Mi sono dimenticata di dirvi una cosa.
La scelta del cognome di Mia, Guerin , è un omaggio ad una
grande giornalista Veronica Guerin. Un personaggio che mi ha molto
colpito. Se vi capita guardate il film
che è stato fatto sulla sua vita.
Baci Sole.
Arrivai al
locale vagamente riappacificata col mondo.
Appena
minacciavano di saltarmi i nervi ripensavo alla faccia di Zack quando gli avevo
sfasciato la macchina e mi tornava il buon umore.
-Ehi Mia.
-Ehi Joe.
-Niente
scorta oggi? -ovviamente alludeva a Ben.
-Non vedi
che sto sorridendo? Ci tieni proprio a farmi innervosire?
-Per
carità!-scherzò lui. –Vorrei tenermi i clienti..e possibilmente il locale.
-Ecco
bravo.-naturalmente scherzavo. Joe era un tipo a posto. Si faceva i fatti suoi
e non aveva molto da ridire se ogni tanto maltrattavo i clienti. Diceva che
facevo folklore. Contento lui..
-Forse
dovrei licenziarti come cameriera e assumerti come buttafuori.
-Forse. –ammisi
sorridendo.
Joe era un
omone davvero enorme ma con un cuore d’oro.
Certo
bisognava prendersi la briga di andare oltre la sua..minacciosa..apparenza.
Diciamo che
aveva un trascorso burrascoso quanto il mio.
E infatti
tra lui e me non c’era davvero bisogno di un buttafuori in quel locale, bastava
la nostra reputazione di teste calde..e le condanne per lesioni multiple di
Joe.
La prima
volta che avevo messo piede nel suo bar era stato da cliente.
Alcuni dei
clienti avevano iniziato a fare i cretini e prima ancora che lui se ne
accorgesse li avevo messi al loro posto.
Due minuti
dopo mi aveva assunta.
E così
eccomi qua. Bellicosa cameriera da JOE’S il locale del momento per gli studenti
del college.
Momento che
era iniziato con la mia assunzione a dire il vero.
-Ehi Joe
dovresti ringraziare la ragazzina per averti fatto riempire il locale.
-Grazie
Henry. Meno male che ci sei tu che mi apprezzi. –gli dissi strizzandogli l’occhio.
-Sta zitto
ubriacone..e tu non dargli altro da bere stasera. Ha già fatto il pieno.
-Sono un
cliente pagante io. Non puoi rifiutarti di servirmi da bere.
Alzai gli
occhi al cielo di fronte all’ennesimo litigio di quei due.
Henry era uno
dei clienti di “prima”..e Joe diceva sempre che in realtà avevano costruito il
locale attorno a lui per risparmiargli la fatica di dover uscire per andare a
bere.
Effettivamente
Henry era sempre lì .
Ma a Joe
faceva piacere che fosse così.
Ormai erano
come una vecchia coppia sposata..ed era uno spasso vederli bisticciare.
-Uno di
questi giorni non ti farò più entrare qui. Mi spaventi i clienti con la tua
brutta faccia.- urlò Joe mentre spariva nel retro a prendere altre casse di
birra.
-Non dargli
retta Henry..anzi oggi ti trovo molto meglio.
-Grazie
ragazzina. Mi sento meglio infatti. E penso proprio che festeggerò con un'altra
birra.
-Mmm..quante
te ne sei scolato già?
-Non
comincerai anche tu vero?-disse storcendo la bocca.
-E va bene.-concessi
alla fine – Ma questa è proprio l’ultima.
Mentre gliel’aprivo
cominciarono ad arrivare i primi clienti. Quelli del “dopo”.
Studenti e
studentesse del mio college che venivano a svernare lì.
-Ehi Joe sono
arrivati i marmocchi!!-urlò Henry mentre lasciava il suo posto al bancone e
veniva a sedersi dietro il bancone sul
suo sgabello riservato.
Non gli
piacevano quei “dottorini” come li chiamava lui e se ne teneva alla larga.
E faceva
bene. Henry era un barbone e più di una volta i signorini del college lo
avevano pestato a dovere..finchè una volta Joe non era intervenuto e gli aveva
tolto la voglia per sempre.
Quella era
stata la causa del primo arresto di Joe e della loro amicizia.
Come dicevo
nessuno lo aveva più toccato da allora, ma lui non aveva dimenticato.
-Tranquillo
Henry qui non ti daranno fastidio, ma non approfittarne per riempirti il bicchiere…ti
controllo. –gli dissi mentre andavo a prendere le prime ordinazioni.
-Che vi
porto?
Mentre loro
si affannavano a cercare cosa prendere sullo pseudo menù, mi chiamarono da un
altro tavolo.
-Ok,chiamatemi
quando avete fatto.-dissi andando verso i nuovi arrivati.
E toh..chi
era? Ma ovvio!! Zack con i suoi seguaci.
Respirai a
fondo e andai da loro. Non dissi niente
, mi limitai a prendere il blocchetto e la penna.
Zack prese
il menù e finse di sfogliarlo mentre i suoi amichetti ridevano.
Li guardai
scocciata. Andy, il suo lacchè e praticamente gli altri buzzurri atletucoli del
college e naturalmente le varie squinzie che di volta in volta gravitavano
accanto a loro.
Avevo avuto
modo di conoscerli tutti. Non ce n’era stato uno che non era venuto a bussare
alla mia porta per chiedermi un appuntamento..ovviamente all’insaputa di Zack.
Se lo avesse
saputo infatti non credo che l’avrebbe presa bene. Per via di quelle cose tipo “LEI
E’ ROBA MIA” e altre ottusaggini del genere.
Per me era
solo un sollievo in realtà. Inconsciamente me li levava lui di mezzo.
-Allora vediamo cosa c’è di nuovo..
Stavo per
dirgli che sarei ritornata quando lui si rivolse ad un tizio che non conoscevo.
-Cosa
possiamo consigliare al nuovo arrivato..ci vuole qualcosa con cui fare bella
figura..che ci consigli?
Mi voltai a
guardarlo e mio malgrado mi trovai a sussultare quando lo feci.
Mi guardai
intorno ma per fortuna sembrava che nessuno se ne fosse accorto.
-So già cosa
voglio. –mi disse guardandomi come sovrappensiero.
Quello bastò
per farmi mettere in guardia. Avevo già pronta la rispostaccia che si meritava
ma lui mi stupì. –Una birra chiara. –disse e poi tornò a guardare la ragazza
che gli ciarlava accanto.
Lo fissai a
bocca aperta per un po’ ma mi riscossi abbastanza in fretta per evitare di
farmi vedere.
Per fortuna
Joe scelse proprio quel momento per chiamarmi, così ebbi una scusa per
allontanarmi da una probabile figura da cretina.
Lo raggiunsi
nel retro ma non ascoltai una sola parola di quello che diceva.
Continuavo a
pensare a quello che era successo.
Non per
essere immodesta ma era la prima volta che non ottenevo nemmeno uno sguardo
ammirato da un ragazzo.
Eppure
lui mi aveva a stento considerata.
-Mia!! Ma mi
ascolti?
Ovviamente
no. –Certo Joe.
-Allora che aspetti
a portare queste di là. –e indicò le casse che mi aveva messo davanti.
-Se non ce
la fai di a quello sfaticato di là di darti una mano.-e sparì caricandosene
due.
Mi diedi un
contegno e feci quello che dovevo.
Che scema
che ero stata. In realtà avrei dovuto esserne contenta. Un rompiscatole in meno
di cui preoccuparmi, no?
Mi caricai
la prima cassa e la portai a fatica di là.
Questo era
uno dei pro/contro del lavorare per Joe.
Lui non
faceva distinzioni di sesso in nulla..compresi i lavori pesanti.
Nemmeno il
tempo di tornare che già sentivo che mi chiamavano dai vari tavoli che intanto
si stavano riempiendo.
-Ehi Henry
,andresti tu a prendere le altre? –presi il mio blocchetto e cominciai la mia
lunga marcia.
Non mi
diedero un attimo di tregua. Correvo da una parte all’altra del locale portando
in un instabile equilibrio vassoi carichi per lo più di bicchieri di birra.
Proprio per
questo non ebbi tempo per continuare con le mie considerazioni né sul fatto che
per la prima volta da tempo ero stata io a restare affascinata e non il
contrario.
Stavo
prendendo nuovi bicchieri da sotto il bancone quando qualcuno mi chiamò da
vicino.
Senza urlare
,al contrario degli altri e molto educatamente.
-Scusami,
credo tu abbia dimenticato la mia ordinazione.
Anche senza
vederlo capii subito chi era.
Lentamente
tornai su.
Sentivo le
guance in fiamme e non per il lavoro o il caldo.
-Oh sì,
scusa. –borbottai imbarazzata.
-Pienone eh?
-Uhm..già..qui
è sempre così…cosa volevi?
-Una birra.
Chiara.-disse sorridendo.
Chiusi gli
occhi di scatto –Merda!!
Rendendomi
conto di quello che avevo fatto li riaprii immediatamente.
Lui sembrava
sorpreso. –Cosa? –mi chiese con un sorriso incerto.
-Ho detto
merda.-dissi non credendo alle mie stesse parole.
-Sì, l’avevo
capito già la prima volta.
Mi morsi il
labbro.-Oh.
-Ti senti bene?-sembrava
incuriosito dal mio comportamento.
-Uhm?..sì..sì
sto bene..stavo pensando..beh, merda è finita le birra chiara. Vado a prenderla
di là. –e filai vigliaccamente a rintanarmi nel retro.
IDIOTA
IDIOTA IDIOTA.
Ma che
diavolo mi era preso?
Mi misi una
mano sul petto. Il mio cuore era impazzito e batteva fuori controllo.
Mi misi
seduta su una cassa e aspettai che si regolarizzasse.
-Tutto ok?
-E che
cavolo!!!-scattai sorpresa per poi accorgermi che non era Henry come pensavo ma
lui.
-Non volevo
spaventarti.
-Non mi hai
spaventata..
Si avvicinò
di più.
-Hai fatto
un salto.-non era una domanda e poi non è che potessi negarlo.
-Sempre
sicura di stare bene?
-Sto bene. –dissi
rialzandomi.
-Il tuo
cuore batte fortissimo.
-Il
mio..cosa? Come fai a sentirlo?
Stavolta fu
lui a restare in silenzio. Sembrava pensieroso.
Oddio
davvero si sentiva da fuori? Ci rimisi una mano sopra per calmarlo.
Lui
continuava a fissarmi in silenzio.
-Devo
tornare di là. –dissi per venire fuori dall’imbarazzo.
-Ma certo..e
la birra non la prendi?
Ma stava
ridendo!! Di me!!!
-Mi sono dimenticata
che Henry aveva appena portato la cassa di là. –dissi cercando di darmi un
contegno.-Ora gli dico di venire a prendere anche le altre.
Mi avviai e
poi mi voltai per vedere se mi seguiva. E in effetti lui era lì..con le due
casse fra le braccia e un sorriso disinvolto sul viso.
-Non devi
farlo tu.
Scrollò le
spalle. –Velocizzo i tempi. Ho proprio voglia di quella birra.
-Beh..però i
clienti non possono entrare qui..
-Allora è
meglio che mi sbrighi ad uscire no?
Mi
oltrepassò e uscì dalla stanza.
Il tempo di
riprendermi e lo seguii anche io. Mi aspettavo di trovarlo ancora dietro il
bancone a sistemare le casse ma lui era già seduto al suo posto al bancone e le
casse erano ordinatamente impilate con le altre.
Sorrideva
tranquillo. Non aveva nemmeno un po’ di affanno.
Mentre
io..beh , quella era un’altra storia.
In silenzio
gli presi la sua birra. Lui mi ringraziò e tornò al tavolo con gli altri.
Per tutto il
resto della serata non accadde altro, anche perchè io mi tenni ben lontana dal
tavolo di..solo allora mi accorsi di non sapere nemmeno il suo nome.
Continuai a
pensare a lui per tutta la sera e poi la notte.
Ma non
sapevo il perché.
Oh che fosse
bello era fuori discussione..attraente, nel senso più proprio del termine.
Mi ero
sentita calamitata da lui.
C’era
qualcosa di insolito nella forma del suo viso, nel taglio degli occhi che lo
rendevano però ancora più interessante..esotico.
Da sola in
camera ricostruii mentalmente il suo viso e non fui più di tanto stupita di
poterlo fare nei minimi dettagli.
La forma del
suo viso si delineava spontaneamente nella mia memoria. La fronte alta, la
mascella forte..e poi la bocca, piena, piegata in quel pigro sorriso..il naso ,
deciso..gli occhi..dello stesso colore del cioccolato..scuri,profondi ..
Mi tirai su
a sedere quando sentii che il mio cuore era impazzito di nuovo.
Corsi in
bagno, volevo bagnarmi il viso con l’acqua fredda ma poi decisi che non era
abbastanza, così mi infilai direttamente sotto la doccia e a aprii l’acqua.
Fredda.
-Uhh!!! -altro che fredda era ghiacciata.
Ma almeno mi
avrebbe tolto quel viso dalla mente.
Non potevo
lasciare che accadesse.
L’acqua mi
stava schiarendo le idee,mi faceva vedere le cose con lucidità.
Non importava
quanto fosse bello o sexy quel ragazzo..o che fosse stato gentile..l’unico non
porco in quel mare di luridi..beh porci.
Non dovevo
lasciare che la mia mente prendesse quella strada.
-Niente amore.
Non si può.-dissi ad alta voce .
Niente amore.
Non c’era posto per questo nella mia vita. Non ora certo, e forse mai.
Avevo ben
altro a cui pensare. Ben altro di cui occuparmi.
Chiusi l’acqua
e presi l’accappatoio lì vicino.
Tornata in
camera raccolsi un libro accanto al letto.-Ecco. E’ a questo che devo pensare
ora.
Mi lasciai
cadere sul letto e accesi la luce del comodino.
Un altro
libro. Un’altra speranza di poter trovare le risposte che cercavo.
Accarezzai
la copertina lucida del libro e toccai una per una le lettere che ne
componevano il titolo “Miti e leggende della cultura occidentale”.
-Ti prego,
ti prego fa che sia la volta buona.
Mi misi
comoda e iniziai a leggere.