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Autore: LittlePollypocket1988    09/02/2015    0 recensioni
Quando puoi avere tutto dalla vita, non ti rendi conto del valore di nulla.
Questo è il mio stile di vita.
Questo sono io.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Sono passati un paio di giorni dal mio scontro con Giulia e ancora ci penso. Non sono geloso, lei è libera di impegnarsi con chi vuole; ciò che mi da fastidio è che sia successo proprio con lui. Visti i precedenti non riesco proprio a capire quale scintilla possa essere scattata tra loro. Cosa ci trova in lui? Non ha molte belle qualità, e con lei non si è comportato per nulla da gentiluomo. E lui perché non me l’ha detto? Non mi aspettavo che lo facesse, ma pensavo che per rispetto della mia persona dopo l’aiuto che mi ha dato per il test pensavo che forse i muri di odio e gelo erano un po’ meno forti. Forse mi sto facendo troppe domande inutili, forse Alexander non mi deve nessuna spiegazione, in fondo sono io ad essere in debito con lui, anche se la vita privata non centra nulla. Con tutti questi pensieri sto andando all’università. La prima lezione del primo anno della facoltà di giornalismo e sono puntuale. L’immancabile cappuccino da asporto mi accompagna nella sede principale, che si trova proprio in centro. Un enorme edificio rinascimentale rettangolare alto tre piani di colore bianco, un giardino interno e all'entrata i soliti rompi palle che ti chiedono di firmare qualcosa solo per spillare soldi. Benvenuto all'università Nicola. Molti mi conosco per sentito dire, molti per nome e altri ancora perché sono amici di amici di conoscenti e così via. Mi salutano con un sorriso splendido, mi chiedono che facoltà ho scelto di frequentare e questo mi da la certezza che il mio incidente di percorso non è stato spifferato. Almeno su questo Alexander è affidabile. “Scusa ho sentito che parlavi con quella ragazza della facoltà di giornalismo” mi ferma un ragazzo. “Sì infatti, anche tu?” chiedo. Annuisce con la testa “Ti spiace se ti seguo? Sai, non ho la più pallida idea di dove andare”. “Ti affidi alla persona sbagliata, ti farò fare ritardo!” commento sorridendo. “Abbiamo tempo, c’è il quarto d’ora accademico, anche se in effetti se arriviamo in ritardo rischiamo di non trovare posto”. “Se sei con me il posto lo trovi” lo rassicuro. Mi guarda in modo strano, come per non capire il motivo del perché della mia risposta. Quando però capisce chi sono sgrana gli occhi e spalanca la bocca. “Esatto, sono proprio io” rido “Non ti preoccupare, non mi offendo perché non mi hai riconosciuto subito. Piacere Nicola” gli stringo la mano. “Piacere, sono Daniele”. Arriviamo giusto pochi minuti prima dell’arrivo del professore, troviamo due posti nelle prime file e anche se non mi piace il settore secchioni, per oggi mi devo accontentare. Il mormorio di voci che si sente per tutta l’aula cala non appena entra l’insegnante. È il nostro insegnante di storia della politica. In quest’ora e mezza ha spiegato a grandi linee gli obbiettivi del suo corso e ha dato indicazioni sui libri da prendere per chi non li ha già reperiti, e ha parlato un po’ dello svolgimento dell’esame a fine corso. Insomma, una noia. La parte divertente però l’ho scoperta al corso di lingua italiana applicata al settore giornalistico. “…E infine l’ultima parte del corso consiste in progetto di coppia volto a darvi punti per l’esame finale. Vi andrò a dividere in coppie e così dovrete rimanere per l’intero anno accademico e insieme, con la frequenza di quattro articoli al mese, uno a settimana vi eserciterete a scrivere in lingua. Così uniamo l’utile al dilettevole. Tre temi su quattro ve li darò io, l’ultimo lo sceglierete col partner. Ad ogni articolo vi darò un punteggio e a fine esame, se riuscirete ad ottenere un punteggio sufficiente potrete evitare la prova scritta e passare direttamente alla parte orale, che come vi ho detto consiste nella esposizione di due tra gli articoli fatti durante l’anno, uno a discrezione mia e uno a discrezione vostra. Ci sono domande?”. Nessuno parlò, allora aggiunse “Ricordate che l’aspetto sociologico di questo progetto è volto ad insegnarvi a collaborare tra voi per in un futuro riuscire a collaborare con eventuale staff o partner”. Dopodiché comincia a dividerci per coppie, sono insieme a una certa Rebecca di cui non ricordo il cognome. Lei si alza e mi chiama, e appena si volta in lei riconosco la ragazza che mi ha adottato come facchino porta libri. Perfetto, come prima sensazione non sono per niente contento di dover lavorare con lei un intero anno accademico. “Tu?!” esclama puntandomi il dito contro “Dimmi che stai scherzando e che non sei tu il mio partner”. “Non sono per niente contento neppure io se t’interessa” rispondo mettendo via il blocco degli appunti “E comunque, al di là del lavorare assieme dovresti essere contenta di essere con me, sono Nicola Davis”. “E allora sai cosa me ne importa del tuo nome?” ribatte seccata. “Sai chi sono almeno?”. “Sì che lo so, ma non m’importa” e se ne va. Rimango là come un babbeo un po’ nervoso, oltre al danno anche la beffa. Non mi sopporta, non le interessa che sono e penso anche di farle schifo. Il mio sex appeal non attacca e neppure la mia simpatia. Si prospetta una coppia interessante.
   
 
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