Cap.18: Appuntamento al buio
Laura Brings si rassettò i capelli. Era assai piacevole passeggiare per i corridoi di Hogwarts guardando la neve danzare riflessa sui vetri delle finestre. O almeno... la parte di finestre che restava scoperta.
Sospirò. La grata isolante impediva ad eventuali incantesimi del
male di passare. Ma quel nero stonava contro il pallore della neve.
Laura Brings amava quella cosa bianca. Fin da bambina, quando se
la mangiava, la testa volta verso l’alto e la bocca aperta a far scendere quei
fiocchi nel palato; da adolescente, quando giocava a incantarle e a farle
danzare formando il suo nome nell’aria; e ora, da donna matura, si limitava ad
osservarla.
Sentiva che sarebbe rimasta ancora poco ad Hogwarts, e voleva
gustarsi ogni singolo attimo di quella magica vita.
La sua alunna, Hermione Granger, aveva fatto enormi progressi; il
Patronus le usciva perfettamente così come le altre magie.
Non che lei non ne fosse felice. Però presto avrebbe raggiunto i
suoi compagni, e allora.. sapeva già come sarebbe andata...
“La ringraziamo del servizio prestato ad Hogwarts. Ma adesso non è
più utile... può ottenere il congedo.”
Ma lo sapeva fin dal principio. La magia non era per lei... non
avrebbe mai rappresentato nemmeno il 50% della sua vita.
D’altro canto, si sarebbe sposata da lì a pochi mesi, all’inizio
di Aprile. Anthony Myners era l’uomo perfetto per lei... silenzioso ma dolce,
schivo ma tenero.
E poi l’amava... ricordava bene il giorno in cui gli aveva
confessato di essere una strega, certa che l’avrebbe mollata...
“Una strega? Oh, beh... basta che non mi fai tenere il gufo in
camera. Potrebbe perdere le piume sulla mia cravatta.”
Alcuni insegnanti, passando di lì, la fissarono con curiosità.
D’altronde, una persona che cammina ridacchiando sembra strana. Ma il ricordo
era così pieno di sollievo e amore che era impossibile farlo riaffiorare alla
mente senza un sorriso sul volto.
Inserì due zellini dentro la macchinetta davanti a sè che,
dopo aver prodotto alcuni rumori, lanciò fuori una biglia (o almeno quello
sembrava) trasparente, che conteneva un liquido fucsia. Laura Brings se lo
portò alla bocca e lo ingoiò: subito si sentì invadere da una sensazione di
sazietà e sollievo che la deliziò.
Proprio una bella invenzione, le P-Scacciapensieri di Silente, pensò. Erano state
richieste dal corpo insegnanti stressati da tutti i problemi causati da
Voldemort.
Ma il Preside non sembrava soddisfatto e, in effetti, anche Laura
credeva che ‘dimenticare’, ‘non pensare’ non fosse la soluzione giusta.
Si portò le mani alla gola: beh, lei l’aveva appena ingoiata.
Sospirò; e decise di tornare nella sua camera per organizzare il lavoro di
Hermione.
Fu in quel momento che vide un gufo nero battere contro le vetrate
di Hogwarts; ticchettava col becco e pareva guardare proprio lei... con quegli
occhioni...
Che razza di pericolo avrebbe potuto trarre un gufetto color
notte?
Si sentiva girare la testa, forse non aveva fatto bene ad
inghiottire la
P-Scacciapensieri...
Sbattè le palpebre e si diresse verso il gufo; controllò che
nessuno la guardasse e sollevò le grate che isolavano la scuola.
L’animale emise un verso rauco, entrando; si posò sulla sua spalla
e fu allora che Laura Brings notò il foglietto arrotolato attorno al suo
collo...
Lo sfilò dal laccio e lo srotolò. In alto c’era il suo nome... era
ovvio che fosse per lei...
Signorina Brings,
prima di leggere questa lettera si
accerti che non ci sia nessuno attorno a lei che possa spiarla...
Non si preoccupi;
sono solo un suo ammiratore che preferisce mantenere l’anonimato.
Sono un suo antico compagno di corso e, da tanto che non la vedo, vorrei domandarle se le va una rimpatriata; potremo discorrere dei vecchi tempi...
Venga con una maschera; io la toglierò rivelando il
mio volto quando lo farà lei; domani notte...
So che probabilmente le sembrerà una richiesta, e
una lettera, un po’ strampalata e forse anche sospetta; ma le chiedo solo di
fidarsi di un appassionato del suo insegnamento...
A presto, mi auguro
Xxx9yzz6
P.S. Questa lettera si autodistruggerà dopo la sua lettura.
Laura
Brings sussultò, portandosi lontano dal volto il foglio.
Era
preoccuata...
Però..
stava per sposarsi, un’avventura, un’ultima, prima delle nozze non poteva
nuocerle...
Non
vedeva come ci potessero essere dei problemi... si sentiva leggera...
Cosa
poteva capitarle?
Nulla...
Non
c’erano problemi...
* * * * *
Hermione si stiracchiò; aveva finito i compiti e passeggiava per i corridoi, guardando la neve cadere.
Poteva
affermare di essere tornata alla normalità; Ron aveva finito di raccontarle il
quinto anno, la settimana seguente avrebbe ripreso il corso degli studenti
normali e... il Natale si avvicinava... insomma, era tutto ok!
Era
strano pensare che i suoi progressi nello studio fossero, in fondo, causati
dalla potenza del suo odio...
Ma
tant’è...
Si
fermò per sistemarsi la tasca destra del giubbotto; le lettere del padre che
teneva sempre vicino a lei stavano per cadere.
Erano
davvero molte, ma sempre scritte più in fretta e con poche righe..
Cara Hermione,
come mi hai chiesto, ho messo tre rose bianche sulla
tomba di Jane.
In tutti questi anni di matrimonio ha detto di avere
‘un segreto’ con te, di una sua preferenza...
Era questo? Lei amava davvero tanto le rose bianche?
Chissà perchè non ha mai voluto rivelarmelo... beh,
non voglio stufarti con i miei deliri. Come va la scuola?
La signorina Brings mi ha assicurato che presto
riprenderai a frequentare le lezioni dei tuoi amici... sono felice per te...
Ti voglio bene.
Cara Hermione,
ho ripreso a lavorare; sì, è triste ricordarmi della
tua povera mamma ogni istante, mentre vedo i colleghi fissarmi scuotendo la
testa e quando mi sento ripetere ‘condoglianze’ ogni giorno...
Spero che a te vada meglio; nella tua ultima lettera
mi raccontavi delle storie del tuo amico Ron.
Mi è molto simpatico quel ragazzo, davvero... molto.
Con affetto.
Cara Hermione,
tutto bene? Qui fa molto freddo, ma di neve non c’è
l’ombra.
Mi manchi molto tesoro; senza di te e senza la mamma
la casa è vuota... e silenziosa... dicono che il Natale porti felicità ma io
avrò il sorriso sulle labbra solo quando ti riavrò a casa, per le feste...
Ci sentiamo, tesoro.
Pover’uomo! Le dispiaceva per lui, ma non se la sentiva di lasciare Hogwarts...
No! Cosa stava dicendo? Doveva assolutamente tornare a casa. Non avrebbe lasciato suo padre solo ancora per molto...
“Ehi,
Granger!”
Si
voltò; di fronte a lei stava un ragazzo alto, con i capelli biondo bianco che
le sorrideva, ma di un sorriso crudele che non veniva dal cuore.
“Non
ti si vede più molto in giro! Hai paura di far vedere in giro il tuo brutto
muso di Mezzosangue?”
Doveva essere l’orribile Malfoy, di cui tanto le avevano parlato Harry e Ron... con tanto disprezzo...
“Veramente
mi stupisce che tu porti in giro le tue sembianze di marmotta..”
Marmotta?
No... era un altro animale, quello in cui l’aveva trasformato il professor
Moody...
“Che
stai blaterando? Davvero, penso che tu ti sia rimbambita, Mezzosangue... ti
porti persino dietro pezzi di carta...”
E
con una mossa fulminea le rubò l’ultima lettera di suo padre che sporgeva dalla
divisa.
“Sentiamo...
‘Cara Hermione, tutto bene? Qui fa molto freddo...’ Bleah! Questo qui è proprio
partito!, ‘ma di neve non c’è neanche l’ombra’.. ma che è, un meteorologopata?
O almeno credo che si dica così...”
Avrebbe
potuto prenderlo in giro per la pronuncia ‘meteorologopata’ ma vedere la lettera di suo padre in mano a quel sudicio
ragazzo... proprio non...
“Ridammela!”
gridò disperata lanciandosi su di lui. Ma così facendo inciampò e cascò a terra
assieme a tutte quelle testimonianze d’affetto di John Granger.
“No!”
“Guarda
guarda... cos’è, un tappeto nuziale?”
Malfoy,
sempre ghignando, ne calpestò alcune.
“NO!”
Hermione
lo spinse indietro, ma l’odio non era abbastanza... non raggiungeva la disperazione...
“e
poi: ‘senza di te e senza la tua mamma la casa è vuota’... la tua mamma è
morta, Granger? Oh, non mi stupirei se si fosse suicidata... con una figlia
come..”
STUMP
Malfoy
rovinò a terra, strofinandosi allibito la guancia, che si arrossava sempre più.
Ron,
davanti a lui, lo fissava ansimando. Dopo avergli lanciato un ultimo sguardo di
disgusto, si voltò verso Hermione aiutandola ad alzarsi.
Lei
non si era resa conto di stare piangendo fino a quando non sentì gli occhi
bruciare e le guance bagnarsi.
Non
sarebbe mai stato nulla come prima...
“Tieni..”
mormorò Ron allungandole un fazzoletto. Hermione si soffiò il naso e guardò
Malfoy rimettersi in piedi.
“Sei
l’essere più viscido che io abbia mai avuto la sventura di incontrare.” sibilò.
Poi
si diresse a passi veloci verso la sua stanza. Solo quando fu alla porta del
Dormitorio si rese conto di non aver ringraziato Ron.
Beh...
sperò soltanto che non se la fosse presa
Più
in là, Silente stava appendendo un cartello alla macchinetta delle
P-Scacciapensieri:
“L’ultima revisione di questo oggetto è
stata negativa e si prega gli insegnanti di non farne più uso causa effetti
ignoti e pericolosi.
La farò togliere quanto prima.”
Ringrazio:
-Dargor the shadowlord-
§maripotter§
_Angi_
“earendil”