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Autore: _Lady di inchiostro_    13/02/2015    2 recensioni
Immaginate la scena.
Sabo e Rufy, lasciatasi alle spalle una Dressrosa tornata agli albori, si raccontano tutto ciò che hanno vissuto mentre erano separati.
Cosa ne verrà fuori?
Sarà davvero un semplice momento di pace dopo tanto tempo?
Ma soprattutto, saranno davvero gli unici a soffrire così tanto?
Dal testo:
“Quanto gli stava costando aprirsi con lui in quel modo?
Quanto gli stava costando il dover rivivere quella scena un'altra volta?
Parecchio.
E lo si poteva benissimo constatare dal fatto che continuasse a nascondere le mani, per evitare di mostrare il loro crescente tremore, o dal fatto che stesse cercando di trattenere le lacrime.”
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Monkey D. Rufy, Portuguese D. Ace, Sabo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dedico questa storia alla mia amica Laura.
Solo una come lei può sopportare una come me.
Grazie per spronarmi sempre a dare il meglio di me in quello che scrivo.







Tell me







<< Aspetta Rufy, non riesco a starti dietro! >>.
Un ragazzo dalla chioma bionda fece cenno alla figura che gli sedeva accanto di rallentare la sua parlantina. Quest'ultima ridacchiò, divertita.
<< Scusa Sabo, è che non vorrei rischiare di dimenticare nulla. >> disse, continuando a ridacchiare.
Sabo sospirò, per poi sorridere all'indirizzo del fratello.
Quella situazione poteva risultare strana agli occhi di entrambi. Del resto, Rufy non si sarebbe mai aspettato di raccontare il suo lungo viaggio al fratello che credeva morto, né Sabo si sarebbe mai aspettato che Rufy fosse pronto ad accoglierlo nella sua vita nuovamente e con tanta facilità.
Eppure erano lì, seduti sullo strato di erba sintetica della Thousand Sunny, e non sembrava esserci alcun alone di risentimento o rabbia a caratterizzare quel momento, solo una lieve serenità perduta da tempo.
Sabo posò lo sguardo sul quaderno che aveva difronte. Ricordava di averlo rubato il primo anno che si trovava con i rivoluzionari, dallo studio di Dragon. La sua intenzione iniziale era quella di scrivere un sorta di diario, in modo da poter raccontare dettagliatamente le sue avventure ai suoi fratelli, una volta rincontrati. Ma se inizialmente era riuscito ad annotare quasi tutte le sue giornate passate con loro, in seguito non ebbe più il tempo necessario per farlo. La cosa strana era che, comunque, si portava quel quaderno un po' consumato sempre dietro, forse sperando di riuscire a ritagliarsi uno spazio di tempo per scrivere, tra una missione e l'altra – speranza che, ahimè, risultava sempre vana -.
L'aveva portato con sé anche a Dressrosa e fu proprio Rufy a ricordarglielo, mentre si stavano raccontando l'avventura che si erano appena lasciati alle spalle. Il suo fratellino rimase sorridente per tutto il tempo in cui lui gli raccontava la breve storia di quel quaderno, finché a Sabo non venne un'idea. Sarebbe stato Rufy stesso a riempirlo, raccontandogli le sue avventure.
Ovviamente, quando sentì la proposta del fratello, a Rufy non poterono che illuminarsi gli occhi, quasi come se ne fosse onorato.
E mentre tutti gli altri dormivano profondamente, rivoluzionari compresi, dopo aver opportunamente festeggiato, Rufy e Sabo erano ancora svegli a parlare tra loro, quasi come se il sonno potesse privare loro del tempo prezioso.
Sabo rilesse velocemente quello che aveva scritto. Era incredibile quante cose avesse vissuto il suo fratellino: l'incontro con una balena gigante appena entrati nel Grande Blu, lo “sbarco” su Skypea, il salvataggio di Robin a Enis Lobby con il Treno Marino e il doloroso scambio di navi che furono costretti a fare. A guardare bene, sembrava che il suo fratellino stesse vivendo proprio come si erano ripromessi tempo fa, saltando da un'isola all'altra.
Il sorriso che Sabo aveva ancora sul viso si fece più ampio, mentre un leggero profumo di inchiostro inebriava l'aria.
<< Allora, mi stavi descrivendo il tuo scontro con Gekko Moria... >> disse, prendendo nuovamente la penna in mano.
<< Oh sì! >> esclamò Rufy, tutto eccitato. Del resto erano in pochi a sapere della sua vittoria sul ormai ex membro delle Flotta dei Sette. << Dopo averlo scazzottato per bene, devo essere svenuto... credo... Ma mi sono ripreso subito e ricordo che abbiamo festeggiato in grande! Sai, è così che il musicista di bordo è entrato in ciurma. >> disse, continuando a ridere e a strofinarsi il naso per l'eccitazione.
<< Aspetta, parli per caso dello scheletro parlante? >> chiese Sabo, alzando un sopracciglio.
Rufy annuì, scuotendo violentemente la sua chioma corvina. << Brook è fantastico, non è vero? >> domandò, anche se suonava quasi come un'affermazione.
Sabo scosse la testa e alzò gli occhi al cielo, non potendo comunque evitare di ridere. Del resto, non poteva di certo aspettarsi che la ciurma di Cappello di Paglia fosse tanto normale, con un capitano del genere. Eppure la cosa non faceva che divertirlo.
<< E dopo, dove siete stati? >> chiese Sabo, posando il mento sul palmo della mano.
Rufy si mise a contare con le dita, quasi come se volesse ripassarsi a mente tutte le loro destinazioni. << Ma certo! La tappa successiva fu l'Arcipelago Sabaody! >> disse, con un urlo.    
<< Era un posto fantastico, avresti dovuto vederlo! C'erano anche delle piante di dimensioni colossali! >> disse, allargando le braccia per enfatizzare l'enormità degli alberi dell'arcipelago << E facevano anche le bolle di sapone! Sai, lì le utilizzavano praticamente per tutto. >>.
Rufy continuò a raccontare, preso dai ricordi, non dimenticandosi di spiegare come erano riusciti a incontrare Kayme, Hachi e la stella marina Pappagu – e invitando il fratello al loro chiostro di takoyaki, una volta concluso il viaggio -. Raccontò anche di come era stato fantastico andare al parco dei divertimenti e promise sempre a Sabo di fargli fare un giro appena possibile. Sabo continuava ad ascoltare, annuendo alle proposte del fratello e continuando a sorridere.
<< Ora che ci penso... >> Rufy si mise un dito sotto il labbro << Non so se ci accoglieranno volentieri lì. Del resto, ho dato un pugno in piena faccia a uno dei Draghi Celesti... >>.
Sabo alzò un sopracciglio, mentre un sorriso beffardo faceva capolino sulla sua faccia. Sapeva di tutto il putiferio che suo fratello e la sua ciurma avevano combinato alla casa d'aste, ma preferì non proferire parola a tal riguardo. Del resto, lui era il ragazzino che aveva “intralciato” una nave di quei uomini con un peschereccio rubato.
<< Non guardarmi così! >> protestò Rufy, a braccia conserte << Non è mica colpa mia, sai? Avevano rapito Kayme e sparato a Hachi, non potevo starmene lì a guardare! >>.
<< Lasciamo perdere! >> disse Sabo, sopprimendo un risolino per via della faccia imbronciata del fratello << Che cosa è successo dopo? >>.
Rufy parve concentrarsi, un dito puntato alla tempia. << Ah sì, abbiamo incontrato Rayleigh e Shakky! >>.
<< Rayleigh... Parli per caso del “Re Oscuro”? >> disse Sabo.
Rufy annuì, ancora una volta con foga. << Ci ha aiutato tantissimo ed è anche molto tosto! >> disse,  ridendo e grattandosi la nuca.
<< E poi? >> chiese l'altro, distogliendo un attimo lo sguardo per scrivere.
<< Ecco, poi... >> Rufy si fermò un attimo, gli occhi improvvisamente sbarrati << ...poi... >>.
Sabo si voltò verso il fratello. << Rufy...? >> esclamò, preoccupato.
Ma lui non rispose, lo sguardo ancora angosciato e il respiro che si faceva sempre più pesante. Strinse tra le mani un pezzo di erba, per poi lasciarlo andare subito dopo.
<< Poi... ci separammo... Io e i miei compagni ci separammo. >> disse, la voce leggermente incrinata.
Lo sguardo del maggiore si fece improvvisamente serio. Sabo conosceva le ragioni del gesto di Kuma, Dragon gli aveva riferito tutto, eppure provò un senso di vuoto non appena il suo fratellino tirò fuori quelle parole, quasi a forza.
<< Rufy... >> mormorò, quasi come a volerlo fermare. Conosceva la storia, non voleva infliggere altra sofferenza a suo fratello. Non se lo meritava allora e non se lo meritava neanche in quell'esatto momento.
Ma oramai le parole di Rufy sgorgavano come una sorgente dalle sue labbra, in maniera leggermente confusa: << Quando fui lanciato in aria, caddi su un'isola... Amazon Lily... Lì c'erano solo donne. Alcune di loro mi portano in città... Credo per via del fatto che avevo mangiato degli strani funghi. Conobbi anche la loro imperatrice, Boa Hanckock... Lei mi ha aiutato ad entrare ad Impel Down, quando seppi che Ace era richiuso lì... >>.
Adesso le mani di Rufy tremavano leggermente, anche se lui faceva di tutto per tenerle saldamente chiuse a pugno. Non sapeva perché si sentisse così. Forse perché non aveva mai raccontato direttamente questa storia a qualcuno? O forse era proprio il raccontarla a destare in lui brutti pensieri?
Deglutì a vuoto, mentre Sabo lo fissava, leggermente turbato anche lui. 
<< Dovetti affrontare un sacco di ostacoli, persino il veleno mortale del loro direttore... >> si fermò un attimo, volendo risparmiare a suo fratello la storia dei dieci anni di vita che gli erano stati tolti per salvarsi << ...ma nonostante tutto, dovetti andare comunque a Marineford per salvare Ace... >>.
E fu in quel momento, in quell'esatto momento, che in lui riaffiorarono le immagini della guerra, con i pirati che urlavano e la Marina che si difendeva da un attacco dopo l'altro.
<< Ci ero riuscito... lo sai, no? Avevo aperto le manette e stavamo scappando, ma poi lui... E io mi sono distratto, per questo lui ha parato il colpo... >> disse, la voce strozzata.
Sabo lo guardava, gli occhi sbarrati per lo stupore.
Quanto gli stava costando aprirsi con lui in quel modo?
Quanto gli stava costando il dover rivivere quella scena un'altra volta? 
Parecchio.
E lo si poteva benissimo constatare dal fatto che continuasse a nascondere le mani, per evitare di mostrare il loro crescente tremore, o dal fatto che stesse cercando di trattenere le lacrime.
La cosa assurda era che voleva davvero continuare a raccontare. E l'avrebbe fatto, se non fosse che Sabo lo zittì, mettendogli la mano sulla bocca.
<< Ora basta. So cosa è successo dopo, anche se non ero lì. >> disse, stranamente marcando la serietà della sua voce sull'ultima frase.
Rufy tolse la mano del fratello dalla faccia e rimasero per qualche minuto in silenzio, mentre l'altro teneva lo sguardo basso.
<< Mi dispiace. >> mormorò Sabo.
<< … Per cosa? >> chiese il minore, ancora frastornato e confuso per quello che era successo poco prima.
<< Lo sai. >> esordì il rivoluzionario, la voce fattasi piatta.
Adesso, all'atmosfera tranquilla di prima, prese posto un silenzio paradossale. Rufy continuava a fissare il fratello, la testa inclinata da un lato, mentre aspettava delle spiegazioni.
<< Avrei dovuto essere lì... >> disse Sabo con voce rotta  << … Forse avrei potuto aiutarvi... Magari Ace sarebbe ancora qui e tu... tu non avresti affrontato tutto questo da solo... >>. 
Rufy guardò quello che ormai era il suo unico fratello maggiore, lo sguardo fattosi improvvisamente serio.
<< Sai, a volte mi capita di pensare che tu e Ace mi odiate... >> disse Sabo, mentre si premeva le dita sulle palpebre per evitare di far scendere qualche lacrima << Sei stato tu a dirmi che non è così, eppure non posso fare a meno di pensarci... Chissà, lui magari mi odia veramente, dovunque sia... >>.
Si rese conto che la sua voce si era trasformata in un sussurro, mentre delle lacrime solcavano il suo viso.
Dannazione!, pensò. Mi ero ripromesso che non avrei più pianto davanti a lui!
In realtà, Sabo aveva appena messo in mostra la sua peggior paura, nonché la più evidente rassegnazione. Era quasi come se sapesse di meritarsi quell'odio: infondo, lui dov'era mentre Ace esalava l'ultimo respiro? O mentre Rufy si disperava per aver fallito?
Lui era con i rivoluzionari.
E benché il timore di perdere per sempre la fiducia di Rufy continuasse a perseguitarlo, sapeva che se ciò fosse accaduto sarebbe stato per colpa sua.
Una leggera folata di vento soffiò sulle due figure, ancora in rigido silenzio. La situazione, prima di perfetta pace, sembrava essersi fatta insostenibile, almeno per Sabo. Infatti stava per alzarsi e per comunicare al fratello che sarebbe andato a dormire, chiudendo malamente il quaderno, quando quest'ultimo esclamò:
<< Hai finito di dire stronzate? >>.
Sabo alzò lo sguardo che aveva tenuto abbassato per tutto il tempo e guardò suo fratello. Un lieve “Come?” uscì dalle sue labbra, mentre Rufy posava il cappello vicino a sé.
<< Hai sentito benissimo, non voglio sentirti dire più una cosa del genere! >> urlò, mentre delle lacrime gli bagnavano gli angoli degli occhi << Come puoi solo pensare che io ti odi? O che Ace ti odi? Probabilmente se fosse qui... Se fosse qui, sarebbe felice di vederti vivo, cavolo! E non ti odierebbe, perché sa che tu non c'entri! Quindi... quindi non dirlo più... >>.
Rufy tirò sul col naso, cercando anche lui di non piangere – fallendo miseramente -. Sabo continuava a fissarlo, stupito eppure rinfrancato dalle parole del fratello. Davvero pensava questo?
<< Forse l'unica cosa diversa che farebbe, rispetto a quello che ho fatto io, è darti qualche pugno in più... >> disse il minore, abbozzando un sorriso.
Sabo sorrise a sua volta, asciugandosi il viso con una manica della sua camicia.
Ricordava perfettamente il loro incontro dopo che Doflamingo era stato battuto. La prima volta che si erano visti, Rufy sembrava non aver ancora assimilato la notizia, troppo scioccato e troppo preso ad assicurarsi che quello che aveva difronte era il fratello che credeva aver perduto anni fa.
Ma la seconda volta che se lo ritrovò davanti, Rufy gli assestò un colpo in pieno stomaco. Sabo rimase leggermente perplesso, ma solo per il fatto che tecnicamente era più difficile colpire un possessore di un Rogia. Del resto, sapeva che Rufy l'avrebbe picchiato almeno un po'.
Questo è per essere sparito, aveva detto mentre avanzava verso il fratello.
Sabo era già pronto per incassare il prossimo colpo, quando le braccia di Rufy lo avvinghiarono completamente, lasciandolo di sasso. Questo non era come l'abbraccio che si erano dati poco prima. 
Era diverso. 
Rufy lo stava effettivamente stringendo.
E questo è perché sei tornato, aveva mormorato il moro, piangendo.
E fu in quel momento che Sabo non poté evitare di non piangere, mentre il suo fratellino pronunciava malamente il suo nome.
Sorrise, pensando che forse Ace lo avrebbe picchiato davvero e decisamente con più forza. Si sollevò leggermente, per posare la fronte su quella del fratello, quasi come se un peso gli avesse appena liberato il cuore.
<< Grazie. >> gli sussurrò.
Rufy ridacchiò, le lacrime che ancora gli inumidivano gli zigomi.
<< Stavo pensando ad un'altra cosa. >> sbottò, un leggero sorriso a increspargli le labbra << Pensavo a come ci sgriderebbe Ace in questo momento, magari dicendoci che stiamo piagnucolando troppo. >>
Sabo rise sommessamente. << Immagino mi direbbe che non sto dando il buon esempio o che sono diventato un rammollito! >>.
<< E poi mi darebbe un pugno sulla testa e mi si avventerebbe contro, dicendo che sono un piagnone, sicuramente! >> disse Rufy, ricambiando la risata del fratello.
Rimasero così per tutto il tempo, con la fronte appoggiata una sull'altra, mentre una lieve nostalgia prendeva posto tra loro due. 
Ma almeno sapevano che potevano contare l'uno sull'altro, ora più che mai.

*

Quello che effettivamente i due fratelli non sapevano, era che c'era qualcun altro a osservare la scena.
Una figura era rimasta seduta sulla ringhiera di legno della nave per tutto il tempo, a guardarli.
Solo che né Rufy né Sabo l'avevano vista.
O, forse, non potevano proprio vederla.
La figura era ancora seduta lì, nonostante i due si fossero addormentati profondamente. Non avevano fatto in tempo a raggiungere le loro baracche, presi com'erano dai vari racconti, che un sonno improvviso li aveva colti alla sprovvista.
La figura sorrise, scendendo dalla ringhiera e posizionandosi tra i due corpi assopiti.
Piegò le ginocchia e si mise sui talloni, avvicinandosi leggermente a Sabo, oramai dormiente. Punzecchiò la ferita all'occhio di quest'ultimo, ricevendo in cambio una smorfia.
<< Come se potessi odiarti... >> mormorò la figura, sorridendo leggermente << Per una volta, Rufy ha ragione: ti avrei semplicemente dato qualche bel pugno in più. Ma in realtà... in realtà non hai idea di quanto io sia felice di vederti vivo. >>
Stavolta, mise il dito sulla ferita e Sabo parve non muoversi. << Lo sai, devo dire che sei un ottimo fratello maggiore. Davvero, stai facendo un ottimo lavoro, addirittura migliore del mio... E sappi che questo non mi va giù! >> ridacchiò e poi aggiunse: << Ti avviso però: non so fino a che punto la tua pazienta resisterà con Rufy. >>.
In un attimo, la figura si era già girata e aveva mollato un pugno sulla testa di Rufy, il quale si limitò a borbottare lamenti e a girare la testa dall'altro lato.
<< Ha la testa dura... Addirittura più dura di come mi ricordavo... >> si massaggiò il polso, per poi voltarsi nuovamente verso il biondo << Evita che si ficchi troppo nei guai, intesi? >>.
Ovviamente sapeva che non avrebbe ricevuto risposta, ma i mugolii di Sabo gli valsero come una affermazione. Guardò Rufy e, spostatosi più in là, si mise accanto a lui.
Gli prese una guancia e incominciò ad allungargliela, senza che quello accennasse a svegliarsi. << E tu cerca di non farlo impazzire. Ormai sei cresciuto, non credo tu voglia fargli passare tutte le pene che hai fatto passare a me, no? >> disse.
Rimase un attimo fermo, intento a tenere ancora la guancia del moro allungata, mentre il suo sguardo diventava leggermente serio.
<< Comunque hai una promessa da mantenere. >> aggiunse << Non vorrai mica farmi fare brutta figura non diventando il Re dei Pirati, vero? Guarda che ho puntato tutto su di te, quindi cerca di realizzare questo tuo stramaledettissimo sogno, chiaro? >>.
Rufy si limitò a russare più forte e la figura non poté che scuotere la testa e lasciargli la guancia. Si alzò poco dopo e diede le spalle ai due dormienti.
<< A proposito, sappiate che me la pagherete cara. >> sbottò, puntando un dito verso l'alto e assumendo un tono di finto rimprovero << Non mi è piaciuto affatto che mi abbiate preso in giro in quel modo. Non appena ci rivederemo, vi darò una bella lezione! >>.
La figura abbassò il braccio e alzò lo sguardo, la volta celeste che si ergeva al di sopra. Rimase a fissare quei punti luminosi a lungo, mentre dietro di lui sentiva i due fratelli fare dei lenti respiri. 
Fu in un attimo che le sue guance lentigginose si rigarono di lacrime.
<< Accidenti! >> esclamò, asciugandosi con una mano << Eccome se me la pagherete! >>.
Le lacrime non accennavano a fermarsi, mentre la figura si mordeva il labbro per reprimere i crescenti singhiozzi.
In realtà, a lui non piaceva la gente che si faceva prendere da continui piagnistei.
Anzi, la detestava.
Ma in quel esatto momento, mentre si trovava a pochi centimetri dai suoi fratelli, senza che questi potessero né vederlo o sentirlo, non poté evitare di piangere anche lui.
Quanto avrebbe pagato pur di essere di nuovo con loro ancora una volta? O anche solo che lo sentissero mentre gli parlava?
Si affrettò ad arrestare le lacrime, intento a prepararsi per svanire ancora una volta. Era una cosa che ormai faceva spesso. Solo che stavolta ci fu qualcosa che lo bloccò, con il piede ancora fermo a mezz'aria.
<< Ace... >> pronunciarono due voci sommesse, nel medesimo istante.
Si girò di scatto, qualche lacrima faceva ancora capolino dagli angoli degli occhi.
<< Ace... >> ripeterono in coro i due fratelli, ancora addormentati.
Lui rimase di stucco, la bocca leggermente incurvata per lo stupore.
Lo avevano sentito?
Fece un sorriso, uno di quelli veri e che difficilmente illuminavano il suo viso.
<< E va bene, volete proprio che lo dica... >> disse, posando una mano sugli occhi. Stavolta non avrebbe fermato le sue lacrime.
<< Venite a trovarmi qualche volta, d'accordo? Le tazzine sono lì che aspettano. >> si rese conto che stava svanendo per l'ennesima volta << E sappiate che... Vi voglio bene. >>.
Ace fece un sogghigno, che si trasformò subito in una lieve risata.
Non avrebbe mai pensato di dire una cosa del genere con tanta spontaneità, neanche quando era ancora in vita, eppure si sentiva estremamente felice dopo averlo fatto.
Un attimo dopo svanì completamente, le lacrime che continuavano a bagnargli il volto.
E sembrò che tutto fosse tornato alla normalità.
Se non fosse che la risata di Ace avrebbe accompagnato per sempre il sonno di Sabo e Rufy.


Nota di quella che si fa chiamare autrice:

Sono tornata! O almeno, lo sono per tutti quelli che hanno letto la mia precedente storia. Per gli altri, sono solo una tipa che scrive un'ennesima storia su questi tre.
Sappiate che non so neanche io che cosa ho scritto. Dico davvero, la mia mano sembrava correre da sola sulla tastiera, dando vita ai pensieri di una mente malata.
Comunque, cercherò di darvi alcune spiegazioni: dunque, l'idea iniziale mi era venuta in mente grazie ad una fan art e poi... E poi il resto è venuto da sé. Alcuni potrebbero considerare la parte di Ace come dire... Strana, dato che lui tecnicamente è... Sì, insomma lo sapete! uu
Ma ho voluto immaginare che, almeno per un certo frangente di tempo, riuscisse a fare quello che ha fatto. E non era l'unica volta che accadeva ( o almeno, non lo era nella mia testa! ^^), solo è l'unica volta in cui Sabo e Rufy sono riusciti a sentirlo.
Spero vivamente di non aver reso i personaggi OOC, perché sostengo che sia la cosa peggiore che abbia fatto in questa storia – oltre al resto, si intende -.
Se ci sono delle cose che non vi sono chiare, oppure avete notato degli errori mentre scorrevate la storia (sempre che l'abbiate fatto...), sarei lieta che me lo faceste sapere con una recensione, anche piccola.
Nel caso ci siano recensioni positive, la cosa non può che farmi gioire, anche perché continuo ad avere dei dubbi esistenziali sulla pubblicazione di questa storia! ^^
Concludo dicendo che forse butterò giù qualche altra idea, perché amo davvero scrivere su questo fandom! <3 
Per cui, spero che ci rivedremo alla prossima storia. Grazie ancora di essere arrivati fin qui,
_Lady di inchiostro_

P.S.: la scelta del titolo è dovuta al significato che può assumere il verbo “tell”. In primis, tradotto significa “raccontami”, per intendere la parte in cui Rufy racconta le tappe del suo viaggio. Ma gli inglesi usano questo verbo per intendere anche quando una persona fa una rivelazione o una confessione, che è un po' quello che fanno sia Sabo, sia Ace.



 
  
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