Anime & Manga > Kuroko no Basket
Segui la storia  |       
Autore: Kyuri_Zaoldyeck    13/02/2015    1 recensioni
Kiri andava sempre più fiera di quella squadra, era consapevole però, che 2 mesi dopo si sarebbero separati mettendo fine al mito della Generazione dei Miracoli, e il pensiero la rendeva triste.
Tuttavia, i fatti del suo passato alla Teikou legati alla sua squadra del cuore racchiudevano gioie e dolori, che mai pensava si sarebbero riproposti anche nel suo presente, quando rincontrerà quegli occhi rosso fuoco che avrebbero capovolto la sua vita
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Seijuro Akashi, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Dopo un’estenuante giornata di scuola, ci mancava solo il tuo dannato carro!- esclamò il tiratore dai capelli verdi al povero Takao, il quale carro di legno si era rotto proprio in mezzo alla strada del ritorno.

Anche Kiri era con loro, appoggiata al muro a guardare ilò povero Takao sgobbare sotto al carro.

-Penso che una camminata a piedi non ti faccia male qualche volta, Shintaro- lui la fulminò con gli occhi, e lei ridacchiò sotto i baffi.

Takao concluse che il carro non era riparabile, ci aveva provato con un tubetto di colla che aveva nell’astuccio, ma ovviamente fu tutto inutile. Midorima allora lo costrinse a partare il carro fino a casa a spinta.
Camminando per un tempo che pareva durare ore, Kiri si imbattè in un grande cancello semiaperto e un un’imponente edificio dai tratti vittoriani.

“Rakuzan High” così recitava la targa di marmo di lato al cancello. Senza farsi vedere dai due compagni, balzò dentro il cancello e fece una corsetta fin sotto i portici del palazzo.
Il portone era ancora aperto, così entrò, spinta dalla curiosità di vedere quell’edificio dall’interno.

Era buio, il solito buio che la inquietava. Prese frettolosamente il telefono ed accese la torcia. Attraversò un lungo corridoio dai muri dorati e le mattonelle rosse,
Tutte le classi avevano una porta in legno ed erano chiuse tranne una.

Kiri si voltò un paio di volte nel buio, poi si affacciò nell’aula silenziosamente.
Nessuno. Una scacchiera posizionata su uno scacco matto, su un banco in fondo alla stanza.

Rumore di passi … Kiri si spaventò e guardandosi intorno, scorse uno spazio dietro un armadietto basso, e vi si fiondò, per poi calare nel silenzio più assoluto. I passi si avvicinarono.
Entrò qualcuno, il sole in tramonto ne rifletteva l’ombra sul fondo della stanza.

Avanzò, un ragazzo dai capelli rossi, non un comune ragazzo dai capelli rossi … Akashi! Kiri ebbe un sussulto, ma si rannicchiò ancora di più, sperando di non essere vista. Rimase in silenzio mentre lui entrava.
Notò che la camicia scura gli dava una figura slanciata. Mise un dito nella cravatta grigia per allargarla, e aprì i primi due bottoni della camicia.
Nonostante Kiri cercasse di scacciare via quel pensiero, lo trovava stranamente più bello del solito, sfiorando nella sua mente quella caratteristica eccitante.

Si sedette e iniziò a rimettere a posto i tasselli degli scacchi, mentre lei continuava a guardarlo, imbambolata lì dietro, chiedendosi come aveva potuto il grande Akashi non percepire la sua presenza.

-Quanto pensi di stare lì dietro?- disse lui. “FIGURIAMOCI!” pensò lei muovendosi lentamente. Uscì dal nascondiglio, la luce del tramonto illuminava tutto di un caldo arancione. Lei lo guardò timidamente, per poi sciogliersi.

-Non mi chiedi che ci faccio qui?-

-Se mi desse fastidio, te lo chiederei, ma non me ne stai dando- disse lui accennando un lieve sorriso.

-Anche se, conoscendoti, sono piuttosto curioso di sapere cosa ti ha fatto salire fin qui, nel buio.-disse voltandosi verso la scacchiera.

-è un bell’edificio! Nulla a che vedere col mio … volevo vederlo-

-Sei venuta fin qui per questo?- chiese incredulo.

-Il carro di Shintaro si è rotto qui davanti- lui non rispose, mise i pezzi apposto nel cassettino della scacchiera di legno e fece per andarsene.

-Vuoi stare qui tutta la notte?- chiese. Lei tornò in sé e lo seguì fuori dall’aula.

L’occhio imperiale si era spento, ora poteva vedere le sue iridi rosse naturali e il notevole cambiamento che esse avevano apportato in lui. Era stata lei … era stato quel bacio …

Una volta fuori, percorsero la strada verso casa insieme, senza parlarsi, senza voltarsi o minimamente guardarsi.

L’aria restava pesante tra loro, Kiri voleva tanto fare qualcosa per muovere qualcosa, qualsiasi cosa, ma si sentiva impotente e umile sotto i suoi occhi. Eppure alle medie era intenzionata a smettere di sottostare a lui, ma in quel momento si sentì nuovamente una sua sottoposta.

Desiderava aggrapparsi al suo braccio e ridere per coprire l’imbarazzo del gesto, ecco cosa voleva, sotto lo sguardo furente di lui, che però non avrebbe cessato la sua risata.
Nei suoi sogni, la sua reazione la faceva ridere, nella realtà di quel momento, la sua reazione la impauriva molto.

Giunsero presto alla salita verso la villa degli Akashi. Lui si fermò, voltandosi verso di lei, lasciandola in soggezione. La bloccava, le trasmetteva una sensazione di immobilità, come la tela di un ragno.

-Allora … ci vediamo- disse le cercando di liberarsi dalla sua trappola.

Ma come poteva l’imperatore non accorgersi delle sue paure e della sua insicurezza? No, vedeva tutto chiaramente.

Si avvicinò a lei rapidamente, senza darle il tempo di irrigidirsi, e le lasciò un bacio sulla fronte.
Nonostante il gesto dolce che l’aveva lasciata senza parole, la sua tensione non era diminuita di un millimetro, anzi forse era aumentata.

Lui si incamminò su per la salita. La prima cosa che pensò fu di essere troppo inibita. Forse lo era soltanto con lui, non era un ragazzo normale, era qualcosa di superiore, lo sapeva da molto tempo.
Il primo passo che sentì di dover fare era quello di tornare ai tempi delle medie, ed essere la sua prima rivale e alleata.
Doveva disinibirsi, e imporsi sul suo imperatore, e soprattutto capire cosa voleva davvero.


Non era un bel periodo per lei, anche il modo in cui aveva respinto Aomine dopo averlo illuso era stato davvero rivoltante. Si sentiva un verme.
Era una ragazza fredda, razionale e forte, eppure continuava a scapparte davanti ai problemi. Ecco un altro punto da correggere di sé stessa!

“Cosa diavolo sono io?” pensava con la testa china sul cuscino.

Il campanello suonò. Saltò giù dal letto e scese piano le scale, per paura di qualche strambo ente religioso. Guardò nella lente … era Aomine.

“Si parla sempre del diavolo … “ pensò aprendo la porta con un fare esasperato.

-Ho sbagliato- disse lui … perchè lo stava dicendo lui??

-Ma no!- sbottò lei. –Io ho sbagliato!-

-Me ne sono andato senza ascoltarti … è colpa mia- “Che umiltà …”

-E io? Ti ho illuso … per poi liquidarti così … è colpa mia!-

-Mi hai solo offerto una possibilità … probabilmente in palestra ti sarai incontrata col ragazzo che ti piace davvero, invece di andare in bagno … perchè esiste, giusto?- disse lui. Kiri non aveva altra scelta che confessare.

- … sì- disse a testa bassa. Con quel sì, si era accorta di aver appena rinunciato ad una possibile felicità con Aomine, pensando all’estremo masochismo nel volersi concentrare su Akashi.

-Bene, e allora io da buon amico, preferisco dirti: buona fortuna … non sa cosa si perderebbe a rifiutarti- invece era lei a non sapere cosa stava perdendo. Voleva strapparsi i capelli. Gli sorrise e lo abbracciò. Lui so mise a ridere sonoramente:

-Però, ti perdono solo se mi dici chi è- sorrise lui, lei parve congelarsi.

-Maaa, non lo conosci … - disse lei vagamente ridacchiando.

-Come vuoi, lo vedrò un giorno … mi somiglia?- rise lui.

-NO!- sbottò lei ridendo. Continuava a farla sentire di buon umore, anche in momenti come quelli dove doveva solo sentirsi vergognosa.
“Non è semplice trovare un giapponese di colore, a meno che non sia un lampadato!!” pensò dentro di sé.

-Ci si vede!- disse salutando con la mano l’amica. Lei ricambiò e chiuse la porta.

Un problema si era sistemato, e Kiri riusciva di nuovo a sorridere, anche se sapeva sarebbe durato qualche ora …
-Prossimo passo?- chiese a voce alta, come stesse chiedendo alla sua coscienza.
Senza pensarci, accese lo stereo polveroso, mise un disco e alzò il volume. Dopo tanto tempo passato in solitudine, decise di ritrovare il sollievo nell’unica vera amica di ogni adolescente … la musica!
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kuroko no Basket / Vai alla pagina dell'autore: Kyuri_Zaoldyeck