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Autore: MollySanden    09/02/2015    1 recensioni
Harry Styles è il ragazzo più popolare della scuola, tipico donnaiolo, bello e a volte anche stupido.
Jade Thirlwall è invece considerata strana, nerd e antisociale.
Sarebbero due ingredienti perfetti, come se si mescolassero sale e zucchero, oppure si scontrassero un tornado d'acqua e un vulcano in eruzione. Impossibile, questa è la conclusione.
Cosa accadrebbe se i due andassero a vivere insieme?
Genere: Comico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
 
La sua vita l'aveva vissuta all'interno di una bolla, dove nessuno poteva farle del male.
A scuola, però, gli studenti l'avevano presa di mira additandola come una nerd, o meglio: una ragazza intelligente che trascorreva le sue giornate a studiare.
Popolarità, feste, ragazzi e alcol...agli occhi di un estraneo potevano rappresentare uno stile di vita adeguato per un ragazzo di quell'età. Tuttavia, lei non era come le altre ragazze, ma solo un prototipo "sbagliato".
Jade e Harry: appartenenti a due mondi completamente diversi, che finiranno per scontrarsi in un modo isolito.
Jade viveva in un piccolo appartamento a Londra, così striminzito da esserci spazio solo per lei, sua madre e i mobili che l'arredavano, concessi dall'edificio stesso. Nonostante il poco denaro, la donna riusciva a mantenere, per lei e per sua figlia, l'affitto dell'appartamento, fino a quando però, sfortunatamente, arrivò una lettera di sfratto.
Harry, invece, viveva con entrambi i genitori. Un giorno, gli venne data la notizia che la migliore amica di sua madre si sarebbe trasferita in casa sua per un po'. Harry la prese bene, soprattutto quando udì le parole " ha una figlia", reagendo come qualsiasi adolescente della sua età con gli ormoni in subbuglio. Tuttavia...
Cosa accadrà quando Harry verrà a sapere che la ragazza con cui condividerà la casa sarà la secchiona della scuola? E Jade, come la prenderà sapendo di convivere con il ragazzo più desiderato e anche il più arrogante che abbia mai scontrato per i corridoi?
Cosa succederà se ambedue saranno costretti a vivere insieme?
 
Capitolo 1
 
                                                                                                   
 
Respirai profondamente quando l'autobus si fermò di fronte a me. Cercai di incoraggiarmi per poter affrontare la giornata.
« Buongiorno, Jade! » mi salutò gentilmente l'autista, quando salii sul veicolo.
« Buongiorno, Clark! » ricambiai il saluto timidamente e mi avviai, rapida, lungo il corridoio del bus per arrivare al mio posto, vicino al finestrino.
Camminavo con alcuni libri in mano quando notai che una ragazza, al mio passaggio, sorrise maliziosa. La ignorai, però lei fu più veloce di me e con uno sgambetto mi fece cadere tutti i libri a terra.
« Attenzione, nerd!» squittì beffarda, voltandosi poi per continuare a parlare con i suoi amici, non prestando più attenzione a me.
Respirai profondamente e mi alzai.
Era all'ordine del giorno: sgambetti, risate, pettegolezzi, "sei un topo da biblioteca"…si divertivano i miei compagni a prendermi in giro, senza preoccuparsi se avessi potuto farmi male. Le risate che avevo udito quando ero caduta non mi toccavano più.
Presi i miei libri da terra, sistemai gli occhiali e continuai a camminare a testa bassa verso il sedile posteriore, dove nessuno si sedeva mai e che in quel momento mi sembrava così solitario e silenzioso, giusto per me.
 
Prima regola degli studenti: non avvicinarsi alla secchiona.
 
Una ragazza del primo anno, non popolare, mi guardò per poi abbassare lo sguardo subito dopo. Stare dalla mia parte rovinava la reputazione a chiunque.
 
Seconda regola degli studenti: lasciare che la secchiona viva nella sua solitudine.
 
Questa regola teneva conto della prima, essendo sola nessuno rischiava di diventare come me.
La mia vita, prima, era diversa. Avevo un paio di amiche con cui potermi confidare e altri per divertirmi. Ero timida, ma loro c'erano e tutto era più semplice quando si era bambini. Ora, quegli stessi "amici" erano adolescenti e l'unica cosa a cui davano conto, era lo status sociale. Le amicizie reali non contavano più. Ed era quello che mi succedeva da anni, mi avevano abbandonata per non perdere quel briciolo di popolarità che a loro importava tanto.
Appoggiai la fronte contro il finestrino e sospirai, il vetro si appannò e con l'indice ci disegnai sopra una faccina sorridente. Felice.
Mia madre era una donna sola, divorziata, papà ci aveva lasciato per un'australiana. Speravo che anche la mamma si rifacesse una vita, perché aveva bisogno di un po' d'affetto e soprattutto perchè se lo meritava. Ogni mattina, quando mi svegliavo, mi diceva sempre di sorridere e non lasciare che gli altri mi facessero soffrire. Il sorriso era l'arma migliore per difendersi, dopotutto anche lei aveva adottato questa "tattica" quando mio padre se ne era andato.
I miei pensieri furono interrotti quando arrivammo davanti la scuola. Presi lo zaino, i miei libri e lasciai l'autobus. Entrai nell'edificio e camminai per i corridoi, nervosa. Il tratto corridoio-armadietto-classe era come se fosse una passerella per gli studenti, dove chiunque poteva osservare, giudicare e nel mio caso, divertendosi a prendermi in giro, facendomi inciampare o attraverso insulti privi di senso.
Camminando, notai alla mia destra Brittany Jones. Chi non conosceva la bionda Jones? Era la ragazza più popolare della scuola, festaiola e avente come hobby quello di insultarmi. Ovviamente, era fidanzata con un ragazzo bellissimo, popolare quanto lei e divertente.
James Blair, desiderato da molte ed io ero una di loro. Era stato più forte di me, era perfetto e soprattutto era l'unico a scuola che non mi insultava, anche se dubitavo fosse a conoscenza della mia esistenza.
Raggiunsi l'aula e mi accomodai al mio banco, ultima fila e accanto alla finestra. Nessuno condivideva il banco con me, semplicemente perché eravamo dispari.
Le ore trascorsero veloci e come ogni giorno ricevetti una buona dose di fischi da parte delle cheerleaders, altri invece preferirono evitarmi. Niente di nuovo.
Ritornai a casa con l'autobus e fortunatamente nessuno mi fece inciampare, rismparmiandomi un viaggio sgradevole.
Arrivata, notai una piccola lettera all'ingresso. Stupita, mi inchinai e presi la lettera, entrando nell'appartamento.
La curiosità mi aveva sempre portato problemi, ma era più forte di me e decisi di dare un'occhiata alla lettera. Sorrisi confusa mentre leggevo parola per parola, scossi addirittura la testa, incredula. Mia madre si era dimenticata di pagare l'affitto.
Certo, pensai ironicamente.
Continuai a leggere e il mio sorriso svanì lentamente.
Non era uno scherzo, mia madre non aveva pagato la rata.
 
 
 
 
 
 
Continuai a leggere e il mio sorriso svanì lentamente.
Non era uno scherzo, mia madre non aveva pagato la rata.





 
Hola!
Salve, hola e ciao.
È la prima volta che mi cimento in questo fandom e spero di non fare un buco nell’acqua.
La storia è molto semplice e ha una trama divertente che scoprirete solo leggendo.
Un bacio!

 
 
 
  
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