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Autore: Cecily Jean Lovegood    08/02/2015    1 recensioni
"Quando lo salutò, Luna gli diede un bacio sulla guancia. Quella sera Neville andò a letto pensando a Luna, ai suoi occhi e alla sua voce sognante."
Ho deciso di ripercorrere i momenti fondamentali del rapporto tra Neville e Luna, un misto di amore e amicizia, con un confine tra le due non sempre molto chiaro. Spero vi piaccia!
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luna Lovegood, Neville Paciock | Coppie: Luna/Neville
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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~~QUARTO CAPITOLO
I'LL BE YOUR KEEPER

22 Novembre, Hogwarts settimo anno
Le nove meno cinque. Neville stava correndo nel corridoio del settimo piano, altrimenti sarebbe arrivato in ritardo all'appuntamento con i ragazzi, ma d'altra parte aveva incontrato la Carrow appena uscito dalla torre di Grifondoro e aveva dovuto rimanere nascosto per qualche minuto dietro una statua per non rischiare di incorrere nella furia della sua bacchetta. Lui e gli altri membri dell'ES avevano stabilito di trovarsi alle nove nella Stanza delle Necessità per decidere insieme nuovi modi per mettere i bastoni fra le ruote ai Carrow. Quell'anno la vita al castello era diventata un incubo, con Piton come preside e i Carrow che dettavano legge, la scuola aveva adottato un regime di stampo militare, con ritmi da caserma e una disciplina rigorosissima. I pasti nella Sala Grande dovevano essere consumati in religioso silenzio, nessuno poteva rimanere fuori dal dormitorio oltre le otto di sera e nei corridoi bisognava procedere a ranghi serrati, quasi come una marcia militare. Le punizioni erano un altro capitolo della nuova Hogwarts, chi arrivava in ritardo alle lezioni veniva costretto a scrivere centinaia di frasi con la vecchia penna che la Umbridge amava usare contro Harry, chi veniva sorpreso in giro fuori orario veniva spedito nella foresta proibita e i ragazzi del sesto e del settimo anno erano autorizzati ad esercitarsi con la maledizione Cruciatus sugli studenti più piccoli. A Neville naturalmente mancava la vecchia Hogwarts, ma quella nuova aveva contribuito a mostrare una parte del suo carattere che nemmeno lui sospettava di possedere, diciamo che aveva reso manifesto tutto il suo spirito da Grifondoro. Era per questo che aveva deciso di riunire di nuovo l'ES per cercare di fare qualcosa. Quando arrivò trafelato nella Stanza, gran parte degli altri ragazzi era già lì e lo salutò con fare entusiastico. "Ciao Neville!" Gli urlò Seamus "Allora che cos'hai in mente oggi? Quando torniamo a mettere i topi nell'ufficio della Carrow?"
"Piano Seamus" Gli rispose Neville con un sorriso "Dobbiamo essere cauti stavolta, o ci espelleranno."
"Non ci butteranno fuori, hanno bisogno di maghi dal sangue puro perchè ormai sono rimasti in pochi." La loro conversazione fu interrotta bruscamente da Terry Steeval, che entrò nella Stanza correndo. "Hanno preso Luna! Hanno preso Luna!" Urlava "Amycus l'ha portata nel suo ufficio, vuole punirla!" A quelle parole Neville smise di pensare. Luna, la SUA Luna era in pericolo. Senza pensarci due volte corse fuori dalla Stanza. "Dove vai?" "Fermo Neville, ti prenderanno!" Urlò qualcuno, ma lui era sordo a chi gli diceva di non correre in aiuto alla sua Luna. Arrivò ansante alla porta dell’ufficio di Amycus Carrow e si fermò per sentire quello che il Mangiamorte stava dicendo con voce roca. “Dove andavi a quest’ora della sera bellina? Lo sai che è proibito girare per i corridoi dopo cena…”
“Sono sonnambula”rispose lei senza abbandonare il suo tono sognante nonostante la terribile situazione. “Mi capita spesso di vagare senza rendermene conto.”
“Non osare mentirmi! Eri sveglissima, ti ho visto bene! Andavi dai tuoi amichetti? O dal tuo fidanzatino? Oppure volevi tornare a sguinzagliare topi nell’ufficio di mia sorella?”
“Topi? No, questo non mi è mai capitato.”
“Ora basta con questa farsa! O mi dici dove diavolo stavi andando o saranno guai seri!”
“Gliel’ho già detto, ma lei non mi crede. Mi ero addormentata e senza accorgermene devo essermi alzata.”
“Ah sì? Bene, ora verifichiamo subito se quello che dici è la verità. Berrai un po’di Veritaserum e allora non potrai più dire bugie. Ma prima… ti faremo soffrire un po’, così imparerai che non la si fa ad Amycus Carrow, vediamo cosa ti posso fare…”
“Non farai niente lurido Mangiamorte.” Era stata una voce diversa a parlare, non quella delicata di Luna, né quella impastata di Carrow. Era la voce di Neville, che fino a quel momento aveva ascoltato in silenzio dietro la porta.
“Paciock!” Urlò Amycus “Che diamine ci fai qui disgraziato?”
“Tu non toccherai Luna schifoso essere, non toccherai nessun alunno di questa scuola!” Disse Neville con la bacchetta sfoderata.
“Ah no? Eppure il tuo amico Finnigan non ne è uscito molto bene l’ultima volta che è finito nelle mie grinfie” Rispose Amycus con un ghigno orribile dipinto sul viso.
“Expelliarmus!” Gridò Neville
“Come osi!”Gracchiò l’altro paonazzo.
“Stupeficium!” Urlò Neville di rimando. Non appena il Mangiamorte rovinò sul pavimento, Neville afferrò Luna per un braccio e la trascinò via. In tutto quel frangente lei era rimasta come pietrificata a lato della scena, con gli occhi sgranati e la bocca aperta a formare una perfetta “O”. Corsero a perdifiato per i corridoi, finchè arrivarono davanti al dormitorio dei Corvonero. Qui si fermarono, affannati, si guardarono e sorrisero. Dopo quella incredibile avventura semplicemente sorrisero. Poi Luna guardò Neville con gli occhi che traboccavano di gratitudine e gli disse: “Grazie. Se non ci fossi stato tu chissà cosa mi avrebbe fatto quel pazzo. Sei stato così coraggioso…” Nel dire questo si era fatta più vicina. Neville riusciva a vedere ogni sfumatura delle sue iridi azzurre. “Grazie Neville” ripetè lei prima di sollevarsi in punta di piedi e stampare un timido bacio sulle labbra del ragazzo. Lui chiuse gli occhi a quel tocco delicato e la sentì a malapena mormorare “Ci vediamo domani.”. Rimase qualche istante in piedi con gli occhi chiusi, come a voler fermare per sempre quel momento. Poi si riprese e si diresse verso il dormitorio con un fuoco che gli bruciava nel petto. Sapeva che sarebbe stato punito e si chiedeva quanto gravemente, ma il dolore o la fatica che i Carrow avrebbero potuto provocargli, non sarebbero riusciti a spezzare quell’incantesimo, quella gioia che il timido bacio di Luna aveva fatto nascere nel suo cuore.

23 novembre Sala Grande
Neville stava facendo colazione insieme ai suoi amici e stava raccontando ad un drappello di ragazzi interessati gli avvenimenti della sera precedente. Seamus e Colin Canon avevano appena manifestato tutta la loro ammirazione per il gesto di Neville, quando di colpo l'espressione di Seamus si fece seria e spaventata. "Che c'è?" chiese Neville divertito. "Hai forse visto Tu-sai-chi?"
"No" rispose una voce cavernosa dietro di lui "Ma potrei anche chiamarlo e farti sistemare da lui". Neville si voltò orripilato e vide stagliarsi dietro di sè la figura bassa e tozza di Amycus Carrow, il volto deformato da una terribile smorfia di rabbia. "Vieni con me Paciock. E voi non fiatate" Intimò agli altri. Neville lo seguì rassegnato, senza guardare in faccia i suoi amici perchè non aveva il coraggio di affrontare la vista delle loro espressioni spaventate. Dalla sera precedente sapeva di dover affrontare quel momento, ma ora il coraggio che si era ripromesso di dimostrare sembrava essere scivolato via dal suo animo. Amycus lo condusse nel suo ufficio e chiuse la porta. "Tu hai osato sfidarmi e pagherai per questo. Nessun piccolo, viscido ragazzetto può permettersi di rivolgersi a me come hai fatto tu." Si girò di scatto verso Neville e urlò: "Silencio!" per un istante Neville contemplò l'ipotesi di reagire come aveva fatto la sera precedente, ma si sarebbe messo ulteriormente nei guai. Meglio subire la punizione sperando solo che finisse in fretta. Amycus cominciò a camminargli intorno tenendo la bacchetta sguainata. "Adesso non parli più eh, piccolo verme? Dov'è il tuo coraggio? Non sei forse un Grifondoro tu?" Neville si sentiva ribollire dalla rabbia, ma non poteva fare nulla. "Levicorpus!" Esclamò il Mangiamorte. Neville si ritrovò appeso per le caviglie a testa in giù. Mentre il sangue cominciava ad andargli alla testa, Amycus si portò sotto di lui e gli sputò in un occhio. Neville cominciò ad agitarsi, suscitando il divertimento di Amycus, il cui volto si allargò in un ghigno disgustoso. "Crucio!" Urlò infine. Il dolore si diffuse in tutto il corpo di Neville, raggiungendo ogni cellula. Gli sembrava di andare a fuoco, sentiva ogni centimetro del suo corpo bruciare in maniera insopportabile. La cosa peggiore era non poter urlare. Neville aveva già provato l'esperienza della maledizione Cruciatus, ma le altre volte era stato lasciato libero di gridare, attraverso quella valvola di sfogo gli era sembrato di attenuare il dolore. Dopo un tempo che gli parve infinito, proprio mentre cominciava a pensare che avrebbe avuto lo stesso destino dei suoi genitori, tutto cessò. Neville crollò a terra e il suo corpo si rilassò. Amycus sogghignò soddisfatto. "Adesso non lo rifarai più, vero?" Sussurrò prima di andarsene. Mentre Neville, ancora disteso sul pavimento, riacquistava il controllo di sè, il suo pensiero andò a Luna e al bacio della sera prima. Pensò che ne era valsa la pena e se anche avesse dovuto subire quel supplizio ogni volta che baciava Luna, l'avrebbe fatto senza rimorsi.

   
 
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