“Voglio
Più patti chiari e meno sesso
Voglio
Che mi telefoni più spesso
Voglio
Che tu mi dica un po' che credi in me
Non chiedo tanto”
Voglio
Che mi telefoni più spesso
Voglio
Che tu mi dica un po' che credi in me
Non chiedo tanto”
Arrivo davanti la porta di casa tua, esitando per un attimo prima di suonare il campanello. Il tuo volto, sul quale sfoggi il più trionfante dei sorrisi, fa capolino da dietro la porta e lo sguardo che mi rivolgi è carico di malizia. Sembra che mi stia già spogliando solo con gli occhi.
«Sapevo che saresti venuto. Vieni, accomodati.» Mettendoti da parte mi lasci entrare nel tuo appartamento che ormai conosco come fosse il mio. Ci siamo incontrati qui tante e tante di quelle volte che conosco anche le singole venature del parquet che ricopre il pavimento.
«Perché non sarei dovuto venire?»
Ti sento chiudere la porta per poi avvertire la presenza delle tue braccia attorno alla mia vita, il tuo petto premuto contro la mia schiena.
«Pensavo ti fossi stancato di tutto ciò.» Mormori poggiando le labbra nell’incavo del collo, baciandolo prima di mordermi leggermente. Gemo appena e sposto la testa in modo che così tu possa avere libero accesso a tutta la pelle che vuoi. Come potrei mai stancarmi di questo?
Le tue braccia mi stringono di più e, senza staccare le labbra dal mio collo, mi sospingi verso il letto sul quale ricado supino, sovrastato dal tuo corpo. Nel giro di pochi minuti i miei vestiti volano sparsi sul pavimento e la tua bocca scende a torturarmi il petto prima di arrivare tra le gambe e lambire il centro del mio desiderio. Gemo sconnesso il tuo nome svariate volte prima di riversarmi nella tua bocca. Riporti i tuoi occhi magnetici su di me, intrecciando lo sguardo con le mie iridi castane, e mi baci famelico, facendomi assaporare il mio stesso sapore. Senza nemmeno spogliarti del tutto cominci a penetrarmi con le dita, impaziente, e un ansito di dolore misto a piacere lascia le mie labbra. Dopo svariati secondi entri in me completamente, mozzandomi il respiro con l’intensità delle tue spinte. La stanza si riempie di gemiti e sospiri finché non ricade di nuovo nel silenzio, dopo aver raggiunto entrambi l’orgasmo con un grido più altro degli altri.
È in momenti come questi che mi chiedo come siamo potuti arrivare a ciò. All’inizio pensavo fosse solo attrazione fisica e, preso dalla novità dei miei gusti, ho voluto provare qualcosa di diverso. Era come un gioco che mi faceva sentire vivo e appagato. Niente sentimenti, questa è stata la prima regola che abbiamo imposto entrambi, solo sesso. Ma col tempo ho capito che solo questo non mi basta più e che questi appuntamenti, dati come se fossi la tua puttana abituale, non fanno altro che ferirmi.
«A che pensi, Takuto?» La tua voce, tornata normale dopo tanti gemiti rochi, mi richiama dai miei pensieri. Ti guardo ed esito un attimo prima di rispondere.
«È a questo che ti servo, Atsushi? Solo per il sesso?»
«L’abbiamo deciso entrambi che dovesse essere così, ricordi?»
«Lo so. Ma… non mi basta più. Credo di amarti.» Mormoro appena. Torni a stringermi nuovamente tra le tue braccia prima di parlare.
«Chissà perché non ne sono sorpreso. E… credo di amarti anche io.»
Buoon salve geteH! :D
Oggi flash un po’ HOT
Finora non avevo scritto niente di spinto e sicuramente molti si sono chiesti “Eh, ma allora perché ha messo il rating arancione?” Eccovi accontentati. :33
Forse non è proprio da rating arancione ma non potevo piazzare solo una scena di sesso sfrenato senza inserire i pensieri di Takuto caVo u.u
Mi rifarò al più presto comunque :33
Fatemi sapere cosa ne pensate, mi raccomando!
Fanny ♥