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Autore: Merthur Pendragon    09/02/2015    2 recensioni
Arthur e Merlin si amano molto e vogliono stare insieme ma per qualche motivo e per qualche scherzo del destino si allontaneranno e qualcosa nella loro relazione cambierà drasticamente.
Quali ostacoli possono superare due persone destinati a stare insieme? Può l’amore bastare?
Tra dolori e difficoltà, amicizia e soprattutto Amore.
Due metà di una stessa medaglia troveranno mai la loro felicità?
Dal Capitolo 1:
-"Merlin, dobbiamo parlare."
-"Finalmente ti sei deciso a dirmi cosa ti sta succedendo?"
[...]
-"Merlin, dobbiamo rompere.”
[...]
-"Perché non ti opponi a lui e gli dici che non andrai? Non vale la pena combattere per me?"
-"Okay, hai ragione: non ne vali la pena!"
[...]
Merlin lasciò l'appartamento di Arthur in uno stato di shock, senza nemmeno far caso a dove stesse andando, al punto che, mentre stava camminando in mezzo alla strada, non si accorse che una macchina stava venendo verso di lui [...]
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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After The Break-Up
Chapter 6



Ventuno mesi dopo la rottura

Merlin, Gwen, Morgana, Lance, Percy e Gwaine erano seduti attorno ad un tavolo godendosi il loro primo giro di bevute. Erano al pub a festeggiare la laurea di Morgana, Gwen e Lance e il fatto che tutti e tre avessero trovato lavoro a Londra. Merlin, Gwaine e Percy, invece, si sarebbero laureati il prossimo semestre.
Dopo il secondo giro, scesero tutti in pista, dove ballarono, risero e si divertirono l'uno con l'altro. Nessuno si accorse di Arthur, che se ne stava seduto in un angolo del bar a bere una Coca, avvolto nell'oscurità.
Quando questi puntò lo sguardo sulla pista da ballo, verso Merlin, quasi gli si mozzò il fiato. Erano già passati quasi tre mesi da quando era tornato e quella era la prima volta che lo rivedeva. Era bellissimo, alto e magro come se lo ricordava, anche se i suoi capelli erano cresciuti e si arricciavano attorno alle orecchie facendo risaltare ancora di più i suoi vistosi zigomi. Sembrava così felice, lì in pista, mentre muoveva le mani e saltellava di qua e di là con un grandissimo sorriso stampato in faccia. Non era mai stato un bravo ballerino, ma sembrava aver perso un po' del suo ritmo. Forse aveva bevuto troppo, ma non importava dal momento che Arthur era completamente ipnotizzato da lui.
Stava considerando l'idea di raggiungerlo, quando Gwaine lo afferrò per il polso e i due, insieme a Morgana, lasciarono la pista. Si sedettero al loro tavolo e Arthur si accorse che Morgana e Gwaine stavano muovendo le mani come se stessero simulando il linguaggio dei segni. Si accorse che anche Merlin lo faceva, il che lo rese perplesso. Questo lo fermò dal suo intento di alzarsi, perchè si riteneva soddisfatto solo guardando la scena.
Presto anche gli altri li raggiunsero e Arthur notò come ognuno di loro mimasse i gesti, mentre parlava. Stava diventando sempre più confuso. Notò come Merlin sembrava concentrarsi sulle loro mani più di tutti gli altri.
Arthur continuò a guardarli, diventando sempre più perplesso ogni minuto che passava, finchè non si alzarono e se ne andarono tutti insieme.

*

Più tardi, quella sera, Arthur stava abbattendo a suon di colpi la porta di Morgana.
"Cosa diavolo sta succedendo?" Sbraitò lui, non appena lei aprì la porta.
"Beh, ciao anche a te, Arthur. È così bello vederti, è passato molto tempo dall'ultima volta..." disse lei, con una voce disgustosamente dolce. Poi si spostò di lato per farlo entrare.
"Non importa, cosa diavolo sta succedendo?" Domandò di nuovo.
"Non so di cosa tu stia parlando."
"Con Merlin. Cosa diavolo sta succedendo? Sono serio, Morgana. Per favore, dimmelo..." supplicò lui.
Lei camminò verso il divano e si sedette. Arthur la seguì e si mise sulla poltrona più vicina a lei.
"Non ti ricordi, caro fratello, che, ogni volta che ti chiamavo, tu non rispondevi mai, stessa cosa ai miei messaggi? Non ti suona familiare? Penso che, se lo avessi fatto, adesso sapresti cosa sta succedendo a Merlin" ribatté lei con un tono di voce chiaramente arrabbiato.
"Lo so e mi dispiace, Morgana, ma, per favore, dimmi cosa sta succedendo..."
"Da dove vuoi che inizi? Merlin ha passato l'inferno da quando te ne sei andato..."
"Inizia col dirmi perché stavate usando, beh, quello che credo fosse il linguaggio dei segni."
"Merlin adesso è sordo" dichiarò lei come se fosse stata la cosa più normale al mondo.
"Cosa?!? No, non può essere, stava ballando!"
"Può avvertire le vibrazioni quando la musica è veramente alta."
"Oh mio Dio, sei seria?!? E com'è successo?" Si chinò in avanti con i gomiti poggiati sulle ginocchia e si mise la testa tra le mani. "Dimmelo, per favore..." disse, abbassando lo sguardo.
"È stato picchiato a sangue ed è quasi morto. E lo sarebbe stato sicuramente, se Gwaine non fosse intervenuto."
Arthur rialzò la testa e un bagliore assassino gli lampeggiò negli occhi. "Da chi? Giuro che li ucciderò!"
"Calmati, se vuoi che te lo dica!" ordinò lei.
"Allora, per favore, va avanti." Era più che arrabbiato, quasi nel panico, a quel punto.
"Be, c'era questo ragazzo, Mordred, che era diventato ossessionato da lui e, quando Merlin non volle averci niente a che fare, diventò strano. Si sedeva nella caffetteria e lo guardava per delle ore. Dopo che la polizia gli parlò, finalmente se ne andò finalmente via, ma poi, quattro mesi dopo, si rifece vivo e picchiò Merlin a sangue."
"Perché non c'era nessuno con Merlin? Se voi ragazzi sapevate che c'era questo psicopatico in giro..."
Non riuscì a finire la sua frase, però, perché era arrivato il momento per Morgana di urlare. "Nessuno lo aveva previsto, coglione! Avevamo ritenuto, visto che Merlin non lo aveva visto per quasi quattro mesi, che si fosse finalmente arreso e fosse andato avanti!"
Prese un respiro profondo, provando a calmarsi. "Fidati di me, Arthur, ci siamo sentiti tutti in colpa. Pensavi veramente che lo avremmo lasciato camminare da solo se avessimo saputo che stava andando incontro al pericolo?" La sua rabbia stava cominciando a fuoriuscire. "E poi, cosa cavolo credi di ottenere, cercando di incolparci?!? Tu dov'eri, scusa? A nasconderti a New York dopo avergli spezzato il cuore! Se non lo avessi mollato, forse niente di tutto questo sarebbe successo, fottuto idiota!" Gridò lei.
Arthur impallidì e tutta la sua rabbia si dissolse. "Hai ragione, è colpa mia."
Morgana allora si prese un momento per calmarsi, prima di continuare. "Mi dispiace, Arthur, non volevo. Merlin non ci avrebbe permesso di incolparci e, di sicuro, non avrebbe voluto che tu incolpassi te stesso."
Arthur la guardò con le lacrime agli occhi. "Cosa gli ha fatto?"
"Non conosco i dettagli, so solo quello che Gwaine ci ha raccontato la notte che è accaduto. Quando ha testimoniato al processo contro Mordred, si era assicurato che Gwen e io tenessimo fuori dall'aula Merlin perché era preoccupato di come avrebbe potuto reagire. Penso anche che non volesse far sapere a Merlin quanto l'accaduto l'avesse colpito duramente. Comunque, ci disse quella notte che lui e Merlin stavano facendo il turno serale e che lui avrebbe dovuto chiudere, perciò Merlin se ne era andato. Poi si era accorto che aveva lasciato il cellulare sul bancone ed era corso fuori per provare a raggiungerlo. Ci disse che aveva trovato Merlin per terra e Mordred che lo stava prendendo a calci." Si fermò, cercando di mantenere la sua compostezza. La sconvolgeva ancora pensare che avevano quasi perso Merlin, quella sera.
"Quando li raggiunse, Gwaine disse di aver notato subito che Merlin non si muoveva. Era coperto di sangue e sembrava morto."
Prima che potesse dire un'altra parola, però, Arthur si alzò e si fiondò in corridoio in direzione del bagno, dove vomitò. Morgana entrò poco dopo e lo trovò seduto sul pavimento, chino in avanti a piangere, inconsolabile. Allora, si sedette silenziosamente al suo fianco e gli massaggiò la schiena. Una volta che riuscì a ricomporsi, gli fece cenno di seguirla in soggiorno, dove sarebbero stati più comodi.

Una volta seduti sul divano, Arthur gli chiese di proseguire.
"Hanno portato Merlin in chirurgia non appena è arrivato in ospedale. È rimasto sotto i ferri per ore, in condizioni critiche e non sapevano se ce l'avrebbe fatta. Se tu lo avessi visto... è stato terribile..." la ragazza riuscì a malapena a parlare, prima di crollare per aver fatto riaffiorare quei ricordi.

Questa volta fu Arthur a cercare di consolarla, sebbene egli stesso facesse fatica a trattenersi.
Dopo un po’, Morgana riuscì finalmente a continuare. "Aveva vari tagli e contusioni, il naso e le costole rotte, la sua faccia era così gonfia, che lo si riconosceva a stento e gli avevano anche bendato la testa. Il dottore ci disse che aveva un rigonfiamento nel cervello, ma che non sapeva se avesse avuto qualche danno permanente, pur essendo abbastanza sicuri che avrebbe perso l'udito. Si è svegliato dopo tre giorni, sordo ed è rimasto in ospedale per tre settimane. Considerando tutto, ha gestito la cosa incredibilmente bene..."
"Mi dispiace, Morgana. Mi dispiace così tanto... Niente di tutto questo sarebbe dovuto succedere. È colpa mia, è tutta colpa mia..."
Lei gli mise una mano sul ginocchio e lo guardò con tristezza.
"C'è dell'altro? Per favore, dimmi che non c'è dell'altro.." praticamente la pregò.
"Mi dispiace Arthur, Hunith è morta."
"Oh mio Dio..." gettò la testa all'indietro contro la spalliera del divano e si coprì il volto con le mani. Non poteva credere a quello che stava sentendo.
"Si, è stata coinvolta in un incidente d'auto. Merlin ha fatto in tempo ad arrivare in ospedale e a parlare con lei prima che morisse."
A quel punto lui scosse la testa, con la mano che andava dai suoi occhi ai suoi capelli e li tirava. Come aveva potuto Merlin sopravvivere a tutto? Avrebbe dovuto essere lì a confortarlo, a porgergli una spalla, a sostenerlo, ad amarlo.

Morgana si risollevò quando disse ad Arthur quanto fosse stato difficile per Merlin riprendere le lezioni. "Insegnerà ai bambini non udenti e ne è così eccitato. Sarà un bravissimo insegnante" concluse lei, ovviamente con voce fiera. "Stiamo finalmente ricominciando a vedere di nuovo il vecchio Merlin. Ci ha messo quasi due anni per riprendersi."
Arthur se ne stette lì seduto, incredulo. "Oh Dio, cosa ho fatto? Come potrò mai aggiustare tutto questo?" Disse rivolgendosi, più a se stesso, ma Morgana lo sentì.
"Non puoi. Ciò che è fatto, è fatto. Merlin lo ha accettato ed è andato avanti con la sua vita. Adesso, perdonami la domanda, ma... perchè d’un tratto così tanta preoccupazione per Merlin? Cosa vuoi da lui?" Sapeva che si stava comportando da stronza, ma non le importava.
"Non lo so. Cosa vuoi che ti dica, Morgana... Lo amo. Lo rivoglio indietro."
"Fermati! - sbraitò lei - Tu non hai il diritto di dirlo, non dopo tutto ciò che gli hai fatto!"
"Lo so, ma è la verità: non ho mai smesso di amarlo.”
Poi aggiunse: "Tu non capisci..."
"Allora prova a spiegarmi, perchè hai ragione, non capisco come qualcuno possa andarsene e spezzargli il cuore come hai fatto tu" la sua voce si alzò ancora una volta.
"Avevo paura. Papà mi ha praticamente detto che mi avrebbe diseredato se non fossi andato a New York a supervisionare gli uffici. So che non era quello il vero motivo per cui mi ha voluto mandare lì, che voleva che stessi lontano da Merlin. E io ci sono andato perché sono un vigliacco e questo mi è costato l'unica cosa che contava per me più di qualsiasi altra al mondo." Dovette fermarsi a quel punto per provare a fermare le lacrime e riacquistare la sua compostezza.
"Hai ragione, sei stato un codardo."
"Ho imparato la lezione. Morgana, devi credermi, io non ho mai smesso di amare Merlin! Ho pensato a lui ogni singolo giorno. Ho smesso di rispondere alle tue telefonate solo perché avevo paura che mi dicessi che si era innamorato di qualcun altro." A quelle parole, le lacrime cominciarono a scorrergli lungo il viso.
"Oh, Arthur..."
"Lo rivoglio indietro, Morgana. Lo rivoglio nella mia vita. Ho smesso di vivere quando l'ho perso, nonostante sia stata tutta colpa mia. Te lo giuro, non gli farò mai più del male..." Si interruppe, prima di fare la temuta domanda.
"A proposito, sta con qualcuno?"
"No. Non è uscito con nessuno per sua scelta. Fidati di me, ci sono un sacco di ragazzi che vorrebbero farlo, ma li ha rifiutati tutti educatamente. Sinceramente, penso che abbia paura di farsi male di nuovo. Quindi faresti meglio a non fare niente di tutto ciò, Arthur."
"Lo giuro, non lo farò."

Mentre si stava alzando per andarsene, chiese: "Come avete imparato il linguaggio dei segni? Ve l'ha insegnato Merlin?"
"Ho assunto un insegnante per tutti, subito dopo l'incidente. Ovviamente, non siamo abili come lo è Merlin, ma dopo un anno ce la caviamo abbastanza. È stato così dolce la prima volta che siamo stati in grado di mimare a lui, che si è commosso. Avresti dovuto vederci, tutti e sette a piangere e ridere come un gruppo di ragazzine." Sorrideva a quel ricordo.
"Avrei tanto voluto..." disse Arthur, così silenziosamente, che Morgana lo sentì a malapena.
"A volte dobbiamo ancora fare lo spelling di alcune parole qua e là, ma di solito siamo piuttosto abili, anche se Gwaine è di gran lunga il più bravo di tutti. Si comporta un po' come una madre. Si preoccupa sempre per Merlin. Quando andiamo nei locali, Gwaine si accerta sempre che Merlin abbia davvero voglia di ballare, quindi se la svigna e chiede al DJ di mettere una musica molto ritmata cosicché lui possa sentirla. È così carino... Lui pensa che noi non lo sappiamo, ma invece sì." Lei rise al solo pensarci.
"Oh."
Avrebbe dovuto essere grato a Gwaine per aver badato a Merlin, ma non lo era, anzi, era geloso, perché avrebbe dovuto farlo lui, quel lavoro. Avrebbe dovuto essere l'unico a fare tutte quelle cose per Merlin, non Gwaine.
Alla fine, Arthur abbracciò Morgana e le diede un bacio, ringraziandola per tutto. Le disse che l'avrebbe chiamata presto, poi si girò e andò via.

*

Quando Arthur tornò nel suo appartamento, si buttò sul divano e stette lì a guardare il soffitto, lasciando che le parole di Morgana lo penetrassero fino in fondo. Poi andò a letto e si stese, ma stette sveglio la maggior parte della notte pensando a Merlin. Il suo cuore si gonfiò di fierezza sapendo che aveva perseverato ed era riuscito a superare tutto. Poi si rese conto che lo aveva fatto senza di lui. E se non lo avesse più voluto, o non avesse più avuto bisogno di lui?

"Come posso essere stato così stupido? Mi farò perdonare Merlin, lo prometto..." giurò lui.
Adesso doveva in qualche modo convincerlo a concedergli un'altra opportunità. Sapeva che sarebbe stato alquanto difficile, ma avrebbe fatto qualsiasi cosa fosse necessaria. Se solo Merlin gliene avesse dato la possibilità, si sarebbe assicurato che non se ne pentisse. Lo avrebbe amato e ne avrebbe avuto cura ogni singolo minuto di ogni singolo giorno per il resto della sua vita.

Finalmente, alle prime ore del mattino, riuscì ad elaborare un piano per riavere indietro Merlin, poi scivolò in un sonno senza riposo.
Quando si svegliò dopo poche ore, la prima cosa che fece fu chiamare Morgana.

  
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