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Autore: Therys    01/12/2008    2 recensioni
Salve a tutti! Ed eccomi che torno all'attacco con una nuovissima FF! L'avevo iniziata mesi fa, ma poi per motivi che non ricordo l'ho abbandonata...non so se continuarla, quindi ve la propongo per sapere cosa ne pensate! Deidara si ritrova coinvolto in una missione particolare, talmente importante da far mobilitare metà Akastuki. Non conosce l'obiettivo della missione fin quando non si trova davanti una ragazzina...ma non una come tante! Shiori è una musicista Anbu del Villaggio della Nuvola, una vendicatrice ingegnosa e con delle capacità fuori dal normale. Accetterà la proposta che le verrà fatta? Come reagirà il nostro bel biondino alle prese con sensazioni mai provate? Un vero scontro fra titani: testardi allo stesso modo, rivali in tutto, entrambi disposti a lottare per la propria arte, ma ugualmente fragili, bisognosi di affetto e con la stessa domanda in mente: lasciare vincere l'oroglio o no? [DeidaraXnuovo personaggio] recensite, eh?
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Akasuna no Sasori , Akatsuki, Deidara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ebbene si

Ebbene si! ho deciso di continuarla! Non solo perché ne ho voglia, ma anche per le uniche due persone che hanno recensito! Liby_chan e Itasasodei! GRAAAAAAZIEEEEEE! Me si prostra ai vostri piedi! Eccovi un bel capitoluccio! È un po’ pesante, vedremo la prima di una serie di litigate stratosferiche, ma alla fine ci sarà qualcosa che potrebbe risultare positivo…^^ buona lettura!

 

Ok, devo ammetterlo…in parte mi sono dovuto ricredere. La convivenza con la mocciosa fino ad allora non era stata poi così terribile. Era irriverente,certo, e non faceva che stuzzicarmi, ma cosa peggiore era alleata di Tobi. Uhn, me misero! Era un’avversaria difficile da contrastare! Aveva sempre la risposta a tutto e non faceva che indirizzarmi quei sorrisi maliziosi e sadici che mi mandavano in bestia! E dire che Sasori la adorava è poco! In quelle due settimane di convivenza ho visto Sasori più attivo di quanto non lo sia mai stato in vent’anni di servizio nell’Akatsuki! Non lo capirò mai! Ma a parte questo, però, Shiori era abbastanza sopportabile. Si faceva i fatti suoi, a meno che non volesse stuzzicarmi non apriva quasi mai bocca e fino ad allora non aveva causato problemi. Konan era super felice di avere un’altra donna nell’organizzazione. Anche perchè quella poverina di Shiori sentendosi a disagio si era affidata pienamente alle cure della compagna del capo. Ad esempio, la sua giacca a nuvole rosse era finita nelle grinfie di Konan, che l’aveva modificata esattamente per come credeva le sarebbe stata meglio. Konan aveva di certo avuto stile nel modificarla così, ma Shiori ne aveva molto di più a indossarla così bene. Era più stretta di quelle normali, molto più stretta! Tranne le maniche, che quella stolta non era stata in grado di modificare. Ma la diciassettenne sapeva come compensare l’errore di Konan. Teneva la giacca chiusa dal seno fino alla vita, lasciando le gambe, che oserei definire artistiche, perennemente scoperte, indossando null’altro che dei pantaloncini di pelle. Sopra la maglietta a rete, invece, non indossava che un corpetto nero con i lacci rossi. La sua spada era sempre attaccata al fianco sinistro, ai polsi aveva dei bracciali di cuoio e al collo uno shuriken. Beh…inutile dire che attirava molti sguardi, la giovincella. Ma non il mio…

“Deidara…la stai fissando!” mi fece notare Konan dandomi una poderosa gomitata.

“No, non è vero” dissi, senza però distogliere lo sguardo da Shiori. Era un giorno come tanti, nessuna missione importante, quiete più totale…non sapevo che quel giorno avrebbero avuto inizio i problemi con quella mocciosa. Era seduta sul divano con entrambe la gambe rannicchiate quasi al petto, era immersa nella lettura di un libro. Ok, lo ammetto…neanche io riuscivo a non guardarla. La cosa che più mi piaceva di lei…erano i suoi sbalzi di umore tipicamente adolescenziali. Bastava nulla per trasformare quella ragazzina docile che leggeva in una bestia assetata di sangue…solitamente il mio! Tobi era seduto a terra davanti al divano. Faceva da me a Shiori con la testa. “Deidara-senpai, perché guardate Shiori-chan?” chiese all’improvviso. Razza di idiota menomato! Konan, Hidan e Kisame risero. “Sta zitto, Tobi” dissi semplicemente, promettendomi però una vendetta. “Shiori-chan, perché Deidara-senpai ti guarda?” ma quanto è idiota? Shiori non distolse gli occhi dal libro. Tobi attese qualche istante la risposta. “Shiori-chan, vieni con Tobi a…” Shiori alzò una mano verso di lui, invitandolo a tacere. “Lasciala stare, Tobi, non lo vedi che oggi morde più del solito?” dissi. Sempre senza smettere di leggere, Shiori spostò la mano che aveva usato per zittire Tobi in mia direzione e alzò lentamente il medio, al quale stava l’anello. “Se vuoi ti suggerisco un posticino dove mettere quel dito, che ne dici, uhn?”

“Non ho intenzione di toccare il tuo didietro, onestamente!”

“Guarda che mi riferivo al tuo”

“E io a quello della tua fottuta arte!”

Mi alzai di scatto, lei alzò gli occhi dal libro. “Si, Shiori! Tu si che sai come imprecare!” disse Hidan facendo il tifo. “Cosa hai detto?” chiesi con fare minaccioso.

“Non ci senti?”

“Perché non alla tua musica?”

“Perché la mia musica è troppo superiore alla tua arte! È una signora!”

“E allora che ne dici di tua madre?” ok, avevo esagerato di brutto, lo so. Ma ero troppo arrabbiato! Le sue iridi verdi si puntarono sulle mie, il suo sguardo lasciava intendere solo una cosa: l’avevo fatta incazzare. Il suo libro mi colpì in fronte con una tale violenza che caddi all’indietro, tra le risa generali. Si alzò dal divano e camminò verso di me. “Picchialo, Shiori, picchialo!” disse Hidan. Per un attimo ebbi il timore che lo prendesse in parola…invece semplicemente si chinò a prendere il libro e a puntarmi al collo la spada. “Se tu osi di nuovo dire una cosa simile o infangare il nome di mia madre o padre che sia…giuro che questo bel collo tenero lo taglio a cubetti e lo faccio mangiare a Zetsu! Bada a come parli con me, biondino” rinfoderò l’arma e allontanandosi provvide a pestarmi la mano sinistra. La guardai torvamente mentre ancheggiando usciva dalla cucina. “Ok…hai esagerato…” disse Konan.

“No che non ho esagerato! È stata lei a cominciare!”

“Sei stato tu a dire che morde più del solito”

Tobi teneva lo sguardo fisso sulla porta. “Uffa…si è arrabbiata…” disse.

“Potresti almeno scusarti, no?” suggerì Hidan.

“Scusarmi? Io?” scoppiai in una risata fragorosa. Ma che aveva in testa? Segatura? Io scusarmi con quella ragazzina viziata? Nemmeno se crollasse il mondo! Sasori entrò in cucina, osservando il corridoio. “Che le hai fatto?” mi chiese.

“Niente, le ho solo ricordato che è un animale  imbestialito” dissi in modo che mi sentisse.

“Crepa!” urlò la sua voce qualche stanza più in là. Sasori sogghignò. “Dovresti sentire quante minacce di morte borbottava…” aggiunse. “Cavoli, è qui da due settimane e finora non avete fatto che litigare…”

“Non ci posso fare niente se è un’arpia” dissi di nuovo con lo scopo di farmi sentire.

“Artista fallito!” urlò lei in risposta.

“Sei sempre tu che la stuzzichi…non è che per caso sei innamorato di lei?” chiese il danna ammiccando.

“PROVA A DIRLO DI NUOVO E TI STACCO L’AORTA A MORSIIIIIIII!” ma che gli è saltato in mente a quest’altro?!

“Io non ho aorta, Deidara…”

Mi bloccai…ah, già…era vero. Hidan scoppiò a ridere. “Cazzo, fratello, ma tu dov’eri quando Jashin divideva i cervelli?”

“Al cesso o a pistrarsi i capelli facendosi la manicure!” disse Shiori.

“VIENI QUI E RIPETILO RAGAZZINA!!!”

La sentii ridere. Che antipatica! La detestavo. Mi gettai sul divano cercando di mantenere la calma. “Calma, calma, calma…non serve a niente arrabbiarsi, così fai il suo gioco, Deidara…” mi ripetevo. Mi sentivo un tale idiota! Rammaricarmi per una ragazzina…Tobi mi guardava e diceva cose che non capivo. “Che dici?” gli chiesi.

“Niente…Tobi non ha detto niente…” disse.

“Bene, meglio così…”

Konan sussurrò qualcosa a Pain ed entrambi sogghignarono…che strazio non riuscire a capire cosa passava per le loro menti chiuse! “SHIORI!!! È pronta la cena!” urlò Konan. Lei arrivò quasi subito. Era strana però…aveva gli occhi leggermente arrossati, ma non mancò di guardarmi male, prima di accomodarsi per cenare.

 

*Eravamo seduti a tavola, si parlava del più e del meno. Io fissavo di sottecchi Deidara. Non ero ancora riuscita a perdonarlo. Non era tanto per ciò che aveva detto a me, tanto era da due settimane che non facevamo altro che stuzzicarci a vicenda…mi aveva dato fastidio il fatto che avesse immischiato anche mia madre. La pagherai, biondino, stanne certo! Ero seduta fra lui e Sasori, sentivo che anche Deidara mi lanciava occhiatacce di tanto in tanto. Lo de-te-sto! Ad un tratto lo vidi sorridere. “Vuoi la salsa, Sasori? Certo che te la passo, con piacere!” disse. Sasori lo guardava stranito…non gli aveva mai chiesto la salsa. Il biondo prese la salsa e allungando il braccio verso Sasori la versò ‘accidentalmente’ sul mio petto. “Oh, ma che sbadato! Perdonami, non l’ho fatto a posta…” disse fingendosi dispiaciuto, ma se la rideva alla grande. “Figurati, Deidara! Non è nulla” dissi acidamente. Mi stava facendo perdere le staffe! “Se vuoi Tobi ti aiuta a pulire!” disse Tobi raggiante. “No, grazie mille, faccio da sola!”  Presi un tovagliolo e pulii il danno. Una chiazza scura troneggiava sul mio petto. A tavola era calato uno strano silenzio, a parte i risolini del biondo. “Ho visto le tue marionette, Sasori! Devo ammettere che sono meravigliose!” dissi. “O meglio…artistiche!” Deidara si irrigidì.

“Davvero?” disse il rosso.

“Certo! Hai talento...si, perché ci vuole davvero tanta bravura per creare delle cose così perfette…non come creare delle esplosioni che anche un bambino sarebbe in grado di fare…”

“La prossima volta casa tua  te la fai esplodere da sola…” sussurrò Deidara.

“Basta un po’ di benzina e un fiammifero”

Ci fissammo torvamente per parecchi istanti. Konan, di fronte a noi ci guardava temendo una sfuriata. “Prendiamo il dolce?” chiese cercando di rilassare la tensione che si era creata. “Si! Il dolce!” esclamò Tobi.

“Non vi scomodate! Lo prendo io!” dissi. Mi alzai e presi il dolce che avevo preparato con Tobi nel pomeriggio. Panna, miele, crema al cioccolato, un pizzico di cannella e caramello. Un dolce ammazza - fegato che Tobi aveva insistito per avere. Ad un tratto mi balenò in mente un’idea subdola. Sorrisi fra me. Presi il dolce e mi avvicinai alla tavola. Stavo per sedermi al mio posto, ma il dolce mi scivolò ‘accidentalmente’ sulla testa platinata di Deidara, e sempre accidentalmente la mia mano fece spiaccicare il dolce anche sul viso del biondo. “Ops! Ma che sbadata! Perdonami, non l’ho fatto a posta!” dissi in una sua perfetta imitazione. I commensali a stento trattennero le risate. Lui strinse i pugni. “Ma che peccato…tu che hai i capelli così belli…ti ci vorranno settimane per togliere l’odore della cannella e il cioccolato li potrebbe macchiare…per non parlare del miele e del caramello, che renderanno il tuo faccino perfetto così appiccicoso da poter passare per un accalappia - mosche…e la panna, poi…sono così addolorata” dissi portando le mani al petto. “E pensa, biondo, questo è solo l’inizio” aggiunsi. Cambiai tono, dall’ironico divenne arrabbiato. “Tobi, se vuoi in frigo c’è un altro dolce, Konan, grazie per la cena.” Poggiai l’indice sul naso di Deidara, sporcandomi il dito di panna montata, poi mi leccai il dito e senza aggiungere altro mi diressi in camera. “Potrei sposarla, quella tipa…” disse Sasori scoppiando a ridere. “Che Jashin la benedica” aggiunse Hidan, ridendo a sua volta. “Questo è troppo, stiamo oltrepassando il limite” disse Deidara. Lo sentii alzarsi dalla sedia e camminare. Per un attimo pensai che sarebbe venuto in camera ma non accadde.  Cosa voleva questo tizio? Perché non faceva che attaccare briga? E perché…il suo sguardo mi faceva rabbrividire? Cercai di non pensarci e tornai a concentrarmi sul libro.

Passarono un paio d’ore. Sentii dei passi nel corridoio. Io ero già sotto le coperte, ma continuavo a leggere. Mi appoggiai e finsi di dormire. Riconobbi distintamente la voce di Deidara e Sasori. “Assumiti le tue responsabilità, Deidara…sei stato tu a iniziare”

“No, danna! Lei ha esagerato! Quella del dolce è stata pessima!”
”A me ha fatto ridere”

“Tu sei un caso patologico, non fai testo! Quando devi ridere non ridi, e ridi quando non devi!”

Entrarono in camera. “Ecco…dorme come se nulla fosse, e a chi importa se sono stato due ore sotto la doccia, uhn?”

“Parla piano che la svegli”

“Non mi interessa! Io questa tizia qui non-la-voglio! Da quando è arrivata lei sono cambiate troppe cose…tu che ridi, Itachi che parla, Konan che cuce…”

“E tutto questo non ti sembra positivo?”

“No, perché ciò che è positivo per voi non lo è per me! Non ho più privacy, devo condividere la stanza con una donna, devo sempre stare attento a non perderla di vista come ha ordinato Pain, devo sopportare le sue critiche! Non posso andare avanti”

“Come sei melodrammatico, Deidara! La verità è che ti brucia che qualcuno ti tenga testa!”

“Non c’entra niente, danna! È lei che mi da fastidio!”

“Credo sia un sentimento reciproco!”

“Non può che farmi piacere! Io non la volevo nell’organizzazione, te lo avevo detto subito, no? Avremmo dovuto ammazzare lei quella sera piuttosto che il Raikage.”

Quelle parole mi colpirono come uno schiaffo. Non mi era mai importato cosa diceva Deidara di me, ma quelle parole furono taglienti. Mi alzai di scatto afferrandolo per la maglietta. “Primo: se forse non ti ricordi non sono stata io a venire qui! Neanche io ci voglio stare, detesto tutto in questo posto, te per primo! Fosse per me sarei andata via da tempo! Secondo: se davvero mi vuoi ammazzare fallo qui e adesso! Terzo: se quella sera avessi ammazzato me, mi avresti solo fatto un favore!”  dissi. Non aggiunsi altro, tornai a letto, spensi il lume e mi voltai verso la parete opposta, dando le spalle a entrambi e sentendo i loro sguardi puntati su di me. “Vai a dormire anche tu, Deidara…” disse Sasori. Il biondo non rispose. Forse lo avevo colpito duramente con quelle parole. Oppure lo avevo fatto colpire dal senso di colpa. Per non so quale ragione il sapore salato delle lacrime giunse fino alle mie labbra non appena Sasori uscì dalla stanza spegnendo la luce. Sentivo Deidara girarsi e rigirarsi nel letto. Si…avevo smosso in lui abbastanza senso di colpa. Ma allora…perché piangevo?*

 

Mi svegliai di soprassalto. Non sapevo cosa avevo sognato, ma qualunque cosa fosse mi aveva reso nervoso. Guardai l’orologio…le due di notte. Avevo dormito solo tre ore? uffa! Cercai di riprendere sonno, ma mi accorsi di qualcosa di strano…silenzio. C’era troppo silenzio. Nessuna coperta in movimento, nessun respiro regolare. Mancava qualcosa. Mi voltai dal lato opposto. Il letto di fronte a me era vuoto. Le coperte erano scombinate e sopra vi stava una delle custodie nere di Shiori. Lei dov’era? Non che mi importasse di quella ragazzina…ma devo ammettere che le sue parole erano state dure. Pesanti. Il letto di Sasori era perfettamente intatto, come sempre del resto. Di lui nessuna traccia. Probabilmente era nel suo laboratorio a fare chissà cosa. Ma di lui al momento non mi importava. Mi alzai dal letto e silenziosamente uscii dalla stanza. Continuavo a chiedermi cosa stessi facendo…appunto…cosa diamine stavo facendo? Che mi era saltato in mente? Non stavo cercando Shiori…no, assolutamente! Ecco cosa stavo facendo! Stavo andando a bere qualcosa! Faceva un caldo infernale! Camminai verso la cucina. La porta era socchiusa e c’era la luce accesa. Dentro, però, nessun rumore. Spinsi leggermente la porta. Sul davanzale interno della finestra stava seduta Shiori. Suonava il suo violino con gli occhi chiusi, lasciandosi trasportare dalla melodia, muoveva l’arco sopra le corde come se avesse suonato quella  stessa canzone mille e mille volte. Io non sentivo nulla, però. Entrai nella stanza, badando a non farmi vedere, fu come attraversare un velo…solo allora riuscii a sentire la melodia. Era triste e malinconica, nelle sue note si poteva cogliere il grido disperato di chi soffre, di chi ha paura…di chi viene strappato da qualcosa che ama. In quel momento vidi qualcosa di brillante scivolare sul viso della diciassettenne. Una lacrima? Rimasi immobile a fissarla, senza muovermi di un centimetro, trattenendo il respiro. Era la cosa…più bella che avessi mai visto. La luce della luna illuminava il suo viso e le sue lacrime, creando un effetto chiaroscuro tale da sembrare una fotografia e cadeva esattamente sulla sua figura coperta solo da un top e una culottes rosso fuoco, dando ai suoi capelli una sfumatura argentata. Il mio cuore smise di battere, le mie mani ebbero un lieve tremito. Il tempo parve fermarsi.  Fui completamente rapito da quell’immagine che rimarrà per sempre nella mia testa. E quella melodia così struggente…la ricorderò fino alla fine dei miei giorni…riusciva ad arrivare fino alla mia anima, sfiorarla, attraversarla, esplorarne gli angoli più nascosti. Credevo…anzi no, ne ero certo…non mi ero mai sentito in quel modo prima d’allora. Shiori si morse le labbra, forse per lo sforzo di non piangere. Finita la melodia sospirò. No, ti prego, continua a suonare…avrei voluto dirglielo, ma ero paralizzato. Aprì gli occhi, mentre altre lacrime scorrevano sul suo viso. Mi notò dopo pochissimi istanti. Sgranò gli occhi e arrossì violentemente. Si asciugò le lacrime con il dorso della mano e si voltò dal lato opposto lentamente, nascondendosi. Non parlò e io non mi mossi. La vidi stringere una cosa al ventre, forse per nasconderla…una fotografia. “I - io….” Dissi. Beh…non sapevo cosa dire! Per la prima volta in vita mia…devo ammettere che è terribile non sapere cosa dire! “Io…c’è caldo…” ma certo che sei un genio, Deidara, dire qualcosa di intelligente ti risulta così difficile?  Ma certo! Idiota come sei! Ecco…ci mancava solo che mi rimproverassi da solo per fare tombola! “Lo so…” disse Shiori con una nota strana nella voce. “Prendo qualcosa da bere…e torno di là…” dissi. No…non volevo andarmene sul serio…non volevo andarmene affatto! Il perché? Non lo so nemmeno io. Mi avvicinai al frigorifero e afferrai con mani tremanti del tè ghiacciato. “Vuoi?” chiesi. Lei non si voltò a guardarmi, si limitò ad annuire, tenendo il viso nascosto. Ne versai un po’ per me e un po’ per lei. Trattenendo il respiro mi avvicinai a Shiori. Lei prese il bicchiere sussurrando appena un grazie. “Vado a letto…” dissi. Mi avvicinai alla porta con il mio bicchiere, ma non appena poggiai la mano sulla maniglia capii che anche se avessi voluto dormire non ci sarei riuscito. C’era qualcosa che mi richiama irrimediabilmente verso di lei. Mi voltai a fissarla. Stava guardando il tè. “Guarda che non è avvelenato…” dissi.

“Lo so…”

Mi riavvicinai a lei e mi appoggiai alla parete accanto alla finestra, osservandola. Carezzò la condensa sul bordo del bicchiere, poi bevve. Una gocciolina fredda scese lungo il suo mento, verso il collo, per poi sparire dispettosamente sul suo seno. Poggiai un dito sulla gocciolina e feci il suo stesso percorso a ritroso, per giungere infine sulle sue labbra. La vidi rabbrividire, ma non mi guardava. Aveva gli occhi fissi sul bicchiere. “Ti ho sentita suonare” dissi. Lei alzò la testa di scatto, mostrando gli occhi leggermente arrossati. “Ti ho svegliato? Scusa, e dire che avevo insonorizzato la cucina…” disse. Ecco cosa era quella strana sensazione entrando. “No, non mi hai svegliato tu…avevo caldo e sono venuto a prendere qualcosa da bere”

“Ah…” sussurrò, poi si voltò ad osservare la luna.

“Non credevo che suonassi così bene. Devo ammettere che mi hai fatto rabbrividire.”

“La musica produce un piacere di cui la natura umana non può fare a meno…”

“Questo è vero, ma serve un buon musicista per provocare questo piacere…”

Sorrise lievemente. “Ho visto che…mentre suonavi piangevi…”

Shiori arrossì violentemente. “Pensavo” rispose.

“A chi?”

Strinse maggiormente la foto. “A tante cose…o meglio, a tante persone”

Faceva un certo effetto sentirla parlare con voce così velata…quando litigavamo la sua voce non era affatto così. “Posso?” chiesi accennando alla foto. Lei allentò la presa e io la guardai. Un uomo, una donna, e al centro una bambina. Lei e i suoi genitori. “Avevo tre anni qui…” disse con un sorrisino. “Si vede…avevi lo sguardo meno omicida…” dissi. Sorrise di nuovo.

“Non avevo sete di vendetta…tutto qui”

“So che ti hanno adottata…”

“Già. Il mio vero padre è morto prima della mia nascita, mia madre mettendomi al mondo. Shuro e Theana non potevano avere figli, e quando mi videro fu un colpo di fulmine. Io ho sempre saputo che non erano i miei veri genitori, ma non mi hanno mai fatto pesare ciò. Ero molto affezionata a loro. Erano due persone straordinarie. Mia madre non faceva che suonare e cantare…e insegnarmi a fare lo stesso. Mio padre, invece, era un insegnante di arti marziali, mi insegnava a combattere soprattutto con le spade, ma più di tutto amava cucinare! Il suo sogno è sempre stato quello di aprire un ristorante multi-etnico. Sapeva cucinare di tutto e di più.”

La guardai mentre raccontava. Era persa in chissà quali ricordi, i suoi occhi brillavano e sorrideva con nostalgia. Doveva essere molto affezionata a loro…mi sentii uno stronzo ad aver detto quella cosa su sua madre, quel pomeriggio. “Io…non vorrei essere invadente, ma…cosa è successo di preciso?” chiesi.

“Beh…eravamo in viaggio, a Konoha. Mia madre doveva esibirsi e mio padre partecipare ad un torneo. Erano amici del clan Uchiha, e soggiornavamo in casa loro. Quella notte i miei genitori erano andati a cena fuori e io a causa di problemi di salute ero rimasta in casa Uchiha. Mi ricordo che avevano due figli…ma non ricordo né i nomi né i volti. Stiamo pur sempre parlando di sette anni fa. Io dormivo. Non ricordo quasi nulla di quella sera. Ricordo soltanto un urlo. Corsi fuori dalla stanza in cui dormivo. Era l’inferno! Sangue…morte…scesi le scale in cerca di vita, tramortita. Poi ricordo i due figli…il minore contro la parete, traumatizzato e scosso. Il maggiore invece stava uscendo dalla casa. Non ricordo il suo viso, come ho già detto, né quello del fratello. Ricordo solo i suoi occhi. Rossi come il sangue che avevano versato. Dopodiché ho un vuoto…probabilmente svenni. Mi svegliò un altro urlo. Quello di mia madre. Non appena giunsero le forze dell’ordine i miei genitori, trovati gli unici in vita e sporchi di sangue, furono considerati i responsabili e arrestati. Io dissi che non c’entravano nulla, ma la parola di una bambina e per giunta  figlia dei presunti colpevoli non valeva nulla. Aspettavano di sentire l’unico altro superstite, ma era talmente scosso che non parlò per giorni. Intanto, per i miei genitori scelsero la condanna a morte. Il Raikage agì con un giorno di anticipo e li fece giustiziare. Mezz’ora dopo arrivò una lettera che scagionava i miei genitori e con la cattura di altri due tizi…dopo tre giorni, il piccolo Uchiha riprese l’uso della parola  e disse che era stato il fratello maggiore a commettere la strage. Ma era troppo tardi. I miei genitori, ormai erano stati giustiziati. Le sue parole non me li avrebbero portati indietro. Sarebbe bastata solo mezz’ora…non di più…”

Cazzo…parlava di Itachi…Itachi è stato la causa di tutto. Che dovevo fare? Dirglielo? No…avrei solo creato problemi in più. “Da allora detesto il mio villaggio, il Raikage, il piccolo Uchiha che ha parlato tardi e quel bastardo di suo fratello…che per la sua pazzia ha causato la morte di due anime innocenti. Non si sa che fine abbia fatto dopo di che. È sparito nel nulla.”

“Mi dispiace che sia andata così…”

“Grazie…dispiace anche a me…”

“E inoltre…mi dispiace anche per quella cosa…che ho detto questo pomeriggio…sono stato…”

“Uno stronzo, insensibile, bastardo privo di tatto e uso della ragione?” suggerì. Io sorrisi.

“Si, esatto.” Sorrise anche lei.

“Non importa.”

Shiori si alzò e dal davanzale si trasferì sul divano, sotto la finestra. Mi fece cenno di sedermi. Io, chissà perché, obbedii. Lei si girò con i corpo verso di me, e io verso di lei, in modo che fossimo  l’uno di fronte all’altra. “E tu? Che mi dici di te? Come mai sei diventato il pazzo dinamitardo ossessionato dalle esplosioni che sei adesso?”

Sorrisi. “Diciamo solo che non tutti apprezzavano le mie capacità e le mie…ecco…diversità” dissi guardando distrattamente il palmo della mia mano destra. “Posso?” chiese. Io annuii senza capire a cosa si riferisse. Arrossii quando Shiori mi prese la mano e cominciò ad esplorarla. Passò un dito sul mio palmo, studiando ogni dettaglio delle labbra che vi erano impresse. “Per me è una figata vera e propria” disse sorridendo. “Pensa, chi riuscirebbe a creare delle esplosioni così?”

“Un bambino” dissi facendole il verso. Lei rise.

“No…un bambino non potrebbe utilizzando la tua stessa tecnica. E non potrebbe nemmeno fare delle opere d’arte come le tue…”

“Grazie” dissi semplicemente. Era concentrata sulla mia mano… “Oggi la pensavi diversamente”

“No, l’ho sempre pensata così…ho detto diversamente, non pensato”

“Certo che te sei subdola e contorta!”

“E anche pazza, aggiungerei”

Entrambi scoppiammo a ridere. Parlammo parecchio, delle cose più insensate. Ma stando con lei persi la cognizione del tempo e della stanchezza, non sentivo niente se non la sua voce. E non volevo sentire altro. Andammo a letto che erano quasi le cinque del mattino. Sasori non era in camera…figuriamoci! “Ok…grazie per la chiacchierata. Buonanotte, Capo” disse Shiori.

“Capo?!”

“Si, capo! Ricordati che sono affidata a te, sei un po’ il mio maestro”

“Wow…mi sento lusingato”

“Non montarti la testa, scendi dal piedistallo, biondino”

Rise. Che bella risata…le poggiai una mano sulla guancia, e lei mi puntò addosso i suoi occhi. Ritrassi la mano come se mi fossi scottato. “Buonanotte, Shiori” dissi imbarazzato.

“Eh no! Così non vale!”

“Eh?”

“Così è come se tu mi avessi dato un bacio! Non è giusto!” disse. Si alzò un pochino e mi stampò un bacio sulla guancia. “Ora siamo pari! Notte Maestro Artistico!”

“Notte”

Mi misi a letto un po’ stordito, mentre il punto in cui le sue labbra mi avevano sfiorato bruciava. Sorrisi. Maestro Artistico, eh? Non sapevo spiegare cosa fosse successo quella notte. Sapevo solo che sarebbe stato l’inizio di molte cose…belle, forse. Ma non credevo che proprio da quella bella esperienza sarebbero iniziati i miei dilemmi.

 

Fine chappy! E allora? Che ne dite? Si lasceranno andare alle sensazioni? Sono stata troppo crudele con Shiori? Come sempre accetto commenti positivi, negativi e consigli! Grazie per aver letto! **Therys**

P.s: probabilmente aggiornerò ogni lunedì! ^^

  
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