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Autore: Lifty4ever    14/02/2015    4 recensioni
Mi soffermai un attimo ma poi entrai dirigendomi verso la tomba di mia madre, mi inginocchiai e fissai essa con le lacrime agli occhi.
Ad un tratto si sollevò un forte vento ghiaccio da farmi volare via la sciarpa a strisce verticali bianche e nere che mi ero legato non molto bene al collo. Iniziai a cercarla dappertutto , ma una volta trovata alzai lo sguardo e …
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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27 novembre 1998

“Avete trovato signor John?” Disse la madre disperata
“Mi dispiace signora ma suo figlio non si trova da nessuna parte!” ribatté il poliziotto.

******

Erano passati 3 mesi per lo più dalla mia scomparsa e ormai non c’era nulla da fare.
Ero seduto su una roccia vicino ad un ruscello tra i miei pensieri, la fame si faceva sentire e così mi alzai per cercare qualcosa per sfamarmi. Per sbaglio scivolai e caddi facendomi dei tagli profondi... persi conoscenza.
Appena mi ripresi mi sentii diverso dal solito: la voglia di uccidere era aumentata e il mio battito cardiaco accelerava di giorno in giorno, sentivo il sangue scorrere nelle mie vene come cascate, mi voltai un attimo per prendere il bicchiere d’acqua posto sul tavolo, mi cadde in terra appena vidi lo Slender.
“Beh è così che lo chiamano tutti!”
Ormai ero al suo servizio e non c’era modo di fuggire.
Calò la notte ed io mi preparai per fare una piccola uscita in città. Mi incamminai per tutto il bosco ed, ogni volta che facevo un passo sentivo i rametti sfracellarsi sotto le mie scarpe ormai bagnate dall’umidità del terreno.
Ad un tratto mi ritrovai davanti ad una lunga strada che portava nel cuore della città e così la percorsi.
Ero quasi arrivato ma scorsi una casa lontana dalla città e così mi recai la dentro.
“Questa casa mi ricorda qualcosa! Qualcosa come se ci fossi già stato!”
Girai tutta la casa con quel silenzio tombale che l’avvolgeva. Mi recai su per le scale e mi diressi verso una porta semi aperta. L’aprii, essa scricchiolava ad ogni centimetro che si apriva.
Scorsi con la coda dell’occhio un bambino che dormiva tranquillo sotto le sue coperte, estrassi il coltello dalla tasca sinistra dei jeans e mi diressi verso di lui.
“Forse non ne vale la pena ucciderlo!” mi chiesi nella mente …
Mentre camminavo verso di lui sentii un leggero “CHIK”, la luce si accese ed un uomo forzuto con capelli neri e tatuaggi mi si avvinghiò contro tenendomi per il collo e sbattendomi al muro alzandomi.
Cercai in tutti i modi di liberarmi ma poi sentii un “CRAK”. Mi ruppe una costola assestandomi un pugno e facendomi anche sputare sangue , ma poi alzai la mano, dove era impugnato il coltello, e glielo infilai nello stomaco liberandomi e facendolo cadere in ginocchio dal dolore.
Lo guardai con un sorrisetto strafottente e pieno di idee psicopatiche, mentre mi avvicinavo a lui sempre più lentamente, nel modo da fargli salire la paura oltre i limiti e poi diedi il colpo finale. Gli afferrai i capelli con una mano stringendo forte il pugno, poi tirai in dietro la mano in modo tale che la sua testa si alzasse e … gli incisi un taglio profondo per tutta la gola facendo fuoriuscire il suo sangue denso e rosso. Infine lo lasciai cadere per terra facendolo “ riposare” in una grande pozza rossa. Sorrisi soddisfatto e leccai la lama del coltello colma del suo sangue sentendo il sapore del ferro scendermi giù per la gola.
Dovevo terminare il mio lavoro e così mi recai nel corridoio a chiudere le tende delle finestre lasciando il corpo giacere in terra.
   
 
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