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Autore: Therys    28/11/2008    1 recensioni
Salve a tutti! Ed eccomi che torno all'attacco con una nuovissima FF! L'avevo iniziata mesi fa, ma poi per motivi che non ricordo l'ho abbandonata...non so se continuarla, quindi ve la propongo per sapere cosa ne pensate! Deidara si ritrova coinvolto in una missione particolare, talmente importante da far mobilitare metà Akastuki. Non conosce l'obiettivo della missione fin quando non si trova davanti una ragazzina...ma non una come tante! Shiori è una musicista Anbu del Villaggio della Nuvola, una vendicatrice ingegnosa e con delle capacità fuori dal normale. Accetterà la proposta che le verrà fatta? Come reagirà il nostro bel biondino alle prese con sensazioni mai provate? Un vero scontro fra titani: testardi allo stesso modo, rivali in tutto, entrambi disposti a lottare per la propria arte, ma ugualmente fragili, bisognosi di affetto e con la stessa domanda in mente: lasciare vincere l'oroglio o no? [DeidaraXnuovo personaggio] recensite, eh?
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Akasuna no Sasori , Akatsuki, Deidara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rabbrividii per la terza volta

Salve! Questa che segue è una fan fiction che avevo cominciato a scrivere mesi fa, e poi ho abbandonato. Secondo voi dovrei continuarla? Non è un gran che, e per questo vorrei sapere cosa ne pensate. Da qui potrebbe nascere una storia molto interessante, secondo quello che ho in mente. Vi avverto che ci potrebbero essere degli errori perché il mio pc fa la correzione automatica! Fatemi sapere cosa ne pensate! **Therys**

 

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Rabbrividii per la terza volta. Augurai a  Pain e la sua giovane (o vecchia che sia) vita che ci fosse un valido motivo per averci trascinati lì. Eravamo nel Villaggio della Nuvola, e chissà per quale stupido scherzo del destino nevicava nonostante fosse settembre. Per la prima volta dopo tanto tempo, Pain e Konan si erano scomodati a uscire dal nostro caldo e accogliente covo- che in quel momento rimpiangevo- per accompagnare me, Sasori, Itachi e Kisame in questa missione. Ebbene si. Aveva mobilitato metà dell’organizzazione per questa missione. La cosa peggiore era che nessuno di noi, se non Pain e Konan, aveva idea di cosa facessimo lì. Vedere Sasori e Itachi indifferenti come al solito mi mandava in bestia. Solo Kisame sembrava soffrire il freddo quanto me. “Insomma, Pain, si può sapere che cavolo stiamo facendo qui?” chiesi in preda ad altri brividi di freddo. “Tutto a tempo debito, Deidara” rispose. Lo detesto quando fa così!

“E quando sarebbe il tempo debito, di grazia?”

“Fra…due minuti” disse dando un’occhiata ad un orologio da polso che mai avevo notato. Ad un tratto,  fra la neve comparve una figura. Non avevo idea di come e quando fosse arrivata lì. Ci dava le spalle. Non riuscivo a vedere nulla…se non che aveva i capelli corti. Pain si fermò ad un metro dalla figura. Questa si irrigidì e si voltò di scatto puntando una spada alla gola di Pain. Dall’abbigliamento e dalla maschera che indossava era chiara la sua provenienza: un Anbu del villaggio. Vidi Kisame, come me, prepararsi allo scontro. Cosa poteva fare mai un misero Anbu tutto solo contro noi sei? Assolutamente nulla. Konan alzò una mano, in un tacito invito a fermarci. Si era bevuta il cervello? Spostai lo sguardo da lei a Pain , che aveva ancora la spada dell’Anbu puntata alla gola. Contro ogni aspettativa, l’Anbu si rilassò e rinfoderò la spada. Rise sotto la maschera. “Hai mobilitato metà Akatsuki? Davvero speri che così mi convincerai?” l’Anbu portò una mano alla maschera e la tolse, abbassò anche il fazzoletto nero che copriva la bocca. “Sei uno sciocco, Pain” dire che rimasi sconvolto è poco. “Aspetti da tanto, Shiori?” chiese Pain. La donna che gli stava di fronte sorrise maliziosamente. “Non poi così tanto…un paio d’ore” aveva i capelli biondo cenere, lisci, che non sfioravano le spalle per pochissimi centimetri, un ciuffo le ricadeva sulla guancia destra, coprendo un po’ l’occhio...le sue iridi erano verdi, con sfumature azzurrognole. In quel momento…era la cosa più artistica nel raggio di chilometri. “Perdona il ritardo, ma qualcuno era troppo impegnato a lamentarsi per camminare velocemente” Pain mi lanciò un’occhiata torva, Shiori seguì il suo sguardo, incrociando i miei occhi. Si…era davvero artistica! Talmente bella da sembrare un dipinto. Poi tornò a Pain. “Capisco. Adesso mi è dato sapere il motivo della vostra visita, che dubito sia di pura e semplice cortesia?” chiese. Mi stavo facendo la stessa domanda.

“Diciamo che sono qui per lanciarti un ultimatum.”

“La risposta è no”

“Non vuoi nemmeno pensarci?” chiese Konan. E chi l’aveva mai sentita la sua voce?!

“Perché dovrei? Datemi un valido motivo per cui dovrei unirmi ad una…una…balbettante, bambocciona, banda di babbuini!” disse quasi con disprezzo. Si riferiva a noi?!

“Ehi!” sbottai contemporaneamente a Kisame e Sasori, che sembrava essersi svegliato. Chissà perché, però, l’occhiataccia di Pain, Konan e Shiori me la guadagnai soltanto io. Infami! “Bada a come parli, siamo gente di tutto rispetto” disse Kisame.

“Oh, ma davvero? Chissà perché ma non me n’ero accorta! Tsk…”

Bella quanto bella potrei odiarla questa tizia qua! “Taci Kisame. Tornando a noi, Shiori…dovresti essere fiera di questo invito. Non accogliamo chiunque.”

“Che mi importa? Preferisco agire da sola”

“Spero tu abbia un piano”

“Certamente. Ed è anche molto efficace.”

“E il primo passo sarebbe fare la lecchina del consigliere del Raikage?”

“Io non faccio la lecchina di nessuno. Cerco solo di convincerlo a farmi parlare con il Raikage privatamente”

“Capisco. Allora, ascoltami bene. Tu ci hai appena definiti una balbettante bambocciona banda di babbuini…il che fa presupporre che ti consideri migliore di noi…”

“Non mi considero migliore…lo sono!”

“Tsk! Ma sentila!” ecco un’altra occhiataccia di Konan…cavoli, fa paura quella donna!

“Perfetto. Su qualcuno potrei darti ragione, ma appunto per questo ci serve gente competente. Gente come te. Sai bene che non ho mai visto nessuno con le tue potenzialità, con la tua agilità, bravura, temperamento, intelligenza…nessuno che usa un jutsu come il tuo…sei l’unica sulla faccia della terra rimasta con tali potenzialità. E ho bisogno di te”

“Non fare il ruffiano”

“Non sto facendo il ruffiano. Ti sto elogiando per le tue doti. Ma adesso stammi a sentire. Ti propongo un patto: se entro stasera tu riuscirai ad attuare il tuo piano, da sola, vuol dire che sei davvero migliore di noi e quindi potrai fare quello che ti pare. Ma se fallirai…allora devi venire con noi e unirti all’Akatsuki”

“Questo è il patto?”

“Esatto”

“A me sembra più una minaccia mal riuscita…”

“No, più propriamente è una sfida”

Vidi una luce illuminare gli occhi verdi di Shiori. Una reazione alla parola “sfida” immagino. Sorrise. “Ok, prenderò questo aborto di minaccia come una sfida. Ma alziamo la posta in gioco. Se riesco a portare il piano a termine…prendo due a caso di voi, li faccio fuori e mi prendo gli anelli”

“Mi dispiace, ma i miei mi servono ancora per un po’…”

“Ma se non ci riesco…dovrò prestare servizio all’Akatsuki per sempre”

“Bene…interessante. Ci sto”

I due presero un kunai e si fecero un piccolissimo taglio sul palmo destro. “Prometti che se riuscirò a compiere la mia missione entro la mezzanotte potrò uccidere due di voi e impossessarmi degli anelli?”chiese Shiori.

“Lo prometto. E tu prometti che se non ci riuscirai ti unirai all’Akatsuki?”chiese Pain.

“Si, lo prometto”

I due si strinsero la mano destra. Non avevo mai assistito ad un giuramento con il sangue. Sapevo che si faceva quando si mettevano in gioco cose molto importanti, come la propria libertà o la vita di qualcuno. Devo dire che è straordinario! O per essere più precisi…è artistico!

“Ok. Allora vado a prepararmi...le mie lame avranno un bel lavoretto da fare, per uccidere tre persone…a stasera”

“A stasera”

Shiori fece un passo indietro, alzò le braccia verso il cielo facendo un ampio movimento dalle gambe su cui erano poggiate prima, fino a sopra la testa. Una spirale di neve la avvolse e quando scomparve, sulla schiena della donna erano comparse delle ali bianche. Giuro, in vita mia non avevo mai visto nulla di simile. Shiori sorrise, con mio sommo stupore si voltò verso di me, mi squadrò da cima a fondo, mentre io arrossivo fino alla punta dei capelli. Poi sorrise scettica. “Ci si vede” disse a Pain, poi con un salto prese il volo, veloce come un drago. Potrei giurare sulle mie doti artistiche che prima di prendere il volo mi strizzò l’occhio. Ripeto: non avevo mai visto nulla di simile. “Cosa hai intenzione di fare, Pain?” chiese Konan.

“Esattamente seguire i miei piani. Che ve ne pare?”

“Chi diamine è?” chiesi sconvolto.

“È una ragazza fuori dal comune…”

“Come se non l’avessi capito”

“Si chiama Shiori” iniziò Konan “…ha diciassette anni…”

“Diciassette?! Quella cosa è più giovane di me?” chiesi sbalordito. “Insomma una mocciosa?!”

“Hai visto cosa sa fare, no? E questa è solo una misera parte delle sue capacità. È nata in questo villaggio, orfana di entrambi i genitori è stata adottata da una famiglia benestante. Rimase nuovamente orfana a 10 anni, da allora nutre un profondo odio verso il villaggio e il Raikage. È diventata Anbu a 14 anni, e il suo unico scopo è quello di guadagnarsi la fiducia del Raikage…per vendicarsi. È una vendicatrice disposta a tutto pur di fare giustizia a ciò di cui è stata privata.”

“Wow…interessante…e il piano di cui parlava poco fa…”

“Si, è un piano per assassinare il Raikage. E purtroppo…è un piano a dir poco perfetto. Non fa una piega.”

“E in tutto questo noi che ci facciamo qui? Tu e Pain non potevate sbrigarvela da soli?”

“Non proprio. Kisame e Itachi servivano a metterle paura…tu e Sasori…ci servite per sabotare il suo piano”

“Sabotare il suo piano?”

“Esatto. Non penserai mica che ce la facciamo scappare così!”

“Mm…mi piace come idea…sabotare…suona artistico!”

“Oddio, non ricominciare” sbuffò Sasori. Lo detesto! “Sta zitto, che tu di arte non ci capisci niente!” sibilai con fare minaccioso.

“Su, basta perdere tempo. Dobbiamo agire. Missione 009: operazione Recuperiamo-Shiori!” ci voltammo tutti contemporaneamente verso Pain. “Che c’è? Che ho detto?” chiese intimidito. “Missione 009?” chiese Konan.

“Operazione Recuperiamo-Shiori?” chiese altrettanto sconvolto Itachi. Toh! Ma tu guarda chi si era deciso ad aprir bocca!

“Che male c’è?” chiese Pain.

“Niente, lasciamo perdere”

Più tempo passa e più mi convinco di essere in mezzo a dei pazzi! Ma chi me lo ha fatto fare? Dannato Itachi! Stavo morendo di freddo e di sonno…non vedevo l’ora che tutto questo finisse. Ma devo ammettere che il caso Shiori mi allettava. Sembrava una tipa interessante. Una vendicatrice, uhn? La vendetta è così artistica! Staremo a vedere se è degna della sua fama…

 

*Erano le 22:15. Vagavo sicura all’interno dell’abitazione del Raikage. Nulla mi avrebbe impedito di compiere la mia vendetta e mostrare a quegli scimmioni dell’Akatsuki le mie capacità. Era una serata perfetta per il piano. Cielo nuvoloso, neve che imbiancava tutto, freddo pungente. Si…era perfetto! Giunsi nei pressi degli alloggi del Raikage. Le luci erano ancora accese...come avevo previsto, era ancora nel suo ufficio. Ma prima c’era un altro enorme ostacolo da superare, ma sapevo bene cosa fare. Bussai alla posta della  ricevitoria. Bisognava passare necessariamente da lì per giungere al Raikage. “Avanti!” disse una voce all’interno. La conoscevo bene…e l’avevo sempre odiata! Misi su il mio sorriso migliore, poi aprii la porta. “Buonasera Toshio!” dissi.

“Ah, sei tu, Shiori! Accomodati pure” disse. Toshio era la persona più vicina al Raikage in assoluto. Il suo consigliere. Stravedeva per me, ed era stupidamente convinto che anche io stravedessi per lui…idiota! Ma devo ammettere che questo giovava a mio favore. Mi avvicinai alla scrivania su cui era seduto. Gli porsi una mano, ma lui come sempre, invece di stringerla la portò alle labbra e la baciò. Che schifo! “Dimmi, cosa ti porta nel mio studio a quest’ora?” chiese.

“Nulla di importante…volevo solo tenerti compagnia”

Certo, come no! “E ti ho portato un regalino!” dissi esibendo una grandissima bottiglia di vodka alla pesca. Lui adora gli alcolici…e anche questo giovava perfettamente a mio favore. “Bricconcella che non sei altro! Vuoi farmi licenziare? Lo sai che se mi beccano a bere sul lavoro…”

“Non sarebbe la prima volta, Toshio” mi sedetti sulla scrivania, accavallando le gambe. Non sarebbe mai e poi mai riuscito a resistere alle due cose che più adorava messe insieme. Mi guardò famelico. Quasi mi faceva pena! Si stava illudendo per nulla. Gli versai un bicchiere di vodka e glielo porsi. “Suvvia, non vorrai farti pregare, spero”

“Mi stai tentando, Shiori…”

“Non mi risulta che le mie tentazioni ti infastidiscano…”

“No, anzi…al contrario”

Allungò lentamente una mano verso le mie gambe. Eh  no, bello! Neanche hai bevuto e già ci provi?! “Non credo di essere abbastanza brilla da concedermi a te, Toshio…” dissi.

Mi porse un bicchiere di vodka. Ma allora è scemo! “E allora datti da fare a bere questo affare” disse. Bleah! È proprio convinto! Sorrisi con malizia e finsi di bere il liquore. Lui ingoiò il primo bicchiere tutto d’un fiato. Sorrisi. Il piano stava andando alla grande.

Ore 22:53. Toshio aveva fatto fuori da solo ben tre bottiglie di vodka. Era fuori come un balcone! Stava dando i numeri. “Ma lo sai che sei proprio bellissima?” chiese con voce impastata d’alcol.

“Si, tesoro, lo so!”

“Non essere modesta! Dico sul serio! Sei la più bella del mondo”

“Si, si, certo. È rimasto l’ultimo bicchiere. Mandalo giù…se mi vuoi tutta per te” inutile dire che mi strappò il bicchiere dalle mani per berlo tutto in una volta. Ma eravamo arrivati a quota 23, ragion per cui il consigliere-maniaco, si addormentò d’un colpo, battendo violentemente la testa sulla scrivania. “Molte grazie Toshio. Sogni d’oro!” sussurrai. Mi voltai verso lo studio del Raikage. Ormai non c’era più nessuno a proteggerlo! Non potevo chiedere di meglio. Entrai nello studio senza nemmeno bussare. A che servono le buone maniere quando stai per uccidere qualcuno? “Shiori cara! Qual buon vento?” con che coraggio chiamarmi cara?

“Salve signor Raikage. Bella serata, non trova?”

“Stupenda. La neve è incredibilmente affascinante”

“Si…molto. Ma…è anche piuttosto letale…”

Mi bastò un cenno della mano, la neve poggiata sul davanzale delle finestre si allungò verso il Raikage, afferrandolo per polsi, caviglie e collo e tenendogli chiusa la bocca. E bravo il mio elemento! Il Raikage mi guardava sconvolto, gli occhi sgranati, emetteva mugolii e versi. “Sai perché è una bella serata?” sfoderai la mia spada, massaggiando il collo dell’uomo con la lama. “Perché finalmente, dopo sette lunghi anni sarà fatta giustizia.” Sgranò ulteriormente gli occhi, in preda al terrore. Sorrisi. “Te li ricordi Shuro e Theana? Si, i miei genitori adottivi…quelli che avete fatto giustiziare prima dell’orario previsto dalla condanna…ricordi com’è andata? Accusati di reati mai compiuti, chiusi in carcere per poche settimane…e la sentenza di condanna a morte? Era prevista per il 16 settembre alle 09:30 del mattino. E tu cosa hai fatto? Li hai fatti giustiziare alle 19:30 del 15 settembre. E guarda un po’…oggi è giorno 15. Che destino infame…morire il loro stesso giorno. Non ne saresti degno! Ricordi cosa è accaduto alle 20:00 del 15 settembre? È arrivata una lettera da parte dei giudici…che affermava la loro innocenza e la cattura dei veri responsabili dell’omicidio a Konoha. Mezz’ora…sarebbe bastata quella per farli sopravvivere! Ma tu avevi fretta, dico bene?”

L’uomo non disse nulla, ormai in preda a spasmi di terrore. Sferzai l’aria davanti a lui, incidendo un profondo taglio su entrambe le sue gambe. Cadde al suolo, mentre le prime tracce del suo sangue arrossavano il pavimento. Un altro cenno della mano, la neve attorno alla sua bocca si dissolse. Gli puntai la lama al collo. “Se tu osi gridare, non avrai nemmeno il tempo di renderti conto di essere in punto di morte.” Minacciai. Gemeva…tremava…quale soddisfazione migliore? “Implora pietà…” sussurrai.

“Ti supplico, Shiori, sii ragionevole! Non uccidermi, ti prego! Abbi pietà! Ero ai primi anni nel mio ruolo, volevo solo cercare di mostrare a tutti che ero capace di punire chi sbagliava…ma ti supplico, non uccidermi!”

“Guardati…tremante e indifeso…implori pietà, strisci ai piedi di una ragazzina…saresti il Raikage? Il ninja più forte del villaggio? Semplicemente mi disgusti! Dov’è il tuo onore? La tua dignità è sempre stata pari a quella di un viscido verme. Meriti più di ciò che sto per infliggerti!”

“No, ti supplico, non farlo!”

Lo afferrai per il collo, sbattendolo violentemente contro la parete. Strinsi sempre di più. Le sue vie respiratorie si chiusero lentamente, annaspava alla ricerca disperata di aria. Conficcai la spada nella sua spalla, mentre la neve, mia complice, gli tappò la bocca. “Speravi forse che ti avrei ucciso subito?  No, mio caro, ti sbagli! Prima…dovrai soffrire!”

Lo scaraventai dall’altra parte della stanza. Infranse uno specchio e cadde a terra agonizzante. Mi avvicinai a lui con passo lento, ma deciso. “Osservati…osserva come ti sei fatto ridurre da una ragazzina in dieci minuti…è uno spettacolo penoso! TU sei penoso…e sono stanca di vederti in vita”

Alzai le braccia, impugnando la spada con entrambe le mani. “Addio, signor Raikage!” dissi. Risi malignamente. Caricai il colpo, ma qualcosa mi bloccò a pochi centimetri dal Raikage. Dei fili di chakra trattenevano la mia spada e i miei polsi, impedendomi ogni movimento. “Ma cosa…?” mi voltai verso la finestra. Loro?! Che facevano loro lì? Che volevano?! Sulla finestra stava uno dei membri dell’Akatsuki, capelli rossi, occhi nocciola, era lui a controllare i fili di chakra…il marionettista di cui ignoravo il nome. Dietro di lui…il biondino sorrideva sadico e soddisfatto. Che aveva da ridere?! E perché quell’idiota mi stava trattenendo?

“Che diamine volete voi due? Levatevi dai piedi!” sibilai minacciosamente. Il rosso entrò nella stanza, indifferente, concentrato sulla sua azione. “Da qui in poi fai tu, Sasori” disse il biondo. Ancora non riuscivo a capire. “Lasciami!” ordinai al tipo chiamato Sasori. Evidentemente detestava gli ordini, perché mi guardò parecchio male. Ma figuriamoci se io, Shiori, mi lascio impressionare da un’occhiataccia. Sasori mi si avvicinò, mi strinse un polso con tale forza che fui costretta a lasciare cadere la spada. A quel punto, lui mi afferrò per un braccio e mi strattonò verso il compare biondo. “Tutta tua…” disse. Non ebbi nemmeno il tempo di muovermi, di pensare. Il biondo mi aveva afferrata per entrambi i polsi, portandomeli dietro la schiena. Non potevo muovermi. “Che storia è questa? Lasciami immediatamente!” urlai.

“Tu adesso vieni con me, senza fare storie, ok?”

“Ok un corno, razza di imbecille! Lasciami andare!!”

Mi puntò minacciosamente un kunai alla gola. “Forse non ti è chiaro con chi hai a che fare, ragazzina! Vedi di moderare i termini e non farmi arrabbiare! Non ci sto nulla a farti saltare per aria”

Ma senti questo che osa minacciarmi! “Bastardi!” sibilai. Lui sorrise malignamente. Ma che cazzo vogliono questi da me? Il biondo mi trascinò con sé su un enorme uccello bianco. Era talmente grande da farmi paura. All’ordine del tizio, l’uccello partì velocemente, sferzando l’aria con le ali immense. Fui costretta a chiudere gli occhi. Sentivo il respiro calmo del biondo sui miei capelli. Era rilassato, come se fosse routine. Diedi una sbirciatina giù…non era poi così alto…e poi potevo volare anche io…ma avevo le mani legate nel vero senso della parola! Quel bastardo aveva una presa talmente salda che sentii la circolazione bloccarsi. E con le mani bloccate non potevo fare nulla. Provai a dimenarmi, mi agitai ripetutamente, sotto la sua stretta. “Siete dei sudici ignobili bastardi! Siete sleali! I patti erano diversi!” urlai.

“Criminali” rispose semplicemente. Sorrise soddisfatto. Provai dentro un forte desiderio di fargli sparire quel sorrisetto una volta per tutte! “Questo non è giusto! Lasciami andare!”

Mi misi a scalciare, e credo anche di averlo colpito, visto che mi afferrò per i capelli, portandomi la testa indietro a pochi centimetri dal suo viso. “Ti ho già detto di non farmi arrabbiare, signorina. Davvero, non ti conviene! Fai la brava”

“Siete spregevoli”

“Neanche tu sei una santa”

“Ma i patti erano chiari! Non è giusto!”

“Beh, c’è stato un cambio di programma, questo è il nuovo piano. Se ti sta bene perfetto, se non ti sta non me ne fotte niente, ok? E se forse non te ne sei accorta la vita non è giusta!”

Non risposi. Come dargli torto? Il mio respiro affannoso era in perfetto contrasto con il suo calmo. Non riuscivo a pensare, a fissare altro che non fossero le sue iridi azzurre. Smisi di dimenarmi…in fondo era inutile. Lentamente lasciò la presa dai miei capelli, ma mai dai miei polsi. “Ecco, da brava…stai buona, rendi tutto più semplice” rimasi zitta e immobile, lo sguardo fisso sul paesaggio che scorreva sotto di noi. Alzai per un istante lo sguardo sul biondo…lo avevo già visto…ma  dove? “Tu…sei Deidara, dico bene?” chiesi.

“Mi conosci, vedo…” sembrava compiaciuto.

“Ho letto il tuo profilo nel catalogo dei ricercati del Raikage. Non c’è scritto nulla, se non che sei del Villaggio della Roccia, ex-terrorista, attuale membro dell’Akatsuki  e altamente esplosivo

“Davvero c’è scritto così? Yeah!”

“Non proprio così, ma il nesso è quello. Sei tu, quindi?”

“Temo di si…”

“Capisco…un tempo ti ammiravo…prima che tu trovassi divertente rapirmi”

“Non ti ho rapita, ti ho solo prelevata”

“Certo, come no…razza di inutile Emo-Platinato”

“Guarda che ti butto giù e ti faccio saltare in aria come un petardo!”

“Non lo faresti! Pain ti ucciderebbe!”

“Sei sicura che non mi abbia ordinato di ucciderti?”

“Lo avresti già fatto”

Deidara strinse ulteriormente la presa attorno al mio polso…evidentemente non era abituato a perdere le sfide verbali e non. Chi se ne importa? Il pennuto su cui viaggiavamo scendeva di quota. Giungemmo all’ altezza delle abitazioni, di una in particolare. La mia. La finestra della mia camera era aperta. Deidara mi spinse dentro con poca grazia, tanto che caddi per terra, sbattendo la testa su un mobile. “Ascoltami attentamente. Ci sono due dei nostri al piano di sotto, tentare la fuga è inutile. Adesso prendi la tua roba, più velocemente possibile. Prendi lo stretto necessario, non ho intenzione di aspettare i tuoi comodi.” Lo fissai con rabbia. Aveva quella dannata aria superiore. Mi alzai e sbuffando misi i miei effetti in uno zaino. *

 

Ero su quella finestra da pochi secondi, eppure ero già stanco di aspettare. Non c’era proprio nulla da far saltare per aria? Shiori si muoveva per la stanza, raccogliendo pochi oggetti. Armi per lo più, e indumenti. “Qui manca della roba” disse osservando un cassetto vuoto. “Konan è stata qui e ha preso qualcosa” risposi. Lei sbuffò nervosamente. Prese una fotografia e due custodie nere di diverse dimensioni. “Suoni?” le chiesi fissando il pianoforte al centro della stanza e le due custodie che aveva preso. “Secondo te?”

“E i tuoi strumenti sono indispensabili?”

“La musica è la mia vita, Emo-psicopatico!”

“Bada a come parli e datti una mossa”

La musica era la sua vita…da come lo aveva detto, sembrava che davvero non potesse farne a meno. E in fondo capivo il suo attaccamento ai suoi strumenti. Shiori sta a musica come Deidara sta ad esplosione. Nulla di più facile. Ho sempre pensato che la musica fosse una forma d’arte di tutto rispetto. Un’artista anche lei. “Ho finito” disse. La guardai. Uno zaino con indumenti, uno con armi e la custodia nera più piccola, l’altra in spalla. “Hai più armi che abiti?”

“Fatti miei”

Si avvicinò alla finestra, scrutandomi. Presi i suoi effetti posandoli sulla mia opera d’arte volante, poi la presi bruscamente per un braccio “Faccio da sola, non c’è bisogno che mi tratti così!” protestò.

“Non voglio correre rischi” risposi. Avrebbe potuto spiccare il volo se le avessi lasciato le mani. Ci librammo sopra le abitazioni. “Aspetta! Fermati” disse Shiori.

“Che c’è? Hai dimenticato qualcosa?” chiesi scocciato.

“No…devo chiederti un favore”

“E speri che io te lo faccia?! Tsk”

“No, ascoltami prima. Potrebbe divertirti. Hai detto che puoi creare delle esplosioni, no?”

“E allora?” improvvisamente ero curioso di sapere la sua richiesta.

“Fai esplodere casa mia…e cerca di portare con lei più persone possibili!”

Sorrisi. Non avevo aspettato altro per tutto il giorno. Il suo sguardo era colmo di rabbia e rancore, lo desiderava davvero. “Ne sei sicura?”
”Sicurissima”

“Perché?”

“So che mi avete rapita perché mi volete con voi. Io ho promesso che il giorno in cui avrei lasciato questo villaggio, sarebbe stato per sempre e non avrei lasciato nessuna traccia di me, del mio passaggio. Sarebbe stato come se non fossi mai stata qui. Devo spezzare il legame con questa gente, e l’unico modo è quello di liberarmi della casa. Falla esplodere…te ne prego”

La guardai fisso negli occhi. Possibile che una ragazza così giovane portasse dentro tutta questa rabbia? Tutto quest’odio? Che facesse riflessioni così profonde? Non smetteva di stupirmi. Pain aveva detto di non fare esplodere il villaggio…me lo aveva vietato…ma per una piccola casetta isolata…chissà, forse avrebbe chiuso un occhio. “Sappi che lo faccio solo perché è divertente” mentii. Infilai una mano nella sacca che avevo alla cintura, plasmai un piccolo fringuello bianco. Shiori lo guardò ammaliata, boccheggiando un ‘wow’ appena percettibile. Eh, si…devo ammetterlo, sono un vero artista! “A te l’onore” dissi. Le liberai una mano, lei la aprì e il fringuello si posò sul suo palmo. “Questo…è magnifico…” disse. Senza nemmeno accorgermene le liberai anche l’altra mano, con la quale Shiori accarezzò il fringuello, studiandone ogni dettaglio. “Che peccato sprecarlo…è così…così…”

“Artistico?” suggerii. Shiori sorrise. Annuì.

“Già…artistico”

Shiori lasciò volare il fringuello, che andò dritto verso la sua abitazione. “Vedi, Shiori, secondo la mia filosofia, l’arte…”

Vi fu un gran boato, la splendida luce che solo la mia arte riusciva a creare, sentii un fremito, accompagnato dall’adrenalina che mi scorreva nelle vene. “È un’esplosione…” conclusi. Lei guardava ammaliata lo spettacolo che si presentava ai suoi occhi. Sorrideva. “Mi piace questa forma d’arte…” disse. Io sorrisi. Le afferrai nuovamente i polsi. “Andiamo, è tardi”

Durante tutto il tragitto non disse una parola, stava immobile fra le mie braccia, tanto che pensai si fosse addormentata. Appena giungemmo dagli altri, però, si irrigidì. Non appena  mise piede a terra, Itachi la afferrò per la maglietta con poca grazia e la scaraventò verso Pain. Lo fissai torvamente. Shiori stava già collaborando, perché trattarla così? “TU! Lurido bastardo!” inveì la giovane puntando un dito contro Pain. “I patti erano chiari, o sbaglio?”

“Si, erano chiarissimi. Sei riuscita ad uccidere il Raikage?”

Shiori si bloccò, arrossendo. “No, ma se non fosse stato…”

“Ok, perfetto. Hai perso, ti toccherà unirti a noi”

“Ma che discorsi sono?! Sono intervenuti i tuoi tirapiedi! Se non fosse stato per loro il Raikage sarebbe bello che morto!”

“Ma non lo è, quindi hai perso la sfida. Secondo i patti ti tocca unirti a noi a vita”

“Voi i patti non li avete rispettati, perché io dovrei?”

“Tu hai promesso che ti saresti unita a noi se non fossi riuscita nella tua impresa, non hai specificato che non ci dovevamo intromettere per ostacolarti”

Shiori lasciò scivolare le braccia lungo i fianchi, sconfitta. “Sei un infame” sibilò.

“No che non lo sono. I patti sono patti”

La ragazza abbassò lo sguardo. In un certo senso mi faceva pena. Sapevo come ci si sentiva ad essere obbligati. “Va bene…rispetterò il giuramento e mi unirò a voi. Ma vi avverto. Io non sono dalla parte del bene e nemmeno dalla parte del male. Io agisco secondo ciò che ritengo giusto, senza considerare se sia una cosa buona o cattiva. Se mi ordinate qualcosa e io non la riterrò giusta…non la farò.”

“Perfetto. Chiarito questo, possiamo anche tornare al covo”

“Ma è tardi, non ci potremmo riposare un po’?” chiese Kisame.

“Non se ne discute. Partiamo subito”

E che palle! Mai un minimo di riposo! Che vita straziante, la vita da criminale! Vidi Konan avvicinarsi a Shiori, ancora immobile e a testa china. Le porse un comune mantello nero, invitandola a indossarlo. Shiori glielo strappò dalle mani e lo indossò. Dopo meno di un quarto d’ora cominciammo a camminare verso casa.

Camminammo tutta la notte senza sosta, in silenzio. Solo Kisame parlava di tanto in tanto e Sasori mi rimproverò per la mia piccola adorabile esplosione, definendola stupida e indecorosa. Ed eccoci di nuovo a litigare come due bambini. Indecorosa?! La mia arte?! Ma io gli stacco la giugulare a morsi! Ah…lui non ha giugulare…vabbè, lo uccido! Konan parlava sommessamente a Shiori, che però non accennava a risponderle né a parlare. Camminavamo da dodici ore quando Pain si fermò d’improvviso. “Che ti prende?” chiesi. Ma Pain non mi ascoltò. Si voltò verso Shiori. Le tolse il cappuccio e le sollevò il viso. Lei lo fissò torva. “Da quanto non dormi?” le chiese Pain.

“È mezzogiorno…sono ventisette ore…” ammise Shiori. Cosa?! Ventisette ore?! E si reggeva ancora in piedi? Io il giorno prima avevo dormito in attesa di attuare il piano…lei evidentemente no…poverina! “Così rischi un collasso…Itachi, prendila”

“Non mi serve il vostro aiuto, non sono stanca, riesco a camminare!”

Pain sbuffò. “Voi donne e il vostro dannato orgoglio…” borbottò. Si tolse l’orologio da polso, lo fece dondolare davanti agli occhi di Shiori e lo lasciò cadere. Mi aspettavo che lei lo prendesse al volo, e doveva esserne sicura anche lei perché chiuse la mano. Ma l’orologio cadde per terra. “No…non sei stanca, sei sfinita! Itachi…”

“Ma…”

“Niente ma…”

Itachi si avvicinò a Shiori, che lo guardò male. Sbuffò quando Itachi la prese sulle spalle. Gli cinse il collo con le braccia e la vita con le gambe. Lui la sorreggeva senza dare segni di emozione. “È così imbarazzante…” sussurrò Shiori.

“Suvvia, è per il tuo bene, non fare storie! Però…sei leggera! Ma mangi?” chiese Itachi. Cavoli, questo è un trauma! Itachi che usa ben 14 parole di fila. È un record! Devo appuntarmi questo giorno. “Si, anche troppo” rispose Shiori. Appoggiò la guancia sulla nuca di Itachi, mentre gli occhi le si chiudevano lentamente. “Dormi, che è meglio” sussurrò Itachi…oggi mi stupisce! Inizialmente lei cercò di stare sveglia. Io non smettevo di fissarla, approfittando di essere dietro Itachi e del ciuffo che mi copriva gli occhi. Chissà per quale ragione ma ero un po’ infastidito. Non so da cosa, né il perché…ad un tratto incontrai gli occhi verdi di Shiori. Mi guardava. Ricambiai lo sguardo, ma mi sentivo perforare l’anima. Fui costretto ad abbassare gli occhi, con le gote in fiamme. Dopo venti minuti, il respiro di Shiori si fece regolare e i suoi occhi si chiusero definitivamente. Dormiva. Itachi la strinse maggiormente per evitare di farla cadere, visto che dormendo non si reggeva da sola. Io sentii qualcosa muoversi nel mio petto, sbuffai nervosamente. “Ti brucia, eh?” chiese una voce improvvisa. Mi voltai verso Sasori. Sorrideva maliziosamente. “Cosa mi dovrebbe bruciare?”

“Non fare lo scemo con me…sai a che mi riferisco…”

“Ho sempre pensato che tu fossi un idiota, danna, ma adesso ne sono del tutto certo…”

“Ok, nega pure quanto vuoi…ma giuro su Hiruko che riuscirò a farti sputare la verità…”

Lo guardai senza capire. “Eh?” chiesi.

“Va bene, Deidara, lascia perdere…”

Chi lo capisce è proprio bravo! Ma bravo forte! Dopo un’altra ora di totale silenzio, Pain si voltò verso Itachi, senza però fermarsi. “Dorme?” chiese. Itachi annuì. “Perfetto…Deidara, renditi utile…portala tu…”

“Ma io mi stanco…” obiettai. Non era vero…ho sempre avuto un’ottima resistenza fisica, ma non volevo darla vinta a Sasori, che aveva sogghignato appena mi aveva visto arrossire. “Non così, idiota! Intende che devi fare una delle tue porcherie svolazzanti!” precisò Sasori. Porcherie?!

“PORCHERIE?!” urlai.

“Shhhh! La svegli!” dissero quattro voci contemporaneamente.

“Fallo e basta! Non dici che sei stanco? Così ne approfitti per riposarti” disse Kisame. Sbuffai. Mi fermai, plasmai una meravigliosa civetta, le feci assumere dimensioni mastodontiche. “Splendida come sempre!” dissi compiaciuto. Poi raggiunsi Itachi e sospirai. Presi Shiori in braccio, e per chissà quale stupido motivo arrossii. Itachi aveva ragione…era leggerissima! La portai con me sulla mia meravigliosa civetta. Shiori strofinò la testa sul mio petto e mi strinse le braccia al collo. Credo di essere arrossito ulteriormente, perché provocai i risolini di Sasori, ma cosa peggiore anche di Kisame, Konan e soprattutto Pain. Non li degnai di attenzione e feci spiccare il volo alla mia civetta. Faceva un freddo terribile lassù, nonostante fosse settembre. Cercai di concentrarmi su altro, ma la mia mente andava sempre a finire sulla figura seduta davanti a me, con entrambe le gambe da un lato, e la testa sul mio petto. La vidi rabbrividire. “Deidara…” sussurrò.

“Che vuoi? Dormi!”

“Deidara…” mi chiamò di nuovo.

“Dimmi…”

“Sento freddo” era in dormiveglia, più di là che di qua. Sospirai. Badando a non svegliarla definitivamente mi tolsi la giacca a nuvole rosse e gliela misi di sopra. Lei sorrise e si strinse di più a me. “Grazie…” sussurrò.

“Di niente” ma dubito mi avesse sentito…già dormiva.

 

*“Signori, un attimo di attenzione, per favore” disse Pain entrando nella cucina del covo. Strano a dirsi, ma hanno una cucina anche loro. Che stupida, Shiori, è ovvio! Sono criminali, ma ciò non significa che non mangiano! Nove paia di occhi si voltarono verso di noi, e io sentii il sangue fluire velocemente verso le guance. Eravamo arrivati un paio d’ore prima, ma Pain mi aveva subito trascinata nel suo studio per parlare. Mi aveva spiegato le regole, quali erano i miei limiti, la loro missione, e aveva pienamente concordato sulla mia regola personale: se qualcosa non mi va non la faccio! Poi ero stata trascinata da Konan, leggermente entusiasta, in una camera, dove mi aveva procurato abiti nuovi. Insieme avevamo modificato la mia giacca nera a nuvole rosse. “Bene. Da questo momento in poi, Shiori è ufficialmente una di noi. Mi raccomando non lasciatevi incantare dal suo visino angelico…è molto più potente di quanto dimostri. Detto questo, Shiori, fa come se fossi a casa tua”

Decisi di non ascoltare i loro saluti e auguri…perciò mi diressi in quella che sarebbe stata la mia stanza. Vale a dire, la stanza del terrorista biondo e del rossino asociale. Ebbene si. Avrei fatto squadra con loro. Perché, poi? Pain sapeva bene che preferivo lavorare da sola, e invece di darmi un compagno…me ne da due! Che antipatico! ‘Il lavoro di squadra è molto importante, devi impararlo!’ aveva detto. Evidentemente, il suo concetto di ‘squadra’ si riferiva anche a condividere la stanza con due persone di sesso opposto. Addio privacy! Per non parlare del caldo infernale che c’era! Passare dal gelo del mio villaggio all’afa del covo…era struggente. Io e il caldo non andavamo d’accordo nemmeno un po’! Arrivata in stanza ovviamente la trovai vuota. C’erano tre letti. Uno nella parete di fronte, uno alla mia destra e uno alla mia sinistra. Ma…avevo capito male o il rossino non dormiva? “Hai ragione, lui non dorme, quel letto è per figura…”

“O per quando Deidara fa esplodere il suo…”

“Ehi!”

Due voci alle mie spalle. Mi voltai verso quelli che sarebbero stati i miei concubini. Sembravano entusiasti quanto me della convivenza. Avevo già sistemato i miei effetti fra cassetti e armadio, sotto il mio letto avevo messo la mia chitarra ultra meravigliosa e il violino di mia madre. Lei era una musicista professionista, mi aveva insegnato a suonare quando ero una bambina. Sasori e Deidara erano alle prese con una discussione che per me non aveva né capo né coda…mi sarei mai abituata? Sbuffai. Ad un tratto Deidara zittì Sasori con aria di chi si era appena ricordato una cosa fondamentale. Si voltò a guardarmi. “Prima che me ne dimentico…dobbiamo stabilire le regole!” disse.

“Lasciala in pace, Deidara” sbuffò Sasori. Il biondo si tolse la giacca, la lanciò sul letto e si piazzò di fronte a me, che lo guardavo indifferente. “Bene, iniziamo: tutto ciò che è in mio possesso non-si-tocca-nemmeno-con-lo-sguardo!”

“Figurati se vengo a toccare la tua roba” dissi.

“Non devi mai e poi mai disturbarmi mentre sono alle prese con un’opera d’arte!”

“Se così si possono definire…” commentai. Avevo voglia di stuzzicarlo.

“Prova a ripeterlo!”

“Se così si possono definire”

Sasori ridacchiò. “Potresti farmi simpatia, ragazzina” disse.

“Io ti uccido!” minacciò il biondo.

“Fai pure se ci tieni a farti trucidare da Pain” dissi.

Deidara sembrava sull’orlo della sfuriata. Prese a camminare su e giù per la stanza. “Mantieni la calma, non farla esplodere, ti vendicherai a tuo tempo, mantieni la calma!” si ripeteva. A me veniva da ridere. Si fermò, sospirando. “Tornando alle regole: non devi parlarmi se non è strettamente necessario, non devi confinare nel mio territorio, non devi toccare ciò che è mio”

“Ti stai ripetendo, biondino”

“WAAAAAA! Stai zitta!”

“Come sei noioso! Passiamo alle mie di regole!” dissi. Lo spinsi sul letto. “Non guardarmi, non avvicinarti alle mie cose, non stare mai a meno di un metro di distanza da me, non mi parlare perché la tua voce mi dà fastidio, non mi disturbare qualsiasi cosa faccia,  non ti azzardare a fare apprezzamenti sulla sottoscritta se non vuoi essere sbranato, non fare esplodere le mie cose perché altrimenti io faccio esplodere te! Non giudicare mai, MAI, ciò che dico, faccio o penso, non mi stuzzicare e non rompermi le scatole con le tue regole del cavolo, ok?” citai le me regole con tale violenza che mi guardava sconvolto. Annuì lievemente. Sorrisi. “Bene!”

“Bene!” rispose lui. Incrociò le braccia al petto e si girò imbronciato. Io mi sedetti sul mio letto. Sasori ridacchiava. “E tu che hai da ridere?” sbottò Deidara.

“No, niente…penso solo che mi divertirò a vedere Shiori che ti tiene testa…”

“Vedremo chi l’avrà vinta”

Stavo ancora guardando male Deidara quando bussarono alla porta. “Deidara-senpaaaaiiiiii!!!” cantilenò una voce dietro la porta. “Oh no! Lui no!” disse il biondo. Mi apprestai ad aprire la porta. “Non aprire!” ordinò Deidara.

“Perché non dovrei, è anche camera mia, adesso!”

“Ma io non voglio che tu apra!”

“E io invece voglio aprire!”

“No, non lo farai!”

“Chiediamo al terzo concubino. Sasori?”

Deidara guardò con fare omicida Sasori, che sorrise. “Apri pure, Shiori”

“La maggioranza vince!” dissi soddisfatta. Aprii la porta. Una figura si lanciò dentro con le braccia spalancate. Si gettò a capofitto su Deidara, abbracciandolo e lasciandosi dietro una scia di cuoricini. “Deidara-senpai! Siete tornato! Tobi è tanto felice!” disse il tipo con la buffa maschera arancione. Deidara sembrava stesse per soffocare. “Lasciami Tobi! Lasciami ho detto!” disse con voce strozzata. Io scoppiai a ridere, Sasori si limitò a sogghignare. Tobi sciolse l’abbraccio con Deidara che lo fulminò con lo sguardo. Si voltò verso di me, che ancora ridevo. “Tobi è molto contento che Shiori-chan sia nostra compagna!”

“Si, anche io…” disse sarcastico il biondo.

“Tobi pensa che lui e Shiori-chan diventeranno tanto amici!”

“Si, lo penso anche io Tobi!” dissi sorridendo. Lui batté le mani contento. “Sapete, Deidara-senpai, Tobi in vostra assenza si è preso cura della vostra stanza! Tobi ha pulito, sistemato, spolverato, e ha messo via tutta quella roba bianca! Perché Tobi è un bravo ragazzo!”

“Roba bianca?!”

“Si, era pieno! Ma Tobi ha pulito!”

“COOOOSAAAA?! Tobi quella era argilla!!!!!!”

“Ah…davvero?”

“Davvero?! Ma io ti SBRANDELLO!!!!!”

L’aria indemoniata che assunse Deidara mi mise paura. Tobi prese a scappare, con il biondo alle calcagna. “SE TI PRENDO È LA VOLTA BUONA CHE TI AMMAZZO!!”

“Chiedo perdono!! Tobi non voleva farla arrabbiare! Giuro, non voleva!”

Io li guardai sparire oltre il corridoio, ridendo. Forse non era poi così male stare là. “Cavoli, si vede che Deidara è tornato…” commentò un tipo alle mie spalle. “O meglio…si sente” aggiunse un altro al suo fianco. “Salve signorina, benvenuta nell’Akatsuki! Sai, credo proprio che a Jashin piacerai! Tu credi in Jashin? Io credo in Jashin! È proprio onnipotente Jashin! Devo ringraziare Jashin per averci donato la tua sublime presenza! È stato Jashin a mandarti, lo so, me lo sento, ne sono certo!”

“Hidan, dacci un taglio! Perdonalo, è un idiota! Piacere, sono Kakuzu, tesoriere dell’Akatsuki! Benvenuta fra noi!”

Strinsi la mano a entrambi. “Piacere mio!” dissi.

“Beh…se dovesse servirti qualcosa…se vuoi convertirti…mi trovi in giro!” disse Hidan.

“E se cerchi me per depositare denaro, mi trovi con lui!”

“Ok, me ne ricorderò! Molte grazie!” dissi. Poi entrai in camera. “Ma chi me lo ha fatto fare?!” chiesi.

“Me lo chiedo anche io!” disse Sasori. Beh, tutto sommato, direi che potrei sopravvivere qui. Mi aspettavo che i criminali fossero un po’ più…più…criminali! Lì mi sembrava di essere in mezzo a dei ragazzini del liceo! E dire che erano tutti più vecchi di me! Ma non era poi così male. Tobi mi faceva simpatia, e Sasori sembrava essere dalla mia parte. Speravo solo che sarei riuscita ad andare d’accordo anche con gli altri! E chissà, magari con un po’ di fortuna ci sarei riuscita.

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Ebbene, questo è il primo chappy! Spero vi sia piaciuto! Devo continuarla? Sono indecisa! Che ne pensate? Ho segnato con degli asterischi le parti raccontate dal punto di vista di Shiori! ^^ Accetto commenti negativi o positivi e soprattutto accetto volentieri consigli! Fatemi sapere il vostro parere! Grazie! 

   

  

  
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