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Autore: Restart    08/02/2015    1 recensioni
James aveva (quasi) diciassette anni. E diciassette lividi, tra addome e braccia e gambe. Il Quiddich a volte era doloroso. Ma il Quiddich era la sua vita. Lui era il cercatore dei Grifondoro. Come suo nonno James e suo padre Harry. Suo padre. Lo ammirava così tanto, ma era difficile sostenere il peso di un padre che si chiama Harry Potter: il bambino sopravvissuto, il Salvatore del mondo magico, bla bla bla.
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Alexandra aveva altro a cui pensare. Seguiva attentamente la lezione. Quell'anno c'erano i M.A.G.O. e lei doveva essere pronta. Nessuno sapeva cosa celava sotto la sua veste da secchiona. Nessuno doveva sapere del suo doloroso passato. Lei affogava il suo dolore nello studio, a volte forsennato.
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-Quindi vorresti dire che il bambino, un bambino di sette mesi, può riportare ad una guerra magica?- chiese sarcastica Ginny.
-Non ora, ovviamente. In un futuro non troppo lontano. James non sa niente. Però la profezia che dice Hermione?- chiese Harry all'amica.
-Non posso prenderla. Non è proprio una profezia è più una maledizione. Quel bambino è stato maledetto quasi cento anni fa. Nessuno può sentire cosa dice quella "profezia-maledizione" se non Alexandra
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Ginny, Lily/Scorpius, Ron/Hermione, Sirius/Lily, Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 21

Anno 1978, Novembre

Lily sedeva con le gambe incrociate, la schiena dritta e lo sguardo sperduto oltre il vetro della finestra. Sorseggiò il the al limone che aveva ordinato nell’attesa. Un piccolo gemito di piacere le sfuggì dalla bocca. Il the era bollente, amaro, come piaceva a lei. Come Sirius. Lo pensò così, come se non fosse niente di che. Si stupì a scoprire che pensava a lui con una facilità impressionante. Lo aspettava da troppo tempo ormai. Ma lui non era in ritardo.
Si era appostato fuori dal locale, e la fissava insistente. Dalla tasca destra dei pantaloni tirò fuori un piccolo pacchetto di sigarette, ne prese una e se la portò alla bocca. Era quello di cui aveva bisogno. Fumava solo quando era sotto pressione, stressato. Si era vestito per bene, i capelli legati sulla nuca, la barba fatta. Eppure non riusciva ad entrare dentro da lei.
Lily si spostò i capelli che le cadevano sul viso, prese la borsa ed uscì spazientita dal ritardo.
“Lily…” sussurrò lui, impercettibilmente. Ma lei lo sentì.
“Sei in ritardo, non ti sei presentato. Scusa Sirius, ma non puoi fare più niente” lo guardava dura, lo sguardo fisso su quello del ragazzo. Sirius si morse il labbro insistente, ferendoselo. Guardava la strada, dove sfrecciavano luminose sulla strada luccicante. Si passò la mano sulla testa e sospirò frustato.
“Addio” disse lei, facendo per andarsene, ma lui le strinse il braccio. Lily chiuse gli occhi e lo ringraziò mentalmente per averlo fatto. La stretta del ragazzo divenne ancora più forte, tanto che le unghie gli si conficcavano del braccio morbido di Lily. Lei si morse il labbro e si voltò a guardarlo veramente, per la prima volta.
“Non te ne andare un’altra volta, per favore” la supplicò lui. Lily strinse le labbra; una parte di sé le diceva di scappare e andare da James. Ma quell’atra le diceva di rimanere lì, di stare con colui che amava veramente. Sirius si avvicinò a lei, accarezzandole i fianchi, dolcemente, come era sua abitudine. La mano destra si sciolse dalla presa del braccio di lei, per concentrarsi meglio sul collo. La mano calda del ragazzo passava su e giù dal collo di lei, che reprimeva a fatica un piccolo gemito. Chiuse gli occhi verdi, ritornando a torturarsi il labbro inferiore. La mano sinistra di Sirius si era insinuata sotto il suo cappotto e aveva trovato un striscia di pelle libera tra il bordo del maglione e quello della gonna, ed ora la toccava con l’indice.
Lily gettò la testa sulla clavicola scoperta di Sirius, baciandola. Lui prese il mento della ragazza tra l’indice e il pollice, sollevandolo. Rimasero qualche secondo a fissarsi, il verde brillante, luminoso di Lily, contro l’oscurità dell’erede Black. Lo spazio tra loro si era ridotto a un centimetro, così lui non esitò ad appoggiare le sue labbra carnose contro quelle fini della ragazza. Lily portò la mano dietro la nuca di Sirius, avvinandolo ancora di più a lei, rendendo il bacio più appassionato.
Entrambe le mani di Sirius erano sotto il maglione della ragazza, stringendole i fianchi magri.
“Ti amo” bisbigliarono entrambi tra un bacio e l’altro, quando si fermavano a prendere fiato.
Poi Lily poggiò la sua mano delicata sul petto di Sirius e l’allontanò. Lui rimase sorpreso dal gesto, ma poi capì. Dall’altro lato della strada sorgeva un piccolo hotel.
“Là ci sono delle camere” disse Lily maliziosa, inclinando la testa. Gli angoli della bocca di Sirius si sollevarono, rendendolo ancora più bello.
“Ed allora, cosa stiamo aspettando?”
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2025

“Qualche settimana, o forse qualche mese fa, non ricordo, sono entrata in casa di mio padre. Erano mesi che progettavo di farlo, ma non ci ero mai riuscita. Poi quando finalmente ce l’ho fatta, mi sono messa a cercare qualche indizio. Ho passato un pomeriggio intero a cercare qualcosa che rimandasse a nostra madre e alla sua storia con lui. E alla fine ho trovato questo” disse accennando al quaderno che era poggiato sul comodino bianco pallido. Era un bel quaderno, in pelle, con rifiniture in oro e rosso. Le pagine al suo interno, completamente ricoperte dalla calligrafia veloce di Sirius, erano ruvide e chiare un tempo, ma erano diventate giallognole, e l’inchiostro nero le stava macchiando. Harry ci passò la mano sopra come per assaporarne la ruvidità, l’eleganza che si addiceva completamente al suo padrino.
“Posso prenderlo per qualche giorno?” Johanna annuì stancamente. Harry la salutò con un cenno di capo e una stretta di mano, lasciando il posto ad Edward, che era appena arrivato.
Una volta a casa si fiondò nel suo studio e chiuse la porta. In quel momento aveva bisogno solo del pensatoio e del quaderno.

Novembre 1978

La serata più bella della mia vita. Non credevo che quello che era successo qualche mese fa si ripetesse.

Gennaio 1979.

Ho visto Lily fuori dalla mia porta. Stava piangendo. Ha suonato, imprecato contro di me, ma non avuto il coraggio di vederla, parlarle. Ma in parte è colpa sua.

Luglio 1980.

Oggi è nato Harry, il mio futuro figlioccio. E’ identico a James che lo stringe felice, mentre lo culla.
Oggi mentre stavo per entrare nella camera per congratularmi –l’unico momento in cui James non era dentro- ho sentito Lily parlare col bambino;
“Sento che tua sorella è uguale, amore io. Avrà i capelli di suo padre” e continuava a cullarlo. Poi sono entrato io.

Aprile 1995.

Ho scoperto di avere una figlia. Johanna.

Dicembre 1995.

Johanna è molto simile ad Harry. Con quei capelli neri, gli occhi verdi, che entrambi hanno preso dalla madre.
E’ proprio una bella ragazza. E’ intelligente, furba, sicura di se. Ha gli occhi di sua madre, anche le labbra e il naso, ma per il resto è mia figlia. Ma lei mi odia.
 
 
 





||Dopo mesi e mesi, I'm back! No seriamente, non so nemmeno quanto tempo sia passato, ma immagino almeno un mese. Mi scuso umilmente, ma non riesco a trovare molta ispirazione. Poi l'altro giorno ho scritto un capitolo per ogni storia che avevo. Così oggi ho pubblicato un capitolo interamente dedicato alla coppia Sirius/Lily, che mi piace tanto, ma in particolare al mio personaggio preferito, Sirius.
Ringrazio le due fantastiche ragazze che hanno recensito i miei capitoli, e spero che questo possa non deludere le loro aspettative. 
Ringrazio tutte le persone che hanno aggiunto la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate.
Spero di riuscire ad aggiornare presto, ma non vi prometto niente. 
Ah, quasi dimenticavo, vorrei un piccolo aiuto nella ricerca della celebrity che possa rappresentare Johanna. Ve ne sarei davvero grata.
Un bacio e alla prossima
Restart 
   
 
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