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Autore: Yasha 26    09/02/2015    8 recensioni
La prima cosa che mi colpì di lui furono i suoi occhi, di un brillantissimo nero, tant’è che lo associai ai diamanti neri, che io prediligevo agli altri.
Mi dava strane sensazioni averlo vicino. Mi sentivo attirata come una calamita. Sentivo il mio corpo strano, come in balia delle onde irrequiete di una mareggiata. Il cuore mi balzava in gola ogni volta che mi porgeva qualche domanda. Batteva tumultuoso ad ogni suo sguardo tinto d’ardesia.
Avrei voluto per me un così bel ragazzo dagli occhi del colore della tempesta, dalla voce dolce e gentile, dai modi raffinati ed eleganti.
Lo pensai per giorni, e non conoscendo il suo nome lo soprannominai “Black Diamond” per via di quelle due gemme che mi avevano stregata da subito.
INCOMPIUTA
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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-No! Scordatelo! Non ho bisogno del tuo aiuto oggi. Mi è bastata la figuraccia che mi hai fatto fare ieri!-
-La figuraccia hai voluto farla tu! Stavi benissimo con quel vestito!-
-A te, Sango, a te sta bene quel vestito! Ci vuole una certa disinvoltura per indossarlo, che io ovviamente non ho! Non sai che vergogna quando mi ha detto “se tiri da sotto, scende da sopra”. Avrei preferito morire fulminata, credimi!-  mi dispero, ripensando alla figuraccia fatta.
-Ma che esagerata che sei! Alla fine ti ha invitata a casa sua. Se non gli fossi piaciuta, non lo avrebbe certo fatto, non credi? Magari questa cosa gli ha fatto pure tenerezza, oppure lo ha divertito, in senso positivo dico. Una cosa è certa: ha notato la tua ingenuità.-  sostiene sicura.
-La mia ingenuità? Ma io non sono ingenua.-
-Oh sì, che lo sei! Se non lo fossi non gli avresti detto che ti sentivi una zoccola vestita in quel modo. Hai perfino preferito casa sua ad un ristorante di lusso, e queste cose gli uomini le notano, sai?-
-Quindi ho fatto l’ennesima figuraccia preferendo casa sua al ristorante? Ma porca miseriaccia!-
-Ecco, visto che non capisci mai nulla? Vedrò di essere più chiara. Da quello che mi hai raccontato, questo InuYasha, è un uomo abbastanza facoltoso, ma aveva un arredamento sobrio, a parte la figata del giardino, ma sorvoliamo. Non aveva atteggiamenti da ricco spocchioso, no? Quindi, in base a questa descrizione,  posso dirti che gli è piaciuta la tua semplicità terra terra. E fidati, sono brava a riconoscere un certo tipo di uomo da un altro!-  si pavoneggia soddisfatta.
Considerato quanti ne ha conosciuti di uomini, non so se sentirsi soddisfatta sia un bene. Non giudico la mia amica per le sue innumerevoli conquiste, però, non mi piace proprio che continui per questa strada.
Quand’è che metterà la testa a posto con un uomo serio, che la ami, e che non la usi per una notte? Capisco che il tradimento subito anni fa, l’abbia sconvolta. Ma evitare di impegnarsi non è la scelta migliore per non soffrire più. Non so come farglielo capire. Che dovrei dire io, con quello che ho subito da Koga? Eppure voglio riprovarci. Voglio avere l’uomo dei miei sogni al mio fianco. Magari non esiste e continuerò a cercarlo per  tutta la vita, ma almeno potrò dire di averci provato.
Ma aspetta…ha detto che…
-La mia semplicità terra terra, hai detto? Lo devo prendere come un insulto?-
-Ma quale insulto! Volevo solo dire che sei una ragazza semplice, dai gusti sobri, essenziali direi. Te lo ha detto lui stesso che di lampadari ambulanti ne ha conosciuti fin troppi. Ciò vuol dire che cerca una ragazza “pulita” dentro e fuori, acqua e sapone insomma.-  mi spiega, anche se stento a comprenderla. Come può un uomo così bello, ricco, e di una certa importanza nel suo lavoro, volere una ragazza sempliciotta come me che ama jeans, ballerine, maglie strambamente colorate e con nessuna cura di se stessa se non un leggero tocco di mascara e di lucidalabbra trasparente?
-E se invece non fosse come dici tu, ma volesse solo portarmi a letto, per poi scaricarmi il giorno dopo, accompagnandosi ugualmente a quelle bambole ancora incellofanate?-  
-Oh santa pazienza! Uno buono che le capita nemmeno lo riconosce! Fidati, ti ho detto! Se volesse una notte e via, cercherebbe altro, non te.-
-Ovvero cercherebbe di meglio…-  mormoro triste.
-Ok, io ci rinuncio! E tu gatto, si può sapere che hai da guardare così?-  gli chiede, prendendolo in braccio. Era seduto ai piedi di Sango e la guardava incuriosito.
-Si chiama BiDi, non gatto.-
-Kagome, lascia che sia sincera con te amica mia…”BiDi” è un nome che fa cagare! Chiamalo Black! È ironico almeno, visto il suo colore completamente bianco! BiDi è ridicolo!-  
-Perché lo trovi così brutto? A me piace.-  replico accigliata.
-Ma dai, sembra l’incantesimo della fata di Cenerentola! Bibidi bobidi bu.- canticchia, sbeffeggiando il nome del mio gatto.
-Ok ok, Black! Contenta?!- 
-Oh ecco! Il tuo gatto finalmente ringrazia!-
-Il mio gatto ringrazia solo quando gli do da mangiare. Per il resto è come se non esistessi.-
-La colpa è anche tua. Non ti ho mai vista prenderlo in braccio e coccolarlo. Lo stesso fai sempre con Kirara. Se la prima che lo ignora sei tu, come pensi che lui possa considerare te? E’ vero, piccolino? Diglielo a quella scema della tua padrona che vuoi le coccole!- gli dice lei, mettendolo a pancia in su e facendogli i grattini. Mi consola sapere che non sono l’unica pazza che parla con chi non può risponderti.
-Va bene, vedrò di coccolarlo. Ora però devo prepararmi. Tra un’ora passa a prendermi InuYasha. Chissà dove mi porta!-  dico sognante, andando in camera a preparare i vestiti da mettere.
-Magari in un fast-food!-  se la ride lei, buttandosi sul letto.
-E se anche fosse? Che ci trovi di divertente? A me piacciono.-
-Ma un uomo non può portarti a cena in un WacDonals’s, dai! Soprattutto uno come il tuo “diamante nero”!-  mi sbeffeggia.
-Non è il “mio” diamante nero! E poi non capisco cosa ci trovi di male. E’ un luogo come un altro!- 
-Non per i primi appuntamenti.-
-Ma non sai dove vuole portarmi, santo cielo! È una discussione assurda!-  esclamo infastidita, andando a fare una veloce doccia. Si sta facendo tardi. InuYasha mi ha mandato un messaggio per avvisare che passerà a prendermi alle otto e mezza. Se non mi sbrigo non mi troverà pronta.
-Kagome, non credi sarebbe meglio fare una ceretta inguinale, prima di andare all’appuntamento? Non si sa mai…-  dice lei, vedendomi uscire dalla doccia.
-Ti ha mai detto nessuno che hai la delicatezza di un elefante dentro un negozio di cristalli? Un po’ di tatto! E poi ti sembra il caso di entrare mentre faccio la doccia?-  sbuffo contrariata, coprendomi con l’asciugamano.
-Non dirmi che ti imbarazzi per questo, su. Da ragazzine facevamo il bagno di notte completamente nude.-
-Non mi imbarazza farmi vedere nuda dalla mia migliore amica, ma certi argomenti non mi fanno sentire a mio agio. Soprattutto se riguarda come curare il mio “intimo”.- 
-Guarda che se Koga non ci faceva caso, non vuol dire che anche per gli altri sia lo stesso.-
Mi sbatto una mano in faccia, sconfortata per la piega assurda che sta prendendo la cosa. Ma che ho fatto di male?
-Prima cosa: stasera non andrò a letto con InuYasha, quindi non devo mostrare nulla! Seconda cosa: quando stavo con Koga mi prendevo più cura del mio corpo, ma adesso che sono sola e non mi vede nessuno, mi dici perché cavolo devo fare la ceretta lì?-  urlo spazientita.
-Perché sei convinta non accadrà nulla?-
-PERCHE’.NON.CERCO.UNA.NOTTE.DI.SESSO!!! E andarci a letto al secondo appuntamento non è ciò che voglio! Se lui ci provasse, lo manderei subito al diavolo! Deve capire che voglio una cosa stabile, seria. Non sono una da una notte e via.-  le ripeto per la milionesima volta.
-Ok. Contenta tu…-  si arrende infine.
Finalmente inizio a prepararmi come sono solita fare, con una magliettina un po’ lunga, leggings e ballerine. Lego i capelli in un’alta coda e metto dei semplici e piccoli orecchini a bottoncino a forma di rosa. Lucidalabbra, mascara e sono pronta.
-Sembra tu stia andando a fare la spesa.-  mormora Sango, squadrandomi perplessa.
-Non ricominciare, ti prego!-
-Va bene. Ora torno a casa. Domani mi racconterai tutto. Non combinare casini!-  si raccomanda, prima di andarsene.
Non combinare casini dice, come se dipendesse da me fare figuracce! Mi viene naturale purtroppo, che posso farci?!
Pochi secondi dopo aver sentito chiudere la porta sento suonare il campanello. Che ha dimenticato? Vado ad aprirle, ma invece che Sango, mi trovo difronte InuYasha, in tutta la sua bellezza, vestito di una maglietta aderente rossa, una giacca di pelle nera e jeans scuri. Quanto accidenti è bello?
-Ciao.-  mi saluta.
-C…ciao.-
-Mi ha fatto salire la tua amica…ehm…Sango?-  chiede incerto.
-Sì, Sango. Pre…prego! Accomodati! Prendo la borsa e andiamo.-  lo faccio accomodare. Appena entra però, noto BiDi, anzi, Black (insomma, il gatto!) che gli si avvicina soffiando.
-Ciao gattino. Vieni qui.-  lo chiama lui, avvicinandogli la mano sul musetto per accarezzarlo, ma lui per tutta risposta lo graffia.
-Black! Ma che accidenti fai?-  gli inveisco contro, vedendolo poi scappare via verso la camera da letto.
-Mi sa che non gli sto simpatico.-  dice InuYasha ridendo, guardando la mano graffiata.
-Ti chiedo scusa. È la prima volta che fa così. Poco fa con Sango era tutto “fusa e coccole”. Vieni in bagno che lo disinfetto.-
-Non serve, tranquilla. È solo un graffietto. Piuttosto, com’è che l’hai chiamato? Black?-  chiede curioso.
-Ehm…sì. Black Diamond.- preciso imbarazzata.
-Un gatto tutto bianco, lo hai chiamato diamante nero? Caspita, devono piacerti davvero molto allora se perfino il tuo gatto lo hai chiamato così.- 
-Già…eheheh…-  rido nervosa. E’ vero che non sa che il nome del gatto viene dal soprannome che ho dato a lui, però è lo stesso strana la situazione. Se lo sapesse chissà che direbbe.
-Se sei pronta direi di andare. Non vorrei fare tardi.-  dice guardando l’orario.
-Certo!-  rispondo, prendendo le chiavi e chiudendo casa.
-Dove andiamo di bello?-  chiedo in macchina, per spezzare un po’ il silenzio.
-In un posto dove è insolito portare una ragazza per un appuntamento, ma, se inizio a conoscerti un po’, credo ti piacerà.-  spiega, sorridendomi dolcemente come sempre.
Rimango spiazzata dalle sue parole “se inizio a conoscerti un po’ ”. Vuole davvero conoscermi e la cosa mi rende felicissima!
Arriviamo dopo qualche minuto ad un parco che non conosco, tutto illuminato a giorno e pieno di gente. Che succede?
Come ha fatto ieri, mi apre lo sportello, aiutandomi a scendere dall’auto, per poi raggiungere anche noi il punto in cui la folla si riunisce.
-Ma sono tutti messi a turno?-  chiedo, osservando la lunga fila davanti a noi.
-Sì, devono comprare i biglietti. Vieni, non vorrei perderti in mezzo questa confusione.-  di dice prendendomi per mano e trascinandomi via, con la gente che ci guarda con invidia passargli davanti quando InuYasha mostra agli addetti due pass, presi chissà come e quando. Il bello di essere ricchi è che non fai fila!
Arriviamo in uno spiazzo pieno di gente che prende posto sopra delle coperte da picnic, disposte ordinatamente sul terreno leggermente erboso e ben curato. In fondo c’è una specie di palco, dove quelli che sembrano dei tecnici stanno controllando alcune attrezzature.
Mi guardo in giro curiosa, mentre, ancora mano nella mano, InuYasha mi porta molto vicina al palco, per fermarsi poi davanti una coperta che porta un cartellino con la scritta “NoTaisho”.
-Prego.- mi fa segno di accomodarmi sulla coperta, lasciando purtroppo la mia mano.
-Ma dove siamo?-  mi decido a chiedere.
-In un teatro all’aperto.-  risponde, lasciandomi ancora piena di dubbi.
-Ma al teatro non ci sono le sedie?-
-Sì, ma questo è un teatro particolare. Si tiene una volta al mese e gli attori sono tutti uomini, come nel teatro Kabuki, però non tengono delle rappresentazioni classiche, bensì delle parodie. Questa sera gli attori metteranno in scena una commedia dal titolo “Mille e uno modi per diventare vedovo”*, in cui il protagonista è proprietario di un’azienda, ma a causa di investimenti sbagliati si trova con decine di creditori alle calcagna. Sua moglie, donna molto facoltosa, si stanca di pagare i suoi debiti, lasciando il marito nei guai, così, quest’ultimo, attua alcuni piani per ucciderla ed ereditare la sua fortuna. Purtroppo per lui però, chi rimarrà vittima di questi piani sarà lui stesso, morendo con il suo ultimo tentativo.-  mi spiega.
-Wow! Che marito affettuoso.-  dico ironica.
-Ha sposato la moglie per interesse, non perché l’amasse, anzi, aveva anche l’amante, che manteneva coi soldi della moglie.-
-Ma è terribile!-  esclamo indignata. Sarà anche una commedia, ma non dubito possa accadere anche nella realtà.
-Sai, ho sempre trovato questa commedia adatta a me, ma al contrario. Io ero nella parte della povera moglie sfruttata, mentre la mia ex moglie interpretava la parte del marito. Voleva portarmi sul lastrico.-
-Ex…moglie? Eri…sposato?- chiedo strozzandomi con la saliva. Non me l’aveva detto!
-Sì. Ma il mio è stato, per fortuna, un matrimonio di breve durata. Quando l’ho conosciuta, mi sono fatto ammaliare dalla sua eleganza e bellezza. Solo in seguito ho scoperto, a mie spese, che tipo di donna fosse. E’ la figlia del mio datore di lavoro, quindi una donna cresciuta nel lusso sfrenato. Dopo il matrimonio, suo padre non le ha passato più un centesimo, visto che pagava me con un signor stipendio. La mia ex, però, lo sperperava totalmente nel giro di una settimana, con spese assurde di gioielli, abiti firmati, oggetti orribili ed inutile, quadri provenienti da chissà dove, pranzi con le amiche in ristoranti extra lusso. I soldi non le bastavano mai. Quando ho scoperto che soffriva della sindrome da shopping compulsivo ho provato a farla curare da uno psicologo, ma lei rifiutava dicendo che si piaceva così com’era. Così ho chiesto il divorzio a neanche un anno dal matrimonio.-  mi spiega tranquillo, come se stesse parlando di un’altra persona.
-Ma se è la figlia del tuo capo, come mai non ti ha licenziato?-
-Perché il padre sa del disturbo della figlia. Quando gli ho detto che volevo lasciarla mi ha anche appoggiato. Svolgo bene il mio lavoro, indipendentemente dalla parentela con lui.-
-E…la vedi spesso? Magari viene a trovare il padre…-  prospettiva davvero poco allettante pensare che vede ogni giorno la ex.
-No, è all’estero per “curarsi” sostiene suo padre. Secondo me sta solo facendo altre spese a Parigi, ma sinceramente poco mi importa. E comunque, se anche la vedessi, non provo assolutamente più nulla per lei. Non hai motivo di esserne gelosa.-  mi sorride furbo, facendomi l’occhiolino. Sgamata!
-Ehm, no, non era gelosia, era…mmmh…curiosità! Sì, curiosità!-  provo a convincerlo, con scarsi risultati visto il sorriso divertito che ha stampato in faccia. E’ inutile, sono sempre la prima in classifica per le più grandi figure di merda di tutti i tempi!
-Inizia la rappresentazione.-  mi avverte, quando tutte le luci, tranne quelle del palco, vengono spente. Siamo quasi al buio, tranne che per la leggera illuminazione dei riflettori. C’è molta distanza tra gli spettatori, questo fornisce un po’ di privacy. Noi siamo molto vicini al palco, quindi più illuminati e più in vista, rispetto quelli più in fondo. Che sia stata una cosa calcola per non mettermi eccessivamente in imbarazzo? Se è così ha funzionato.
Seguo lo spettacolo con molto interesse. È una commedia molto divertente. Poi ho sempre trovato gli uomini che interpretano parti da donne molto buffi. Più volte ci siamo trovati a commentare le varie scene, cosa che al cinema o ad un vero teatro non si può fare, ma la distanza dagli altri permette anche di parlare tra di noi. Si è creata una strana atmosfera tutto intorno. Ci sono risate, lievi chiacchiericci, momenti di assoluto silenzio, momenti in cui nessuno stacca gli occhi dal palcoscenico, ed altri, invece, in cui io e lui rimaniamo qualche secondo a guardarci.
Mi infastidisce un po’ sapere che è stato sposato, ma non posso certo farmi condizionare da questo. L’ha lasciata lui, quindi non la ama più, o almeno così voglio convincermi. Certo però, pensare che è la figlia del proprietario dell’azienda in cui lavora e che può vederla spesso, mi irrita non poco.
L’ha descritta come una donna bella ed elegante, sarà questo il suo genere di donna? Perché provarci con me allora, che sono il nulla assoluto?
-A cosa pensi con quel visino imbronciato?-  mi chiede, facendosi molto vicino, troppo vicino, tanto da farmi salire il cuore in gola.
-Io? Nulla! Pensavo…a quanto sono bravi gli attori eheheh…-
-Non sai affatto mentire!-  se la ride, mostrandomi la sua dentatura perfetta, mentre ancora una volta la mia dignità mi fa ciao ciao come le caprette ad Heidi, mandandomi a fanculo.
-Non prendermi in giro!-  mi lamento, arrossendo all’inverosimile e ringraziando almeno la semioscurità.
-Non ti prendo in giro, ma è che sei così tenera. Sei un libro aperto e neanche te ne accorgi. Fammi indovinare: pensavi alla mia ex moglie.- azzarda, indovinando subito.
-Come cazzo lo hai capito?-  mi lascio sfuggire nuovamente, rifacendo la figuraccia di ieri e provocando la sua ilarità.
“Heidi! Heidi! Ti sorridono i montiiii! Acciiipicchia…sei una scema fantastica! Heidi Heidi, demente come teeeee!!!”  Ormai ho la mia canzoncina personalizzata, eh! Una più idiota di me non esiste! Dovrei scrivere un libro dal titolo:
“Il manuale della perfetta imbecille: come far fuggire un uomo dopo aver appena aperto bocca“.

• Passo numero uno: sparare cazzate.

• Passo numero due: dìre le parolacce.

• Passo numero tre: vestirsi da zoccola.

Sono sicura diventerebbe un best sellers! Maledetta boccaccia!
-Non ci voleva molto a capirlo. Hai la faccia di chi pensa “questa starà tutto il giorno tra i piedi essendo la figlia del capo”. Ho ragione?-
-Mi dispiace…-  mi scuso mortificata. Mi sto prendendo troppe libertà mi sa.
-Perché ti scusi?-  chiede, facendosi serio.
-Non sono nessuno per comportarmi così, come una fidanzata gelosa. Scusami.-
-A me non da fastidio se lo fai. Vuol dire che provi interesse per me. E la cosa non mi dispiace per niente.-  afferma, prendendo la mia mano e dandovi un bacio sul palmo. Mi sento andare a fuoco. Povera me!
La rappresentazione finisce ed io sto ancora a pensare al bacio che mi ha dato sulla mano. Come lo avrei voluto da tutt’altra parte.
Maledizione Kagome! Contegno! E poi critichi Sango!
-Ti è piaciuto lo spettacolo?-  mi dice alzandosi, e porgendomi la mano per alzarmi anch’io. Le luci si riaccendono e temo che illumini troppo il mio viso, arrossito sia dalla vergogna che da altro.
-Sì, è stato molto divertente.-  rispondo, cercando di apparire calma. Lui mi sorride, poi andiamo verso la sua macchina.
-Bene, ora a cena.-  dice, mettendo in moto. E stavolta dove andiamo? Mica ad un altro ristorante di lusso come quello di ieri? Kami, spero di no! Non sono vestita in modo adeguato per un ristorante.
Per fortuna le mie paure erano infondate, perché InuYasha mi ha portata in un semplice ristorante dalle pietanze tradizionali, per nulla formale e dall’atmosfera che ricorda quella familiare, tutti riuniti a tavola a mangiare i piatti della mamma. Non per nulla è pieno di famiglie.
Chiacchieriamo tra una portata e l’altra e lui mi sta parlando un po’ della sua vita, cosa che ieri non ha fatto. Non ha avuto un’infanzia molto felice avendo un padre alcolista. Chi mandava avanti la famiglia era sua madre. Con tanti sacrifici è riuscita a crescere sia lui che la sorella.
-Donna molto forte tua madre.-
-Non molto per la verità. Lui la picchiava e lei sopportava senza dire nulla. I Kami, però, ci hanno aiutato portandoselo via, investito da un’auto. È brutto da dire, ma ero felice che quell’essere fosse uscito dalle nostre vite. Crescendo sono diventato io l’uomo di casa. Ho iniziato a lavorare a quindici anni per aiutare mia madre. La mattina a scuola e al pomeriggio al lavoro. È stata una vita dura, almeno fino a quando non ho ottenuto questo lavoro, dieci anni fa, dopo mille peripezie. Da allora mia madre e mia sorella vivono nell’agio. Mirei ha studiato ciò che voleva, trovando anche lei un buon lavoro. È il mio orgoglio quella piccola nana.-  sorride dolcemente.
-Perché nana?-
-Perché malgrado i suoi trent’anni sembra una bambina. È molto minuta di statura. Credo non arrivi al metro e quaranta.-
-Wow! Ed io che mi ritenevo bassa con un metro e sessanta.-  
-Posso assicurarti che non lo sei. Comunque, cambiando argomento, che mi dici di stasera? Ti sei divertita?-
-Sì! Tantissimo. Non conoscevo neppure l’esistenza di questo genere di teatro all’aperto. È stato molto divertente.-  ammetto. Mi è piaciuto davvero molto.
-Allora se ti va, potrei portartici tutte le volte che lo fanno.-  mi propone, rendendomi felice. Significa che vuole vedermi nonostante io sia una perfetta idiota! Vorrei esultare, ma forse è meglio contenersi una volta tanto.
Ritorniamo a casa e come ieri mi saluta con un bacio sulla fronte. Diciamo che sulle labbra non mi sarebbe dispiaciuto, però, è così dolce e rispettoso nei miei riguardi che la cosa non mi spiace.
Comunque…sìììììì!!! Sono feliceeeee! Anche domani usciremo! Mi sento al settimo cielo! Mi piace uscire con lui, anzi, mi piace proprio lui! Peccato per la ex. Frequentare un uomo divorziato non era nei miei progetti, ma pazienza, l’importante è che non sia sposato, per il resto…chissenefrega!
Entro in casa e Black mi accoglie tutto miagolante e festone. Mi si struscia sulle gambe, impedendomi quasi di camminare.
-Com’è che siamo così espansivi oggi? Cos’è, ti vuoi fare perdonare per quello che hai combinato prima?-  gli chiedo, prendendolo in braccio. Per tutta risposta mi fa le fusa.
-Ruffiano. Ma sono troppo felice per essere arrabbiata. Domani ci vediamo di nuovo! Hai capito Black? Domani ritorna InuYasha e guai a te se lo graffi di nuovo. Capito?!-  dico seria, fissandolo severa.
Dopo essermi struccata e rinfrescata vado a letto, finalmente felice dopo tanto, tantissimo tempo.
 
 

 
                                                               ******************************************
 

 
 
Kagome è come un libro aperto. Si intuiscono subito quali siano i suoi pensieri.
Non l’ha presa bene la questione di Kikyo, ma non potevo nasconderglielo. L’ho omesso ieri, ma oggi dovevo pur dirglielo. Malgrado ciò, ha comunque accettato di uscire anche domani, quindi non è una cosa insormontabile. È il mio passato, non posso cancellarlo. Speriamo non crei problemi tra di noi.
La mattina dopo mi alzo prima del solito. Forse per la preoccupazione. Mentre Midoriko dorme completamente spaparanzata ai piedi del letto, mi alzo cercando di non svegliarla, o comincerebbe a chiedere cibo. Sta ingrassando un po’ troppo, forse dovrei metterla a dieta.
Faccio una doccia e mi preparo un tè, mentre fuori sta per albeggiare. Sono appena le sei. Chissà a che ore si sveglia Kagome. Già mi manca. Come può mancarti qualcuno conosciuto da così poco tempo? Eppure è così, ho voglia di vederla, di sentire la sua voce, di toccarla. Se chiudo gli occhi mi sembra di vederla dormire serena nel suo letto. Chissà com’è quando dorme. Quasi quasi…mi è venuta un’idea!
-Sette e trentacinque. Le finestre sono ancora chiuse. Bene.-  scendo dalla macchina e mi dirigo verso il portone, lasciato aperto da un signore appena uscito col cane. Entro e lo lascio accostato, esattamente come l’ho trovato. E ora, direzione terzo piano!
Arrivato alla sua porta suono, sperando di non beccarmi parolacce per averla svegliata. Sento rumore di passi e un forte sbadiglio, e non posso non ridere.
-Chi è?-  chiede con voce assonnata.
-L’uomo delle consegne!-  scherzo divertito. Lei spalanca la porta sorpresa, fissandomi incredula.
-InuYasha? Che ci fai qui?-
-Le ho portato la colazione, mademoiselle.-  le mostro il sacchetto con le brioche ancora calde. Si scosta per farmi entrare, e nemmeno messo piede in casa vedo il gatto venirmi incontro e guardarmi con aria di sfida, con la coda scodinzolante, chiaro segno che non gli sto proprio simpatico.
-Non ti aspettavo proprio. Scusami, ma trovi disordine.-  si scusa, togliendo alcune coperte dal divano e delle tazze dal tavolo.
Nel frattempo la osservo, vestita di un pigiama di pile fucsia coi cuoricini rosa e le ciabatte a forma di panda. I capelli invece sono legati in una coda scomposta. Ama la comodità. Niente camicie da notte di seta e bigodini tra i capelli.
-Figurati, non importa. Spero di non averti disturbato semmai.-
-No no! Affatto! Dovevo alzarmi comunque per andare a lavoro. E poi…è stato un piacevole risveglio.-  dice arrossendo. Che tenera che è. Vorrei tanto baciarla, ma ho paura di affrettare i tempi. È meglio aspettare.
-Aaaaaaaah! Oh cielo!-  strilla improvvisamente.
-Che succede?-  chiedo allarmato.
-Devo essere impresentabile! Tutta spettinata e col pigiamone!-  piagnucola, toccandosi i capelli e cercando di sistemarli con le mani.
-Non sei affatto impresentabile. Sei bellissima anche appena alzata.-  la rassicuro, anche perché è la verità.
-Non ci credo molto, ma grazie.-  risponde imbarazzata.
Ci sediamo a fare colazione. La osservo mentre mangia la sua brioche senza porsi problemi su quante calorie possa avere, e nuovamente sorrido, pensando a quanto mi piaccia questa ragazza nella sua semplicità. Ciò che mi spaventa è che vorrei poterla vedere ogni mattina appena alzata, così come vorrei vederla ogni sera andare a letto col suo pigiamone. È una strana sensazione, ma stare in sua compagnia mi da come l’impressione di essere a “casa”.
Dopo colazione va a farsi la doccia. Io l’aspetto qui con Black, che continua a guardarmi male.
-Mi dici che ti ho fatto? Sei geloso della tua padrona forse?-  per tutta risposta mi da le spalle e se ne va in quella che presumo sia la camera da letto di Kagome. Non sperarci mio caro, se tutto andrà bene ti butterò fuori da quella camera. A mali estremi, estremi rimedi.
-Eccomi! Sono pronta. Scusa se ti ho fatto aspettare.-  ritorna, già vestita e truccata lievemente. Magnifica!
-Figurati. Che ne dici se ti accompagno io e poi vengo a riprenderti stasera?-  propongo, in modo da passare con lei più tempo possibile.
-Ok, per me va bene. Dove andiamo stasera?-  chiede curiosa, chiudendo la porta.
-Stasera ti porto a pattinare sotto le stelle.-
-Pattinaggio all’aperto? Wow!-
-Vedo ti piace l’idea.-
-Tantissimo! Mi è sempre piaciuto pattinare, ma non lo faccio da anni.-
-E come mai?-
-A Koga non piaceva. Veramente a lui non piaceva nulla oltre stare sul divano a guardare lo sport.-  sbuffa infastidita.
-Potevi andare da sola allora.-
-Da sola? E che piacere c’è? Non c’è divertimento senza qualcuno che ti sfotte per le cadute ridicole, o con cui andarsi a prendere una cioccolata calda, parlando del più e del meno.-
-E la tua amica? Nemmeno lei ti avrebbe accompagnata?-
-Lei preferisce passare le sue serata “al caldo” tra le braccia della sua nuova preda.- 
-Preda?-  chiedo confuso, mentre entriamo in macchina.
-Così li chiama lei. E’ una brava ragazza, ma ama divertirsi con gli uomini e non impegnarsi con nessuno. Ho provato spesso a farle cambiare idea, ma dice che preferisce così, perché ha paura di soffrire ancora.-
-Mi sembra di sentire parlare il mio amico Miroku. Lui è esattamente come la tua amica. Vola di fiore in fiore e non solo perché gli piace farlo, ma perché l’unica volta che si è innamorato gli è andata male.-
-Davvero? Dovremmo farli conoscere mi sa!-  ride divertita.
-Sai che non è affatto una cattiva idea? Che ne dici se per sabato organizzassimo un’uscita a quattro? Tu inviti Sango ed io Miroku. Magari trovano la loro anima gemella nell’altro.-  ridacchio, seguito da lei.
-Ci sto! Ci sarà da divertirsi!-
-Peccato, siamo arrivati. Devo lasciarti andare. Ma stasera, puntuale alle otto, sarò qui per farle d’autista, principessa.-  le dico, fermando la macchina davanti al negozio dove lavora. La vedo arrossire nuovamente e abbassare lo sguardo.
-Gr…grazie del passaggio. Ci vediamo stasera.-  mi saluta imbarazzata, ma stupendomi e dandomi un bacio su una guancia, quasi vicino l’angolo della bocca. Rimango piacevolmente sorpreso, soprattutto per il tempo che ci impiega prima di allontanarsi.
-Scusami io…forse tu non…-  inizia a balbettare confusa. Forse si aspettava che voltassi la testa per baciarla? Beh, lo avrei anche fatto se non mi avesse sorpreso la sua audacia, che solitamente non ha.
-Io non…che cosa?-   chiedo, sorridendo furbamente e vedendola arrossire ancora di più.
-No, nulla. Meglio che vada. Ci vediamo stasera.-  dice, facendo per uscire dalla macchina, ma non le do il tempo di aprire la portiera, perché l’attiro a me per un braccio, per far incontrare finalmente le nostre labbra.
La sento rigida al primo contatto, ma si rilassa praticamente subito, assecondando il mio bacio, che da casto si trasforma in voglioso della sua bocca, del suo sapore tra le mie labbra. Le nostre lingue si toccano una prima volta, ed è come se non avessi mai baciato veramente. Mi sento attratto a lei, come se ci fosse una calamita a volerci unire. La sua piccola mano si poggia sul mio petto, bruciando come fuoco ardente sulla mia pelle. Il suo palato sa di dentifricio alla fragola, che sono sicuro diventerà il mio frutto preferito, se preso direttamente da lei. Ogni senso in me sembra amplificato, perfino il suo profumo di bagnoschiuma mi arriva dritto nei polmoni, lasciandomi in carenza di respiro quando ci allontaniamo per prendere aria. Restiamo a guardarci un lungo istante, gli occhi negli occhi, le bocche ancora vicine, le sue mani sul mio petto, le mie sui suoi fianchi. Vorrei tenerla così in eterno, ma dobbiamo andare a lavoro. Avremo stasera per riprendere questo dolce argomento.
-Buona giornata Kagome. A stasera.-  la saluto con un ultimo bacio a stampo, allontanandomi dalla tentazione di muovere le mani dove non devo. È un passo troppo affrettato che non posso permettermi, non con lei.
-A stasera…-  sussurra affannata e quasi intontita. Esce dalla macchina quasi spaesata, ma dedicandomi un largo sorriso prima di entrare in negozio.
-E’ inutile, ho perso proprio la testa! Aveva ragione Miroku. Andiamo a lavoro, su.-  mi autoconvinco, prima che scenda dalla macchina e vada appresso a Kagome per baciarla di nuovo.
Un’uscita a quattro…sarà interessante!
 
 
 









 
 
*”Mille e uno modi per diventare vedovo” non esiste come titolo ^^ ma esiste il film “Il Vedovo” con Alberto Sordi, e che ha la trama praticamente uguale a quella che ho descritto, infatti è da lì che ho preso l’idea.
Qualche anno fa hanno tentato di fare un remake di questo film con la Littizzetto e Fabio de Luigi dal titolo “Aspirante vedovo”   ma in paragone con il grande Alberto……….beh………………..^^’’’’
Nella mia personalissima versione comunque, ci sono gli attori del teatro Kabuki ad inscenare il tutto, ma vestiti normalmente e senza mascheroni, saranno solo tutti uomini, per rendere le scene ancora più divertenti (che fantasia perversa la mia XD)
Che fine ho fatto, direte voi ^.^’ non aggiorno da un bel po’ e non ho più risposto alle recensioni. Ahimè non sto bene, né fisicamente né mentalmente, quindi devo dirvi che non so con quale frequenza aggiornerò, va in base a come sto  =_= mi dispiace. Spero di risolvere in tempi brevi.
Comunque, dal prossimo capitolo Sango e Miroku si conosceranno e…armatevi di scudi XD
Baci baci Faby <3 <3 <3 
   
 
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