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Autore: FollediScrittura    10/02/2015    2 recensioni
MODIFICATO PRIMO CAPITOLO PER MANCANZA DIALOGHI.
Era un giorno d'estate in cui Leda lesse per la prima volta il contratto in cui il suo futuro marito la richiedeva.
Era il suo compleanno.
Erano passati 14 anni esatti dal momento in cui la morte aveva cambiato la sua vita.
Erano esattamente 14 anni in cui la promessa che si era fatta cominciò a vacillare.
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Richard Armitage
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                         2. capitolo


                                                                                                      'I've been believing in something so distant as if I was human
                                                                                                       And I've been denying this feeling of hopelessness
                                                                                                        In me, in me'
                                                                                                        Lost in paradise. Evanescense

Sola.
Indesiderata.
Povera.
Piccola.
Insignificante.
Erano queste le parole che Leda continuava a ripetersi nella mente. Era stata umiliata, calpestata e abbandonata da quel piccolo briciolo di speranza che le aveva attraversato il cuore appena aveva visto quell'uomo. Non era riuscita a nascondere che quegli occhi e quello sguardo di gioia che le aveva rivolto, le aveva scaldato l'anima. Per un attimo si era sentita desiderata, per un attimo aveva pensato che potesse davvero essere amata e ricambiare quel sentimento che per lungo tempo aveva cercato di reprimere per quel dolore causatole molto tempo fa. Sembrava davvero che la volesse e invece non sapeva nemmeno che aspetto avesse fino al momento in cui si era presentata davanti a lui. Scambiata per una cameriera. Desiderata da qualcuno che in realtà non la desideravo affatto. Quell'espressione di incredulità e quasi di disgusto nel chiamarla 'cameriera' l'aveva distrutta.
"E' stata solo l'ennesima lezione, Leda. Credere negli altri, affidarsi a qualcuno è solo una perdita di tempo e di felicità." Sorrise amaramente alla parola felicità mentre si inginocchiava davanti alla tomba dei suoi genitori. Ogni volta che si sentiva persa andava li. Sembrava quasi che loro avessero il potere di rigenerarla e di dirle che ogni giorno sarebbe stato meglio.
Era sempre stato così, tranne ora. Per la prima volta sentì dentro di se di aver perso ogni cosa. Tornare da sua zia avrebbe significato sottostare al suo volere o andare via di casa.
Ma come poteva accettare una simile richiesta?
Una richiesta di cui non comprendeva il significato.
Essere la sposa di chi ignora chi sia davvero?
Cosa c'era sotto a quell'inaspettata proposta?
Leda si buttò scoraggiata sulla lapide dei suoi genitori e dopo tanto tempo iniziò a piangere disperata.
"Mamma, papà, perchè ve ne siete andati? Perchè mi avete lasciata sola in questo mondo troppo crudele per me? Perchè nessuno mi ama? Vi prego, miei amati genitori, aiutatemi. Cosa dovrei fare? Perchè non mi avete resa libera? Perchè non sono morta io invece che voi? "
E così dicendo si lasciò andare ad un pianto di dolore che per lungo tempo aveva sepolto dentro di se.

 
                                                                                                          ***
"Non fatelo." insistette per l'ennesima volta Robert nel far capire al suo amico quanto fosse poco saggia la decisione che aveva preso.
"La ragazza vi ha rifiutato. Prendetela come un segno del destino. E' sbagliato e voi lo sapete bene. Quella ragazza ha più sale in zucca di voi e forse avete sottovalutato la sua disperazione. " Ma Robert si accorse che stava parlando al vento in quanto il suo amico era come preso da una sorta di ipnosi. Se ne stava seduto sul divano con la lettera di Leda che girava da una parte e l'altra delle sue mani. I suoi occhi erano come imbambolati verso un punto astratto. Come se in quel punto dipendesse la sua vita.
"Richard." urlò esasperato riprendendo l'attenzione dell'uomo su di se che sospirò infastidito da quel disturbo dai suoi pensieri.
"Robert, mi avete fatto questo discorso non so quante volte. Credo di averlo persino imparato a memoria. Pensate che questo possa essere l'ultimo?" disse alzandosi dal divano e ponendosi davanti a lui a braccia conserte. Robert si sentiva quasi intimidito dalla sua altezza e dallo sguardo deciso che esercitava su di lui ma quello che faceva andava contro ogni suo principio morale e non si fece scoraggiare dal suo atteggiamento.
"Non vi parlo da vostro avvocato ma come vostro amico. Quello che volete fare è ingiusto e immorale e so che il Richard che conoscevo io sa bene che ho ragione. "
"Voi non capite, nessuno può capire. Lei è l'unica che può aiutarmi."
Si accarezzò il mento lentamente pensando all'incontro che aveva avuto con Leda meno di mezzora fa. Quella donna lo aveva stupito. Decisa, ironica e con la sua aria di sfida. Quella donna aveva acceso in lui la curiosità e soprattutto un attrazione che non sentiva da tempo. Da quando era rimasto solo, non aveva più sentito desiderio per nessuna donna.
"Infatti non capisco. Giocare con pedine incosapevoli è disumano."
"Lo ha voluto lei. Ha iniziato lei questo gioco." buttò tutto di un fiato Richard sentendo già il formicolio salire fino al collo al suono di quelle parole.
"Un gioco in cui le conseguenze saranno disastrose solo per una persona. Dove....dove state pensando di andare?" disse poi Robert guardando incredulo il suo amico prendere di corsa il cappello e la giacca per uscire.
"A rifare la mia proposta." gli disse sorridendogli quasi scoraggiato.
"Spero che vi riufiuti di nuovo." gli rispose arrabbiato.
"Forse ...lo spero anche io".
Anche se il cuore perse un battito nel constatare quanto fosse crudeli per se stesso quelle parole.
                                                                    
                                                                                                            ***

Era ormai quasi l'ora del coprifuoco e Leda dovette affrettare il passo per non imbattersi nella polizia locale che sorvegliava la città dalle continue manifestazioni di violenza della classe operaia che si facevano sempre più insistenti giorno dopo giorno.
Ormai era quasi impossibile uscire la sera, anche solo per andare ad un ballo o a cena di qualche amico. Ormai la classe più povera era sempre più insodisfatta dalla ricchezza e l'egoismo dei più ricchi. Volevano un sindacato, volevano i loro diritti ma i ricchi non volevano starci e così ogni notte era una battaglia. Bombe, pallottole, accoltellamenti ormai erano all'ordine del giorno ed era per questo che era stato deciso il coprifuoco. Chiunque fosse uscito dopo le 19 senza credenziali o permessi che permettevano loro di andare dove volevano, venivano arrestati e portati in carcere dove potevano essere sottoposti anche a svariate tecniche di tortura. Si diceva che chiunque fosse entrato in carcere, innocente o colpevole che sia, non fosse mai uscito.
Tirò un sospiro di sollievo vedendo la residenza di sua zia farsi sempre più vicina. Alla fine, stremata per le troppe lacrime versate, si era addormentata sulla tomba dei suoi genitori e una volta sveglia si era resa conto che era stata troppo tempo fuori. Non che pensasse che avrebbero sentito la sua mancaza, ma aveva il terrore della polizia locale e soprattutto delle chiacchiere di orrore che si sentivano su di loro.
"Per fortuna sono arrivata in tempo." e così dicendo entrò dentro casa posando il matello sul porta abiti che si trovava all'ingresso e si sciolse la ormai lenta acconcciatura lasciando i lunghi capelli neri cadere fino a metà schiena. Sorrise per quel senso di libertà e di rilassatezza che le dava ogni volta quel gesto semplice. Stava per salire le scale e andare verso la sua camera quando sentì dei mormorii venire dalla stanza principale che usavano per accogliere gli ospiti.
"Che strano, non ho visto nessuna carrozza. " e si avvicinò di più alla stanza e alle voci che si facevano sempre più concrete. Iniziò ad avere il respiro corto e il cuore a mille quando sentì che la voce dell'ospite non era altro che quella di Richard. La sua voce profonda e intensa ancora le scaldava l'anima nell'incontro di solo poco prima.
Perchè era lì?
Forse era venuto a fare la proposta di matrimonio alla cugina capendo l'orribile errore che aveva fatto?
Doveva sentirsi sollevata per quel pensiero e invece sentì come uno spillo perforarle il cuore nel sapere che lui avrebbe potuto preferire la cugina a lei.
Cos'era questo sentimento?
Cosa le aveva fatto quell'uomo?
Cosa ne era stata della promessa fatta a se stessa tempo fa?
Con quei pensieri nella mente non si accorse di aver urtato il mobiletto accanto a lei facendo cadere rovinosamente il vaso di girasoli a terra in mille pezzi.
"Chi c'è?"
Leda si alzò di scatto da terra ferendosi con i cocci del vaso sentendo la voce imponente di sua zia.
"Sono io, zia."  e sentì le gambe tremare quando sua zia le ordinò di entrare e trovandosi davanti agli occhi proprio la figura elegante e mascolina di Richard.
"Leda, permettetemi di presentarmi come si conviene." e si alzò sicuro di se e soprattutto sapendo di farle un dispetto mettendo in evidenza quello che c'era scritto sulla lettera.
"Vi siete già presentato benissimo, non vi serve altro per quanto mi riguarda" e Leda portò entrambe le mani dietro la schiena impedondo all'uomo di salutarla come la buona società esigeva.
"Leda!" la rimproverò la zia per il suo comportamento sfacciato ma lei non si fece intimorire. Non avrebbe permesse ne a lei ne a quell'uomo di averla vinta.
"Per favore, non c'è bisogno di rimproverarla. Forse quello che dovrebbe essere rimproverato sono io." le disse senza mai smetterla di guardarla negli occhi. Leda non aveva mai visto occhi così belli in vita sua. Erano come uno specchio, un lago dai colori chiarissimi. Si paragonava a Narciso, dove cercava disperato una superfice dove specchiarsi e guardarsi. Ma a differenza sua, Leda cercava i suoi occhi perchè mai in vita sua aveva visto occhi che potessero incendiarla come quelli di Richard.
"Siete perdonato se era questo che vi premeva. Ora potete tranquillamente andare a casa."
"Non sono venuto solo per scusarmi, Leda."
E di nuovo quella voce celestiale le fece venire la tremarella. Come poteva una voce causarle tutto quello?
"E per cosa siete venuto?" e deglutì quando vide il suo sguardo farsi serio per poi posarsi verso quella di sua zia.
"Vorrei poter parlare solo con Leda, se a voi non dispiace, Signora."
Sua zia per un attimo inorridì per quella richiesta ma poi non riuscendo a sostenere lo sguardo che accettava tutto tranne che uno, acconsentì alla richiesta.
"Certo, volentieri." ma primi di andarsene rivolse uno sguardo alla nipote che non ammetteva repliche.
Quello sguardo Leda sapeva benissimo cosa volesse dire.
Doveva andarsene da quella casa e doveva andarsene con lui.
Sbattè la porta lasciandoli completamente soli e per la prima volta in vita sua, Leda si sentì in pericolo. Ma non in pericolo nel senso che lui potesse farle del male ma in pericolo nel sapere che non avrebbe avuto la forza di rifuutare di nuovo la sua offerta.
"Siete molto bella con i capelli sciolti." e Richard lo pensò davvero vedendo come fosse diversa dalla ragazza austera che era piombata a casa sua con quel rifiuto.
Sembrava più piccola degli anni che portava. Sembrava un fagottino spaventato con quello sguardo perso che gli aveva rivolto per quelle parole. Era tenera, dolce e indifesa e Richard pensò che voleva tutte le sfumature che quella ragazza era capace di dare.
"Spero di sembrare sempre una cameriera ai vostri occhi." e si spostò verso la finestra essendo incapace di sostenere il suo sguardo.
"Ai miei occhi siete molto di più."
"Ai vostri occhi era una completa sconosciuta fino a poche ore fa."
Richard si portò una mano alla bocca, quel gesto così tanto familiare del suo nervosismo e dell'attrazione che aveva per quella schiena messa in evidenza dal vestito blu e dal portamento elegante che aveva la ragazza.
"Si, lo eravate." e si avvicinò di un poco a lei vedendo come quel gesto la fece sussulatare e sorrise nel sapere che non gli era indifferente alla fine.
"Allora perchè?Perchè me?Cosa volete? " rimase immobile sapendo che lui era dietro di lei. Sapendo che lui esercitava un potere sul suo corpo che mai aveva provato in vita sua.
"Perchè ho sentito parlare di voi ad un ballo e mi avete incuriosito. Ho chiesto a vostra zia di voi e mi ha spiegato come non fosse attratta dalla vita mondana della nobiltà e che eravate orfana dall'età di 14 anni."
"E che in realtà non vedesse l'ora di sbarazzarsi di me. In quanto le sono di peso e non può più sostenermi." e si girò all'improvviso sperando di vedere che reazione potesse avere su di lui quella confessione. Ma restò a bocca aperta quando lui le si avvicinò ancora di più per portarle dietro l'orecchio un ciuffo di capelli. Lei per tutta risposta si spostò e si accarezzò la parte che le aveva toccato.
Andava a fuoco.
"Cosa volete da me?" disse una volta per tutte portandosi dietro il divano come scudo protettivo dalla mani grandi e calde di Richard.
"Non lo avete ancora capito?" e come un leone pronto ad avanzare verso la sua preda si riavvicinò a lei.
"No,non credo di averlo capito." sussurrò quando lui la fece girare verso di lei per poi imprigionarle  tra il divano e lui. Le braccia lunghe e muscolose di Richard la incatevano di lato e il suo viso era così vicino che poteva sentirne l'alito caldo sulle sue labbra.
"Vi voglio, Leda. Come non ho mai voluto nessuna donna in vita mia."



Spazio autrice:
Okok....è pura cattiveria farla finita così ma un pochino di suspance ci deve essere. Questa storia sembra meno complessa di quello che invece è in realtà. Secondo voi perchè Richard desidera tanto Leda?E perchè Robert non vuole assolutamente che lui compia questo gesto immorale?
Spazio alla fantasia. Comunque ringrazio tantissimo chi mi segue,chi mi lascia una recensione e chi ha messo la storia nei preferiti.
Grazie mille e alla prossima :D
  
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