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Autore: Placebogirl_Black Stones    10/02/2015    6 recensioni
Lesse i nomi uno ad uno, cercando qualche storia che potesse aver già sentito da piccola. Era bello tornare indietro di quattordici anni e rivivere le emozioni che aveva provato all’epoca. Sgranò di poco gli occhi quando riconobbe fra i titoli quello di una delle sue fiabe preferite. Era incredibile, quasi non fosse nemmeno una coincidenza. Inutile dire che non finì la lista: ormai la sua scelta era più che ovvia.
** Fanfiction classificata seconda al concorso Doujinfiction indetto dal Midori Mikan **
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chopper, Nami, Roronoa Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A BEAUTIFUL FAIRYTAIL: THE PRINCESS AND THE TOAD

 

Girò la pagina di quella rivista di moda che stava leggendo comodamente seduta sul divano nella sala dell’acquario. Aveva deciso di rilassarsi un po’ prima di andare a dormire, approfittando del silenzio che era calato sulla nave. Sdraiato ai suoi piedi, Zoro sonnecchiava pacifico, in attesa di andare a prendere servizio al suo turno di guardia. La quiete era rotta solo di tanto in tanto dal leggero russare dello spadaccino.

D’un tratto, il cigolio della porta che si apriva distrasse la sua attenzione. Gettò un’occhiata in quella direzione, trovando il piccolo medico che zampettava allegro verso di lei. Fra le zampe anteriori stringeva un libro dall’aspetto consistente.

 

- Ehi, Chopper!- lo salutò - Non sei ancora andato a dormire?-

- Ecco…io…- abbassò la testolina, dondolando le gambe come era solito fare quando si vergognava di qualcosa.

- Che c’è? Hai paura di qualcosa e vuoi dormire con me e Robin?-

- No, no!- scosse forte la testa in segno di negazione - Ѐ solo che Robin mi ha regalato questo libro di favole, però sta facendo delle ricerche e non può leggermelo. Così pensavo che potevi leggermene una tu, se avevi voglia…-

 

Non poté fare a meno di sorridere davanti a quella richiesta e a quegli occhietti così dolci. Le piacevano i bambini, e Chopper lo era senza ombra di dubbio.

 

- Certo, molto volentieri!- acconsentì - Anche a me da bambina piacevano molto le favole-

- Davvero?- chiese stupita la renna, prendendo posto accanto a lei sul divano e passandole il libro.

- Sì. Me le leggeva sempre mia madre-

 

Anche se stava sorridendo, sul suo volto era comparsa un’ombra di velata malinconia. Era impossibile ricordare Bellemere senza provare tristezza.

Un grugnito proveniente dalla bocca di Zoro costrinse entrambi a girarsi verso di lui.

 

- Oh c’è anche Zoro! Non me n’ero accorto- ammise Chopper.

- Ha detto che voleva riposare un po’ prima del suo turno di guardia-

- A proposito: Robin mi ha detto di dirgli che per stanotte lo sostituisce lei. Visto che deve stare sveglia per le ricerche ci pensa lei a fare la guardia-

- Glielo diremo quando si sveglierà, per adesso lasciamolo ronfare e godiamoci la nostra favola!- fece l’occhiolino.

- Sì!- annuì felice il medico.

- Ne hai già scelta una?- chiese, facendo scorrere lo sguardo sull’indice.

- No, me ne va bene una qualsiasi. Perché non la scegli tu?-

- D’accordo-

 

Lesse i nomi uno ad uno, cercando qualche storia che potesse aver già sentito da piccola. Era bello tornare indietro di quattordici anni e rivivere le emozioni che aveva provato all’epoca. Sgranò di poco gli occhi quando riconobbe fra i titoli quello di una delle sue fiabe preferite. Era incredibile, quasi non fosse nemmeno una coincidenza. Inutile dire che non finì la lista: ormai la sua scelta era più che ovvia.

 

- Trovata!- esclamò felice.

- E come si intitola?- allargò gli occhi Chopper, ancora più impaziente di lei di cominciare la storia.

- La Principessa e il Rospo-

 

Aprì finalmente il libro alla pagina corrispondente, soffermandosi qualche secondo ad osservare l’illustrazione che presentava la fiaba: una bellissima principessa dai lunghi capelli adornati con fermagli vistosi ed elaborati, la quale indossava un vestito altrettanto raffinato e pregiato, reggeva fra le mani un rospo di grosse dimensioni. Sullo sfondo vi era l’immagine sbiadita di un giovane samurai.

Prese un lungo respiro, iniziando la lettura.

 

 

“ C’era una volta una bellissima principessa, figlia del sovrano del regno di Wano Kuni. Era una ragazza molto giovane, ma anche molto superficiale e interessata solo alla ricchezza.

Un giorno la principessa passeggiava tranquilla nei pressi del fiume Tamgawa, osservando i ciliegi in fiore. Mentre stava attraversando il ponte di legno che congiungeva una sponda all’altra, sentì una voce provenire dall’acqua.

 

- Aiuto!-

 

Era una voce dal tono gracchiante, ma la corrente del fiume che scorreva impetuosa rese tutto molto confuso.

 

- Aiuto!- ripeté la voce.

 

La principessa si affacciò dalla sponda del ponte, guardando giù: qualcosa di apparentemente verde sbucò dall’acqua, per poi venirne nuovamente inghiottito. Non sapendo cosa fare, iniziò a guardarsi intorno, cercando qualcuno che potesse aiutarla; purtroppo, però, era sola in quel luogo pervaso dalla natura. Fu allora che il suo sguardo cadde su un lungo e robusto ramo caduto da un albero di ciliegio, proprio quello che le serviva per ripescare quello sventurato essere ancora sconosciuto che stava annegando. Lo afferrò e lesta lo immerse nell’acqua, cercando di arraffare con la punta biforcuta quella parte verde che vedeva sbucare fuori. Quando finalmente ci riuscì, sollevò in alto il bastone, recuperando il malcapitato. Con sua grande sorpresa, scoprì che si trattava di un gigantesco rospo, il quale indossava una bizzarra pancera intorno al corpo. Era viscido e bagnato, e le aveva sporcato le mani. Lo stupore si trasformò in disgusto, e la principessa pensò di aver pescato la cosa sbagliata. Forse nel fiume c’era una persona che per colpa del suo sbaglio era morta, trascinata via dalla corrente. E lei se ne stava lì, con una disgustosa rana fra le mani!

La fissò storcendo la bocca: era anche un esemplare piuttosto bruttino, con una sottospecie di panciera stretta in vita. Perché mai un rospo avrebbe dovuto indossare una panciera?!

Seccata da quella perdita di tempo, la principessa si apprestò a ributtare in acqua l’animale. Ma non appena allungò la mano oltre la sponda del ponte, la voce che prima le aveva chiesto aiuto si fece risentire.

 

- No, aspetta!-

 

Ritrasse la mano, portandosi il rospo vicinissimo al viso e osservandolo con gli occhi fuori dalle orbite. A parlare, infatti, era stato proprio lui. Se pensava che la pancera fosse assurda, il fatto che parlasse lo era ancora di più.

 

- T-Tu p-parli…?- balbettò.

- Certo che parlo!- replicò il rospo, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

- Ma sei un rospo! I rospi non parlano!- precisò la ragazza.

- Non sono un rospo- affermò l’altro.

- Come sarebbe a dire che non sei un rospo?! Mi prendi in giro?! Sei verde, viscido, hai una voce gracchiante e quattro zampe! Sei un rospo a tutti gli effetti!-

- Non lasciarti ingannare dal mio aspetto- le disse l’animale - In realtà io sono un samurai-

- Un samurai?!- fece stordita la principessa.

- Esatto. Sono stato trasformato in un rospo da una strega- spiegò - Mi aveva chiesto di sposarla ma io ho rifiutato; così lei mi ha lanciato contro una maledizione trasformandomi in un rospo. Potresti darmi una mano a tornare normale? Devo assolutamente tornare al castello dal mio signore e riferirgli l’accaduto. Sono assente da parecchio ormai, non vorrei pensasse che l’ho tradito- concluse il suo racconto.

 

La principessa, che come si diceva all’inizio della storia era molto superficiale su certi aspetti, di tutto il racconto dello sventurato rospo-samurai comprese solo la parola “signore”. Un ricco proprietario terriero, magari addirittura regnante, era l’uomo che fin da bambina sognava di sposare. Per lei i soldi erano fondamentali, come lo era condurre una bella vita circondata da tutto ciò che desiderava. Di certo sposando un uomo ricco ogni suo capriccio sarebbe stato soddisfatto.

 

- Hai detto “signore”?- ripeté.

- Sì, perché? È normale che un samurai sia al servizio di un signore-

- E dimmi…il tuo signore è ricco?-

- Ovvio, che proprietario terriero sarebbe, sennò?-

- Ed è bello?- continuò.

- Personalmente non è il mio tipo, per quanto lo rispetti e gli sia fedele- ironizzò il rospo-samurai.

 

La principessa sospirò con aria sognante, facendo gli occhi dolci e volteggiando su se stessa, per poi prendere a camminare lungo il ponte con le mani chiuse sul petto, fantasticando sulla sua futura vita.

 

- Ho sempre desiderato sposare un aitante, giovane e soprattutto ricco signore, andare a vivere con lui in un gigantesco castello e avere servi e gioielli a volontà!- allargò le braccia sorridendo.

- Mi fa piacere per te- la interruppe il rospo - Adesso però ascoltami-

- Sarò la principessa più bella di tutto il Giappone, e anche la più ricca!- continuava a fantasticare la ragazza, ignorandolo.

- Mi vuoi ascoltare?!- alzò i toni, irritato.

- Che vuoi?- rispose seccata per essere stata svegliata da quel sogno meraviglioso.

- Devi aiutarmi a tornare normale-

- E cosa dovrei fare, sentiamo-

- L’incantesimo si romperà solo quando riceverò il bacio di una principessa. È una cosa stupida, ma quella strega ci ha visto lontano! In queste condizioni qualunque donna si rifiuterebbe di baciarmi, ancor più una principessa abituata a vivere nel lusso. Tu sei una principessa, giusto? L’ho capito dal tuo abbigliamento e dal tuo modo di ciarlare. Ti prego di aiutarmi, allora- concluse.

- Te lo puoi scordare!- storse il naso la principessa - Io non bacio un viscido e puzzolente rospo!- strillò.

- Guarda che nemmeno a me piace vedermi in questo corpo!- precisò contrariato.

- Allora arrangiati e cercati un’altra principessa! Ma figuriamoci se faccio una cosa del genere, non sei nemmeno un principe, del resto! Non ne varrebbe la pena!- incrociò le braccia al petto, assumendo un’aria altezzosa.

- Che cosa volete dire?! Sono comunque un uomo e merito di vivere come tale! Si tratta solo di un bacio, cosa vuoi che sia?!-

- Ѐ tanto invece, troppo! Che cosa ci guadagnerei in cambio, eh?-

- Purtroppo non ho denaro da offrirti, mi dispiace- ammise.

- Perfetto, pure squattrinato!- esclamò acida lei - Dammi una sola ragione per cui dovrei fare questa cosa!-

- Non c’è altro che desideri, oltre al denaro?- chiese - Un qualcosa che posso fare per te per sdebitarmi-

 

La principessa si portò una mano al mento, pensandoci su. Non aveva denaro, ma restava pur sempre il servitore di un ricco signore. Era quella la carta vincente.

 

- Hai detto che devi tornare dal tuo signore, giusto?- chiese infine.

- Esatto-

- Allora portami con te. Mi presenterai a lui e dirai che hai pensato che io potessi essere una perfetta moglie- sorrise soddisfatta del suo piano.

- D’accordo, accetto. Ma se non ti vorrà io non avrò colpe- precisò.

- Se non mi vorrà troverai fuori il denaro per ripagarmi, e anche alla svelta!-

- Certo che sei proprio una vipera! Adesso sbrigati, non voglio restare un minuto di più in questo corpo!-

 

Con un’espressione disgustata sul volto, la principessa raccolse da terra il rospo, riponendolo sul palmo di una mano. Deglutì più e più volte, mentre lo avvicinava al suo volto. Sentiva lo stomaco contorcersi, e pregò con tutta se stessa che non le venisse da vomitare. Ormai pochissimi centimetri la separavano dal rospo, poteva sentirne l’odore tipico di acqua stagnante. Sporse in fuori le labbra, sfiorando la bocca dell’animale, e infine le premette leggermente, per poi staccarsi quasi subito.

Successe tutto in un attimo. Un’aura luminosa circondò il rospo, espandendosi e accarezzandola. Si portò un braccio a coprire gli occhi, chiudendoli. Quando li riaprì davanti a lei non c’era più quell’orrendo rospo, ma un bellissimo ragazzo con una pancera in vita, vestito con uno yukata nero. I suoi occhi splendevano di un intenso verde brillante. Era l’uomo più bello che avesse mai visto. Oltre al fisico pronunciato, emanava una forza di attrazione incredibile, come se tutto di fronte a lui perdesse valore.”

 

 

Fece una pausa dalla narrazione, restando a fissare la pagina come se stesse cercando qualcosa fra le righe. Intorno a lei c’era un profondo silenzio, quasi il tempo si fosse fermato. Prese un lungo respiro e ricominciò a raccontare.

 

 

“ Ma, nonostante questo, la principessa non si era scordata che il samurai le dovesse un favore, e ne approfittò per ricordarglielo.

 

- Bene, adesso come promesso mi condurrai dal tuo signore!- proclamò.

 

Il samurai, allora, la condusse fino al castello del suo signore, il quale restò talmente colpito dalla bellezza della principessa che decise di prenderla in moglie.

E vissero tutti felici e contenti.”

 

 

Chiuse il libro, sorridendo soddisfatta e girandosi verso Chopper.

 

- Allora, ti è piaciuta?-

 

Il piccolo medico non rispose, perché si era ormai addormentato da un bel pezzo. Spaparanzato sul divano, respirava profondamente, colto dal sonno. Sul suo musetto era dipinta un’espressione felice.

Sorrise anche lei, intenerita da quella visione.

 

- Peccato, ti sei perso il finale della storia- parlò fra sé e sé.

- Tanto non era nemmeno giusto- intervenne Zoro.

- Come?- si girò di soprassalto verso di lui.

- Ho detto che hai cambiato il finale della storia- ripeté, alzandosi e mettendosi seduto con le gambe incrociate.

- Ma non stavi dormendo?-

- Ero sveglio da un po’, giusto in tempo per sentire il tuo finale alternativo- si grattò la nuca.

- E tu che ne sai se la storia non finisce così?- incrociò le braccia al petto, fissandolo alla ricerca di spiegazioni.

- Perché quella storia l’ho letta anche io-

 

Non poté fare a meno di stupirsi per quell’affermazione. Anche Zoro era stato bambino, questo era scontato, ma mai avrebbe immaginato che fosse stato uno di quelli che leggevano le favole. Se lo era sempre immaginato come un moccioso scorbutico già fissato con le spade, che non faceva nulla di tutto ciò che sono soliti fare i bambini a quell’età.

 

- Tu leggevi le favole?- volle conferma, non riuscendo a vincere la curiosità.

- In realtà non l’ho letta personalmente, così come tante altre. Era la moglie del mio maestro che ce le raccontava nei momenti di pausa dagli allenamenti. Diceva che nelle favole, per quanto irreali, c’era sempre un fondo di verità e soprattutto una morale- spiegò.

- Quindi sapresti raccontare il finale?- lo mise alla prova.

- Non per filo e per segno, sono passati parecchi anni da quando l’ho sentita raccontare l’ultima volta. Però ricordo che la principessa era rimasta così colpita dal samurai che lo aveva invitato a trascorrere ancora un po’ di tempo con lei, per ripagarla del favore che gli aveva fatto. Lui aveva accettato, e nel tempo trascorso insieme le aveva mostrato un mondo che la principessa non conosceva. Le aveva fatto scoprire i valori e le virtù che tipiche dei samurai, facendole capire che c’erano cose molto più importanti del denaro e della superficialità del mondo. La principessa era rimasta così colpita da questo che si era innamorata del samurai, cambiando la sua natura. Anche il samurai aveva finito per innamorarsi di lei e le aveva chiesto di sposarla. Così la principessa aveva rinunciato al suo regno ed era diventata sua moglie. Alla fine della storia se ne vanno a vivere al castello del signore di cui il samurai era servitore, se non ricordo male- concluse sbrigativo.

- Però, mi stupisci Zoro!- si complimentò - La ricordi piuttosto bene per essere una cosa che non ti interessava-

- In realtà la figura del samurai mi aveva colpito, ecco perché la ricordo- precisò.

- Io invece mi sono sempre immedesimata nella principessa- ammise, sorridendo con aria sognante.

- In effetti direi che ti assomiglia- ghignò lo spadaccino - Avida di denaro, capricciosa, viziata e rompiscatole!-

- Tante grazie per la considerazione!- storse il naso.

- Non è forse così?-

- Beh…non è solo per questo…- assunse un’espressione pensierosa - A dire il vero non ho mai capito perché alla fine la principessa abbia scelto il samurai, rinunciando non solo a sposare il ricco signore, ma anche ai suoi stessi possedimenti e al suo titolo. È una cosa da pazzi!- allargò le braccia.

- Dipende dai punti di vista- replicò Zoro - Come dicevo prima, in tutte le favole c’è una morale di fondo, e quella della storia in questione è proprio questa-

- Cioè?- chiese, non comprendendo.

- Ci sono cose che hanno molto più valore del denaro, dei gioielli e delle cose materiali. Valori che non si possono vedere con gli occhi e che per questo vengono trascurati o dati per scontati. La figura del samurai incarna questi valori, e alla fine la principessa li comprende e vede oltre alla superficialità a cui era solita fermarsi. Questa è la vera morale della favola: non importa quanto tu sia ricco o quanti beni tu possieda: se non hai valori morali non vali nulla-

 

Lo ascoltò attentamente, rapita dalla semplicità con cui il verde aveva capito ciò che per anni era rimasto un mistero per lei. Forse perché Zoro più di chiunque altro poteva comprendere i valori del samurai, dei quali ne aveva fatto una stile di vita. Aveva pochi abiti, nessun soldo e nessun interesse per la ricchezza; tuttavia possedeva delle qualità morali invidiabili. Lei stessa, superficiale come la principessa della fiaba, ne restava colpita ogni volta che le metteva in pratica. Anche se faceva tanto la spavalda quando le si chiedeva come fosse il suo uomo ideale, rispondendo che doveva essere ricco sfondato, in realtà non le sarebbe affatto dispiaciuto un tipo come Zoro. Doveva ammettere che ne era rimasta affascinata sin dal primo momento in cui lo aveva visto, e da allora non aveva mai smesso di provare interesse per lui.

 

- Probabilmente hai ragione- sorrise - Ora capisco perché, tutto sommato, la figura del samurai mi faceva sentire protetta. Mi addormentavo tranquilla sapendo che un valoroso guerriero avrebbe vegliato su di me. Eppure non ho mai pensato che la principessa lo avesse scelto per quel motivo- scosse la testa.

- Perché ti sei fermata alla superficie- ribatté il verde - Adesso hai rivalutato il samurai?-

- Credo di sì- annuì - E tu me lo ricordi tanto, Zoro-

 

Non ci fu bisogno di altre parole, avrebbero solo rovinato il momento. La morale della loro storia era rinchiusa in quelle confessioni velate e mascherate che si erano appena fatti. Si sorrisero, scambiandosi intensi sguardi che volevano dire molto di più di quello che appariva. La principessa e il samurai si erano ritrovati.

 

- Ѐ meglio portarlo a letto- ruppe il silenzio Zoro, facendo un cenno con la testa verso Chopper, ancora addormentato sul divano.

- - confermò, prendendo in braccio il piccolo medico come fosse stato un bambino.

 

Lentamente, mosse alcuni passi verso la porta, per poi fermarsi quasi subito.

 

- Ah, Zoro?- lo richiamò a bassa voce.

- Mmh?-

- Chopper mi ha detto che Robin…-

- Sì, ho sentito- la interruppe prima ancora che riuscisse a terminare la frase.

- Quindi eri sveglio già dall’inizio della storia?- si sorprese.

- In realtà non ho quasi mai dormito. Dovevo vegliare su qualcuno- ghignò soddisfatto della sua frase.

- Grazie…- arrossì lievemente per quella metafora - Buonanotte Zoro- lo salutò, afferrando la maniglia della porta e aprendola.

 

- Aspetta- la fermò lui, avvicinandosi.

- Che c’è?-

- Hai dimenticato questo- le porse il libro di favole - Mi raccomando, raccontagli di nuovo la storia ma con il giusto finale, stavolta!- chiuse gli occhi, concedendosi un sorriso di quelli dolci e rari.

- Lo farò!- gli fece l’occhiolino, afferrando il libro e chiudendosi la porta alle spalle, non prima di averlo guardato un’ultima volta.

 

 

…………

 

 

Il sole splendeva radioso nel cielo, rendendo la giornata calda ma fortunatamente non afosa, grazie alle correnti del mare che mitigavano l’aria. Un clima ideale per rilassarsi, pescare o dedicarsi a qualunque attività di svago.

Il piccolo Chopper ne aveva approfittato per mettere ad essiccare alcune delle sue erbe mediche, ed ora ne stava sminuzzando altre nel mortaio. Lavorava con dedizione, facendo trasparire da quei semplici gesti l’amore per il suo compito di medico.

Si avvicinò lentamente, per non spaventarlo.

 

- Chopper?- lo chiamò, fermandosi in piedi d’innanzi a lui.

- Oh, ciao Nami!- la salutò felice - Grazie per avermi letto la favola ieri sera! Mi spiace di essermi addormentato prima che finisse, ma ero tanto stanco…- assunse un’aria da cucciolo dispiaciuto.

- Non importa- gli sorrise per rassicurarlo - Vorrà dire che la rileggeremo!-

- Eh?! Davvero?!- saltò su entusiasta.

- Certo!- annuì - Devi assolutamente conoscere il finale!-

- E perché?- chiese curioso, come se ci fosse qualcosa di assolutamente straordinario in quelle ultime righe.

- Perché è un finale bellissimo-


ANGOLO DELL'AUTORE
Io ho cercato di utilizzare tutte e tre le immagini, mi spiace per la schifezza che è uscita! XD Volevo fare una cosa con una morale di fondo ma non credo mi sia riuscito l'intento!

 


Immagini utilizzate:


imagebam.comimagebam.comimagebam.com

Avete mai desiderato poter modificare il corso della storia? Purtroppo nella realtà non è possibile, ma noi del Midori Mikan abbiamo trovato un modo divertente per farlo, con le doujinfiction!
Attraverso le pagine di un doujinshi esistente proposto, i partecipanti dovranno reiventare la storia mantenendo solo gli elementi base che si vedono raffigurati. Questa iniziativa è nata anni fa per poi venire pian piano dimenticata, ma ora le utenti e lo staff vogliono riportare in auge questo evento, sperando di regalarvi delle piacevoli e ingegnose storie!

Per saperne di più anche a proposito del prossimo girone di questo evento, tieniti aggiornato sul forum!


   
 
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