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Autore: Ottachan    08/02/2015    0 recensioni
L'avventura di Pokémon Heart Gold e Soul Silver vissuta da Makoto, Haruka e Rin.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Mi fa strano mettere la spunta a 'Storia Completa' mentre sto per postare questo capitolo. Siamo veramente arrivati alla fine! E se da un lato sono felice di aver finalmente concluso qualcosa, dall'altro ho come una sensazione di vuoto... Dovrò salutare i miei shotini ç.ç
Comunque sia, grazie a questo racconto, nonostante la base fosse stata generosamente offerta dalla Game Freak (anche se non lo sa, lol xD), sono felice di aver continuato a scrivere, anche perchè sento di essere migliorata molto. Ovviamente, più in là col tempo, riprenderò in mano tutti i capitoli e li controllerò per apportare varie correzioni xp
Doveroso è ringraziare Amaerise perchè questo crossover è nato grazie ad un suo prompt della Seconda Notte Bianca organizzata dalla pagina di No ma Free lo guardo per la trama, eh . 
E poi un grazie enorme a chi ha continuato a leggere recensendo o meno i vari capitoli. Grazie mille!
Detto ciò mi fermo qui, sennò potrei diventare troppo sentimentale xD !
Con la speranza che ci sia qualcuno che continuerà a seguirmi nonostante il crossover sia finito, non mi resta che dire: arrivederci alla prossima fan fiction o original :3

 
Capitolo 37 – Epilogo. [Their Side]
 
‘Interrompiamo il programma in corso per un’edizione straordinaria del nostro consueto appuntamento con le notizie. Nell’estremo est della regione di Johto un gruppo di persone è stato testimone di un avvenimento che ha, a dir poco, dell’incredibile: uno strano gruppo di pokémon formato da due grandi volatili, uno dorato e l’altro argentato, e tre quadrupedi dall’aspetto simile a quello delle Bestie Leggendarie di Amarantopoli, è apparso improvvisamente lungo il Percorso 26 per poi dirigersi, in maniera incredibilmente veloce, verso il Kanto. Restate sintonizzati su questo canale: in caso di aggiornamenti, ottenuti grazie alla collaborazione con il Giornale dei nostri vicini di regione, noi saremo i primi a darvi altre notizie fresche di giornata!’
 
Il telefono squillò a casa Tachibana emettendo il suo solito rumore dal timbro acuto e ripetitivo. Fu la mamma di Makoto a rispondere.
Erano passati un paio di giorni da quando il bambino era rientrato da Altopiano Blu. Mantenendo la sua promessa, il piccolo allenatore dagli occhioni verdi aveva passato tutto il tempo con i suoi fratellini giocando con loro, mostrando loro tutte e otto le medaglie ottenute nelle palestre di Johto e, ovviamente, facendo loro conoscere tutti i pokémon della propria squadra. E proprio mentre stava raccontando a Ren e Ran l’ultima sfida di Haruka e Rin, la madre bussò alla porta e attirò l’attenzione del figlio primogenito.
‘Tesoro, ha chiamato Elm proprio un secondo fa. Dice che ha bisogno di voi. Puoi fare un salto al suo laboratorio, per favore?’
‘Ma mamma!!!’ gridò la sorellina mettendo il broncio.
‘Stava per dirci chi tra Haru-chan e Rin-chan ha vinto!’ il fratellino si mise quasi a piangere.
‘Ehi voi due…’ Makoto prese a parlare accarezzando le teste di entrambi i bambini ‘Che ne dite di fermarci, per il momento? Appena rientrerò a casa, finirò di raccontarvi tutto, va bene? Non bisogna far aspettare gli adulti!’
I due piccoli di casa non poterono far altro che ubbidire al fratello maggiore e andare a giocare nella loro stanza.
Makoto uscì velocemente di casa e, senza pensarci troppo, si diresse verso l’abitazione del suo caro amico d’infanzia.
 
Haruka stava oziando beato nella sua vasca. Dopo essere rientrato dalla Lega Pokémon, aveva deciso che avrebbe recuperato tutti i bagni che non era riuscito a fare durante il suo lungo viaggio.
Il suo sogno sarebbe stato far entrare in vasca almeno uno dei membri della sua squadra, ma Typhlosion e Graveler erano deboli all’acqua, Noctowl non sembrava entusiasta di tutto quel vapore (che avesse paura di finire bollito e poi mangiato come una comune zuppa di pollo?) e Gyarados ed Heracross erano troppo grandi per poter entrare con lui nella tinozza di ceramica.
Il moro si ritrovò a sospirare leggermente amareggiato, ma quella sensazione di delusione scomparve in un battito di ciglia. Alla fine si sentiva molto orgoglioso di se stesso: per la prima volta era riuscito a concludere qualcosa contando solo sulle proprie forze. Ma quello sarebbe stato solo l’inizio; in fin dei conti non gli sarebbe dispiaciuto partire per un’altra avventura… Magari andando meno di corsa e godendosi di più il tempo con i propri pokémon.
‘Haru-chan, sei in bagno come al solito?’
‘Togli il chan…’
Makoto, come era solito fare, era passato per l’entrata posteriore della casa, senza fare troppi complimenti.
‘Haru, sbrigati! Il professor Elm ci ha chiamati al suo laboratorio! Ma prima passiamo a prendere Rin a Fiorpescopoli!’
Il bambino dagli occhi verdi tese la sua mano destra per aiutare l’amico ad alzarsi; Haruka la afferrò subito e uscì dalla vasca senza aggiungere alcuna lamentela.
 
Rin si trovava sdraiato sul letto della vecchia camera del padre. Era la prima volta che passava così tanto tempo in quella stanza. L’aveva sempre guardata dall’uscio per paura di modificare qualcosa al suo interno anche solo con la propria presenza. Eppure, quella volta, aveva deciso di eliminare quel distacco che lui stesso aveva creato, forse perché, oramai, si sentiva molto più vicino al padre.
Dopo l’avventura alla Lega Pokémon, il ragazzino era subito rientrato a Borgo Foglianova, accompagnato da Nanase e Tachibana, per scusarsi con il professor Elm. Aveva l’intenzione di restituire Feraligatr: certo, il pokémon aveva raggiunto l’ultimo stadio evolutivo e quindi non poteva più essere scelto come starter, ma in quel modo sarebbe comunque stato utile per far nascere dei nuovi cuccioli di Totodile.
Il professore però, sorridendo, gli restituì subito la ball dicendo che l’undicesimo compleanno del rossino sarebbe avvenuto di lì a pochi mesi, quindi il coccodrillo d’acqua sarebbe stato quasi sicuramente suo in ogni caso.
‘Somigli tantissimo a tuo padre…’ aveva, infine, concluso.
Già, io somiglio molto a papà… Perché il suo sogno ha continuato a vivere in me e con me è stato sempre il suo spirito…
I suoi pensieri vennero interrotti, però, improvvisamente dalla madre: ‘Rin! Puoi scendere? Ci sono i bambini di Borgo Foglianova ad aspettarti!’
L’allenatore dai canini aguzzi si fiondò al piano di sotto.
 
‘Siamo venuti a prenderti!’ disse allegro Makoto facendo anche le veci di Haruka. ‘Il professor Elm ha bisogno di noi al laboratorio, non facciamolo aspettare!’
‘…Sicuri che abbia chiesto anche di me?’ disse Rin titubante. Nonostante il luminare del mondo dei pokémon l’avesse perdonato, il bambino non si sentiva ancora a suo agio nel farsi vedere a Borgo Foglianova.
‘Invece di fare sempre l’indeciso, seguici e basta’ tagliò corto il ragazzino dai capelli neri.
‘Sbaglio o hai iniziato a prenderti troppa confidenza?’ rispose il rossino, però, sorridendo.
‘Bhè, Haru comunque ha ragione! Meno lamentele, più azione!’ continuò Makoto non riuscendo a nascondere la sua espressione divertita.
Il terzetto evocò i propri pokémon Volante e tornò nella cittadina ad est in un paio di battiti d’ali.
 
‘Oh ragazzi, eccovi qui! C’è anche Rin-chan, perfetto!!! Vi ho fatto venire perché ho qualcosa per voi! Sono dei Biglietti Nave. Così potete andare a catturare pokémon nella regione del Kanto’.
Gli occhi di Makoto sembrarono ingrandirsi e illuminarsi per l’emozione. Effettivamente, nell’ultimo periodo, aveva trascurato il pokédex per recuperare il terreno perso per raggiungere Rin e Haruka.
Il professore continuò: ‘La nave partirà da Olivinopoli. Con la vostra squadra avete viaggiato ovunque… Salutatemi il professor Oak nella regione del Kanto!’
Lo scienziato distribuì ai bambini i biglietti e salutò tutti quanti in maniera molto calorosa.
‘Mmm… Mi sa che dovrò scusarmi con i miei fratellini!’ il piccolo allenatore dagli occhioni verdi fece un salto a casa e poi raggiunse gli amici il più velocemente possibile.
Una volta tornato Makoto, Rin chiese un favore al gruppo: ‘Sentite, visto che dovremo andare ad Olivinopoli, non è che possiamo fare una breve deviazione per Fiorlisopoli? C’è una cosa che devo fare assolutamente… Farò in fretta, promesso, ma mi piacerebbe che voi mi accompagnaste…’
I due bambini di Borgo Foglianova annuirono senza farsi problemi, dopotutto non sarebbe stato male portare un saluto anche a Gou.
 
Una volta giunti nella città in riva al mare, il trio si diresse, spedito, nella palestra di Furio per salutare la giovane allenatrice dalla lunga coda. Quest’ultima quasi si commosse profondamente nel vedere che il fratellino, alla fine, era riuscito a stringere amicizia con entrambi i suoi vecchi rivali. Ma non riuscì a trattenere le lacrime per la notizia bomba che il piccolo Rin le disse subito dopo. Dopo una breve chiacchierata, il rossino guidò il gruppetto a nord, verso il cimitero della cittadina. Rin si rivolse alla tomba della famiglia Matsuoka: ‘Ehi papà, come stai? È da un po’ che non ci si sente… Ma sai, non sono riuscito a venire prima perché avevo alcune faccende burocratiche da risolvere. Non essere geloso di me per quello che sto per mostrarti!’ il ragazzino tirò fuori dal proprio zaino una scatoletta dalla forma rettangolare, di quelle usate per contenere le medaglie conquistate in giro per la regione. Oltre ad esse, nella parte superiore spiccava una targhetta dorata decorata, lungo la cornice, con i simboli delle palestre di Johto. Al centro, una scritta molto elegante incoronava un certo Rin Matsuoka come Campione della Lega Pokémon. ‘Alla fine sono riuscito a realizzare il tuo sogno con Feraligatr come promesso. D’ora in avanti non dovrai più preoccuparti di nulla!!!’
Una volta finito di parlare, il rossino si rivolse ai suoi due nuovi amici, facendo loro capire che Olivinopoli sarebbe stata la loro meta successiva.
 
 Dopo una battaglia estenuante che aveva visto Haruka e Rin rimanere con un solo pokémon, Typhlosion e Feraligatr, il rossino era riuscito ad avere la meglio all’ultimo. Lance concluse prima la cerimonia di premiazione di Nanase, che era stata interrotta dall’arrivo del piccolo Matsuoka, poi si rivolse al giovane allenatore dai canini aguzzi, il quale piangeva a dirotto come se si fosse ferito gravemente. Ovviamente, al contrario delle apparenze, il bambino stava provando una gioia talmente incontenibile che il suo corpo, essendo arrivato a saturazione, aveva deciso di smaltire quella sensazione di felicità facendola passare attraverso i suoi occhi scarlatti.
Il ragazzino dai capelli rossi, comunque, decise di non prendere il posto di Lance nella Sala del Campione: non voleva mettere subito radici in un unico posto rischiando di annoiarsi a morte in attesa di un futuro sfidante. Il domadraghi, non essendo la prima volta che ricopriva di nuovo quel ruolo nonostante avesse già concluso la propria carica, non poté far altro che augurare buona fortuna ai due piccoli allenatori.
 
Quando il trio arrivò al porto di Olivinopoli, la nave stava quasi per salpare.
Il viaggio, comunque, non durò molto: dopo solo un paio di ore i tre piccoli allenatori poterono osservare all’orizzonte i tetti di una cittadina mai vista prima: Aranciopoli.
‘Ehi guardate laggiù! C’è una palestra! Perché non andiamo a dare un’occhiata?’ Rin si sentiva euforico. Una nuova regione, una nuova città, tantissime nuove sfide ad attenderlo.
La palestra di Aranciopoli, esternamente, non differiva molto dalle strutture di lotta già viste a Johto.
Al suo interno, un enigma composto da interruttori nascosti in cestini da premere seguendo una precisa successione, apriva le porte di una sala centrale dove si trovava un giovane allenatore dai folti capelli ramati, gli occhi allungati di colore oro e un divertito sorriso stampato sul volto.
‘Benvenuti nella palestra di Lt. Surge, maestro dei pokémon di tipo elettrico! Io sono Momotarou Mikoshiba! Non ho mai visto le vostre facce prima d’ora… Non siete del Kanto?’
‘Veniamo da Borgo Foglianova, Johto!’ rispose Makoto amichevolmente.
‘E abbiamo già conquistato tutte le medaglie della nostra regione’ aggiunse Rin con fare orgoglioso.
‘Da Johto? Allora avete di sicuro combattuto con il mio fratellone a Ebanopoli! Sapete, lui è l’allenatore di Sandra!’
Dopo aver passato alcuni minuti a chiacchierare allegramente (Momotarou era molto espansivo e pieno di energia), i giovani ragazzi si prepararono presto a combattere.
‘Uno per volta, però!’ specificò Mikoshiba Junior.
 
‘Vai Pikachu!!!’
‘Sandslash, scelgo te!’ il primo a combattere fu Makoto.
‘Wow, un pokémon di tipo terra… Siete piccoli ma con voi non si può scherzare! Pikachu, Schianto!’ il roditore elettrico sfruttò la propria velocità per raggiungere il proprio avversario e colpirlo, in maniera potente, con la propria coda. L’attacco destabilizzò Sanslash che perse l’equilibrio cadendo a terra supino.
‘Pikachu, di nuovo Schianto!’
‘Sandsrew, Rotolamento!!’ il pokémon corazzato non dovette nemmeno alzarsi in piedi per prendere la rincorsa: esso sfruttò le scaglie sul dorso per darsi la spinta, poi si scontrò con il proprio avversario dopo aver effettuato soltanto una sola rotazione, tanto i due erano oramai vicini. Pikachu, a causa dell’impatto, venne sbalzato all’indietro.
‘Sandsrew, ora, Terremoto!!!!’ una scossa tellurica fece tremare tutto l’edificio in maniera poco sicura, ma grazie a questa mossa Makoto vinse la sua sfida preliminare e ottenne il permesso di proseguire fino al capopalestra.
 
Dopo aver risolto un altro rompicapo con i pulsanti, finalmente il trio si trovò faccia a faccia con un uomo dal fisico robusto e muscoloso, vestito con abiti mimetici, dai capelli corti e ossigenati e gli occhi chiarissimi nascosti dietro un paio di occhiali da sole molto scuri.
‘Ehi you! Credo di dovervi dare una lezione! You want to challenge me? Con i pokémon di tipo elettro sono number one! Non ho mai perso una fight! Come agli altri miei enemies, vi farò prendere la scossa!!! Vai Electrode!’ il capopalestra parlava in maniera decisamente strana… Che quello fosse l’accento del Kanto?
‘Sake scelgo te!’ Haruka mandò in campo il suo fido Graveler.
‘Electrode, Schermoluce, ora!’ il pokémon elettrico evocò una sorta di barriera luminosa in modo da  ottenere protezione dagli attacchi avversari.
‘Sake, Magnitudo!’ nonostante la forza dell’attacco di Graveler, che sfruttava anche il punto debole del compagno del capopalestra, avesse ferito gravemente la sfera, quest’ultima, grazie a Schermoluce, riuscì a resistere.
‘Electrode, contrattacca con Comete! Fight!!!’ il pokémon bicolore si concentrò brevemente e poi emise vari raggi a forma di stella che andarono a infrangersi, con scarsi risultati, sulla pelle coriacea di Graveler.
‘Sake, Sassata!’ un paio di colpi subìti dalla cascata di rocce, e il compagno di Lt.Surge andò velocemente al tappeto.
 
‘Che fine ha fatto la mia marvellous strategia? Electabuzz, go now!!!’ il pokémon elettrico fece il suo ingresso mostrando tutta la sua maestosa figura.
‘Pff, forza Onix!’ Rin si sentiva molto sicuro di se stesso.
‘Electabuzz, Colpo Basso!!’ ma non avrebbe dovuto sottovalutare troppo l’avversario. L’asso di Lt. Surge conosceva attacchi di tipo Lotta! E questo fu un duro colpo tanto per lui, quanto per il suo serpente di pietra.
‘Dannazione, Onix usa Fossa, subito!!!’ il pokémon di roccia scavò una sorta di galleria sotterranea riuscendo, così, a nascondersi alla vista del proprio avversario.
‘Electabuzz, move yourself con Attacco Rapido e non farti prendere!’ il mostro bipede incominciò a vagare a scatti per il campo tenendo un’andatura a zig-zag. Ogni volta che, sotto alle proprie zampe, percepiva il terreno tremare leggermente, si spostava subito dalla parte opposta. Ma quando Electabuzz si ritrovò chiuso in un angolo, Onix riemerse con violenza dal terreno colpendo l’avversario con tutta la propria forza.
 
‘Arrrgh! Siete veramente strong! E va bene, alright, eccovi la Medaglia Tuono. Custoditela con cura, please!’
I tre bambini erano tutti riusciti a sconfiggere la loro prima palestra del Kanto.
Una volta usciti dall’edificio, Makoto, Haruka e Rin iniziarono a pensare a cosa fare da quel momento in poi.
‘Mappa?’ suggerì il moro.
‘Allora, vediamo…’ fu l’allenatore dagli occhi verdi a tirare fuori il Pokégear. ‘A nord di qui, superato il Percorso 6, si trova la città di Zafferanopoli! E poi a est c’è Azzurropoli! Non è lì che si trovano i tuoi genitori per lavoro Haru?’
Il piccolo Nanase annuì senza dire nulla; nonostante la sua solita espressione indifferente, il suo amico d’infanzia notò nell’altro una lieve luce nei suoi occhi: Haruka non l’avrebbe ammesso mai ma non vedeva l’ora di riabbracciare i suoi familiari.
‘Possiamo passare lì come terza meta!’ aggiunse Makoto.
‘Aspetta, a nord e a est di Zafferanopoli cosa c’è?’ Rin si avvicinò al castano per osservare meglio il Pokégear.
‘La città di Celestopoli e quella di Lavandonia…’ rispose il piccolo Tachibana.
Il rossino sorrise maliziosamente mostrando i suoi canini appuntiti: ‘E se dopo Zafferanopoli ci dividessimo? Ognuno sceglierà una direzione e poi ci incontreremo di nuovo una volta esplorato tutto il Kanto e conquistato tutte le medaglie della regione! Che ne dite? E chi arriverà ultimo dovrà offrire una merenda a tutti!’
I due bambini di Borgo Foglianova, in un primo momento, non sembrarono molto entusiasti di riprendere a correre in giro per il mondo, ma vedendo l’espressione emozionata comparire sul volto del loro nuovo amico, non riuscirono proprio a dire di no.
‘Ottimo! Però prima dobbiamo pensare ad un traguardo che vogliamo raggiungere in questo secondo viaggio… Per essere più motivati a dare il massimo!!!’ Rin non riusciva a trattenere l’eccitazione per la nuova sfida. ‘Inizio io!!! Io voglio conquistare tutte le medaglie di questa regione e battere tutti gli allenatori del posto! Insomma, diventare il numero uno anche qui!!!’
‘Io voglio allenarmi molto e incontrare tutti i pokémon di questo paese. Compreso il gruppo di leggendari che è stato avvistato spostarsi qui nel Kanto. E poi, magari, sfidare finalmente i Superquattro per avere il mio nome inciso nella Sala d’Onore vicino ai vostri!’ Makoto non passò molto tempo a pensare al proprio piccolo sogno.
‘Io voglio vedere tutti posti nuovi della regione. E poi, quando ci riuniremo, vorrei combattere di nuovo contro di voi…’ Haruka fu, come il suo solito, molto breve e conciso. Ma si era aperto ai suoi due compagni, e Makoto e Rin gradirono molto quello sforzo.
‘Allora partiamo subito per Zafferanopoli!’ Rin non stava più nella pelle, non vedeva l’ora di iniziare quella nuova avventura. Haruka e Makoto dovettero, di conseguenza, faticare molto per convincere il rossino a fare un salto con loro al Centro Pokémon.
Una volta curate le squadre, il trio di giovani allenatori uscì da Aranciopoli per addentrarsi lungo il Percorso 6.
Un futuro fatto di nuove esperienze, battaglie, momenti di gioia e delusioni attendeva i tre bambini di Johto in quella nuova regione.
 
FINE
   
 
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