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Autore: rossella0806    13/02/2015    3 recensioni
Il commissario Alessandro Terenzi torna all'attacco: dopo averlo lasciato a Porto Ercole, in Toscana, alle prese con misteriose sparizioni e spartiti musicali inesistenti, ora lo ritroviamo nella sua Torino ad indagare su un caso apparentemente semplice.
Al suo fianco ritroveremo l'ispettore Francesco Ghirodelli, la burbera questore e, ovviamente Ginevra, la studentessa di Archeologia e aspirante investigatrice, di cui il poliziotto ha fatto la conoscenza proprio a Porto Ercole, e che si rivelerà una piacevole ed inaspettata compagnia.
La Germania, dove il caso ha avuto inizio nove anni prima, appare lontana, ma ben presto Terenzi dovrà ricredersi, perchè nulla appare come sembra.
Genere: Drammatico, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Lunedì 5 aprile, commissariato "L'Aquila" di Torino, ore 19.45

Per tutto il pomeriggio l’intero commissariato era stato impegnato a rispondere alle decine di telefonate di avvistamento che continuavano ad arrivare al centralino: sembrava che mezza Torino avesse incrociato il ricercato dell’identikit, tutti giurano e spergiurano che quel ragazzo che ho visto in via Tal dei Tali è proprio l’assassino della foto!, ma la verità è che - a fine giornata- nessuna segnalazione è da ritenersi davvero valida, perché se così fosse, solo in città ci sarebbero stati un centinaio di Sebastian Perrez.
E’ ormai tardi, in centrale sono rimasti insieme agli agenti di turno, solo il commissario e l’ispettore.
Terenzi si stiracchia le braccia, si alza dalla sedia e dà un’occhiata fuori dalla finestra: la bella giornata di primavera sta lentamente volgendo al termine, il sole è tramontato ormai da un pezzo, lasciando il posto a un cielo scuro e dubbioso, mentre i lampioni delle strade anticipano la luce della luna.
L’uomo è in piedi dalle sette del mattino, nello stomaco la colazione frugale al bar con cappuccino e brioche alla crema e il famoso super tramezzino di Maurizio: dai vetri leggermente ricoperti dell’alone serale, Terenzi riesce a vedere il locale in questione e, inevitabilmente, i ricordi tornano a farsi vivi nella sua mente.
“Ancora non riesco a crederci … è un anno che non è più con noi: era un ottimo poliziotto, con il giusto fiuto e le giuste capacità, eppure non gli è bastato … ma perché parlo di lui come se fosse morto?!”
La persona a cui il commissario si sta riferendo è proprio Maurizio, il quarantenne con la barba di qualche giorno e gli occhi chiari che, dopo dieci anni di fedele servizio alla comunità, aveva deciso di abbandonare la divisa per sostituirla con il grembiule e la scritta stampata sopra - decisamente poco narcisista- “Il cappuccino più buono lo so fare solo io”, che era diventato la sua corazza usata per non sporcarsi nella preparazione di manicaretti e bevande: l’ultima sua missione da poliziotto, un paio di anni prima, era stata sottocopertura per smantellare un’organizzazione di trafficanti di opere d’arte.
Tutto si era svolto senza problemi, fino a quando –durante il momento decisivo dello scambio tra la valigetta vomitante soldi e un preziosissimo servizio di vasi etruschi- Maurizio era stato colpito  “ a tradimento” con un colpo di pistola alla gamba, sicuramente scoperto per un passo falso di cui non riusciva a ricordarsi, perciò era stato costretto a sparare a sua volta, uccidendo due dei quattro trafficanti.
Quell’episodio, senza particolari conseguenze fisiche per l’uomo, lo aveva profondamente danneggiato psicologicamente, per questo aveva deciso, in maniera irremovibile e ostinata, di rassegnare le dimissioni dal corpo di Polizia, e di prelevare il negozio a qualche centinaia di metri dal commissariato, trasformandolo nel bar più raffinato della zona, grazie alle sue indiscusse abilità culinarie.
Basta pensare” si riscuote Terenzi  “bisogna agire, altrimenti non riusciremo mai a prendere Perrez!”  
Il poliziotto rimette a posto la tendina bianca della finestra e, gli occhi arrossati, ritorna verso la scrivania, rovistando tra i plichi di documenti sparsi sulla scrivania.
Se fosse per lui se ne starebbe anche tutta la notte in commissariato, tanto a casa, a parte la tartaruga Miss Marple che è ancora in letargo, non c’è nessuno che lo aspetta, ma la sua schiena ha bisogno di riposo: dopo quell’inseguimento di un paio di settimane prima finito non tanto bene per la sua spalla, il letto di casa è il rimedio migliore per alleviare i dolori fisici e i primi acciacchi dell’età, “trentasette anni portati più che dignitosamente”, si consola.
Riordina alla bell’e meglio la scrivania, ritira il primo fax di Marz in un cassetto e infila quello con il resoconto dell’omicidio nella cartelletta trasparente, poi si infila il giubbotto, agguantandolo dall’attaccapanni vicino al divanetto.
Ha ormai aperto completamente la porta, una mano in tasca a controllare se ha preso cellulare e chiavi di casa, quando gli si para davanti un giulivo Ghirodelli:
-Commissario, mi scusi, ero venuto a darle una buona notizia … può aspettare un attimo?!-
-Finalmente … certo, vieni- i due rientrano nell’ufficio, mentre Terenzi accende nuovamente l’interruttore della luce.
-Allora c’è qualche segnalazione attendibile?-
-Pare di sì- esordisce l’ispettore, sventolando un foglio di quaderno a quadretti - il proprietario di una ditta di macchine a noleggio, in via IV Novembre n°35, è sicuro di aver noleggiato un’autovettura proprio a Sebastian Perrez. La descrizione fisica corrisponde e anche i vestiti che indossava sembravano essere gli stessi che aveva ieri alla stazione … -
-Uhm, bene. E quando l’avrebbe visto?- domanda interessato il commissario, grattandosi il mento.
-Oggi pomeriggio, circa un’ora e mezza fa. Quando il presunto Perrez è uscito dall’autosalone, l’uomo ha acceso la radio e ha sentito il notiziario con l’identikit dell’uomo, per questo ci ha chiamato-
-Parlava un italiano scorrevole o con qualche inclinazione particolare?-
-Sì, mi ha detto che si faceva capire piuttosto bene, solo con un lieve accento straniero, ma quasi non si notava: l’uomo giura che l’inflessione fosse tedesca … -
-La targa della macchina e il modello te li sei fatti dare?-
-Ovvio: a sentire il titolare aveva molta fretta, tanto che gli andava bene qualsiasi automobile.  Si tratta di una Audi grigio metallizzata targata AR 663 DN-
-Facciamo mettere dei posti di blocco a livello di tutte le uscite della città!-
-Subito, commissario-
-Un'ultima cosa: immagino che i dati forniti siano stati inventati di sana pianta … -
-Esatto: il presunto Perrez ha detto che era stato rapinato questa mattina, così non poteva fornire alcun documento d’identità. Comunque, per compilare il modulo del noleggio, ha detto di chiamarsi Hans Becker, nato a Dresda il 16 aprile 1974 e residente nella stessa città in via … -
-Sì, va bene, saranno sicuramente dati falsi. L’anno di nascita è però lo stesso: coincidenza o piccola dimenticanza?- lo interrompe Terenzi, quasi domandandolo a sé stesso.
-Non serve scervellarisi, perché ho già fatto un controllo, commissario: non esiste nessun uomo le cui generalità corrispondano alle sue- continua l’altro, indicando con un cenno del capo il foglio tra le mani che non ha concluso di leggere.
Il superiore sospira, grattandosi la barba incolta:
-Adesso vado a casa, ma mi raccomando, per qualsiasi evenienza, segnalazione o altro, non esitate a chiamarmi!-
-Non si preoccupi, sono di turno fino a mezzanotte, poi lascerò detto agli altri ragazzi … -
-Molto bene, conto su di voi. A domani-
-Buonanotte, commissario-
 
 
Lunedì 12 aprile, ore 14.30
 
Passa così una settimana in un continuo altalenarsi di indizi e di piste investigative che man mano li si controlla, portano tutti ad un nulla di fatto: anche per quanto riguarda l’auto noleggiata dal presunto Perrez, non erano stati fatti passi avanti, sembrava infatti essere sparita in un vortice misterioso, il commissario e i suoi non l’avevano trovata da nessuna parte, nemmeno nascosta in qualche rimessa o abbandonata nel fossato più remoto di campagna.
Forse il proprietario delle auto a noleggio si era sbagliato, l’uomo assomigliava talmente tanto all’assassino della Dünnerz, da essersi confuso, e aver fatto perdere così giorni preziosi all’indagine.
Senza un nulla di fatto, il caso rischia di chiudersi definitivamente, riflette Terenzi, il questore sta avendo fin troppa pazienza e noi non possiamo inseguire un fantasma, tralasciando tutti gli altri casi.
Il poliziotto sta uscendo dal suo ufficio per andare a cercare l’ispettore e dirgli che da quel pomeriggio loro non si sarebbero più occupati del caso Dünnerz-Perrez, quando Ghirodelli lo intercetta in corridoio:
-Commissario, è arrivato un fax da Berlino!- lo apostrofa sventolandogli il foglio
-Finalmente! Che cosa c’è scritto?-
-Lo vuole leggere lei?-
-Ce l’hai in mano tu, leggilo tu, no?-
-D’accordo- l’ispettore si schiarisce la voce e, un abbozzo di sorriso sulle labbra sottili, distribuisce una parola dietro l’altra:
- “Buon ciorno, commissario. Vorrei che lei venire qui per fare indagini insieme, nuove informazioni. Prendere treno o aereo. A presto”
-Cosa pensa avrà scoperto?-  domanda l’ispettore, una maschera dubbiosa sul viso.
-Sicuramente qualcosa di importante, altrimenti non mi avrebbe chiesto di raggiungerlo … - ribatte tentennante anche lui.
-Ha intenzione di andare?-
-Non lo so, in fondo non abbiamo scoperto nulla in questa settimana. Se Perrez è ancora qui a Torino, non mi va di lasciare la città: mi è già bastata quella volta a Porto Ercole, e non ci tengo proprio a ripetere l’esperienza. Inoltre, qualsiasi mossa facciamo, non riusciamo mai ad ottenere nulla di concreto:  l’identikit diffuso ha sortito lo stesso effetto di una foto di un attore hollywoodiano, “l’abbiamo visto di qui, l’abbiamo visto di là” … e poi anche la pista dell’auto noleggiata è stata un buco nell’acqua -
-Pensa quindi che anche quella sia stata una falsa pista?-
-Non lo so, Ghirodelli: qualcuno ha noleggiata l’Audi, ovviamente con dati completamente inventati, che però non si è trovata da nessuna parte! E anche i posti di blocco non hanno dato risultati … - Terenzi scuote leggermente la testa, poi continua:
-Comunque sia, non spetta a me decidere, devo chiamare il questore e sentire lei che cosa vuole fare-
-Già, l’ultima parola spetta al Grande Capo … -
Il superiore accenna un sorriso e, scuotendo la testa divertito, continua:
-Mentre provo a chiamarla, fammi un favore: informati su tutti gli orari degli aerei diretti a Berlino che partono domani-
-Mattino o pomeriggio?-
-Da mezzogiorno in poi-
-Va bene, commissario, vado subito-
 
 
Mezz’ora più tardi, l’ispettore bussa all’ufficio di Terenzi con in mano due fogli stampati di fresco:
-Posso entrare?- chiede, aprendo leggermente la porta
-Sì, vieni- l’uomo alza la testa dalle carte che sta controllando
-Ho trovato quello che mi ha chiesto … -
-Bene. Io invece ho telefonato al questore e lei è disposta a farmi partire alla volta di Berlino-
-E’ una buona notizia?-
-Non proprio, avrei preferito dirigere le indagini da qui … che orari mi proponi?-
-Dunque, c’è un aereo che parte domani alle 12.10, un altro alle 14.30, un altro ancora alle 16.45, alle 18…-
-Quello delle 14.30 può andare bene-
-Faccio che prenotarlo?-
-Sì, grazie, seconda classe, non vorrei fare andare in malora le nostre casse già così piene!-
-Poi chi la sente il questore-
 
 
Pochi minuti più tardi, Ghirodelli entra nuovamente nell’ufficio di Terenzi, il volto meno disteso di quando ha lasciato la stanza qualche attimo prima:
-Commissario, mi scusi, è arrivato un altro fax di Marz-
-Stavo giusto venendo a mandargliene uno per confermare la mia partenza. Cosa dice?- il poliziotto si alza dalla sedia e si avvicina al sottoposto
-Ecco, ci sarebbe un contro ordine… -
-In che senso? Non vuole più che lo raggiunga?-
-Il fatto è che sembra che Sebastian Perrez sia morto questa mattina-
-Come morto?! Fino a meno di un’ora fa era vivo e vegeto!-
-Eh lo so, commissario, ma c’è scritto così sul fax-
-Fammi vedere … - intima l’uomo, contraendo la mascella, le sopracciglia aggrottate -qui dice che Perrez lo avrebbe chiamato dicendogli che non riusciva più a sopportare quello che aveva fatto alla Dünnerz e per questo si sarebbe ucciso. Ovviamente non sono riusciti a rintracciare il numero… - conclude Terenzi, alzando lo sguardo come ipnotizzato da un sortilegio solo a loro due noto.
-Ora come procediamo?-
-Eh … ci siamo mobilitati per nulla- sbuffa il poliziotto, restituendo il foglio a Ghirodelli e continuando poi:
-Non siamo stati abbastanza tempestivi. Quando la scorsa settimana abbiamo ricevuto la segnalazione dell’auto noleggiata, avremmo dovuto muoverci subito, avrei dovuto partecipare io stesso ai posti di blocco-
-Non è colpa sua, commissario. Dopotutto non era nemmeno un nostro caso, eravamo solo di supporto ai colleghi tedeschi-
-Sì, lo so, ma mi sento preso in giro: così non sapremo mai se Sebastian Perrez abbia veramente ucciso quella donna oppure no-
-I fatti sono piuttosto chiari-
-Lo so, ma c’è qualcosa che non mi convince-
-Si riferisce al fatto che solo dopo sette anni il presunto omicida sia stato assalito dai sensi di colpa?-
-Sì- risponde pensieroso il superiore, incrociando le braccia sul petto coperto da una camicia a fantasia scozzese  - qualcosa in lui deve aver fatto scattare questo improvviso rimorso che lo ha portato ad uccidersi, non me lo spiego altrimenti, dannazione!-
-Ma non le sembra strano, commissario?-
-Certo che mi sembra strano, Ghirodelli! Ma sappiamo entrambi che adesso come adesso non ci sono elementi sufficienti per tenere aperto il caso. L’unica cosa certa è che non c’è più ragione di partire: per favore, disdici la prenotazione-
L’ispettore, un’occhiata che ricorda quella lanciata da chi è stato beccato a fare qualcosa che avrebbe dovuto fare senza l’input di nessuno, guarda titubante Terenzi:
-Non avevo ancora telefonato, commissario: il telefono del mio ufficio non funziona-
-Come non funziona?!-
-Eh sì, stavo provando a vedere come mai, quando è arrivato il fax di Marz-
Il commissario si passa una mano sulla barba incolta, gli occhi rivolti al soffitto:
-Ma cos’è questo? Un complotto contro di noi?! E’ mai possibile che quando serve qualcosa non funziona mai niente in questo posto?!-
-Mi scusi, commissario, chiamerò subito il tecnico per farlo riparare-
-Ecco bravo, io intanto mando un fax a Marz. Voglio sapere esattamente la dinamica di questo maledetto suicidio! Ah, aspetta: già che ci sono, vengo a dare un’occhiata a questo benedetto telefono!-
 
 
 
Nota dell’autrice:
 
Ciao a tutti! Eccoci con il secondo capitolo del nuovo caso del commissario Terenzi!
L’indagine è entrata nel vivo: come si comporterà il poliziotto, adesso che Perrez è morto?
Sicuramente ogni cosa si complica, perché abbiamo già capito da “Mistero a doppia indagine”, che il lavoro da segugio per il nostro investigatore è tutt’altro che lineare!
Bene, per ora mi fermo qui: un grande grazie ai lettori,  a Claddaghring 8, ad alessandroago_94  e Clairy93 per aver recensito e inserito la storia tra le seguite!
Alla prossima!
 
   
 
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