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Autore: VeroDowney    06/02/2015    2 recensioni
Hope fa un provino per un film, convinta dall'amica Daphne, non sa però che questo le cambierà davvero la vita, in meglio e in peggio, gioirà e soffrirà e alla fine di questo percorsa sarà una persona completamente nuova, una persona migliore. Un processo simile lo subirà anche Robert che si comporta come un playboy, nonostante abbia una famiglia, dovrà però tornare sui suoi passi quando dopo aver incontrato Hope e vittima di eventi inaspettati, sarà spinto a guardarsi dentro e a capire che tipo di persona l'hanno fatto diventare la fama e i soldi.
Nella storia è presente Vicky Ellis, protagonista della fanfiction “The lesson is: someone can hurt you, but it does not mean that everyone is like him”. Inoltre sono presenti Jennifer Lawrence, Zach Galifianakis, Brett Davern e Jon Favreau. Avranno un piccolo cameo anche Jude Law e Gwyneth Paltrow.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 13- Fake


Non so se è la pioggia che scende prepotente in questo giorno, o se sono le mie lacrime copiose che bagnano il mioviso.
Avete creduto che fosse tutto sistemato quando Robert è arrivato qui, con una soluzione per mio padre?
Beh, sbagliavate se ci avete creduto.
Sbagliavate come me.
Anche io ci ho creduto.

Non sono dell’umore adatto per spiegarvi per filo e per segno cosa sia successo in quella manciata giorni che Robert ha passato qui con me, nella casa di mio padre, vi basta solo pensare che adesso l’unica cosa che vedo sono una distesa infinita di ombrelli neri che si intonano allo stesso colore di tutti i vesti dei presenti.



Nero.
L’unico colore ammesso in un giorno così.
Il funerale di mio padre.

Giro lo sguardo alla mia destra e lo guardo, tenta di trattenere le lacrime.




Sento la mano di Robert intrecciare le mie dita ma non sento nulla.
Ho il corpo e la mente completamente svuotati.


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Non è possibile.
Mi sembrava tutto risolto.
C'era una soluzione a tutta questa brutta situazione. 
Avevo Hope di nuovo vicino a me, suo padre poteva stare meglio fin quando un paio di giorni dopo essermi trasferito a casa di Hope, una mattina lo trovammo senza vita nel suo letto.
Mi si gelò il sangue.

Sono passati ormai due giorni e Hope da quel momento è calata in uno stato di shock, mi rivolge a stento la parola.

La cerimonia passa veloce e io penso di lasciare il funerale appena uscito dalla messa.
Qualcuno mi ha già riconosciuto e non voglio che le persone mi si avvicinino ora, sarebbero capaci di farlo anche in un’occasione del genere.
Torno a casa guidando la mia auto, fino a quella in cui, fino a paio di giorni fa, avevo considerato la mia casa, l’unico  posto in cui mi sentissi a mio agio dopo la morte di Susan.

Non è possibile, sapevo che sarebbe stata dura, speravo che la mia offerta avrebbe potuto risolvere la situazione ma il destino, ancora una volta, non mi ha dato nessuna possibilità.
Assorto nei i miei pensieri mi dirigo verso la camera dove mi sono sistemato, aspetterò qui Hope.
So che suo fratello, potrebbe non apprezzare la presenza di un “estraneo” in casa in un giorno come questo e avrebbe ragione, so come ci si sente.
Meglio che mi faccia vedere il meno possibile.
Apro gli occhi ed è passata un’ora scarsa da quando sono tornato ma non sento nessuno, forse sono ancora in casa da solo. Mi giro sul fianco per guardare fuori dalla finestra e solo adesso mi accorgo che c’è Hope seduta dall’altro lato del letto.
Ha lo sguardo fisso verso il vuoto.
Non so cosa fare.

-Ehy-
-Ehy- mi risponde.
-Come sta..-
-Robert ho bisogno di rimanere da sola per qualche giorno- mi dice senza neanche voltarsi.
Mi spiazza.
Il cuore inizia ad accellerare, sento un fuoco bruciare dentro di me.
Non rispondo, mi alzo, e raccolgo le ultime cose, che ho lasciato in giro per la stanza, le ripongo nella valigia. Non l’avevo ancora disfatta semplicemente per il fatto che a breve saremmo partiti per New York dove ci aspettava Jon e dove ci aspettava, soprattutto, il medico per il padre di Hope.

Giro intorno al letto, le prendo le mani e la faccio alzare mentre la stringo a me.
Sento i brividi che mi attraversano ogni fibra del mio corpo e so che sta succedendo la stessa cosa a lei.
Le prendo il viso tra le mani e finalmente rivolge il suo sguardo verso di me. Non so per quanto tempo rimaniamo così ma alla fine decido di avvicinarmi e non appena vedo che lei non si ritrae le do un bacio leggero a fior di labbra fino a quando sento le lacrime iniziare a scendere e unirsi a quelle di Hope.

Non so cosa questo possa significare, ma ho una gran paura che possa essere la fine.

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Se n’è andato, non ha neanche provato a convincermi di cambiare idea. So quanto possa essere stato difficile sentire dirsi di andarsene dopo tutto quello che ha fatto.
Sono una stronza, lo so.

Non avevo ancora digerito la storia della Paltrow, quando mio padre ha lasciato questo mondo, senza neanche darmi la possibilità di salutarlo un ultima volta. Il dottore ci ha assicurato che non ha sofferto, il suo cuore si è fermato durante la notte, come se fosse felice di averci tutti qui, senza problemi, dopo anni, come se avesse capito di aver assolto il suo compito in questa vita.

Amo Robert e dopo aver pronunciato quella frase, senza neanche pensarci mi sono pentita all’istante.
Non so neanche io perché l’ho detta, o forse si lo so.
Non voglio che dopo la morte di Susan, Robert si faccia carico anche del mio dolore. E’ troppo per lui e sarebbe troppo anche per me sopportare una cosa simile.



Two weeks later

Due settimane, due settimane che non lo sento e che non sento la sua voce. Non ho il coraggio di chiamarlo ma il mio tempo in solitudine sta per finire tra una settimana dovrò tornare a NY per completare la mia parte di riprese.

Il cellulare vibra, penso che sia Zack, mi ha tenuto costantemente informata sulle riprese e soprattutto su Robert e sui suoi infiniti monologhi su di me, dice che vuole lasciarmi spazio, non mi vuole forzare e che mi ama.

Ma un momento.. non è Zack è una mail di Google Alert su Robert.
Il mio cuore salta un battito quando apro la mail.
Io..io non riesco a credere a quello che vedo, non ci posso credere quando vedo l’articolo contenuto.



So che Robert era andato in quelle isole per qualche giorno ma dopo la sua partenza Zack non aveva più avuto notizie.
Non ci penso un attimo, mi collego ad internet e compro il primo biglietto disponibile per NY.
Spiego velocemente tutto a mio fratello che si offre di accompagnarmi all’aeroporto e meno di tre ore dopo sono già in volo.

12 ore.
Sono passate 12 ore senza che io dormissi o pensassi ad altro. Ho provato a chiamare Zack ma non mi ha risposto, non so cosa fare né pensare così gli ho lasciato un messaggio e non appena varco la soglia dell’aeroporto lui è lì.

-Che fine hai fatto?- dico snervata.
-Sono felice di vederti anche io- mi risponde serio, ma poi sorride e mi abbraccia.
-Scusami Zack, non volevo aggredirti- dico scofortata.
-Ma che è successo?-
Senza dire una parola prendo il cellulare e gli mostro l’articolo.
Lo vedo impallidire.
-Andiamo-
-Dove?-

Non mi risponde e mi trascina serio verso il primo taxi che ci si para davanti. Comunica l’indirizzo e intima al povero taxista di fare il prima possibile.
Questa situazione mi sta uccidendo.

-Andiamo all’Hotel dove alloggia Jon lui saprà sicuramente qualcosa-

Il fottuto traffico di NY non ci lascia scampo.
Passa un’ora prima che di riuscire ad arrivare all’hotel.
Corriamo verso la hall lasciando all’ingresso i bagagli.

-Buongiorno vorrei parlare con il signor Jon Favreau, può chiamarlo?-
-Certo come desidera, chi lo desidera?- risponde cortese la ragazza al bancone.
-Il signor Galifianakis-

In un’altra occasione sarei scoppiata a ridere sentendolo dire “Il signor Galifianakis” ma questo non mi sembra il momento adatto.

Vediamo uscire Jon dalle porte dell’ascensore. Zack strappa il cellulare dalle mie mani e gli mostra l’articolo. Jon legge l’articolo dal cellulare e non appena ha finito ci guarda serio.

Inizio a temere davvero il peggio.
Non posso credere che sia vero.
Non posso credere che io l’abbia mandato v..

-Ahah ma siete matti?- interrompe i miei pensieri Jon ridendo a crepapelle.

C-h-e     c-o-s-a     c-è     d-a     r-i-d-e-r-e?

-Ragazzi ma è un fake-
Zack mi guarda stupito e io non so come reagire.
-Un fake? Ma Robert non era Turk & Caicos in questi giorni?- chiede Zack incredulo.
-Doveva partire ma alla fine è rimasto bloccato qui per la neve-

Tiro un sospiro di sollievo.

-Dov’è adesso?- dico senza pensarci un attimo.

-Quinto piano stanza 110-

Corro verso il primo ascensore disponibile.
Lo voglio vedere, lo voglio abbracciare, chiedergli scusa e ringraziarlo.
Lo voglio.




Note dell’autrice:
Rieccomi! Vi sono mancata vero:p? So che lo scorso capitolo è stato un po’ noioso ma ci voleva, anche in questo Robert e Hope non si sono ancora riconciliati del tutto, non sarebbe stato naturale dopo un evento come la morte del padre di Hope. E poi anche la storia dell’articolo è stata una bella mazzata ma è servito sicuramente a fare capire a Hope che è stata una “stupida” ad allontanare il povero Robert e farà di tutto per farglielo capire. Chissà se il nostro Robert sarà così ragionevole.
Il capitolo è dedicato alla cara RoxyDowney, che io adoro, e che ringrazio per la motivazione che mi trasmette sempre.
Detto questo ci vediamo, possibilmente settimana prossima!
Fatemi sapere cosa ne pensate:)!
Non siate timidi;)
A presto:)

PS. La storia dell’articolo, è vera, da ieri sera gira sul web questa articolo sulla morte di Robert! Fortuna che è soltanto un fake! Thanks God!
   
 
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