuno a cercarvi! Trovato niente?- aggiunse non appena vide il volto scuro del suo ragazzo.
-Forse.- rispose Jason di fretta.
-State tutti bene?- Chirone raggiunse Piper.
-Si stiamo bene. Nico?- Percy non seppe trattenersi.
-Sta bene, non è scomparso. Nessun altro è scomparso da quando siete partiti.- Il centauro era visibilmente preoccupato. Aveva due grandi occhiaie e il volto tirato.
-Andiamo dentro e ditemi cosa è successo. Piper vai a chiamare Nico, Leo, Hazel e Frank, poi raggiungeteci qui.-
La figlia di Afrodite salutò i suoi amici e si diresse verso le Cabine. Bussò due volte alla porta di Nico che dopo pochi secondi le aprì facendola entrare.
--Sono tornati?- chiese il figlio di Ade preoccupato.
-Si, ci aspettano nella Casa Grande. Hanno scoperto qualche cosa, dobbiamo chiamare Frank, Hazel e Leo.-
La figlia di Plutone si sporse dalla porta del bagno appena sentì il suo nome –Se aspettate un attimo sono da voi.- disse loro facendo l’occhiolino.
Poco dopo stavano controllando i tavoli della mensa alla ricerca di Leo. Lo trovarono mentre si rimpinzava di tacos piccanti vicino ad un esterrefatto Frank.
-Valdez davvero non riesco a capire dove metti tutto ciò che mangi.-
-Frank- disse quello con la bocca piena –Va tutto nel mio cervello, è per questo che sono così intelligente.-
-Leo porta tu, i tuoi tacos e la tua intelligenza nella Casa Grande. Devi venire anche tu Frank.- aggiunse Nico, guardando l’amico.
 
 
Si sedettero tutti attorno ad un tavolo e Chirone prese la parola per primo –In questi giorni siamo caduti nuovamente sotto attacco. Non sappiamo chi stia architettando questo rapimento dei semidei e io sono preoccupato dal fatto che non ci siano profezie al riguardo. Io chiedo il vostro aiuto perché tra tutti siete i più validi, avete sconfitto Gea e i suoi giganti e prima ancora Crono e i suoi Titani. Ora Jason, Percy diteci cosa avete visto.-
I due semidei si guardarono e il figlio di Poseidone iniziò il racconto –Siamo entrati nel Labirinto seguendo le orme di Kyle Basson della Cabina di Apollo. I suoi compagni ci avevano detto che era solito utilizzare delle scarpe firmate con una suola particolare e siamo quindi riusciti ad identificarla tra tutte le altre impresse nel fango del Labirinto. All’inizio è stato facile seguire il percorso che esse ci indicavano poi ad un tratto sono sparite. C’erano tracce di una scivolata, come se fosse caduto poi più niente. Abbiamo comunque deciso di proseguire ma ci siamo preparati ad eventuale attacco; abbiamo sguainato le spade e siamo andati avanti. Il percorso si faceva più difficile perché non sapevamo dove andare ma continuavamo a seguire il nostro istinto fino a che…- Percy si interruppe e Jason proseguì il racconto per lui –Ad un certo punto ho sentito un rumore, come una specie di risucchio. Ci eravamo avvicinati ad una svolta del corridoio e così ho dato una leggera sbirciatina e…non ho mai visto così buio in vita mia. Il rumore si era fatto più vicino e così ho detto a Percy di scappare.-
Tutti stavano in silenzio. Percy guardò per un attimo Nico. Non aveva l’aria spaventata, ma lui sapeva che non era così. Dopo un po’ Chirone riprese la parola –Non mi piace per nulla ciò che mi avete raccontato.-
-Forse so cosa ha sentito Jason e chi è il mostro che si nascondeva nel buio- Nico si alzò in piedi e iniziò a spiegare ciò che pensava di aver capito.


°°Angolo Autrice
Salve gente! Mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensate della storia e come vi è sembrato questo capitolo.
Ringrazio molto chi la segue e chi l'ha già recensita.
Spero vi sia piaciuto il capitolo :)

**Leo Magnus Weasley
   
 
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