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Autore: chiaraslytherin    12/02/2015    3 recensioni
Cosa sarebbe successo se nel corso degli anni passati ad Hogwarts il giovane Malfoy si fosse innamorato di Hermione, una mezzosangue, e quali cambiamenti avrebbe avuto la storia? La mia storia ripercorre tutta la storia di Harry Potter dal primo anno, vista da un'altro lato. La storia mostrerà tutti i cambiamenti e l'evoluzione di due personaggi inizialmente nemici, Draco ed Hermione. E' la mia prima fanfiction e spero vi piaccia :)
Genere: Azione, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Il trio protagonista, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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capitolo 2

Il primo giorno di scuola iniziò alla grande per la giovane ragazza. Le lezioni sarebbero cominciate alle 9.00 come annunciava l'orario affisso alla bacheca della Sala comune di Grifondoro.
L'orario era il seguente:
Ora Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì
8.00-9.00 COLAZIONE COLAZIONE COLAZIONE COLAZIONE COLAZIONE
9.00-10.00 Trasfigurazione Pozioni con Sperpeverde Erbologia Incantesimi Pozioni con Serpeverde
10.15-11.15 Trasfigurazione Storia della Magia Erbologia Incantesimi Pozioni con Serpeverde
11.30-12.30 Difesa contro le Arti Oscure Erbologia Storia della Magia Difesa contro le Arti Oscure
12.30-14.30 PRANZO PRANZO PRANZO PRANZO PRANZO
14.30-15.30 Incantesimi Trasfigurazione
15.30-16.45 Incantesimi Difesa contro le Arti Oscure Trasfigurazione Volo con Serpeverde
17.00-18.00
18.30-21.00 CENA CENA CENA CENA CENA
24.00-01.00 Astronomia
A Hogwarts c’erano centoquarantadue scalinate: alcune ampie e spaziose; altre strette e pericolanti; alcune che il venerdì portavano in luoghi diversi; altre con a metà un gradino che scompariva e che bisognava ricordarsi di saltare. Poi c’erano porte che non si aprivano, a meno di non chiederglielo cortesemente o di non far loro il solletico nel punto giusto, e porte che non erano affatto porte ma facevano finta di esserlo. Molto difficile era anche ricordare dove fossero le cose, perché tutto sembrava soggetto a continui spostamenti: i personaggi dei ritratti si spostavano continuamente per farsi visita l’uno con l’altro. Neanche i fantasmi contribuivano a rendere più semplice la situazione. Era assai sgradevole quando uno di loro all’improvviso scivolava attraverso una porta che un ragazzo stava cercando di aprire. Nick-Quasi-Senza-Testa era sempre felice di indicare ai Grifondoro la giusta direzione, ma Pix il Poltergeist, se lo incontravi quando eri in ritardo per una lezione, era capace di farti trovare due porte sprangate e una scala a trabocchetto. Ti tirava in testa il cestino della carta stracciata, ti sfilava il tappeto da sotto i piedi, ti lanciava addosso pezzi di gesso, oppure, avvicinatosi di soppiatto, ti afferrava il naso e strillava: “PRESO!”
Ancor peggio di Pix, se possibile, era il custode Argus Gazza. Gazza possedeva una gatta di nome Mrs Purr, una creatura color polvere, tutta pelle e ossa, con due occhi sporgenti come fari, spiccicata al suo padrone. La gatta pattugliava i corridoi da sola. Bastava infrangere una regola di fronte a lei, mettere appena un piede fuori riga, ed eccola correre in cerca di Gazza, il quale puntualmente appariva de secondi dopo, tutto ansimante.
Gazza conosceva i passaggi segreti della scuola meglio di chiunque altro (tranne forse i gemelli Weasley) ed era capace di sbucare fuori all’improvviso al pari dei fantasmi. Gli studenti lo detestavano, e desideravano con tutto il cuore di riuscire ad assestare un calcio a Mrs Purr.
E poi, una volta che uno riusciva a trovare la classe, c’erano le lezioni. Per la piccola ragazzina, però, questo non fu un problema. Trovava con facilità le aule, tanto che a volte doveva far finta di perdersi. Nel libro di Storia di Hogwarts, che lei aveva accuratamente letto e imparato a memoria, infatti, vi era una mappa ben dettagliata della scuola.
Ogni mercoledì a mezzanotte bisognava studiare il cielo stellato con i telescopi e imparare il nome delle stelle e i movimenti dei pianeti. Tre volte alla settimana, ci si doveva recare nella serra dietro al castello per studiare Erbologia con una strega piccola e tarchiata, la professoressa Sprite, con la quale i ragazzi imparavano a coltivare tutte le piante e i funghi più strani, e a scoprire a cosa servivano. Indubbiamente, la lezione più noiosa era Storia della Magia, l’unico corso tenuto da un fantasma. Il professor Rüf era già molto, molto vecchio quando si era addormentato davanti al camino della sala dei professori e, la mattina dopo, alzandosi per andare a fare lezione, si era lasciato dietro il corpo. Rüf non smetteva mai di parlare sempre con la stessa voce monotona. Il professor Vitious, l’insegnante di Incantesimi, invece, era un mago basso e mingherlino che doveva salire sopra una pila di libri per vedere al di là della cattedra.
La professoressa McGranitt, severa e intelligente, fece un bel discorsetto ai ragazzi nel momento stesso in cui si sedettero per ascoltare la sua prima lezione.
“La Trasfigurazione è una delle materie più complesse e pericolose che apprenderete a Hogwarts” disse. “Chiunque faccia confusione nella mia aula verrà espulso e non sarà più riammesso. Siete avvisati.” Poi trasformò la sua cattedra in un maiale e viceversa. Tutti rimasero affascinati e non vedevano l’ora di cominciare, ma nessuno era più voglioso di Hermione. Ben presto i ragazzi si resero conto che ci sarebbe voluto tempo prima che diventassero capaci di trasformare un mobile in un animale. Dopo aver preso appunti, a ciascuno fu dato un fiammifero che dovevano provare a trasformare in un ago. Alla fine della lezione, solo Hermione Granger aveva cambiato qualche cosa nel suo. La professoressa mostrò alla classe che era diventato argento e gratificò Hermione con uno dei suoi rari sorrisi. Il corso che tutti non vedevano l’ora di frequentare era Difesa contro le Arti Oscure, ma le lezioni di Raptor si dimostrarono un po’ una barzelletta. Le lezioni di Pozioni si svolgevano in una delle celle sotterranee. Qui faceva più freddo che ai piani alti, il che sarebbe bastato a far venire loro la pelle d’oca anche senza tutti quegli animali che galleggiavano nei barattoli di vetro lungo le pareti. Facendo l’appello, Piton si accorse di avere in classe Harry Potter ed esclamò “Ah, vedo Harry Potter. La nostra nuova… celebrità”. Draco Malfoy e i suoi amici Tiger e Goyle iniziarono a sghignazzare, cosa che infastidì molto Hermione. Finito di fare l’appello iniziò e disse.
“Siete qui per imparare la delicata scienza e l’arte esatta delle pozioni. Poiché qui non si agita insulsamente la bacchetta, molti di voi stenteranno a credere che si tratti di magia. Non mi aspetto che comprendiate a fondo la bellezza del calderone che bolle a fuoco lento, con i suoi vapori scintillanti, il delicato potere dei liquidi che scorrono nelle vene umane, ammaliando la mente, stregando i sensi… Io posso insegnarvi a imbottigliare la fama, la gloria, addirittura la morte… sempre che non siate una manica di teste di legno, come in genere sono tutti gli allievi che mi toccano.”
Hermione rimase colpita dall’introduzione della lezione e, seduta sul bordo della sua sedia, non vedeva l’ora di dimostrare al professore che lei non era una “testa di legno". Ma non era solo lei a voler dimostrare di non essere una testa di legno, anche il ragazzino biondo presuntuoso voleva impressionare il professore.
“Potter” disse Piton d’un tratto. “Che cosa ottengo se verso della radice in polvere dentro un infuso di artemisia?”
Mentre Harry andava in confusione e chiedeva in giro la risposta, Hermione era già pronta con la mano alzata.
“Bene, bene… è chiaro che la fama non è tutto”, disse Piton ignorando la mano alzata della ragazzina.
“Proviamo ancora. Potter, dove guarderesti se ti dicessi di trovarmi una pietra bezoar?”
Hermione alzò di nuovo la mano più in alto che poteva senza alzarsi dalla sedia, mentre Malfoy e la sua combriccola si sbellicavano dalle risate. “Che idioti”, penso la ragazzina lanciandogli uno sguardo di ghiaccio. “Sicuramente neanche loro saprebbero rispondere”.
“Immagino che tu non abbia neanche aperto un libro prima di venire qui, vero, Potter”, continuò Piton, continuando ad ignorare la mano fremente di Hermione.
“E Potter qual è la differenza tra l’Aconitum napellus e l’Aconitum lycoctonum?” A questo punto Hermione si alzò in piedi con la mano protesa in alto.
“Non lo so”, disse Harry. “Ma penso che Hermione lo sappia. Perché non prova a chiederlo a lei?”
Allora Piton, irritato dalla risposta del ragazzo, urlò “Sta’ seduta!” e poi riprese dicendo “Per tua norma e regola, Potter, asfodelo e artemisia insieme fanno una pozione soporifera talmente potente da chiamarsi Distillato della Morte Vivente. Un bezoar è una pietra che si trova nella pancia delle capre e che salva da molti veleni. Per quanto riguarda l’Aconitum napellus e l’Aconitum lycoctonum, sono la stessa pianta, nota anche con il semplice nome di aconito. Bè? Perché non prendete appunti?”
Per il resto della lezione, Piton li divise in coppie per fabbricare una semplice pozione per curare i foruncoli. Girando per la classe a controllare il lavoro dei ragazzi, mosse critiche a tutti tranne che a Malfoy. Questo mandò Hermione su tutte le furie, visto che era abituata ad essere la prima della classe in tutto e quindi anche a ricevere sempre congratulazioni dai professori. Non riusciva a sopportare di essere messa in secondo piano da un professore per colpa di un ragazzino spocchioso come Malfoy
Prima di allora, Hermione non aveva mai incontrato un ragazzino arrogante e odioso come quel Malfoy. Per fortuna, però, i Grifondoro frequentavano solo Pozioni con i Serpeverde. O almeno fu così, finchè non comparve nella sala comune di Grifondoro l’avviso che dal giovedì successivo avrebbero frequentato le lezioni di volo con i Serpeverde. Questo rese la ragazzina ancora più nervosa, visto che il volo non avrebbe potuto impararlo su nessun libro, e per di più si sarebbe resa ridicola davanti ai Serpeverde.
Il giovedì pomeriggio, alle tre e mezzo, tutti i Grifondoro si diressero al campo per la loro prima lezione di volo. I Serpeverde erano già arrivati, e per terra c’erano venti manici di scopa disposti in tante file. Giunse l’insegnate, Madama Bumb, una donna bassa, coi capelli grigi e gli occhi gialli come un falco.
“Be’, che cosa state aspettando?” sbraitò. “Ciascuno prenda posto accanto a un manico di scopa. Muoversi! Stendete la mano destra sopra la vostra scopa e dite ‘Su!’” Quella di Hermione si era limitata a rotolare, mentre quella di Draco gli saltò immediatamente in mano. A quel punto, Madama Bumb mostrò a tutti come montare il manico di scopa senza scivolare verso il fondo.
“E ora, quando suonerò il fischietto, datevi una spinta premendo forte i piedi per terra” disse Madama Bumb. Dall’euforia Neville partì prima e andò a sbattere e si ruppe il polso. “Restate qui e non muovetevi mentre io lo accompagno in infermeria”.
“Hai visto che faccia, quel gran salame che non è altro?” si affrettò a dire Draco, mentre gli altri Serpeverde si unirono a lui nel prenderlo in giro.
“Guardate!”, disse raccogliendo una pallina trasparente. “E’ quello stupido aggeggio che la nonna ha mandato a Paciock. Penso che la metterò in un posticino dove Paciock dovrà andarsela a riprendere…cosa ne dite della cima di un albero?”
“Dammela”, gridò Harry ma Malfoy era già decollato sul suo manico di scopa. Harry afferrò la sua scopa e Hermione urlò “No! Madama Bumb ci ha detto di non muoverci. Ci caccerai tutti nei guai”. Il ragazzino non le diede ascolto e inseguì il Serpeverde che lanciò la ricordella. Harry, allora, la prese al volo con grande stupore di tutti. In quel preciso istante arrivò la McGranitt che disse a Harry di seguirlo. Fu in quel preciso istante che tutti pensarono che sarebbe stato espulso.
Durante la cena Harry raccontò a Ron che la professoressa lo aveva nominato cercatore della squadra di Quiddich di Grifondoro.
“L’ultimo pasto Potter? Stai per prendere il treno e tornare dai Babbani?”, chiese Draco avvicinandosi, seguito da Tiger e Goyle, e lanciando un'occhiata intimidatoria a Hermione, che la fece arrossire.
“Vedo che sei molto più coraggioso, ora che sei tornato coi piedi per terra e hai i tuoi amichetti vicino”, rispose Harry.
“Con te sono pronto a battermi in qualsiasi momento”, disse Draco. “Anche stanotte se vuoi. Un duello tra maghi. Ti va bene a mezzanotte? Ci troviamo nella sala dei trofei che non è mai chiusa a chiave.”
Sentendo tutto quello che avevano detto, Hermione si voltò verso di loro e disse “Chiedo scusa. Non ho potuto fare a meno di sentire quel che vi stavate dicendo con Malfoy e non dovete assolutamente andare in giro di notte per la scuola. Pensa ai punti che farete perdere ai Grifondoro se vi beccano”.
“Non sono fatti tuoi”, disse Harry e la ragazza se ne andò offesa verso i dormitori.
Alle undici e mezzo, sentendo dei rumori, si alzò e vide Ron e Harry che stavano uscendo. Decise di seguirli per evitare che si facessero beccare e togliere punti alla Casa. Malfoy, però, non arrivò e al suo posto arrivò Gazza con la gatta. Senza far rumore si diressero verso la porta opposta al punto da cui proveniva la voce del custode. Corsero lungo la galleria, girarono dietro lo stipite di una porta, percorsero un corridoio e poi un altro. Passarono attraverso un arazzo e si ritrovarono in un passaggio nascosto, lo percorsero a precipizio e sbucarono vicino all’aula di Incantesimi.
“Ve l’avevo detto io. Malfoy vi ha ingannato”, disse Hermione. “Te ne rendi conto, non è vero? Non ha mai voluto battersi con te. Gazza sapeva che ci sarebbe stato qualcuno nella sala dei trofei, perché glie l’ha detto Malfoy”. Sentirono i passi di Gazza e si misero a correre fino a una porta chiusa.
“Vi decidete a fare qualcosa?”, sbottò Hermione. Prese la bacchetta e disse “Alohomora”. La porta si aprì, vi entrarono e la richiusero immediatamente. Non si trovavano in una stanza, bensì nel terzo piano proibito. Stavano fissando un grosso cane mostruoso che possedeva tre enormi teste. Trovato il pomello, uscirono e si affrettarono a chiudere la porta, dopo di che cominciarono a correre lungo il corridoio. Non smisero di correre finchè non ebbero raggiunto i dormitori al settimo piano.
“Che cosa lo tengono a fare un mostro come quello in una scuola?”, sbottò Ron.
“Ma voi avete l’abitudine di usarli gli occhi? Avete visto dove poggiava le zampe? Stava sopra una botola. E’ evidente che fa la guardia a qualcosa”, rispose Hermione. “Spero che siate soddisfatti di voi stessi. Avete corso il rischio di essere uccisi… o peggio ancora, espulsi. E ora, se non vi dispiace, io vado a letto”, disse mentre si incamminava verso la scalinata che portava al dormitorio femminile.
La mattina di Halloween di svegliarono con il profumo delizioso di zucca al forno che aleggiava per i corridoi. E per giunta, durante la lezione di Incantesimi, il professor Vitious aveva annunciato che li riteneva pronti a far volare gli oggetti, una cosa che morivano dalla voglia di provare fin da quando gli avevano visto far girare vorticosamente per la classe il rospo di Neville. Soprattutto Hermione non vedeva l’ora di far lievitare gli oggetti.
Per l’esercitazione, il professor Vitious divise la scolaresca in coppie. A Hermione, purtroppo, toccò Ron. Lei non lo sopportava proprio, ma era una cosa reciproca.
“Non dimenticate quel grazioso movimento del polso che ci siamo esercitati a ripetere”, strillò il professore. “Agitare e colpire, ricordate ragazzi, agitare e colpire. Molto importante, pronunciate correttamente le parole magiche”.
Wingardium Leviosa” gridò Ron agitando le braccia come un mulino a vento. “Lo stai dicendo male”, sbottò Hermione. “Win-gar-dium Levi-o-sa: devi pronunciare il ‘gar’ bello lungo”.
“E fallo te visto che sei tanto brava!”, la rimbeccò Ron.
Hermione si rimboccò le maniche della tunica, agitò la bacchetta magica e disse: “Wingardium Leviosa”.
La piuma si sollevò dal banco e rimase in aria circa un metro e mezzo sopra le loro teste.
“Molto bene!” gridò il professore. “Avete visto tutti? La signorina Granger c’è riuscita”.
Non passò molto tempo che già tutta la scuola sapeva quello che aveva fatto. Questo fece arrabbiare ancora di più Draco Malfoy, perché riteneva che una Nata Babbana come la Granger non potesse essere più brava di un Purosangue come lui.
“Non c’è da stupirsi che nessuno la sopporti”, disse Ron a Harry uscendo dall’aula. “Quella ragazza è un incubo, parola mia”. Hermione scoppiò in lacrime, sentendolo, e corse via urtando Harry.
“Credo che ti abbia sentito”, disse Harry.
Hermione non si presentò alla lezione successiva e non si fece vedere per tutto il pomeriggio. Rimase tutto il giorno a piangere nel bagno delle femmine e volle essere lasciata in pace da tutti. Stava piangendo e ripensando a quello che era successo quel giorno, quando sentì un rumore di passi. Non normali passi, ma passi strascicati di piedi giganteschi. Pochi minuti dopo, un grosso troll di montagna era lì, che entrava buttando giù la porta. Era alto più di tre metri, aveva la pelle di un color grigio granito senza sfumature, il corpo bitorzoluto come un sasso, con in cima alla testa piccola e glabra, come una noce di cocco. Le gambe erano corte e tozze come tronchi d’albero e i piedi piatti e ricoperti di corno. L’odore che emanava quella creatura era incredibile. Aveva in mano un’immensa clava di legno che trascinava a terra per via delle braccia troppo lunghe. Si avvicinò piano e quando vide la ragazza cercò di colpirla con la clava, frantumando diversi lavandini. Fu allora che Hermione emise un grido di terrore. Il mostro si fermò a pochi metri da lei, si girò goffamente e vide Harry. Allora si diresse verso di lui, brandendo la clava.
“Ehi, tu, cervello di gallina” gridò Ron. Harry prese la rincorsa e cercò, con un salto, di aggrapparsi al collo del mostro. Saltando, aveva infilato la bacchetta nel naso del troll, che ululando di dolore, iniziò a colpire con la clava. Hermione, terrorizzata, si accasciò a terra; Ron tirò fuori la bacchetta e, senza sapere cosa fare, gridò il primo incantesimo che gli venne in mente: ”Wingardium Leviosa”. La clava scivolò dalle mani del troll sollevandosi e ricadde pesantemente sulla testa del suo proprietario, facendolo cadere a terra. Allora lei si affrettò a chiedere: “E’ morto?”
“Non credo”, disse Harry. “Penso che lo abbiamo semplicemente messo ko”.
All’improvviso la professoressa McGranitt fece irruzione nel locale, seguita da Piton e da Raptor.
“Che cosa diavolo credevate di fare?”, chiese la McGranitt furiosa. “Avete corso il rischio di venire ammazzati. Perché non eravate nel vostro dormitorio?”
“La prego, professoressa McGranitt… erano venuti a cercare me”, disse la ragazzina impaurita. “Ero andata in cerca del mostro perché… perché pensavo di essere in grado di affrontarlo da sola visto che ho letto tutto sui mostri. Se non mi avessero trovata, sarei morta. Quando sono arrivati, il mostro stava per uccidermi.”
“Be’… in questo caso”, disse la McGranitt guardandoli. “Signorina Granger come hai potuto pensare di affrontare da sola un mostro di montagna?”. Hermione chinò la testa.
“Per questo a Grifondoro verranno tolti cinque punti. Mi hai molto delusa. Se non sei ferita, torna immediatamente alla torre di Grifondoro”.
La ragazzina molto velocemente corse verso la torre e si mise in un angolo ad aspettare Harry e Ron per ringraziarli. Quando entrarono si ringraziarono e cominciarono a festeggiare Halloween con gli altri Grifondoro. Fu da allora che iniziò a nascere un’amicizia tra di loro.
Natale si stava avvicinando. Un mattino di metà dicembre, il castello di Hogwarts si svegliò sotto una coltre di neve alta più di un metro. Tutti quanti non vedevano l’ora che cominciassero le vacanze.
“Mi dispiace proprio tanto”, disse un giorno Draco Malfoy durante la lezione di Pozioni, “per tutti quelli che a Natale dovranno restare a Hogwarts perché a casa nessuno li vuole”.
Tiger e Goyle iniziarono a ridacchiare e Hermione era furiosa. Non lo tollerava proprio quel ragazzino. Da quando Serpeverde aveva perso la partita di Quiddich era diventato ancora più antipatico e più di prima cercava ogni pretesto per prendere in giro Harry Potter.
Lasciando l’aula di Pozioni, Draco vide che Hagrid stava trascinando un grosso abete e con lui c’erano sia Ron che Harry, quindi disse: “Stai cercando di guadagnare qualche spicciolo, Weasley? Forse speri di diventare anche tu guardiacaccia quando te ne andrai da Hogwarts… la capanna di Hagrid deve sembrarti una reggia in confronto a dove abita la tua famiglia”. Mentre Ron gli si buttava contro, arrivò Piton che urlò: “WEASLEY! Cinque punti in meno a Grifondoro.”
Da qualche giorno ormai si erano rinchiusi in biblioteca per cercare di capire chi fosse Nicolas Flamel e cosa nascondesse il grosso cane. Prima di partire per le vacanze, Hermione lasciò a Harry e Ron una lista di libri che avrebbero dovuto controllare.
“Se trovate qualcosa mandatemi un gufo”, disse lei prima di partire.
Sul treno di ritorno a casa, la ragazzina sarebbe stata sola, non ci sarebbero stati i suoi amici con lei e per di più avrebbe dovuto sopportare le cattiverie di Draco Malfoy. Per fortuna, non uscì mai dal suo scompartimento e rimase sempre con i suoi amici di Serpeverde. Il rientro a casa fu davvero emozionante. Non vedeva l’ora di passare un po’ di tempo con i suoi genitori.
“Ci sei mancata tantissimo tesoro”, disse la mamma abbracciandola, appena arrivata al binario.
Le vacanze passarono in fretta e per la ragazza arrivò il momento di tornare ad Hogwarts.
Una sera, rientrando nel dormitorio, Neville regalò la figurina di Silente a Harry.
“L’ho trovato”, bisbigliò Harry. “Ho trovato Flamel! Ve l’avevo detto che quel nome l’avevo già letto. State a sentire: ‘Silente è noto soprattutto per avere sconfitto nel 1945 il mago del male Grindelwald, per avere scoperto i dodici modi per utilizzare sangue di drago e per i suoi esperimenti di alchimia, insieme al collega Nicolas Flamel’!”
Fu allora che Hermione ebbe un’illuminazione. Corse verso il dormitorio femminile e salì le scale fino alla sua camera, dove prese un grosso libro e tornò dai ragazzi.
“Nicolas Flamel”, cominciò a leggere, “è l’unico di cui si sappia che ha fabbricato la Pietra Filosofale. Di certo il cane fa la guardia alla Pietra di Flamel. Scommetto che ha chiesto a Silente di custodirla, perché sono amici e lui sapeva che qualcuno ne era alla ricerca.”
“Una pietra che fabbrica l’oro e rende immortali!”, esclamò Harry. “E ci credo che Piton le dà la caccia! Chiunque vorrebbe possederla”.
Nel frattempo si avvicinavano gli esami ed Hermione aveva già cominciato a fare il programma dei ripassi e a dividere i suoi appunti per argomenti e attribuire un colore diverso a ciascuno. “Ma Hermione agli esami mancano secoli!”, disse Ron.
“Dieci settimane”, precisò impaziente la ragazzina, “dieci settimane non sono secoli.”
“Comunque, si può sapere a cosa ti serve tutto quel ripasso visto che sai già tutto?”, ribatté Ron.
“A cosa mi serve? Ma sei matto? Ti rendi conto che questi esami dobbiamo passarli per andare al secondo anno? Sono molto importanti. Avrei dovuto cominciare a studiare un mese fa, non so proprio che cosa mi ha preso…”
Gli insegnanti la pensavano come Hermione e li caricarono di compiti per le vacanze di Pasqua. Era difficile rilassarsi e i tre ragazzi passarono tutte le vacanze in biblioteca a studiare.
Faceva un caldo micidiale, specie nella grande aula dove si svolgevano gli scritti. Per l’esame avevano ricevuto penne d’oca speciali, nuove di zecca, che erano state stregate con un incantesimo particolare per impedire loro di copiare. Gli esami comprendevano anche esercitazioni pratiche. Il professor Vitious li aveva chiamati a uno a uno nella sua aula per vedere se erano capaci di eseguire lo speciale Tip-tap dell’Ananasso sulla scrivania. La professoressa McGranitt li stette a guardare mentre trasformavano un topolino in una tabacchiera: se la tabacchiera era carina si guadagnavano punti, se aveva i baffi se ne perdevano. Piton li rese tutti nervosi fiatandogli sul collo mentre cercavano di ricordare come si fabbricava la pozione che fa dimenticare le cose. L’ultimo esame fu quello di Storia della Magia. Dopo aver passato un’ora a rispondere a domande su qualche vecchio mago svitato, sarebbero stati liberi prima che uscissero i risultati.
“E’ stato molto più facile di quanto credessi”, disse Hermione. Dopo gli esami andarono da Hagrid, che gli rivelò di aver raccontato ad uno sconosciuto con il mantello come fare ad eludere la sorveglianza di Fuffi. Fu allora che capirono che l’uomo col mantello era Piton e che ora sapeva come impossessarsi della pietra. Allora i tre ragazzi corsero ai dormitori per prendere il mantello dell’invisibilità. Fu allora che Neville sbucò dalle scale del dormitorio per impedirgli di uscire per combinare guai. Allora Hermione fu costretta a pietrificarlo, perché ormai non potevano più perdere altro tempo. Quando giunsero al corridoio del terzo piano, con il mantello addosso, videro che la porta era già stata aperta.
“Piton è già riuscito ad entrare evitando Fuffi”, disse Harry. “Se volete tornare indietro, non vi darò torto. Potete anche prendervi il mantello, tanto io non ne ho più bisogno.”
“Veniamo con te”, ribatté Hermione.
Aprirono la porta e videro che vicino alle zampe del grosso cane c’era un’arpa.
“Deve averla lasciata qui Piton”, disse Harry. “Probabilmente la bestia si sveglia quando uno smette di suonare.”
Harry iniziò a suonare il flauto di Hagrid e dopo poco il cane cadde in un sonno profondo.
Aprirono la botola, ci saltarono dentro e atterrarono su una pianta. La pianta cominciò ad avvolgergli attorno alle caviglie certi tentacoli simili a serpenti.
“State fermi!”, ordinò la ragazzina. “Io lo so che cos’è questa: è il Tranello del Diavolo. Che cosa diceva la professoressa Sprite? …Ah, si! Che la pianta ama il buio e l’umido…”
“E allora accendi un fuoco”, esclamò Harry.
Allora lei prese la bacchetta magica, l’agitò nell’aria e sparò contro la pianta un getto di fiamme color campanula. I tentacoli si accartocciarono e si srotolarono dai loro corpi.
Raggiunsero l’estremità del passaggio e davanti a loro videro una camera tutta illuminata con il soffitto a volta, alto sopra di loro. Era pieno di uccellini dagli splendidi colori che svolazzavano. Raggiunsero il portone dall’altra parte della stanza ma era chiuso.
“E adesso?” chiese Ron.
“Questi uccelli non è possibile che stiano qui solo per bellezza” osservò Hermione.
“Ma questi non sono uccelli” esclamò Harry. “Sono chiavi! Chiavi alate! Guardate lì ci sono dei manici di scopa.”
I tre afferrarono i manici di scopa e si sollevarono da terra. Presa la chiave, corsero verso il portone e lo aprirono. Entrati nella stanza successiva trovarono una scacchiera con scacchi altissimi e privi di volto.
“E adesso come facciamo?” chiese Harry.
“Penso che dovremo giocare e far finta di essere anche noi dei pezzi degli scacchi” rispose allora Ron. “Allora, Harry, tu prendi il posto dell’alfiere, e tu, Hermione, mettiti vicino a lui, al posto di quella torre. Io farò il cavallo.”
Un pedone bianco era avanzato di due caselle. Ron cominciò a muovere le mosse dei neri. Ogni qualvolta perdevano un pezzo, i bianchi diventavano sempre più spietati.
“Si…” disse Ron quasi alla fine della partita, “è l’unico modo…devo lasciarmi mangiare.”
“NO!” esclamarono Harry e Hermione in coro.
“Ma a scacchi è così. Bisogna pur sacrificare qualche cosa. Ora farò un passo avanti e lei mi mangerà… e tu sarai libero di dare scacco matto al re, Harry”, tagliò corto Ron.
“Ma…”
“Volete fermare Piton oppure no? Sentite, se non vi sbrigate quello ruba la Pietra” ribatté Ron.
Così dicendo, fece un passo avanti e la regina lo colpì, dandogli una botta in testa con il braccio di pietra che lo fece cadere a terra. Harry si spostò di tre caselle a sinistra e il re bianco si tolse la corona dalla testa e la gettò ai piedi del ragazzo decretando la vittoria dei neri. Harry e Hermione spiccarono la corsa verso la porta e poi percorsero il corridoio.
Entrarono in una stanza con un tavolo su cui erano allineate sette bottiglie di forme diverse.
“Guarda” disse Hermione afferrando un rotolo di carta posato sul tavolo accanto alle bottiglie. C’era scritto:
Davanti a voi è il pericolo, dietro la sicurezza,
due tra di noi vi aiutano, usate la destrezza,
una sola, di sette, vi lascerà avanzare,
se un’altra ne berrete, vi farebbe arretrare,
due son piene soltanto di nettare d’ortica,
tre, assassine, si apprestano alla loro fatica.
Scegliete o resterete per sempre tra i supplizi.
Per aiutarvi a scegliere, vi diamo quattro indizi:
primo, seppur subdolamente il veleno non si svela,
il vino delle ortiche alla sinistra cela;
secondo, differenti son quelle agli estremi
ma per andare avanti rimangono problemi;
terzo, come vedete, non ve n’è una uguale
sol di nana e gigante il vin non è letale;
quarto, la seconda a dritta e la seconda a sinistra
sono gemelle al gusto, ma diverse alla vista.

“Geniale” disse la ragazza. “Questa non è magia: è logica. Si tratta di una sciarada. Su questa carta c’è scritto tutto quel che ci serve sapere. Sette bottiglie: tre contengono veleno, due vino, una ci farà attraversare sani e salvi il fuoco nero e una ci aiuterà a superare quello viola per tornare indietro”
“Ma come facciamo a sapere quale bere?” chiese Harry.
“Ho capito” esclamò lei. “Quella più piccola ci farà attraversare il fuoco nero… per raggiungere la Pietra. E quella panciuta all’estremità destra della fila ci farà tornare indietro”.
“Tu torna indietro, prendi Ron e volate fino alla voliera dei gufi. Mandate Edvige da Silente”, disse Harry con tono deciso.
La ragazza lo abbracciò e dopo aver bevuto la pozione si diresse verso il fuoco viola e lo attraversò. Attraversò il lungo corridoio e tornò alla scacchiera per riprendere Ron. Lo aiutò ad alzarsi e si incamminarono piano verso la stanza delle chiavi volanti, dove presero le scope e volarono fuori dalla botola fino alla voliera dei gufi. Arrivati, scrissero un messaggio e lo legarono alla zampa di Edvige, che spiccò subito il volo per portare l’avviso a Silente. Lentamente Hermione accompagnò Ron da Madama Chips in infermeria.
Tre giorno dopo Hermione e Ron andarono a trovare Harry in infermeria, che finalmente si era svegliato.
“Harry eravamo sicuri che ce l’avresti fatta” disse la ragazzina.
“Allora cos’è successo veramente?” chiese allora il roscio.
Così Harry gli raccontò tutto; gli parlò di Raptor, dello specchio, della pietra e di Voldemort.
“Allora la pietra non c’è più?” chiese Ron, mentre Harry annuiva con la testa.
L’anno scolastico era finito e quella sera si sarebbe svolta la festa di fine anno. La sala grande era allestita a festa con i colori di Serpeverde, verde e argento, per festeggiare il fatto che avevano vinto la Coppa per il settimo anno di fila. Uno stendardo con il serpente di Serpeverde copriva la parete dietro alla Tavola delle Autorità.
“Un altro anno è passato” iniziò Silente con tono allegro. “E io devo annoiarvi con una chiacchierata da vecchio bacucco, prima che possiamo affondare i denti nelle nostre deliziose leccornie. Che anno è stato questo! Si spera che adesso abbiate la testa un po’ meno vuota di quando siete arrivati… E ora, avete tutta l’estate davanti a voi per tornare a vuotarvela, prima che cominci il nuovo anno. Ora se ho ben capito” proseguì, “deve essere assegnata la Coppa delle Case, e la classifica è questa: al quarto posto Grifondoro, con trecentododici punti; terzo Tassorosso con trecentocinquantadue punti; secondo Corvonero, con quattrocentoventisei punti e primo Serpeverde, con quattrocentosettantadue punti.”
Un boato di ovazioni e battimani esplose dal tavolo di Serpeverde.
“Si, si, molto bene, Serpeverde” continuò Silente. “Ma ci sono alcuni recenti avvenimenti che vanno presi in considerazione.”
La sala piombò nel silenzio assoluto.
“Ho alcune comunicazioni dell’ultimo minuto da fare, a proposito del punteggio. Ecco… Primo, al signor Weasley per la migliore partita a scacchi che si sia vista a Hogwarts da molti anni a questa parte, attribuisco a Grifondoro cinquanta punti. Secondo, alla signorina Hermione Granger … per avere usato freddamente la sua logica di fronte al fuoco, attribuisco a Grifondoro cinquanta punti. Terzo, al signor Harry Potter… per il suo sangue freddo e l’eccezionale coraggio, attribuisco a Grifondoro sessanta punti.”
Dal tavolo di Grifondoro si alzarono urla di gioia perché ora stavano al pari con Serpeverde. Silente alzò la mano e nella sala si fece di nuovo silenzio.
“Esistono molti tipi di coraggio” disse Silente sorridendo. “Affrontare i nemici richiede notevole ardimento. Ma altrettanto ne occorre per affrontare gli amici. E pertanto… attribuisco dieci punti al signor Neville Paciock”
Dal tavolo di Grifondoro scoppiò un frastuono grandissimo. Tutti i compagni di Grifondoro si congratularono con i quattro ragazzi, perchè dopo sette anni quest'anno la vittoria sarebbe stata loro.
“Ciò significa” continuò Silente, “ciò significa che dovremo ritoccare un po’ quelle decorazioni”.
Batté le mani e all’improvviso i parati verdi divennero scarlatti e quelli argento divennero oro; l’enorme serpente scomparve, lasciando il posto al leone di Grifondoro.
Il giorno seguente uscirono i risultati degli esami e Hermione risultò l’alunna migliore dell’anno. I loro guardaroba si svuotarono, i bauli si riempirono e per gli studenti era giunto il momento di lasciare Hogwarts e tornare a casa. Salirono sul treno e nel tardo pomeriggio raggiunsero la stazione del King’s Cross. Attraversato il muro che separava il binario 9 ¾ dagli altri binari, trovarono i loro genitori ad aspettarli.
“Fai buone vacanze Harry. Anche tu Ron”, disse la ragazzina allontanandosi con il suo baule sul carrello, accompagnata dai due genitori babbani.
"Ci rivediamo il prossimo anno," urlò infine lei salutandoli.
"Si, al prossimo anno Granger", pensò Draco mentre la guardava allontanarsi. "Non te la caverai bene come quest'anno. Te la farò vedere"



Note dell'autrice
Eccovi finalmente dopo tanto tempo di attesa il secondo capitolo. Scusate davvero il ritardo ma gennaio è stato un mese pieno di compiti e interrogazioni e non ho mai avuto tempo di scrivere. Lo scorso capitolo ha avuto 5 recensioni e più di 200 visite, quindi spero di arrivare almeno a 10 recensioni per questo capitolo. Spero davvero vi piaccia e che non deluda le vostre aspettative iniziali. Mi raccomando lasciatemi una recensione per farmi sapere i vostri pareri, positivi o negativi che siano ;) Trailer fanfiction Questo è il video trailer della storia realizzato da me per chi non lo avesse ancora visto. Grazie!!!
   
 
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