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Autore: slashsriffs    08/02/2015    2 recensioni
Los Angeles, 1987.
Lisa ha vent'anni, vorrebbe divertirsi ma non può, perchè dentro di sè sente di averne ottanta.
Una sera di maggio incontra Slash, un chitarrista squattrinato che insieme al resto della sua band riscuote una certa notorietà nella città degli angeli.
La loro può sembrare una passione durata una singola notte fatta di alcol e forse stupefacenti, ma le cose cambiano quando da sobri un paio di occhi neri ritrovano le grandi pupille chiare che lo avevano tormentato notte e giorno.
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Superati le 10k letture e i 550 voti favorevoli su Wattpad.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Izzy Stradlin, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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“ Mi hai chiesto una sigaretta?” Lisa frettolosamente portò le mani al pacchetto di Lucky Strike che portava sempre con sè, l’unico vizio che poteva permettersi era il fumo.

“ Si, una sigaretta” Slash percepì il disagio della ragazza, forse aveva sbagliato a chiederle subito di raccontargli qualcosa di lei.

“ Ecco, tieni” le dita delicate della ragazza sfiorarono quelle callose del chitarrista, una scarica di brividi colpì entrambi, un buco allo stomaco, come se qualcuno li avesse colpiti forte alla pancia.

Lisa tentò di ignorare tutte quelle sensazioni che insieme la confondevano, continuando a camminare in silenzio, guardando dinanzi a sè e tormentando la sua mente con una serie di domande a cui non riusciva a trovare una risposta.
Slash sorrise invece, era piacevole il contatto con la sua pelle, sentire tutte quelle emozioni. Quando la guardò e notò che invece lei continuava dritta per la sua strada, senza accennare una parola o un’espressione che gli facesse capire cosa cosa stesse pensando, chinò di nuovo il capo.

“ Come stai?” mormorò, portandosi la sigaretta alle labbra e aspirando velocemente, quasi impaziente di finirla.

Lisa sembrò pensarci un po’, una miriade di risposte erano pronte nella sua mente, risposte sincere, che le avrebbero dato l’opportunità di parlare finalmente con qualcuno che non fosse suo fratello o la sua migliore amica.
Ma le scartò tutte, ricordando che in fin dei conti stava parlando con un perfetto sconosciuto.

“ Bene, grazie” mentì e riformulò la stessa domanda a Slash.

“ Bene tesoro” le sorrise, Lisa pensò ancora una volta ai baci che quelle labbra avevano lasciato lungo il suo corpo e sentì improvvisamente caldo, più di prima.

“ Quanti anni hai, Lisa?” le domandò, continuando a fissarla mentre continuavano a camminare, il sole batteva sulle loro teste, quella bionda della ragazza e quella nascosta sotto un cilindro nero di Slash.

“ Venti” si limitò a rispondere, pacata, tentando di nascondere la sua agitazione.

“ Se vuoi la smetto subito” Slash gettò la cicca della Lucky Strike, scalciando una lattina di CocaCola vuota che era stata abbandonata sul marciapiede logoro della strada.

“ Cosa intendi?” Lisa aggrottò le sopracciglia, portandosi una mano alla fronte e socchiudendo gli occhi a causa della luce del sole.

Lo sento, lo vedo che ti infastidisce il fatto che io sia qui, a farti delle domande. Mi dispiace, non volevo essere inopportuno, è solo… Il tuo ricordo, quella stramaledetta sera, mi tormentano.. Non riesco a non pensare al sesso, a te” sembrò quasi essersi liberato di un peso che lo stava opprimendo da chissà quanto tempo, quando invece conosceva Lisa da soltanto tre giorni.

“ Slash…” sorrise, ironica, sorpresa, non sapeva cosa dire, come comportarsi.

“ So che per te è stata soltanto una bella scopata” borbottò, scostando i ricci dagli occhi neri.

Lisa aveva vent’anni ma sentiva il suo cuore vecchio, era troppo giovane per pensare all’amore, per lasciare che questo le frantumasse il cuore, già malandato.
Cos’altro le avrebbe chiesto? Le aveva detto di non essere una puttana, lo aveva rinfacciato ad Axl l’altra sera, le aveva dato fastidio. Non lo era e tanto meno l’avrebbe voluto essere, ma era una questione di soldi, sapeva che prima o poi la situazione di sua madre si sarebbe aggravata e lei sarebbe stata costretta ad arrotondare lo stipendio che le davano al Roxy.
Si odiava per questo, ma non era riuscita a trovare un’alternativa, qualcosa che non la allontanasse troppo da casa, il bar non distava poi molto dall’appartamento dove viveva.

“ Cosa vuoi sapere?” le chiese, cercando di non sembrare fredda ed intimorita dalle domande che il musicista le avrebbe rivolto.

“Perché quella sera ti abbiamo trovato fuori al Rainbow con delle puttane e il giorno dopo ci hai detto di essere una semplice cameriera del Roxy?” era curioso, Lisa poteva vederlo dalla scintilla che aveva ritrovato all’interno di quelle pupille scure.

“ Ti ho già detto che non sono una prostituta, ero lì perché avevo bisogno di soldi, ma alla fine sai che la serata si è conclusa con le mie tasche completamente vuote” scrollò le spalle, come se quelle parole sarebbero volate via col vento, pensando che per Slash contassero poco.

“ Perché non hai voluto il mio denaro?” la guardò intensamente, pensò a quanto era bella e complicata, dannatamente sexy e misteriosa.

“ Non lo so, non so spiegarlo neanche a me stessa. Forse ero troppo ubriaca” incolpò come sempre l’alcol.

Da lontano l’insegna rossa del Roxy, dalle luci spente di mattina, si stagliava nascondendo in parte quella del Rainbow.
Lisa pensò che finalmente avrebbe terminato quella conversazione imbarazzante con Slash, trascorrendo il resto della serata a lavorare e a tentar di tener lontane le mani dei clienti dal suo fondoschiena.

“ Domani sera suoniamo al Roxy” la avvertì, carico di emozione e fiero di annunciarle quella notizia.

“ Non ne sapevo niente” gli disse la ragazza, spostando i capelli sulla spalla e rivelando il suo lungo collo accaldato, Slash seguì la linea dei suoi esili fianchi nascosti dalla gonna corta, per poi spostare lo sguardo sul suo sedere, indietreggiando senza farsi notare.

“ Ci vedremo anche domani sera” un sorriso sghembo sul suo volto, allungò la sua mano e cinse la vita di Lisa, avvicinandola a sè per guardarla meglio negli occhi chiari.

“ Slash” sussurrò, le labbra a forma di cuore erano una tentazione troppo forte da poter sopprimere.

Lui aveva bisogno di qualcuno a cui non poteva resistere, non le solite ragazze che si concedevano per una notte di sesso e poi cercavano in tutti i modi di restare il giorno seguente, scoprendo spesso la loro falsa personalità e soprattutto le loro voci stridule e fastidiose.
Lisa era diversa, misteriosa, una caratteristica a cui Slash non riusciva davvero a rinunciare. Le sue piccole mani premevano sul suo torace tonico, sembrava combattere contro la sua volontà.

“ Lo so, so che lo vuoi anche tu. Non respingermi, piccola” le aveva sussurrato, avvicinandosi ancora di più.

“ Non sai” sembrava ostinata a voler avere sempre l’ultima parola.

“ Dimmelo tu, allora” ma questa volta il discorso fu terminato da lui, che imprigionò la sua bocca in un bacio passionale, veloce, rubato, vorace.

Nessuno dei due sembrava potesse e volesse staccarsi dall’altro, una gara di resistenza, chi riusciva a lasciare prima un segno, un ricordo nella mente dell’altro.
Slash sapeva che quella battaglia era stata vinta facilmente da Lisa, non riusciva a non pensarla dalla prima volta che l’aveva rivista. Ma, per il suo dispiacere, questa si staccò scusandosi, ricordando che avrebbe fatto tardi se non l’avesse lasciata andare.

“ Ci rivedremo?” le domandò, quando la vide iniziare a correre verso la porta del locale, all’interno del quale sapeva che i suoi amici lo stavano aspettando.

“ Domani sera” urlò e scomparì dietro l’entrata, sorvegliata come sempre dai buttafuori che ormai conosceva fin troppo bene.

Si avviò con passo lento, era pur sempre in ritardo, quindi gli sembrava inutile affrettarsi adesso.
Con le pupille nere nascoste dai suoi capelli, infilò una mano nella tasca posteriore dei suoi pantaloni di pelle e ne estrasse un pacchetto di Marlboro. Sorrise divertito, quello della sigaretta era stata soltanto una scusa per attaccare bottone.
Ma Slash non sapeva che Lisa l’aveva visto, nella tasca destra dei suoi pantaloni, il pacchetto rosso di Marlboro non ancora aperto.
 
 
 
 


“ Scusa il ritardo, Jack!” lasciò cadere la sua borsa sulla sedia lasciata nella piccola stanza riservata al personale e si affrettò a lagare i suoi capelli lunghi, per combattere il caldo di quel posto.

“ Vai al bancone piuttosto! Ci sono dei clienti che vanno serviti subito” borbottò l’uomo, passandosi una mano sul capo privo di capelli.

Lisa era abituata al suo tono brusco, era abituata a ben altro e per questo ormai non faceva più caso a quello che le dicevano e al modo che utilizzavano per esprimersi, che fossero state mani o parole.
Si affrettò a raggiungere il banco di legno dalle mensole rosse che reggevano una cinquantina, forse, di bottiglie contenenti alcolici di tutti i colori. Si voltò per chiedere le ordinazioni, sentiva che qualcuno la stava osservando.

“ Ma guarda qui chi si rivede!” erano di nuovo loro, la band di Slash.

Quest’ultimo non era ancora arrivato, nonostante l’avesse lasciato a pochi metri di distanza dal locale.
Duff la guardò, un sorriso sincero e un paio di occhi blu che la guardavano consapevoli dell’effetto che la ragazza aveva avuto sul suo amico e non solo.
Anche Axl sembrava esserne affascinato, nonostante la relazione che quest’ultimo portasse avanti con Erin.
Piaceva anche a lui e a Steven, solo che anche Popcorn era ormai impegnato e tranne qualche commento sulle altre ragazze, era fedele ad Adriana. Ravvivandosi i lunghi capelli biondi, la salutò con un cenno del capo.
Al suo fianco Izzy non sembrava voler toglierle gli occhi di dosso. Oggi sembrava ancora più bella, la prima sera che l’avevano incontrata pensarono che fosse un po’ oscena, nonostante la sua bellezza mozzafiato.
Non parlò neanche per rivolgerle un saluto, si limitò a calare il cappello di stoffa nero che stava indossando per nascondere i suoi occhi indagatori.

“ Salve ragazzi, cosa vi servo?” passò uno straccio rovinato sul bancone fin troppo pulito.

Te, su un piatto d’argento possibilmente” ammiccò il rosso, liberandosi degli occhiali da sole che stava ancora indossando.

“ No, non è possibile” ribbattè lei piccata, spostando lo sguardo sugli altri.

“ Non avete piatti d’argento? Va bene anche la porcellana” continuò, strappando una risata al batterista che era rimasto in silenzio fino a quel momento.

“ Axl” la voce tranquilla di Izzy fermò la risata di Adler, che lo guardò contrariato.

“ Cosa c’è Jeff? Mi sto soltanto divertendo” portò una delle stanghette delle lenti alla bocca, mangiucchiando con i denti la parte finale di quest’ultima, mentre continuava a fissare Lisa.

“ Lasciala in pace” sbottò infastidito, guardando poi la ragazza.

“ So difendermi da sola, grazie” Izzy rimase colpito dalla risposta fredda che ricevette in cambio, pensando invece che quelle sue parole le avrebbero fatto in un certo senso piacere.

“ Uh, calma tesoro! Non c’è bisogno che tu ti difenda da me, sarebbe inutile comunque” continuò Axl, fin quando la voce di Slash non interruppe quel discorso.

“ Hey, banda di cretini! Potevate anche aspettarmi” borbottò, sedendosi accanto a Steven che sembrava un bambino al cinema, curioso di scoprire come le cose sarebbero cambiate dal un momento all’altro.

“ Stamattina sei scomparso” gli ricordò Duff, il suo viso assunse una strana ed indecifrabile espressione.

“ Avevo di meglio da fare” scrollò le spalle, dando un’occhiata alla ragazza che annoiata li guardava da dietro il bancone del bar.

“ Allora non lamentarti” sbuffò Izzy, liberandosi del cappello e guardandosi intorno, rendendosi conto che loro erano gli unici a quell’ora in quel locale.

Intanto Lisa li stava osservando, facendo un passo indietro per non sentire di cosa stessero parlando. Era annoiata, avrebbe soltanto voluto preparare loro dei drink e poi continuare a lavorare, aiutando l’altra cameriera a pulire i tavoli.
Ma Jack le aveva espressamente ordinato di non muoversi dal bar fin quando i Guns n’Roses non avrebbero finito di bere e avrebbero pagato per poi andarsene.
Controllò che tutte le bottiglie fossero piene o che comunque l’alcol fosse sufficiente per almeno il resto della giornata.

“ Allora piccola, mi porti una birra?” Duff si sporse, poggiando entrambi i gomiti sul legno freddo del banco.

“ Voi altri?” domandò, attirando subito l’attenzione del resto della band.

“ Tre Jack Daniel’s e qualcosa di forte per me” Lisa dovette quasi chiedere di ripetere, a causa del tono basso di voce del moro che aveva pensato di ordinare anche per gli altri tre che stavano animatamente discutendo per quanto riguardava la scaletta che avrebbero dovuto eseguire il giorno successivo.

Si voltò, afferrando una bottiglia di Heineken per Duff, stappandola velocemente e porgendola al ragazzo che non le aveva tolto gli occhi verdi di dosso.
Poi si affrettò a prendere tre bicchierini e a versare il whisky scuro, per poi lasciarli in fila dinanzi agli occhi stupiti e divertiti di Axl, Slash e Steven.

“ Bellezza, forse hai capito male” Steven rideva sotto i baffi, mentre Slash muoveva le labbra e lasciava andare quelle parole.

“ Qualcosa non va? Avete chiesto tre Jack” Lisa li osservava confusa, era convinta di non aver frainteso le parole di Izzy.

“ Per tre Jack Daniel’s intendevo tre bottiglie di Jack Daniel’s” spiegò Izzy, passandosi una mano tra i capelli lisci.

“ Oh” fu quello che riuscì a dire, e mentre stava prendendo i tre bicchieri per sostituirli con delle bottiglie, due mani le afferrarono le braccia.

“ Questi lasciali lo stesso” Axl le fece un occhiolino, sorridendo beffardo e sfiorando con le sue lunghe dita la pelle chiara della ragazza.

Slash sentì ancora una volta quella strana sensazione, quel pugno allo stomaco ogni volta che qualcuno che non fosse lui guardava Lisa nello stesso modo in cui la guardava lui, le parlava come faceva lui.
Li aveva visti, gli sguardi di Axl, Duff e persino di Izzy, i loro occhi squadravano quel corpo perfetto che soltanto le sue mani avevano toccato, la sua bocca aveva baciato e nessun altro avrebbe più ammirato nudo.
Era geloso.
Scosse il capo quando se ne rese conto, era impossibile, lui non era mai geloso, non delle sue scopate, delle ragazze che conosceva appena e dalle quale avrebbe voluto soltanto una sola cosa: sesso.
Era questo che voleva da Lisa, un’altra indimenticabile notte di sesso. Vero?








 

 
Spazio autrice:
ho aggiornato il prima possibile, so come ci si sente ad aspettare il continuo di una storia.
Ho sempre odiato attendere l'aggiornamento di un capitolo, ecco perchè appena posso corro a scriverne uno nuovo e a pubblicarlo subito dopo.
Spero che la storia stia continuando a piacere, ringrazio le persone che l'hanno aggiunta alle preferite/seguite/ricordate e accolgo ben volentieri i nuovi lettori.
Ringrazio coloro che hanno lasciato una recensione ai capitoli precedenti, e come semore vi invito a lasciare un commento.
Non che senza di quello io non continui ad aggiornare, solo che fa piacere capire se la storia stia piacendo sul serio e magari ricevere qualche consiglio su come poter migliorare i capitoli.
Che altro dirvi? Come sempre sono a vostra disposizione, sia qui su Efp che su Twitter (ho lo stesso nickname).
xx

 
   
 
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