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Autore: Hallucigenia    10/02/2015    0 recensioni
Un blocco di fogli contenuto nella copertina di un libro di Proust viene ritrovato in un bar vintage: delle donne, fra loro diversissime e sconosciute, si ritrovano a scriverci dei pensieri, per scappare dalla "vita reale". Così nasce il "diario delle belle donne".
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: Lemon, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta, Tematiche delicate
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doomed dusk

È una sorta di diario segreto? Io non ho mai avuto un diario segreto. Ornella ce l'aveva, mi ha letto la secolare infanzia del 2009; e io avevo le lacrime agli occhi. Rideva ricordandosi quel G.S.P. o quel gruppo di giochi da cui era esclusa.
Io non ho mai avuto un diario segreto, un "caro Fiore: oggi mi ha guardata! ". Quante cose che dovrò recuperare. È una risposta ai miei bisogni, questa? Ho trovato questo quadernetto, libricino, non so, sotto il divanetto stile retrò. Che strano questo posto, sono da sola con la mia tazzina di caffè e le lettere di Van Gogh. Eppure appartengo a questo posto, mi appartiene il gusto sinuoso, della confidenza. Un bar che è un rifugio dell'anima, al riparo dalla neve glaciale e dalle chiacchiere.
Al riparo persino da miei artigli, che si ritraggono empatiche dinanzi al brivido che mi dà Van Gogh. Van Gogh, un nome famosissimo. Famosissime le sue tele. Famosissimo non è mica il suo dolore: un uomo e la sua angoscia, ributatto sul proprio essere. Van Gogh è il protagonista di quello che mai nessuno dovrebbe conoscere: del ripiegamento intimistico. Ed è intimistico e non intimista, perché è l'angoscia che vive di angoscia, si divora. La vera sola conoscenza, ad un prezzo disarmante.
Ultimamente, mi sento molto simile a Van Gogh, però so che non è un vanto; so che mi odio, e vorrei divorarmi. Le persone vicino non mi resistono, scappano, sono famelica, e totalmente insicura.
Io non ho mai avuto un diario segreto, e nemmeno tanti amici nonostante sembri che ne sia perennemente circondata.  Io vorrei dire a voialtri, che ho un gran bisogno di voi, che voglio sentirmi accettata. Compresa, amata: lo sbaglio più grande potrebbe essere mio, non mi lascio amare, non lascio che uno S. baci le mie ferite e mi lasci sentire così evanescente, mi faccia girare la testa in questa maniera vorticosa. Eppure lo so, questo mio contrasto all'ambiente, senz'altro opulento, del paese, mi nobilita: è il mio punto di forza. Ma io voglio essere con voi, non contro di voi. Non voglio  uscire dal gruppo.
Tuttavia, è inevitabile pensare quanto Van Gogh non sia il solo nel ripiegamento intimistico. Giocondo, si affaccia alla mia mente Chagall. L'avevo sempre considerato un bambino, poi ho scoperto che è morto a 93 anni: ed è morto davvero bambino. Nel senso, che Chagall si è conosciuto attraverso l'angoscia, però è riuscito ad aprire una finestra sul futuro, a saltare, superando l'amarezza. Chagall ha conosciuto lo stesso identico medesimo dolore di Van Gogh: però ha trovato il modo di reagire.
Io un diario l'ho trovato: è questa barbapolis, città straniera, città della straniera, città degli stranieri. Qualcosa di mio, di nostro. "Il diario delle belle donne": ricordatevi che bellezza viene da bellum, guerra. Che la magnificenza attraversa la sofferenza, e risplende over all the doomed dusk. 
  
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