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Autore: Monkey_D_Alyce    13/02/2015    4 recensioni
La mia vita...si può definire tale?
Tutto quello che sapevo su di me, sulla mia famiglia, sul mio passato...può essere semplicemente una menzogna.
E, come se non bastasse, arriva un serial killer a sconvolgermi la vita! Cosa vuole, costui, da me?
Genere: Azione, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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17° capitolo: Noia

 
 
In questo momento mi sento come Sherlock Holmes quando non ha un caso tra le mani: noia, rabbia crescente e… ancora noia.
Tanta noia.
Siamo nel salotto della casa di Ace da più di un’ora, parlando di piani su come distruggere la banda di Mihawk.
O, se devo descrivere meglio la cosa, il Capo dell’FBI sta parlando come non ci fosse un domani, credendosi un saputello “so fare tutto io e voi siete solamente degli sfigati”.
 
“Dobbiamo stare attenti, non sarà così semplice, dato che Occhi di Falco conosce i tuoi punti deboli, per non parlare di Doflamingo…” continua imperterrito Akainu per la sua strada, facendomi sbuffare lievemente.
Queste cose le so già!
Perché deve dire cose che mezzo mondo conosce?
Solo perché è vestito di rosso e ha lo sguardo cattivo si crede Dio!
 
Oltretutto, siamo “circondati” da una decina di uomini vestiti come gli agenti di “Man in Black”, con tanto di occhiali.
Solamente quattro non li portano e credo siano di grado superiore, dato che anche Shanks è vestito con la sua uniforme e anche lui, come quei quattro, non porta gli occhiali da sole rigorosamente neri.
Se devo essere sincera, non sono neanche malaccio!
Tre dei quattro uomini sono intenti a parlare fitto fitto dei loro affari, ridacchiando ogni qual volta che uno di loro racconta un aneddoto divertente.
Il primo a partire da destra ha la carnagione ambrata e i suoi occhi sono di marrone scuro.
La parte inferiore del viso è ricoperta da barba con tanto di baffi, rendendo il suo volto ancor più affascinante e “principesco”.
Ha i capelli leggermente lunghi e ondulati, anche essi scuri.
Il secondo, cioè quello al centro della combriccola sembra quello più giovane.
Pelle color caffelatte, occhi scuri, nemmeno un filo di barba e capelli neri come il petrolio e lisci, che gli accarezzano delicatamente la base del collo.
Il terzo, invece, è quello più burlone e solare.
Carnagione scura, capelli riccioluti neri come pece e occhi altrettanto neri.
È piuttosto robusto, tanto che rimane rigido a causa della camicia che gli fascia i muscoli un po’troppo.
Poveretto!
Ma a parte questo, credo che sia una vera forza della natura quando s’incazza.
Infine c’è il quarto, quello più serio, distaccato, freddo e… sexy.
Dannatamente sexy.
Il suo bellissimo volto sembra di porcellana, ricoperta da barba biondo scura, così come i suoi capelli.
Ha gli occhi color del cielo più chiaro che ci sia.
Appare innocente come un angelo, se non fosse per l’ombra oscura che gli si legge in faccia appena lo si guarda.
 
Nemmeno avesse letto i miei pensieri, si volta a guardarmi, facendomi rabbrividire leggermente dal timore.
 
Chissà quante donne sono state nel suo letto…
 
Commenta la mia socia, facendomi andare la saliva di traverso.
Tossisco nel tentativo di riprendermi, richiamando l’attenzione di tutti, guardandomi con curiosità.
 
Volevi uccidermi?!?
 
Non era mia intenzione, a dire il vero…
 
Tu sei una pazza omicida!!! Cosa ti salta in mente di fantasticare sulla vita sessuale di qualcuno?!?
 
Calma, bimba. Non sei l’unica a trovare quel tipo sexy. Un pezzo di figo, davvero!!!
 
L’imbarazzo comincia ad attanagliarmi l’animo e il cervello, mandandomi completamente in tilt.
Ace si avvicina a me con la parte superiore del busto, guardandomi con preoccupazione.
“Tutto ok?” chiede apprensivo, facendomi sobbalzare.
Sono nella merda.
E tutto per colpa di una pazza psicopatica che s’interessa dell’ “attività” degli altri!
“No, affatto! Cioè, volevo dire sì… no! Non sto affatto bene e sai che ti dico? Vado a prendere una boccata d’aria!” mormoro sibillina, lasciandolo sorpreso.
Sto per alzarmi dalla sedia, ma Ace mi blocca per un braccio e mi sorride con una vena di follia omicida nel suo sguardo compiaciuto.
“Rimani. Seduta. Grazie” mi ordina in un sussurro, facendomi desistere in un battibaleno.
Figuriamoci se questo deve essere il mio ultimo giorno di vita per colpa di una cosa che non ho commesso o pensato!
 
Tutta colpa tua, che cavolo!
 
Woah! Ferma un attimo! Sei tu che hai guardato tu-sai-chi in modo… voglioso, ecco.
 
Cosa? I-Io ho guardato quel tipo tenebroso in modo voglioso… nel senso che volevo saltargli addosso? Tu sei fuori di testa! Ho pensato che era sexy, tutto qui!
Non crearti nella tua mente povera di neuroni filmini mentali pornografici, per favore!
 
Ah, sì, giusto. Non posso dire che vorresti fare quelle cose con quel figo perché ti accontenti di Ace… ma non sta scritto da nessuna parte che lui è tuo e tu sei sua.
Avete avuto una notte di fuoco, d’accordo, ma non è stato un granché, sai?
Se devo dare un voto da uno a dieci… dal sei al sette.
 
“Per te, ma non per me!” sbotto infuriata, per poi accorgermi di aver dato voce ai miei pensieri, guadagnando, per l’ennesima volta, gli sguardi dei presenti su di me.
Che poi mi chiedo una cosa: è normale parlare, o meglio, pensare la propria vita sessuale durante un… incontro molto importante su come mascherare e mandare a puttane i piani malvagi dei cattivi che conosco da una vita?
Credo proprio di no.
Se bisogna riassumere in poche parole questo pensiero contorto e senza un’apparente fine: devo smetterla di dare corda alla mente perversa della mia socia instabile, pericolosa, pazza omicida e che ne ha più ne metta.
Sarebbe un toccasana per la salute del mio cervello abbandonato a se stesso, che mi ha mandato a quel paese da quando mi sono lasciata attrarre dalla vita basata sul mio istinto spericolato ed emotivamente lunatico.
Non è normale ridere, incazzarsi e poi piangere in meno di due nanosecondi.
Proprio no.
 
“Hai qualcosa da ridire sul piano, Kat Mihawk?” domanda Akainu in un ringhio basso e gutturale, facendomi non solo incazzare per aver pronunciato un cognome da me rinnegato da tempo, no.
Mi ha lasciato basita e in mezzo ad una situazione imbarazzante.
Avete presente quando un alunno non sta attento alla lezione e il professore lo sgama, facendogli una domanda di cui non conosce la risposta?
Sintomi della “vittima”: imbarazzo, black out totale del cervello, vergogna, rabbia crescente verso il professore per non averlo lasciato nel suo mondo, voglia di voler sprofondare in un buco nero e non tornare mai più sul pianeta Terra.
Reazione del professore: ghigno bastardo per la vittoria ed esultazione indecente dell’animo, anche se cerca di mantenere il proprio controllo.
Reazione dei compagni di classe: risate generali, scuotimento di teste a non finire, compassione.
Situazione finale: schiarimento di voce da parte del malcapitato, scusa banale e fin troppo prevedibile, minaccia del professore, ricerca di contegno da parte della classe.
Ecco.
Questa sono io in questo dannato momento.
Solo che a differenza dell’alunno, io non ho una scusa, seppur banale, da rifilare a questo tizio mezzo sconosciuto che si crede Dio.
Mi schiarisco la voce, sentendo le orecchie andarmi in fiamme e sentendo il volto una fornace.
 
“Ehm… non mi sento molto bene… mi congedo un attimo…” dico con tono flebile, per poi scappare fuori dalla stanza, anche se camminano come se nulla fosse.
Come se non avessi fatto una figura di merda pochi attimi fa.
 
Sono patetica.
 
Potevi dire che dovevi incipriarti il naso!
 
Solita vecchia scusa. Devi aggiornarti con il progresso, tesoro.
 
Come se la tua scusa fosse migliore della mia.
 
Di sicuro.
 
Lascio cadere l’argomento per pietà.
 
Come vuoi.
 
Mi avvio frettolosamente verso il bagno, lasciando la porta socchiusa.
Comincio a camminare nervosamente avanti e indietro, in cerca di una soluzione al mio problema, ma il mio cervello non contribuisce nel migliore dei modi e mi lascia in un vicolo cieco.
Bell’amico.
 
“Non molto credibile come scusa, a mio parere” afferma una voce calda e bassa, provocandomi un lungo brivido lungo la schiena dorsale.
Mi giro lentamente verso l’individuo che ha osato disturbarmi durante un momento delicato dedicato alla mia sopravvivenza, ritrovandomi il tipo misterioso e sexy davanti ai miei occhi.
Sulle prime rimango attonita a fissarlo e a sbattere ripetutamente le palpebre, assicurandomi che non sia un sogno, per poi cercare parole giuste da dire per tentare di comporre una frase non stupida, almeno non troppo.
 
“Non hai bussato…” butto lì come un pezzo di carta appallottolato perché inutile.
“La porta era socchiusa” risponde tranquillo e calmo, facendomi sentire una sciocca.
 
Idiota. Ecco cosa sei.
 
Grazie per avermelo fatto notare. Non ce l’avrei mai fatta senza il tuo aiuto.
 
Dovere,  socia.
 
“Giusto” ammetto girando lo sguardo altrove pur di non incontrare quegli occhi azzurri freddi e distaccati.
“Noto che non sta così male” osserva, richiamando la mia attenzione.
Un ghigno enigmatico e bastardo gli compare sul volto, facendomi infuriare un poco.
“Dovevo fumare”
“Non ha sigarette con sé”
“Le ho perse”
“Ma non mi dica. Un vero peccato, giusto?”
“Già…”
“Quale parte del discorso del Capo non ha ascoltato?”
“Più o meno tutta… quando parla è noioso e fin troppo superbo!” mi difendo come posso, somigliando ad una bambina che cerca di nascondere la sua marachella a tutti i costi anche se ha torto in pieno.
“Capisco. Lo sa che anche le cose noiose possono essere importanti a loro modo?” domanda con una vena ironica nella voce, irritandomi.
“Tu hai ascoltato?” gli chiedo a mia volta.
“Ovviamente”
“Qual è il piano?”
“Circondare casa sua di soppiatto, arrestare i suoi famigliari e, successivamente, sventare i loro piani e l’Organizzazione” spiega in parole povere, lasciandomi basita.
E questo è un piano? Un po’banale e scontato, direi.
“E’ vero ciò che dici? Non mi stai prendendo per il culo, vero?” domando in cerca di conferma, ricevendo come risposta uno sbuffo seccato.
Non è una presa per il culo.
“Ora posso dire di non concordare sul piano del tuo Capo!”- dico avviandomi verso l’uscita del bagno, per poi fermarmi di fianco a lui e guardarlo di sottecchi- “Qual è il tuo nome?”.
“Se glielo dicessi, dovrei ucciderla” mormora in risposta ghignando, apparendo ai miei occhi ancora più sexy e affascinante.
“Teoricamente dovrei essere già morta per la mia natura, non è vero?”
“E’ molto informata” osserva guardandomi dall’alto in basso come se fossi inferiore a lui, nonostante mi dia del “lei”.
“E tu sei strafottente”
“Ostinata, presuntuosa e irrispettosa nei confronti della legge”
“Lo sono sempre stata”
“Lo so. Sei solo una ragazzina impertinente”
 “Dal lei passiamo al tu. A cosa devo questo cambiamento?”
“Alla tua natura”
“Non sono una ragazzina”
“Lo dici tu. Athos, molto piacere” si presenta porgendomi la mano con educazione.
La stringo con diffidenza, mentre la mia povera anima urla di gioia per il contatto con quella pelle così morbida e di “dolore”, perché è freddissima.
Nemmeno fosse un morto!
“Kat, piacere mio. Spero non voglia uccidermi. Non ora, almeno” osservo cercando di sorridergli amichevolmente, venendo zittita da una sua occhiataccia, seguita da un lieve increspamento di labbra verso l’alto.
 
Saltagli addosso. Ti prego!
 
Non siamo in astinenza. E non siamo animali.
 
Chissenefrega! Quando mai ti ricapiterà una situazione simile! Dai! Almeno un assaggio!
 
Mi schiarisco la gola e non bado a quella pervertita che mi ritrovo come socia, giurando che poi me la pagherà per tutte le situazioni imbarazzanti in cui mi ha fatto passare.
Eccome se mi vendicherò!
Non vedrà l’alba!
 
“Credo sia ora di andare. Il Signor Akainu non è una persona paziente” esordisce Athos con fare professionale, tornando il solito distaccato di sempre.
“Prego” mi incita aprendo la porta del bagno e facendomi chiaro segno di andare avanti.
Respiro profondamente un paio di volte e comincio ad avviarmi, sentendo la presenza costante e fredda di Athos dietro di me.
Se non fosse un agente dell’FBI lo starei già malmenando di botte per il solo fatto che sento i suoi occhi maledettamente azzurri e belli puntati sulla mia schiena.
Forse non lo farei.
Sicuramente.
Certamente… forse.
Inutile essere logorroici per nulla.
Non risolverò niente creandomi pare mentali per un mezzo sconosciuto dannatamente bello.
 
Quando “torno” alla base, tutti si fermano dal colloquio per fissarmi, mentre Akainu non aspetta altro che farmi domande su domande.
Glielo si legge in faccia.
Se devo essere sincera, ha la faccia del professore bastardo.
Eccome se ce l’ha.
 
“Ti sei ripresa dal tuo male?” domanda strafottente, ghignando appena.
Assottiglio lo sguardo e stringo convulsamente le mani in pugni, sicura di sentire la mia socia fremere di venir fuori per farlo a fettine.
Ringhio sommessamente.
Il mio animo si logora di rabbia e già non vedo l’ora di urlargli in faccia che non capisce un bel niente e di insultarlo.
Anche se non so per cosa.
Se per il suo piano schifosamente banale.
O se per il solo gusto di farlo.
Tutte due, molto probabilmente.
 
All’improvviso, Athos mi tira un pugno vicino al mio gomito leggermente piegato, beccando in pieno il nervo.
Dolore.
Cazzo, tanto dolore.
Mi mordo l’interno della guancia, trattenendo “Per gli Sacri Spiriti, non osare mai più fare una cosa simile!”, mentre sento gli occhi bruciare e pregarmi di lacrimare per lo sforzo di non gridare e perché mi sto mordendo la guancia fino a farla sanguinare.
Il sapore ferroso del sangue mi invade l’antro della bocca e quasi mi viene voglia di sputare per terra, ma ingoio lentamente, mentre un’ondata di nausea si fa largo in me.
Che schifo.
 
“Assolutamente!” scandisco in tono falsamente contento, sorridendo come una bambina che ha appena ricevuto un lecca-lecca.
 
Cristo Iddio! Ho sentito male pure io! Quello non è un uomo, è Hulk, che cazzo!
 
“C’è un problema, però” esordisco tornando seria d’un colpo, incuriosendo tutti quanti, lasciando che il Mostro dentro di me si continui a lamentare per il dolore al gomito.
Gaara fa la sua entrata in scena, affiancandomi come un vero e proprio “braccio destro”.
Misterioso e silenzioso come sempre, a quanto vedo.
“E quale sarebbe questo problema?” domanda irritato Akainu, sbattendo una mano sul tavolo, facendomi sobbalzare dalla sorpresa, ma mi riprendo subito.
“Il suo piano è fin troppo scontato.” gli rispondo tentando di essere il più calma possibile, anche se dentro mi sento una vera tempesta in mezzo al mare.
“Hai idee migliori?” chiede ancora, cercando di trucidarmi con la sola forza di uno sguardo.
“Ovviamente”.
 
Tu non hai un piano, maledizione! Che cazzo ti salta in mente?!?
 
Si chiama improvvisare!
 
Sappiamo bene tutte e due che sei una frana ad improvvisare! Sono curiosa di sapere il tuo piano!
 
“Esponi il tuo piano!” mi ordina superbo il Capo dell’FBI, facendomi deglutire un bolo di saliva a vuoto.
Questo ci va pesante.
Mi schiarisco la voce e le parole mi escono da sole, sorprendendomi non più di tanto, a dire il vero.
Sapevo di essere una totale masochista con qualche tendenza suicida.
 
“Farò… da esca!” esordisco in modo teatrale, allargando le braccia e dipingendomi sul volto un sorriso a trentadue denti.
“Tu? E con quale esercito?” continua Akainu convinto, ma non demordo.
 
Già, sapientona! Con quale esercito, mhm?!? Illuminami d’immenso!
 
Non solo dovevo essere abbandonata dal mio cervello, ma anche dalla mia socia.
Ingiustizia divina, chiamiamola così.
 
Mi giro attorno, in cerca di qualche volontario, ma non trovo nessuno per ragioni ovvie.
Io, per loro, sono solamente una psicopatica folle.
 
Ma non tutto sembra perduto.
Mi volto in basso alla mia destra e fisso gli occhi di Gaara con fare eloquente e lui sembra “annuire” con un gesto del muso.
 
“Ho un cane!” esclamo convinta, tornando a guardare Akainu, sentendo poi un guaito di protesta.
“Mi correggo, un lupo!” dico subito dopo, vedendo la disapprovazione del Dio in Terra stampata in faccia.
Per non contare la delusione di tutti.
 
“Stupida mocciosa!” sento mormorare all’improvviso da Shanks e il mio sorriso si allarga ancor di più, perché questo vuol dire solo una cosa… l’ho convinto.
E a confermare il mio ragionamento ci pensa il suo sospiro stanco e mezzo divertito, accompagnato da una scrollata di spalle e scuotimento di testa.
Ci sono sempre riuscita.
Più o meno.
159 a 160, caro Shanks.
Sto recuperando tutte le scommesse e le perdite subite!
 
“Ci sono anch’io!” annuncia alzando lievemente una mano, sorprendendo non poco Ace e gli altri, mentre io mi trattengo dal ridere.
“Mi unisco pure io” si aggiunge Athos, lasciandomi sconvolta.
Lui??? Viene anche lui??? Il bellissimo figo??? Oh!
 
“Calma, amico. Ci siamo anche noi!” sbotta con sguardo serio il riccioluto dalla carnagione scura, seguito a ruota dai suoi due compari, facendomi ghignare dalla felicità.
Ora ho un piccolo esercito.
 
Ok, hai vinto tu. Mi unisco alla missione suicida, contenta? Mentecatta!
 
“Beh…” esordisco allietata- “Io non ho nulla da…!”
“Scordatelo! Non rischierò la vita dei miei uomini per una tua idea malsana!” grida alterato Akainu, facendomi incazzare parecchio.
Ma io lo pesto a sangue!
Eccome se lo faccio!
 
Lo posso ammazzare, eh?!? Avanti, ti prego!!! Gli taglierò la testa con un colpo secco! ZAC!
 
“Non rischierà i suoi uomini, tranquillo!”- s’intromette una voce a me famigliare, facendomi sorridere come una stupida- “Si fidi, Grande Sbirro. Io ho un sacco di arsenale e uomini pronti per la battaglia!”.



 



Angolo di Alyce: Buonasera!
Dopo un lungo periodo in cui un "bellissimo" blocco dello scrittore mi ha... bloccata (chiedo venia, ma non trovo altri termini), sono ritornata alla carica!
Questo capitolo è piuttosto leggero e pieno di fighi!
No, davvero, chi ha riconosciuto i personaggi di The Musketeers?
Io li adoro! Sono così simpatici e dannatamente SUPER che anche quando s'incazzano e picchiano qualcuno riescono a farmi ridacchiare e tirarmi suil morale quando sono depressa :D
Ah, li amo!
Ma passiamo a Kat!
La nostra piccola protagonista è stata bellamente abbandonata dal suo cervello e dalla sua socia (anche se quest'ultima è ritornata a farla dannare!) e lei se la deve cavare da sola.
E che succede? Bugiarda che vai, sconfitta che torni!
Athos (e credo che sotto sotto anche gli altri se ne siano accorti) l'ha smascherata e la messa con le spalle al muro!
Cattivo, eh? (Ma manco no!)
E lei, con le gambe di gelatina  s'inventa la scusa che in realtà doveva fumare!
Tesoro, mi spiace, ma hai perso in partenza u.u
Mi sono particolarmente divertita a scrivere questo capitolo, soprattutto quando ho fatto dire ad Akainu: "Tu? E con quale esercito?".
Oh, il sogno della mia vita *^*
Ho sempre adorato quella frase!!!!
Comunque!
Chi è il nostro aiutante in soccorso a Kat?
Riuscirà a convincere Akainu?
E  il Mostriciattolo fantasticherà ancora sulla vita sessuale di Athos?
Ci si vede al prossimo capitolo con il punto di vista di... (rullo di tamburi!!!) e chi se non il nostro sexy fenicottero di Doffy????? ;)
Ciao e un strasuperbacione a tutti!
Alyce :))))))))))))))))))))))))))))))
  
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