Anime & Manga > Kuroko no Basket
Ricorda la storia  |      
Autore: Ofeliet    06/02/2015    3 recensioni
Quel pomeriggio, quando Kagami percepisce il segnale scuoterlo fino alle ossa si stacca malamente da Kuroko. Anche questi, evidentemente infastidito, guarda quello che ben presto non sarà più il suo ragazzo.
Kagami si passa una mano tra i capelli rossi, meditando se buttarsi direttamente dal balcone, per risparmiarsi il supplizio, ma sa bene che tanto
Lei può riportarlo in vita con niente. E che, probabilmente, la morte comunque non lo salverebbe dalla tortura.
{ Fourth Wall Broken, I guess | demenziale | vagamente OOC (ma giustificato X°D) }
Genere: Comico, Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The fall of Fourth Wall'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


クソー、再びない!
kusō, futatabi nai!



Quel pomeriggio, quando Kagami percepisce il segnale scuoterlo fino alle ossa si stacca malamente da Kuroko. Anche questi, evidentemente infastidito, guarda quello che ben presto non sarà più il suo ragazzo.
Kagami si passa una mano tra i capelli rossi, meditando se buttarsi direttamente dal balcone, per risparmiarsi il supplizio, ma sa bene che tanto Lei può riportarlo in vita con niente. E che, probabilmente, la morte comunque non lo salverebbe dalla tortura.
« Ti aiuto, Kagami-kun. » borbotta allora Kuroko, alzandosi anche lui dal divano. Pare proprio che questa volta sarà Kagami-kun la vittima il protagonista e questo significa che l’ombra della luce non esisterà più. Diventerà come la tappezzeria. Beh, sempre meglio del ruolo che probabilmente sarebbe toccato ad Aomine-kun in quelle poco gioiose occasioni.
Taiga, intanto, si è ritirato nell’angolo a deprimersi. Ancora. Un’altra fottuta volta. Vorrebbe tanto farsi del male, mutilarsi, sottrarsi a quella dolorosa situazione, ma non può.
« Kurokocchi! Kagamicchi! » la porta di casa viene quasi sfondata, ma in quel momento nessuno dei due occupanti sembra preoccuparsene più di tanto. Forse perché Kise – più nudo che vestito – è entrato quasi in lacrime e senza vergognarsene. « L’avete sentito?! Io contavo che almeno oggi fosse il nostro giorno libero! »
« Sembra che non sia così, Kise-kun. » il modello, allora, va ad accompagnarsi a Kagami nell’angolino borbottando qualcosa a proposito di una giornata rovinata.
Lui sarebbe divenuto l’idiota corteggiatore che sarebbe stato probabilmente appeso al muro da Kagami stesso. Ma non si sarebbe arreso. Probabilmente dovrà anche competere con Aominecchi per il ruolo del Suo zerbino. Inutile lamentarsi, a quel punto; il senpai gli aveva detto di farsi onore e sopravvivere. Certo, Kise aveva voluto tanto ignorare il resto del Kaijo, solitamente non preso minimamente in considerazione, che gioiva un’altra volta per non essere inclusi in quella tortura legalizzata.
Fortunati, loro.
Sospira, ritirandosi dall’angolo della commiserazione in cui Kagami continua a crogiolarsi. Sarebbe sopravvissuto. Per la squadra. E anche per se stesso.
« Kise-kun, stai piangendo. » le parole di Kuroko lo riportano bruscamente alla realtà, facendolo ripiombare nella precedente posizione insieme a Kagami.
L’ombra del Seirin scuote le spalle, grata del suo ruolo praticamente irrilevante. Quasi gli dispiace per la Generazione dei Miracoli, spesso molto gettonata per quel genere di cose. La sua misdirection pareva salvarlo anche in quell’occasione.
Il suo cellulare, allora, prende furiosamente a squillare, facendo comparire sul display il nome di Hyuga-senpai.
« Kuroko. » il tono di Hyuga è piatto, tanto da far percorrere un’espressione inquieta sul volto di Tetsuya.
« Senpai, non dirmi… »
« Sì. Riko è furiosa. Lei starà qui. Con noi. » Kuroko sente una goccia di sudore scivolare lungo la tempia. Quello sì che era un problema.
« Triplicherò gli allenamenti! » sentì allora urlare dall’altro capo del telefono. « Li quintuplico! »
Quella doveva essere la coach che aveva scoperto di essere stata elevata al ruolo della Sua amichetta del cuore. E, come al solito, non ne era affatto felice.
« Io cerco di calmarla. Voi… cercate di sopravvivere. »
« Ci proveremo, senpai. »
La chiamata si chiude con un rumore di qualcosa di rotto e volante dall’altra parte, ma Tetsuya ha fiducia nei suoi senpai. Nell’istinto di sopravvivenza dei senpai. Un po’ invidia gli altri kohai, praticamente invisibili a godersi la vita adolescente. Non come loro.
« Tetsu-kun! » non si era affatto accorto che Momoi e Aomine fossero arrivati, e che Aomine si era aggiunto alla cricca della disperazione.
« Momoi-san, salve. » gli occhi di Satsuki si riempiono di lacrime. « Ancora lo stesso ruolo? » chiede, sentendosi stringere dalla ragazza. Lei annuisce.
« Non ne posso più, Tetsu-kun! E’ la terza volta questa settimana! Sono stanca di indossare abitini scollati e fare la gelosa. » Kuroko, con affetto, le sorride e le accarezza leggermente i capelli.
« Un giorno finirà, Momoi-san. Dobbiamo solo avere fiducia. » la ragazza ritrova ben presto il sorriso, apollipandosi ancora di più al giocatore di basket.
« Meno male che ci sei tu, Tetsu-kun. Dai-chan, finora, ha solo idee apocalittiche. » Kuroko non se la sente di biasimare il suo migliore amico, al quale toccavano spesso ruoli imbarazzanti.
« Lo capite? Non avrà nemmeno le tette, e io dovrò comunque interessarmi! » stava appunto dicendo questi. Kise e Kagami annuirono.
« Io sono gay e lo sanno tutti. » dice Kise. « E dovrò comunque comportarmi da etero. Non sono pagato abbastanza per questo genere di cose. »
« Tzé, almeno voi non dovrete baciarla davanti a Kuroko. » esordisce allora Kagami, tremante. Gli altri due, dopo un lungo silenzio, gli regalano una solidale pacca sulla spalla. A loro parere esistevano ben poche cose peggiori di un Kuroko arrabbiato – o, in alternativa, geloso.
« Oha Asa non aveva predetto ciò. » tutti i presenti si voltano verso Midorima. Sembrava che l’appartamento di Kagami, in quell’occasione, divenisse simile a un ritrovo e un camerino.
« Non iniziare. » sibila Kagami.
« Sì, Shintaro, per oggi ti chiedo di tacere delle congiunzioni astrali. » si crea un silenzio ghiacciato, mentre Akashi Seijuro entra nell’appartamento, seguito da un riluttante Murasakibara.
« Tu? »
« TU?! »
« Tu dovresti essere morto! » Akashi Seijuro – lo psycho, il bicromo, o Bokushi, termine che useremo adesso per riferirci a lui – alza un sopracciglio lievemente perplesso.
« Prego? »
« Ti abbiamo sconfitto! » esclama Kagami, ricevendo gli assensi di metà dei presenti.
« Mi avete sconfitto, Taiga, non ucciso. » puntualizza, allora.
« Dov’è quello normale, quello che sembra sano di mente? »
« Ho voluto risparmiare all’altro me questo tormento. E’ un po’ debole di psiche, non vorrei certo che si facesse male. » sorride, mefistofelico, cercando di ignorare il mezzo insulto.
« Aka-chin. » borbotta allora Murasakibara. « Perché sono qui? »
« Servi come comparsa infantile, Atsushi. Dopo che l’avrai fatta, potrai tornare ad Akita. » “e beato te che potrai”, si trova a pensare la mente di entrambi gli Akashi. A loro, probabilmente, sarebbe toccato il ruolo più difficile in quella enorme perdita di tempo. « Dove posso cambiarmi? »
Kagami gli indica la propria stanza, passandosi una mano sul volto.
« Ditemi che non dovrò sfidare le forbici di quello psicopatico di nuovo. » Kuroko gli appoggia una mano sulla spalla.
« Dovrai fare molto di più, Kagami-kun. » Kagami stringe a sé Kuroko, trattenendo le lacrime. Sembrava che stesse per andare in guerra – non che distasse troppo lontano dalla realtà – e prometteva a Kuroko di sposarlo nel caso fosse tornato vivo. Aomine, nel vederlo singhiozzare, non ebbe cuore di fare commenti sarcastici. Soprattutto per la generosa scollatura che Satsuki esibiva.
« Dai-chan, guarda un’altra volta, e ti giuro che non avrai più occhi per farlo. » ringhia la giovane a denti stretti.
Midorima torna a dedicare la sua attenzione all’oroscopo, cercando di capire perché Oha Asa non abbia predetto quella disgrazia e rileggendo l’e-mail di incoraggiamento di Takao – molto simile a “puoi farcela, Shin-chan, dovrai stare poco in scena!”, non sapendo se rallegrarsi o meno di quella frase. Beh, lui non era così figo o interessante come gli altri Miracoli. Per fortuna.
« Mi chiedo perché a me tocca sempre lo stesso ruolo, quello di uno che cerca di prendersi la ragazza di turno e si scopre innamorato e ricambiato. » Bokushi storce leggermente la bocca, mentre nella sua piccola sfera Oreshi non può evitare di sogghignare lievemente. Probabilmente a lui toccheranno i flash back.
« Sei come un True Ending degli giochi horror, Akashi-kun. » Bokushi alza un sopracciglio, non capente, prima di tornare a concentrarsi. Prima finiva, prima poteva tornare a casa.
« Allora, ripetiamo. E’ bravissima nel basket, nella pallavolo, nel tennis e alle bocce. »
« E’ giapponese, americana, ha parenti italiani e francesi. »
« E’ bellissima, simpatica, e dovremo sempre comportarci come idioti in sua presenza. »
Il trio composto da Kagami, Aomine e Kise in quelle occasioni lavorava in piena attività. Sembravano come fratelli e si aiutavano a vicenda. Kuroko non può che sentirsene rincuorato, nel vedere come in genere si mal sopportavano. Beh, erano quelle le magie dell’OOC al quale ben presto sarebbero stati sottoposti.
« Andiamo! »
« Sì! »
Intanto, un’altra Suethor ha aperto una pagina Word e ha iniziato a scrivere.


   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kuroko no Basket / Vai alla pagina dell'autore: Ofeliet