Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: malandrina4ever    11/02/2015    7 recensioni
I think I'm drowning
asphyxiated
I wanna break the spell
that you've created
You're something beautiful
a contradiction
I wanna play the game
I want the friction

[...] Sirius ghigna e il biancore dei denti è quasi abbagliante nel buio, la smorfia ferina di un amore impossibile che ringhia piano nella testa di James da sei anni, in ogni momento, che lo attanaglia e attacca forte nel silenzio, serrando le zanne alla sua gola e togliendogli il respiro.
E James ha voglia di urlare ogni volta che incrocia gli occhi di Sirius.
[...] Our time is running out
and our time is running out
you can't push it underground
we can't stop it screaming out

[...] James sta di nuovo guardando Sirius in quel modo.
Genere: Angst, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Sirius Black | Coppie: James Potter/Sirius Black
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

CAPITOLO 6.

 

 

 


 

“Peter!” Ha bussato diverse volte alla porta dell’amico, prima di iniziare ad agitarsi. Ha chiamato il suo nome più piano, con più calma, prima di iniziare a gridarlo. Ha aspettato vari minuti, cercando di essere una persona ragionevole e non pensare al peggio, ha persino provato a telefonargli, prima di estrarre la bacchetta, sfondare la porta e precipitarsi nell’appartamento di Peter Minus, la mente già catapultata negli scenari peggiori, come la stanza sottosopra e nessuna traccia del Malandrino. Non è Sirius quello positivo del gruppo, lui è quello pessimista e quando si precipita dentro è già convinto che i Mangiamorte abbiano scoperto chi è il vero Custode Segreto e lo abbiano catturato per torturarlo fino a farlo parlare.  “Peter, dannazione! Peter! Pet-James.”

Sirius è cresciuto in una villa austera tappezzata di teste d’elfo mozzate, tra pareti scure e gelide in cui ogni carezza moriva sul nascere e le grida coprivano il rumore degli schiaffi di sua madre sulle guance, i tonfi più secchi del dorso della mano di suo padre, le bacchettate rigide dell’educatore sulle sue dita paffute di bambino, quelle che lasciavano scie rossastre e brucianti. I pizzicotti lievi di suo fratello Regulus non producevano alcun suono, ma erano quelli che a volte facevano piegare appena le labbra di Sirius verso l’alto. Esisteva una ‘stanza della punizione’ a Grimmaulde Place, dove Sirius passava parecchio tempo, perché non è mai stato un bravo bambino a detta di tutti, una stanzina dalle pareti strette dove Sirius ha imparato cos’è il dolore ad undici anni, pochi mesi dopo essere stato smistato a Grifondoro e aver disonorato così la sua famiglia. È stata la prima volta, ma non l’ultima, e nel corso degli anni Sirius ha iniziato ad associare quella stanzina claustrofobica alla maledizione Cruciatus, al suono delle sue stesse grida e delle lacrime brucianti sul viso. Ha sempre pensato di aver imparato cos’è la paura in quella piccola stanza buia ed umida del suo sangue, ma ora Sirius sa di essersi sbagliato.

Sirius impara cos’è la paura per la prima volta quando il nome del suo miglior amico gli esce in un sussurro vibrante dalle labbra, tra le pareti spoglie dell’appartamento di Peter, perfettamente in ordine, nessuna traccia di combattimento. Sirius impara cos’è la paura, quella vera, quella assoluta e totalizzante, che ti blocca il fiato e le urla in gola, mentre corre fuori col cuore che gli martella nel petto e salta in sella alla sua moto, stringendo forte le mani sudate attorno al manubrio per farle smettere di tremare. È vagamente conscio del vento troppo forte che gli fa socchiudere e lacrimare gli occhi, dei capelli lunghi che gli frustano le guance, del fatto che la sua moto sbanda per aria come non ha mai fatto, mentre lui preme l’acceleratore al massimo. È lì su quella moto Sirius, ma non ci è davvero, perché il suo corpo ha smesso di avere importanza nel momento in cui ha realizzato che non c’erano segni di combattimento, che c’è una spia nell’Ordine da mesi e che loro sono stati tutti dei grandissimi idioti. Non uno di noi, diceva James e loro gli credevano, perché di James ci si può sempre e solo fidare, per quella luce sicura negli occhi nocciola, per il modo in cui l’angolo della sua bocca si piega appena verso l’alto anche quando non sta sorridendo. Ed ora l’angolo della bocca di James è tutto quello a cui Sirius riesce a pensare, le sue labbra e il suo naso e i suoi capelli e le sue mani e tutto quello che Sirius abbia mai amato e tutto quello che sarà mai in grado di amare nella sua vita. Ed è in pericolo. James è in pericolo, perché Peter ha tradito e potrebbe già essere troppo tardi. Potrebbe essere troppo tardi e Sirius impara cos’è la paura in quell’esatto momento, perché non riesce nemmeno a concepire un mondo senza James e se Sirius non riuscirà ad andare abbastanza veloce con la sua moto, se non vincerà quella folle corsa contro il tempo, allora sarà tutto finito. James morirà e il mondo intero con lui.  

Sirius non ha mai creduto in Dio. Lo sguardo di sua madre mentre gli puntava la bacchetta contro quando lui era già a terra e le grida strazianti del suo amico Remus che ogni mese, proprio ogni singolo mese, attraversa l’inferno non glielo hanno mai permesso. Sirius non ha mai creduto in Dio e non sa a chi si sta rivolgendo quando smonta dalla sella spingendo il manubrio di lato e oltre il tonfo sferragliante della moto che cade a terra riesce a sentire solo la sua stessa voce che articola ti prego, ti prego, ti prego. Si inginocchierebbe a terra Sirius e continuerebbe a piangere e pregare al cielo nero per tutta la notte, ma le sue gambe incerte iniziano a correre verso la casa. Non c’è più una porta a cui bussare e ci sono macerie e fumo ovunque, ma Sirius lo nota a malapena. Ti prego, ti prego, ti prego. Manca qualcosa all’interno delle sue gambe, probabilmente l’osso, perché sente come se stessero per crollare a terra da un momento all’altro, ma non accade. Sirius continua ad andare avanti, il fumo che gli brucia gli occhi e non c’è niente al mondo che importi in questo momento a parte trovare lui. E poi le sue gambe cedono davvero, alla fine, quando una scarpa da ginnastica bianca spunta oltre il fumo, proprio davanti alla porta, proprio dove Sirius sapeva che l’avrebbe trovata e ti prego, ti prego, ti prego.

Chiude gli occhi per un attimo, in ginocchio di fronte a James Potter steso a terra, perfettamente immobile, e prega. Prega che sia solo svenuto e che quando riaprirà gli occhi e si chinerà su di lui, scoprirà che l’angolo della sua bocca è ancora piegato verso l’alto, in quella smorfia appena accennata che non lo lascia mai, neppure quando dorme. Prega di chinarsi sul suo petto e sentire il respiro, non importa quanto lieve, e vedere le ciglia scure che gli sfiorano le guance da sotto gli occhiali.

Sirius impara cos’è la paura in quell’infinito momento in cui tiene le palpebre serrate sugli occhi a separarlo dalla verità. Ti prego, ti prego, ti prego. Lo amo, dannazione. Ti prego.

Sirius apre gli occhi.

Non ha mai creduto in Dio, ma quel giorno inizia ad odiarlo.

 


Un neonato, al piano di sopra, sta piangendo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 


   

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: malandrina4ever