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Autore: Tonks98    09/02/2015    3 recensioni
Salve lettori, questa storia è particolare e molto diversa dalle altre. Innanzi tutto ogni capitolo potrebbe essere l'ultimo, e la aggiornerò ogni volta che avrò qualche idea per continuarla. Il titolo dice molto. Pensate se il Paradiso non fosse posto per voi... e...poteste tornare indietro.
Tonks98
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Severus Piton, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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E' a Serpeverde, amici miei, che troverete gli amici migliori. 
Quei tipi astuti ed affatto babbei, che qui raggiungon fini ed onori.


Londra. Binario nove e tre quarti, ore undici in punto, anno 2016.
"Vedrai, non avrà problemi."
"Lo so..." rispose Harry Potter a sua moglie Ginny "Spero solo che non si incontrino troppo presto..."
"Chi?"
"Al e Piton." 
"Perchè? Pensi che Lui se la prenderà?" 
"No, in realtà la cosa che mi spaventa di più è che potrebbero iniziare a fare comunella, non sarà un anno facile per James." 
Ginny riflettè un attimo su tutte le volte in cui i suoi due figli maschi avevano litigato, sempre per gli scherzi leggermente crudeli di Jamie, e capì che effettivamente quei due avevano molto in comune, oltre che al nome.
"...già, non gli daranno tregua." 
Hogwarts. Ore diciannove. Smistamento...
"Malfoy Scorpius!" Il ragazzino biondo si avvicinò dritto e sicuro verso lo sgabello.
"SERPEVERDE" urlò il Cappello Parlante.
Il bambino, soddisfatto e sollevato si diresse alla tavola della sua casa.
"Potter Albus Severus!" nella sala scese il silenzio, una folata di vento fece tremolare le candele. Il bambino dagli occhi verdi si avvicinò lentamente al Cappello. Passarono alcuni minuti, l'aria stessa fremeva di curiosità, i più credevano che non ci fossero dubbi su quale casa si addicesse al giovane Potter... 
"I più" persero le speranze dopo il terzo minuto. Da qualche parte, in un luogo non ben precisato del soffitto, un povero ectoplasma era in ansia, un'ansia tremenda che non provava dai tempi del suo smistamento, e osservava attentamente il Cappello. Questo alla fine si mosse, lo strappo si aprì a formare la bocca, parve prender più fiato possibile per gridare il suo verdetto, anche se non aveva i polmoni, magari si stava divertendo a creare un po' di suspanse. Chi lo sa. E poi finalmente urlò: "SERPEVERDE!" 
Ci fu un attimo di silenzio glaciale, poi la tavola verde-argento incominciò ad applaudire, sempre più fragorosamente, seguita da tutta la sala, anche dai Grifondoro più riluttanti. Mentre si avvicinava al tavolo si levò un boato che fece tremare i muri. Tutte le candele si spensero nello stesso istante. Quando vennero riaccese tutti gli studenti finirono di mangiare e vennero mandati nei loro dormitori. Gli insegnanti dovevano aver già capito che aria tirava quella sera. Albus aveva già incominciato a legare con gli altri compagni, soprattutto con Scorpius Malfoy. 
Ma per Albus Severus Potter, giovane Serpeverde, quella notte sarebbe stata molto più lunga degli altri.
Era l'ultimo della coda di ragazzi Serpeverde che scendevano nei sotterranei, stava per entrare nella sala comune quando il muro si chiuse da sè. Bussò, prese a calci il muro, urlò la parola d'ordine. Niente, era bloccato, non poteva entrare. Così decise di andare a cercare un insegnante, molto intelligentemente, per risolvere la situazione. Purtroppo per lui non aveva calcolato un paio di cosette; numero uno: era la prima volta che metteva piede nei sotterranei del Castello, e anche i ragazzi del settimo anno capitava che vi si perdessero; numero due: c'era qualcuno fermamente intenzionato a fare una chiacchierata con lui, faccia a faccia.
Potevano essere due ore come un quarto d'ora che girava lì sotto, si era davvero tremendamente e inesorabilmente perso. Ma gli sembrava di riconoscere il posto in cui si era fermato...Almeno dai racconti del padre e del fratello. Si trovava davanti a una porta di legno scuro e rovinato, mezza scardinata, che dava dentro a un'aula fredda e spettrale. L'ex aula di Pozioni. Ormai non veniva usata da alcuni anni, da quando il nuovo professore, l'altro era scappato dopo un esaurimento nervoso, aveva deciso di spostarla al primo piano. Catturato dalla curiosità, tipica della sua famiglia, decise di entrare a curiosare. Cinque file di banchi, coperti di polvere, le sedie rivoltate e la vecchia scrivania, anch'essa coperta di polvere, riempivano la stanza insieme a scaffali impolverati, dove una volta stavano le pozioni e calderoni mezzi fusi. Ragnatele su ragnatele ricoprivano il soffitto. Teddy gli aveva detto che avevano smesso di usarla l'anno dopo il suo arrivo. Quindi erano almeno quattro anni che non veniva usata, e lo strato di polvere sul pavimento ne era la prova. I pochi passi che fece rimasero come impronte sul pavimento. Poi qualcosa si mosse. Una folata di vento sollevò una striscia di polvere dal pavimento.Un freddo intenso gli trapassò il petto come una lama, la sensazione di mille cubetti di ghiaccio che gli scendevano giù per la schiena lo travolse. Poi una voce, fredda e sarcastica, riempì l'aria rimbombando più di un tuono nel silenzio nonostante fosse appena più di un cupo, mellifluo sussurro. 
"Bene, bene, bene. Un altro Potter in giro di notte a curiosare, evidentemente la brutta abitudine di infrangere le regole si è evoluta a malattia genetica. Lo sai che l'ora del coprifuoco è passata da un pezzo, ragazzino? C'è un motivo se dopo una certa ora, è bene che gli studenti si chiudano nei loro dormitori. Potrebbe essere...pericoloso, per loro, girare nel castello di notte. Si possono fare degli incontri piuttosto spiacevoli."
"C-Chi sei? Fatti v-vedere." cercò di rimanere calmo, cercò con tutte le sue forze di non far trasparire la fifa dal suo tono di voce...ma non gli riuscì molto bene.
"Ah! Brutta bestia, la fifa. Hai paura Potter? La verità, guarda che me ne accordo se...menti."
"La verità? Sì, ho paura. E no. Non sto infrangendo le regole, almeno non di mia volontà, sono rimasto chiuso fuori dal dormitorio e mi sono perso nei sotterranei, stavo andando a cercare un insegnante e ho trovato un fantasma che sta tentanto di terrorizzarmi. Ma la verità è che, secondo me, sei tu il più codardo dei due, che non ti sei ancora fatto vedere." esclamò Albus in uno slancio di coraggio...pessima idea.
In quel momento una sedia cadde da un banco, fracassandosi, seguita violentemente da tutte le altre, una folata di vento lo fece cadere a terra. L'imponente figura di Piton comparve fluttuando a mezz'aria, il volto deformato dall'odio a pochi centimetri dal suo. "NON. OSARE. MAI. PIU'. CHIAMARMI. CODARDO!" Rimasero a fissarsi per un tempo infinito. Piton non voleva perdere così la calma, almeno non così presto. Voleva solo vederlo, per pura curiosità accademica, e magari testare il famoso coraggio sconsiderato made in Potter, ma l'affermazione del ragazzino lo aveva stupito...e di conseguenza fatto infuriare. Alla fine Albus ruppe il silenzio. 
"Io ti conosco...tu sei Severus Piton, l'eroe di guerra, mio padre mi ha parlato di te."
"In carne ed ossa...bhe, no, non proprio, comunque sì. E ti avrà anche detto che sono il più grande tormento dei Potter, immagino. Tu devi essere Albus Severus...." la rabbia era passata, lasciando il posto a uno sguardo freddo e calcolatore.
Dopo tutto era pur sempre un ragazzino, per di più Serpeverde. 
"In persona. Mi scuso per averle dato del codardo, e se mio fratello l'ha trattata male. Comunque lo scherzo dello shampoo l'ho trovato geniale." Severus lo guardò negli occhi, occhi verdi, come quelli di suo padre, e di Lily. Così in fine disse, ormai quasi totalmente rabbonito "In effetti...uhm, scommetto che voi due non andate troppo d'accordo, vero?
"No, signore. Io e James abbiamo qualche...differenza di vedute." 
"Già, come pensavo, sei in Serpeverde, eh?"
"Si, signore." e Al in quel momento, e solo per un momento, tirò fuori un sorrisetto furbo e un po' maligno tipico dei giovani ambiziosi Serpeverde. Piton si sentì quasi commosso.
"Spero bene che porterai onore alla tua Casa, come il tuo omonimo d'altronde. E se mai avessi bisogno di una mano, anche solo per dare una lezione a tuo fratello...
"La ringrazio signore." Un qualcosa di molto simile a un sorriso comparve sul volto fantasmagorico di Piton.
"Ora torna nel tuo dormitorio.
"Signore, lo farei, ma gliel'ho detto, non conosco la strada, e poi la porta è bloccata."
"Ti posso aiutare a trovare la strada, conosco questo posto come le mie tasche...Riguardo alla porta, ehm ehm, credo che ormai si sia sbloccata." disse il fantasma in tono casuale. Come se Albus non avesse già capito chi fosse stato a bloccarla. 
"Grazie. Ehi, però lei non è così male come mio fratello l'ha descritta!" 
"Ora Potter non t'allargare." rispose Piton freddo come il marmo. Uscirono dall'aula ancora più spettrale di prima, e si avviarono verso la Sala Comune di Serpeverde. 
"Comunque, capita spesso che le cose, e soprattutto le persone, non siano come sembrano." aggiunse 
seguito a ruota dal giovane Potter, imboccando un passaggio segreto attraverso un muro che sembrava il più freddo e compatto di tutto il sotterraneo, ma che, come Albus scoprì, portava dritto davanti al dormitorio.
"Grazie, signore." disse il ragazzino prima che l'entrata si richiudesse. 
"Di niente, Pott.." 'No, Albus.' si corresse mentalmente Piton, era fermamente deciso a non chiamare più, almeno Albus Severus, col cognome, sputandolo come se fosse un insulto. In fin dei conti il ragazzino non era poi così male come il resto della parte maschile della famiglia Potter.










Angoletto dell'autrice: Arieccomi!!! Mi è venuto in mente come continuare la storia, così eccovi un nuovo capitolo! Spero di poter riprendere a pubblicare regolarmente una volta la settimana, penso che per un po' però alternerò sabato, domenica e lunedì, dato che in questi tempi non so quanto tempo avrò. But don't warry che non vi lascio alone (?)...perfavore non fate domande,è una lingua un po' ibrida, ogni tanto mi scappa, scusate..
Comunque le recensioni sono sempre graditissime! A presto lettori!!!!
Tonks98 
   
 
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