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Autore: Marty_199    07/02/2015    2 recensioni
L’amore..dicono sia il sentimento più bello e più sincero che una persona può provare. Ma due ragazzi rimasti soli, senza mai aver avuto una vera dimostrazione d'amore dalle famiglie possono crederci? Riescono a provarlo senza averne paura?.
Eulalia è una ragazza di diciotto anni cresciuta in orfanotrofio, nella vita ha dovuto superare difficoltà che l’hanno portata a chiudere i suoi sentimenti e ad avere paura di provare amore verso qualcuno, perché la sua vita gira intorno alla convinzione che prima o poi tutti se ne vanno.
Duncan è un ragazzo di vent’anni, molto attraente e all'apparenza superficiale. Nessuno sa del suo passato tormentato che torna ogni giorno nel suo presente. La sua vita naviga nella rabbia, mentre vive nella proiezione di una felicità che non sente davvero sua, cercata tra le cose più banali: nelle donne, nella rissa e molte volte nell'alcool.
Ma può davvero l'amore non comparire mai nella vita di una persona? Tra vari incontri e amicizie i due ragazzi all'apparenza diversi si ritroveranno a provare l'uno per l'altra il sentimento tanto temuto, potrebbe essere l'inizio di qualcosa per entrambi..che li porterà su vie del tutto inaspettate.
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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                                             VORREI DIMENTICARE, ANCHE SOLO PER UNA SERA
 

I due ragazzi continuarono a camminare, la ragazzina era scomparsa dietro l'angolo, Duncan doveva ammettere che era carina, ciò che lo aveva colpito di più erano quei capelli lunghi e rossi che le donavano davvero molto, con gli occhi azzurri che ci entravano in un perfetto contrasto, mettendo anche in risalto la pelle chiara, per il fisico stranamente non ci si era soffermato molto nell’osservarlo ma dall'apparenza non doveva essere niente di particolarmente speciale, piccolo e snello con nessuna curva esagerata o troppo sexy, aveva le sue forme non esagerate ma c'erano... sì era carina... ma davvero irritante, insomma gli aveva risposto ogni volta per le rime! Cosa che con le ragazze non gli era mai capitata! Normalmente non facevano che girargli sempre intorno quasi svenendogli tra le braccia! Invece quella ragazzina a malapena lo aveva guardato, e se lo aveva fatto era irritata, ma possibile?
<< Zucca vuota!>>
<< Zitto idiota, ma dove l'hai trovata quella?>>
<< A scuola forse?>>
<< Non prendermi per il culo idiota, è strana forte>> le strade nonostante l'ora erano ancora abbastanza piene, ma in fondo erano solo le nove e mezza e a New York era normale trovare tutta quella gente per la strada.
<< E quindi?>>
<< Quindi niente>> salirono le scale del palazzo e appena aperta la porta di casa Duncan si recò verso la sua stanza.
<< Io vado a dormire, domani ti riporto a scuola con la moto, poi me ne vado in palestra>> Duncan aspettò di vedere Kevin annuire, poi entrò nella sua camera sfilandosi la maglietta e buttandosi sul suo letto, avrebbe dovuto mangiare qualcosa, ma non aveva fame, voleva solo dormire.
La mattina seguente appena alzati Duncan si fece una doccia veloce, indossando dei jeans scuri e una felpa nera con sopra, come sempre, il giacchetto di pelle anch'esso nero, scarpe da ginnastica e via, era pronto.

<< Forza idiota!>> urlò, spazientito dalla lentezza di Kevin nel prepararsi, neanche fosse una donna che doveva imbellettarsi! Il suo biondo coinquilino uscì dalla sua stanza già vestito, anche lui con dei jeans, una camicia e il suo solito cappotto. Duncan prese le chiavi della moto dallo scaffale e insieme scesero di sotto alla svelta. In poco tempo arrivarono davanti la scuola e tutti e due si sfilarono il casco.                                                     
<< Duncan!>> appena il ragazzo si girò vide tre ragazze dietro di sé, una bionda dalla pelle chiara, alta, tutte curve e fiducia in se stessa, mentre metteva in risalto con i vestiti aderenti le parti formose del suo corpo che la natura le aveva generosamente donato. Con al suo seguito altre due ragazze leggermente più basse, ma ugualmente carine.
<< Ohilà ragazze, ciao Debora>> Duncan sorrise scendendo dalla moto.
<< Forza Kevin scendi>> disse serio per poi rigirarsi verso le ragazze, proprio mentre la bionda gli si avvicinava nella sua solita camminata provocante.
<< Mi fai fare un giro sulla tua moto?>> Debora sbatté le ciglia e sorrise.
<< Ma certo>> Duncan sfoderò il suo sorrisino sexy, passandosi una mano tra i capelli, mentre Kevin si stava già allontanato verso l'entrata di scuola scocciato dalla solita scena. Dal nulla Duncan si sentì arrivare una cinquina in faccia, con tanta forza da fargli girare il viso di lato e lasciargli uscire un verso sorpreso, mentre osservava la ragazza con i capelli corti moretta che gli si era parata davanti.
<< Maledetto porco!>>
<< Rose? Sì anche io sono felice di rivederti>> Duncan si passò una mano sulla guancia arrossata e le sorrise, come se non fosse accaduto niente, come se non l'avesse mai vista prima.
<< Vai a quel paese Duncan!>> detto questo Rose si allontanò con aria arrabbiata e delusa, sotto lo sguardo noncurante del ragazzo.
<< Ciao Rose!>> Duncan la guardò andare via con un'alzata di spalle, pazienza, la sensuale bionda gli era ancora vicino e aspettava il suo giro sulla moto, stava per farla salire, quando un'altra voce familiare lo chiamò.
<< Duncan...>>
<< Elisabeth!>> il ragazzo si girò, ma come era successo poco prima dal nulla gli arrivò un'altra cinquina, Elisabeth sorrise soddisfatta di se stessa e si allontanò, ma cosa avevano le ragazze? Si erano messe tutte d'accordo? Di quel passo le sue guance non avrebbero retto più di tanto.
"B’è... questa me la meritavo"
Duncan fece un'altra alzata di spalle e si massaggiò la guancia che sicuro era diventata rossa.
<< Oggi non è giornata… ohè Kevin! E se entro con voi a scuola?>> Kevin si girò di scatto per tornare verso di lui.
<< Ma sei scemo?! A parte che non ti lasciano entrare! Ma anche se fosse che gli diresti? Che sei un idiota che vuole stare in giro tanto per fare qualcosa o perché hai delle spasimanti sparse per la scuola e vuoi scopartele in bagno?>>
<< Mm... giusto.>>
<< Allora questo giro si fa?>> Duncan si girò verso Debora, la conosceva da qualche mese più o meno e non era la prima volta che la sensuale bionda gli chiedeva di fare un giro sulla sua moto, infondo frequentava il quinto, era grande e saltare la scuola per andare a casa di Duncan a fare tutto tranne che studiare, ormai non era più una novità, passavano tutto il pomeriggio a rotolarsi tra le coperte del letto di Duncan, intenti in un'attività fisica del tutto gratificante.
Era stata Debora a suggerire le frase "rotolarsi tra le coperte", forse per farlo sembrare più romantico, ma al ragazzo non interessava far sembrare romantico niente, aveva semplicemente lasciato che la ragazza esprimesse quel loro rapporto come meglio preferiva. Salì sulla moto facendole cenno di salire con la testa, lei sorrise maliziosa e salì dietro, allacciandogli le braccia intorno al corpo e stringendosi a lui, nonostante non fossero ancora partiti, tutte le ragazze si girarono verso di loro, guardandola con parziale invidia o con sorpresa e Debora non fece altro che sorridere ancor più soddisfatta, mostrando quasi la sua superiorità per essere riuscita di nuovo ad agganciare un ragazzo come lui.
<< Va bene si parte... a dopo Kevin>> Duncan intravide una chioma rossa vicino la porta della scuola, ma non se ne preoccupò troppo mettendo in moto la sua preziosa Harley Davidson.
<< Che fai? Ma perché la maggior parte delle volte che vieni qui o da qualsiasi altro luogo in cui ci sono esseri femminili, te ne vai via con qualche ragazza a fare quello che immagino?>> Kevin a dispetto di quello che poteva sembrare non era sorpreso neanche un po', anzi la sua voce suonava quasi annoiata, Duncan di tutta risposta gli sorrise, un sorriso che somigliava più a un ghigno, che voleva dirgli "perché sono io".

Il viaggio fino a casa fu veloce, appena arrivati Duncan diede le chiavi di casa a Debora, che vi entrò senza aspettarlo mentre lui parcheggiava, ormai lei sapeva benissimo quale fosse il suo appartamento. Duncan la raggiunse in casa trovandola seduta sul divano.
<< Mi hai risparmiato una verifica oggi>> sorrise lei, mentre Duncan le si avvicinava senza ascoltare davvero quello che diceva.                               << Sì wow>> le si fermò davanti facendola alzare dal divano e baciandola senza dire altro, un bacio guidato semplicemente dalla passione, che non aveva alcunché di romantico, niente di dolce. Erano fermi in quel punto del salone, mentre limonavano come non ci fosse un domani, le mani di Duncan cominciarono a vagare sul corpo della ragazza sollevandola da terra e portandosi le sue gambe intorno alla vita, sorreggendola con le mani strette con violenza intorno ai glutei.
Lei non fece una piega mentre lui la portava in camera e la stendeva sul letto posizionandosi sopra di lei, senza ulteriori chiacchiere, non quel giorno.

 


Eulalia era in classe, seduta nello stesso posto del giorno prima, la classe era ancora maggiormente vuota, in effetti era abbastanza presto per salire, ma come al solito non le andava di stare giù. Aveva visto la stessa moto del giorno prima, ma questa volta era stata capace di riconoscere il ragazzo sopra, Duncan, chissà come faceva a vent'anni a permettersi una moto del genere. Immersa nei suoi pensieri e nella musica proveniente dalle cuffiette, aprì il quaderno per cominciare a disegnare. Era una delle cose che amava, quello era il suo "quaderno disegni", amava disegnare a modo suo le immagini o i panorami che le piacevano, molte volte era semplicemente per uno sfogo personale.
Aveva appena poggiato la mina della matita sul foglio, quando vide una figura fermarsi davanti a lei, alzò lo sguardo convinta che fosse Kevin, ma quando lo vide in volto capì di essersi sbagliata. Era un ragazzetto, anche lui biondo ma di tonalità più scura, anche la pelle era più scura di quella di Kevin e gli occhi marroni chiaro, indossava una felpona con su scritto qualcosa. Eulalia lo guardò meglio... riconoscendolo subito, era il ragazzo che aveva fatto a botte nel bar con Duncan.
<< Ciao>> lui allungò la mano verso di lei ed Eulalia prima di stringergli la mano si tolse le cuffiette dalle orecchie, sorridendogli appena.
<< Ciao, tu sei...>>
<< Si quello del bar, e tu sei la rossa che mi ha soccorso, non sapevo stessimo nella stessa scuola, io sono nuovo qui.>>
<< Oh, ben arrivato, io sono Eulalia.>>
<< Io sono Manuel, non sono nella tua stessa classe ma ti ho vista all'entrata e ti volevo salutare, ora devo andare... ci si vede>> si allontanò salutandola con un cenno della mano e sorridendole, Eulalia fece lo stesso e appena se ne fu andato dalla porta entrò Kevin.
<< Buongiorno>> lui puntò subito al posto accanto al suo, sbuffando nel vedere che Eulalia essendo arrivata prima, aveva già occupato il posto vicino al muro.
<< Buongiorno ruba posti>> Eulalia ridacchiò e subito dopo cominciarono a chiacchierare, mentre tutti i compagni entravano.

 


Duncan era appena arrivato, ormai la campanella della scuola stava per suonare e Debora era scesa per tornare dalle sue amiche, solo dopo avergli dato un bel bacio sulla guancia. Lui scese dalla moto e si avviò verso Kevin, che era poggiato al muro del cortile e lo stava aspettando fumando una sigaretta, appena lo vide alzò gli occhi al cielo spazientito.
<< Zucca vuota, hai la zip aperta.>>
<< Ops... sai è stata aperta così tanto che mi sono scordato>> Duncan accennò un sorrisetto furbo e la chiuse, passandosi una mano tra i capelli per sistemarli, dato che erano completamente in disordine, accendendosi anche lui una sigaretta.
<< Sei uno scemo con la S maiuscola! E si vede anche il succhiotto che hai sul collo!>> Duncan sorrise poggiandosi al muro, chiuse gli occhi e buttò fuori il fumo.
<< Ma tu e Debora state insieme o no? Non l'ho ancora capito.>>
<< Ma no che non stiamo insieme>> Duncan rispose sicuro, ed era vero, non stavano insieme, era una cosa così... anche perché lui non credeva di potersi davvero innamorare.
Quando riaprì gli occhi vide una figura a lui sfortunatamente conoscente, lasciò cadere la sigaretta mentre guardava quella ragazza in lontananza.
<< Oddio Kevin c'è Ginny, dobbiamo nasconderci!>>

Kevin si girò nella sua stessa direzione e non appena la vide spalancò gli occhi e sbiancò, quella ragazza non doveva assolutamente vederli o sarebbe stata la loro fine.
<< Sta venendo qui!>>
<< Che palle oh! Che facciamo?>>
<< Salvati tu, io me la caverò>> Duncan usò un tono di voce drammatico per aggiungere tragicità al tutto, per poi spingerlo tra i cespugli che popolavano quel misero e piccolo giardino.
<< Ah okay, buona fortuna.>>
<< Stronzo>> si poteva essere più ingrati? Duncan si girò constatando che Ginny era sempre più vicina ed ora sicuro che era veramente lei, vedeva bene il suo viso sempre sorridente e i capelli castani e lunghi che ondeggiavano al leggero soffiare del vento. Il ragazzo cominciò a guardarsi intorno, sicuramente lei aveva sentito che lui era lì da Debora, che doveva essere in giro da qualche parte a raccontare vantandosi del fantastico pomeriggio passato con lui.
Duncan si ritrovò a imprecare mentalmente e per non essere riconosciuto si tirò su il cappuccio della felpa. Dall'uscita della scuola scorse Eulalia e le si avvicinò con passo svelto, appena gli fu davanti l'abbraccio e la strinse a sé senza darle spiegazioni o almeno il tempo di capire, Ginny era sempre più vicina, ma per sua fortuna gli stava di spalle.
<< Dov'è Duncan? Duncann>> la sua voce squittante era poco distante e ciò voleva anche dire che era ancora più vicina, strinse ancora di più a sé Eulalia e poggiò la fronte sulla sua spalla, per nascondersi meglio.
<< Ma che fai?!>> Duncan sentì le braccia di Eulalia premere sul suo petto per allontanarlo.
<< Zitta zitta.>>
<< Oh che carini! Duncan, Duncan>> Ginny gli era appena passata accanto guardandoli con il sorriso sulle labbra, per poi continuare a camminare con gli occhi verdi che vagavano tra i ragazzi presenti nel giardino, alla ricerca di uno in particolare, colui che stava alzando la testa dalla spalla di Eulalia e sbirciava, per controllare che se ne fosse andata e così di averla scampata.
<< Ei allora?! Posso sapere perché mi abbracci?>>
<< Zitta!>> Duncan sbirciò di nuovo dalla sua spalla, vedendo colei da cui si nascondeva girare l'angolo, sospirò di sollievo sciogliendo l'abbraccio in cui aveva costretto Eulalia e tirandosi giù il cappuccio.
<< Perché dici? Quella ragazza mora che chiamava il mio nome è matta! Ogni volta che mi vede mi salta addosso! E ci prova anche con Kevin>> in quel momento, quasi al richiamo del suo nome, Kevin li raggiunse con qualche foglia addosso e infilate nei capelli.
<< L'ultima volta mi ha detto che voleva una mia foto da incorniciare sul muro della sua camera! No dico ti rendi conto?!>>

Eulalia scoppiò a ridere suscitando una leggera irritazione da parte di Duncan, che la guardava serio.
<< Non ridere, questa è una situazione grave!>> era talmente distratto che non si accorse di una figura femminile che si avvicinava a loro sorridente.
<< Eccoti!>>
Duncan si paralizzò sul posto, girò appena il capo per guardare di lato Kevin in cerca di aiuto, ma quest’ultimo di tutta risposta guardò dall'altra parte facendo vagare lo sguardo in giro con un'irritante sorrisetto divertito sulla labbra, mentre Eulalia ridacchiava di nascosto guardandosi i piedi.
<< Mi ha trovato...>> sussurrò Duncan girandosi lentamente per guardare bene la ragazza, ma non appena gli fu di fronte Ginny gli saltò letteralmente addosso, come avrebbe potuto fare una  ragazza con il proprio fidanzato, cominciando a baciagli la guancia.
<< Duncan! Amore mio!>> squittì mentre lui cercava di staccarsela di dosso, invano.
<< Ei! Dove pensi di andare?!>> lo rimproverò lei non appena si accorse dei tentativi di lui di allontanarla, nonostante Duncan fosse un ragazzo abituato ad avere ragazze intorno, non riuscì a non farsi scappare un'espressione sorpresa e forse anche leggermente inquietata.
<< E'? cosa? Io...>> Duncan era disperato, la cosa peggiore era che nessuno dei due presenti lo voleva aiutare, che ingrato che era Kevin! Stava fermo a guardare la scena e se la rideva di nascosto.

"maledetto!"
Questa gliela avrebbe fatta pagare.
<< Tu sei mio!>>
<< No... credo più...>> balbettò Duncan facendo cadere lo sguardo su Eulalia, con uno spintone si levò di dosso Ginny e si avvicinò alla ragazza dai capelli rossi, mettendole un braccio intorno alla vita.
<< Della mia ragazza>> per un attimo Duncan pensò seriamente che Ginny sarebbe potuta collassargli davanti gli occhi, era diventata bianca quanto un lenzuolo e aveva sgranato i suoi occhioni verdi, forse leggermente lucidi.
<< C-cosa?>>
<< Cosa?>> si intromise Eulalia con sul volto un'espressione ancor più sorpresa di Ginny, Duncan le diede un calcetto sullo stinco per farle capire di stare al gioco, poi l'avvicinò ancora di più a sé, nonostante lei sembrasse esitante.
<< Esatto, mi dispiace mi sono sistemato>> affermò con tono deciso.
<< No non... no non è vero!>>
<< O si invece>> Duncan sorrise come fosse la persona più felice al mondo, avvicinandosi del tutto Eulalia a sé, e stringendo appena la presa del braccio intorno alla sua vita.
<< Vedi?>>
<< Ma io e te...>> Duncan era letteralmente saltato quando Ginny aveva lanciato un urletto, lasciando uscire delle corpiose lacrime sulle guancie, no ma era normale? Piangeva disperata come se fra loro ci fosse mai stato qualcosa e ora gli avesse detto che in realtà lui amava un'altra. Duncan era più che sicuro che tra lui e quella specie di matta appiccicosa e infantile non ci fosse mai stato niente, né ci aveva mai fatto niente! Sì ci era andato vicino... ma in realtà alla fine si erano solo dati un misero bacio, per di più da ubriaco! Neanche se lo ricordava! Ma Ginny continuava a piangere come se avesse appena perduto l'amore della sua vita.
<< Mi dispiace, su su la vita continua, vero amore?>> guardò Eulalia pregandola con lo sguardo, riuscendo infine a convincerla ad aiutarlo, dato che Eulalia sbuffò ma annuì appena.
<< Certo, stai tranquilla troverai un ragazzo migliore>>

Ginny smise di piangere e singhiozzare, rialzando lo sguardo su di loro, con gli occhi verdi innacquati e rossi, le guance rigate di lacrime e umide.
<< Ma certo... tu non mi meriti giusto?>>
<< Esattamente! Sei troppo..troppo perfetta! Io sono un ragazzaccio, non sprecare il tuo tempo con me>> Duncan pregò mentalmente che lei abboccasse e lo lasciasse definitivamente in pace.
<< Sì hai ragione, però prima, sei uno stronzo!>> l'unica cosa che Duncan sentì dopo quelle parole fu un colpo ben assestato nelle parti basse, non riuscì nemmeno a capire da dove era arrivato, sentiva solo il dolore, trattenne il respiro e si buttò a terra inginocchio, coprendosi con le mani sui pantaloni il punto leso, faceva talmente male che si buttò a terra su un fianco, agonizzante.
"cazzo che male!"
<< Ooh oddio >>
<< Ei vacci piano!>> sentì urlare ad Eulalia contro Ginny, che si allontanò mezza imbronciata ma soddisfatta.
Eulalia gli si inginocchiò davanti cercando di farlo alzare, Duncan lasciò uscire dalle labbra un mezzo mugugno di lamento, ma non lo capiva che non poteva? Che stava soffrendo?!.
<< Deve far male>> Eulalia trattené a stento un sorriso divertito, mentre Kevin cominciò a ridere di gusto. C'era qualcosa di divertente?! I suoi preziosi gioielli di famiglia erano appena stati annientati e loro ridevano! Duncan con un certo sforzo e con una buona dose di dolore si alzò, facendo zittire Kevin con un solo sguardo furente, questa gliela avrebbe pagata sicuro! Appena fossero tornati a casa lo avrebbe chiuso fuori!.
<< Comunque grazie Eulalia>> Duncan guardò l'ora sull'orologio che portava al polso.
<< Oh cazzo!>> corse verso la moto, cioè corse per modo di dire, perché in realtà zoppicò in modo buffo mentre con una mano si teneva ancora il punto leso, riuscendo ad arrivare comunque alla sua moto.
<< Devo andare! Sono in ritardo per una cosa... ehm di nuovo grazie Eulalia>> gli sorrise spontaneamente mettendosi il casco sulla testa, mentre Kevin gli si avvicinava.
<< Ei aspetta e io come torno?>> Duncan si girò verso Kevin e ghignò maligno, ecco la sua prima vendetta!
<< A piedi idiota!>> prese e se ne andò, doveva anche sbrigarsi.

Duncan arrivò all'ospedale in poco tempo, trovando la solita infermiera che ogni volta che lo vedeva lì lo salutava, ormai era come di casa. Precorse quei maledetti corridoi bianchi che odiava trovandosi poi davanti la sua porta.

Prima di entrare come sempre fece un profondo respiro, per poi aprirla lentamente. Niente era diverso dal giorno prima... le pareti bianche, le tende color panna mosse dal vento proveniente dalla finestra leggermente aperta, il letto con le lenzuola bianche e i fiori nel vaso ormai secchi poggiati sul davanzale della finestra, l'intera stanza era immersa nel silenzio, se non per quel fastidioso BIP... BIP... BIP... BIP... di quella macchina infernale che teneva in vita la donna sdraiata sul letto, se non fosse stato per il respiratore attaccato, poteva ancora sembrare che dormisse. Duncan si sedette sulla sedia vicino il letto e le accarezzò dolcemente la mano, i capelli corvini le erano stati raccolti in una coda bassa e laterale, la pelle pallida, una volta liscia, era ormai secca e con qualche ruga spuntata sul volto che rimaneva comunque bellissimo, le accarezzò dolcemente i capelli.
<< Scusa il ritardo mamma>> Duncan le lasciò un bacio leggero sulla fronte, per poi rimettersi seduto e stringerle la mano con la sua, guardandola.
<< Oggi non posso rimanere molto, devo lavorale, ma sono venuto comunque a salutarti>> la guardò mentre lei rimaneva immobile... come sempre da quando era in coma, non un minimo movimento, non un minimo cenno di vita, se non i BIB del cardiotonico che segnava ogni battito del suo cuore che si stava sempre più indebolendo, quella era l'unica cosa che segnava che era ancora viva... se quella poteva essere considerata vita.
" Non mi può rispondere... dovrei darle la pace e staccare la presa della macchina, ma non posso"
Continuò a fissarla con quel pensiero, che ormai era uno dei suoi tanti tormenti che scuotevano la sua vita.
No. Non era ancora il momento, o meglio era lui a non essere pronto, le baciò nuovamente la fronte riappoggiandole dolcemente la mano sul letto.
<< Io vado mamma... ci vediamo domani>> con ancora quella misera e stupida speranza di poter sentire una sua risposta, uscì dalla stanza ricevendo dalla madre, come sempre, solo un muto e vuoto silenzio.
La sera arrivò in un lampo, Duncan girovagava per la strada vicino casa senza una meta precisa, con i demoni del suo passato tornati a tormentarlo come ormai erano soliti fare. Cosa doveva fare? Sua madre ormai era in coma da tempo, ma come poteva staccarle la spina? Come poteva ucciderla? Perché in fondo era quello ciò che avrebbe fatto se le avesse fatto staccare la macchina, la sua fonte di vita... ma la sua era vita? Stare sdraiata su un letto immobile, senza poter far niente, sospesa tra la vita e la morte, immersa in un buio nel quale Duncan sperava che almeno potesse ancora sognare. Per quanto fosse egoistico non accettava neanche minimamente l'idea di lasciarla andare.
La suoneria del telefono prese a suonare, distraendolo dai suoi pensieri.
<< Pronto?>>
<< Ei domani usciamo? O magari anche adesso...>> Duncan fece una smorfia infastidita, non avendo la minima idea di chi fosse la ragazza dall'altro capo del telefono e neanche sentiva il desiderio di saperlo, sicuramente qualcuna che si era portato a letto e che aveva preso il suo numero in chissà che modo. Senza farsi troppi problemi prese e attaccò.
<< Ei>> Duncan alzò lo sguardo ritrovandosi Kevin di fronte.
<< Ciao idiota.>>
<< Che facevi?>>
<< Niente, te che ci fai qua?>>
<< Niente di che, mi andava di fare un giro>> Duncan camminava a sguardo basso, tutti i suoi pensieri erano rivolti altrove.
<< Perché quello sguardo un po' giù?>>
<< Oggi come ogni santo giorno sono passato in ospedale... e niente è tutto come l'ho lasciato il giorno prima e sarà così anche per tutti gli altri giorni>> Duncan lo sentì sospirare, Kevin era l'unico a sapere tutto su di lui, a sapere la disgraziata storia della sua famiglia, i giri sporchi di soldi e affari in cui era coinvolta e in cui ancora si trovava a causa dello zio... che Duncan sapeva essere coinvolto persino nella mafia, insomma una cosa sicura era che non si trattava del classico zio amorevole, anzi era uno da cui stare alla larga. Kevin era stranamente paziente con Duncan, lo sopportava come pochi sapevano fare e capiva il perché di alcuni suoi comportamenti estremamente sgradevoli agli altri.
L'essere sempre incazzato, chiuso in se stesso, con un alone di mistero perfettamente conservato intorno alla sua figura. molte volte quando capitavano giornate storte, Duncan non parlava e se si provava a rivolgergli la parola si potevano ricevere vari insulti senza motivo, con Kevin era successo più volte, ma nonostante tutto era ancora lì con lui, era strano... insomma Duncan non era un tipo facile da sopportare e capire, non gli risultava mai facile riuscire a provare davvero un sentimento di affetto per qualcuno, infondo perché doveva? Lui stava bene così, nella parte dello stronzo menefreghista, nella parte di colui che non da importanza a niente, egocentrico al punto giusto e distaccato tanto quanto bastava da non far notare a nessuno la barriera che si era formato, per non lasciar intravedere a nessuno il dolore e la rabbia che ardevano di tanto in tanto dentro di lui.
Anche se non lo avrebbe mai ammesso a voce alta, ormai voleva bene a quel ragazzino.
<< Non riesco neanche a trovare mia sorella... chissà dove l'hanno mandata gli assistenti sociali quattro anni fa, cazzo amico quattro anni che non la vedo, l'ultima volta aveva dodici anni.>>
<< Su amico, non ti buttare giù!>>
<< Ho bisogno di ubriacarmi, voglio dimenticare anche solo per una sera.>>
<< Andiamo tu sai dove?>> Kevin fece un sorrisetto d'intesa, ma Duncan annuì semplicemente.
<< Chiamo Eulalia così viene con noi, va bene?>>
Duncan fece spallucce, Kevin prese il telefono e chiamò.
<< Oh? Eulalia ti va di uscire con me e Duncan?... perfetto allora ci vediamo al bar dell'altra volta sai dov'è no?... okay a dopo>> Kevin chiuse la chiamata e lo guardò.
<< Viene anche lei.>>
<< Mh...>> Duncan si girò e cominciò a camminare verso la direzione del bar con Kevin accanto, guardando a terra con sguardo serio per tutto il tragitto, era terribilmente stanco di tutto questo, di vedere ogni giorno la madre in quelle condizioni, di non sapere dov'era la sorella e saper di aver perso anche il padre... non che fosse poi così importante, quell'uomo non era mai stato davvero degno di essere chiamato con l'appellativo di padre, non ci aveva neanche mai provato a esserlo ma... era quello che era capitato a lui... e ci si mettevano anche i casini in cui era infilata la sua famiglia ed era apposto!.
<< Non fare quella faccia.>>
<< Quale faccia?>> Duncan guardò Kevin con amarezza.
<< Questa, rendi triste anche me, io so in che casino stai, so di tutti i tuoi problemi, ma cazzo non ti far abbattere! Non ti voglio vedere cosi.>>
<< E' tutto okay, non devi fare l'empatico con me, non ne ho bisogno lo sai>> sentenziò Duncan serio, facendo un respiro profondo e massaggiandosi il collo, riusciva sempre a sorprendersi di come Kevin facesse suo il dolore degli altri.

In poco tempo arrivarono al bar, si fermarono fuori per aspettare Eulalia che poco dopo il loro arrivo spuntò da dietro l'angolo. La riconobbero subito, dato che tutte le luci che illuminavano il marciapiede mettevano in gran risalto i suoi capelli rossi, dandogli delle sfumature più scure, rendendoli quasi bordò.
<< Ciao Kevin>> lui le fece un cenno di saluto con la mano sorridendole, Eulalia rivolse lo sguardo verso Duncan.
<< Ciao.>>
Insieme entrarono nel bar sedendosi al tavolo della volta scorsa, ai soliti posti, Kevin ed Eulalia cominciarono a parlare tranquillamente del più e del meno, mentre Duncan li fissava in silenzio. Eulalia si era tolta il giacchetto ed era rimasta con una semplice maglietta a maniche lunghe, la osservò mentre si tirava su le maniche fino al gomito continuando a parlare con Kevin.
Duncan osservandola mentre si sistemava un ciuffo rosso di capelli ribelli, notò che una parte della pelle sul braccio era lucida e più pallida.
<< Cos’hai fatto lì?>> s'intromise troncando il discorso dei due, lei si girò verso di lui con sguardo interrogativo.
<< Dove?>>
<< Al braccio, hai una cicatrice>> Duncan la guardò, notando che aveva appena spalancato gli occhi e assunto un'espressione sorpresa, si portò una mano al braccio come nel vano tentativo di coprire.
<< Niente è… una storia vecchia, un incidente.>>
<< Posso vederla da vicino?>> Eulalia fissò lo sguardo sul suo, specchiando gli azzurri occhi cerulei in quelli neri di Duncan, che sapeva quanto la sua domanda fosse stupida e senza senso, si aspettò di essere mandato al diavolo. Invece lei gli si avvicinò e gliela fece vedere meglio, ora Duncan ne era certo, quella era una ferita che poteva essere stata provocata da un coltello.
<< Scusa un incidente con un coltello?>>
<< Sì, aspetta come fai a sapere che è un coltello?>> Kevin si avvicinò e guardò la cicatrice incuriosito, per poi guardare Duncan.
<< B'è si vede che è stata provocata da qualcosa di profondo e suppongo sia un coltello perché i bordi della cicatrice sono lisci... e solo un qualcosa di affilato ma dritto poteva fare una cosa del genere>> Duncan aveva usato un tono di voce fin troppo serio e sicuro di sé, alzò lo sguardo su di lei che lo fissava a bocca aperta, con gli occhi pieni di stupore, persino Kevin ne era rimasto abbastanza sorpreso, forse aveva esagerato.
<< Wow...>> esordì semplicemente lei, rimettendosi seduta con la schiena poggiata alla sedia e riallungando la manica della maglietta per coprire la cicatrice, c'era un qualcosa nei suoi occhi, che faceva credere a Duncan che ci fosse una storia legata a quella cicatrice.
<< Quindi come te la sei fatta? Sei caduta con un coltello in mano?>>
<< No, ma perché ti interessa tanto?>>
<< Si chiama curiosità credo>> Duncan si poggiò allo schienale senza staccarle gli occhi di dosso, Kevin li guardava in silenzio, ma senza riuscire a nascondere nel suo sguardo la curiosità si sapere. Eulalia prese a giocare con una ciocca dei suoi capelli e abbassò lo sguardo a terra... allora forse Duncan aveva ragione.
<< B'è è stata un'aggressione... qualche anno fa...>>
<< Chi ti ha aggredito?>> Kevin aveva ripreso la parola, lei si girò per un attimo verso di lui, poi li guardò entrambi.                                      
<< Qualcuno... aveva un coltello io per difendermi o tirato su il braccio e quello mi ha colpito lì, fine tutto qui! Non ne voglio parlare è passato!>> in quell'istante portarono da bere al loro tavolo, Eulalia prese la sua birra e cominciò a ingurgitare il liquido ambrato, sembrava essere nervosa, forse avevano toccato un tasto dolente e Duncan decise di non chiedere altro, prendendo una sigaretta e accendendola, buttò indietro la testa e inspirò a fondo il tabacco e la nicotina, per poi ributtarli fuori in una nuvola di fumo, si rilassò, prendendo il bicchiere e mandando giù tutto d'un sorso il liquido contenuto all'interno, che gli pizzicò appena la gola. Subito dopo ordinò qualcosa di più forte... doveva dimenticare e un solo bicchiere non gli sarebbe mai bastato, continuò a bere, finché non cominciò a sentire l'alcol che gli entrava in circolo.
 << Duncan, oggi suoni con noi?>>
<< Ah?>> il ragazzo si girò verso la voce che aveva parlato, un ragazzone con le spalle larghe, massiccio e moro, con un viso tondo e un nasone a patata gli era di fronte e lo guardava, Duncan lo squadrò dall'alto al basso, ci mise un po' ma poi lo riconobbe, era Kyle.
<< Okay>> bevve tutto d'un fiato quello che gli era rimasto nel bicchiere e si alzò, dandogli una pacca sulla spalla.
<< Grande.>>

Duncan salì sul palchetto e cominciò a parlare con la band per decidere la canzone da suonare, come sempre aveva intenzione di cantare una canzone rock. Appena chiarirono tutto, Duncan chiuse gli occhi e attaccò a suonare con la chitarra elettrica, si avvicinò di un passo al microfono e iniziò a cantare, aveva intenzione di sgolarsi con la musica, mentre suonava lasciava scivolare via anche tutte le sue emozioni negative, cercando di alleviare il peso opprimente che sentiva dentro di sé, anche solo per pochi minuti. Tutti i presenti nel locale si girarono e cominciarono a battere le mani a tempo, cosa quasi impossibile, perché la canzone era Rock e non aveva il tempo adatto per battere le mani, eppure tutti lo facevano divertendosi e urlando qualcosa che non arrivava alle orecchie di Duncan, la sua mente ormai era diretta altrove.

 


Incredibile, Eulalia aveva appena finito la sua birra e lo stava osservando, chi avrebbe mai pensato che sapesse suonare e cantare? Ed era anche bravo! In tutti e due... e sì, anche molto affascinante. Insomma con il fisico statuario e armonioso fasciato da una semplice felpa nera e da dei jeans, un' espressione concentrata sul viso con le sopracciglia nere leggermente corrucciate, con i capelli bicolore leggermente appiccicati alla fronte... già quei capelli, Eulalia ancora doveva farsene una ragione, possibile gli stessero bene? Anzi lo rendevano terribilmente attraente... forse era il fatto che non li tenesse come una cresta, ma in ogni caso era un punto a favore per lui e il suo aspetto.
Eulalia smise di fare certi pensieri, smettendo di bere e ascoltando la musica. Doveva davvero ammetterlo, la voce di Duncan era fantastica, bassa, roca e potente, persino nel fare le note alte la voce gli restava comunque roca e bassa, insomma la voce che a suo parere era fantastica per un uomo! Eulalia aveva sempre odiato i cantanti con la vocina o gli acuti troppo alti, tante volte le sembravano delle voci troppo femminili, di sicuro erano bravi, ma non le davano nessuna emozione in particolare. Invece la voce di lui era davvero bella, degna di essere ascoltata.
Era talmente immersa nelle sue considerazioni personali che non si accorse che avevano appena finito, si sentì un coro di applausi alzarsi a cui si unì subito anche lei. Duncan fece un inchino e tornò al loro tavolo ordinando un'altra birra.
<< Non immaginavo suonassi.>>
<< Invece guarda un po'.>>
Kevin era già brillo e rideva senza motivo, si era persino messo a giocare con i suoi capelli, era talmente buffo con le guance e il naso rosso che Eulalia cominciò ridere guardandolo, poi lui, dopo averle sorriso divertito, si alzò dirigendosi verso il palco.
<< Kevinn>>  strascicò Duncan, segno che ormai era ubriaco anche lui. Kevin salì sul palco e prese il microfono, sotto gli sguardi divertiti dei presenti.
<< Che fai?>> Duncan si alzò in piedi barcollando leggermente, ma riuscendo comunque a rimanere in piedi e ad arrivare fino al palco senza cadere, Kevin gli fece la linguaccia in un gesto infantile, cominciando subito dopo a cantare, Eulalia lo ascoltò, constatando che anche lui era bravino, anche se un tantinello stonato.
<< Ti credi sexy?>> anche Duncan risalì sul palco, prendendolo per buttarlo giù, ma barcollando a causa dell'alcol cadde anche lui, in tutto questo i due non fecero che scoppiare in una sonora risata. Nessuno dei presenti nel locale gli disse assolutamente niente, c'era chi rideva della scena e chi semplicemente li ignorava, Eulalia naturalmente faceva parte della prima categoria, aveva le lacrime agli occhi a causa delle troppe risate.

Entrambi sempre ridacchiando si rialzarono, Duncan prese Kevin portandosi la sua testa sotto braccio mentre con l'altra mano stretta a pugno gli scompigliò i capelli in un gesto che poteva quasi sembrare affettuoso.
Appena ritornarono vicino il tavolo, Duncan lo lasciò e si accasciò sulla sedia dal ridere.
<< idiot... hip! Idiotaaa>> Kevin riusciva a malapena a parlare tra una risata e l'altra, interrotte dai singhiozzi. Si sedette anche lui ed Eulalia lo osservò divertita mentre si concentrava nella respirazione per ritrovare un minimo di autocontrollo, Duncan invece si era già un po' calmato, anche se era ancora sorridente e con i rossi dell'alcol a colorargli le guance.
<< Kevin.>>
<< Eh?>>
<< La ritroverò mai?>>
<< Io dico di si! Sei un tipo che non m... hip! Non molla>> Duncan abbassò lo sguardo, Eulalia nel guardarlo intravide una nota di tristezza con una fiamma di dolore che ardeva pigra negli occhi color carbone, si guardava le mani, che chiuse in pugno come in un gesto di convinzione o determinazione nel fare qualcosa, poi con sguardo improvvisamente diventato serio guardò Kevin.
<< Grazie, ora vado in bagno a vomitare>> di cosa stavano parlando quei due? Eulalia avrebbe tanto voluto chiederglielo, ma aveva di nuovo paura di fare la figura dell'impicciona, sapeva bene quanto potevano dare fastidio le domande inopportune, così decise di restare in silenzio e di tenersi la sua curiosità di nuovo per sé.
Improvvisamente sentì un urlo provenire dal bagno che la fece saltare sulla sedia, lo stesso accadde a Kevin e nello stesso istante si girarono verso la direzione del bagno.
<< NOO!!>> Eulalia vide Duncan correre verso il loro tavolo come un matto in fuga da qualcosa, lei si alzò e vide qualcuno dietro che lo seguiva.
<< Nono! Lontano da me! Ti avverto, mi vedrò costretto a farti del male!>> Duncan saltò sul tavolo e rotolò per raggiungere l'altro lato, Eulalia a quel punto scorse chi era a seguirlo, la stessa ragazza mora del cortile della scuola, la matta che aveva pianto istericamente... solo che era completamente ubriaca.
<< Perdonami! Non avrei mai dovuto lasciarti amore mio!>>
<< Ma se non siamo mai stati insieme!>>
Eulalia vide Duncan correre verso destra, la ragazza salì sul tavolo e lo raggiunse barcollando, ma nonostante tutto era lo stesso molto veloce, la ragazza sapeva che non era molto carino, ma non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere.
Duncan ormai era in trappola, con le spalle al muro, la sua faccia era una maschera di panico mentre la ragazza gli si parava davanti.
<< Tesoruccio!>>
<< No! Fermati! Non t'avvicinare!>> Duncan alzò le braccia per proteggersi da una possibile aggressione, Kevin, che era rimasto seduto sulla sedia, stava morendo dalle risate con il viso completamente rosso.
<< Ma io ti amo, tu devi amare me!>>
<< Ma tu sei malata.>>
La matta, ovvero Ginny, gli si buttò addosso spingendolo contro il muro e saltandogli in braccio, allacciando le gambe intorno ai suoi fianchi e aggrappandosi con le braccia alle sue spalle.
<< Io farò da testimone alle nozze!>> disse Kevin continuando a ridere, Eulalia rise ma dentro di sé cominciava anche a provare un po' di pena per Duncan, che intanto dopo aver fulminato Kevin con un semplice sguardo minaccioso, faceva di tutto per levarsela di dosso.
<< Devi amare me!>>
<< No! Staccati! Voi due aiutatemi no?!>> Kevin si avvicinò tranquillo con sul volto disegnato un sorrisetto bastardo.
<< Mmm fammi pensare...>>
<< Kevin! Bastardo ti faccio dormire per terra!>>
<< Ciao>> Kevin si allontanò da lui ridacchiando, nel frattempo Ginny aveva cominciato a dargli tutti baci appassionati sul collo e su più o meno tutto il viso, il povero Duncan gli mise le mani in faccia nel vano tentativo di fermarla.
<< Levati!>>
<< No!>> la ragazza gli diede una pizza sul petto, ed Eulalia vide Duncan diventare rosso, non si capiva se più dalla rabbia o dallo stupore.
<< Aio! Tu sei matta! Devi stare lontano da me!>>
<< Ma che dici?>> Ginny scoppiò a ridere ubriaca e continuò a baciarlo, forse in fin dei conti era davvero fuori di testa, o magari solo appiccicosa, in ogni caso insopportabile. Ginny diede un morsetto alla guancia di Duncan, che le fece slacciare con forza le gambe dalla sua vita, ma senza riuscire a staccarsi quella ventosa umana del tutto di dosso.
<< Cristo falla finita! E voi datemi una mano! Eulalia almeno tu!>> ringhiò furioso e leggermente disperato Duncan.
Eulalia si avvicinò a Kevin ed insieme escogitarono un veloce piano per liberarlo, Kevin prese Ginny da dietro cingendole i fianchi con le braccia e allontanandola a forza da Duncan, che tirò un sospiro di sollievo, allontanandosi velocemente per mettere quanta più distanza possibile tra lui e la ragazza, che non si arrese e cominciò a protestare fastidiosamente, così Eulalia si avvicinò a Duncan e lo prese sotto braccio.
<< No, io ti amo non tenermi lontana.>>
<< Mi dispiace, chiunque tu sia ma questa sera la passa con me... e intendo tutta la sera compresa la notte, saremo molto, ma molto occupati sotto le coperte e non penso ci sia bisogno di specificare che non staremo a dormire, quindi trovati qualcun'altro>> Eulalia assunse il tono più seducente che poté, con un'espressione di finta malizia e pavoneggiandosi come aveva visto fare ad alcune ragazze a scuola sua mentre si vantavano di cose loro.
<< C-cosa?>>

Eulalia fece spallucce, con ancora le labbra aperte in quel finto sorrisetto malizioso, Duncan la guardò con vero stupore aggrottando le sopracciglia senza capire. Eulalia sorrise e gli fece l'occhiolino per fargli capire di dover reggergli il gioco, lo trascinò fuori e subito dopo li raggiunse anche Kevin, che gli fece cenno di correre per essere sicuri di non essere seguiti. Appena girato l'angolo si fermarono per riprendere fiato. Eulalia si poggiò al muro e si mise con le mani sulle ginocchia facendo tre respiri profondi e subito dopo scoppiò a ridere seguita da Kevin e infine da Duncan.
<< Grande e grosso e non sai liberarti da una ragazza.>>
<< Ma non posso mica picchiarla!>>
Kevin si rialzò, puntando gli occhi azzurri su tutti e due.
<< Dai andiamo, ideona! Tutti a casa a cazzeggiare vai!>>
<< Okay, così mi bevo un'altra birra.>>
<< Un'altra? Ma voi due non vi stancate mai?>> esclamò Eulalia ad entrambi i due ragazzi, che si scambiarono uno sguardo veloce, per poi riguardare lei mentre intanto incominciavano ad avviarsi. A risponderle fu Duncan.
<< No, ci sono due gioie nella vita che amo più di tutte, una è l'alcool.>>
<< E la seconda?>>
<< B’è non posso dirtelo, sei una bambina>> Duncan cominciò a ridacchiare basso, guardandola con quel sorrisetto irritante, lei alzò gli occhi al cielo spazientita.
<< Oh capito... idiota! A mio parere sono entrambe sbagliate>> mentre camminavano per la strada, Duncan fermò una signora e le fece cenno di avvicinarsi, dagli occhialoni che la donna portava, il maglioncino grigio e i capelli mori con ciocche di capelli grigi raccolti in una crocca, Eulalia dedusse che doveva avere si e no una cinquantina d'anni.
<< Signora scusi il disturbo, ho perso una scommessa e devo farle una domanda, il sesso è una gioia della vita?>>
<< B’è sì, mi sembra ovvio>> appena la donna, leggermente in imbarazzo dalla domanda postagli, si fu allontanata da loro, Duncan scoppiò a ridere di gusto e guardò Eulalia.
<< Lo sa anche la signora >> disse con voce ancora dipinta dal divertimento.
<< E quindi? Magari è una ninfomane, ma comunque ciò che intendo io è diverso.>>
<< Provare per credere, se non lo provi non lo sai e fidati è davvero una gioia.>>
<< Immagino che tu ne sia un esperto giusto?>> Eulalia cercò di assumere un tono sarcastico e non irritato come era in realtà.
<< Ovviamente>> Duncan sfoderò il suo solito sorrisetto e la guardò trionfante, Eulalia alzò gli occhi al cielo decidendo di smettere quel discorso. Prese il cellulare per guardare l'ora, accorgendosi che era decisamente tardi e lei doveva assolutamente tornare.
<< Io devo tornare.>>
<< Di già? Non siamo neanche arrivati a casa nostra.>>
<< Dormi da noi, io se è dormo sul divano.>>

Eulalia si girò verso Kevin e gli fece cenno di no con la testa, fermandosi per tornare indietro. Non fece in tempo a prendere la sua strada che sentì qualcuno da dietro spingerla in avanti, si girò e vide Duncan con le mani sulle sue spalle che la spingeva verso la direzione di casa loro.
<< Su su sei grande puoi bypassare il coprifuoco.>>
<< No non posso, le regole dicono che non posso dormire fuori>>  aveva detto regole? Non era proprio quello che avrebbe detto una ragazza con una famiglia.
<< Che regole?>>
<< Quelle di casa mia... mio padre non vuole>> Eulalia sospirò, per fortuna era allenata a inventare scuse come quelle in eventualità di trovarsi in situazioni come quella.
<< Ma dai! C'osé tuo padre è un dittatore? Chiamalo e ci parlo io.>>
<< No, ora dorme, se domani si sveglia e non mi vede si incavola di brutto>> Eulalia si impuntò coi piedi, cercando ti tornare indietro, ma alla spinta si unì anche Kevin.
<< Se si arrabbia poi ci parlo io.>>
Eulalia si ritrovò a pensare che se anche avesse avuto un padre, farlo parlare con Duncan non sarebbe stata comunque una buona idea.
<< No, lui lavora sempre.>>
<< Su dormi da noi, tanto tu domani devi andare a scuola no? Lui penserà che ti sei svegliata presto e che sei già a scuola, invece salterai scuola con noi, molto semplice.>> Eulalia guardò Duncan quasi convinta, l'intera idea non era per niente male, insomma una serata passata fuori per una ragazza della sua età era assolutamente normale... ma per una che viveva in un orfanotrofio pieno di rigidi orari, che non le permettevano di dormire fuori la notte era un bel problema, insomma le uniche volte in cui aveva dormito fuori l'orfanotrofio era stato quando qualche famiglia l'aveva adottata temporaneamente e non era stata una bella esperienza, almeno per le prime notti aveva avuto paura di tutto, tutti i visi delle persone e la casa in cui stava le erano estranei, come la camera in cui dormiva e poi... proprio quando cominciava ad abituarsi, lo scenario tornava di nuovo quello dell'orfanotrofio, dato che per un motivo o per un altro la riportavano indietro.
Ma pensandoci bene, era successo anche che dormisse da qualche amica, ma aveva comunque dovuto avvertire suor Catarina almeno cinque giorni prima e in ogni caso, era successo quando era piccola.
<< Andiamo hai paura di far arrabbiare il tuo vecchio? Se è così non hai le palle.>>

Eulalia si riprese dai suoi pensieri e lo fissò negli occhi con rabbia.
<< Io non... e va bene! Ma se si incavola sarà solo colpa vostra!>>
<< Brava! Forza allora!>> Eulalia vide Duncan ghignare di soddisfazione, non era ancora del tutto convinta, sicuro questo trasgredire alle regole avrebbe fatto infuriare suor Catarina, ma perché aveva accettato? Non per le battutine di Duncan, questo era certo, ma Eulalia cominciava a sentire il bisogno di essere indipendente, di fare esperienze a lei nuove, e poi ormai la cavolata l'aveva combinata.
Camminarono fino ad arrivare nelle zone del Greenwich Village, attraversarono una piccola stradina ed Eulalia notò che era una zona abbastanza tranquilla. Si fermarono davanti un palazzo che doveva avere all'incirca forse dieci piani, pieno di finestre appartenenti ai vari appartamenti, il portone principale che avevano davanti era il classico in legno lucido.
Eulalia riportò lo sguardo su Duncan, lo vide impegnato nell'aprire la porta, solo che osservandolo meglio si accorse che lui stava cercando di infilare la chiave al contrario... il bello era che ci stava anche mettendo una buona dose di impegno.

Dopo vari minuti parve che una lampadina gli si accendesse nel cervello, facendogli vedere l'assurdità che stava compiendo.
<< Ecco perché non si apriva>> Duncan scoppiò a ridere come un idiota, rischiando di cadere all'indietro e Kevin si unì a lui, avvicinandosi come pronto a prenderlo.
<< E su apri!>>
<< Ei non è facile! Kevin apri tu, no stai peggio di me>> Duncan continuò a ridere e passò le chiavi ad Eulalia, sembrava impossibile, come poteva un ragazzo ridere così tanto in una sola serata?.
<< Rossa apri tu va.>>
Eulalia prese le chiavi e aprì, il dentro del palazzo era carino e semplice, si trovava un piccolo atrio con delle scale che portavano a un altro portone, ed Eulalia aprì anche quello, dato che c'erano solo altre due chiavi da provare, era andata per esclusione. Superato il portone con quei due dietro che si sorreggevano l'un l'altro e ridacchiavano, si presentarono loro altre scale, ma Duncan le indicò la porta alla loro destra, per fortuna! Con quei due Eulalia dubitava fortemente che avrebbero fatto più di quattro gradini.
Appena aprì la porta, Eulalia si spostò per lasciarli entrare e vide Duncan con Kevin che cercavano di entrare contemporaneamente, entrambi spinsero fino a cadere in avanti tutti e due, naturalmente scoppiarono a ridere come matti, inutile dire che anche Eulalia si mise a ridere, era un comportamento talmente stupido che avrebbe fatto ridere chiunque.
<< Ma che fai? Idiota!>> la voce leggermente impastata di Duncan risuonò più divertita che irritata.
<< Che zucca vuota che sei, c'ero prima io!>>
<< Ma io sono il proletario di casa, quindi io entro per primo!>>
<< Ah b’è scusa hai ragione, prima le signore>> Kevin si alzò e fece segno a Duncan di andare avanti, quest'ultimo si alzò dandogli una pizza non troppo forte dietro il collo.
<< Coglione.>>
Eulalia entrò subito dopo di loro, l'appartamento era davvero carino, l'atrio era piccoletto e davanti le si presentò subito un piccolo corridoio, che dava sulla destra e che sbucava nel salone, molto più grande e illuminato da un lampadario di grandezza media.
Eulalia seguì Duncan in un'altra porta vicina il salone, la cucina. Questa era più piccola, dotata solo del piano fornelli, un forno e subito attaccato ai fornelli il frigo, nel centro si trovava un tavolino con quattro sedie.
<< Voi vivete qui?>>

Duncan si allontanò verso un altro corridoio che dava a sinistra del salone, entrò in quella che sicuramente doveva essere la sua camera e stette lì dentro dieci minuti, per poi riuscire con addosso dei pantaloni da tuta e una canottiera, rispondendo tardivamente alla sua domanda.
<< Sì, lui è il mio coinquilino da due anni, coinquilino abusivo>> Duncan assottigliò gli occhi e guardò storto Kevin, che lo ignorò semplicemente buttandosi sul divano.
<< Da quanto vivete qui?>>
<< Da quasi tre anni>> Duncan si sedette e accese la Tv, scorrendo tutti i canali in cerca di qualche programma interessante.
<< Io quasi due, ci siamo incontrati a scuola dopo che è stato bocciato due volte al quinto, mi ha adorato dal primo momento e così sono venuto qui,dato che con i miei era una rottura enorme, pieni di regole... e ora sono qui, Duncan mi ha implorato di graziarlo con la mia presenza in casa sua>> Duncan diede il telecomando in testa a Kevin, guardandolo malamente.
<< Come scusa? Io ti ho implorato? Ma se sei sempre qui a rompermi le palle! Io ti avevo anche detto che non volevo in casa un biondo ossigenato e rompi palle.>>
Kevin fece spallucce, stendendo le labbra in un sorriso.
<< Ammettilo che senza di me non vivi.>>
<< Ma vaffanculo.>>
<< Le tue dichiarazioni d'affetto sono sempre molto importanti per me!>> Duncan sbuffò con un accenno di sorriso a illuminargli il volto. Eulalia dopo averli osservati con divertimento capì che tra quei due, a dispetto delle apparenze, c'era davvero una bella amicizia.
<< Io comincio ad avere sonno, dove posso dormire?>>
<< Nella camera di Kevin, lui dorme sul divano, comunque anche io vado a dormire, ah se ti senti male o stai per morire non andare da Kevin perché non si sveglierebbe, la mia camera è accanto alla tua, hanno la porta comunicante>> Duncan si alzò e si avviò verso la sua camera dandogli la buonanotte e scomparendo dietro la porta.
Eulalia ridacchiò vedendo Kevin che si stava beatamente stendendo e addormentato sul divano, si alzò e andò nella "sua stanza". Appena dentro si buttò sul lettone enorme che le si presentò davanti, era davvero comodo e senza accorgersene si addormentò di botto.

   
 
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